martedì 14 maggio 2013

marcia per acqua, aria e terra ad Assisi - ministero dell'ambiente inutile crea poltrone e incarichi contro la natura, meglio abolirlo?

mani di cemento sul ministero dell'ambiente palazzi di Paolo Berlusconi Mani di cemento sull’Ambiente POLTRO NE BIPARTISAN: IL SOTTOSEGRETA RIO HA VOLUTO I PALAZZI DI PAOLO BERLUSCONI. IL MINISTRO NON SI È MAI OCCUPATO DI ECOLOGIA. IN COMMISSIONE AMICI DEL MATTONE La popolazione di Basiglio è calata, il 10% delle case sono vuote”, dicono i comitati degli abitanti, ma l’allora sindaco Cirillo diede il via libera a un mega progetto del fratello del Cavaliere. E oggi è numero due del ministero, in quota Pdl il fatto quotidiano 13 maggio 2013 Noi siamo per la conservazione attiva del territorio”, dice Massimo Caleo, capogruppo Pd alla commissione Ambiente del Senato e sponsor del porticciolo della Marinella, mille posti da realizzare con Mps . di Davide Milosa e Ferruccio Sansa Noi siamo per la conservazione attiva del territorio". La chiamava così Massimo Caleo (Pd), allora sindaco di Sarzana. Erano i giorni dell'alluvione in Liguria. Che cosa intendesse Caleo era presto detto: il progetto della Marinella, un mega-porticciolo da quasi mille posti barca, 750 residenze, 200 esercizi commerciali, 25 stabilimenti balneari. Proprio alle foci del fiume Magra che provoca alluvioni un anno sì e l'altro pure. Un'operazione da centinaia di milioni che vede impegnato il Monte dei Paschi di Siena, la banca rossa. Nel cda della società sedeva in passato il cassiere della campagna elettorale del Governatore della Liguria, Claudio Burlando. Una conservazione “molto attiva”. Caleo è stato promosso senatore e, pochi giorni fa, capogruppo Pd alla commissione Ambiente del Senato. Caleo è soltanto l'ultimo tassello della politica ambientale della nuova maggioranza grandi intese. Roba da far rimpiangere quasi tutti i governi precedenti. Il Pd ha chiesto il ministero dell'Ambiente a Enrico Letta e l'ha ottenuto. Qualcuno forse si aspettava che sull'importante poltrona arrivassero persone che hanno dedicato la vita alla tutela dell'ambiente come Salvatore Settis. O, magari, un ex deputato come Roberto Della Seta che ha combattuto per salvare Taranto dai fumi dell'Ilva incappando nell'ira della famiglia Riva. Macchè, Della Seta, anzi, è stato trombato. Nemmeno lo hanno ricandidato al Parlamento. Nella sede del ministero è arrivato invece lo spezzino Orlando: 43 anni, un funzionario di partito sveglio, che il Pd ha mandato a sbrogliare matasse molto aggrovigliate, come lo sfacelo dopo le primarie di Napoli vinte da De Magistris. Ma nel curriculum di Orlando ci sono altre cose. E soprattutto, hanno notato i critici, ne mancano: non si è mai occupato di ambiente. Non solo: in Liguria e alla Spezia in particolare, il Pd di cui Orlando era uomo forte si è fatto promotore di operazioni devastanti per il territorio. L'elenco è lungo: tanto per cominciare, si è detto, il porto della Marinella. Poi il faraonico progetto da 250 milioni del nuovo Waterfront della città. Racconta Stefano Sarti di Legambiente: “Due torri per alberghi, spazi commerciali, centro congressi, uffici, residenze e mega- parcheggio. Si chiama progetto waterfront, doveva risanare il lungomare, rischia di essere l’ennesima colata di cemento”. Orlando dichiarò: "Penso che l’impianto e gli obiettivi progettuali siano convincenti, ma che vi siano alcune soluzioni architettoniche su cui è utile un approfondimento". Un'operazione benedetta da centrosinistra, centrodestra e banche. La gara per il progetto non è ancora fatta, ma esiste già la società Waterfront. Tra i soci una società lussemburghese – controllata da fondi panamensi e delle Isole Vergini – ricon - ducibile a Gabriele Volpi, Berlusconi in salsa ligure diventato ricco con il petrolio nigeriano. Di lui, dei suoi affari, si è occupato anche il Senato