AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: piani particolareggiati edilizi per prevenire degrado ed emarginazione
Le previsioni del piano regolatore generale e poi dei piani particolareggiati devono servire anche a progettare la città più sicura, per pianificare gli spazi urbani in modo da prevenire degrado, emarginazione, criminalità ed evitare i tanti errori urbanistici del passato.
In questo modo si può garantire un’adeguata accessibilità e capillarità della rete viaria, organizzare la presenza di negozi e aree commerciali e infine pianificare le infrastrutture e la rete dei servizi pubblici.
Così da costruire spazi urbani che favoriscano l’incontro e il senso di vicinato e che evitino sul nascere le situazioni di isolamento, esclusione e abbandono.
Per questi aspetti che le cronache nazionali e locali indicano come una necessità impellente e non rinviabili, invito la Sua amministrazione a diffondere l’apposito manuale redatto dalla Regione Emilia-Romagna, dal Politecnico di Milano e dallo Iau di Parigi dal titolo: “Pianificazione, disegno urbano e gestione degli spazi urbani per la sicurezza”.
Questo manuale è rivolto a ingegneri, architetti, esperti di sicurezza urbana, ma anche agli amministratori e ai tecnici della committenza pubblica.Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 30 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
lunedì 30 giugno 2008
energia e alternative ai combustibili fossili e al nucleare
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: energia e alternative ai combustibili fossili e al nucleare
Il comune di Pontinia è interessato dalla progettazione di una centrale a turbogas e di una a biomasse, dell’inceneritore nel nucleo industriale di Mazzocchio.
Questo farebbe aggravare una situazione già evidenziata di inquinamento atmosferico, di malattie dell’apparato respiratorio (oltre la media regionale), ma aggraverebbe ulteriormente la situazione già seria dell’economia locale, delle aziende esistenti e dell’agricoltura di qualità.
I 3 progetti da soli o insieme, impedirebbero qualsiasi ipotesi di sviluppo e di economia sana, nel rispetto della qualità della vita, della salute per le generazioni presenti e future.
Per questi motivi dopo che l’amministrazione ha detto no in modo chiaro e completo ai progetti delle 2 centrali, spero, si esprimerà al più presto all’ipotesi dell’inceneritore voluto dall’amministrazione provinciale il cui sito più probabile è proprio Mazzocchio.
Ma c’è un’altra ipotesi che potrebbe avere sicuramente ripercussioni sull’economia e sulla salute locale, quella delle 2 centrali nucleari in provincia di Latina.
Siccome l’amministrazione comunale deve dare risposte concrete ai cittadini favorendo uno sviluppo sano e armonico e una conseguente gestione del territorio non è più rinviabile l’adozione di iniziative di alternative, mediante il risparmio e l’efficienza energetica, oltre che l’uso di energia naturale e rinnovabile.
Partendo quindi dalle proposte del Kyoto club di alternativa al nucleare che allego, vi sono una serie di iniziative che un’amministrazione attenta alla salute, all’efficienza e al risparmio, come quella di Pontinia, deve immediatamente attuare, considerando che un normale lampione stradale a Pontinia, spreca energia perché costituito da tecnologie obsolete:
- Non utilizza apparecchi ad alta efficienza: impiega lampade a bassa efficienza energetica (vapori di mercurio, vapori di sodio, ioduri metallici);
- Non utilizza sistemi di controllo: utilizza lampade senza elettroniche di controllo come i riduttori del flusso luminoso;
- Non utilizza armature adeguate: utilizza armature che irradiano la luce in tutte le direzioni perdendo in efficienza luminosa sul piano stradale e determinando inquinamento luminoso;
Utilizzare, in alternativa, un lampione a LED determina invece una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ai lampioni tradizionali. I LED ormai sono una tecnologia matura, di notevole affidabilità nel tempo, con una durata commerciale 10 volte superiore a quella dei lampioni convenzionali, lavora a bassa tensione e, producendo un flusso luminoso unidirezionale, elimina automaticamente l’inquinamento luminoso, riduce i consumi, le emissioni inquinanti associate e la potenza impegnata.
Un esempio concreto esiste già. Il piccolo comune di Torraca, 1200 abitanti in provincia di Salerno, grazie all’iniziativa del suo sindaco Daniele Filizola (PdL) ha sostituito nel 2007 tutti i lampioni del Comune con lampioni a LED. Nei primi 6 mesi di funzionamento della nuova rete di illuminazione pubblica, nonostante i lampioni siano addirittura aumentati, il contatore ha registrato una riduzione del consumo di oltre 115.000 kWh corrispondenti a un risparmio di oltre 20.000 €, con una potenza impegnata che è passata da 42 a 17 kW.
Se lo Stato e le Regioni promuovessero un piano nazionale di cinque anni che completasse la conversione di tutte le reti di illuminazione pubblica con lampioni a LED si otterrebbero i seguenti vantaggi:
1. Un risparmio di energia elettrica di circa 4 miliardi di kWh corrispondente allo spegnimento o non accensione di una centrale nucleare di piccola taglia pari ad una potenza di circa 570 MW, cioè grande più del doppio della ex centrale di Trino Vercellese;
2. Generazione di risparmio sulle spese correnti e nuove risorse a disposizione delle Amministrazioni locali da re-investire in altre interventi di efficienza e di riduzione dei consumi energetici;
3. Lo sviluppo e potenziamento di un’industria italiana (ad esempio, i lampioni di Torraca impiegano LED di produzione americana ma l’armatura, l’elettronica e il brevetto sono italiani)
4. La creazione di posti di lavoro diretti e dell’indotto per circa 3.500 addetti.
Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 30 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Il Kyoto Club propone dieci alternative al nucleareL'efficienza energetica può far risparmiare miliardi di chilowattora
30/06/2008 - Il Kyoto Club ritiene che la scelta del Governo di riportare il nucleare in Italia sia profondamente sbagliata per motivazioni tecnologiche, organizzative e soprattutto economiche.
In particolare, l’opzione nucleare nel nostro paese richiederebbe un massiccio impiego di risorse pubbliche che avrebbe l’immediato effetto di distogliere per i prossimi anni ingenti investimenti dal settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Rinnovabili ed efficienza energetica che noi riteniamo scelte alternative alla costruzione, alla gestione e alla dismissione dei reattori nucleari.
Mentre le prime rispondono a criteri di maggiore convenienza economica, ambientale e consentono di ottenere risultati significativi in tempi rapidi, l’attuale nucleare è una tecnologia obsoleta e senza futuro. Dopo oltre 50 anni non ha ancora risolto i problemi di sicurezza intrinseca delle centrali e dello stoccaggio delle scorie e dovrà affrontare il prossimo esaurimento delle risorse di uranio.
Da un punto di vista economico, Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, citando in un suo articolo uno studio del 2006 di Amory Lovins del RMI, ha messo in evidenza che “nel contesto statunitense per ogni centesimo di dollaro speso per 1 kWh nucleare si potrebbero acquistare 1,2-1,7 kWh eolici o si potrebbe risparmiare fino a 10 kWh grazie ad interventi di efficienza energetica”.
“Proprio su questi aspetti il Kyoto Club vorrà dimostrare l’inadeguatezza di una scelta nuclearista per l’Italia”, ha detto Mario Gamberale, direttore operativo dell’associazione. “Oggi infatti sono pronte una pluralità di soluzioni tecnologiche alternative alla costruzioni di nuove centrali nucleari - spiega Gamberale - e nel corso delle prossime settimane informeremo i cittadini, le imprese e i decisori pubblici su come sfruttare la ‘risorsa efficienza energetica’ attingendo da tantissimi potenziali ‘serbatoi o riserve’ ancora pressoché inesplorati che, insieme, potrebbero consentire in circa 5-6 anni (meno della metà del tempo necessario per la costruzione un reattore) di “evitare” la generazione di decine di miliardi di chilowattora.
L’illuminazione pubblica è uno di questi settori. Si è stimato che l’illuminazione pubblica italiana ha un consumo elettrico di circa 6,5 TWh all’anno.
Un normale lampione stradale spreca energia elettrica perché è generalmente costituito da tecnologie obsolete:
- Non utilizza apparecchi ad alta efficienza: impiega lampade a bassa efficienza energetica (vapori di mercurio, vapori di sodio, ioduri metallici);
- Non utilizza sistemi di controllo: utilizza lampade senza elettroniche di controllo come i riduttori del flusso luminoso;
- Non utilizza armature adeguate: utilizza armature che irradiano la luce in tutte le direzioni perdendo in efficienza luminosa sul piano stradale e determinando inquinamento luminoso;
Utilizzare, in alternativa, un lampione a LED determina invece una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ai lampioni tradizionali. I LED ormai sono una tecnologia matura, di notevole affidabilità nel tempo, con una durata commerciale 10 volte superiore a quella dei lampioni convenzionali, lavora a bassa tensione e, producendo un flusso luminoso unidirezionale, elimina automaticamente l’inquinamento luminoso, riduce i consumi, le emissioni inquinanti associate e la potenza impegnata.
Un esempio concreto esiste già. Il piccolo comune di Torraca, 1200 abitanti in provincia di Salerno, grazie all’iniziativa del suo sindaco Daniele Filizola (PdL) ha sostituito nel 2007 tutti i lampioni del Comune con lampioni a LED. Nei primi 6 mesi di funzionamento della nuova rete di illuminazione pubblica, nonostante i lampioni siano addirittura aumentati, il contatore ha registrato una riduzione del consumo di oltre 115.000 kWh corrispondenti a un risparmio di oltre 20.000 €, con una potenza impegnata che è passata da 42 a 17 kW.
Se lo Stato e le Regioni promuovessero un piano nazionale di cinque anni che completasse la conversione di tutte le reti di illuminazione pubblica con lampioni a LED si otterrebbero i seguenti vantaggi:
1. Un risparmio di energia elettrica di circa 4 miliardi di kWh corrispondente allo spegnimento o non accensione di una centrale nucleare di piccola taglia pari ad una potenza di circa 570 MW, cioè grande più del doppio della ex centrale di Trino Vercellese;
2. Generazione di risparmio sulle spese correnti e nuove risorse a disposizione delle Amministrazioni locali da re-investire in altre interventi di efficienza e di riduzione dei consumi energetici;
3. Lo sviluppo e potenziamento di un’industria italiana (ad esempio, i lampioni di Torraca impiegano LED di produzione americana ma l’armatura, l’elettronica e il brevetto sono italiani)
4. La creazione di posti di lavoro diretti e dell’indotto per circa 3.500 addetti.
E questa è solo una delle dieci di azioni che potrebbero essere intraprese a livello nazionale per rendere superflua l’energia nucleare.
Fonte: Ufficio stampa Kyoto Club
(riproduzione riservata)
Oggetto: energia e alternative ai combustibili fossili e al nucleare
Il comune di Pontinia è interessato dalla progettazione di una centrale a turbogas e di una a biomasse, dell’inceneritore nel nucleo industriale di Mazzocchio.
Questo farebbe aggravare una situazione già evidenziata di inquinamento atmosferico, di malattie dell’apparato respiratorio (oltre la media regionale), ma aggraverebbe ulteriormente la situazione già seria dell’economia locale, delle aziende esistenti e dell’agricoltura di qualità.
I 3 progetti da soli o insieme, impedirebbero qualsiasi ipotesi di sviluppo e di economia sana, nel rispetto della qualità della vita, della salute per le generazioni presenti e future.
Per questi motivi dopo che l’amministrazione ha detto no in modo chiaro e completo ai progetti delle 2 centrali, spero, si esprimerà al più presto all’ipotesi dell’inceneritore voluto dall’amministrazione provinciale il cui sito più probabile è proprio Mazzocchio.
Ma c’è un’altra ipotesi che potrebbe avere sicuramente ripercussioni sull’economia e sulla salute locale, quella delle 2 centrali nucleari in provincia di Latina.
Siccome l’amministrazione comunale deve dare risposte concrete ai cittadini favorendo uno sviluppo sano e armonico e una conseguente gestione del territorio non è più rinviabile l’adozione di iniziative di alternative, mediante il risparmio e l’efficienza energetica, oltre che l’uso di energia naturale e rinnovabile.
Partendo quindi dalle proposte del Kyoto club di alternativa al nucleare che allego, vi sono una serie di iniziative che un’amministrazione attenta alla salute, all’efficienza e al risparmio, come quella di Pontinia, deve immediatamente attuare, considerando che un normale lampione stradale a Pontinia, spreca energia perché costituito da tecnologie obsolete:
- Non utilizza apparecchi ad alta efficienza: impiega lampade a bassa efficienza energetica (vapori di mercurio, vapori di sodio, ioduri metallici);
- Non utilizza sistemi di controllo: utilizza lampade senza elettroniche di controllo come i riduttori del flusso luminoso;
- Non utilizza armature adeguate: utilizza armature che irradiano la luce in tutte le direzioni perdendo in efficienza luminosa sul piano stradale e determinando inquinamento luminoso;
Utilizzare, in alternativa, un lampione a LED determina invece una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ai lampioni tradizionali. I LED ormai sono una tecnologia matura, di notevole affidabilità nel tempo, con una durata commerciale 10 volte superiore a quella dei lampioni convenzionali, lavora a bassa tensione e, producendo un flusso luminoso unidirezionale, elimina automaticamente l’inquinamento luminoso, riduce i consumi, le emissioni inquinanti associate e la potenza impegnata.
Un esempio concreto esiste già. Il piccolo comune di Torraca, 1200 abitanti in provincia di Salerno, grazie all’iniziativa del suo sindaco Daniele Filizola (PdL) ha sostituito nel 2007 tutti i lampioni del Comune con lampioni a LED. Nei primi 6 mesi di funzionamento della nuova rete di illuminazione pubblica, nonostante i lampioni siano addirittura aumentati, il contatore ha registrato una riduzione del consumo di oltre 115.000 kWh corrispondenti a un risparmio di oltre 20.000 €, con una potenza impegnata che è passata da 42 a 17 kW.
Se lo Stato e le Regioni promuovessero un piano nazionale di cinque anni che completasse la conversione di tutte le reti di illuminazione pubblica con lampioni a LED si otterrebbero i seguenti vantaggi:
1. Un risparmio di energia elettrica di circa 4 miliardi di kWh corrispondente allo spegnimento o non accensione di una centrale nucleare di piccola taglia pari ad una potenza di circa 570 MW, cioè grande più del doppio della ex centrale di Trino Vercellese;
2. Generazione di risparmio sulle spese correnti e nuove risorse a disposizione delle Amministrazioni locali da re-investire in altre interventi di efficienza e di riduzione dei consumi energetici;
3. Lo sviluppo e potenziamento di un’industria italiana (ad esempio, i lampioni di Torraca impiegano LED di produzione americana ma l’armatura, l’elettronica e il brevetto sono italiani)
4. La creazione di posti di lavoro diretti e dell’indotto per circa 3.500 addetti.
Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 30 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Il Kyoto Club propone dieci alternative al nucleareL'efficienza energetica può far risparmiare miliardi di chilowattora
30/06/2008 - Il Kyoto Club ritiene che la scelta del Governo di riportare il nucleare in Italia sia profondamente sbagliata per motivazioni tecnologiche, organizzative e soprattutto economiche.
In particolare, l’opzione nucleare nel nostro paese richiederebbe un massiccio impiego di risorse pubbliche che avrebbe l’immediato effetto di distogliere per i prossimi anni ingenti investimenti dal settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Rinnovabili ed efficienza energetica che noi riteniamo scelte alternative alla costruzione, alla gestione e alla dismissione dei reattori nucleari.
Mentre le prime rispondono a criteri di maggiore convenienza economica, ambientale e consentono di ottenere risultati significativi in tempi rapidi, l’attuale nucleare è una tecnologia obsoleta e senza futuro. Dopo oltre 50 anni non ha ancora risolto i problemi di sicurezza intrinseca delle centrali e dello stoccaggio delle scorie e dovrà affrontare il prossimo esaurimento delle risorse di uranio.
Da un punto di vista economico, Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, citando in un suo articolo uno studio del 2006 di Amory Lovins del RMI, ha messo in evidenza che “nel contesto statunitense per ogni centesimo di dollaro speso per 1 kWh nucleare si potrebbero acquistare 1,2-1,7 kWh eolici o si potrebbe risparmiare fino a 10 kWh grazie ad interventi di efficienza energetica”.
“Proprio su questi aspetti il Kyoto Club vorrà dimostrare l’inadeguatezza di una scelta nuclearista per l’Italia”, ha detto Mario Gamberale, direttore operativo dell’associazione. “Oggi infatti sono pronte una pluralità di soluzioni tecnologiche alternative alla costruzioni di nuove centrali nucleari - spiega Gamberale - e nel corso delle prossime settimane informeremo i cittadini, le imprese e i decisori pubblici su come sfruttare la ‘risorsa efficienza energetica’ attingendo da tantissimi potenziali ‘serbatoi o riserve’ ancora pressoché inesplorati che, insieme, potrebbero consentire in circa 5-6 anni (meno della metà del tempo necessario per la costruzione un reattore) di “evitare” la generazione di decine di miliardi di chilowattora.
L’illuminazione pubblica è uno di questi settori. Si è stimato che l’illuminazione pubblica italiana ha un consumo elettrico di circa 6,5 TWh all’anno.
Un normale lampione stradale spreca energia elettrica perché è generalmente costituito da tecnologie obsolete:
- Non utilizza apparecchi ad alta efficienza: impiega lampade a bassa efficienza energetica (vapori di mercurio, vapori di sodio, ioduri metallici);
- Non utilizza sistemi di controllo: utilizza lampade senza elettroniche di controllo come i riduttori del flusso luminoso;
- Non utilizza armature adeguate: utilizza armature che irradiano la luce in tutte le direzioni perdendo in efficienza luminosa sul piano stradale e determinando inquinamento luminoso;
Utilizzare, in alternativa, un lampione a LED determina invece una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ai lampioni tradizionali. I LED ormai sono una tecnologia matura, di notevole affidabilità nel tempo, con una durata commerciale 10 volte superiore a quella dei lampioni convenzionali, lavora a bassa tensione e, producendo un flusso luminoso unidirezionale, elimina automaticamente l’inquinamento luminoso, riduce i consumi, le emissioni inquinanti associate e la potenza impegnata.
Un esempio concreto esiste già. Il piccolo comune di Torraca, 1200 abitanti in provincia di Salerno, grazie all’iniziativa del suo sindaco Daniele Filizola (PdL) ha sostituito nel 2007 tutti i lampioni del Comune con lampioni a LED. Nei primi 6 mesi di funzionamento della nuova rete di illuminazione pubblica, nonostante i lampioni siano addirittura aumentati, il contatore ha registrato una riduzione del consumo di oltre 115.000 kWh corrispondenti a un risparmio di oltre 20.000 €, con una potenza impegnata che è passata da 42 a 17 kW.
Se lo Stato e le Regioni promuovessero un piano nazionale di cinque anni che completasse la conversione di tutte le reti di illuminazione pubblica con lampioni a LED si otterrebbero i seguenti vantaggi:
1. Un risparmio di energia elettrica di circa 4 miliardi di kWh corrispondente allo spegnimento o non accensione di una centrale nucleare di piccola taglia pari ad una potenza di circa 570 MW, cioè grande più del doppio della ex centrale di Trino Vercellese;
2. Generazione di risparmio sulle spese correnti e nuove risorse a disposizione delle Amministrazioni locali da re-investire in altre interventi di efficienza e di riduzione dei consumi energetici;
3. Lo sviluppo e potenziamento di un’industria italiana (ad esempio, i lampioni di Torraca impiegano LED di produzione americana ma l’armatura, l’elettronica e il brevetto sono italiani)
4. La creazione di posti di lavoro diretti e dell’indotto per circa 3.500 addetti.
E questa è solo una delle dieci di azioni che potrebbero essere intraprese a livello nazionale per rendere superflua l’energia nucleare.
