giovedì 23 gennaio 2014
rifiuti tossici Il commissario tangente arrestato a Milano insieme a Colucci Unendo e al funzionario che lavorava con la Prestigiacomo
RIFIUTI TOSSICI: IN MANETTE PELAGGI, GIÀ FUNZIONARIO AL MINISTERO CON LA PRE ST I G I ACO M O
ETICHETTE FALSE
Misure cautelari per sei
persone, accusate di aver
smaltito illecitamente
280 mila tonnellate
di spazzatura dell’ex area
Sisas di Pioltello
diDavide Milosa
Milano
Poi 700 sai a chi vanno no!”.
L’altro risponde: “Questa
volta ci è andata bene”. Il secondo
interlocutore è Bernardino
Filipponi amministratore della
Daneco impianti srl, società del
gruppo Unendo spa il cui ad è
Francesco Colucci. É il marzo
2011 e per i carabinieri del Nucleo
operativo ecologico guidati
dal colonnello Sergio De Caprio
l’intercettazione fissa il
prezzo della tangente: 700mila
euro per aggiudicarsi la bonifica
dell’area ex Sisas di Pioltello
(Milano). Valore dell’appalto:
36 milioni di euro. Filipponi è
soddisfatto. Chi incassa il denaro
della corruzione? Il calabrese
Luigi Pelaggi, all’epoca funzionario
del ministro dell’Am -
biente Stefania Prestigiacomo
poi nominato dal governo Berlusconi
commissario straordinario
per l’area ex Sisas. Dice di
lui Filipponi: “Questo commissario
è fantastico!”.
Pelaggi, indagato anche dalla
Procura di Taranto nel caso Ilva,
ieri è stato arrestato con altre
5 persone per traffico di rifiuti,
corruzione e truffa aggravata.
Ben 38 gli indagati. Tra questi, il
direttore generale dell’Agenzia
Regionale Protezione dell’Am -
biente della Lombardia, Umberto
Benezzoli. L’inchiesta
della Procura di Milano, durata
due anni, si è concentrata sulle
280mila tonnellate di rifiuti pericolosi
presenti sull’area dell’ex
polo chimico di Pioltello.
NELLA VICENDA, ragiona il
giudice per le indagini preliminari,
Pelaggi ha avuto “un ruolo”
di “ganglio essenziale (…)
avendo ricoperto incarichi pubblici”
e “mantiene, ad oggi, rapporti
con imprese private interessate
all’acquisizione di appalti
pubblici”. L’ex commissario
straordinario, scrive il gip, “è
soggetto in grado di esercitare
forti influenze sia sui funzionari
governativi” sia sugli “ammini -
stratori locali”, visto che “può
contare su di una fitta rete di relazioni
consolidate che rendono
attuale e concreta la possibilità
di condizionare il regolare svolgimento
dei procedimenti amministrativi
di suo
interesse”. Una rete
di contatti che permette
a Colucci e Filipponi
d’incontrarsi
con Paolo Alli, ex
bracciodestro dell’al -
lora governatore Roberto
Formigoni. Oltre
a Pelaggi, un altro
facilitatore in Regione
è Massimo Ferlini,
consigliere di Unendo
nonché presidente della
Compagnia delle Opera, il braccio
finanziario di Comunione e
liberazione, già assessore ai lavori
pubblici nel comune di Milano.
Sia Ferlini che Alli non sono
indagati.
Secondo la Procura, Luigi Pelaggi,
attraverso un suo provvedimento
ha permesso la derubricazione
dei rifiuti pericolosi
in rifiuti non pericolosi, consentendo
a Filipponi di smaltire
“in modo illecito” il materiale in
discariche italiane e tedesche.
Luigi Pelaggi tutto fa per favorire
le aziende amiche sulle quali
pesa l’ombra della
mafia. Tanto che già
nel 2006 il Consiglio
di Stato rilevava “la
permeabilità dei Colucci
ai condizionamenti
operanti dalle
organizzazioni criminali,
in particolare
nel settore della raccolta
dei rifiuti”.
Il fatto quotidiano 23 gennaio 2014
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