americano in un dossier non proprio edificante. Ma nel cda della Waterfront siede anche Andrea Corradino, avvocato e fedelissimo di Luigi Grillo, ambasciatore di Berlusconi nel mondo bancario e nel centrodestra ligure. Insomma, un'operazione bipartisan. Orlando non è mai stato troppo critico nei confronti dell'amore del centrosinistra ligure per il mattone, che ha portato a realizzare decine di porticcioli con annesso cemento per decine di milioni di metri cubi. C'è chi ricorda una proposta di legge che Orlando ha presentato in materia di bonifica dei corsi d'acqua. In pratica, per ovviare alla cronica mancanza di fondi, si prevede che le imprese possano vendere la metà del materiale recuperato dalle escavazioni dei fiumi per pagare i lavori. "Il fine di questa proposta di legge – è scritto nel disegno di legge – è consentire la rimozione del materiale e di ripristinare i corsi d'acqua, prevedendo un meccanismo che garantisca la piena tutela del territorio e che eviti qualsiasi tipo di speculazione". Tutto bene? No, almeno secondo gli ambientalisti. Spiega Alessandro Poletti di Legambiente: "Così si rischia che i comuni vendano letteralmente i loro fiumi per fare cassa. Che si scavi molto più del dovuto. Senza contare che escavare i fiumi non riduce il rischio di alluvioni, ma anzi talvolta le provoca". Ma se Orlando non si è occupato di ambiente, al ministero c'è chi invece lo ha fatto. "Purtroppo", sostengono gli abitanti di Basiglio, comune dove è stato sindaco Marco Flavio Cirillo, neo sottosegretario del governo Letta. Nel curriculum ci sono una speculazione tutta berlusconiana da 300mila metri cubi di cemento per un utile di 150 milioni e una battaglia senza frontiera contro l'Area C voluta dal Comune di Milano per ridurre l'inquinamento (con l’ipotesi di una class action contro la congestion charge). Queste le due carte che Cirillo porta in dote al governo Letta. Laurea in sociologia, consulente di marketing, Cirillo nasce in Forza Italia e cresce nel Pdl. Nel 2003 si candida a sindaco di Basiglio, comune a sud di Milano, sulla cui area Silvio Berlusconi ha costruito Milano 3. Cirillo sbanca le urne. Nel 2008 si ricandida e vince. Nel Pdl trova consensi e nel 2012 è in lizza per diventare coordinatore provinciale. Perderà a favore del larussiano Sandro Sisler. Poco male. Cirillo torna a occuparsi dell'amministrazione del suo comune e del nuovo Piano del governo del territorio. Un documento decisivo per rimodulare gli assetti urbanistici dell'area di Basiglio. C'è da tutelare l'ambiente, ma anche da dare spazio alle richieste di vecchi e nuovi costruttori. Cirillo apre le porte all'ennesima speculazione che si svilupperà tra un campo da golf e un laghetto. Ai nastri di partenza ci sono l’Immobi - liare Leonardo e la Green Oasis. La prima è partecipata al 100% dalla Finsec, srl di Paolo Berlusconi (95%) e della figlia Alessia (5%). Declinazione berlusconiana anche per la Green Oasis che rileva le quote della In House srl (già titolare dei terreni). La società è partecipata per il 30% dalla Deb Holding creata da Daniel Buaron, il quale con la sua First Atlantic (poi Idea Fimit), pur non indagato, comparirà nell’inchiesta sull’Enpam (Istituto di assistenza previdenziale dei medici), per alcune compravendite di immobili. In Deb Holding compare anche Maurizio Carfagna, consigliere della Banca Mediolanum di Ennio Doris e di Molmed, azienda specializzata nelle ricerca nucleare. Tra i soci di Molmed troviamo Fininvest, San Raffaele di don Luigi Verzé e Marina Del Bue, il cui fratello Paolo è tra i fondatori di Arner, la banca d’affari accusata dalla Procura di Milano di aver gestito i fondi neri della stessa Fininvest. Il Pgt di Basiglio vola. Di contorno, nel 2011 Cirillo affida una con- sulenza urbanistica ad Antonino Brambilla, che da lì a un anno (2012) sarà arrestato per corruzione assieme