Fonte: Ufficio stampa Kyoto Club
(riproduzione riservata)
domenica 29 giugno 2008
provincia di Latina anti ciclismo, complimenti a Filippo Simeoni
Oggetto: provincia di Latina anti ciclismo
La provincia di Latina è l’ideale per il ciclismo.Clima mite, strade pianeggianti, collegamento in pochi km tra collinee mare, laghi, parco del Circeo.Un’organizzazione (Amatori Latina) tra le più forti e attrezzated’Italia, con scorta tecnica, 2 ambulanze, medico al seguito epersonale agli incroci.Ma anche anti agonismo esasperato, chi non lascia spazio agli altriviene escluso.Così come chi non rispetta gli altri oppure le semplici regole dicorrettezza e sportività.Ma è anche un modo per fare gareggiare persone tra i 18 e i 70 anni,in sicurezza.Sappiamo invece che la cultura degli amministratori locali lascia adesiderare in materia di trasporti, sicurezza, infrastrutture, pisteciclabili, aree a traffico limitati.I risultati di questa politica si vedono.Incidenti continui, maleducazione e mancata osservazione del codicestradale sono una costante.Mancanza di un piano del traffico, dei parcheggi, del trasportopubblico integrato, gestione del lungomare, traffico caotico, ingorghi.Non stupisce, quindi, se altre città europee o italiane, avvantagginoil trasporto su 2 ruote, migliorando la forma fisica, la sicurezza,riducano l’inquinamento, mentre a Latina succede il contrario.Suv a sproposito in centro o solo per fare pochi passi, macchine digrossa cilindrata in percentuale sicuramente superiore al restod’Italia.Nessuna meraviglia, quindi, se il capoluogo perde posizioni ogni annonella classifica della vivibilità e della qualità della vita.I pedoni e i ciclisti da soluzione diventano nemici della sicurezza,da eliminare anche impedendone le corse la domenica nel periodocompreso tra il 1. luglio e il 15 settembre.In questo modo 200 e oltre ciclisti che anziché correre protetti dascorte motorizzate o agli incroci, con ambulanza e medico, auto alseguito vengano costretti a circolare invece in piccoli gruppettiaumentando il pericolo soprattutto per sé stessi.Nel mondo pontino al contrario, succede anche questo.Se succedono troppi incidenti anziché incidere sul problema (inciviltàsu 4 ruote) è più facile prendersela con l’anello più debole dellacatena.Poi se proibisco o limito l’uso della bicicletta per spostarsidovranno usare la macchina e consumare petrolio, facendo felici lecompagnie petrolifere e i produttori delle macchine.La vittoria di Filippo Simeoni ciclista di Sezze è la vera anomalia diuna provincia che non lo merita questo titolo italiano diprofessionismo su strada.Simeoni non ha vinto solo contro il sistema ciclistico(http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/simeoni-campione/simeoni-campione/simeoni-campione.html) ma anche control’insensibilità della classe politica dell’intera provincia.
Complimenti a Filippo Simeoni
Per la prima volta nella storia un ciclista della provincia di Latinaè campione italiano di ciclismo su strada professionisti, grazie aFilippo Simeoni di Sezze.L'impegno, la professionalità, la grinta, il coraggio hanno premiatoSimeoni con la meritata maglia tricolore.La tradizione ciclistica di Sezze, in pista, è importante con GiorgioRossi più volte campione italiano e vice campione mondiale ed olimpicoin tandem, con Luigi Orlandi dietro motore spesso protagonista neicampionati mondiali oltre che italiani.Con Marco Votolo grandi soddisfazioni nel ciclismo su stradaprofessionistico (10. ad una Vuelta e primo degli italiani, a lungomaglia bianca al Giro d'Italia quale miglior giovane).Adesso con Simeoni il miglior risultato dopo altri importanti successi.
Pontinia 29 giugno 2008 Giorgio Libralato
La provincia di Latina è l’ideale per il ciclismo.Clima mite, strade pianeggianti, collegamento in pochi km tra collinee mare, laghi, parco del Circeo.Un’organizzazione (Amatori Latina) tra le più forti e attrezzated’Italia, con scorta tecnica, 2 ambulanze, medico al seguito epersonale agli incroci.Ma anche anti agonismo esasperato, chi non lascia spazio agli altriviene escluso.Così come chi non rispetta gli altri oppure le semplici regole dicorrettezza e sportività.Ma è anche un modo per fare gareggiare persone tra i 18 e i 70 anni,in sicurezza.Sappiamo invece che la cultura degli amministratori locali lascia adesiderare in materia di trasporti, sicurezza, infrastrutture, pisteciclabili, aree a traffico limitati.I risultati di questa politica si vedono.Incidenti continui, maleducazione e mancata osservazione del codicestradale sono una costante.Mancanza di un piano del traffico, dei parcheggi, del trasportopubblico integrato, gestione del lungomare, traffico caotico, ingorghi.Non stupisce, quindi, se altre città europee o italiane, avvantagginoil trasporto su 2 ruote, migliorando la forma fisica, la sicurezza,riducano l’inquinamento, mentre a Latina succede il contrario.Suv a sproposito in centro o solo per fare pochi passi, macchine digrossa cilindrata in percentuale sicuramente superiore al restod’Italia.Nessuna meraviglia, quindi, se il capoluogo perde posizioni ogni annonella classifica della vivibilità e della qualità della vita.I pedoni e i ciclisti da soluzione diventano nemici della sicurezza,da eliminare anche impedendone le corse la domenica nel periodocompreso tra il 1. luglio e il 15 settembre.In questo modo 200 e oltre ciclisti che anziché correre protetti dascorte motorizzate o agli incroci, con ambulanza e medico, auto alseguito vengano costretti a circolare invece in piccoli gruppettiaumentando il pericolo soprattutto per sé stessi.Nel mondo pontino al contrario, succede anche questo.Se succedono troppi incidenti anziché incidere sul problema (inciviltàsu 4 ruote) è più facile prendersela con l’anello più debole dellacatena.Poi se proibisco o limito l’uso della bicicletta per spostarsidovranno usare la macchina e consumare petrolio, facendo felici lecompagnie petrolifere e i produttori delle macchine.La vittoria di Filippo Simeoni ciclista di Sezze è la vera anomalia diuna provincia che non lo merita questo titolo italiano diprofessionismo su strada.Simeoni non ha vinto solo contro il sistema ciclistico(http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/simeoni-campione/simeoni-campione/simeoni-campione.html) ma anche control’insensibilità della classe politica dell’intera provincia.
Complimenti a Filippo Simeoni
Per la prima volta nella storia un ciclista della provincia di Latinaè campione italiano di ciclismo su strada professionisti, grazie aFilippo Simeoni di Sezze.L'impegno, la professionalità, la grinta, il coraggio hanno premiatoSimeoni con la meritata maglia tricolore.La tradizione ciclistica di Sezze, in pista, è importante con GiorgioRossi più volte campione italiano e vice campione mondiale ed olimpicoin tandem, con Luigi Orlandi dietro motore spesso protagonista neicampionati mondiali oltre che italiani.Con Marco Votolo grandi soddisfazioni nel ciclismo su stradaprofessionistico (10. ad una Vuelta e primo degli italiani, a lungomaglia bianca al Giro d'Italia quale miglior giovane).Adesso con Simeoni il miglior risultato dopo altri importanti successi.
Pontinia 29 giugno 2008 Giorgio Libralato
370 mila euro per la messa in sicurezza di via Napoli
Oggetto: 370 mila euro per la messa in sicurezza di via Napoli
Via Napoli è una delle principale strade di accesso di Pontinia e non è decisamente un bel biglietto da visita.
Venendo da Latina sulla destra una parte del marciapiede non è praticabile e anche quello sul lato sinistro lascia spesso a desiderare.
Poi il mancato controllo degli accessi (passi carrabili) ha fatto sviluppare una serie di abusi e di pessima abitudine in contrasto al buon senso, al decoro, al rispetto anche del codice stradale impediscono il transito delle persone su ruote. Questo purtroppo non succede solo su via Napoli, ma anche su via Trieste, via Giulio Cesare, via Mameli, via Marconi, solo per citarne alcune.
Ma questa è una costante di molte strade di Pontinia.
Così come la mancanza di piste ciclabili, di parcheggi disordinati oppure in contrasto allo stesso codice della strada.
Alcuni incroci di via Napoli poi sono particolarmente preda di maleducati con parcheggio che rende impossibile la visuale e crea incidenti che si potrebbero evitare, con le vie:
- L’Aquila;
- Sardegna;
- Emilia;
- Guglielmo Marconi.
Considerato che non è pensabile la presenza costante di Carabinieri e di Vigili Urbani per sanzionare il mancato rispetto del codice stradale a Pontinia (ci vorrebbe il triplo del personale) oppure installare le telecamere per la videosorveglianza, sicuramente si potrebbe pensare di installare degli specchi parabolici per aumentare la visuale oltre i maleducati e i loro veicoli.
Anche il manto stradale di molte strade, tra cui appunto via Napoli, lascia scoperti buche e tombini, non ha la pendenza adatta per lo smaltimento dell’acqua e non è realizzato con materiali che evitino il fenomeno dell’acquaplannig.
Con piacere, dopo anni di inutili segnalazioni agli amministratori leggo che il 24 giugno la giunta del comune di Pontinia ha emanato la delibera n. 92 con l’importo di spesa pari a 370 mila euro (vedere testo completo http://www.comune.pontinia.lt.it/de/attachment.php?ATDOSSS=5186).
Nessuno si aspetta che a Pontinia venga utilizzato il manto stradale che assorbe inquinamento o che produca energia elettrica, come avviene in altri parti d’Italia e nel mondo, ma il rispetto all’intelligenza delle persone sì.
Sicuramente, quindi, questo progetto prevederà:
- adeguamento di tutti gli accessi (passi carrabili) irregolari e che impediscono il transito a persone su ruote;
- manutenzione e adeguamento dei marciapiedi che per larghezza, scivoli, materiale, altezza, eliminazione di ostacoli consentono il transito a persone su ruote;
- realizzazione della pista ciclabile almeno su un lato della strada;
- installazione di specchi parabolici in corrispondenza degli incroci;
- rifacimento e adeguamento della segnaletica stradale orizzontale e verticale;
- rifacimento del manto stradale per eliminare buche e tombini con manto stradale aventi caratteristiche anti gelo e che evitino l’acquaplanning;
- rifacimento del manto stradale in modo da evitare pozzanghere e ristagno d’acqua.
Pontinia 29 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Via Napoli è una delle principale strade di accesso di Pontinia e non è decisamente un bel biglietto da visita.
Venendo da Latina sulla destra una parte del marciapiede non è praticabile e anche quello sul lato sinistro lascia spesso a desiderare.
Poi il mancato controllo degli accessi (passi carrabili) ha fatto sviluppare una serie di abusi e di pessima abitudine in contrasto al buon senso, al decoro, al rispetto anche del codice stradale impediscono il transito delle persone su ruote. Questo purtroppo non succede solo su via Napoli, ma anche su via Trieste, via Giulio Cesare, via Mameli, via Marconi, solo per citarne alcune.
Ma questa è una costante di molte strade di Pontinia.
Così come la mancanza di piste ciclabili, di parcheggi disordinati oppure in contrasto allo stesso codice della strada.
Alcuni incroci di via Napoli poi sono particolarmente preda di maleducati con parcheggio che rende impossibile la visuale e crea incidenti che si potrebbero evitare, con le vie:
- L’Aquila;
- Sardegna;
- Emilia;
- Guglielmo Marconi.
Considerato che non è pensabile la presenza costante di Carabinieri e di Vigili Urbani per sanzionare il mancato rispetto del codice stradale a Pontinia (ci vorrebbe il triplo del personale) oppure installare le telecamere per la videosorveglianza, sicuramente si potrebbe pensare di installare degli specchi parabolici per aumentare la visuale oltre i maleducati e i loro veicoli.
Anche il manto stradale di molte strade, tra cui appunto via Napoli, lascia scoperti buche e tombini, non ha la pendenza adatta per lo smaltimento dell’acqua e non è realizzato con materiali che evitino il fenomeno dell’acquaplannig.
Con piacere, dopo anni di inutili segnalazioni agli amministratori leggo che il 24 giugno la giunta del comune di Pontinia ha emanato la delibera n. 92 con l’importo di spesa pari a 370 mila euro (vedere testo completo http://www.comune.pontinia.lt.it/de/attachment.php?ATDOSSS=5186).
Nessuno si aspetta che a Pontinia venga utilizzato il manto stradale che assorbe inquinamento o che produca energia elettrica, come avviene in altri parti d’Italia e nel mondo, ma il rispetto all’intelligenza delle persone sì.
Sicuramente, quindi, questo progetto prevederà:
- adeguamento di tutti gli accessi (passi carrabili) irregolari e che impediscono il transito a persone su ruote;
- manutenzione e adeguamento dei marciapiedi che per larghezza, scivoli, materiale, altezza, eliminazione di ostacoli consentono il transito a persone su ruote;
- realizzazione della pista ciclabile almeno su un lato della strada;
- installazione di specchi parabolici in corrispondenza degli incroci;
- rifacimento e adeguamento della segnaletica stradale orizzontale e verticale;
- rifacimento del manto stradale per eliminare buche e tombini con manto stradale aventi caratteristiche anti gelo e che evitino l’acquaplanning;
- rifacimento del manto stradale in modo da evitare pozzanghere e ristagno d’acqua.
Pontinia 29 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
informazioni sulle energie rinnovabili
Negli ultimi anni, in Europa, le energie rinnovabili sono oggetto di espressi provvedimenti legislativi e di politiche di incentivazione statali il cui fine generale è quello di definire una politica di uso razionale dell'energia. Si potrebbe parlare di diritto delle fonti rinnovabili come di una branca del diritto dell'energia se si considera la necessità di regolamentare un mercato che a livello mondiale e soprattutto europeo rappresenta una tra le più remunerative fonti di business. Per quanto concerne poi gli aspetti legali connessi alla fattibilità di un'operazione d'investimento che abbia ad oggetto lo sviluppo e la realizzazione di un impianto industriale fotovoltaico, sono diversi i campi del diritto in cui il business lawyer è tenuto ad operare: dal diritto amministrativo al societario, dalla normativa ambientale alla contrattualistica internazionale di settore fino a sconfinare alla normativa tecnica industriale e al ricorso al c.d. project finance. Nelle righe che seguono cercherò molto brevemente di analizzare i tratti salienti di una normativa a primo impatto molto complessa nelle sue diverse ramificazioni. In generale ed a livello mondiale la normativa tecnica sul fotovoltaico è sviluppata in ambito IEC (International Electrotechnical Commission), in ambito europeo dal CENELEC (European Committee for Electrotechnical Standardization), ed in Italia, infine, l'ente competente è il CEI. A livello nazionale, la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica, è disciplinata dalla normativa tecnico/amministrativa dettata di seguito:
Il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387; il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 19 febbraio 2007, "criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387" ed il decreto del Ministro delle attività produttive 28 luglio 2005. "criteri per l'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare";
le delibere dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (nel seguito AEEG o Autorità) n. 89/07, 281/05, 33/08 (all.1 CEI 016), atto DCO 5/08 (Testo integrato connessione impianti di produzione);
la normativa tecnica inerente alla connessione alla rete in Media Tensione (MT) o Alta Tensione (AT) sviluppata dai distributori (Terna, Enel, ecc.) rappresentate dalle DK 5740, DK 5600, DK 5310;
la normativa locale (regionale e provinciale) inerente allo sviluppo di impianti fotovoltaici industriali autorizzati in base alla c.d. DIA (dichiarazione inizio lavori) o procedura di Autorizzazione Unica ex art. 12 d.lgs. 387/2003.In linea generale occorre, preventivamente, sottolineare che l'articolo 117 comma 3 della Costituzione dispone che "produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia" è una materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. In tal caso, dunque, allo Stato compete la determinazione dei principi fondamentali mentre alle Regioni spetta l'adozione, nel rispetto dei principi statali, della legislazione di dettaglio. Le norme statali di principio possono avere un'influenza differente, nel rispetto dell'autonomia regionale, a seconda di come ciascuna Regione decida di esercitare le proprie funzioni. L'iter autorizzativo.L'ottenimento dell'autorizzazione di istallazione di un impianto fotovoltaico rappresenta uno degli elementi che maggiormente incide sulla tempistica legata all'entrata in esercizio di un impianto. Poche regioni, ad oggi, hanno seguito l'esempio della regione Puglia o Sicilia che si sono dotate di una normativa che chiarisce quale sia l'iter autorizzativo e/o burocratico per lo sviluppo di un determinato numero di Mw da fonti rinnovabili. A livello nazionale, l'articolo 12 del Decreto Legislativo 387/2003 razionalizza e semplifica la procedura autorizzativa ad oggetto:
la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili;
gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione;
le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla Regione.In sostanza, la procedura ripercorre le seguenti fasi:
il produttore presenta la domanda di autorizzazione all'ente pubblico competente (Regione o Provincia);
la Regione, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda di autorizzazione convoca la Conferenza dei Servizi;
l'autorizzazione è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate. Il termine massimo per la conclusione del procedimento non può essere superiore a 180 giorni. Il rilascio dell'autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l'impianto in conformità al progetto approvato e deve contenere l'obbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dell'impianto.Ovviamente, prima di dare inizio ai lavori, è opportuno lasciare decorrere il termine entro il quale qualsiasi soggetto interessato (e quindi non favorevole alla realizzazione di un impianto) ha la facoltà di impugnare il provvedimento amministrativo dinanzi al TAR regionale competente. Best location: analisi e ceck dei terreni idoneiL'articolo 12 comma 7 del Decreto Legislativo 387/03 (normativa statale), dispone che gli impianti di produzione di energia elettrica possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell'ubicazione si deve tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. In Conferenza unificata, su proposta del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del Ministro per i beni e le attività culturali, si approvano le linee guida volte, in particolare, ad assicurare un corretto inserimento degli impianti nel paesaggio. In attuazione di tali linee guida, le regioni possono procedere all'indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti. Nella prassi, diviene fondamentale analizzare, verificare e selezionare le best location idonee all'istallazione dell'impianto fotovoltaico tenuto conto sia delle disposizioni regionali in particolare quanto previsto dalle delibere delle singole Giunte, onde evitare il rischio di concludere negoziazioni infruttifere su terreni inidonei. Infine, l'operatore, una volta analizzata la normativa locale, nella pianificazione del proprio investimento dovrà tener in considerazione i seguenti aspetti (a titolo non del tutto esaustivo):
analizzare e verificare presso gli uffici competenti la vincolistica esistente sul terreno oggetto di negoziazione;
verificare la presenza di pegni, garanzie ed oneri gravanti sul terreno;
analizzare e verificare l'area individuata come ambientalmente critica (es. la verifica di area SIC e ZPS soggetta per legge alla procedura ambientale di VIA, che andrebbe notevolmente ad allungare i tempi di realizzazione ed entrata in esercizio dell'impianto);
valutazione della potenza istallabile in loco variabile sostanzialmente di regione in regione;
valutazione dell'opportunità o meno di avvio della procedura ambientale (c.d. screening o VIA);
verificare l'irraggiamento attuale nelle regione facendo riferimento ai dati forniti dal PVGIS e/o UNI;
verificare la tempistica legata alla richiesta di connessione alla Rete Nazionale e all'ottenimento delle autorizzazioni amministrative necessarie per la costruzione della rete di connessione dell'impianto fotovoltaico industriale.
