domenica 26 gennaio 2014
POMPIERI ALL’AMIANTO 20 ANNI SU ELICOTTERI FINMECCANICA A RISCHIO
SOLTANTO A OTTOBRE 2012 L’AZIENDA COMUNICA AI VIGILI
DEL FUOCO CHE CI SONO COMPONENTI PERICOLOSE
A PADOVA PROCESSO PER I MEZZI DELLA GUARDIA DI FINANZA
VELIVOLI AGUSTA
“Nell’a d d e s t ra m e n to
per piloti non ci hanno
mai avvisato”
L’azienda replica:
“Abbiamo sempre
rispettato la legge”
di Stefano Feltri
e Valeria Pacelli
Tutto comincia con
una tettoia sospetta,
al nucleo elicotteri
dei Vigili del
fuoco a Torino. Sembra
amianto. Alcuni pompieri
protestano, fanno esposti in
procura: è amianto. Se c'è l'amianto
nelle tettoie, non sarà
che se ne trova anche negli
elicotteri? In Italia la fibra
usata per decenni nell'industria,
soprattutto per la sua resistenza
al calore, è fuori legge
dal 1992. Ma quello che allora
era in circolazione, tantissimo,
non è stato quasi mai
smaltito in modo corretto. Gli
elicotteri hanno una vita lunga,
anche cinquant'anni.
Quanto amianto c'è nei componenti,
soprattutto nelle
guarnizioni, le più pericolose
perché tra frizione e calore si
usurano rilasciando fibra
cancerogena?
LA DOMANDA del sindacato
dei vigili Conapo sembrava
destinata a rimanere priva di
risposte. Solo l'azienda produttrice
degli elicotteri dovrebbe
conoscere la verità:
AgustaWestland, una controllata
del gruppo Finmeccanica.
Il 29 ottobre 2013, l'Agusta
risponde alle richieste
del ministero dell'Interno, dipartimento
dei Vigili del fuoco.
Oggetto della lettera:
“Componenti contenenti
amianto su elicotteri VVF”.
Agusta spiega di aver proceduto,
dopo il 1992, a sostituire
i componenti a rischio presenza
amianto, ma visto che è
difficile tracciare la provenienza
di tutte le parti dell'elicottero,
“quanto sopra non
consente di stabilire con certezza”
se “materiali installati
attualmente sugli elicotteri
contengano o meno amianto”.
Però segue una lista di nove
pagine di tutte le componenti
potenzialmente pericolose.
Nel settore elicotteri ci sono
sempre state norme meno
stringenti che, per esempio, in
quello delle auto e per anni
sono rimaste in circolazione
parti e guarnizioni prodotte
prima del 1992 e prive di indicazioni.
Il 19 dicembre
2013, il ministero dell'Interno
scrive ai direttori regionali dei
vigili del fuoco una lettera che
allarma tutti i piloti: ogni volta
che si maneggiano i componenti
sospetti bisogna indossare
mascherine e guanti, in
alcuni casi la tuta. Fino al giorno
prima si faceva tutto a mani
nude. La circolare del ministero
specifica che le protezioni
sono di “natura prettamente
cautelativa”. Ma questo
non basta a rassicurare i 240
tecnici e piloti in servizio e gli
oltre 700 in pensione che ora
hanno la conferma di aver
maneggiato per vent’anni
componenti potenzialmente
cancerogene, come le pastiglie
del freno rotore. Quando sono
in volo, le vibrazioni logorano
guarnizioni e liberano
fibre pericolose, non c'è alcuna
protezione a proteggerli.
Un pilota racconta: “L’Agusta,
oltre a fornire gli elicotteri ai
vigili del fuoco, organizza a
Varese per noi piloti e tecnici
corsi di nove mesi. Ci spiegavano
come manovrare gli
elicotteri e come fare la manutenzione,
ma in nove mesi
non ci hanno mai accennato al
fatto che c'era un qualche pericolo
nel maneggiare questo
materiale”. Perché l'azienda
non ha mai messo in guardia
dai pericoli? Da Finmeccanica
rispondono con una nota: “La
società ha sempre agito nel
pieno rispetto delle normative
in materia di amianto, procedendo
all’eliminazione del
materiale contenente amianto
dalle nuove produzioni”. E
poi è difficile fissare il discrimine
tra l’esposizione all’ab -
sesto accettabile e quella eccessiva:
“La scienza chiarisce
che, con appositi controlli e
cautele, alcune esposizioni all'amianto
non rappresentano
pericolo per le persone. Per tale
ragione, con appositi controlli
e cautele, alcune esposizioni
sono consentite dalla
normativa vigente”. Sui corsi
di formazione in cui non si
parlava di amianto, però, non
si ottiene risposta. Secondo i
dati che ha ottenuto il pm torinese
Raffaele Guariniello, ci
sono almeno 58 casi di pompieri
uccisi dall'amianto: mesoteliomi
pleurici e del peritoneo.
LA SITUAZIONE dei vigili del
fuoco non è isolata. Oltre a
quella di Torino, anche la procura
di Padova sta indagando
sui possibili casi tumorali legati
al contatto dei lavoratori
con l’amianto. Sette militari
della guardia di finanza, che
ogni giorno sono a contatto
con l'absesto e che temono di
contrarre patologie correlate,
hanno sporto denuncia. Il pm
Marco Peraro, titolare dell'inchiesta,
avrebbe già iniziato gli
interrogatori, partendo proprio
dai militari. E tra questi
c'è anche il caso di una persona
che non c'è l'ha fatta. Si
tratta di un maresciallo, in
servizio prevalentemente nel
settore navale, mancato in seguito
a mesotelioma, tumore
provocato proprio dall'esposizione
alle fibre dell'amianto. E
non è la prima volta che la
procura di Padova affronta
casi del genere. Dopo la chiusura
di un'altra inchiesta, di
cui è titolare il pm Sergio Dini,
ad ottobre scorso, 14 persone
– che negli anni 80 e 90, hanno
fatto parte, ricoprendo diversi
ruoli, della marina militare –
sono state rinviate a giudizio.
Il processo di primo grado inizierà
il prossimo 25 marzo.
Come aveva già rivelato il Fatto
, il 18 gennaio scorso, i vertici
della Guardia di Finanza
hanno ammesso la presenza
di amianto negli elicotteri. Lo
testimonia una circolare del
tenente colonnello delle fiamme
gialle, Carmine Cortese,
del 9 gennaio 2013, sulla “Pre -
senza amianto sui mezzi aerei”.
Nei giorni scorsi, l'effetto
immediato è stato quello di
chiudere la parte della base
militare di Pratica di Mare (vicino
Roma) in cui si è fatta in
questi anni la manutenzione
degli elicotteri. Ma non sarebbe
l'unico caso di base piena di
amianto. L’avvocato Ezio Bonanni
– che si è anche fatto
promotore delle istanze di
prepensionamento dei tecnici
della Guardia di Finanza, come
della Marina Militare, dell’Aeronautica
militare e dell’Esercito,
che sono rimasti
esposti a polveri e fibre cancerogene
– ha già ricevuto segnalazioni
dai militari che lavorano
nelle basi di Napoli e
Palermo. il fatto quotidiano 26 gennaio 2014
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