a Massimo Ponzoni, all'epoca delfino di Roberto Formigoni. Il business plan passa. E questo nonostante l'Associazione per il Parco sud Milano e il Comitato cittadino per il territorio di Basiglio facciano strenua opposizione: “La popolazione è in diminuzione, oltretutto il 10% delle case presenti risultano vuote”. Il regolamento del comune prevede la possibilità di indire un referendum. Quorum raggiunto in pochi giorni. Si voterà. Ma solo sulla carta. Perché, rientrati dalle vacanze, i comitati si trovano ingarbugliati in una melina burocratica. Il 28 novembre il Pgt viene approvato. La giunta di Cirillo delibera la colata di cemento. La famiglia Berlusconi ringrazia. Il referendum può aspettare. Tanto più che tra pochi giorni a Basiglio si vota. Cirillo non ci sarà. Ma il Pdl resta favorito. Dal consulente di marketing Cirillo, al dentista Giuseppe Francesco Maria Marinello, fresco presidente della Commissione Ambiente del Senato. Siciliano di Sciacca, Marinello per il suo esordio politico sceglie Forza Italia, poi passa al Pdl. Quindi l'ultima tornata elettorale lo promuove a palazzo Madama. Carriera veloce all'ombra di Angelino Alfano e Renato Schifani. Marinello in Parlamento si spende più per l'ippica che per l'ambiente. É, invece, grande sponsor della mega speculazione in contrada Verdura: la costruzione un campo da golf e di un lussuoso resort realizzati dalla Sir Rocco Forte and Family Spa. Il curriculum giusto per tutelare l’ambiente. ministero dell'ambiente delle seggiole per Mauro Corona meglio abolirlo Il j’accuse di Mauro Corona Ministero delle seggiole Sarebbe meglio ab o l i r l o Cecità politica w Si blocca l'acqua dei torrenti, che è il bene più importante, anche da vedere. Perché dimenticano che c'è un patrimonio psicofisico, quella sensazione che si prova quando si ascoltano Mozart o Beethoven Azienda verde w Occorre capire che l'ambiente non è una fabbrica che si rinnovi da sola. Che, come diceva anche il vecchio Rigoni Stern, enorme scrittore, il bosco lo si deve lavorare, lo si deve sfruttare: è la nostra ricchezza I palazzi romani che si occupano di ambiente dovrebbero chiudere. Non servono a niente. Tengono i posti al caldo senza muovere un dito. Vengano qui nelle valli a vedere, poi ne riparliamo” Il fatto quotidiano 13 maggio 2013 di Mauro Corona L’ambiente è tutto ciò di cui non si occupa il ministro dell'Ambiente. Soprattutto là, dove c'è ancora un patrimonio naturale integro, ma mancano i servizi. Quassù, nella Valcellina, manca tutto, eppure le istituzioni permettono furti di ghiaia. Una vera mafia dell'oro bianco: con la scusa delle esondazioni non sistemano le strade, ma fanno prelevare la ghiaia. Stessa cosa con l'acqua. Abbiamo vinto un referendum, ma si continua comunque a concedere le centraline ai privati. E ancora: si blocca l'acqua dei torrenti, che è il bene più importante, anche da vedere. Perché il ministro dimentica anche che c'è un patrimonio psicofisico dell'occhio, che è lo stesso occhio di quando si ascolta una sonata di Mozart o di Beethoven. E abbiamo bisogno anche di quello, altrimenti andiamo avanti tutta la vita lavorando e mangiando escrementi senza godere di nulla. Quindi il patrimonio è sì ambientale, ma anche fatto di servizi, perché se si va a vedere un tramonto e ci si siede su un forcone, quel tramonto non lo si ama più. Si ha tutta un'altra visione, un altro sapore. Noi abbiamo patrimoni di ambiente che vengono tassativamente massacrati. A volte sotto l'egida dell'Unesco, a volte sotto quella dei Beni Culturali, a volte sotto l'egida di questo ministro dell'Ambiente (questo ma anche quelli precedenti, dato che uno vale l'altro). Non hanno alcuna idea di ciò che bisogna risparmiare e di ciò su cui invece bisogna investire. Occorre capire che l'ambiente è una fabbrica che si rinnova da sola. Lo diceva anche il vecchio Mario Rigoni Stern, mio