Ottenimento del consenso degli enti locali nella realizzazione dell'impianto (a parere dello scrivente, uno dei maggiori elementi che incide nella realizzazione del piano di investimento in project finance) In ordine alla possibilità per uno stesso soggetto proponente di installare più impianti fotovoltaici, sia la normativa statale che le normative regionali non prevedono espressamente alcuna limitazione: ciò dovrebbe comportare la possibilità per lo stesso soggetto proponente di installare anche più impianti fotovoltaici contigui tra loro. La connessione alla rete e l'accesso alle tariffe incentivantiPrendendo parte ad una delle maggiori convention attinenti al fotovoltaico, cito gli intersolar o solarexpo che con una certa continuità sono in continuo organizzazione in Italia, nel resto dell'Europa e non solo, si è riscontrato, discutendo con gli operatori del settore, che uno dei maggiori problemi connessi alla realizzazione di un impianto sta nella difficoltà di ottenere in tempi brevi l'autorizzazione alla connessione alla rete nazionale, nonostante le sanzioni penali a carico del gestore di rete previste ex lege. Ciò premesso, su impulso dell'Autorità, il CEI ha predisposto la norma CEI 016 a sua volta contenuta nell'allegato n. 1 della delibera AEEG n. 33/08 che, essenzialmente, stabilisce le nuove regole tecniche di connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT e MT agli impianti di tensione nominale superiore ad 1 kV. La norma CEI 016 che entrerà in vigore nel settembre 2008 rappresenta la regola tecnica di riferimento (e non più dalla Enel DK 5740) per tutti gli operatori in Italia ed in sostituzione delle singole regole tecniche delle imprese distributrici. È un provvedimento di estrema importanza con il quale L'Authority ha inteso superare le disposizioni dei distributori di energia (le cd. DK 5600, 5740 che ad oggi continuano ad essere in vigore) ed il cui fine è quello di uniformare la normativa industriale. Il "nuovo conto energia": la procedura di accesso alla tariffa incentivanteLa tariffa incentivante è il corrispettivo che viene corrisposto dal GSE (Intermediario commerciale e unico responsabile della promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili) al produttore di energia da fonti rinnovabili e commisurato sulla base dell'energia prodotta dagli impianti. Le tariffe sono distinte in base alla potenza di picco e al tipo di impianto e non sono cumulabili con altre forme di incentivi quali i c.d. certificati verdi e/o certificati bianchi, oppure se trattasi di produttore già beneficiario della detrazione fiscale prevista ex art. 2 comma 5 legge n. 289/2002 o, infine, se beneficiario di incentivi pubblici in conto capitale e/o interessi eccedenti il 20% del costo dell'investimento. L'accesso alle tariffe incentivanti viene disciplinata dall'art. 5 del DM 19 febbraio 2007 nonché la procedura che il produttore deve seguire al fine di ottenere la connessione alla rete disciplinata dalla deliberazione AEEG 281/05, di seguito le fasi salienti:
invio del progetto preliminare ad Enel;
pagamento della fee di 1.250,00 euro per l'elaborazione della STMG (soluzione tecnica minima);
consegna di Enel del punto di connessione al produttore;
mancata accettazione delle STMG ritrasmissione in sede ENEL per una nuova elaborazione della soluzione tecnica;
accettazione del produttore della STMG;
stipulazione del contratto di connessione tra produttore ed Enel;
pagamento della fideiussione da parte del produttore;
pagamento del corrispettivo per la connessione alla rete;
inizio lavori da parte di Enel. A seguito della realizzazione dell'impianto ed entro 60 giorni dalla sua entrata in esercizio, il produttore è tenuto a richiedere al GSE la concessione della tariffa incentivante. Entro 60 giorni seguenti la richiesta il GSE è tenuto a comunicare la tariffa incentivante la quale viene determinata sulla base di tre parametri: la classe di potenza, la tipologia dell'impianto e l'anno di entrata in esercizio dell'impianto. ConclusioniQuanto appena descritto ha l'intento, si spera esaustivo, di offrire una panoramica sul quadro normativo, sulle procedure amministrative e le problematiche legali che possono sorgere durante la definizione di un piano di fattibilità che ha come oggetto lo sviluppo di un impianto fotovoltaico industriale. Come è facile immaginare, molti altri e molteplici sono gli aspetti legali legati ad esempio alla reale bancabilità del progetto e all'avvio di un project finance in cui gli operatori del diritto sempre più specializzati trovano un campo fertile di crescita e rafforzamento delle proprie competenze. Pertanto viene da chiedersi se esiste un reale diritto delle energie rinnovabili? Una cosa è certa, esiste l'esigenza di uniformare le diverse normative emanate dagli enti pubblici coinvolti, ad avviso dello scrivente, all'interno di un Testo Unico che sia in grado di guidare gli operatori del diritto e del settore verso un modus operandi più chiaro. Forse sarebbe anche il caso di seguire l'esempio della Spagna laddove gli investimenti sempre maggiori da parte dei player stranieri ed italiani sono giustificati anche da un alta semplificazione amministrativa/burocratica del settore rinnovabili, non come in Italia, dove "è necessario complicarsi la vita per rendere migliore il mondo".
A cura di Antonio SerravezzaLegal Advisor
[Riproduzione riservata]
http://www.lavoripubblici.it/2007/dettaglio_notizia.php?agap=czo4OiJNelV6TkE9PSI7
Il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387; il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 19 febbraio 2007, "criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387" ed il decreto del Ministro delle attività produttive 28 luglio 2005. "criteri per l'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare";
le delibere dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (nel seguito AEEG o Autorità) n. 89/07, 281/05, 33/08 (all.1 CEI 016), atto DCO 5/08 (Testo integrato connessione impianti di produzione);
la normativa tecnica inerente alla connessione alla rete in Media Tensione (MT) o Alta Tensione (AT) sviluppata dai distributori (Terna, Enel, ecc.) rappresentate dalle DK 5740, DK 5600, DK 5310;
la normativa locale (regionale e provinciale) inerente allo sviluppo di impianti fotovoltaici industriali autorizzati in base alla c.d. DIA (dichiarazione inizio lavori) o procedura di Autorizzazione Unica ex art. 12 d.lgs. 387/2003.In linea generale occorre, preventivamente, sottolineare che l'articolo 117 comma 3 della Costituzione dispone che "produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia" è una materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. In tal caso, dunque, allo Stato compete la determinazione dei principi fondamentali mentre alle Regioni spetta l'adozione, nel rispetto dei principi statali, della legislazione di dettaglio. Le norme statali di principio possono avere un'influenza differente, nel rispetto dell'autonomia regionale, a seconda di come ciascuna Regione decida di esercitare le proprie funzioni. L'iter autorizzativo.L'ottenimento dell'autorizzazione di istallazione di un impianto fotovoltaico rappresenta uno degli elementi che maggiormente incide sulla tempistica legata all'entrata in esercizio di un impianto. Poche regioni, ad oggi, hanno seguito l'esempio della regione Puglia o Sicilia che si sono dotate di una normativa che chiarisce quale sia l'iter autorizzativo e/o burocratico per lo sviluppo di un determinato numero di Mw da fonti rinnovabili. A livello nazionale, l'articolo 12 del Decreto Legislativo 387/2003 razionalizza e semplifica la procedura autorizzativa ad oggetto:
la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili;
gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione;
le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla Regione.In sostanza, la procedura ripercorre le seguenti fasi:
il produttore presenta la domanda di autorizzazione all'ente pubblico competente (Regione o Provincia);
la Regione, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda di autorizzazione convoca la Conferenza dei Servizi;
l'autorizzazione è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate. Il termine massimo per la conclusione del procedimento non può essere superiore a 180 giorni. Il rilascio dell'autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l'impianto in conformità al progetto approvato e deve contenere l'obbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dell'impianto.Ovviamente, prima di dare inizio ai lavori, è opportuno lasciare decorrere il termine entro il quale qualsiasi soggetto interessato (e quindi non favorevole alla realizzazione di un impianto) ha la facoltà di impugnare il provvedimento amministrativo dinanzi al TAR regionale competente. Best location: analisi e ceck dei terreni idoneiL'articolo 12 comma 7 del Decreto Legislativo 387/03 (normativa statale), dispone che gli impianti di produzione di energia elettrica possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell'ubicazione si deve tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. In Conferenza unificata, su proposta del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del Ministro per i beni e le attività culturali, si approvano le linee guida volte, in particolare, ad assicurare un corretto inserimento degli impianti nel paesaggio. In attuazione di tali linee guida, le regioni possono procedere all'indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti. Nella prassi, diviene fondamentale analizzare, verificare e selezionare le best location idonee all'istallazione dell'impianto fotovoltaico tenuto conto sia delle disposizioni regionali in particolare quanto previsto dalle delibere delle singole Giunte, onde evitare il rischio di concludere negoziazioni infruttifere su terreni inidonei. Infine, l'operatore, una volta analizzata la normativa locale, nella pianificazione del proprio investimento dovrà tener in considerazione i seguenti aspetti (a titolo non del tutto esaustivo):
analizzare e verificare presso gli uffici competenti la vincolistica esistente sul terreno oggetto di negoziazione;
verificare la presenza di pegni, garanzie ed oneri gravanti sul terreno;
analizzare e verificare l'area individuata come ambientalmente critica (es. la verifica di area SIC e ZPS soggetta per legge alla procedura ambientale di VIA, che andrebbe notevolmente ad allungare i tempi di realizzazione ed entrata in esercizio dell'impianto);
valutazione della potenza istallabile in loco variabile sostanzialmente di regione in regione;
valutazione dell'opportunità o meno di avvio della procedura ambientale (c.d. screening o VIA);
verificare l'irraggiamento attuale nelle regione facendo riferimento ai dati forniti dal PVGIS e/o UNI;
verificare la tempistica legata alla richiesta di connessione alla Rete Nazionale e all'ottenimento delle autorizzazioni amministrative necessarie per la costruzione della rete di connessione dell'impianto fotovoltaico industriale.
Ottenimento del consenso degli enti locali nella realizzazione dell'impianto (a parere dello scrivente, uno dei maggiori elementi che incide nella realizzazione del piano di investimento in project finance) In ordine alla possibilità per uno stesso soggetto proponente di installare più impianti fotovoltaici, sia la normativa statale che le normative regionali non prevedono espressamente alcuna limitazione: ciò dovrebbe comportare la possibilità per lo stesso soggetto proponente di installare anche più impianti fotovoltaici contigui tra loro. La connessione alla rete e l'accesso alle tariffe incentivantiPrendendo parte ad una delle maggiori convention attinenti al fotovoltaico, cito gli intersolar o solarexpo che con una certa continuità sono in continuo organizzazione in Italia, nel resto dell'Europa e non solo, si è riscontrato, discutendo con gli operatori del settore, che uno dei maggiori problemi connessi alla realizzazione di un impianto sta nella difficoltà di ottenere in tempi brevi l'autorizzazione alla connessione alla rete nazionale, nonostante le sanzioni penali a carico del gestore di rete previste ex lege. Ciò premesso, su impulso dell'Autorità, il CEI ha predisposto la norma CEI 016 a sua volta contenuta nell'allegato n. 1 della delibera AEEG n. 33/08 che, essenzialmente, stabilisce le nuove regole tecniche di connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT e MT agli impianti di tensione nominale superiore ad 1 kV. La norma CEI 016 che entrerà in vigore nel settembre 2008 rappresenta la regola tecnica di riferimento (e non più dalla Enel DK 5740) per tutti gli operatori in Italia ed in sostituzione delle singole regole tecniche delle imprese distributrici. È un provvedimento di estrema importanza con il quale L'Authority ha inteso superare le disposizioni dei distributori di energia (le cd. DK 5600, 5740 che ad oggi continuano ad essere in vigore) ed il cui fine è quello di uniformare la normativa industriale. Il "nuovo conto energia": la procedura di accesso alla tariffa incentivanteLa tariffa incentivante è il corrispettivo che viene corrisposto dal GSE (Intermediario commerciale e unico responsabile della promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili) al produttore di energia da fonti rinnovabili e commisurato sulla base dell'energia prodotta dagli impianti. Le tariffe sono distinte in base alla potenza di picco e al tipo di impianto e non sono cumulabili con altre forme di incentivi quali i c.d. certificati verdi e/o certificati bianchi, oppure se trattasi di produttore già beneficiario della detrazione fiscale prevista ex art. 2 comma 5 legge n. 289/2002 o, infine, se beneficiario di incentivi pubblici in conto capitale e/o interessi eccedenti il 20% del costo dell'investimento. L'accesso alle tariffe incentivanti viene disciplinata dall'art. 5 del DM 19 febbraio 2007 nonché la procedura che il produttore deve seguire al fine di ottenere la connessione alla rete disciplinata dalla deliberazione AEEG 281/05, di seguito le fasi salienti:
invio del progetto preliminare ad Enel;
pagamento della fee di 1.250,00 euro per l'elaborazione della STMG (soluzione tecnica minima);
consegna di Enel del punto di connessione al produttore;
mancata accettazione delle STMG ritrasmissione in sede ENEL per una nuova elaborazione della soluzione tecnica;
accettazione del produttore della STMG;
stipulazione del contratto di connessione tra produttore ed Enel;
pagamento della fideiussione da parte del produttore;
pagamento del corrispettivo per la connessione alla rete;
inizio lavori da parte di Enel. A seguito della realizzazione dell'impianto ed entro 60 giorni dalla sua entrata in esercizio, il produttore è tenuto a richiedere al GSE la concessione della tariffa incentivante. Entro 60 giorni seguenti la richiesta il GSE è tenuto a comunicare la tariffa incentivante la quale viene determinata sulla base di tre parametri: la classe di potenza, la tipologia dell'impianto e l'anno di entrata in esercizio dell'impianto. ConclusioniQuanto appena descritto ha l'intento, si spera esaustivo, di offrire una panoramica sul quadro normativo, sulle procedure amministrative e le problematiche legali che possono sorgere durante la definizione di un piano di fattibilità che ha come oggetto lo sviluppo di un impianto fotovoltaico industriale. Come è facile immaginare, molti altri e molteplici sono gli aspetti legali legati ad esempio alla reale bancabilità del progetto e all'avvio di un project finance in cui gli operatori del diritto sempre più specializzati trovano un campo fertile di crescita e rafforzamento delle proprie competenze. Pertanto viene da chiedersi se esiste un reale diritto delle energie rinnovabili? Una cosa è certa, esiste l'esigenza di uniformare le diverse normative emanate dagli enti pubblici coinvolti, ad avviso dello scrivente, all'interno di un Testo Unico che sia in grado di guidare gli operatori del diritto e del settore verso un modus operandi più chiaro. Forse sarebbe anche il caso di seguire l'esempio della Spagna laddove gli investimenti sempre maggiori da parte dei player stranieri ed italiani sono giustificati anche da un alta semplificazione amministrativa/burocratica del settore rinnovabili, non come in Italia, dove "è necessario complicarsi la vita per rendere migliore il mondo".
A cura di Antonio SerravezzaLegal Advisor
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http://www.lavoripubblici.it/2007/dettaglio_notizia.php?agap=czo4OiJNelV6TkE9PSI7
sabato 28 giugno 2008
il tempo passa inutilmente?
Rileggendo alcuni comunicati vecchi anni o decenni scopro che ci si può solo cambiare data, tanto i problemi politici e amministratori non li risolveranno.Parliamo di venti anni fa:
- come associazioni ambientaliste e verdi parlavamo di emergenza rifiuti, dell'inquinamento della discarica, del cancro provocato dagli inceneritori, dell'ecomafia sui rifiuti e solo i più intelligenti attuavano la raccolta differenziata.Dicevamo che l'emergenza era voluta perchè così avremmo avuto finanziamenti e procedure speciali, si poteva operare in assenza di programmazione, convenienza economica e il problema veniva solo spostato in là.Poi saltavano le procedure tecniche, sanitarie, ambientali.Con la raccolta differenziata, il riuso, la riduzione, il riciclo le amministrazioni risparmiavano, così come i cittadini.Meno spreco di energia e di risorse, come di materie prime, meno inquinamento e malattie.
- c'era il problema delle infrastrutture, della pericolosità delle strade, della carenza di parcheggi e che bisognava puntare sulla ferrovia, sul trasporto pubblico anzichè su quello privato. Si chiedevano piste ciclabili, zone a traffico limitato o pedonale
- si analizzava la carenza di scorte dei carburanti fossili e del loro prossimo esaurimento, motivo per il quale era necessario sull'energia naturale e rinnovabile, sul solare.Poi si ricordava la necessità di migliorare l'efficienza, ridurre gli sprechi.L'iter amministrativo era bloccato, in alcuni comuni si aspettava per una concessione edilizia 3-4-5 anni, per alcuni certificati pubblici (conservatoria, catasto, certificato di destinazione urbanistica) si aspettavano anche 6 mesi per l'inefficenza burocratica.C'era la necessità di ridurre la spesa pubblica, di migliorare la sanità.
- si conveniva che bisognava puntare sul turismo di qualità e sul rispetto dell'ambiente affinchè fosse un settore economico che continuasse a garantire un reddito ad una lunga serie di operatori.Si parlava della riqualificazione della marina, della gestione dei parcheggi sul lungomare, della necessità di attuare iniziative per attirare pubblico, turisti e fruitori anche in altri periodi.
- c'era l'inquinamento dei corsi d'acqua, la moria dei pesci, il problema delle falde.
Oggi invece questi problemi non esistono più.
- come associazioni ambientaliste e verdi parlavamo di emergenza rifiuti, dell'inquinamento della discarica, del cancro provocato dagli inceneritori, dell'ecomafia sui rifiuti e solo i più intelligenti attuavano la raccolta differenziata.Dicevamo che l'emergenza era voluta perchè così avremmo avuto finanziamenti e procedure speciali, si poteva operare in assenza di programmazione, convenienza economica e il problema veniva solo spostato in là.Poi saltavano le procedure tecniche, sanitarie, ambientali.Con la raccolta differenziata, il riuso, la riduzione, il riciclo le amministrazioni risparmiavano, così come i cittadini.Meno spreco di energia e di risorse, come di materie prime, meno inquinamento e malattie.
- c'era il problema delle infrastrutture, della pericolosità delle strade, della carenza di parcheggi e che bisognava puntare sulla ferrovia, sul trasporto pubblico anzichè su quello privato. Si chiedevano piste ciclabili, zone a traffico limitato o pedonale
- si analizzava la carenza di scorte dei carburanti fossili e del loro prossimo esaurimento, motivo per il quale era necessario sull'energia naturale e rinnovabile, sul solare.Poi si ricordava la necessità di migliorare l'efficienza, ridurre gli sprechi.L'iter amministrativo era bloccato, in alcuni comuni si aspettava per una concessione edilizia 3-4-5 anni, per alcuni certificati pubblici (conservatoria, catasto, certificato di destinazione urbanistica) si aspettavano anche 6 mesi per l'inefficenza burocratica.C'era la necessità di ridurre la spesa pubblica, di migliorare la sanità.
- si conveniva che bisognava puntare sul turismo di qualità e sul rispetto dell'ambiente affinchè fosse un settore economico che continuasse a garantire un reddito ad una lunga serie di operatori.Si parlava della riqualificazione della marina, della gestione dei parcheggi sul lungomare, della necessità di attuare iniziative per attirare pubblico, turisti e fruitori anche in altri periodi.
- c'era l'inquinamento dei corsi d'acqua, la moria dei pesci, il problema delle falde.
Oggi invece questi problemi non esistono più.
venerdì 27 giugno 2008
caro spiagge e soliti vip a prezzi di saldo
Continua il caro spiagge per il mare pontino senza grossi servizi chene giustificano l'esborso salato, con i problemi irrisolti di sempre.Dall'erosione, alla manutenzione che lascia a desiderare, dallascarsità di passerelle, ai problemi della pulizia, dalla sicurezza esorveglianza, ai bagni, docce alla mancanza di iniziative permigliorare la qualità e sfruttare anche i periodi di bassa stagionecome fanno in tante altre parti d'Italia.Evidentemente interessa poco il settore turismo.D'altronde è comprensibile, con l'agricoltura che va a mille (problemiirrisolti), l'industria a 1.500 (posti di lavoro persi in 6 mesi) ècomprensibile trascurare il turismo.Intanto arriva la notizia dell'inchiesta (niente di nuovo sotto ilsole) per i favore alle spiagge dei vip.Pontinia 26 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio LibralatoSpiagge vip in affitto a prezzi da 'saldo'E' quanto rileva la Corte dei Conti(ANSA) - ROMA, 26 GIU - Spiagge extra-lusso per i Vip in affitto acanoni irrisori. A sollevare, di nuovo, lo scandalo dei canonidemaniali e' la Corte dei Conti. E fa l'esempio di un'indagine dellaprocura regionale del Lazio conclusasi con una citazione per 1,369 mlna carico di un ex assessore del Lazio accusato di varie omissioni indanno dell'amministrazione. Anche nel 2007 -si legge- si sonoregistrati casi di canoni troppo bassi per concessioni di spiagge dilusso come Sabaudia, Sperlonga, Fregene e Minturno.
giovedì 26 giugno 2008
scadenza rivalutazione aree fabbricabili 30 giugno
Ricompare la rivalutazione delle aree edificabili e dei terreni agricoli con il forfait del 4% di imposta sostitutiva sul valore rivalutato. La nuova opportunità è concessa dalla Finanziaria 2008, in riferimento ai terreni edificabili e a destinazione agricola posseduti al 1° gennaio 2008 (articolo 1, comma 91, legge 24 dicembre 2007, n. 244, Finanziaria 2008). C'è tempo fino al 30 giugno 2008 sia per fare la perizia di stima, sia per versare la prima o unica rata dell'imposta sostitutiva del 4% sul valore determinato. È anche possibile pagare in tre rate annuali il forfait del 4% con gli interessi del 3% da applicare sulla seconda e terza rata.I contribuenti interessati È interessato alla rivalutazione chi possiede terreni al di fuori del regime di impresa, cioè chi esegue operazioni suscettibili di generare redditi diversi di cui all'articolo 67 del Testo unico delle imposte sui redditi. Si tratta esattamente:- delle persone fisiche, per le operazioni estranee all'esercizio di attività d'impresa;- delle società semplici e società e associazioni a esse equiparate, quali, ad esempio, le società di fatto che non hanno per oggetto l'esercizio di attività commerciali;- degli enti non commerciali, per le operazioni realizzate al di fuori dell'attività commerciale eventualmente esercitata.I terreni ammessi Sono rivalutabili:- i terreni lottizzati o sui quali sono state costruite opere per renderli edificabili;- i terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria;- i terreni agricoli.Si possono rivalutare anche i terreni oggetto di una precedente rivalutazione, se il valore ha subito un notevole incremento. In questo caso, però, non si possono scomputare dal forfait del 4% i versamenti fatti per le precedenti rivalutazioni, che possono essere chiesti a rimborso. Per le rivalutazioni eseguite entro il 30 giugno 2006 per le quali non è ancora scaduta la terza rata si può però evitare il versamento se il bene viene nuovamente rivalutato. Ai fini delle imposte dirette, il terreno si considera edificabile a seguito dell'adozione dello strumento urbanistico generale adottato dal Comune, a prescindere dall'approvazione della Regione e dall'adozione di strumenti attuativi (articolo 36, comma 2, decreto legge 223/2006).Per evitare l'eventuale tassazione delle plusvalenze in caso di vendita, la rivalutazione può rivelarsi conveniente, per:- le persone fisiche, società semplici o enti in possesso di un terreno agricolo che verrà rivenduto prima che siano trascorsi cinque anni dalla data di acquisto;- le persone fisiche, società semplici o enti che possiedono terreni edificabili da rivendere.Come si applica la norma La norma consente di assumere, in luogo del costo di acquisto o del valore dei terreni edificabili e di quelli agricoli posseduti al 1° gennaio 2008, il valore a essi attribuito a tale data mediante una perizia giurata di stima, la cui redazione e giuramento dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2008, previo pagamento di un'imposta sostitutiva del 4 per cento. Il valore attribuibile ai terreni deve essere determinato da soggetti competenti in materia urbanistica, individuati dal legislatore negli iscritti agli albi degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, dei dottori agronomi, degli agrotecnici, dei periti agrari e dei periti industriali edili.I costi sostenuti per la relazione giurata di stima, se effettivamente sostenuti e rimasti a carico del contribuente possono essere portati in aumento del valore iniziale da assumere ai fini del calcolo delle plusvalenze, in quanto costituiscono un costo inerente al bene. Il valore così determinato può essere assunto quale valore iniziale per il calcolo delle plusvalenze di cui all'articolo 67, lettere a) e b), del Testo unico delle imposte sui redditi, Dpr 917/86, realizzate dopo l'asseverazione dell'atto di stima. Il valore determinato dalla perizia di stima giurata deve essere assoggettato a imposta sostitutiva del 4% da versare entro il 30 giugno 2008, usando il modello F24.L'ammontare dell'imposta può essere frazionato in tre rate di pari importo, la prima da versare entro il 30 giugno 2008, le altre il 30 giugno 2009 e il 30 giugno 2010, maggiorate degli interessi del 3% annuo. T. Mor.LE REGOLE Il valore - Sono rivalutabili le aree edificabili e i terreni agricoli posseduti al 1° gennaio 2008.- Per il valore attribuito alle aree edificabili e ai terreni agricoli è necessaria una perizia giurata di stima, la cui redazione e giuramento dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2008.- Sul valore determinato è dovuta un'imposta sostitutiva del 4 per cento.Il pagamento - La prima o unica rata va versata entro il 30 giugno 2008.- È anche possibile pagare in tre rate annuali il forfait del 4%, con gli interessi del 3% da applicare sulla seconda e terza rata.- L'operazione s'intende perfezionata con il primo o unico pagamento, se eseguito entro la scadenza prevista.
mercoledì 25 giugno 2008
ennesima moria dei pesci nel fiume Linea in località Mesa
Oggetto: ennesima moria dei pesci nel fiume Linea in località Mesa
In questi giorni si è verificata l’ennesima moria dei pesci sul fiume Linea in località Mesa.
