mercoledì 30 luglio 2014

Morti bianche alla Kyklos, analisi sui liquidi delle autocisterne e sulle vasche del percolato

 | lug 29, 2014 | Commenti 0 Proseguono senza sosta le indagini sulla morte dei due operai all’esterno dell’azienda di compostaggio Kyklos, di Aprilia, e a 24 ore di distanza dal dramma l’attenzione degli inquirenti si sta concentrando proprio su quest’ultima società, di proprietà di Acea.
Il sostituto procuratore Luigia Spinelli ha indagato, con l’ipotesi di omicidio colposo, i responsabili delle ditte coinvolte e ha ordinato l’autopsia sulle salme di Fabio Lisei e Roberto Papini, 44 e 42 anni, di San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo. Un’inchiesta dunque diventata contro noti. Lo snodo principale degli accertamenti è però rappresentato dalle indagini che l’Arpa Lazio sta compiendo sui campioni di liquido prelevato dalle autocisterne condotte dai due operai deceduti e dalle vasche di accumulo del percolato, della Kyklos.
*Fabio Liseo e Roberto Papini, le due vittime viterbesi dell'intidente alla Kyklos*
*Fabio Liseo e Roberto Papini, le due vittime viterbesi dell’intidente alla Kyklos*
Lunedì mattina, mentre i due lavoratori stavano prelevando il percolato dalla Kyklos, per portarlo in discarica – un servizio che le loro ditte, le società Mira di Orvieto, gestite da padre e figlio, avevano avuto in subappalto dalla EcoSpazio 2000 – sono saliti su una delle autobotti, allentato una valvola per facilitare le operazioni di carico e a quel punto sono stati investiti da esalazioni che li hanno uccisi.
La prima ipotesi formulata dagli investigatori è stata quella che il percolato possa aver fatto reazione con altre sostanze presenti nelle autobotti e diffuso magari idrogeno solforato.
Come spiegato dai responsabili della Mira, assistiti dall’avvocato Angelo Di Silvio, quelle autobotti avevano però caricato percolato preso sempre dalla Kyklos venerdì scorso e poi niente altro, fino a lunedì mattina. In quel percolato vi era dunque qualche sostanza pericolosa? La risposta dovrebbe arrivare dalle analisi, fatte appunto anche sul liquido stoccato nelle vasche della Kyklos.
Dagli accertamenti sinora compiuti dalla medicina del lavoro dell’Asl e dai carabinieri di Aprilia, che hanno già trasmesso un primo rapporto in Procura, sono inoltre emerse alcune carenze nella società Mira e nella stessa Kyklos, alla quale sarebbe mancato un piano di coordinamento per le ditte esterne come quella delle due vittime.
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