RICHIAMANDOLI
AL CORAGGIO DI OPPORSI A ILLEGALITÀ E CORRUZIONE
L’OMELIA
”Le
feste patronali
devono
essere libere
da
qualsiasi
condizionamento,
e
gli
immigrati sono
una
risorsa per tutti”
di
Andrea
Pustiglione
Caserta
Chi
diventa amico di
Dio
ama i fratelli, si
impegna
a salvaguardare
la
loro vita e la
loro
salute anche rispettando
l’ambiente
e la natura”. Le parole
tanto
attese dai duecentomila
fedeli
assiepati in piazza
Carlo
III a Caserta, arrivano
quasi
alla fine dell’omelia di
Papa
Francesco. Dall’enorme
prato
che circonda il palco allestito
di
fronte alla Reggia di
Caserta
si leva allora un lungo
applauso
che interrompe la
lettura
del testo del Pontefice.
Qui
dove la camorra domina
ormai
da anni e il territorio è
stato
forse irrimediabilmente
deturpato,
i fedeli si aspettavano
una
presa di posizione forte
da
parte del Papa contro la criminalità
e
l’inquinamento. E
così
è stato. Anche perché, prima
di
arrivare in piazza, Francesco
ha
potuto vedere con i
suoi
occhi lo stato in cui versa
questa
fetta di terra, che i romani
chiamavano
Campania
Felix
.
NEL
VIAGGIO in
elicottero da
Roma,
Bergoglio ha sorvolato a
lungo
tutta l’area della Terra
dei
fuochi. E ha commentato:
“È
terribile che una terra così
bella
sia rovinata così”. Inevitabile,
quindi,
che riprendesse
il
tema anche dal palco: “Oggi
un
fedele si è avvicinato e mi ha
detto:
“Padre ci dia la speranza”.
Io
non posso darvi la speranza,
ma
posso dirvi che dove
c’è
Gesù c’è la speranza, ci si
impegna
a salvaguardare la vita
e
la salute. Questo è particolarmente
importante
in questa
vostra
bella terra che richiede
di
essere tutelata e preservata”.
Poco
dopo, Francesco dedica
anche
altri passaggi del suo discorso
al
tema della criminalità.
Prima
esortando i fedeli ad
avere
il coraggio “di dire no al
male,
alla violenza, alle sopraffazioni”.
Poi,
memore di quanto
accaduto
di recente in Calabria
e
negli anni passati anche
in
Campania, ha chiesto che la
festa
di Sant’Anna, patrona di
Caserta,
fosse “libera da ogni
condizionamento,
espressione
pura
della fede di un popolo”.
Si
è soffermato anche sulla questione
immigrazione,
sottolineando
come
“la gioia della
presenza
nella vita di Gesù”
renda
“aperti alle esigenze dei
fratelli”,
“ad accogliere ogni altra
presenza,
anche quella dello
straniero
e dell’immigrato”.
Insomma,
nella sua prima visita
da
Pontefice in Campania
Bergoglio
non ha evitato di affrontare
temi
scottanti e tra i
più
sentiti dai suoi fedeli. Ai
quali,
poi, ha chiesto di non
farsi
“rubare la speranza”. E loro,
arrivati
da tutta la regione,
l’hanno
applaudito ancora, inneggiando
a
lui anche quando,
poco
prima di andare via, ha
promesso
di tornare in Campania
entro
quest’anno, questa
volta
a Napoli. “Ho sentito che
forse
i napoletani sono un po’
gelosi
– ha detto – ma voglio
rassicurarli:
quest’anno andrò
sicuramente
da loro”.
IL
RIFERIMENTO, neanche
troppo
velato, è al Cardinale di
Napoli,
Crescenzio Sepe, presente
ieri
sul palco. Poco dopo
che
Bergoglio fu eletto Papa,
Sepe
assicurò di avergli già proposto
di
visitare il capoluogo
campano.
Ma il Pontefice ha
scelto
come prima tappa Caserta,
dove
è Cardinale Giovanni
D’Alise,
insediatosi da
soli
due mesi. L’altro ieri, un
comunicato
ufficiale della Curia
partenopea
annunciava la
presenza
di Sepe a Caserta per
accogliere
il Papa: “Per l’occa -
sione
- veniva aggiunto - non
mancherà
di annunciare la data
della
sua prossima visita pastorale
a
Napoli”. La data, però,
ancora
non c’è. L’unica certezza
è
che il Pontefice tornerà in
Campania
domani, di nuovo a
Caserta.
Stavolta non per una
messa
pubblica, ma per incontrare
un
suo amico di vecchia
data,
il pastore evangelico Giovanni
Traettino,
suo caro amico
dai
tempi di Buenos Aires.
Ancora
una volta, il Vesuvio
Francesco
lo vedrà solo da lontano.
il fatto quotidiano 27 luglio 2014
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