sabato 26 luglio 2014

Rifiuti, la Procura indaga 2 ex dirigenti regionali e un uomo di Cerroni RONCIGLIANO, DISCARICA VICINO ALLE CASE

Discarica troppo vicina alle abitazioni: scatta un nuovo provvedimento giudiziario nei confronti di tre dei 7 personaggi arrestati lo scorso gennaio nell'àmbito della maxi-inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. Si tratta di due funzionari di spicco (ora congelati) della Regione Lazio, l'ex dirigente dell'Area Rifiuti Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, ex capo del Dipartimento Territorio, ormai ben noti alle cronache giudiziarie. Con loro, nel mirino degli inquirenti anche l'ingegner Francesco Rando, strettissimo collaboratore di Manlio Cerroni, leader dell'immondizia anch'egli arresto lo scorso 9 gennaio.
Nella giornata di ieri il NOE (il nucleo operativo ecologico) dei Carabinieri di Roma ha notificato un'informazione di garanzia ai due ex dirigenti pubblici e all'ingegnere manager. A vario titolo, la Procura della Repubblica romana gli contesta i reati di falso in atto pubblico, falso ideologico e abuso d'ufficio in relazione all'iter con cui fu dato il via libera alla realizzazione del 7° invaso della discarica di Roncigliano ad Albano Laziale. Non convincono l'iter e le carte con cui fu approvata quella gigantesca buca per interrare immondizia indifferenziata. Al confine con Ardea e Pomezia, l'invaso è esteso quanto due campi da calcio di Serie A e profonda oltre 30 metri. Fegatelli e De Filippis hanno firmato tra il 2008 e il 2009 l'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) e poi la Valutazione d'impatto ambientale (VIA) grazie alle quali la Pontina Ambiente, società controllata da Manlio Cerroni, ha potuto realizzare l'enorme invaso che dista 175 metri da alcune abitazioni del quartiere denominato Villaggio Ardeatino. L'iter autorizzativo fu sbloccato quando Presidente della Regione era Piero Marrazzo. Quest'ultimo all'epoca era anche Commissario straordinario all'emergenza rifiuti, nominato dal Premier Romano Prodi. Lo stesso Marrazzo è indagato a piede libero per il contestatissimo finanziamento con sussidi pubblici Cip6 a favore dell'inceneritore che Ama, Acea e Cerroni volevano e vogliono tuttora costruire nel medesimo sito della discarica di Roncigliano. L'ex Presidente del Lazio il 22 ottobre 2008 firmò un'ordinanza che consentiva l'avvio (sulla carta) del cantiere dell'inceneritore stesso, Fece ciò anche senza tutti gli altri prescritti titoli autorizzativi, contenuti nell'autorizzazione AIA per il mega-forno bruciarifiuti, che sarebbero arrivati solo il 13 agosto 2009.
L'apertura del cantiere entro il 31/12/2008 era la condizione imposta dall'Unione Europea per poter incassare gli ambitissimi sussidi pubblici Cip6, senza in quali nessun inceneritore conviene economicamente ai privati. Quell'ordinanza firmata da Marrazzo è stata poi bocciata sia dal Tar che dal Consiglio di Stato ed ora è sotto la lente dei magistrati penali delle Procure di Roma e Velletri.
Sul 7° invaso nel maggio 2011 vennero depositati dai residenti e dal Comitato No Inc, che si batte contro la realizzazione dell'inceneritore presso lo stesso sito, due ricorsi davanti al Tribunale amministrativo regionale, tuttora pendenti. Con un'ordinanza il presidente del Tar chiese di integrare la documentazione depositata dal No Inc, con analisi specifiche sulla qualità delle acque di falda sottostante la discarica di Roncigliano, sullo stato dei terreni circostanti e dell'aria. I cittadini hanno richiesto più e più volte agli enti competenti (Comune di Albano, Arpa Lazio ed Asl RM H) di effettuare le analisi sollecitate dal Tar. Ma senza esiti finora. Solo la Asl ha stanziato 10mila euro per l'avvio delle indagini sulla qualità dell'aria nei pressi del sito. Fondi che hanno consentito di effettuare indagini non così approfondite come necessario. I due dirigenti regionali erano stati sospesi a seguito del blitz con cui il 9 gennaio furono arrestati e messi a i domiciliari insieme a Cerroni e ad altri 4 personaggi legati al gruppo cerroniano. Tra questi lo stesso Rando e Bruno Landi, già presidente socialista della Regione Lazio a fine anni '80, poi asceso ai vertici del gruppo Cerroni, in particolare a capo della Ecoambiente, una delle due società che gestiscono le discariche di Borgo Montello a Latina. Landi, dopo l'arresto, è stato sospeso dalla carica di amministratore delegato della Latina Ambiente, società municipalizzata “controllata” dal Comune del capoluogo pontino. Ente che a sua volta è socio della discarica Ecoambiente proprio attraverso la municipalizzata. Presso questa discarica e l'altra confinante gestita dalla Indeco Srl, ieri la Polizia Provinciale di Latina ha avviato delle verifiche per accertare se vi arrivino improptiamente rifiuti speciali da Roma. Il 17 settembre si terrà la quarta udienza dello storico processo a “cerronopoli” nel quale sono imputati Cerroni, Landi, Rando, Fegatelli, De Filippis, il direttore tecnico della discarica di Roncigliano Giuseppe Sicignano e Piero Giovi, altro storico uomo di fiducia del gruppo Cerroni. Con gli avvisi di garanzia notificati ieri, si aggrava la bufera giudiziaria che ha investito il leader del settore rifiuti Manlio Cerroni, il suo entourage ed alcuni personaggi della Regione Lazio, mettendo ancor più nel mirino la discarica di Roncigliano, ad Albano Laziale, al confine con Ardea e Pomezia. http://www.ilcaffe.tv/articolo/6523/rifiuti-la-procura-indaga-2-ex-dirigenti-regionali-e-un-uomo-di-cerroni

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