carissimo amico ed enorme scrittore. Diceva che il bosco, ad esempio, lo si deve lavorare, lo si deve sfruttare. Perché lì, dove si è tagliato 15 anni prima, si riformerà di nuovo il legname, senza investire nulla. Ricresce da solo. Invece, le istituzioni permettono lo scempio dei boschi, quello portato avanti da famigerati boscaioli, che tirano giù dieci o dodici camion di legname al giorno. Oppure, ancora peggio, lo lasciano incolto. Ad esempio, siamo invasi da boschi abbandonati con alberi rachitici, striminziti. Perché un faggio non può crescere assieme ad altri venti. Va liberato, per fargli tirare il fiato. Di venti faggi cresciuti in cespuglio quindi, bisogna lasciarne otto o nove. L'ambiente può dare il massimo del suo frutto, il massimo della resa, recuperandosi da sé. E questo è importantissimo, perché un prodotto come il legno è fondamentale. C'è chi l'ha capito. L'architetto Renzo Piano, ad esempio, ha scoperto quello che i boscaioli e i montanari sanno da sempre. Ossia che il legname dura più del cemento. Per questo ha cominciato a usare il legno per i suoi progetti. L'ambiente poi è anche pastorizia. Noi qui, ad esempio, abbiamo un parco (non mi piace molto parlare sempre di noi, ma devo farlo perché stiamo soffocando nell'ambiente incolto) dove hanno vietato il pascolo alle greggi. A Longarone per far passare il Giro d'Italia hanno bloccato per giorni la transumanza delle pecore: le cacche delle pecore sporcavano la strada e davano fastidio alle bici. Ma è mostruoso, perché la transumanza è una cosa che avviene da secoli. Le pecore brucano e lasciano escrementi che concimano la terra. Bisogna poi recuperare i vecchi lavori. Perché ai ragazzi non si insegna il lavoro del bosco (qui ce ne sono di immensi)? Perché non gli permettiamo di recuperare la manualità, facendo sentieri, lavorando la legna, per poi magari vendere il ricavato alle cooperative? In questo modo si potrebbe avere un occhio attento all'ambiente. Dobbiamo capire che l'ambiente è una fabbrica a getto continuo. Che non si sfrutta con gli impianti di sci, dove si ruba e si spreca acqua per la neve artificiale. Ma investendo in altro, come percorsi per bambini, dove portare le scolaresche in gita, e insegnare loro le diverse specie di alberi, la loro carta d'identità, dove la corteccia è il viso e le foglie i capelli. Allora perché non facciamo percorsi per i bambini e i loro genitori? La mancanza di strade e sentieri è gravissima. Siamo isolati in una valle che il grande scrittore Carlo Sgorlon definì l'ultima valle, l'ultimo tesoro. Siamo isolati. Perché, ad esempio, non costruiscono duecento metri di sopraelevata che risolverebbe tutti i problemi quando i torrenti, con le piogge, scappano dall'alveo? Perché? Perché se la fanno, poi non hanno più la scusa per rubare quell'oro bianco che è la ghiaia. Venga qui il ministro dell'Ambiente, gli facciamo vedere noi cosa siamo diventati. Non vengono fatti i servizi per mantenere l'ambiente incontaminato e i paesi si spopolano. Qui è tutto proibito, anche toccare una pianta. Non si può fare una strada, non si può fare niente, perché è tutto protetto. Ma così è peggio, si rischia di lasciarci soffocare sotto il peso dell'abbandono. Poi tanto là dove si vuole, si fanno ruberie dell'ambiente e stragi. In una zona della val Gardena, per citare un caso, c'è un sindaco che vuole ridisegnare e retrocedere i confini decisi dall'Unesco, così da riuscire a costruire un impianto di risalita nuovo. Allora quanto valgono queste istituzioni? Quanto vale l'Unesco? Aveva ragione il grande scrittore, Jean Giono, l'uomo che piantava gli alberi: il vero bisogno sta nelle piccole valli, dove ci si può chiamare da una costa all'altra. Qui non abbiamo servizi, non abbiamo negozi alimentari di frutta e verdura. Non abbiamo un tabacchi, una macelleria, e non abbiamo un'edicola. Eppure si vive