Ricordo i primi giorni di agosto del 2004 mi sono recato sul posto per osservare la strage di migliaia di pesci che galleggiavano per un tratto di circa mezzo km (dal ponte della Migliara 51 fino alla chiusa in direzione Terracina sull’Appia).
Ho segnalato il caso agli organi di controllo e tutela, oltre che ai mezzi di informazione.
Sono intervenute le autorità competenti, hanno fatto analisi e prelievi (in mia presenza e degli operatori di Lazio TV) per referti che ho chiesto per oltre un anno al comando dei Vigili di Pontinia (intervenuti anch’essi) senza alcun esito.
Alcuni cittadini sono venuti spontaneamente (qualcuno si è anche fatto intervistare) da me a segnalarmi le probabili cause e ciò che loro pensano, visto che il fenomeno si verifica quasi ogni anno.
Gli operatori dell’Arpa mi hanno evidenziato, allora, la quasi assoluta mancanza di ossigeno nell’acqua.
Circa 15 anni fa (ai tempi del famoso ostracismo di un giornale nei miei confronti) ho organizzato una serie di convegni molto frequentati, partecipati al Teatro Max a Pontinia sull’inquinamento del fiume Linea.
Ottima la partecipazione e la qualità di operatori pubblici, privati, aziende, cittadini, amministratori e ambientalisti.
Un funzionario di uno degli organi di controllo allora intervenne dichiarando che, per esempio, le analisi con l’indice biotico esteso era state effettuate ma di cui si era persa traccia.
Mi aveva suggerito di richiederle, come ho fatto per iscritto più volte, ma non ho avuto risposta.
Questo funzionario mi suggeriva le probabili cause che ovviamente non si possono scrivere.
Come dicevo altri cittadini mi raccontavano di strani “viaggi” nella zona da parte di automezzi che secondo loro, nel passato, avrebbero sversato dei liquidi in quella zona, forse favoriti da alcuni fattori.
La stessa cosa mi sarebbe stata confermata da altri.
Ovviamente di questo non ho prova, né le persone che me le hanno raccontate ce l’hanno.
Quindi abbandonando le leggende metropolitane penso sia chiaro che i pesci muoiono per mancanza di ossigeno che potrebbe derivare dalla stagnazione dell’acqua (quindi da un’errata gestione del corso d’acqua) oppure dallo sversamento di sostanze inquinanti.
In entrambi i casi il pericolo è sempre per l’agricoltura locale vista la gestione del ciclo dell’acqua.
Certamente questa volta avremmo in tempi brevissimi e reali il risultato delle analisi e dei problemi, sarà scoperta la causa e sicuramente risolto definitivamente il problema.
Come è successo per gli anni precedenti.
Pontinia 25 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
In questi giorni si è verificata l’ennesima moria dei pesci sul fiume Linea in località Mesa.
Ricordo i primi giorni di agosto del 2004 mi sono recato sul posto per osservare la strage di migliaia di pesci che galleggiavano per un tratto di circa mezzo km (dal ponte della Migliara 51 fino alla chiusa in direzione Terracina sull’Appia).
Ho segnalato il caso agli organi di controllo e tutela, oltre che ai mezzi di informazione.
Sono intervenute le autorità competenti, hanno fatto analisi e prelievi (in mia presenza e degli operatori di Lazio TV) per referti che ho chiesto per oltre un anno al comando dei Vigili di Pontinia (intervenuti anch’essi) senza alcun esito.
Alcuni cittadini sono venuti spontaneamente (qualcuno si è anche fatto intervistare) da me a segnalarmi le probabili cause e ciò che loro pensano, visto che il fenomeno si verifica quasi ogni anno.
Gli operatori dell’Arpa mi hanno evidenziato, allora, la quasi assoluta mancanza di ossigeno nell’acqua.
Circa 15 anni fa (ai tempi del famoso ostracismo di un giornale nei miei confronti) ho organizzato una serie di convegni molto frequentati, partecipati al Teatro Max a Pontinia sull’inquinamento del fiume Linea.
Ottima la partecipazione e la qualità di operatori pubblici, privati, aziende, cittadini, amministratori e ambientalisti.
Un funzionario di uno degli organi di controllo allora intervenne dichiarando che, per esempio, le analisi con l’indice biotico esteso era state effettuate ma di cui si era persa traccia.
Mi aveva suggerito di richiederle, come ho fatto per iscritto più volte, ma non ho avuto risposta.
Questo funzionario mi suggeriva le probabili cause che ovviamente non si possono scrivere.
Come dicevo altri cittadini mi raccontavano di strani “viaggi” nella zona da parte di automezzi che secondo loro, nel passato, avrebbero sversato dei liquidi in quella zona, forse favoriti da alcuni fattori.
La stessa cosa mi sarebbe stata confermata da altri.
Ovviamente di questo non ho prova, né le persone che me le hanno raccontate ce l’hanno.
Quindi abbandonando le leggende metropolitane penso sia chiaro che i pesci muoiono per mancanza di ossigeno che potrebbe derivare dalla stagnazione dell’acqua (quindi da un’errata gestione del corso d’acqua) oppure dallo sversamento di sostanze inquinanti.
In entrambi i casi il pericolo è sempre per l’agricoltura locale vista la gestione del ciclo dell’acqua.
Certamente questa volta avremmo in tempi brevissimi e reali il risultato delle analisi e dei problemi, sarà scoperta la causa e sicuramente risolto definitivamente il problema.
Come è successo per gli anni precedenti.
Pontinia 25 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
efficienza energetica e mobilità Industria 2015: più tempo per inviare i progetti
http://www.edilportale.com/ Industria 2015: più tempo per inviare i progetti
Proroga al 15 settembre per Efficienza Energetica e Mobilità Sostenibile
di Rossella Calabrese
25/06/2008 - Sarà prorogato al 15 settembre prossimo il termine per la presentazione delle domande relative ai bandi “Efficienza energetica” e “Mobilità sostenibile” del programma di incentivi alle imprese “Industria 2015”.
È quanto fa sapere, con un comunicato, il Ministero dello Sviluppo economico. La proroga tiene conto, anche in considerazione della pausa elettorale, dell'esigenza delle imprese di disporre di un lasso di tempo adeguato sia per utilizzare il sistema di compilazione informatica, che sarà reso disponibile nei prossimi giorni, sia per formare partenariati di imprese adeguati alla complessità dei progetti di ricerca.
“I bandi sull'efficienza energetica e la mobilità sostenibile – ha dichiarato il Ministro Claudio Scajola - rappresentano un forte stimolo per il sistema imprenditoriale ad investire in settori strategici per lo sviluppo del Paese, mettendo a disposizione circa 400 milioni di Euro per cofinanziare progetti di Ricerca industriale e Sviluppo precompetitivo. Con la proroga, oltre ad ottemperare all'obbligo di legge di consentire la conoscenza delle regole per almeno 90 giorni a decorrere dalla pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale, si offre l'opportunità alle imprese di presentare anche progetti complessi e di grandi dimensioni”.
Ricordiamo che il bando “Efficienza energetica”, emanato nel mese di marzo con una dotazione di 200 milioni di euro, fissava al 30 giugno la data entro cui le imprese potevano presentare i loro programmi (leggi tutto http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=11373&iDCat=18).
Il Bando “Mobilità sostenibile”, che può contare su uno stanziamento di 180 milioni di euro, scadrebbe il 15 luglio prossimo (leggi tuttohttp://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=11476&iDCat=18).
Per saperne di più: http://www.industria2015.ipi.it/index.php
(riproduzione riservata)
Proroga al 15 settembre per Efficienza Energetica e Mobilità Sostenibile
di Rossella Calabrese
25/06/2008 - Sarà prorogato al 15 settembre prossimo il termine per la presentazione delle domande relative ai bandi “Efficienza energetica” e “Mobilità sostenibile” del programma di incentivi alle imprese “Industria 2015”.
È quanto fa sapere, con un comunicato, il Ministero dello Sviluppo economico. La proroga tiene conto, anche in considerazione della pausa elettorale, dell'esigenza delle imprese di disporre di un lasso di tempo adeguato sia per utilizzare il sistema di compilazione informatica, che sarà reso disponibile nei prossimi giorni, sia per formare partenariati di imprese adeguati alla complessità dei progetti di ricerca.
“I bandi sull'efficienza energetica e la mobilità sostenibile – ha dichiarato il Ministro Claudio Scajola - rappresentano un forte stimolo per il sistema imprenditoriale ad investire in settori strategici per lo sviluppo del Paese, mettendo a disposizione circa 400 milioni di Euro per cofinanziare progetti di Ricerca industriale e Sviluppo precompetitivo. Con la proroga, oltre ad ottemperare all'obbligo di legge di consentire la conoscenza delle regole per almeno 90 giorni a decorrere dalla pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale, si offre l'opportunità alle imprese di presentare anche progetti complessi e di grandi dimensioni”.
Ricordiamo che il bando “Efficienza energetica”, emanato nel mese di marzo con una dotazione di 200 milioni di euro, fissava al 30 giugno la data entro cui le imprese potevano presentare i loro programmi (leggi tutto http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=11373&iDCat=18).
Il Bando “Mobilità sostenibile”, che può contare su uno stanziamento di 180 milioni di euro, scadrebbe il 15 luglio prossimo (leggi tuttohttp://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=11476&iDCat=18).
Per saperne di più: http://www.industria2015.ipi.it/index.php
(riproduzione riservata)
l’energia tra rincari, delusioni nucleari e piccoli impianti
Oggetto: l’energia tra rincari, delusioni nucleari e piccoli impianti
A luglio ci sarà l’ennesimo rincaro dell’energia elettrica che ha un aumento annuale tra il 25 e il 30% ben al di sopra di qualsiasi indice Istat o inflazione.
L’Italia, purtroppo è in forte ritardo sull’energia naturale e rinnovabile e tale ritardo, pare sarà ulteriormente accentuato viste le dichiarazioni del governo che non vuole investirvi più del 5%.
Sappiamo anche che l’85% dell’energia che consumiamo è prodotta nel nostro paese e che l’esportazione di energia è maggiore dell’importazione.
Questo gioco economico (un paio di anni fa la trasmissione Report ci aveva spiegato i meccanismi) consente guadagni elevati agli operatori del settore a fronte di rincari (ingiustificati secondo la trasmissione) per i cittadini e le aziende.
Intanto dopo i 4 incidenti nucleari tra maggio e giugno, arrivano ulteriori delusioni per i fautori del nucleare, visto che l’impianto ITER (International, thermonuclear experimental reactor) è in forte ritardo, ma anche con una serie di problemi e imprevisti, tra i quali quello dei costi che continuano ad aumentare.
Intanto è necessario puntare sui piccoli impianti, sulla produzione sul posto dell’energia (vedere anche http://www.ecoage.it/generazione-distribuita-di-energia.htm), sull’efficienza e sul risparmio energetico.
Forse in pochi ricordano che dal primo luglio, cioè da martedì, sarà obbligatorio allegare agli notarili il certificato energetico (attestato qualificazione energetica) dei vari fabbricati.
Pontinia 25 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://www.ecoage.it/ Fusione nucleare: ITER in forte ritardo
La fusione nucleare è la principale risposta della scienza al problema energetico nel lungo periodo. Il principale esperimento in corso di realizzazione è l'ITER, International, thermonuclear experimental reactor, la cui costruzione è prevista in Francia nei pressi della località di Cadarache. Il progetto si basa sulla realizzazione di un reattore nucleare basato sul medesimo principio delle stelle: la fusione dei nuclei di deuterio e trizio per generare energia.
Iter in ritardo e con costi crescenti
La centrale a fusione termonucleare controllata è un progetto caratterizzato da costi e tempi incerti. La costruzione non è ancora iniziata. Il progetto è stato sottoscritto da Ue, Usa, India, Sud Corea, Cina, e Giappone nel 2005. Allo stato atuale è in ritardo di tre anni sui tempi di progettazione e accusa un incremento esponenziale nei costi di realizzazione. Lo scorso anno il costo di costruzione e di esercizio del reattore ITER era stimato intorno ai 10 miliardi di euro di spesa. Negli ultimi dodici mesi il preventivo è aumentato di circa il 30%. L'incremento dei costi suscita le perplessità della comunità scientifica, ma anche critiche di chi non crede nel buon esito del progetto. Gli stessi Stati Uniti pur avendo firmato nel 2005 l'accordo (senza nascondere una preferenza di localizzazione in Giappone) hanno disertato l'impegno e soltanto di recente sono tornati a sedersi con interesse al tavolo del progetto. A questo si aggiunge l'incognita sui risultati. Soltanto nel 2040-2050 potremo sapere se l'ITER è l'innovazione radicale della prossima era umana o soltanto una sperimentazione destinata al fallimento.
Quali sono le alternative al progetto ITER?
Non esistono ancora vere e proprie alternative all'ITER. La scelta di concentrare gli studi e la ricerca sulle sole centrali nucleari a fissione di quarta o di quinta generazione non risolverebbe il problema della scarsità dell'uranio disponibile nel nostro pianeta. Così come sarebbe saggio non perdere nel nulla venti anni di discussioni sull'ITER e accompagnarlo con altre diverse sperimentazioni basate sulla fusione nucleare, basti citare l'Hiper e l'Ignitor. La vera causa del problema non è nella ricerca ma nei pochi fondi economici destinati a quest'ultima. Fin quando saranno pochi punti decimali del PIL a decidere il futuro dell'umanità, sarà difficile sperare nei miracoli scientifici a cui la storia dell'uomo in passato ci ha abituato.
20080624
Energia da piccoli impianti: più semplice produrlaDall’AEEG nuove regole e procedure per lo scambio sul posto
25/06/2008 - In arrivo regole più semplici a sostegno della produzione di energia elettrica nei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili o da cogenerazione.
È quanto prevede il Testo integrato dello scambio sul posto (TISP) pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas con l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza ed efficacia alla gestione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta (non immediatamente autoconsumata) e poi prelevarla per soddisfare i propri consumi in un tempo differito. In altre parole, al termine di ogni anno, i produttori da piccoli impianti da rinnovabili o da cogenerazione potranno pagare esclusivamente la differenza tra quanto dovuto per l’energia consumata e la compensazione ottenuta per l’energia prodotta. Se il valore di mercato dell’energia immessa in rete supera il valore di mercato dell’energia prelevata, viene maturato un “credito”.
Le novità più significative rispetto al meccanismo attualmente in vigore prevedono che il servizio di scambio sul posto venga erogato dal Gestore del sistema elettrico-GSE (e non più dai distributori) e gestito attraverso un portale informatico secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.Inoltre, l’eventuale credito, nel caso di fonti rinnovabili, può essere utilizzato negli anni successivi senza più incorrere nel suo annullamento trascorsi tre anni, come invece previsto in precedenza. Per la cogenerazione, il produttore può scegliere se utilizzare l’eventuale credito negli anni successivi, al pari delle fonti rinnovabili, oppure incassarlo al termine dell’anno, ottenendo un compenso monetario.Le nuove regole, operative dal prossimo 1° gennaio 2009, riguarderanno impianti di produzione da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW e impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW. Sarà possibile innalzare la soglia per le rinnovabili fino a 200 kW non appena sarà varato il necessario decreto attuativo delle misure previste dalla legge finanziaria 2008.
Fonte: Autorità per l’energia elettrica e il gas
(riproduzione riservata)
A luglio ci sarà l’ennesimo rincaro dell’energia elettrica che ha un aumento annuale tra il 25 e il 30% ben al di sopra di qualsiasi indice Istat o inflazione.
L’Italia, purtroppo è in forte ritardo sull’energia naturale e rinnovabile e tale ritardo, pare sarà ulteriormente accentuato viste le dichiarazioni del governo che non vuole investirvi più del 5%.
Sappiamo anche che l’85% dell’energia che consumiamo è prodotta nel nostro paese e che l’esportazione di energia è maggiore dell’importazione.
Questo gioco economico (un paio di anni fa la trasmissione Report ci aveva spiegato i meccanismi) consente guadagni elevati agli operatori del settore a fronte di rincari (ingiustificati secondo la trasmissione) per i cittadini e le aziende.
Intanto dopo i 4 incidenti nucleari tra maggio e giugno, arrivano ulteriori delusioni per i fautori del nucleare, visto che l’impianto ITER (International, thermonuclear experimental reactor) è in forte ritardo, ma anche con una serie di problemi e imprevisti, tra i quali quello dei costi che continuano ad aumentare.
Intanto è necessario puntare sui piccoli impianti, sulla produzione sul posto dell’energia (vedere anche http://www.ecoage.it/generazione-distribuita-di-energia.htm), sull’efficienza e sul risparmio energetico.
Forse in pochi ricordano che dal primo luglio, cioè da martedì, sarà obbligatorio allegare agli notarili il certificato energetico (attestato qualificazione energetica) dei vari fabbricati.
Pontinia 25 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://www.ecoage.it/ Fusione nucleare: ITER in forte ritardo
La fusione nucleare è la principale risposta della scienza al problema energetico nel lungo periodo. Il principale esperimento in corso di realizzazione è l'ITER, International, thermonuclear experimental reactor, la cui costruzione è prevista in Francia nei pressi della località di Cadarache. Il progetto si basa sulla realizzazione di un reattore nucleare basato sul medesimo principio delle stelle: la fusione dei nuclei di deuterio e trizio per generare energia.
Iter in ritardo e con costi crescenti
La centrale a fusione termonucleare controllata è un progetto caratterizzato da costi e tempi incerti. La costruzione non è ancora iniziata. Il progetto è stato sottoscritto da Ue, Usa, India, Sud Corea, Cina, e Giappone nel 2005. Allo stato atuale è in ritardo di tre anni sui tempi di progettazione e accusa un incremento esponenziale nei costi di realizzazione. Lo scorso anno il costo di costruzione e di esercizio del reattore ITER era stimato intorno ai 10 miliardi di euro di spesa. Negli ultimi dodici mesi il preventivo è aumentato di circa il 30%. L'incremento dei costi suscita le perplessità della comunità scientifica, ma anche critiche di chi non crede nel buon esito del progetto. Gli stessi Stati Uniti pur avendo firmato nel 2005 l'accordo (senza nascondere una preferenza di localizzazione in Giappone) hanno disertato l'impegno e soltanto di recente sono tornati a sedersi con interesse al tavolo del progetto. A questo si aggiunge l'incognita sui risultati. Soltanto nel 2040-2050 potremo sapere se l'ITER è l'innovazione radicale della prossima era umana o soltanto una sperimentazione destinata al fallimento.
