Fiorito: "Trattativa segreta Storace-Polverini
in un pizzino l'accordo sulle quote doppie"
L'ex capogruppo pdl alla Pisana ha rivelato ai giudici come fu stabilito l'aumento dei fondi ai gruppi. "Così funzionavano i pagamenti extra alla Pisana"
di MAURO FAVALE
La sede della Regione Lazio
Tra due settimane inizierà il processo con rito abbreviato. Intanto, però, Fiorito sta parlando ancora, lanciando accuse ai suoi avversari politici e chiamando in causa come artefici di una presunta "trattativa" sulle quote Renata Polverini e Francesco Storace, l'ex governatrice e il candidato del centrodestra a succederle.
LA DISCUSSIONE DEL BILANCIO
Secondo quanto riferiscono alcune fonti giudiziarie, nel suo ultimo interrogatorio, Fiorito ha ricostruito cosa accadde nel corso del primo bilancio regionale della legislatura passata, datato dicembre 2010. Una discussione turbolenta, che le cronache dell'epoca raccontano piena di imboscate, spaccature e assenze strategiche, soprattutto da
parte del Pdl che, guidato allora proprio da Fiorito, fece mancare spesso il numero legale. La Polverini, al suo primo scontro importante con la sua maggioranza, minacciò anche le dimissioni. "In quella circostanza - racconta Fiorito - a gestire la trattativa fu Storace visto che io non parlavo né con la Polverini né con l'assessore al bilancio Stefano Cetica". Sarebbe nato, dunque, durante questa trattativa l'accordo sulle quote.
IL FOGLIETTO
Dalla discussione con la governatrice, insomma, il leader della Destra ritorna in commissione bilancio "con un foglietto che riportava le quote", dice Fiorito. Per l'ex capogruppo Pdl, che in precedenza non aveva mai attaccato frontalmente la Polverini, questa è la "dimostrazione che lei non potesse non sapere" del flusso di denaro che arrivava ai gruppi regionali. Milioni di euro distribuiti a tutti, che rientravano nel generico capitolo delle spese previste per il funzionamento dei gruppi.
I CAPITOLI DEL BILANCIO
Secondo Fiorito, però, il meccanismo di gestione e distribuzione dei finanziamenti era più complesso. Non c'era, infatti, solo il capitolo dedicato ai gruppi all'interno del bilancio. Le risorse destinate ai consiglieri, infatti, erano stornate in altri capitoli, dai quali poi si poteva attingere per giustificare le spese. Il politico, attualmente ai domiciliari nella sua casa di Anagni, fa riferimento "agli 8 milioni di euro per il giardinaggio", la manutenzione dei giardini attorno al Consiglio regionale in via della Pisana. Non solo, Fiorito invita i magistrati ad andare a guardare dentro le "spese telefoniche, le spese di ristrutturazione, quelle di stampa e propaganda".
LA RIPARTIZIONE DEI FONDI
Di "quote doppie", l'ex capogruppo Pdl ha già parlato in vari interrogatori, smentito sempre da tutti i politici chiamati in causa. Ora entra nei dettagli della ripartizione dei 17 milioni e 500 mila euro che la Pisana riservava ai gruppi. Ai magistrati fa il conto preciso e "spacchetta" quella enorme cifra: poiché a ciascuno dei 71 consiglieri regionali andavano (oltre al lauto stipendio previsto per legge e descritto nella sezione "trasparenza" del sito del consiglio regionale) 100 mila euro l'anno secondo l'articolo 3 bis della legge regionale numero 6 del 1973, ogni anno "sette milioni se ne andavano così". Una circostanza, questa, confermata anche da altri protagonisti della vicenda, chiamati in causa da Fiorito. "Poi - spiega ancora Fiorito - altri 3 erano per le quote doppie e tutto il resto era a disposizione della presidenza della Pisana che aveva circa 7 milioni di euro di spese che venivano pagate ai gruppi come rimborsi per varie attività".
Replica Storace: "I miei avversari preferiti sono in difficoltà e hanno bisogno di diffondere balle spaziali".
(01 febbraio 2013)http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/02/01/news/le_nuove_accuse_di_fiorito_cos_funzionavano_i_pagamenti_extra_alla_pisana-51672643/ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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