mercoledì 28 gennaio 2015

La relazione stilata dal Comune di San Felice: litorale a rischio infiltrazioni camorristiche Circeo fertile agli appetiti criminali Edilizia e riciclaggio, nel piano anti corruzione le relazioni della Dda di Roma

DI FEDERICO DOMENICHELLI I l territorio di San Felice Circeo è esposto al rischio del riciclaggio di denaro attraverso l’edilizia illecita e anche attraverso quella apparentemente lecita, nonché al pericolo delle infiltrazioni della criminalità organizzata. A mettere in guardia l’ente sono stati anche i dati contenuti nelle relazioni della Dda di Roma sulle infiltrazioni criminali in provincia, e il crescente numero dei delitti contro la pubblica amministrazione registrati nel circondario di Latina e il rischio che si annida dietro all’edilizia. «Il territorio del Comune di San Felice Circeo è inserito in una posizione geografica strategica, a pochi chilometri dal capoluogo di provincia e dalla Capitale. Lo stesso – si legge nelle premesse del piano triennale anticorruzione – si trova a distanza ragionevole con il territorio campano e in particolare con il territorio della provincia di Caserta e di Napoli, da tempo interessato da fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso e non solo». Ed ecco che l’edilizia potrebbe rappresentare uno di quei settori interessati dal riciclaggio di denaro, anche in considerazione del fatto che il territorio di San Felice è immerso nel Parco nazionale del Circeo, particolare che «costituisce elemento di forte attrazione per l’edilizia privata lecita ed illecita». «Relativamente all’edilizia privata lecita – si sottolinea nel piano – un elemento di rilevante rischio è che la stessa, pur apparendo inizialmente come lecita, potrebbe annidare fenomeni di riciclaggio. Diversamente, il fenomeno di edilizia privata illecita costituisce in minima parte la soluzione abitativa di nuclei familiari locali e per lo più fenomeno di speculazione edilizia a fini commerciali». Ad allarmare, tuttavia, non è solamente l’edilizia, ma anche le infiltrazioni della criminalità organizzata sul litorale pontino. Questo a seguito di quanto riportato nelle relazioni della Dda di Roma, all’interno delle quali «si segnalano pesanti infiltrazioni di gruppi criminali organizzati, soprattutto di matrice camorristica, nella provincia di Latina e in particolare sul litorale pontino, dove si svolgono importanti attività commerciali legate al turismo balneare». Perciò le «aree» considerate ad «alto rischio» gli affidamenti di lavori, servizi e forniture, l’ed iliz ia privata, la pianificazione urbanistica, il ciclo dei rifiuti, nonché le autorizzazioni commerciali e relative alle attività produttive in genere. Ecco da dove nasce l’esigenza di attuare particolari misure di prevenzione, ossia quelle contenute all’inter - no del piano triennale anti-corruzione pubblicato nei giorni scorsi e finalizzato proprio a limitare ogni potenziale rischio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUOTIDIANO - Mercoledì 28 Gennaio 2015 Sabaudia Circeo Terracina 21

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