Quali sono le alternative al progetto ITER?
Non esistono ancora vere e proprie alternative all'ITER. La scelta di concentrare gli studi e la ricerca sulle sole centrali nucleari a fissione di quarta o di quinta generazione non risolverebbe il problema della scarsità dell'uranio disponibile nel nostro pianeta. Così come sarebbe saggio non perdere nel nulla venti anni di discussioni sull'ITER e accompagnarlo con altre diverse sperimentazioni basate sulla fusione nucleare, basti citare l'Hiper e l'Ignitor. La vera causa del problema non è nella ricerca ma nei pochi fondi economici destinati a quest'ultima. Fin quando saranno pochi punti decimali del PIL a decidere il futuro dell'umanità, sarà difficile sperare nei miracoli scientifici a cui la storia dell'uomo in passato ci ha abituato.
20080624
Energia da piccoli impianti: più semplice produrlaDall’AEEG nuove regole e procedure per lo scambio sul posto
25/06/2008 - In arrivo regole più semplici a sostegno della produzione di energia elettrica nei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili o da cogenerazione.
È quanto prevede il Testo integrato dello scambio sul posto (TISP) pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas con l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza ed efficacia alla gestione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta (non immediatamente autoconsumata) e poi prelevarla per soddisfare i propri consumi in un tempo differito. In altre parole, al termine di ogni anno, i produttori da piccoli impianti da rinnovabili o da cogenerazione potranno pagare esclusivamente la differenza tra quanto dovuto per l’energia consumata e la compensazione ottenuta per l’energia prodotta. Se il valore di mercato dell’energia immessa in rete supera il valore di mercato dell’energia prelevata, viene maturato un “credito”.
Le novità più significative rispetto al meccanismo attualmente in vigore prevedono che il servizio di scambio sul posto venga erogato dal Gestore del sistema elettrico-GSE (e non più dai distributori) e gestito attraverso un portale informatico secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.Inoltre, l’eventuale credito, nel caso di fonti rinnovabili, può essere utilizzato negli anni successivi senza più incorrere nel suo annullamento trascorsi tre anni, come invece previsto in precedenza. Per la cogenerazione, il produttore può scegliere se utilizzare l’eventuale credito negli anni successivi, al pari delle fonti rinnovabili, oppure incassarlo al termine dell’anno, ottenendo un compenso monetario.Le nuove regole, operative dal prossimo 1° gennaio 2009, riguarderanno impianti di produzione da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW e impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW. Sarà possibile innalzare la soglia per le rinnovabili fino a 200 kW non appena sarà varato il necessario decreto attuativo delle misure previste dalla legge finanziaria 2008.
Fonte: Autorità per l’energia elettrica e il gas
(riproduzione riservata)
l'ultimo acuto del maestro
Il maestro lo conoscevo di vista e di fama con la sua autorevolezza e il suo carisma che in tanti rispettavamo, anche con orgoglio, per essere suoi concittadini.
Poi ci siamo incontrati con il maestro de Iulis qualche anno fa per motivi professionali e abbiamo continuato ad incontrarci per scambiare le opinioni su Pontinia che lui amava. Era diretto e non gli piacevano i giri di parole. Nonostante la differenza di età e la sua fama voleva il tu proprio per essere esplicito nelle sue osservazioni, critiche e proposte. Gli piaceva scherzare ed era sempre di buon umore almeno con me. Poi valgono le parole di Teresa Faticoni che come sempre sa fare dei ritratti con professionalità e passione.
Poi ci siamo incontrati con il maestro de Iulis qualche anno fa per motivi professionali e abbiamo continuato ad incontrarci per scambiare le opinioni su Pontinia che lui amava. Era diretto e non gli piacevano i giri di parole. Nonostante la differenza di età e la sua fama voleva il tu proprio per essere esplicito nelle sue osservazioni, critiche e proposte. Gli piaceva scherzare ed era sempre di buon umore almeno con me. Poi valgono le parole di Teresa Faticoni che come sempre sa fare dei ritratti con professionalità e passione.
martedì 24 giugno 2008
liberate gli attivisti giapponesi
In Giappone due attivisti di Greenpeace sono stati arrestati per aver fatto emergere uno scandalo sul furto e contrabbando della carne di balena che coinvolge il governo giapponese, sostenitore del programma di caccia alle balene nell’Oceano Antartico. Junichi Sato e Toru Suzuki sono stati accusati di aver rubato una scatola di carne di balena che è stata presentata pubblicamente come prova del contrabbando di carne di balena. Gli attivisti hanno chiesto un'indagine del governo giapponese su questo scandalo, e il Pubblico Ministero di Tokyo ha confermato che ci sono sufficienti prove di irregolarità per continuare l'inchiesta che non si è ancora conclusa. I nostri attivisti non hanno commesso nessun crimine. Sono stati arrestati per aver restituito carne di balena che era stata rubata ai contribuenti giapponesi, e per aver fatto emergere una frode che vede coinvolte anche le agenzie del governo giapponese che supportano il programma di caccia alle balene. Vi chiediamo di scrivere con urgenza al Primo Ministro e al Ministro degli Esteri del Giappone, per chiedere che gli attivisti di Greenpeace vengano immediatamente liberati.
http://www.greenpeace.org/italy/campagne/oceani/arrestati-giapponesi
if (navigator.appName.indexOf("MSIE") != -1) document.write("");
http://www.greenpeace.org/italy/campagne/oceani/arrestati-giapponesi
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lunedì 23 giugno 2008
ceneri e nanoparticelle in giro per l’agro pontino?
ceneri e nanoparticelle in giro per l’agro pontino?
La giunta di destra dell’amministrazione provinciale di Latina vuole fortemente l’inceneritore e l’ubicazione probabile è nel consorzio industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia.
Tutti abbiamo imparato che si tratta di una tecnologia superata che nemmeno negli USA nessuno installa più da anni e i danni che gli stessi inceneritori hanno prodotto e producono nel mondo come in Italia.
E’ caduta anche l’ipocrisia su quello che era l’inceneritore modello di Brescia che è stato oggetto dell’ennesima infrazione comunitaria in materia di ambiente, come della causa consueta di diossina e quindi danni alla salute e all’agricoltura.
Che l’inceneritore non sia la risposta alla gestione dei rifiuti lo sanno anche i bambini, così come che esistono metodi e modi che consentono di risparmiare soldi, materie prime, energia, ridurre l’inquinamento ed aumentare i posti di lavoro.
Le soluzioni ci sono, basta copiare ed avere la buona volontà di stare dalla parte dei cittadini e non delle aziende o dello speculatore di turno.
Tre giorni fa l’ennesima conferma di questo fallimento annunciato, con l’intervento in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''.
Questo conferma, ma non ce n’era bisogno, che gli inceneritori non sono economici che alla comunità costano molto di più di quello che danno, cioè il 35% dell’energia che consumano.
Non bisogna essere ragionieri a pensare che se consumo 100 e produco 35 è meglio che cambio mestiere.
Poi l’ennesima valutazione negativa di impatto ambientale sull’inceneritore di Albano che comunque avrà incidenza nella parte nord della nostra provincia.
Anche qui non occorre essere degli esperti per capire che se un progetto analogo venisse realizzato nell’area industriale di Mazzocchio produrrebbe effetti devastanti alla salute, all’agricoltura, all’economia dell’intero agro Pontino e dei comuni collinari.
Per questo motivo inizierà una raccolta di firme per chiedere al comune di Pontinia di impugnare la delibera dell’amministrazione provinciale per il bando della chiusura del ciclo.
Pontinia 22giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
RIFIUTI: CAMERA; BERTOLASO, SENZA CIP6 DL VA NEL CASSETTO
(ANSA) - ROMA, 19 GIU - ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''. Lo ha detto in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso parlando a nome del governo e chiedendo il via libera all'estensione del contributo europeo ai termovalorizzatori, come proposto con un emendamento del Pd. La proposta di modifica e' stata, poi, votata all'unanimita' dall'Assemblea di Montecitorio.(ANSA). KTV 19/06/2008 17:35
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=357
CENERI E NANOPARTICELLE IN GIRO PER I CASTELLI ROMANI
redazione
[21/06/2008 12.19.51]
Un altro studio conferma le conclusioni negative delle due precedenti Valutazioni d’impatto ambientale, e demolisce l’inceneritore voluto nel Lazio dalla giunta regionale di Marrazzo & C.
Domenica 15 giugno si è tenuta la Conferenza del Prof. Montanari direttamente nella zona di Roncigliano, a pochi metri dal luogo dove Cerroni & Marrazzo vogliono costruire l’inceneritore più grande del mondo.
L’oratorio della parrocchia di Roncigliano non è riuscito a contenere l’eccezionale partecipazione: la maggior parte dei cittadini ha seguito l’incontro dall’esterno del locale.
Assenti, come al solito, Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali.Il Prof. Montanari ha illustrato le sue teorie alla Camera dei Lord, ma non avuto l’opportunità di spiegare ai Sindaci dei Castelli Romani i pericolosi effetti dell’incenerimento sull’aria, sull’acqua, sui terreni, sulle colture, sulla salute degli animali e delle persone, sulle modificazioni del DNA.
Il Prof. Montanari, nelle tre ore di intervento, ha esposto le sue scoperte in tema di nanoparticelle e i devastanti danni che queste possono portare in termini sanitari.
“L’incenerimento è la tecnica più pericolosa per trattare i rifiuti”.
Il Prof. Montanari ha spiegato che, in un processo di incenerimento, maggiore è la temperatura cui vengono bruciati i rifiuti, minore è la diossina prodotta, ma maggiore è la quantità di nanoparticelle emesse.
Bruciare una tonnellata di rifiuti ci regala:Una tonnellata di fumi,300 kg di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica),30 kg di ceneri volanti,25 kg di gesso,650 kg di acqua di scarico.
Fonte: GreenpeaceL’aria non sarà più la stessa!!!
Il Prof. Montanari ha sostenuto che i fumi prodotti dall’inceneritore, carichi di nanoparticelle e di diossina, si spargeranno nell’aria per decine di chilometri, contaminando tutta l’area dei Castelli Romani. Molto pericoloso è anche l’utilizzo del carbone.
Con riferimento alla qualità dell’aria, la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Lazio afferma che “il Comune di Albano è incluso nell’elenco che individua i Comuni nei quali i valori degli inquinanti (PM10) sono superiori ai limiti previsti e per i quali devono essere proposti dei piani di azione”.
In merito all’utilizzo nella combustione del carbon coke, la VIA della Provincia di Roma sembra essere stata scritta dal Prof. Montanari: “Le temperature raggiunte sono soprattutto conseguenti all’utilizzo del carbon coke per il quale lo studio di impatto non prevede misure di attenzione sia per quanto riguarda lo stoccaggio che il trattamento delle emissioni. Tale materiale produce grandi quantità di polveri, invece stranamente assenti nelle emissioni del gassificatore proposto. Problemi analoghi riguardano l’anidride solforosa ed eventuali sostanze radioattive, tipiche del coke”.
Il terreno non sarà più quello di prima!!!
L’inceneritore di Roncigliano è un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di rifiuti all’anno, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa.
Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.
Il Prof. Montanari ha ricordato che tutte le colture di Vienna, a causa della presenza di un inceneritore, hanno perso la denominazione DOC.
Confermata, quindi, la VIA della Regione che afferma: “l’intorno è caratterizzato da colture di vite che per effetto delle variazioni meteorologiche verrebbero soggette a trasformazioni della qualità dell’umidità e delle pioggie, che in combinazione con le emissioni dell’impianto, comprometterebbero la qualità del raccolto”.
A rischio sono, quindi, i prodotti tipici dei Castelli Romani, in particolare i vini DOC dei Castelli.
In pratica, Marrazzo con l’inceneritore vuole distruggere l’80% dei vini DOC della Regione Lazio.
In merito, sempre la VIA della Regione Lazio che afferma: “l’intervento proposto ricade in un’area destinata dal vigente PRG di Albano a zona agricola, mentre ai fini della classificazione paesistica di cui al PTP n. 9 - Ambito Territoriale dei Castelli Romani la zona risulta Zona 3 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ed ambientale”.
A conferma, anche la VIA della Provincia di Roma sottolinea che “per quanto riguarda l’ubicazione dell’impianto , quest’ultima risulterebbe interessare un’area così detta AGRICOLA DI PREGIO”.
Gli effetti devastanti sulla salute pubblica!!!
Il Prof. Montanari ha nuovamente sfidato il Prof. Veronesi a un confronto pubblico sugli effetti degli inceneritori sulla salute.
Decine di studi confermano ormai la correlazione tra presenza di inceneritori sul territorio e aumento delle malattie cancerogene.
Il Prof. Montanari ha ricordato che l’ultima ricerca, resa pubblica il 3 aprile 2008 dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, afferma che nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 23 per cento.
L’inceneritore ci ruberà anche l’acqua!!!
Bruciare 227 mila tonnellate di rifiuti ci regalerà:
227 mila tonnellate di fumi68 mila tonnellate di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica)6.810 tonnellate di ceneri volanti5.675 tonnellate di gesso148 mila tonnellate di acqua di scarico
(Fonte: elaborazione su dati Greenpeace)
L’inceneritore ha bisogno di acqua, di tanta acqua.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Regione Lazio puntualizza che:
“L’opera ricade nell’ambito delle Aree Critiche come perimetrate ai sensi dell’art. 5 LR 1 dicembre 2000, n. 30”;“Il progetto, prevedendo un approvvigionamento idrico da un nuovo pozzo nonché l’impermeabilizzazione di un’ampia superficie determina un aggravio dell’emungimento della risorsa idrica e un’alterazione di ricarica della falda con una diminuzione dell’infiltrazione efficace”.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Provincia di Roma afferma che:
“Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, ne risulterebbe un consumo totale di 450 tonnellate al giorno (ndr: 164.250 tonnellate di acqua l’anno) in contrapposizione a quanto previsto dalle norme sulle AREE CRITICHE che vietano ogni possibile nuova captazione (l’area in questione è un’area critica)”.
“D’altro canto è ben nota la carenza idrica della zona, dove le acque per uso idropotabile presentano numerosi problemi sia qualitativi che quantitativi”.
“Alcuni studi recenti portati avanti dall’Università di Roma 3 indicherebbero i prelievi di Cecchina, Pavona, Pomezia, ecc., quali principali responsabili dell’abbassamento della falda idrica dei castelli con dirette implicazioni sull’annoso problema dell’abbassamento del livello delle acque del Lago di Castelgandolfo”.
La giunta di destra dell’amministrazione provinciale di Latina vuole fortemente l’inceneritore e l’ubicazione probabile è nel consorzio industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia.
Tutti abbiamo imparato che si tratta di una tecnologia superata che nemmeno negli USA nessuno installa più da anni e i danni che gli stessi inceneritori hanno prodotto e producono nel mondo come in Italia.
E’ caduta anche l’ipocrisia su quello che era l’inceneritore modello di Brescia che è stato oggetto dell’ennesima infrazione comunitaria in materia di ambiente, come della causa consueta di diossina e quindi danni alla salute e all’agricoltura.
Che l’inceneritore non sia la risposta alla gestione dei rifiuti lo sanno anche i bambini, così come che esistono metodi e modi che consentono di risparmiare soldi, materie prime, energia, ridurre l’inquinamento ed aumentare i posti di lavoro.
Le soluzioni ci sono, basta copiare ed avere la buona volontà di stare dalla parte dei cittadini e non delle aziende o dello speculatore di turno.
Tre giorni fa l’ennesima conferma di questo fallimento annunciato, con l’intervento in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''.
Questo conferma, ma non ce n’era bisogno, che gli inceneritori non sono economici che alla comunità costano molto di più di quello che danno, cioè il 35% dell’energia che consumano.
Non bisogna essere ragionieri a pensare che se consumo 100 e produco 35 è meglio che cambio mestiere.
Poi l’ennesima valutazione negativa di impatto ambientale sull’inceneritore di Albano che comunque avrà incidenza nella parte nord della nostra provincia.
Anche qui non occorre essere degli esperti per capire che se un progetto analogo venisse realizzato nell’area industriale di Mazzocchio produrrebbe effetti devastanti alla salute, all’agricoltura, all’economia dell’intero agro Pontino e dei comuni collinari.
Per questo motivo inizierà una raccolta di firme per chiedere al comune di Pontinia di impugnare la delibera dell’amministrazione provinciale per il bando della chiusura del ciclo.
Pontinia 22giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
RIFIUTI: CAMERA; BERTOLASO, SENZA CIP6 DL VA NEL CASSETTO
(ANSA) - ROMA, 19 GIU - ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''. Lo ha detto in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso parlando a nome del governo e chiedendo il via libera all'estensione del contributo europeo ai termovalorizzatori, come proposto con un emendamento del Pd. La proposta di modifica e' stata, poi, votata all'unanimita' dall'Assemblea di Montecitorio.(ANSA). KTV 19/06/2008 17:35
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=357
CENERI E NANOPARTICELLE IN GIRO PER I CASTELLI ROMANI
redazione
[21/06/2008 12.19.51]
Un altro studio conferma le conclusioni negative delle due precedenti Valutazioni d’impatto ambientale, e demolisce l’inceneritore voluto nel Lazio dalla giunta regionale di Marrazzo & C.
Domenica 15 giugno si è tenuta la Conferenza del Prof. Montanari direttamente nella zona di Roncigliano, a pochi metri dal luogo dove Cerroni & Marrazzo vogliono costruire l’inceneritore più grande del mondo.
L’oratorio della parrocchia di Roncigliano non è riuscito a contenere l’eccezionale partecipazione: la maggior parte dei cittadini ha seguito l’incontro dall’esterno del locale.
Assenti, come al solito, Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali.Il Prof. Montanari ha illustrato le sue teorie alla Camera dei Lord, ma non avuto l’opportunità di spiegare ai Sindaci dei Castelli Romani i pericolosi effetti dell’incenerimento sull’aria, sull’acqua, sui terreni, sulle colture, sulla salute degli animali e delle persone, sulle modificazioni del DNA.
Il Prof. Montanari, nelle tre ore di intervento, ha esposto le sue scoperte in tema di nanoparticelle e i devastanti danni che queste possono portare in termini sanitari.
“L’incenerimento è la tecnica più pericolosa per trattare i rifiuti”.
Il Prof. Montanari ha spiegato che, in un processo di incenerimento, maggiore è la temperatura cui vengono bruciati i rifiuti, minore è la diossina prodotta, ma maggiore è la quantità di nanoparticelle emesse.
Bruciare una tonnellata di rifiuti ci regala:Una tonnellata di fumi,300 kg di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica),30 kg di ceneri volanti,25 kg di gesso,650 kg di acqua di scarico.
Fonte: GreenpeaceL’aria non sarà più la stessa!!!
Il Prof. Montanari ha sostenuto che i fumi prodotti dall’inceneritore, carichi di nanoparticelle e di diossina, si spargeranno nell’aria per decine di chilometri, contaminando tutta l’area dei Castelli Romani. Molto pericoloso è anche l’utilizzo del carbone.
Con riferimento alla qualità dell’aria, la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Lazio afferma che “il Comune di Albano è incluso nell’elenco che individua i Comuni nei quali i valori degli inquinanti (PM10) sono superiori ai limiti previsti e per i quali devono essere proposti dei piani di azione”.
In merito all’utilizzo nella combustione del carbon coke, la VIA della Provincia di Roma sembra essere stata scritta dal Prof. Montanari: “Le temperature raggiunte sono soprattutto conseguenti all’utilizzo del carbon coke per il quale lo studio di impatto non prevede misure di attenzione sia per quanto riguarda lo stoccaggio che il trattamento delle emissioni. Tale materiale produce grandi quantità di polveri, invece stranamente assenti nelle emissioni del gassificatore proposto. Problemi analoghi riguardano l’anidride solforosa ed eventuali sostanze radioattive, tipiche del coke”.
Il terreno non sarà più quello di prima!!!
L’inceneritore di Roncigliano è un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di rifiuti all’anno, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa.
Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.
Il Prof. Montanari ha ricordato che tutte le colture di Vienna, a causa della presenza di un inceneritore, hanno perso la denominazione DOC.
Confermata, quindi, la VIA della Regione che afferma: “l’intorno è caratterizzato da colture di vite che per effetto delle variazioni meteorologiche verrebbero soggette a trasformazioni della qualità dell’umidità e delle pioggie, che in combinazione con le emissioni dell’impianto, comprometterebbero la qualità del raccolto”.
