lunedì 13 maggio 2013

Maenza centrale a biogas rispettare le regole e le condizioni in favore di cittadini e non contro

Impianto biogas ma con regole certe BIOGAS a Maenza, pro e contro. ENRICA ONORATI «Potrebbero anche esserci ricadute positive ma solo a certe condizioni fondamentali..Cittadini divisi tra paura e speranze Preoccupano le lacune insite nella normativa regionale in materia C’era anche Enrica Onorati, candidata a consigliere comunale nella lista di Angelo Delogu all’i nc on tr o della «Farneta» sul progetto per un impianto bioenergetico con produzione di biogas nella popolosa frazione di Maenza. Il 6 maggio scorso l’af - fluenza dei cittadini interessati a saperne di più sul progetto è stata notevole. C’era il sindaco, Francesco Mastracci, ma anche amministratori, allevatori locali. Allarme, preoccupazione, speranza, questi i sentimenti dominanti. Nel corso dell’incontro Enrica Onorati ha evidenziato le lacune insite nella normativa regionale in materia, ma ha anche auspicato che la nuova giunta, guidata dal governatore Nicola Zingaretti, possa mettervi mano al più presto. Biogas a Maenza, quali sono le positività e le negatività? Certo – ha convenuto Onorati – potrebbero esserci ricadute positive sul territorio in cui verrà realizzato, ma solo a certe condizioni. Nelle fasi di progettazione e di realizzazione dell’impianto dovrebbero essere coinvolti gli abitanti della zona, tenendo conto delle loro valutazioni. Si tratta di una zona che, negli ultimi anni, ha conosciuto un’ampia crescita demografica e che è oggi densamente popolata. Impossibile ignorare questo dato. E’ dunque necessario formare un gruppo di lavoro con tecnici, agronomi o periti agrari, medico veterinario ed eventuali figure professionali necessarie alle opportune verifiche. La zona – ha detto Onorati - presenta coltivazioni e produzioni alimentari di pregio, quali olio extra vergine di oliva e mozzarella di bu fa l a . «Non dovrà mai essere messo da parte – ha aggiunto - il rispetto degli interessi agricoli ed economici delle aziende agricole che insistono su un territorio che presenta due aree di produzione Dop, Colline Pontine per l’olio extravergine di oliva e Mozzarella di Bufala Campana, favorendo impianti che privilegino scarti dei cicli vegetali, reflui animali e non materie prime agricole (mais, sorgo e triticale) destinate ad alimentare le bestie». Maggiore attenzione, altresì, alle colture e ai terreni che verranno utilizzati per la produzione del biogas. «Si dovrà lavorare per la tutela delle biodiversità e dell’avvicenda - mento dei terreni, utilizzo di colture che non prevedano il solo consumo di colture idroesigenti quali il mais, e che si evitino usi massicci di concimi, diserbanti e antiparassitari. Dovrà essere garantita una filiera corta per l’ap - provvigionamento delle materie in zone vicine sia per motivi ambientali, quali l’in - quinamento, che per agevolare la partecipazione di altre aziende e il consorzio da parte di più realtà agricole ed agroindustriali. Infine si dovrà tenere conto della consistenza da parte dell’azienda o delle aziende compartecipanti in termini di superficie agricola utilizzata di proprietà, almeno per il 70%, dei terreni destinati a coltivare di materie prime agricole per il biogas. Il tutto per non concorrere in maniera sleale con altri agricoltori che necessitano di terreni per alimentare le proprie stalle». Se tali condizioni verranno rispettate in toto, allora l’impianto – non necessariamente di produzione così elevata, dovrebbe produrre 600 KW, – avrà un senso e potrà essere costruito senza alcuna remora. «Un biogas – conclu - de Enrica Onorati – che sia di aiuto al reddito dell’azienda agricola, dimensionato ad essa, autosufficiente nella produzione energetica, ma in maniera complementare, e non esclusiva, rispetto all’a t t iv i t à fondamentale per tutti i cittadini che deve essere quella di produrre buon cibo, prodotti sani, bei paesaggi ed una bella armonia con il territorio». Mina Picone http://www.latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/1f5c57165dab765bcb10196640125a55

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