martedì 30 luglio 2013

no biogas e biomasse LETTERA APERTA del comitato Stop al consumo di territorio di Argenta (FE)

Onorevole Bratti (PD) 
davvero lei non sa perché c'è stato un così vertiginoso sviluppo del biogas in giro per il mondo?
Si direbbe così a giudicare da quanto è stato detto sul tema Energie e Comunità venerdì 19 luglio, alla Piazza delle Idee della testa del PD a Filo d'Argenta presenti l'On. Alessandro Bratti dell'Viii Commissione Ambiente e Lavori Pubblici, l'Assessore Provinciale all'Ambiente, Giorgio Bellini, e l'Assessore Comunale all'Ambiente Sauro Borea.
Una piazza delle idee con poche idee nuove: si continua a recitare il mantra del 20.20.20 ma non si riescono più a nascondere le forti 'problematicità' legate alla cattiva applicazione di iniziative buone, almeno sulla carta: il fotovoltaico installato quasi tutto a terra, le infiltrazioni mafiose accertate nell'eolico, lo scarso risparmio energetico.
C'è poi un interrogativo cruciale al quale nessuno riesce a dare una risposta sensata: come può essere considerata rinnovabile un'energia come quella da biogas che consuma in anticipo l'83 % di quella che produce, e divora enormi quantità d'acqua per far crescere il mais dopo aver trinciato il triticale, con un doppio raccolto che lascerà fra vent'anni le terre esauste. Aggrava inoltre una situazione dell'aria già 'fragile' aggiungendo grandi quantità delle pericolosissime polveri sottili. Per non parlare del digestato, disperso sul terreno in quantità certamente non raccomandabili; quando non succede come a Cimenta Padovana dove sono state trovate percentuali doppie di quelle ammesse di PCB, un killer paragonato alla diossina.
All'obiezione sollevata da chi scrive l'On. Bratti ha sfoderato i classici del repertorio: il biogas doveva servire a smaltire alcuni tipi di rifiuti, sarebbe perfetto per il teleriscaldamento, andrebbe benissimo se immesso in rete. Ma se dei 1.000 impianti realizzati in Italia quasi tutti vanno a mais, nessuno è usato per riscaldamento né immette il metano in rete, una ragione ci sarà. Probabilmente è perché queste opzioni o non sono economicamente convenienti, o non sono praticabili.
Perché allora si continua a fare biogas? L'On. Bratti lo sa ma non può dirlo apertamente: succede perché, dopo lo scoppio della bolla immobiliare, le bio-energie diventate la nuova gallina dalle uova d'oro su cui si è buttata la speculazione finanziaria internazionale, grazie ai generosi incentivi degli Stati. Incentivi che in Italia costano al contribuente una cifra paragonabile all'IMU sulla prima casa, la polveriera su sui siede il governo.
Ha infine concluso, con un artificio retorico al quale si fa sempre più spesso ricorso, dichiarando di preferire il biogas alle centrali tradizionali, a partire dal mefitico carbone. Liberissimo Onorevole, ma la sua scelta, se non argomentata, ha lo stesso fondamento scientifico e la stessa autorevolezza di altre di segno opposto. Non sarebbe meglio stilare una graduatoria delle compatibilità ambientali di tutte le forme di energia, tenuto conto del "ciclo di vita" che includa anche lo smaltimento degli impianti?
Poco di nuovo anche dall'Assessore Bellini: l'Amministrazione Provinciale si barcamena tra "Non possiamo fare nulla" e "Glielo abbiamo fatto vedere noi!". Il problema di oltre 10.000 ettari di terreno fertile destinato all'agricoltura industriale? Sono solo il 10 del totale, che è ammesso da Legambiente, risponde l'Assessore! Una combinazione sospetta: quello che dice l'amministrazione è avvalorato dall'associazione legata al partito di maggioranza in quella stessa amministrazione. E le prospettive di nuove aziende agricole come futuro per i giovani di cui parla il Presidente di Coldiretti? Come compreranno o affitteranno la terra dopo l'impennata dei prezzi dovuta all'accaparramento provocato dal biogas? Per non dire dei ridicoli aiuti destinati alle piccole imprese agricole da parte della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC per gli amici).
C'è infine il problema dei controlli degli impianti che - si comunica - sono stati fatti insieme all'ARPA, l'Istituto Regionale di controllo, e non hanno rivelato emergenze. Ma sono stati controllate accuratamente anche le fuoriuscite di liquami dai depositi di insilato? E le decine di camion che girano per le nostre strade trasportando mais gonfio di aflAtossine dove vanno? A portare il becchime ai piccioni di S. Marco? Nei posti piccoli le voci corrono, anche se chi sa non parla apertamente perché teme ritorsioni. Purtroppo, Assessore Bellini, per quanto riguarda i controlli c'è anche un peccato originale: per gli impianti al di sotto di 1 MW la legge non prevede l'obbligo della valutazione di impatto ambientale (VIA), anche nei casi in cui si aggira la norma facendo due o tre impianti, nello stesso posto, uno dopo l'altro. Le è mai capitato di protestare per questo in Regione?
Non è detto però che le cose continueranno in questo modo all'infinito: una recentesentenza della Corte Costituzionale (la 3/2013) ha cassato la Legge 3/2012 della Regione Marche proprio nelle parti in cui escludeva questi impianti dalla VIA. Poiché quasi tutti quelli esistenti in Italia hanno adottato la stessa normativa ne risulta che, per la Corte, sono fuori legge.
A seguito di quella sentenza un primo importante risultato è stato ottenuto a Camerata Picena (AN). il TAR Marche ha accolto il ricorso di un comitato aderente a Terre Nostre, contro la locale centrale biogas di proprietà della ditta Sviluppo Agroalimentare (non vi sembra una presa in giro?) Italia 2007 S.r.l. Atri impianti sono sequestrati, chiusi o sottoposti ad indagini, grazie all'intervento di Procure, NOE dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e Polizie Provinciali, a Calatone (Lecce), Trasacco (L'Aquila) , Rapolano (Siena), Crescentino (Vercelli), etc.;di pari passo con il moltiplicarsi dei comitati cittadini che protestano e alla loro progressiva organizzazione in unioni regionali.


Francesco Pertegato e Daniele Alberti (Stop al consumo di territorio - Argenta)


www.stopconsumoterritorioargenta.com (biogashttp://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/07/lettera-aperta-sul-biogas-allon-pd.html

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