Il coportavoce nazionale de i Verdi e gli esponenti del movimento “Taranto Respira” hanno messo a punto un dl - una provocazione, visto che è prerogativa del governo - per il rilancio occupazionale e la salvaguardia ambientale “I sei decreti ‘salva Ilva’ varati finora dai diversi governi che si sono succeduti dal 2012 a oggi hanno portato la città sull’orlo del precipizio e quindi è arrivato il momento che a Roma venga varato un vero decreto ‘salva Taranto‘”. Angelo Bonelli, coportavoce nazionale ha spiegato così il testo del nuovo decreto – una provocazione dato che questa è una prerogativa del governo – che contiene le prime proposte per rilanciare il capoluogo ionico a intraprendere “dalla grave situazione ambientale, sanitaria e sociale”, un delicato percorso di riconversione “sul modello Bilbao” che preveda “l’applicazione del danno ambientale e l’avvio della messa in sicurezza e delle bonifiche nel sito di Taranto, nonché il rilancio delle attività economiche e occupazionali”.
Secondo Bonelli chi ha sostenuto che lo sblocco dei fondi milanesi dei Riva è il primo passo per l’applicazione del principio “chi inquina paga” visto che quei soldi saranno utilizzati per ammodernare gli impianti che, nonostante il commissariamento, restano di proprietà della famiglia lombarda. “Chi pagherà – ha spiegato il leader dei Verdi – le bonifiche dei terreni e delleacque inquinate? E i danni subiti dai cittadini e dai lavoratori?”.
Pubblicità
L'annuncio copre la pagina
|
Interrompi la visualizzazione dell'annuncio
|