Quattro azioni di protesta in una sola settimana. In Spagna, Polonia, Olanda e Francia i nostri attivisti hanno lanciato il messaggio: “Sì alla pesca sostenibile. No alla distruzione del mare!”

Dopo Italia e Spagna, il tour “Sostieni chi pesca sostenibile” a bordo della nostra rompighiaccio “Arctic Sunrise” è arrivato in Francia per parlare con i pescatori artigianali e chiedere all’UE di garantire un futuro al mare. Questa mattina di fronte alla costa bretone gli attivisti hanno aperto un enorme striscione galleggiante rivolto ai Ministri Europei con la scritta “No pesci = No pescatori”.


Martedì scorso, invece, a Madrid gli attivisti spagnoli si sono incatenati davanti al Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente, a bordo di una vera imbarcazione lunga sette metri usata per la piccola pesca. Hanno aperto  uno striscione rivolto al Ministro Arias Cañete: “Non affondare la piccola pesca”.  Il Ministro, infatti,  sta ostacolando lo sforzo del Parlamento Europeo di realizzare una riforma della Politica comune della Pesca giusta per i nostri mari e i pescatori.
In contemporanea in Polonia con la nave “Beluga” abbiamo collocato in mare vicino Kolobrzeg ventuno enormi massi per ostacolare l’attività di pesca a strascico illegale. In quest’area, a meno di tre miglia marine dalla costa, questa pesca ad alto impatto ambientale è proibita, eppure continue attività illegali stanno distruggendo un habitat prezioso e mettendo in ginocchio i pescatori artigianali che pescano in modo responsabile e rispettando le regole.
In Olanda, invece, ieri gli attivisti a bordo dei gommoni hanno ritardato per diverse ore l’entrata nel porto di IJmuiden del super peschereccio olandese Jan Maria. Pochi mesi fa questo peschereccio era stato al centro di uno scandalo perché uno dei membri del suo equipaggio aveva denunciato le tonnellate di pesce morto ributtate in mare a ogni pescata per fare spazio a pesce di maggior valore. Questi sono i “mostri” che non vogliamo più vedere nei nostri mari.

Mentre gli stock ittici europei si stanno esaurendo, la politica europea per anni ha continuato a favorire la grande pesca industriale, permettendo di costruire pescherecci enormi come la Jan Maria, mentre la pesca artigianale è sempre più penalizzata e in crisi.

L’altro gravissimo problema, che riguarda in particolare l’Italia, è la pesca illegale. Una delle tappe italiane dell’Arctic Sunrise è stata l’isola di Favignana dove i pescatori locali ci hanno raccontato come anche qui operazioni di strascico illegale sotto costa sono all’ordine del giorno. Ci hanno spiegato come lo strascico stia distruggendo la posidonia, habitat chiave per la riproduzione dei pesci di cui vive la piccola pesca.

È ora di cambiare. Chiediamo ai Ministri europei - che nelle prossime settimane dovranno decidere della nuova Politica Comune della Pesca - di fermare chi pesca in modo illegale e distruttivo. Servono stretti controlli, sanzioni e regole che garantiscano un recupero delle risorse dei nostri mari.

Per questo motivo, porteremo insieme ai pescatori artigianali, le nostre richieste fino a Bruxelles. Entra in azione con noi! Costruisci la tua barchetta online e unisciti alla nostra flotta sostenibile. Siamo già 93.000 difensori del mare ma vogliamo diventare 100.000. A Bruxelles il nostro messaggio si sentirà forte e chiaro “Sostieni chi pesca sostenibile”.
Giorgia Monti, responsabile campagna Mare