giovedì 10 luglio 2014

Bonifiche? Cancellate per decreto. Aree militari equiparate ad aree industriali

Un decreto del ministro Galletti ha equiparato le aree militari alle aree industriali. In questo modo la soglia dell’inquinamento raggiunta attraverso proiettili, mortai, bombe e missili che sul terreno lasciano sostanze nocive si è automaticamente alzata. Ora la parola passa al Parlamento 

di Valentina Avon

Autorizzare un petrolchimico dentro ad un parco naturale. A questo equivalgono le quattro righe contenute nel decreto 91/2014, che ridefinisce le aree militari come aree industriali, con conseguente aumento delle soglie di inquinamento di caserme, basi e poligoni. Il decreto del ministro dell’Ambiente Luca Galletti, pubblicato il 24 giugno in Gazzetta Ufficiale, dovrà ora passare per il parlamento.
Nella memoria depositata un mese fa da Legambiente in occasione dell’audizione in Commissione Difesa alla Camera, che sta svolgendo un’indagine conoscitiva sulle servitù militari, si legge che la regione che ospita il maggior numero di poligoni di addestramento militare, oltre 50, è il Friuli Venezia Giulia. In tutta Italia ne sono stati conteggiati 266. Diversi di questi poligoni, non solo in Friuli, stanno accanto, se non dentro, aree protette.
Parchi, siti di interesse comunitario, aree comprese nella rete nazionale Natura 2000, luoghi dove è vietato sparare ma dove l’esercito può cannoneggiare. Proiettili, mortai, bombe e missili che sul terreno lasciano sostanze nocive. Con limiti di legge che ora potrebbero aumentare esponenzialmente. Spostando i termini per le bonifiche, che potrebbero non venire mai fatte. Sia nelle aree militari in uso, che in quelle in via di dismissione.
Si spara da 50 anni nel poligono del Cellina Meduna, in provincia di Pordenone: una vasta porzione di territorio che coinvolge tre Comuni, immersa in un’area Sic, di interesse comunitario, protetta dall’Europa. Dall’anno scorso si sa che lì ci sono valori elevati, troppo elevati, di metalli pesanti, e l’Arpa regionale ha trovato persino persino le radiazioni da Torio 232, dovute al lancio di missili Milan, interrotto solo nel 2004.
Con l’abolizione della leva, e la conseguente riduzione dell’organico, ci si aspettava, oltre alla chiusura di molte caserme, anche una riduzione dell’attività dei poligoni. Che invece continuano a lavorare a pieno ritmo, dato che ospitano anche esercitazioni interforze: a pochi chilometri da Pordenone c’è la base Usaf di Aviano, e nei diversi poligoni della provincia di Pordenone si esercitano anche i soldati americani della nuova caserma Ederle di Vicenza. Che simulano combattimenti e incursioni via aria, con lancio di paracadutisti e assalti a un finto villaggio talebano.
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