Pontinia ha una superficie di 112,2 km (= 11.200 ha) quadrati dei quali nell’area del consorzio industriale di Mazzocchio (gestiti dal consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina) 445 ha.; la superficie industriale è di circa 259 ha. La superficie per servizi è di 24 ha., quella per aree verdi è di 26 ha.; la superficie per strade, parcheggi e fasce di rispetto è di 136 ha. Quindi la superficie che il comune di Pontinia ha ceduto in gestione al consorzio industriale è pari al 4% (3,9732 per la precisione). Sappiamo che nel comune di Pontinia è esplosa la mania dei mega impianti per la produzione di fotovoltaico in zona agricola (quindi esclusi tutti i fabbricati e le loro coperture che per buon senso, sensibilità ambientali e leggi che dovrebbero essere attuati andrebbero coperti) per arrivare al 2% del territorio. In una normale programmazione territoriale, economica, ambientale si sarebbe data la precedenza alla realizzazione degli impianti sulle copertura dei fabbricati esistenti e in particolari di quelli di proprietà pubblica e a quelli comunali (di cui si ha qualche vaga notizia). Dopo di che si sarebbe passati alla copertura dell’area industriale e artigianale. Comunque dividendo la superficie del consorzio industriale di Mazzocchio per 8 (i mq necessari per produrre un Kw) avremmo una produzione annua di 556 MW cioè superiore alle 2 inutili e incompatibili centrali progettate. Se anche i cittadini di Pontinia fossero così fessi da non impiantare sulla propria copertura un impianto fotovoltaico, considerando circa 14 mila abitanti e una media (per difetto) di 2 persone a famiglia, un consumo di 3 Kw avremmo la produzione necessaria di 21 Mw che è meno del 4% dell’energia che si potrebbe produrre nell’area del consorzio industriale. Dalle notizie che emergono negli organi di informazione pare che questi mega impianti fotovoltaici abbiano diversi aspetti negativi, lo smaltimento (con il rischio che chi ne affitta i terreni debba pagare più del compenso) e la conseguente improduttività a scopo agricolo per diversi anni. Rivelandosi un affare che si sgonfia strada facendo (dai 5 mila euro l’anno stiamo scendendo a 2 mila) ma che non è nemmeno comprensibile dal punto di vista ambientale sottrarre terreni coltivati o coltivabili dalla produzione di prodotti alimentari. Il tutto poi diventa ancora più incomprensibile se si pensa che proprio il consorzio per lo sviluppo industriale, come si legge nel comunicato congiunto con la Regione Lazio, vuole proprio favorire l’installazione (nell’area consortile) dei pannelli fotovoltaici. Ancora una volta si nota questa dissonanza tra gli enti territoriali (comune e consorzio Asi in questo caso) che non è certo facilmente comprensibile. Come poco si comprende che nell’ordine del giorno del consiglio comunale di Pontinia sia stata inserita la terza proposta di variante al relativo regolamento. Pontinia 21 marzo 2010 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
LATINA, 20 MARZO 2010 - “Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per l’ approvazione da parte del C.d.A. del Consorzio Industriale Roma-Latina del “Regolamento sulla installazione di impianti fotovoltaici e di produzione di energia alternativa”, frutto di un impegno congiunto di Regione Lazio e Consorzio Industriale.
Con il nuovo Regolamento si consentirà alle imprese che ne hanno fatto richiesta, ed a quelle che intendono presentarne, di installare impianti per la produzione di energia solare ed alternativa in genere con “oneri consortili” pressoché a zero ( soli 60 centesimi al metro quadro ), e si favorisce dunque la seguente tipologia di interventi:
A)Siti industriali liberi
Agevolazioni ai privati che intendono realizzare Impianti fotovoltaici su siti industriali liberi (siti, capannoni industriali non ancora utilizzati da imprese .
B) Siti ed opifici industriali già utilizzati
Produzione per autoconsumo industriale e/o artigianale, ed altresì per la produzione finalizzata alla “produzione per terzi” ( vendita di energia elettrica da fotovoltaico )
Agevolazioni sia fiscali che burocratiche alle Imprese che intendono realizzare impianti fotovoltaici per autoconsumo: gli oneri sono stabiliti alla cifra simbolica di 60 centesimi di euro al metro quadro, ed è sufficiente presentare una D.I.A. ( anziché un progetto per conseguire poi la Concessione Edilizia ).
L’approvazione di questo importante Regolamento trae origine da un proficuo rapporto tra Regione Lazio ( che aveva approvato le due deliberazioni n. 658 e 659 del 29 febbraio 2000 ed ha completato l’iter con altri successivi provvedimenti sulle energie pulite e rinnovabili ) e Consorzio Industriale Roma-Latina, che ha completato il quadro normativo accantonando i diversi orientamenti politici nel Consiglio di Amministrazione, con il contributo di tutto il C.d.A., del Presidente e del rappresentante della CC.I.AA. di Roma, e con l’unico interesse di creare alternative produttive alle Aziende pontine e nuovi posti di lavoro.
Il Regolamento rende altresì praticabile una politica di “Riconversione Industriale” dei siti dimessi, sempre nell’ottica di una spinta all’occupazione.
Questo provvedimento si aggiunge ai molteplici interventi della Regione Lazio in favore del Risparmio energetico ( vd. tra gli altri, gli Indirizzi all’ATER per le modalità di costruzione degli edifici residenziali pubblici secondo gli standard di contenimento dei consumi energetici ).
Soprattutto è il segno di come la nostra politica sia indirizzata al sostegno reale alle Imprese, creando nuove occasioni di occupazione attraverso lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili, invece di inseguire il passato salendo sul carro costoso e superato del Nucleare, che osteggiamo ed osteggeremo perché destinato a moltiplicare le cifre sulle bollette dei cittadini e ad offrire prospettive incerte e rimandate al 2030 o al 2040, con costi per i privati, pregiudizio alla vocazione turistica della provincia di Latina, e inconsistenti garanzie in termini di sicurezza”.
domenica 21 marzo 2010
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