mercoledì 21 gennaio 2015

Latina Lo scandalo di via Quarto: negli atti di un notaio si parla dell’esproprio del terreno in vendita «Lotto 133», tutti consapevoli

Le verifiche sulla proprietà dei beni risalgono ai vent’anni precedenti, ecco il trucco
DI ALESSANDRO PANIGUTTI
QUANDO IL TERRENO È STATO VENDUTO
ALLA EFFEBI ERANO TRASCORSI
VENT’ANNI E DUE MESI
DALLA REGISTRAZIONE DELL’ESPROPRIO

Nell’atto del notaio che ha
trasferito dalla Effebi alla
Costruzioni Generali i
terreni divenuti oggetto di perequazione
con relativo premio di
cubature, la circostanza che il
lotto di via Quarto contraddistinto
alla particella 133 fosse stato
oggetto di esproprio a favore del
Comune di Latina è ben presente
e nota ai contraenti. Lo si legge in
un periodo dell’articolo 4 dell’at -
to di compravendita stipulato il 7
aprile 2014: «La società acquirente
- c’è scritto - prende atto
che la particella 133 è stata occupata
dalla viabilità di via Quarto
e che è gravata dal suddetto
esproprio a favore del Comune di
Latina, pertanto dichiara che subentrerà
alla società venditrice
in ogni eventuale controversia
che potrà nascere con il Comune
di Latina o con terzi sollevando
la società venditrice stessa da
ogni e qualsiasi responsabilità al
riguardo » .
Questo basta a confermare che
al momento dell’acquisto la società
Costruzioni Generali era
consapevole dell’esistenza di un
esproprio che aveva interessato il
lotto di terreno che stava acquistando,
cionondimeno ha sottoscritto
l’atto di compravendita.
Perché?
La data dell’atto è quella del 7
aprile 2014, e giusto due mesi
prima, il 6 febbraio 2014, la società
Effebi aveva presentato in
Comune una richiesta per il rilascio
di una concessione edilizia
per costruire un condominio in
via Quarto. E’ evidente che se nel
mese di aprile la Costruzioni Generali
acquista non soltanto il
lotto interessato al progetto già
presentato, ma anche altri due
lotti che avrebbe poi usato come
«merce di scambio» con il Comune
per ottenere un premio di volumetrie
da aggiungere al progetto
della Effebi, l’operazione era
ben chiara nella testa del titolare
della Costruzioni Generali, e probabilmente
anche il fatto che uno
dei due terreni da regalare al
Comune col sistema della perequazione
era del Comune di Latina.
Non sembra esserci altra spiegazione
plausibile. Altrimenti si dovrebbe
ammettere, come sembrano
suggerire le carte, che anche
l’imprenditore sia caduto in una
madornale svista, o peggio, sia
rimasto vittima di un raggiro.
Cosa quest’ultima impossibile,
perché la Effebi è una società che
fa capo alla stessa famiglia del
titolare della Costruzioni Generali.
Il giallo del «lotto 133», chiamiamolo
così per comodità, va
affrontato anche in origine, ovvero
alla data del 15 maggio 2001,
quando la Effebi acquista quel
terreno dai vecchi proprietari,
all’epoca già espropriati e non più
possessori del bene. Come ha
fatto il notaio a rogitare quella
compravendita, visto che l’im -
missione in possesso di quel terreno
da parte del Comune era
stata regolarmente registrata in
Conservatoria nel 1981? Forse la
data del 15 maggio non è del tutto
casuale. Vige infatti la regola che
i notai, in presenza del trasferimento
di un bene immobile, debbano
risalire indietro nel tempo di
ve n t ’anni per verificare se siano
intervenute delle modifiche rispetto
agli atti prodotti dai contraenti.
E siccome la registrazione
dell’immissione in possesso del
Comune porta la data del 14 febbraio
1981, è possibile che il
notaio nella sua verifica a ritroso
si sia fermato al maggio 1981,
senza trovare alcuna registrazione
di atto. Se avesse sfogliato
ancora un po’ il registro della
Conservatoria, avrebbe potuto
accertare che il lotto era del Comune
e non più di chi lo stava
vendendo, cioè i vecchi proprietari
espropriati. A facilitare la
svista, il fatto che nei registri del
Catasto il «lotto 133», fino a
qualche mese fa, risultava ancora
intestato ai proprietari di 35 anni
fa, gli stessi che l’hanno illegittimamente
venduto.
Una sceneggiatura niente male,
che introduce un interrogativo insidioso:
il Comune di Latina è
incorso casualmente in questa colossale
svista che l’ha portato ad
acquisire da un privato un bene di
cui era già possessore da oltre 30
anni, oppure lo scandalo di via
Quarto è soltanto una perla di un
sistema più diffuso?
Altra materia per la Procura.
IL QUOTIDIANO - Martedì 20 Gennaio 2015

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