il fatto quotidiano 7 gennaio 2014
RIPOSO
AMARO per il capo
dello Stato a villa Rosebery, a Napoli.
Un
gruppo di manifestanti proveniente dalla Terra dei fuochi
ha
scelto il penultimo giorno di vacanza del presidente della
Repubblica
nella bella villa napoletana per manifestare contro lo
scempio
della Terra dei fuochi. “Stop al biocidio” e “Napolitano
non
sei il mio presidente” c’era scritto sui loro striscioni. “Vo -
levamo
consegnare un dossier di 54 pagine al presidente per fargli
capire
cosa è successo nelle nostre terre, come hanno avvelenato
i
nostri figli e ucciso il nostro futuro”. I manifestanti, una
decina
provenienti da Giugliano, la cittadina alle porte di Napoli
avvelenata
da discariche abusive e ufficiali, sono stati fatti allontanare
dalla
polizia. La manifestazione non è stata neppure gradita
dagli
altri Comitati della Terra dei fuochi. “Ora le istituzioni
ci
stanno ascoltando”, ha detto don Maurizio Patriciello, il prete
diventato
simbolo della lotta dei cittadini. “La protesta è giusta
quando
serve per farsi sentire – aggiunge don Patriciello – ma il
presidente
Napolitano, la massima autorità istituzionale del nostro
Paese,
ci sta ascoltando. Ha ricordato la nostra vicenda nel
messaggio
del 31 dicembre e poi ha scritto una lettera molto impegnativa.
Capisco
tutti e tutto, comprendo il dolore ma bisogna
anche
saper riflettere” ammonisce ancora il parroco del parco
Verde
di Caivano (Napoli). Per don Patricello forse “bisogne -
rebbe
ringraziare quanti – tra rappresentanti istituzionali, scienziati,
giornalisti
e vescovi – ci ascoltano e lavorano con noi per
risolvere
questa emergenza che, proprio i vescovi delle nostre
diocesi,
hanno definito in una lettera diffusa ieri un dramma
umanitario”.
Per Napolitano, rientrato ieri a Roma, è saltato anche
il
tradizionale appuntamento al Bar Gambrinus, anche lì ad
aspettarlo
c’erano gruppi di manifestanti.
(e.f.)
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