Rifiuti, la rabbia dei rianesi: “Traditi sulla discarica”. Calci e pugni alle auto della Polizia Il Coordinamento "Riano No discarica" ha manifestato ieri contro l'occupazione del sito di Quadro Alto (Riano, provincia di Roma), uno dei siti che dovrebbe sostituire Malagrotta. Dopo le rassicurazioni dei tecnici di Regione e Prefettura che avevano promesso che vi sarebbe stato solo un rilevamento panoramico dell'area è stato stilato un verbale di occupazione del terreno, a quel punto gli attivisti si sono sfogati con calci e insulti verso le auto delle forze dell'ordine che scortavano i tecnici Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, lo aveva garantito: sulla scelta di Riano come sito per la discarica di Roma “indietro lui non torna”. Il governo gli ha assicurato poteri straordinari, ed è pronto ad usarli fino in fondo per mettere in funzione le due discariche che sostituiranno Malagrotta. Una a Riano, appunto, e l’altra a Corcolle-San Vittorino.
Ieri mattina era previsto il primo atto formale, l’immissione in possesso dell’area di Quadro Alto dove oggi funziona una cava di tufo, in piena campagna romana. Un passo burocratico, preliminare per l’occupazione dell’area, con un profondo significato politico. Una giornata terminata con una vera e propria beffa, lasciando la popolazione inferocita, dopo un accordo subito violato dai tecnici della Regione Lazio e della prefettura.
I comitati erano pronti a opporre una resistenza passiva e pacifica fin dalle prime ore del mattino, quando un centinaio di agenti della Polizia di stato, dei Carabinieri e del Corpo forestale avevano iniziato a presidiare la zona di Quadro Alto (Riano). Alle 10 Mario Marotta – tecnico di fiducia del governatore Renata Polverini – e Luigi Sorrentino – consulente del prefetto Giuseppe Pecoraro – erano pronti a firmare il verbale che apriva la strada all’occupazione del sito e all’avvio dei lavori preliminari per la realizzazione di una nuova discarica. A fine mattinata il senatore dell’Idv Stefano Pedica e il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio hanno cercato la mediazione. L’obiettivo era di rinviare la firma del verbale di immissione in possesso dei terreni e cercare di riaprire la trattativa con il prefetto di Roma.
Per un paio d’ore Pedica è rimasto al telefono con l’ex sottosegretario di Stato Aniello Di Nardo, che avrebbe fatto da intermediario con il prefetto Pecoraro, secondo quanto hanno riferito i rappresentanti dei comitati. Quando i funzionari di Polizia erano pronti per fare intervenire gli agenti, è arrivato l’annuncio dell’accordo: nessun verbale, nessuna occupazione. Quello che poi apparirà agli occhi della popolazione un vero e proprio “imbroglio” si basava su una frase: “Non ci sarà nessuna occupazione definitiva”, aveva gridato al megafono Stefano Pedica. Per il sindaco di Riano, Marinella Ricceri, le parole del senatore sono sembrate risolutive: “Torniamo tutti a casa, lunedì avremo l’incontro con il prefetto”.
Un’ora dopo, però, i tecnici Marotta e Sorrentino erano nella cava. “Si sono guardati attorno – ha poi raccontato un esponente dei comitati presente all’interno della cava – e Luigi Sorrentino ha detto: abbiamo preso possesso, firmiamo il verbale”. Per la popolazione è una vera e propria doccia fredda. Così una decina di membri dei comitati cittadini contro la discarica a Riano si è assembrata davanti gli uffici dove i tecnici stavano preparando il verbale e così decine di cittadini rianesi sono tornati per protestare. L’intestazione del documento – che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare – non lascia spazio agli equivoci: “Verbale di accertamento dello stato di consistenza e di immissione in possesso”. Ovvero quel passaggio burocratico – ma sostanziale – che i rianesi non volevano.
Alla fine il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio, ha cercato di calmare gli animi, spiegando che era stata aggiunta una postilla, rinviando la chiusura del verbale di presa di possesso dell’area a mercoledì prossimo. Postilla che non ha rassicurato i manifestanti. Sono infatti volate parole grosse, insulti e qualche calcio contro le auto della polizia che scortavano i tecnici all’uscita. Non sarà facile ora proseguire senza rischiare una nuova Chiaiano a pochi chilometri dalla Capitale. Da lunedì, spiegano oggi i comitati, partirà un presidio permanente davanti all’accesso alle due cave di tufo di Quadro Alto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/28/riano/187265/
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