martedì 28 gennaio 2014

“Veleni in agricoltura e rifiuti come fertilizzanti”: tra le denunce alla procura anche due aziende cremonesi

Ambiente e agricoltura: in Lombardia rifiuti come fertilizzanti. Veleni in agricoltura con il benestare della Regione e delle Province. Denuncia alle Procure di Milano, Lodi, Cremona, Interrogazione parlamentare alla Camera. Richiesto il sequestro degli impianti.
Non si placano le polemiche sui rischi di pesante inquinamento che pendono sulla pianura padana (già affrontati nell’approfondimento sul mais contaminato da aflatossine). Il Laboratorio Ambiente della Lombardia, promosso dall’Associazione Amici della Terra Lombardia e da Gaia Onlus, ha presentato una denuncia penale con richiesta di sequestro degli impianti di mescolamento e digestione anaerobica di rifiuti organici per produrre energia. La denuncia è stata presentata ad alcune Procure lombarde come Milano e Lodi. Tra i destinatari della denuncia vi sarebbero anche due aziende del cremonese, le cui denunce sarebbero state presentate alla Procura di Cremona.
«I liquami inquinanti e i fanghi residuati dalla produzione di energia da biogas – spiegano dall’associazione – vengono sparsi nei campi agricoli con grave pericolo per la salute umana e per l’ambiente. Ad autorizzare gli agricoltori a mescolare residui organici con rifiuti per poi, una volta “digestati”, spargerli nei terreni, sono le Province, in base ad una delibera di Giunta regionale presieduta da Roberto Formigoni. Al momento sono stati autorizzati alcuni impianti dalle Province di Lodi e Cremona. La delibera di Giunta che approva delle “Linee guida” è in netto contrasto con le Leggi nazionali ed europee e arroga alla Regione una potestà che non possiede, ovvero decidere quali rifiuti possono essere ammessi al recupero. La vicenda è approdata, anche in parlamento, con una Interrogazione al Ministro dell’Ambiente presentata dal Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente alla Camera, Massimo Felice De Rosa. Nella interrogazione parlamentare, l’on. De Rosa segnala come “con l’emanazione delle linee guida, la Regione Lombardia, senza averne le competenze e l’autorità per farlo, si è illegittimamente sostituita ai Ministeri competenti nello stabilire i criteri che definiscono la fine della cessazione della qualifica di rifiuto …” e evidenzia come lo spandimento del digestato in agricoltura può avere “impatti potenzialmente negativi sull’ambiente e sulla salute umana”. All’Autorità giudiziaria, il Presidente di Amici della Terra Lombardia, Stefano Apuzzo, chiede di valutare se siano riscontrabili i reati di mescolamento non autorizzato di rifiuti, spargimento di rifiuti nell’ambiente, immissioni nocive nell’ambiente, disastro ambientale, gestione non autorizzata di impianti di rifiuti, trattamento illegittimo di rifiuti (speciali, pericolosi e non). Alla magistratura è stata anche chiesta la revoca delle Autorizzazioni concesse agli impianti delle Aziende agricole, rilasciati dalle Province di Lodi e Cremona e il sequestro degli impianti stessi per evitare che il danno e il reato possano protrarsi con ulteriori e più gravi conseguenze.
La delibera posta sotto accusa dall’associazione è stata approvata il 18 aprile 2012, è la n° 9/3298, e si intitola “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili (Fer), mediante recepimento della normativa nazionale in materia”. (Articolo 7.4, “Processi di biodigestione anaerobica” e Allegato 2.3 “Biomasse, Bioliquidi, Biogas”).
LA REPLICA DEL C.I.B.L’azione dell’associazione non trova però il consenso del Consorzio Italiano Biogas, che si limita a replicare con alcune osservazioni di carattere normativo. «Anzitutto – fanno notare dal Cib – l’art. 184 bis del Dlgs. 152/06 definisce i criteri per i quali i residui della produzione vegetale sono classificabili come sottoprodotto e non un rifiuto.http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl3.htm#177. Vale anche quanto riportato in artt. 183, 184 bis, 184 ter. Secondariamente, la legge di conversione del Decreto Sviluppo 2012 stabilisce che “è considerato sottoprodotto il digestato ottenuto in impianti aziendali o interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisicomeccanico,di effluenti di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall’agroindustria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati fra di loro, e utilizzato ai fini agronomici”. Sempre nel 2012 poi il Tar dell’Umbria, pronunciandosi su un ricorso della Fat (Fattoria autonoma tabacchi) di Città di Castello, una cooperativa che, associa 500 produttori di tabacco e cereali, ha stabilito che è il digestato è un “ammendante” e un fertilizzando che può quindi essere utilizzato anche in aggiunta al concime nei terreni agricoli. Sentenza che applica la legge di cui al punto 1Quanto alla legge Europea, il Centro di ricerca comune sta definendo e formalizzando la classificazione del digestato come sottoprodotto».
di Michele Scolari
©RIPRODUZIONE RISERVATA http://vulvino.wordpress.com/2014/01/28/veleni-in-agricoltura-e-rifiuti-come-fertilizzanti-tra-le-denunce-alla-procura-anche-due-aziende-cremonesi/

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