A rischio sono, quindi, i prodotti tipici dei Castelli Romani, in particolare i vini DOC dei Castelli.
In pratica, Marrazzo con l’inceneritore vuole distruggere l’80% dei vini DOC della Regione Lazio.
In merito, sempre la VIA della Regione Lazio che afferma: “l’intervento proposto ricade in un’area destinata dal vigente PRG di Albano a zona agricola, mentre ai fini della classificazione paesistica di cui al PTP n. 9 - Ambito Territoriale dei Castelli Romani la zona risulta Zona 3 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ed ambientale”.
A conferma, anche la VIA della Provincia di Roma sottolinea che “per quanto riguarda l’ubicazione dell’impianto , quest’ultima risulterebbe interessare un’area così detta AGRICOLA DI PREGIO”.
Gli effetti devastanti sulla salute pubblica!!!
Il Prof. Montanari ha nuovamente sfidato il Prof. Veronesi a un confronto pubblico sugli effetti degli inceneritori sulla salute.
Decine di studi confermano ormai la correlazione tra presenza di inceneritori sul territorio e aumento delle malattie cancerogene.
Il Prof. Montanari ha ricordato che l’ultima ricerca, resa pubblica il 3 aprile 2008 dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, afferma che nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 23 per cento.
L’inceneritore ci ruberà anche l’acqua!!!
Bruciare 227 mila tonnellate di rifiuti ci regalerà:
227 mila tonnellate di fumi68 mila tonnellate di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica)6.810 tonnellate di ceneri volanti5.675 tonnellate di gesso148 mila tonnellate di acqua di scarico
(Fonte: elaborazione su dati Greenpeace)
L’inceneritore ha bisogno di acqua, di tanta acqua.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Regione Lazio puntualizza che:
“L’opera ricade nell’ambito delle Aree Critiche come perimetrate ai sensi dell’art. 5 LR 1 dicembre 2000, n. 30”;“Il progetto, prevedendo un approvvigionamento idrico da un nuovo pozzo nonché l’impermeabilizzazione di un’ampia superficie determina un aggravio dell’emungimento della risorsa idrica e un’alterazione di ricarica della falda con una diminuzione dell’infiltrazione efficace”.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Provincia di Roma afferma che:
“Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, ne risulterebbe un consumo totale di 450 tonnellate al giorno (ndr: 164.250 tonnellate di acqua l’anno) in contrapposizione a quanto previsto dalle norme sulle AREE CRITICHE che vietano ogni possibile nuova captazione (l’area in questione è un’area critica)”.
“D’altro canto è ben nota la carenza idrica della zona, dove le acque per uso idropotabile presentano numerosi problemi sia qualitativi che quantitativi”.
“Alcuni studi recenti portati avanti dall’Università di Roma 3 indicherebbero i prelievi di Cecchina, Pavona, Pomezia, ecc., quali principali responsabili dell’abbassamento della falda idrica dei castelli con dirette implicazioni sull’annoso problema dell’abbassamento del livello delle acque del Lago di Castelgandolfo”.
installazione antenne telefonia mobile e compatibilità elettromagnetica
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: installazione antenne telefonia mobile e compatibilità elettromagnetica
La notizia della prossima installazione di n. 4 nuove antenne di telefonia mobile crea preoccupazione, come sempre nella pubblica opinione quando non vi è un’adeguata informazione, proprio come consigliava in materia l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Su questo tipo di impianti diversi e contrastanti sono gli studi, specie quando vengono diffusi dagli stessi operatori del settore che, come sappiamo, hanno tutto l’interesse a dare informazioni parziali ed incomplete.
Anche in materia di campi elettromagnetici, come per tutte le nuove tecnologie, impianti, materiali vi sono opinioni divergenti.
Sicuramente antenne di telefonia mobile e campi elettromagnetici bene non fanno.
Si tratta di valutare quanto male facciano, cioè in quali termini, condizioni, tempi e modalità possono essere pericolosi o gravi o mortali.
Che poi l’elettronica e gli apparecchi telefonici portatili siano importanti e spesso si siano rivelati fondamentali per salvare delle vite umane o per avvertire di pericoli imminenti credo siamo tutti d’accordo.
L’uso dei vari strumenti e l’esposizione al pericolo (piccolo o grande che siano) deve essere però una presa di posizione cosciente e volontaria.
In materia di campi elettromagnetici è entrato in vigore il nuovo decreto legislativo.
Per questi motivi Le chiedo di convocare apposite assemblee pubbliche affinché vengano diffusi i dati relativi e i cittadini informati regolarmente.
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 21 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Compatibilità elettromagnetica: Dlgs 194/207"
fonte consted.com / Campi elettromagnetici
13/06/2008 - Il nuovo Decreto Legislativo sostituisce integralmente il precedente del 1996 (Dlgs. 615), che a sua volta diede attuazione alla prima Direttiva EMC 89/336/CEE e che per circa dieci anni ha fissato le regole, in materia di compatibilità elettromagnetica, per l’immissione sul mercato e la messa in servizio di apparecchiature elettriche ed elettroniche destinate sia al consumo, sia ad uso professionale e industriale. La Direttiva 89/336/CEE fu una delle prime ad introdurre le procedure del “Nuovo Approccio” come definito dalla Commissione Europea, che comprende anche la marcatura CE dei prodotti, così come fu uno dei primi esempi di legislazione comunitaria a prendere in considerazione la funzionalità delle apparecchiature. Come conseguenza, una delle caratteristiche peculiari della Direttiva 89/336/CEE sulla Compatibilità Elettromagnetica fu il suo ampio campo di applicazione, che non poneva limiti inferiori o superiori circa la tensione di lavoro e/o la tipologia degli apparati interessati: dal televisore al personal computer, dal giocattolo elettrico sino alla linea di produzione.
http://www.consted.com/doc2008/emc-compatibilita-elettromagnetica.asp
Cosa cambia nel nuovo Decreto Benché i “Requisiti Essenziali” cui devono rispondere le apparecchiature siano rimasti gli stessi (le apparecchiature non devono emettere disturbi elettromagnetici eccessivi per l’ambiente in cui sono inserite e al tempo stesso devono essere in grado di continuare a funzionare regolarmente senza subire conseguenze dai disturbi elettromagnetici presenti nel medesimo ambiente), il nuovo Decreto Legislativo 194 presenta variazioni significative per quanto riguarda gli aspetti procedurali che vanno seguiti per la “valutazione della conformità”, ricalcando fedelmente le novità introdotte dalla direttiva che incorpora diverse modifiche volte a rendere più agevole l’applicazione dei criteri di conformità. Le modifiche concettuali più rilevanti hanno infatti l’intento di:
- Definire meglio le modalità di applicazione della Direttiva ai diversi prodotti, cercando di chiarire, in particolare, come si deve intendere la conformità alla Direttiva per gli impianti fissi (includendo in tale categoria anche il “grosso macchinario”) e quali debbano essere i requisiti delle apparecchiature e dei sistemi destinati ad essere incorporati in tali impianti. La nuova Direttiva EMC è più dettagliata rispetto alla precedente 89/336/CEE, fornisce una migliore e più puntuale definizione del campo di applicazione - con particolare riferimento agli impianti fissi e alle apparecchiature e ai sistemi da incorporare in essi. Viene in particolare chiarito come deve essere intesa l’applicabilità della Direttiva al caso di un impianto fisso e come devono essere trattati i sistemi e le apparecchiature da incorporare in tale impianto
- Alleggerire e semplificare le procedure per la verifica di conformità alla Direttiva per le apparecchiature e per i sistemi destinati ad essere immessi sul mercato ad uso dell’utilizzatore finale, eliminando l’obbligatorietà dell’esecuzione di prove secondo le norme armonizzate e il ricorso all’organismo competente, che per alcuni prodotti può comportare oneri economici ingiustificati. Viene espressamente dichiarato che la Direttiva non si applica agli apparecchi che per la loro natura e per le loro caratteristiche fisiche non emettono disturbi elettromagnetici né sono suscettibili a tali disturbi, mentre per gli apparecchi che vengono realizzati in diverse configurazioni similari dal punto di vista EMC si ribadisce che la conformità deve essere assicurata per tutte le configurazioni, ma si indica che è in generale sufficiente sottoporre a verifica di conformità la configurazione più critica dal punto di vista dell’emissione e dell’immunità
- Allineare le procedure con quelle previste da altre Direttive da applicare agli stessi prodotti, con particolare riferimento alla Direttiva Bassa Tensione 2006/95/CE (revisione della nota 73/23/CEE), che lascia al produttore o al suo mandatario stabilito sul territorio dell’Unione Europea la responsabilità di decidere quali attività svolgere per dichiarare la conformità ai requisiti essenziali e che non prevede l’obbligatorietà dell’applicazione delle norme armonizzate per la verifica della conformità degli apparati e dei sistemi ai requisiti essenziali e per la conseguente marcatura CE.
Oggetto: installazione antenne telefonia mobile e compatibilità elettromagnetica
La notizia della prossima installazione di n. 4 nuove antenne di telefonia mobile crea preoccupazione, come sempre nella pubblica opinione quando non vi è un’adeguata informazione, proprio come consigliava in materia l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Su questo tipo di impianti diversi e contrastanti sono gli studi, specie quando vengono diffusi dagli stessi operatori del settore che, come sappiamo, hanno tutto l’interesse a dare informazioni parziali ed incomplete.
Anche in materia di campi elettromagnetici, come per tutte le nuove tecnologie, impianti, materiali vi sono opinioni divergenti.
Sicuramente antenne di telefonia mobile e campi elettromagnetici bene non fanno.
Si tratta di valutare quanto male facciano, cioè in quali termini, condizioni, tempi e modalità possono essere pericolosi o gravi o mortali.
Che poi l’elettronica e gli apparecchi telefonici portatili siano importanti e spesso si siano rivelati fondamentali per salvare delle vite umane o per avvertire di pericoli imminenti credo siamo tutti d’accordo.
L’uso dei vari strumenti e l’esposizione al pericolo (piccolo o grande che siano) deve essere però una presa di posizione cosciente e volontaria.
In materia di campi elettromagnetici è entrato in vigore il nuovo decreto legislativo.
Per questi motivi Le chiedo di convocare apposite assemblee pubbliche affinché vengano diffusi i dati relativi e i cittadini informati regolarmente.
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 21 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Compatibilità elettromagnetica: Dlgs 194/207"
fonte consted.com / Campi elettromagnetici
13/06/2008 - Il nuovo Decreto Legislativo sostituisce integralmente il precedente del 1996 (Dlgs. 615), che a sua volta diede attuazione alla prima Direttiva EMC 89/336/CEE e che per circa dieci anni ha fissato le regole, in materia di compatibilità elettromagnetica, per l’immissione sul mercato e la messa in servizio di apparecchiature elettriche ed elettroniche destinate sia al consumo, sia ad uso professionale e industriale. La Direttiva 89/336/CEE fu una delle prime ad introdurre le procedure del “Nuovo Approccio” come definito dalla Commissione Europea, che comprende anche la marcatura CE dei prodotti, così come fu uno dei primi esempi di legislazione comunitaria a prendere in considerazione la funzionalità delle apparecchiature. Come conseguenza, una delle caratteristiche peculiari della Direttiva 89/336/CEE sulla Compatibilità Elettromagnetica fu il suo ampio campo di applicazione, che non poneva limiti inferiori o superiori circa la tensione di lavoro e/o la tipologia degli apparati interessati: dal televisore al personal computer, dal giocattolo elettrico sino alla linea di produzione.
http://www.consted.com/doc2008/emc-compatibilita-elettromagnetica.asp
Cosa cambia nel nuovo Decreto Benché i “Requisiti Essenziali” cui devono rispondere le apparecchiature siano rimasti gli stessi (le apparecchiature non devono emettere disturbi elettromagnetici eccessivi per l’ambiente in cui sono inserite e al tempo stesso devono essere in grado di continuare a funzionare regolarmente senza subire conseguenze dai disturbi elettromagnetici presenti nel medesimo ambiente), il nuovo Decreto Legislativo 194 presenta variazioni significative per quanto riguarda gli aspetti procedurali che vanno seguiti per la “valutazione della conformità”, ricalcando fedelmente le novità introdotte dalla direttiva che incorpora diverse modifiche volte a rendere più agevole l’applicazione dei criteri di conformità. Le modifiche concettuali più rilevanti hanno infatti l’intento di:
- Definire meglio le modalità di applicazione della Direttiva ai diversi prodotti, cercando di chiarire, in particolare, come si deve intendere la conformità alla Direttiva per gli impianti fissi (includendo in tale categoria anche il “grosso macchinario”) e quali debbano essere i requisiti delle apparecchiature e dei sistemi destinati ad essere incorporati in tali impianti. La nuova Direttiva EMC è più dettagliata rispetto alla precedente 89/336/CEE, fornisce una migliore e più puntuale definizione del campo di applicazione - con particolare riferimento agli impianti fissi e alle apparecchiature e ai sistemi da incorporare in essi. Viene in particolare chiarito come deve essere intesa l’applicabilità della Direttiva al caso di un impianto fisso e come devono essere trattati i sistemi e le apparecchiature da incorporare in tale impianto
- Alleggerire e semplificare le procedure per la verifica di conformità alla Direttiva per le apparecchiature e per i sistemi destinati ad essere immessi sul mercato ad uso dell’utilizzatore finale, eliminando l’obbligatorietà dell’esecuzione di prove secondo le norme armonizzate e il ricorso all’organismo competente, che per alcuni prodotti può comportare oneri economici ingiustificati. Viene espressamente dichiarato che la Direttiva non si applica agli apparecchi che per la loro natura e per le loro caratteristiche fisiche non emettono disturbi elettromagnetici né sono suscettibili a tali disturbi, mentre per gli apparecchi che vengono realizzati in diverse configurazioni similari dal punto di vista EMC si ribadisce che la conformità deve essere assicurata per tutte le configurazioni, ma si indica che è in generale sufficiente sottoporre a verifica di conformità la configurazione più critica dal punto di vista dell’emissione e dell’immunità
- Allineare le procedure con quelle previste da altre Direttive da applicare agli stessi prodotti, con particolare riferimento alla Direttiva Bassa Tensione 2006/95/CE (revisione della nota 73/23/CEE), che lascia al produttore o al suo mandatario stabilito sul territorio dell’Unione Europea la responsabilità di decidere quali attività svolgere per dichiarare la conformità ai requisiti essenziali e che non prevede l’obbligatorietà dell’applicazione delle norme armonizzate per la verifica della conformità degli apparati e dei sistemi ai requisiti essenziali e per la conseguente marcatura CE.
domenica 22 giugno 2008
contrasto alla realizzazione di centrali e inceneritore
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: contrasto alla realizzazione delle centrali elettriche e dell’inceneritore
Si avvicina la nuova riunione della commissione AIA-IPPC per valutare la documentazione allegata al progetto per la centrale a turbogas di Mazzocchio proposta dall’AceaElectrabel, così come l’amministrazione comunale dovrà prendere posizione in merito al nuovo progetto della centrale a biomasse proposta sempre a Mazzocchio questa volta dalla Pontinia Rinnovabili.
Un altro progetto ad alto impatto ambientale si profila per la zona industriale di Pontinia, quello dell’inceneritore tanto caro all’amministrazione provinciale di destra, al comune di Latina e all’ex sindaco di Pontinia.
Per salvaguardare la salute dei cittadini di Pontinia, tutelare l’agricoltura di qualità e le aziende locali è necessario procedere a regolamentare a livello comunale il livello di emissioni consentito.
Anche per migliorare una situazione oltre la norma attuale, come dimostrato dalla VIA della centrale a turbogas, come ribadito dall’Agenzia regionale della salute che indica il comune di Pontinia oltre la media per malattie legate all’inquinamento e ai problemi respiratori.
Finalmente la comunità europea ha emanato la direttiva sui livelli di emissione delle particelle sottili causa di malattie gravi e mortali.
“Come regola generale, più una particella è piccola, più è aggressiva, ma questa aggressività non si accresce in maniera analogica con il diminuire delle dimensioni. La cosa risulta evidente se si prendono in considerazione le PM 2,5, vale a dire il particolato sospeso in atmosfera il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 2,5 micron. A quanto risulta dagli studi citati, un incremento nella concentrazione atmosferica di questo materiale comporta un incremento
parallelo nella mortalità cardiogena.” Fonte Ambiente Risorse Salute” n. 110 settembre-ottobre 2006.
Per questi motivi Le chiedo di convocare la riunione del tavolo tecnico per la salute contrario alla realizzazione delle centrali a turbogas, biomasse e all’inceneritore.
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 21 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://www.prevenzionesicurezza.com Qualità dell’aria: la nuova direttiva è in gazzetta"
fonte insic.it / Ambiente
17/06/2008 - È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’11 giugno la nuova Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2008/50/CE del 21/5/2008, che fissa i limiti delle particelle sottili (PM2,5).La direttiva, oltre a confermare i precedenti limiti per i principali inquinanti, stabilisce che gli Stati membri portino entro il 2015 i livelli di PM2,5 nelle aree urbane al di sotto dei 20 microgrammi/m³ e riducano entro il 2020 l'esposizione del 20% rispetto ai valori del 2010.La nuova direttiva si inserisce nel contesto generale del VI Programma europeo di azione ambientale, ed in particolare è una parte fondamentale della strategia tematica sull'inquinamento atmosferico adottata dalla Commissione nel settembre 2005 (Clean Air for Europe).Questi in sintesi gli elementi chiave contenuti nella nuova direttiva:• semplificazione della legislazione riguardante la qualità dell’aria ambiente con accorpamento di quattro atti normativi (direttiva quadro 96/62/EC, prima Direttiva della Commissione CE 1999/30/CE del 22/4/1999, seconda direttiva figlia 2000/69/EC, terza Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2002/03/CE del 12/2/2002 e la decisione sullo scambio di informazioni 97/101/EC) in una singola direttiva, ad eccezione della quarta direttiva figlia (Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2004/107/CE del 18/12/2004);• per il PM2,5 sono stati introdotti nuovi obiettivi, mentre sono rimasti invariati i limiti per gli altri inquinanti; • è stata introdotta la possibilità di conteggiare le fonti naturali di inquinamento nella valutazione del rispetto degli obiettivi;• è stata inserita la possibilità di un’estensione dei limiti temporali per il rispetto dei limiti di PM10, NO2 e benzene sulla base di condizioni specifiche e conseguente valutazione positiva da parte della Commissione;• viene ribadita la necessita di una costante informazione alla cittadinanza ed è sottolineata l’importanza della qualità dei dati prodotti dalle reti di monitoraggio.
Oggetto: contrasto alla realizzazione delle centrali elettriche e dell’inceneritore
Si avvicina la nuova riunione della commissione AIA-IPPC per valutare la documentazione allegata al progetto per la centrale a turbogas di Mazzocchio proposta dall’AceaElectrabel, così come l’amministrazione comunale dovrà prendere posizione in merito al nuovo progetto della centrale a biomasse proposta sempre a Mazzocchio questa volta dalla Pontinia Rinnovabili.
Un altro progetto ad alto impatto ambientale si profila per la zona industriale di Pontinia, quello dell’inceneritore tanto caro all’amministrazione provinciale di destra, al comune di Latina e all’ex sindaco di Pontinia.
Per salvaguardare la salute dei cittadini di Pontinia, tutelare l’agricoltura di qualità e le aziende locali è necessario procedere a regolamentare a livello comunale il livello di emissioni consentito.
Anche per migliorare una situazione oltre la norma attuale, come dimostrato dalla VIA della centrale a turbogas, come ribadito dall’Agenzia regionale della salute che indica il comune di Pontinia oltre la media per malattie legate all’inquinamento e ai problemi respiratori.
Finalmente la comunità europea ha emanato la direttiva sui livelli di emissione delle particelle sottili causa di malattie gravi e mortali.
“Come regola generale, più una particella è piccola, più è aggressiva, ma questa aggressività non si accresce in maniera analogica con il diminuire delle dimensioni. La cosa risulta evidente se si prendono in considerazione le PM 2,5, vale a dire il particolato sospeso in atmosfera il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 2,5 micron. A quanto risulta dagli studi citati, un incremento nella concentrazione atmosferica di questo materiale comporta un incremento
parallelo nella mortalità cardiogena.” Fonte Ambiente Risorse Salute” n. 110 settembre-ottobre 2006.
Per questi motivi Le chiedo di convocare la riunione del tavolo tecnico per la salute contrario alla realizzazione delle centrali a turbogas, biomasse e all’inceneritore.