anche di giornali, è inutile dire di no: serve anche leggere i quotidiani, visto che siamo tra le nazioni che leggono meno. Allora se l'ambiente fosse gestito da uno che sa come cavare un albero, che sa quando tagliarlo, e come sfruttarlo, si salverebbe questo patrimonio immenso, creando anche dei posti di lavoro. E invece si dedicano solo alle chiacchiere e alla cementificazione. Pensano a costruire ponti, autostrade, impianti di risalita, seggiovie e funivie, invece di incentivare il camminare e fare dei progetti per dei percorsi a piedi. Dove sono le istituzioni? Dov'è questo governo? Lo dico a Letta, non vada a rinchiudersi in un convento a fare il frate, venga invece a vedere i problemi reali della gente. La Valcellina è tempestata di tir che rubano la ghiaia e li fanno passare da una strada del 1901. La domenica siamo bombardati dalle gare motociclistiche - perché pare che la Valcellina, da Longarone a Montereale, sia la più bella pista d'Europa - e nessuno ti protegge da un inquinamento acustico mostruoso. Il ministero dell'Ambiente, a questo punto andrebbe abolito, perché non esiste, non serve a niente. È popolato da seggiolai. Anzi nemmeno, visto che qui i seggiolai impagliavano le sedie, loro invece le sedie le scaldano e basta. E l'Unesco è una patacca fasulla, farebbe bene a riprendersi il suo marchio che è vilipeso tutti i giorni. Mi secca fare la parte del grillesco, ma è così e lo è sempre stato. Qui il paese di Erto non esiste più. Cinquant'anni fa hanno ammazzato duemila persone. Un genocidio. E quel 9 ottobre 1963 i telegiornali nazionali non hanno detto una parola, nemmeno di 3 secondi, mentre venivano uccise migliaia persone. Anche quello era ambiente. Lo scriveva Jorge Luis Borges: nell'ambiente ci vive l'uomo. E il vescovo George Berkeley: la mela non si può gustare da sola, perché ci vuole la mela e il palato che la gusta. Quindi l'uomo deve essere il palato che gusta questo ambiente, che gusta la natura. Ma deve trovarla buona la mela, ancora tutta intera. Invece la troviamo marcita, per l'incapacità di avere idee. E non è che il ministero faccia di tutto per deturpare l'ambiente, semplicemente non ha idee. Quelle idee che dovrebbero provenire da chi l'ambiente lo vive. Ecco perché mi schiero contro la Tav, perché non si tratta solo di danneggiare l'ambiente ma anche l'anima di chi vive lì da secoli. Loro, gli abitanti della Val di Susa, hanno paura di veder la loro terra sconvolta, così come è stato fatto qui nel Vajont. La gente dovrebbe scendere in piazza non con i fucili, ma con le zappe. In tempo di crisi, in cui non si possono vendere scarpe, né vestiti, né occhiali, né automobili, bisogna tornare al bene primario: la legna per scaldarsi, il cibo per nutrirsi. Questo si deve vendere. Ed è l' ambiente che ti dà il cibo e il legno. Sarà la terra a darci i prodotti. Partiamo da lì. Impariamo a procurarci il cibo e a sfruttare i boschi. Saremo salvi e con un sacco di tempo libero. E la terra tornerà a fiorire e sorridere. testo raccolto da Emiliano Liuzzi chi è Mauro Corona Chi è UN UOMO DI DOLOMITE Mauro Corona è nato nel 1950 e vive nella sua Erto (Pordenone), a due passi dal Vajont. É scrittore, alpinista e scultore. È autore di molti libri che raccontano l’uo - mo e le montagne. Tra gli altri: “Il volo della martora”,“Le voci del bosco”,“Fin - ché il cuculo canta”,“Gocce di resina”, “La montagna”,“Nel legno e nella piet ra ”,“Aspro e dolce”,“L’ombra del basto n e”,“Vajont: quelli del dopo”, “I fantasmi di pietra”,“Storia di neve”, “La fine del mondo storto”(premio Bancarella 2011), “La ballata della donna ertana”, “Venti racconti allegri e uno triste”. L’ul - tima sua opera è “Confessioni Ultime”. verdi europei Reinhard Bütikofer non solo di lotta le utopie oggi sono al governo Verdi, ma non solo di lotta “Le utopie oggi sono al governo” PARLA REINHARD BÜTIKOFER PORTAVOCE