Dopo la commissione ambiente di ieri presso l’amministrazione provinciale che ha esaminato la proposta del piano energetico provinciale, lunedì 28 dovrebbe essere approvato dal consiglio provinciale, visto che è al primo punto dell’odg.
Il 4 luglio è stato approvato il piano energetico regionale (PER) dalla giunta regionale che dovrebbe poi essere approvato anche dal consiglio regionale.
Nel management summary allegato al piano energetico regionale, che esclude l’impianto di centrali a turbogas, si parla anche di biomasse da utilizzare come riscaldamento nell’ambito residenziale. Ecco il passaggio: “2.2 Calore e biocombustibili
2.2.1 Aumento dell’impiego delle biomasse, del solare termico e del calore geotermico, in
particolare attraverso un’ampia diffusione del solare termico nel residenziale e nel terziario (per
condizionamento estivo ed invernale e per produzione di acqua calda sanitaria) e la valorizzazione
delle biomasse tradizionali per uso riscaldamento nel settore residenziale. Al 2020 la produzione di
calore attesa dalle biomasse (residenziale+cogenerazione) è di circa 300 ktep,
Considerati i difficili rapporti tra Regione Lazio e amministrazione provinciale di cui si legge quotidianamente speriamo prevalga il buon senso che i 2 strumenti importanti di programmazione energetica siano in sintonia e non in contrasto tra di loro.
Ai cittadini non interessano le prove di forza.
Intanto la comunità europea ha aperto la consultazione sulle biomasse che resterà aperta fino al 30 settembre. Con la consultazione in linea la Commissione europea si pone l'obiettivo intermedio di conoscere i punti di vista delle diverse realtà della società, al fine di evitare rischi ambientali o agroalimentari generati da un uso eccessivo delle biomasse per uso energetico.
Ricordiamo inoltre che lo stesso gruppo societario aveva dovuto chiudere, nel novembre 2006, l’impianto analogo di Bando di Argenta (Ferrara) in seguito ad alcuni controlli che pare avessero rilevato dati fuori norma.
Un anno fa, in vista della conferenza dei servizi sulle biomasse per il progetto di Mazzocchio, ho inoltrato alcune osservazioni recepite prima dall’amministrazione comunale di Pontinia, poi dalla stessa amministrazione provinciale.
Una di queste riguardava l’approvvigionamento delle biomasse.
Il motivo è semplice, se le biomasse sono di produzione locale (distanza massima 30 km) l’impianto può essere conveniente, altrimenti sono gli stessi produttori a rinunciare all’intervento. E’ preferibile fare più centrali piccole che diventano economiche (altrimenti se il costo dell’energia è superiore a quello attuale l’impianto e la produzione di energia non sono convenienti). Senza contare che la distanza significa aumento di traffico pesante e quindi trasporto con inquinamento ed emissioni. Visto il costo del petrolio in continuo aumento gli impianti si devono fare là dove servono e dove vi è una produzione di biomasse.
L’osservazione difatti era: manca la giustificazione tecnica ed economica a giustificare l’acquisto di 65.000 tonnellate annue (1/3 della produzione locale) che si indicano in modo generico e insufficiente provenienti dal mercato nazionale ed internazionale.
Sulle agenzie di stampa di ieri (che si allegano) si legge invece delle rotte illegali del legname (che non hanno alcun riferimento con il progetto di Mazzocchio): Nella Ue il 23% dei prodotti in legno importati dall'Europa dell'Est, il 40% dei prodotti importati dal Sudest asiatico, il 30% di quelli importati dal Sud America, e il 36-56% di quelli provenienti dall'Africa, hanno origine sospetta o illegale. In questo mercato i maggiori importatori europei risultano essere la Finlandia, il Regno Unito, la Germania e l'Italia; - ITALIA: Nel nostro Paese arriva il 14% del legname illegale esportato dalla Bolivia, sotto forma di tavole di legno, parquet, e altri prodotti per arredo; il 24% del 'prodotto' fuorilegge che esce dal Camerun; il 33% del legname illegale della Costa d'Avorio, il 25% di quello della Repubblica Democratica del Congo, il 36% di quello esportato dal Congo, il 24% di quello dal Gabon, il 14% del prodotto illegale dall'Indonesia, il 13% dalla Thailandia, il 5% dalla Malesia e il 7% dalla Cina.
Per la turbogas invece appuntamento il 29 luglio per la commissione AIA-IPPC che si doveva tenere il 17 rinviata in seguito alle osservazioni dell’amministrazione comunale sul progetto turbogas di Mazzocchio.
In 24 ore si decide il destino di Pontinia, della salute e dell’ambiente.
Ci potrà essere ancora sviluppo oppure solo emissioni e aumento della già grave percentuale di malattie?
Pontinia 23 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
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