sabato 20 marzo 2010

'Ndrangheta: votate Pdl

Cronaca | Redazione Il Fatto Quotidiano
'Ndrangheta: votate Pdl

19 marzo 2010
Un'inchiesta rivela: alle Europee la 'ndrangheta milanese ha puntato sul ministro. "Con lui siamo più forti degli altri"

di Davide Milosa

"Tu devi votare Ignazio e Fidanza. Non facciamo cagate, quello sarà il nostro futuro!". È il 31 maggio 2009. Alle elezioni mancano pochi giorni. A Milano si vota, oltre che per le Europee, per le Provinciali. Michele Iannuzzi parla chiaro. È consigliere comunale del Pdl a Trezzano sul Naviglio, paesone alle porte di Milano, ma la sua attività principale, si scoprirà, è quella di procacciatore d’affari per la Kreiamo Spa: una società ritenuta il braccio finanziario della ’ndrangheta. Per questo è stato arrestato, il 22 febbraio scorso. Nella primavera del 2009, però, Iannuzzi è ancora un uomo libero e molto indaffarato a tessere trame politiche per far eleggere al Parlamento europeo un tris di candidati delle liste Pdl: Ignazio La Russa, ministro della Difesa; Carlo Fidanza, consigliere comunale a Milano; e Licia Ronzulli, infermiera all’ospedale Galeazzi, imposta in lista da Silvio Berlusconi (era lei a smistare gli ospiti e le ospiti alle feste di Villa Certosa).La vicenda emerge dall’inchiesta "Parco sud" condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che in due anni d’indagine ha scoperto una lobby politica in odore di mafia. Il tutto ricostruito minuziosamente nelle informative della Direzione investigativa antimafia. Nella primavera del 2009, il telefono di Iannuzzi è molto caldo. Il politico-faccendiere parla con gli uomini della Kreiamo e in particolare con l’immobiliarista Alfredo Iorio, oggi anch’egli in carcere per corruzione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso. I due hanno un progetto: condividono "l’aspirazione di eleggere un proprio consigliere provinciale". Per arrivare all’obiettivo, sostengono il candidato del Pdl Guido Podestà, che poi diventerà presidente della Provincia. E sono in contatto diretto con un uomo di Podestà, Stefano Maullu, l’assessore regionale alla Protezione civile che si sente il Bertolaso del nord. "Loro", dice Iannuzzi a Iorio, "ci vogliono dare la delega per aprire i comitati per il presidente della Provincia". Ne parlano anche con Andrea Pasini, un consigliere comunale Pdl in stretti rapporti con il giovane boss latitante Domenico Papalia, a cui inviava sms; e con Marco Osnato, consigliere al comune di Milano, ma soprattutto cognato di La Russa. Il gruppo dunque si dà da fare per mettere in lista un proprio candidato. La cosa si può fare. Anzi si deve fare: “Perché”, spiega Iannuzzi a Iorio, “possiamo fare quel salto di qualità in determinate cose”. Tanto più che, anche “se sei uno dei primi non eletti, ma gli fai vedere che quel collegio ha migliorato comunque, dopo, come fanno di solito, ti accontentano”. Il candidato sostenuto dalla ’Ndrangheta dovrebbe essere Andrea Iorio, fratello di Alfredo. Ma rifiuta. Tentano di imporre un altro nome, ma non ci riescono. Il parere negativo , scrive la Dia di Milano, viene annunciato ad Alfredo Iorio da Fabio Altitonante, oggi assessore provinciale e allora consigliere al comune di Milano, molto vicino a Maullu e al gruppo legato alla ’ndrangheta: “Decisione presa a livello di coordinamento nazionale”, si giustifica Altitonante.

Una decisione che non piace a quelli della Kreiamo e ai loro soci occulti, che preparano comunque una strategia alternativa: se non avranno un loro uomo da votare, mostreranno tutto il loro peso sostenendo alcuni candidati già in lista. Iannuzzi ne parla direttamente con Maullu: "Senti Stefano, io ho perso una battaglia. Poi tu che mi vuoi spiegare come è andata: non me ne fotte un cazzo". Ma intanto ecco la nuova carta giocata dal gruppo Iorio: "Sto organizzando, porteremo cinquecento persone, perché qua c’è un altro acquirente molto più importante: verranno Ignazio e Romano La Russa". E Iannuzzi si mette al lavoro: "Chiamo dieci capi bastone perché alla gente bisogna dargli un’opportunità". Intercettazione dopo intercettazione, il progetto si svela completamente. Il gruppo cerca di guadagnare crediti politici impegnandosi per La Russa, ma anche per la candidata più spinta da Berlusconi. Michele Iannuzzi spedisce infatti un suo uomo all’incontro elettorale con Licia Ronzulli. "Tu fatti vedere attorno alle 12 e vedi di portarti tre o quattro pistola".

Il 6 giugno 2009, a seggi aperti, "Alfredo Iorio pare essersi confermato alla nuova linea dettata da Iannuzzi in relazione alle Europee", scrivono gli investigatori della Dia. Eccolo, l’immobiliarista della Kreiamo, chiedere al telefono "conferma su come si scrive Ronzulli". Dopodiché fa sapere a Iannuzzi: “Io sto facendo votare La Russa, Ronzulli, Fidanza”. Poi Iorio si rivolge a un certo Pasquale: "In Piemonte cosa hai fatto votare?". Chiara la risposta: “La Russa, Fidanza e Ronzulli". Quindi Iorio si rivolge a Iannuzzi: "Diglielo a Osnato". Decisa la risposta del consigliere Pdl: "Quando vado a trovarlo, prepariamo un elenco di tutti i vari comuni dove noi abbiamo portato dei voti, così li vanno a verificare. Poi con la lista della spesa andiamo da lui".

L’avvicinamento politico a Ignazio La Russa da parte del comitato affaristico-mafioso messo in piedi da Alfredo Iorio era iniziato già nell’aprile del 2009, quando il ministro della Difesa aveva partecipato a una manifestazione politica a Trezzano sul Naviglio. È presente anche l’assessore regionale Pier Gianni Prosperini, che ha pagato una parte della campagna elettorale del ministro (oggi è in carcere per corruzione ed è indagato anche per traffico d’armi con l’Eritrea). Ma in prima fila ci sono loro, quelli della lobby dei calabresi: Alfredo Iorio e Andrea Madaffari, vicepresidente della Kreiamo, in contatto diretto con il presunto boss della ’ndrangheta Salvatore Barbaro (anche Madaffari sarà arrestato, il 3 novembre). Al termine del comizio, Iorio parla al telefono con Pasini. Annota la Dia di Milano: "Pasini riferisce che il ministro è rimasto soddisfatto in quanto “ha visto della bella gente". Poi Pasini prospetta a Iorio una cena alla quale invitare lo stesso La Russa. È soddisfatto: "Alfrè, parliamoci chiaro, chi cazzo è che è attaccato a un ministro così...Per cui noi siamo più forti degli altri, mille volte!".



Da il Fatto Quotidiano del 19 marzo

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