come anticipato nei giorni scorsi, la Commissione si è rivolta alla Corte di Giustizia europea per la mancata attuazione di una direttiva 23 gennaio 2014
BRUXELLES - La Commissione ha ufficializzato di aver denunciato l'Italia alla Corte di Giustizia europea per la mancata attuazione delle direttiva del 2010 (n.63) sulla sperimentazione scientifica sugli animali. Il termine ultimo per l'adeguamento della legislazione nazionale è scaduto il 10 novembre 2012. Il Commissario europeo per l'ambiente, Janez Potocnik, ha chiesto alla Corte di imporre una mula da 150.787 euro al giorno dalla data della sentenza della Corte se l'Italia non si sarà adeguata.
La procedura di infrazione contro l'Italia è stata aperta il 31 gennaio 2013, con la lettera di "messa in mora" inviata dalla Commissione all'Italia. L'esecutivo europeo oggi ricorda anche di aver inviato un "parere motivato", secondo passo della procedura, il 21 giugno. L'Italia ha risposto dichiarando che l'attuazione della direttiva era prevista per il dicembre scorso, "ma l'ha poi rinviata al febbraio 2014".
"Nonostante le ulteriori informazioni trasmesse dall'Italia il 13 dicembre 2013 - scrive Bruxelles in una nota - la Commissione teme che non siano da escludersi ulteriori ritardi, decide quindi di adire la Corte".
I contenuti della direttiva riguardano la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici all'interno dei paesi membri. La norma contiene una serie di vincoli molto più restrittivi che dovevano essere applicati in Italia con una legge definitiva, attesa entro il 2013. C'erano state molte polemiche perché l'introduzione di questi provvedimenti segnerebbe la fine di molti studi di biomedicina e farmacologia.
Il nostro Paese è rimasto oggi l'unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva: il testo del decreto legislativo - il 587 del 2012 - destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ancora fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/01/23/news/test_sugli_animali_l_ue_denuncia_l_italia_rischio_multa_da_150mila_euro_al_giorno-76924424/
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