D E L L’EUROPEAN GREEN PARTY: “IN ITALIA GLI AMBIENTALISTI SI SONO DISPERSI NEI PARTITI, OGGI DEVONO RITROVARE UNA CASA UNICA” di Martina Castigliani Dai movimenti studenteschi degli anni Settanta fino al parlamento. In Europa esistono realtà dove i Verdi non vivono relegati all’opposizione, ma partecipano attivamente al governo con politiche ecologiste e risultati. Reinhard Bütikofer, prima di essere membro del parlamento europeo e portavoce dell’Eu - ropean Green Party, è stato leader dei Verdi in Germania. Ora racconta di una storia di alti e bassi e di un futuro in cui i temi ecologisti dovranno per volere o per forza entrare nelle agende dei governi nazionali. Qual è lo stato di salute dei Verdi in Europa in questo momento? Nella vita politica come in quella reale, non va sempre tutto bene e ci sono periodi più o meno buoni. Così alcuni partiti europei stanno ottenendo risultati, altri invece faticano un po’ di più. La domanda da farsi non è tanto “perché?”, ma “come facciamo a uscire da una tale situazione?”. Siamo una famiglia a livello europeo e attualmente i problemi sono uguali per tutti, dalla crisi economica fino alla disoccupazione giovanile. Il punto da capire è che viviamo nella stessa Europa. Soluzioni che spesso ignorano le politiche per l’ambien - te? Non ci voleva la crisi economica per vedere che ci sono governi che considerano l’ecologia una questione accessoria. Questo non aiuta né gli stati né le loro economie. È un dato di fatto che le potenze economiche per mantenere il loro successo debbano basarsi su innovazione e sostenibilità. Come sono cambiate le battaglie ambientaliste nel corso degli anni? Non c’è dubbio che abbiano subito un’evolu - zione. Io mi sento di dire che i Verdi europei sono riusciti in 20\30 anni a influire sull’opi - nione pubblica di numerosi paesi. Prima le tematiche verdi erano considerate minori o addirittura irrilevanti. Lentamente molti attori europei e politici stanno cominciando a capirne l’importanza. Una sensibilità verde che però continua a essere isolata nel nord Europa? Bisogna stare attenti a non generalizzare. Nelle ultime elezioni europee, il partito dei Verdi in Grecia ha eletto un rappresentante a Bruxelles. Piano piano abbiamo successi anche a sud. Non posso negare però che in Germania, Francia e paesi Scandinavi ci siano per ora più risultati. Qual è il segreto? In Germania abbiamo saputo fare buon uso di alcune caratteristiche dello stato tedesco. A livello locale, nei singoli lander, siamo riusciti a entrare nelle amministrazioni e quindi dimostrare che sappiamo stare al governo e non solo all’opposizione. E’ stato un passaggio molto importante perché abbiamo potuto dimostrare che non solo abbiamo una buona teoria e dei principi, ma anche che sappiamo metterli in pratica. Essere ecologisti e governare tra i compromessi, come è stato possibile? Ad esempio siamo riusciti a far partire alcune politiche che promuovono l’uso delle energie rinnovabili sul territorio e abbiamo visto come queste possono creare posti di lavoro. E’ stato un grande successo e soprattutto ha dato credibilità a noi come partito agli occhi dei cittadini. Perché in Italia secondo lei non siamo ancora riusciti a fare lo stesso? Esiste il partito dei Verdi in Italia e lo conosco bene. Parlo spesso con Angelo Bonelli, il presidente. Purtroppo non hanno rappresentanti in parlamento, ma so che stanno lavorando duro per le prossime elezioni europee. Vi osservo molto dall’estero e secondo me i Verdi nel vostro Paese sono deboli a causa delle troppe divisioni interne. Cosa consiglia? Credo che se i Verdi non si disperdessero tra Sel, Pd o altre forze politiche, il partito potrebbe tornare ad avere una grande influenza. Di sicuro i Verdi europei sono pronti a dare tutto il sostegno necessario perché questo avvenga. Il futuro è un’Europa verde? E’ ottimista? Io sono