domenica 2 febbraio 2014
poltronificio e falsi di Mastrapasqua Trenta e frode: quando comprava gli esami
PECCATI DI GIOVENTÙ
FINE REGNO
ALLA SAPIENZA DI ROMA
Nel 1984 imbroglia su due corsi di diritto:
colpevole di falso ideologico, condanna a 10 mesi
Poi si laurea davvero, ma non ricorda quando
La prima laurea non era valida, perché due
esami li aveva comprati. Della seconda non
ricorda l'anno, ma assicura che ha dato tanti esami
aggiuntivi che “mi sono laureato due volte”.
Da mesi si sussurrava del caso della laurea di Antonio
Mastrapasqua, da ieri ex presidente dell'Inps,
come il più imbarazzante dei peccati commessi
dal commercialista romano. Ieri il quotidiano
Libero ha pubblicato la sentenza della Corte di cassazione
che nel 1997 ha inflitto a Mastrapasqua
10 mesi per falso ideologico (condanna poi sparita
dal casellario giudiziale grazie alla riabilitazione,
ci tiene a ricordare Mastrapasqua, svaniscono
le conseguenze giudiziarie ma non la colpevolezza).
NEL 1989 I GIORNALI lo chiamavano lo scandalo
del “Trenta e frode”. All’Università La Sapienza di
Roma erano parte del sistema bidelli, impiegati
della segreteria e centinaia di studenti, le tariffe
non sono mai state chiare (dalle 60 mila alle 400
mila lire a esame), ma il metodo sì: prima dei computer,
basta una firma di comodo, di un bidello o
di un impiegato, e si infila il foglio nell'elenco degli
esami sostenuti. Un finto attestato di cui, ameno
di controlli mirati, nessuno si sarebbe mai accorto.
Quando si è imposta l’informatica, diventa tutto
più semplice: bastava un amico generoso – o
ben remunerato – in segreteria per segnare l’esame
più ostico tra quelli già sostenuti, al riparo da
qualunque controllo. Quando il rettore dell’epo -
ca, Ernesto Chiacchierini, decide di prendere sul
serio le voci che circolano sulle lauree comprate e
si rivolge alla magistratura, parte l'indagine e nel
1985 viene arrestato uno studente di Economia.
TRA I BENEFICIATI DEL SISTEMA anche Antonio
Mastrapasqua, aspirante laureando nella sessione
autunnale del 1984 (quando aveva 25 anni):
“Risulta incontrovertibilmente che l’appellante
non ha sostenuto alcuni esami perché le firme sui
verbali degli stessi non sono degli esaminatori.
Nonostante ciò, Mastrapasqua ha presentato domanda
per sostenere l’esame
di laurea e ha conseguito
il relativo diploma”.
Tra gli esami contestati
all’ex presidente
dell’Inps, Diritto della
navigazione, ma soprattutto
Diritto privato che
per uno studente di Economia
è quasi come Patologia
a Medicina. Difficile
ma fondamentale.
Guarda caso, alcuni studenti
perdevano sempre
il libretto dopo aver dato
Diritto privato, quando
il libretto riappariva,
nella nuova copia l’esame risultava superato. Lo
fanno in tanti, centinaia di ragazzi che oggi sono
stimati professionisti, “quando sono arrivate le
sentenze, alcuni hanno dovuto rifare un esame o
due e la laurea è rimasta valida, si può anche fare
un errore da giovani, no?”, ricorda l’avvocato di
uno degli imputati che chiede l’anonimato e l’oblio
per i peccati del suo assistito. Anche la senatrice
di Forza Italia, Alessandra Mussolini, giovane
studentessa di Medicina, finisce nello scandalo
degli esami truccati, “il giudice mi aveva convocata
un anno fa. Ha fatto annullare i due esami.
Credevo che fosse finita. Ho dato un altro esame
due giorni fa, a Medicina. Ho
preso trenta”, racconta al Corriere
della Sera nel 1992. Oggi non
vuole commentare, “ho rimosso”,
dice.
Anche Mastrapasqua rimuove
in fretta. A differenza di altri
studenti che si limitano a ridare
gli esami contestati, lui spiega a
Libero di aver “dovuto eliminare tutti gli esami collegati
al diritto” che in alcuni corsi di laurea di
Economia non sono pochi. Poi, finalmente, si laurea.
Non si sa quando, lui non lo ricorda (curioso,
visto che la sua storia accademica, con tanto di
condanna penale, pare abbastanza interessante da
rimanere impressa), dall’Inps non forniscono
dettagli. Dovrebbe saperlo l’ordine dei Commercialisti
di Roma, dove risulta iscritto dal 1993. Ma
bisogna aspettare la riapertura degli uffici domani
per sciogliere il mistero. Per il commercialista dalle
25 poltrone (9, dice lui) comunque è una storia
irrilevante, perché ha ottenuto la riabilitazione dal
Tribunale e quindi è come se la condanna per falso
ideologico non ci fosse mai stata.
MA LA STORIA di Mastrapasqua come manager
pubblico sarà ricordata con un inizio al circolo
Aniene, negli ovattati ambienti della Roma di
Gianni Letta, e una fine tra gli attacchi pubblici di
un primo ministro che usa toni grillini e il racconto
degli esami comprati.
La macchia della laurea non sarà
stata decisiva, ma come direbbero
quelli che l’esame di Diritto
privato l’hanno preparato per
davvero, è facile cedere alla scorciatoia
logica del “post hoc ergo
propter hoc”.
Twitter @stefanofeltri
Il fatto quotidiano 2 febbraio 2014
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