sabato 12 aprile 2008

anche le campagne più brutte finiscono

Anche le campagne elettorali più brutte finiscono.
Forse la meno sentita, certamente è sparito il porta a porta, le cene quasi scomparse. Chi è andato al 24 mila baci per il Pdl poi è andato in pizzeria (a pagamento) perchè in molti arraffavano e si riempivano le tasche. Ciascuno sceglie la compagnia che preferisce. Per fortuna anche l'invasione di manifesti è stata contenuta. Certo l'arroganza c'è sempre. Come dimostra un 30/40% di preferenze a chi non vuole regole, tasse, giustizia, coerenza, famiglia (vera), lavoro (effettivo). Ma questa è l'Italia che arriva dopo un (finto?) miracolo economico, un benessere fatto di pensioni (molto benevoli), di promozioni (posti pubblici e aziende pubbliche), di appalti (dove non si capiva più tra corrotti e corruttori chi avesse fatto la prima mossa), dopo che uno "statista" è morto all'estero da latitante e il suo compagno (ma non parlate di comunisti) in affari è dovuto scendere in campo.
E' avvilente che il centro sinistra, che la maggioranza degli italiani si sia dovuta coagulare per evitare e contrastare i danni evidenti commessi da una persona e da chi ne ha tratto vantaggi insperati e la deriva da carnevale brasiliano.
Altrettanto è avvilente sentire le offese continue al buon senso, alle donne, ai bambini, agli anziani, alle persone che lavorano e che pagano le tasse. Ma evidentemente interpreta i sogni di quel 30/40% che vorrebbe vivere in un reality dove tutto è permesso e nessuno paga. In perenne vacanza, senza responsabilità.
Dall'altra parte non si può, però, continuare ad accettare il meno peggio e la deriva liberista di sinistra nel nome del pericolo fascista, populista e da avanspettacolo. C'è bisogno, appunto, di serietà, concretezza, opportunità, rispetto, taglio delle spese inutili, condivisione, coerenza.

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