venerdì 28 novembre 2008

conferenza sindaci 1 dicembre e la gestione dell'acqua

COMITATO PROVINCIALE DIFESA ACQUA PUBBLICA

COMUNICATO STAMPA

Conferenza sei Sindaci di lunedì 1 dicembre: siamo alla “prostituzione” politica.

C’è qualcosa che ci fa provare una profonda vergogna, oltre che rabbia e indignazione, nei 9 punti inseriti nell’o.d.g. da A. Cusani, per convocare l’assemblea dell’Autorità (autorità sulla carta) dell’ATO 4; la cosiddetta conferenza dei Sindaci.
Degli atti che verranno posti in approvazione, ovviamente consegnati come al solito all’ultimo momento, al fine di non consentire a nessuno di approfondire la documentazione e le implicazioni derivanti, uno si staglia su tutti (già di per se vergognosi oltre ogni limite). La “proposta” di deliberazione dell’atto n. 8 che riguarda un “Accordo diretto con gli Enti Finanziatori del S.I.I. dell’ATO 4 meridionale”. Vale a dire l’atto con cui la Depfa Bank diventa la proprietaria di fatto di Acqualatina.
L’accordo dovrebbe essere stipulato tra l’ATO 4, Acqualatina e Depfa e viene proposto “per consolidare e meglio specificare il flusso informativo tra i tre soggetti”, ma in realtà è un mostro giuridico che non si era mai visto. Tutto l’atto è infarcito, come al solito di buoni propositi, apprezzamenti, miglioramenti, ecc. Ma la realtà è un’altra.
Partendo dal fatto che il 23 maggio dello scorso anno, a Londra, Acqualatina e Depfa hanno sottoscritto l’ormai famoso contratto di finanziamento per 114.500 € in “project financing” (il cuore di questo gigantesco inganno), viene specificato, solo adesso, che contemporaneamente è stato sottoscritto un atto di cessione dei crediti in garanzia. Questi crediti, derivanti dalla famosa Convenzione di Gestione (che da sempre denunciamo essere stata “taroccata appositamente”), sono di natura sia risarcitoria che “restitutoria”. L’atto di cessione dei crediti sarebbe stato notificato all’Autorità d’Ambito in data 18 giugno 2007 e da questa accettata con atto del 24 luglio 2007. Atti di cui nessuno è a conoscenza visto che ufficialmente l’Autorità d’Ambito non è stata più convocata dall’ormai lontano 8 maggio 2007 (quindi prima che si mettesse in moto il tutto).
Tra quei crediti c’è anche il debito di 14,7 milioni di euro che l’ATO si era impegnato a riconoscere in favore del gestore a seguito della perdita di esercizio nel bilancio 2004. Vale a dire che una volta approvato l’accordo, già da martedì prossimo, la Depfa Bank (inguaiata fino al collo a seguito del crisi finanziaria), potrà chiedere di saldare immediatamente quel “conto”. Ed infatti viene specificato nell’accordo un apposito numero di conto corrente istituito presso una banca di Latina. Non solo. L’accordo è “costruito” in modo che nessuno più decidere niente senza l’accordo della banca. L’autorità d’Ambito viene esautorata da ogni potere decisionale: non può rescindere il contratto con Acqualatina; dovrà attivare la procedura del riequilibrio economico – finanziario (quello derivante dall’art. 17 bis “aggiunto” appositamente nella Convenzione di Gestione); dovrà “correggere le tariffe” in base alle necessità di rientro della banca dal finanziamento; non potrà “indebitarsi” con nessun altro e addirittura non potrà nemmeno intraprendere un contenzioso per la risoluzione di quella vergognosa Convenzione di gestione.
Non contenti, sempre al fine di sgombrare il campo da qualsiasi rischio nel rientro del finanziamento, hanno deciso che tutti gli altri 8 documenti che verranno messi in votazione lunedì debbano esclusivamente assecondare questo fine (altroché realizzazione degli investimenti).
La Carta del Servizio e il Regolamento (già modificato “al volo” due anni fa a seguito dell’Ordinanza del Giudice A. Lollo che ha dichiarato vessatorie alcune clausole), che sono parte integrante del contratto di fornitura, diventano una barzelletta. L’odiata Regione Lazio ora torna buona amica visto che ha finanziato alcune opere con un apposito protocollo d’intesa. Si prende a scusa l’aumento del costo del petrolio (che nel frattempo è diminuito - che avrebbe comportato un aumento dell’energia elettrica e quindi maggiori costi operativi per la società), per giustificare l’ennesimo aumento delle tariffe (oltre allo scatto “automatico” previsto ogni anno fino al 2014). Si approva il 1 dicembre il conto consuntivo della Segreteria Tecnica Operativa del 2007 (354.056,80 euro di spese dei quali 160.000 andati all’Ing. S. Giovanetti essenzialmente per fare il “passa-carte”), oltre a quello “preventivo” del 2008 (senza alcun pudore). Inoltre si cerca di scavalcare la Regione (qui torna nemica), rea di aver commissariato l’ATO nel contenzioso tra Acqualatina e i Consorzi di Bonifica. Addirittura si “riformula” la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai Comuni di Amareno e Cori sulla non ratifica della Convenzione di gestione: con una arroganza inimmaginabile si parla di “erroneità evidente in tali decisioni”, di “improprietà emergente”, ecc., in un delirio di autocelebrazione giuridica.
Ma non è finita. Per l’ennesima volta si cambia il piano degli interventi, già modificato (anche se giuridicamente ciò non può avvenire perché quel piano è stato proposto in fase di gara) nel 2004 e nel 2006. Incredibilmente (ma guarda caso diciamo noi), ora gli interventi (almeno sulla carta) vengono concentrati tra il 2008 e il 2011, mentre una buona parte sarebbero già stati realizzati (sempre sulla carta). In un momento di crisi finanziaria ed economica è logica una cosa del genere? Apparentemente no, ma se si và a guardare l’andamento dei “prodotti finanziari derivati” (gli swaps) costruiti sulle obbligazioni emesse dalla banca sul prestito ad Acqualatina e rivendute a terzi, ci si accorge che la cosiddetta “protezione dall’incremento dei tassi di interesse” (una sorta di assicurazione interna al prodotto derivato), crescerà da qui al 2014 (lo stesso anno in cui terminano gli adeguamenti automatici della tariffa), quando la copertura toccherà l’astronomica cifra di circa 95 milioni di euro, ed avrà il maggior incremento proprio tra il 2009 e il 2011.
Tutta l’operazione quindi serve a garantire la Depfa e coloro che hanno comprato le sue “obbligazioni spazzatura” dal rientro del finanziamento ad Acqualatina, che a sua volta deve garantire la copertura delle obbligazioni. Tutto il resto conta zero: la banca potrà fare come gli pare.
Il bene indispensabile per ogni comunità (i Comuni e i loro rappresentanti sono nati proprio per gestire collettivamente tali beni), verrà utilizzato come “leva finanziaria” al servizio di speculatori mai domi.
Lunedì verrà rappresentata, in anteprima assoluta questa “sceneggiata”. Facciamo un applauso preventivo e anticipatorio agli attori, al regista e agli sceneggiatori di questa tragica farsa.

Latina, 27 Novembre 2008.
Il Comitato Provinciale per l’Acqua Pubblica.

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