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 21 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://www.prevenzionesicurezza.com Qualità dell’aria: la nuova direttiva è in gazzetta"
fonte insic.it / Ambiente
17/06/2008 - È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’11 giugno la nuova Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2008/50/CE del 21/5/2008, che fissa i limiti delle particelle sottili (PM2,5).La direttiva, oltre a confermare i precedenti limiti per i principali inquinanti, stabilisce che gli Stati membri portino entro il 2015 i livelli di PM2,5 nelle aree urbane al di sotto dei 20 microgrammi/m³ e riducano entro il 2020 l'esposizione del 20% rispetto ai valori del 2010.La nuova direttiva si inserisce nel contesto generale del VI Programma europeo di azione ambientale, ed in particolare è una parte fondamentale della strategia tematica sull'inquinamento atmosferico adottata dalla Commissione nel settembre 2005 (Clean Air for Europe).Questi in sintesi gli elementi chiave contenuti nella nuova direttiva:• semplificazione della legislazione riguardante la qualità dell’aria ambiente con accorpamento di quattro atti normativi (direttiva quadro 96/62/EC, prima Direttiva della Commissione CE 1999/30/CE del 22/4/1999, seconda direttiva figlia 2000/69/EC, terza Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2002/03/CE del 12/2/2002 e la decisione sullo scambio di informazioni 97/101/EC) in una singola direttiva, ad eccezione della quarta direttiva figlia (Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio CE 2004/107/CE del 18/12/2004);• per il PM2,5 sono stati introdotti nuovi obiettivi, mentre sono rimasti invariati i limiti per gli altri inquinanti; • è stata introdotta la possibilità di conteggiare le fonti naturali di inquinamento nella valutazione del rispetto degli obiettivi;• è stata inserita la possibilità di un’estensione dei limiti temporali per il rispetto dei limiti di PM10, NO2 e benzene sulla base di condizioni specifiche e conseguente valutazione positiva da parte della Commissione;• viene ribadita la necessita di una costante informazione alla cittadinanza ed è sottolineata l’importanza della qualità dei dati prodotti dalle reti di monitoraggio.
sabato 21 giugno 2008
lui nasconde qualcosa io no
INTERCETTATEMI
Le intercettazioni sono strumento vitale per condurre la lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo, al contrabbando, alla droga, alla corruzione del sistema economico e per smascherare i manovratori che spesso si nascondono a livello politico. Il governo di centrodestra e coloro che mantengono posizioni ambigue in Parlamento su questa proposta di "legge bavaglio" non hanno alcun rispetto dei cittadini se affermano che la limitazione delle intercettazioni è a tutela della privacy (leggi le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Alfano) dell’individuo quando negli ultimi anni le intercettazioni si sono rivelate l’unica tutela dei cittadini dalla disonestà di molti politici. Il Pd tentenna ed anche in questa battaglia spetta all’Italia dei Valori il ruolo di schierarsi come unica vera opposizione. Loro nascondono qualcosa, noi no! Intercettatemi! http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/iosostengo/2008/06/intercettatemi.php
Le intercettazioni sono strumento vitale per condurre la lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo, al contrabbando, alla droga, alla corruzione del sistema economico e per smascherare i manovratori che spesso si nascondono a livello politico. Il governo di centrodestra e coloro che mantengono posizioni ambigue in Parlamento su questa proposta di "legge bavaglio" non hanno alcun rispetto dei cittadini se affermano che la limitazione delle intercettazioni è a tutela della privacy (leggi le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Alfano) dell’individuo quando negli ultimi anni le intercettazioni si sono rivelate l’unica tutela dei cittadini dalla disonestà di molti politici. Il Pd tentenna ed anche in questa battaglia spetta all’Italia dei Valori il ruolo di schierarsi come unica vera opposizione. Loro nascondono qualcosa, noi no! Intercettatemi! http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/iosostengo/2008/06/intercettatemi.php
dissesto 3
Dissesto 3
Qualcuno, bontà sua, inizia a capire che il contrasto al dissesto comunale significa anche difesa del territorio dall’inquinamento, in particolare dall’inceneritore che i martelli pneumatici della destra vorrebbero installare ad ogni piè sospinto a Mazzocchio.
La mia lotta al dissesto scoccia parecchio gli aitanti ambiziosi futuri amministratori, dalla destra che tornerà presto a dissestare come stanno facendo in consiglio comunale a Roma, .
Qualcuno, bontà sua, inizia a capire che il contrasto al dissesto comunale significa anche difesa del territorio dall’inquinamento, in particolare dall’inceneritore che i martelli pneumatici della destra vorrebbero installare ad ogni piè sospinto a Mazzocchio.
La mia lotta al dissesto scoccia parecchio gli aitanti ambiziosi futuri amministratori, dalla destra che tornerà presto a dissestare come stanno facendo in consiglio comunale a Roma, .
Alcuni di questi hanno tentato, ancora una volta, un po’ per ignoranza amministrativa, un po’ per interesse personale a diffondere dubbi e scemenze varie sulla mia scelta anti dissesto.
A me non interessano le motivazioni (che potrebbero essere completamente diverse dalle mie) che hanno spinto gli altri ricorrenti ad opporsi al dissesto.
Come già ho scritto le diverse motivazioni sociali, economiche ed ambientali sono evidenti anche se il dissesto di fatto, documenti contabili del comune alla mano, non c’è visti i continui e ripetuti avanzi di amministrazione che sono continuati dal 2004 ad ogni bilancio odierno.
Non so se il 24 l’udienza si terrà, se i fautori del dissesto (gli iscritti ad An di Pontinia) cercheranno l’ennesimo rinvio con il chiaro obiettivo, o se invece sarà l’udienza conclusiva, cioè se si andrà a sentenza.
So che i numerosi ed evidenti tentativi di farmi desistere, con lo scopo evidente di bloccare l’azione amministrativa comunale, non sono serviti.
A me non interessano le motivazioni (che potrebbero essere completamente diverse dalle mie) che hanno spinto gli altri ricorrenti ad opporsi al dissesto.
Come già ho scritto le diverse motivazioni sociali, economiche ed ambientali sono evidenti anche se il dissesto di fatto, documenti contabili del comune alla mano, non c’è visti i continui e ripetuti avanzi di amministrazione che sono continuati dal 2004 ad ogni bilancio odierno.
Non so se il 24 l’udienza si terrà, se i fautori del dissesto (gli iscritti ad An di Pontinia) cercheranno l’ennesimo rinvio con il chiaro obiettivo, o se invece sarà l’udienza conclusiva, cioè se si andrà a sentenza.
So che i numerosi ed evidenti tentativi di farmi desistere, con lo scopo evidente di bloccare l’azione amministrativa comunale, non sono serviti.
venerdì 20 giugno 2008
anche a Latina il 21 giugno manifestazione acqua pubblica
organizziamo banchetti informativi per la campagna di sensibilizzazione "Acqua Bene Comune" in cento piazze in tutta Italia ed anche a Latina in Piazza del Popolo, sabato 21 giugno, dalle 11 di mattina in poi.gradita la presenza di tutti.http://beppegrillo.meetup.com/256/calendar/8179221/
21 Giugno - Giornata nazionale di iniziativa, mobilitazione e comunicazione sociale
Cento territori per l’acqua pubblica e i beni comuni!
CENTO TERRITORI PER L’ACQUA PUBBLICA E I BENI COMUNI!
IL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
LANCIA PER IL
21 GIUGNO 2008
UNA GIORNATA NAZIONALE DI INIZIATIVA, MOBILITAZIONE E COMUNICAZIONE SOCIALE
PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, MA SI LEGGE DEMOCRAZIA
Leggi tutto e scarica il volantino
Leggi l’appello
Tutte le iniziative in programma
La lotta delle comunità locali ottiene un grande risultato
Vittoria (RG) - Il Tar sospende le perforazioni della Panther Eureka
Ieri, giovedì 12 giugno, la prima sezione del Tar di Catania ha emesso un’ordinanza cautelare con cui ha accolto la domanda del Comune di Vittoria ed ha sospeso le operazioni di perforazione che la Panther Eureka avrebbe dovuto avviare in contrada Serra Grande.
Leggi il comunicato stampa del Comune di Vittoria
In questa lotta il Forum Italiano di Movimenti per l’Acqua è intervenuto con forza e solidarietà con comunicati stampa, appelli alla mobilitazione e partecipando ad iniziative organizzate a Vittoria e nella Provincia di Ragusa
Anche Frosinone intraprende la strada della ripubblicizzazione dell’acqua
Il Consiglio comunale delibera a favore della rescissione del contratto con Acea ATO 5 S.p.A.
Il Consiglio Comunale di Frosinone, mercoledì 28 maggio 2008, ha approvato all’unanimità la relazione della Commissione Consiliare straordinaria istituita sei mesi fa per verificare la gestione di Acea AT0 5 S.p.A. del Servizio Idrico Integrato, che aveva assunto le argomentazione dei comitati di quartiere e delle associazioni formalmente ascoltate.
Il dispositivo finale della delibera da mandato al Sindaco:
di contestare in seno all’autorità d’ambito tutti gli inadempimenti del gestore;
di promuovere in seno all’Autorità d’Ambito la rescissione per colpa della convenzione. Leggi tutto
La delibera approvata all’unanimità
Il comunicato stampa del Coordinamento Provinciale per l’Acqua Pubblica
Disastro ambientale a BussiLo scandalo dei rifiuti tossici e dell’acqua contaminata in Abruzzo
33 avvisi di garanzia: una vera e propria bomba ecologica e sanitaria sta emergendo in Val Pescara
Dopo poco più di un anno dalla scoperta della discarica di Bussi e poco meno di 12 mesi dallo scoppio dello scandalo dell’acqua inquinata arriva il primo atto importante e pubblico della procura di Pescara che ha inviato nei giorni scorsi 33 avvisi di garanzia. I reati contestati sono avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte ed adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa. Leggi tutto
Comunicato stampa Abruzzo Social Forum
Comunicato stampa WWF
Comunicato stampa Abruzzo Social Forum, WWF, Mare Libero
Il Rio Fergia è salvo!Il TAR dell’Umbria ha bloccato la concessione a Rocchetta - Idrea
Una vittoria della democrazia, della partecipazione, di tutti comitati sorti in difesa dei beni comuni.
BLOCCATA LA DIRETTIVA DELLA REGIONE CHE DAVA LA CONCESSIONE ALLA ROCHETTA - IDREA PER IL PRELIEVO DI OLTRE 330 MILIONI DI LITRI D’ACQUA DAL POZZO CORCIA
BLOCCATA LA CONCESSIONE EDILIZIA DEL COMUNE DI GUALDO TADINO ALLA ROCHETTA - IDREA
Il TAR dell’Umbria, questa mattina 21 maggio 2008, ha finalmente reso pubblica la sentenza che si attendeva dal 24 febbraio, quando il TAR ha accolto gli 11 ricorsi presentati contro la decisione della regione Umbria di concedere un ulteriore prelievo alla Rochetta-Idrea.
Il comunicato stampa del Comitato Umbro Acqua Pubblica
Le sentenze del Tar
20 Comuni dell’Ato di Agrigento si rifiutano di consegnare gli impianti
I Comuni contro la privatizzazione dell’acqua
Il 21 maggio la presa di posizione di 20 enti locali dell’Ato di Agrigento che rifiutano di consegnare reti e impianti alla società mista pubblico-privato che si è aggiudicata la gara, insieme all’impegno degli stessi per la ripubblicizzazione dell’acqua, attraverso l’indizione di un referendum nel prossimo autunno.
Il comunicato stampa del Comitato dei Sindaci agrigentini contrari alla privatizzazione del servizio idrico
Il 27 maggio, presso il Comune di Menfi, l’incontro tra i sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua ed i rappresentanti del Gruppo Enti Locali del Forum Regionale dei Movimenti per l’Acqua
La convocazione del comune di Menfi
ENTI LOCALI per la ripubblicizzazione dell’acqua
NOTE PER LA COSTRUZIONE DEL COORDINAMENTO NAZIONALE ENTI LOCALI PER L’ACQUA PUBBLICA
I brevi ragionamenti che seguono hanno lo scopo di tracciare una proposta di lavoro per costruire progressivamente il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’acqua pubblica... Leggi tutto...
E’ NATO IL COORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI PUGLIESI PER L’ACQUA PUBBLICA
Con un incontro ufficiale, tenutosi il 6 novembre 2007 presso la Sala Consiliare del Palazzo della Provincia di Bari, alla presenza del Presidente della Provincia di Bari, Divella, di Marco Bersani per il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e di Margherita Ciervo e Beppe Di Brisco del Forum Pugliese per l’Acqua pubblica, si è costituito il “Coordinamento Regionale degli Enti Locali della Puglia per la ripubblicizzazione dell’Acqua”.
5 FEBBRAIO 2008 - RIUNIONE INDETTA DALLA PROVINCIA DI BARI PER FORMALIZZARE LA COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI DELLA PUGLIA PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL’ACQUA
Leggi la comunicazione ufficiale della Provincia di Bari
Leggi il report della riunione del 5 febbraio
Per approfondimenti
Consegnate le firme
406.626 cittadine e cittadini hanno sottoscritto la Legge nazionale di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua
Un risultato straordinario per il Forum dei Movimenti per l’Acqua, a cui hanno aderito oltre 80 reti nazionali e più di 1.000 realtà territoriali, trovando, nel corso della campagna, l’ulteriore appoggio da parte di diverse centinaia di enti locali....
Leggi tutto
Dati divisi per regione
Chi siamo
Comitato promotore
Adesioni enti locali
Adesioni artisti per l’acqua
Come aderire
Come finanziare il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Ufficio stampa
Gestione sito
Campagna nazionale legge acqua via di Sant'Ambrogio 400186 Romatel. 06 - 68136225 email segreteria@acquabenecomune.orgla Segreteria Operativa della Campagna --- Ven 20/6/08, le stel ha scritto:
Da: le stelOggetto: [comitato-provinciale-difesa-acqua] cento territori per l'acqua pubblica e i beni comuni - LatinaA: lestel.07@gmail.comData: Venerdì 20 giugno 2008, 01:23
vi preghiamo di dare il massimo risalto al comunicato stampa in allegato relativo alla partecipazioni della piazza di Latina alla mobilitazione nazionale :
21 Giugno - Giornata nazionale di iniziativa, mobilitazione e comunicazione socialeper riaffermare che l'acqua è un bene comune e non può essere oggetto di profittohttp://www.acquaben ecomune.org/ index.phpgrazie anticipatamenteper il metup di Latina: "I grilli e le cicale" Leo Timpone (3207641741)
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PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, MA SI LEGGE DEMOCRAZIA
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Vittoria (RG) - Il Tar sospende le perforazioni della Panther Eureka
Ieri, giovedì 12 giugno, la prima sezione del Tar di Catania ha emesso un’ordinanza cautelare con cui ha accolto la domanda del Comune di Vittoria ed ha sospeso le operazioni di perforazione che la Panther Eureka avrebbe dovuto avviare in contrada Serra Grande.
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In questa lotta il Forum Italiano di Movimenti per l’Acqua è intervenuto con forza e solidarietà con comunicati stampa, appelli alla mobilitazione e partecipando ad iniziative organizzate a Vittoria e nella Provincia di Ragusa
Anche Frosinone intraprende la strada della ripubblicizzazione dell’acqua
Il Consiglio comunale delibera a favore della rescissione del contratto con Acea ATO 5 S.p.A.
Il Consiglio Comunale di Frosinone, mercoledì 28 maggio 2008, ha approvato all’unanimità la relazione della Commissione Consiliare straordinaria istituita sei mesi fa per verificare la gestione di Acea AT0 5 S.p.A. del Servizio Idrico Integrato, che aveva assunto le argomentazione dei comitati di quartiere e delle associazioni formalmente ascoltate.
Il dispositivo finale della delibera da mandato al Sindaco:
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di promuovere in seno all’Autorità d’Ambito la rescissione per colpa della convenzione. Leggi tutto
La delibera approvata all’unanimità
Il comunicato stampa del Coordinamento Provinciale per l’Acqua Pubblica
Disastro ambientale a BussiLo scandalo dei rifiuti tossici e dell’acqua contaminata in Abruzzo
33 avvisi di garanzia: una vera e propria bomba ecologica e sanitaria sta emergendo in Val Pescara
Dopo poco più di un anno dalla scoperta della discarica di Bussi e poco meno di 12 mesi dallo scoppio dello scandalo dell’acqua inquinata arriva il primo atto importante e pubblico della procura di Pescara che ha inviato nei giorni scorsi 33 avvisi di garanzia. I reati contestati sono avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte ed adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa. Leggi tutto
Comunicato stampa Abruzzo Social Forum
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Il Rio Fergia è salvo!Il TAR dell’Umbria ha bloccato la concessione a Rocchetta - Idrea
Una vittoria della democrazia, della partecipazione, di tutti comitati sorti in difesa dei beni comuni.
BLOCCATA LA DIRETTIVA DELLA REGIONE CHE DAVA LA CONCESSIONE ALLA ROCHETTA - IDREA PER IL PRELIEVO DI OLTRE 330 MILIONI DI LITRI D’ACQUA DAL POZZO CORCIA
BLOCCATA LA CONCESSIONE EDILIZIA DEL COMUNE DI GUALDO TADINO ALLA ROCHETTA - IDREA
Il TAR dell’Umbria, questa mattina 21 maggio 2008, ha finalmente reso pubblica la sentenza che si attendeva dal 24 febbraio, quando il TAR ha accolto gli 11 ricorsi presentati contro la decisione della regione Umbria di concedere un ulteriore prelievo alla Rochetta-Idrea.
Il comunicato stampa del Comitato Umbro Acqua Pubblica
Le sentenze del Tar
20 Comuni dell’Ato di Agrigento si rifiutano di consegnare gli impianti
I Comuni contro la privatizzazione dell’acqua
Il 21 maggio la presa di posizione di 20 enti locali dell’Ato di Agrigento che rifiutano di consegnare reti e impianti alla società mista pubblico-privato che si è aggiudicata la gara, insieme all’impegno degli stessi per la ripubblicizzazione dell’acqua, attraverso l’indizione di un referendum nel prossimo autunno.
Il comunicato stampa del Comitato dei Sindaci agrigentini contrari alla privatizzazione del servizio idrico
Il 27 maggio, presso il Comune di Menfi, l’incontro tra i sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua ed i rappresentanti del Gruppo Enti Locali del Forum Regionale dei Movimenti per l’Acqua
La convocazione del comune di Menfi
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I brevi ragionamenti che seguono hanno lo scopo di tracciare una proposta di lavoro per costruire progressivamente il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’acqua pubblica... Leggi tutto...
E’ NATO IL COORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI PUGLIESI PER L’ACQUA PUBBLICA
Con un incontro ufficiale, tenutosi il 6 novembre 2007 presso la Sala Consiliare del Palazzo della Provincia di Bari, alla presenza del Presidente della Provincia di Bari, Divella, di Marco Bersani per il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e di Margherita Ciervo e Beppe Di Brisco del Forum Pugliese per l’Acqua pubblica, si è costituito il “Coordinamento Regionale degli Enti Locali della Puglia per la ripubblicizzazione dell’Acqua”.
5 FEBBRAIO 2008 - RIUNIONE INDETTA DALLA PROVINCIA DI BARI PER FORMALIZZARE LA COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI DELLA PUGLIA PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL’ACQUA
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Campagna nazionale legge acqua via di Sant'Ambrogio 400186 Romatel. 06 - 68136225 email segreteria@acquabenecomune.orgla Segreteria Operativa della Campagna --- Ven 20/6/08, le stel
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vi preghiamo di dare il massimo risalto al comunicato stampa in allegato relativo alla partecipazioni della piazza di Latina alla mobilitazione nazionale :
21 Giugno - Giornata nazionale di iniziativa, mobilitazione e comunicazione socialeper riaffermare che l'acqua è un bene comune e non può essere oggetto di profittohttp://www.acquaben ecomune.org/ index.phpgrazie anticipatamenteper il metup di Latina: "I grilli e le cicale" Leo Timpone (3207641741)
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mercoledì 18 giugno 2008
costruire strade la soluzione dai rifiuti
Costruire strade: la soluzione può venire dai rifiutiPossibile conciliare tutela dell'ambiente e realizzazione di infrastrutture
18/06/2008 - Costruire strade con… rifiuti? Non solo è possibile ma necessario e vantaggioso. È questa una delle conclusioni della giornata di studi organizzata dal Prof Ing Marco Pasetto del Dipartimento Costruzioni e Trasporti dell’Università di Padova con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, SIIV – Società Italiana Infrastrutture Viarie e FOIV Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri del Veneto, conclusasi oggi presso l’Aula Magna di Palazzo Bo, a Padova.
Grazie alle ricerche di settore e alle numerose case histories positive si è dimostrato quanto sia possibile conciliare la tutela dell’ambiente con la realizzazione di infrastrutture nel giusto equilibrio tra le esigenze di costruttori e utilizzatori. Sabbie di fonderia, materiali di lavorazione di cava, scorie di acciaieria, polverino di gomma di pneumatici dismessi… sono solo alcuni dei materiali che evitando di essere abbandonati in discarica permetterebbero, opportunamente trattati, di sostituire per prestazioni e qualità le materie prime che in natura iniziano a scarseggiare. Non solo una riduzione del danno ambientale quindi ma un risparmio economico ed energetico complessivo ancora difficile da quantificare visto che utilizzando materiali marginali si evita anche l’inquinamento che ne deriva dal loro trasporto alle discariche. Un vantaggio a tutto campo e altamente innovativo.
