martedì 30 luglio 2013
i fasciocomunisti: Legambiente e parco del Circeo premiano Lucci e il comune di Sabaudia per i successi sulla differenziata
Ieri la presentazione del dossier di Legambiente sul «consumo» delle aree costiere italiane
Spiagge invase dal cemento
Occorre al più presto l’approvazione del piano paesaggistico regionale
DI FEDERICO DOMENICHELLI
L
e coste italiane sono
disseminate di cemento
e le aree «libere» rappresentano un’eccezione. E
proprio per queste sono da
tutelare e salvaguardare. Così
Legambiente ha presentato ieri il dossier sul consumo delle
aree costiere italiane nel corso
della tappa di presentazione di
Goletta Verde a San Felice,
presso l’hotel Maga Circe,
evento al quale hanno partecipato Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale Legambiente, Roberto Scacchi, direttore Legambiente Lazio,
Marco Omizzolo, coordinatoIERI MATTINA
GOLETTA VERDE
HA FATTO TAPPA
A SAN FELICE
re provinciale Legambiente,
Serena Carpentieri, responsabile Goletta Verde, Gaetano
Benedetto, commissario
dell’ente parco nazionale del
Circeo, Maurizio Lucci, sindaco del Comune di Sabaudia,
Eleonora Brionne, comunicazioni e relazioni esterna «Corepla».. E la scelta di approdare al Circeo non è casuale. Qui
il parco, come ribadito dagli
ambientalisti, ha consentito di
arginare il dilagare del cemento, anche se i danni nel corso
degli anni si sono registrati.
Ma tutto sommato le cose sarebbero persino potute andare
peggio. Come? Ad esempio
con la realizzazione del raddoppio del porto. I nuovi approdi o gli ampliamenti - hanno spiegato i rappresentanti di
Legambiente durante la presentazione del dossier - vengono spesso proposti per esigenze tutte da provare. Ma i
danni, invece, sono già scientificamente provati. E parliamo dell’erosione costiera.
Ogni intervento in mare, specie se legato ad opere faraoniche, porta con sé conseguenze
di impatto ambientale notevoli. Il raddoppio del porto del
Circeo avrebbe dedeterminato,
qualora fosse stato realizzato,
una violenta erosione delle
coste verso sud, sul litorale di
Terracina e Sperlonga, senza
contare la distruzione delle
praterie di posidonia oceanica. La soluzione - ha precisato
il commissario del parco nazionale del Circeo Gaetano
Benedetto - sarebbe quella di
ragionare in termini di portualità lungo le acque interne. E
gli esempi positivi non mancano, come ad esempio Badino. Occorre quindi intervenire
in termini di prevenzione, con
l’approvazione del piano paesaggistico regionale e di quello relativo alla portualità. Insomma: regole chiare per la
tutela dell’ambiente e per lo
sviluppo sostenibile, salvaguardando le coste ed evitando che si trasformino in lunghe colate di cemento.
©RIPRODUZIONE RISERVATA Latina Oggi 30 luglio 2013
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