fortemente convinto che l’Europa abbia bisogno di idee verdi per uscire dalla crisi. Noi lo chiamiamo un “Green New Deal”. Se le istituzioni saranno pronte ad ascoltare il nostro appello e a implementare politiche mirate alla salvaguardia del nostro pianeta, non posso che essere ottimista. Il nostro motto è sostenibilità, non austerità. ministero ambiente creato a tavolino per sostenere il governo Craxi FABBRICA DI POLTRONE Il ministero dell’ambiente in Italia ha una storia molto stravagante. E’ Bettino Craxi che lo istituisce, ma non perché abbia mai patito per la condizione verde: ha solo la necessità di creare una poltrona per il Partito liberale che entra nella sua squadra di governo. E il primo ministro, quando il dicastero è quello dell’Eco l o g i a , porta il nome di Alfredo Biondi, la stessa persona (e non l’unica) che emigrerà con molta naturalezza in Forza Italia. Una storia da libro italico di quegli anni tutti da bere. Un ministero creato a tavolino, scorporato da quello Beni culturali, nato anche per una necessità numerica la volontà del Caf (l’asse Craxi, Andreotti e Forlani) per sorreggere la prima presidenza del consiglio al Partito socialista. Bondi non brilla come ministro. E soprattutto i liberali hanno una neccesità continua di distribuire poltrone: dopo Bondi la reggenza tocca a Valerio Zanone, massone e numero uno del partito. Quando il primo agosto del 1986 il ministero dell’Ecologia diventa ministero dell’Ambiente, tocca a Francesco De Lorenzo, liberale anche lui, negli anni a seguire potentissimo ministro della sanità. Dura appena un anno e Craxi, nell’aprile dell’anno successivo non ha più i numeri e nel governo tornato nella Democrazia cristiana e affidato per la quarta volta nella storia ad Amintore Fanfani va all’indipendente Mario Pavan. Fanfani è una scelta di transizione. Tra il 1987 il 1992 si susseguono quattro governi (Goria, De Mita, Andreotti VI e Andreotti VII) e l’Ambiente resta sempre nelle mani del socialista Giorgio Ruffolo. Nel periodo tangentopoli arriva il primo ministro Verde ed è Carlo Ripa di Meana che poi passa il testimone a un giovanissimo Francesco Rutelli. Gli anni più recenti, invece, vedono l’allargamento dei poteri del ministero (delega anche sui porti) e la fa da padrone Altero Matteoli. Emiliano Liuzzi il fatto quotidiano 13 maggio 2013 “Per l'acqua, l'aria, la terra ed il cibo sani” L’ecologia tra Assisi e Venezia L’ecologia tra Assisi e Venezia WEEKEND VERDE È la prima marcia con questo nome: “Per l'acqua, l'aria, la terra ed il cibo sani” e simbolicamente si terrà ad Assisi, il prossimo 25 maggio. La partenza è prevista alle 15,30 da S. Maria degli Angeli e l’arrivo in piazza del Comune. La scelta di Assisi non è casuale perché per i proponenti, il Coordinamento Nazionale Terre Nostre “No biogas-No biomasse”, Francesco è il “patrono dell'ecologia”. Tra le adesioni si segnalano quelle di padre Alex Zanotelli e di Tonino Dall’Olio. L’appuntamento vuole far crescere “un movimento spontaneo contro tutte le forme di nocività ambientale e contro l'eolico selvaggio, l'incenerimento in varie forme dei rifiuti, il persistente massiccio utilizzo di pesticidi”. Nello stesso fine settimana, a Venezia, si tiene il convegno di Legambiente “Il clima cambia le città” con l’obiettivo di fare il punto sulla ricerca e le sperimentazione a livello internazionale sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Il convegno vedrà la presenza di molti tecnici e universitari del settore che si confronteranno da venerdì 23 maggio fino a domenica. Insieme a loro il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, l’a ss e ss o re all’ambiente di Venezia, Gianfranco Bettin, ma anche, nella sua veste di direttore generale del dicastero, l’ex ministro Corrado Clini. il fatto quotidiano 13 maggio 2013

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