“In Italia siamo in ritardo rispetto al contesto internazionale – esordisce il Prof Pasetto, ideatore e organizzatore della giornata di studi – visto che in alcuni stati come gli USA è già obbligatorio l’utilizzo di materiali riciclati specifici, come ad esempio il polverino di gomma nella costruzione di strade. In Italia, il quadro legislativo e normativo, invece, si presenta alquanto complesso e ambiguo – sottolinea Pasetto - e questo ovviamente rallenta molto l’applicazione di tali soluzioni, soprattutto nelle grandi opere”.
“La disponibilità di Arpav a valutare questi materiali secondari parte dalla consapevolezza che tutto ciò che viene riutilizzato non va gettato in discarica e costituisce quindi un modo di preservare l’ambiente – commenta Andrea Drago, direttore generale ARPAV Veneto -. In Europa si fa già molto in questo senso e raggiungere il livello europeo per noi è un traguardo importante. È necessario però semplificare il quadro normativo che oggi è troppo contraddittorio e ambiguo. Resta poi la problematica inerente le autorizzazioni che devono essere rilasciate dopo un attento esame. C’è infatti il grosso problema della verifica in situ. Non vogliamo permettere altri casi gravi ed eclatanti di inquinamento che lascino adito a pregiudizi nei confronti di altre applicazioni invece sicure. C’è da sottolineare – continua Drago – che la situazione nel Veneto è buona: solo nel 2005 abbiamo contato 6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi utilizzati nelle infrastrutture, un dato che ci pone tra le prime regioni in Italia in questa sfida”.
Al tavolo, tra le numerose case histories discusse, presenti anche le significative esperienze del Passante di Mestre e della Valdastico Sud. “Fin dal 2003 – commenta l’ing. Giuseppe Fasiol, Responsabile Unico del Procedimento, Passante di Mestre – si è cercato di utilizzare materiali marginali, nello specifico di scavo, soprattutto per la realizzazione del rilevato stradale. Abbiamo evitato di portare in discarica 2 milioni di metri cubi di materiali di terra come argilla e limi grazie alla procedura della stabilizzazione con calce. Già questo è un dato significativo, che si aggiunge al risparmio in termini di impatto ambientale e costi che abbiamo ottenuto evitando, proprio grazie all’utilizzo di materiali marginali, ulteriori lo spostamento con i mezzi”.
Anche la Valdastico Sud guarda con positività ai materiali marginali. “Stiamo realizzando un’opera qualificata da un punto di vista ambientale - commenta l’ing. Mario Bellesia, responsabile area costruzioni autostrada BS-PD, AD Pedemontana Veneta Spa -. A progetto erano richiesti 7 milioni e 200 mila metri cubi di materiali vergine di cava. Una quantità esorbitante. Oggi possiamo dire con soddisfazione che oltre il 50% di questa quantità è frutto di materiali riciclati. Il vantaggio competitivo che ne è derivato in termini di rispetto ambientale e riduzione dei costi è intuibile”.
Ad entrare nel dettaglio della produzione dei materiali riqualificati e della loro applicazione tecnica è stato l’ing Alessio Velo, responsabile tecnico di Eco.Men. del gruppo Mefin spa, la prima azienda che nel Veneto ha iniziato a produrre materiali riqualificati collaborando per importanti opere alcune tra le quali il Passante di Mestre, la Valdastico Sud, l’Interporto di Padova, la Tangenziale di Limena. Procedure e specificità tecniche hanno evidenziato l’innovazione di questi materiali e l’alta resa in termini di prestazioni di resistenza, durata e manutenzione.
L’Ing Carlo Comin, RFI committente di progetto, ha evidenziato invece quanto spesso proprio l’ambiguità delle procedure normative renda pressoché impossibile la realizzazione di progetti e di quanto manchi a livello italiano una vera progettualità di ampio respiro che permetta una reale e serena applicazione di queste soluzioni tecniche innovative.
Fonte: Ufficio stampa - Adnkronos nord est(riproduzione riservata)
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18/06/2008 - Costruire strade con… rifiuti? Non solo è possibile ma necessario e vantaggioso. È questa una delle conclusioni della giornata di studi organizzata dal Prof Ing Marco Pasetto del Dipartimento Costruzioni e Trasporti dell’Università di Padova con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, SIIV – Società Italiana Infrastrutture Viarie e FOIV Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri del Veneto, conclusasi oggi presso l’Aula Magna di Palazzo Bo, a Padova.
Grazie alle ricerche di settore e alle numerose case histories positive si è dimostrato quanto sia possibile conciliare la tutela dell’ambiente con la realizzazione di infrastrutture nel giusto equilibrio tra le esigenze di costruttori e utilizzatori. Sabbie di fonderia, materiali di lavorazione di cava, scorie di acciaieria, polverino di gomma di pneumatici dismessi… sono solo alcuni dei materiali che evitando di essere abbandonati in discarica permetterebbero, opportunamente trattati, di sostituire per prestazioni e qualità le materie prime che in natura iniziano a scarseggiare. Non solo una riduzione del danno ambientale quindi ma un risparmio economico ed energetico complessivo ancora difficile da quantificare visto che utilizzando materiali marginali si evita anche l’inquinamento che ne deriva dal loro trasporto alle discariche. Un vantaggio a tutto campo e altamente innovativo.
“In Italia siamo in ritardo rispetto al contesto internazionale – esordisce il Prof Pasetto, ideatore e organizzatore della giornata di studi – visto che in alcuni stati come gli USA è già obbligatorio l’utilizzo di materiali riciclati specifici, come ad esempio il polverino di gomma nella costruzione di strade. In Italia, il quadro legislativo e normativo, invece, si presenta alquanto complesso e ambiguo – sottolinea Pasetto - e questo ovviamente rallenta molto l’applicazione di tali soluzioni, soprattutto nelle grandi opere”.
“La disponibilità di Arpav a valutare questi materiali secondari parte dalla consapevolezza che tutto ciò che viene riutilizzato non va gettato in discarica e costituisce quindi un modo di preservare l’ambiente – commenta Andrea Drago, direttore generale ARPAV Veneto -. In Europa si fa già molto in questo senso e raggiungere il livello europeo per noi è un traguardo importante. È necessario però semplificare il quadro normativo che oggi è troppo contraddittorio e ambiguo. Resta poi la problematica inerente le autorizzazioni che devono essere rilasciate dopo un attento esame. C’è infatti il grosso problema della verifica in situ. Non vogliamo permettere altri casi gravi ed eclatanti di inquinamento che lascino adito a pregiudizi nei confronti di altre applicazioni invece sicure. C’è da sottolineare – continua Drago – che la situazione nel Veneto è buona: solo nel 2005 abbiamo contato 6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi utilizzati nelle infrastrutture, un dato che ci pone tra le prime regioni in Italia in questa sfida”.
Al tavolo, tra le numerose case histories discusse, presenti anche le significative esperienze del Passante di Mestre e della Valdastico Sud. “Fin dal 2003 – commenta l’ing. Giuseppe Fasiol, Responsabile Unico del Procedimento, Passante di Mestre – si è cercato di utilizzare materiali marginali, nello specifico di scavo, soprattutto per la realizzazione del rilevato stradale. Abbiamo evitato di portare in discarica 2 milioni di metri cubi di materiali di terra come argilla e limi grazie alla procedura della stabilizzazione con calce. Già questo è un dato significativo, che si aggiunge al risparmio in termini di impatto ambientale e costi che abbiamo ottenuto evitando, proprio grazie all’utilizzo di materiali marginali, ulteriori lo spostamento con i mezzi”.
Anche la Valdastico Sud guarda con positività ai materiali marginali. “Stiamo realizzando un’opera qualificata da un punto di vista ambientale - commenta l’ing. Mario Bellesia, responsabile area costruzioni autostrada BS-PD, AD Pedemontana Veneta Spa -. A progetto erano richiesti 7 milioni e 200 mila metri cubi di materiali vergine di cava. Una quantità esorbitante. Oggi possiamo dire con soddisfazione che oltre il 50% di questa quantità è frutto di materiali riciclati. Il vantaggio competitivo che ne è derivato in termini di rispetto ambientale e riduzione dei costi è intuibile”.
Ad entrare nel dettaglio della produzione dei materiali riqualificati e della loro applicazione tecnica è stato l’ing Alessio Velo, responsabile tecnico di Eco.Men. del gruppo Mefin spa, la prima azienda che nel Veneto ha iniziato a produrre materiali riqualificati collaborando per importanti opere alcune tra le quali il Passante di Mestre, la Valdastico Sud, l’Interporto di Padova, la Tangenziale di Limena. Procedure e specificità tecniche hanno evidenziato l’innovazione di questi materiali e l’alta resa in termini di prestazioni di resistenza, durata e manutenzione.
L’Ing Carlo Comin, RFI committente di progetto, ha evidenziato invece quanto spesso proprio l’ambiguità delle procedure normative renda pressoché impossibile la realizzazione di progetti e di quanto manchi a livello italiano una vera progettualità di ampio respiro che permetta una reale e serena applicazione di queste soluzioni tecniche innovative.
Fonte: Ufficio stampa - Adnkronos nord est(riproduzione riservata)
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martedì 17 giugno 2008
Torna Ecofest, la festa dell'ambiente della Regione Lazio
Torna Ecofest, la festa dell'ambiente della Regione Lazio
17/06/08 - Tre giorni per capire, sperimentare e costruire i nuovi modi e i nuovi mondi della sostenibilità: economica, sociale, ambientale. E’ Ecofest, la festa dell'ambiente della Regione Lazio, che torna a Roma, a Villa Borghese (Piazza di Siena) il 20, 21 e 22 giugno, dopo il successo della passata edizione, che ha visto la partecipazione di oltre 40.000 persone. “L'idea di Ecofest è nata lo scorso anno per realizzare un momento d'incontro tra l'Assessorato all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio e i cittadini – spiega Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli – La formula della festa, all'interno della quale trovano spazio molti momenti di riflessione, dibattito e svago - tutti a sfondo ambientale - è stata dall’Assessorato per offrire un punto di discussione sulle tematiche ambientali che coinvolga la più ampia varietà di soggetti interessati all’ambiente nel Lazio”.Ecofest ha in programma convegni, laboratori didattici, uno spazio espositivo, spettacoli e concerti. Sarà allestito un Villaggio ecologico a zero emissioni con stand che ospiteranno oltre 100 aziende del settore ambientale e biologico. Nell'Ecovillaggio saranno presentate le iniziative che già utilizzano modelli sostenibili, di consumo, di produzione, finanza e commercio, di relazioni e reti sociali; tutte le idee che possono salvaguardare l'ambiente e tutelare i diritti delle persone e dei popoli. Sarà possibile conoscere le tante realtà che stanno già realizzando, con ruoli e gradi diversi, l'efficienza nell'uso delle risorse, l'utilizzo intelligente delle fonti naturali, la riduzione delle disparità economiche e sociali.Molte le novità rispetto alla passata edizione. Sarà esposta la Casa ecologica della Regione Lazio, la struttura costruita con le più innovative tecnologie per il risparmio energetico. La Casa ecologica consuma un quarto dell'energia, emette il 20 per cento in meno di anidride carbonica di una casa tradizionale e permette risparmi rispetto alle normali abitazioni per oltre 3.000 euro all'anno.“Ho voluto una festa – continua Zaratti - nella quale ci sia spazio per le tematiche ambientali di tutti i giorni, quelle che toccano i cittadini e dipendono anche dai comportamenti di ognuno di noi perché la sfida dell’ambientalismo del nuovo millennio è questa: riuscire a modificare in direzione di una maggiore sostenibilità gli stili di vita, senza togliere nulla alla qualità della vita”.Ci sarà la distribuzione gratuita di detersivi alla spina, iniziativa che l’Assessorato Ambiente regionale sta portando in tutto il Lazio e sarà regalato un buono da utilizzare in uno dei punti aperti nel Lazio.Durante la festa sarà attivo un servizio dibike sharing. Saranno posizionate due rastrelliere all'inizio e alla fine del Villaggio ecologico che permetteranno il noleggio di biciclette.In programma anche un'esposizione di veicoli e prototipi elettrici, ibridi e all'idrogeno, con la possibilità di provare alcuni modelli di moto, macchine e biciclette. Verranno regalate 8.000 lampadine ad alta efficienza energetica. Ci saranno molti laboratori didattici per i bambini curati, tra gli altri, dall' Arpa Lazio, dal Polo solare organico della Regione Lazio, dall'Agenzia regionale dei parchi, da Legambiente Lazio. Verrà spiegato come risparmiare acqua, energia, come imparare a riciclare gli oggetti, a guardare la natura, gli uccelli, a orientarsi in città, a scoprire le meraviglie del mare e della spiaggia, ad avere una corretta alimentazione.Ricco il programma di workshop e seminari che prevede venerdì 20 giugno alle ore 11 il convegno "I nuovi valori della quotidianità. La casa ecologica e i consumi sostenibili"; sabato 21 giugno dalle ore 10 "L'impresa può essere ecologica. Il mondo delle aziende davanti alle sfide ambientali e all'innovazione"; domenica 22 giugno dalle ore 10 "Risorse idriche, suolo e biodiversità. Le sfide del terzo millennio: buone pratiche e tecniche innovative per la difesa dell'ambiente".La Provincia di Roma patrocina l’evento ed è presente con un proprio stand nell’area istituzionale dove vengono distribuite numerose pubblicazioni del Servizio Ambiente (carte sentieristiche, guide sulle aree protette programmi su progetti sull’Agro Romano, manifesti e gadget) e del Servizio Agricoltura (guida agriturismo, giochi didattici pubblicazioni sul biologico). All’interno dello spazio espositivo è inoltre possibile prendere visione delle pubblicazioni della collana curata dallo stesso Servizio Ambiente dell’Amministrazione provinciale (Atlante degli anfibi, degli uccelli, pubblicazione sulla Palude di Torre Flavia). Durante le tre giornate ci saranno spettacoli musicali e d'animazione. Venerdì dalle 19 alle 21 suonerà la Banda della Scuola Popolare di musica di Testaccio, sabato, dalle 19 alle 21, suonerà il Circo Diatonico. Inoltre teatro con "I racconti di Fernando e Pulcinella", una sfilata di strada con le maschere della commedia dell'arte; mentre giocolieri, trampolieri, pagliacci e ballerine coinvolgeranno i bambini su quattro temi: raccolta differenziata, consumo sostenibile, energia pulita e rispetto dell'ambiente. Venendo incontro alle esigenze espresse nella passata edizione, nello spazio ristorante ci sarà anche un menù vegetariano, con prodotti biologici dell'Aiab (associazione italiana per l'agricoltura biologica).Venerdì e sabato alle 21.30, infine, due concerti gratuiti. Il 20 suonerà Irene Grandi, madrina dell'Ecofest. il 21, in collaborazione con il National Geographic, concerto dell'Orchestra di Piazza Vittorio.
sala stampa Regione Lazio
17/06/08 - Tre giorni per capire, sperimentare e costruire i nuovi modi e i nuovi mondi della sostenibilità: economica, sociale, ambientale. E’ Ecofest, la festa dell'ambiente della Regione Lazio, che torna a Roma, a Villa Borghese (Piazza di Siena) il 20, 21 e 22 giugno, dopo il successo della passata edizione, che ha visto la partecipazione di oltre 40.000 persone. “L'idea di Ecofest è nata lo scorso anno per realizzare un momento d'incontro tra l'Assessorato all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio e i cittadini – spiega Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli – La formula della festa, all'interno della quale trovano spazio molti momenti di riflessione, dibattito e svago - tutti a sfondo ambientale - è stata dall’Assessorato per offrire un punto di discussione sulle tematiche ambientali che coinvolga la più ampia varietà di soggetti interessati all’ambiente nel Lazio”.Ecofest ha in programma convegni, laboratori didattici, uno spazio espositivo, spettacoli e concerti. Sarà allestito un Villaggio ecologico a zero emissioni con stand che ospiteranno oltre 100 aziende del settore ambientale e biologico. Nell'Ecovillaggio saranno presentate le iniziative che già utilizzano modelli sostenibili, di consumo, di produzione, finanza e commercio, di relazioni e reti sociali; tutte le idee che possono salvaguardare l'ambiente e tutelare i diritti delle persone e dei popoli. Sarà possibile conoscere le tante realtà che stanno già realizzando, con ruoli e gradi diversi, l'efficienza nell'uso delle risorse, l'utilizzo intelligente delle fonti naturali, la riduzione delle disparità economiche e sociali.Molte le novità rispetto alla passata edizione. Sarà esposta la Casa ecologica della Regione Lazio, la struttura costruita con le più innovative tecnologie per il risparmio energetico. La Casa ecologica consuma un quarto dell'energia, emette il 20 per cento in meno di anidride carbonica di una casa tradizionale e permette risparmi rispetto alle normali abitazioni per oltre 3.000 euro all'anno.“Ho voluto una festa – continua Zaratti - nella quale ci sia spazio per le tematiche ambientali di tutti i giorni, quelle che toccano i cittadini e dipendono anche dai comportamenti di ognuno di noi perché la sfida dell’ambientalismo del nuovo millennio è questa: riuscire a modificare in direzione di una maggiore sostenibilità gli stili di vita, senza togliere nulla alla qualità della vita”.Ci sarà la distribuzione gratuita di detersivi alla spina, iniziativa che l’Assessorato Ambiente regionale sta portando in tutto il Lazio e sarà regalato un buono da utilizzare in uno dei punti aperti nel Lazio.Durante la festa sarà attivo un servizio dibike sharing. Saranno posizionate due rastrelliere all'inizio e alla fine del Villaggio ecologico che permetteranno il noleggio di biciclette.In programma anche un'esposizione di veicoli e prototipi elettrici, ibridi e all'idrogeno, con la possibilità di provare alcuni modelli di moto, macchine e biciclette. Verranno regalate 8.000 lampadine ad alta efficienza energetica. Ci saranno molti laboratori didattici per i bambini curati, tra gli altri, dall' Arpa Lazio, dal Polo solare organico della Regione Lazio, dall'Agenzia regionale dei parchi, da Legambiente Lazio. Verrà spiegato come risparmiare acqua, energia, come imparare a riciclare gli oggetti, a guardare la natura, gli uccelli, a orientarsi in città, a scoprire le meraviglie del mare e della spiaggia, ad avere una corretta alimentazione.Ricco il programma di workshop e seminari che prevede venerdì 20 giugno alle ore 11 il convegno "I nuovi valori della quotidianità. La casa ecologica e i consumi sostenibili"; sabato 21 giugno dalle ore 10 "L'impresa può essere ecologica. Il mondo delle aziende davanti alle sfide ambientali e all'innovazione"; domenica 22 giugno dalle ore 10 "Risorse idriche, suolo e biodiversità. Le sfide del terzo millennio: buone pratiche e tecniche innovative per la difesa dell'ambiente".La Provincia di Roma patrocina l’evento ed è presente con un proprio stand nell’area istituzionale dove vengono distribuite numerose pubblicazioni del Servizio Ambiente (carte sentieristiche, guide sulle aree protette programmi su progetti sull’Agro Romano, manifesti e gadget) e del Servizio Agricoltura (guida agriturismo, giochi didattici pubblicazioni sul biologico). All’interno dello spazio espositivo è inoltre possibile prendere visione delle pubblicazioni della collana curata dallo stesso Servizio Ambiente dell’Amministrazione provinciale (Atlante degli anfibi, degli uccelli, pubblicazione sulla Palude di Torre Flavia). Durante le tre giornate ci saranno spettacoli musicali e d'animazione. Venerdì dalle 19 alle 21 suonerà la Banda della Scuola Popolare di musica di Testaccio, sabato, dalle 19 alle 21, suonerà il Circo Diatonico. Inoltre teatro con "I racconti di Fernando e Pulcinella", una sfilata di strada con le maschere della commedia dell'arte; mentre giocolieri, trampolieri, pagliacci e ballerine coinvolgeranno i bambini su quattro temi: raccolta differenziata, consumo sostenibile, energia pulita e rispetto dell'ambiente. Venendo incontro alle esigenze espresse nella passata edizione, nello spazio ristorante ci sarà anche un menù vegetariano, con prodotti biologici dell'Aiab (associazione italiana per l'agricoltura biologica).Venerdì e sabato alle 21.30, infine, due concerti gratuiti. Il 20 suonerà Irene Grandi, madrina dell'Ecofest. il 21, in collaborazione con il National Geographic, concerto dell'Orchestra di Piazza Vittorio.
sala stampa Regione Lazio
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