mercoledì 29 febbraio 2012
Pontinia: oggi tutte le scuole saranno chiuse
oggi primo marzo CHIUSURA SCUOLE CAUSA SOSPENSIONE SERVIZIO IDRICO PER IL G.01/03/2012
Pontinia, 1. marzo interruzione erogazione dell'acqua
Disservizi a Pontinia 01/03/2012 - martedì 28 febbraio 2012
http://www.acqualatina.it/CONTENUTI/disservizi/2012/Febbraio2012/DisserviziaPontinia01032012/tabid/710/language/it-IT/Default.aspx
Si informa che, al fine di permettere lavori di riparazione sulla condotta adduttrice in Via Migliara 46, nel Comune di Pontinia verrà effettuata un’interruzione del flusso idrico dalle ore 10:00 alle ore 14:00 di giovedì 1 marzo 2012
Le zone interessate dall’interruzione sono:
intero Comune di Pontinia
Si rende noto che sarà disponibile un servizio sostitutivo a mezzo autobotti site in Piazza Kennedy a Pontinia.
Si prevede la normalizzazione del servizio alle ore 14:30 salvo imprevisti di cui si darà pronta informazione.
http://www.acqualatina.it/CONTENUTI/disservizi/2012/Febbraio2012/DisserviziaPontinia01032012/tabid/710/language/it-IT/Default.aspx
Si informa che, al fine di permettere lavori di riparazione sulla condotta adduttrice in Via Migliara 46, nel Comune di Pontinia verrà effettuata un’interruzione del flusso idrico dalle ore 10:00 alle ore 14:00 di giovedì 1 marzo 2012
Le zone interessate dall’interruzione sono:
intero Comune di Pontinia
Si rende noto che sarà disponibile un servizio sostitutivo a mezzo autobotti site in Piazza Kennedy a Pontinia.
Si prevede la normalizzazione del servizio alle ore 14:30 salvo imprevisti di cui si darà pronta informazione.
Imu il pagamento scade il 18 giugno, modifica agevolazioni prima casa
Imu, cosa fare in attesa delle delibere sulle aliquote
Il margine di manovra dei Comuni nella determinazione dell’imposta e i dubbi dei contribuenti
di Paola Mammarella
29/02/2012 - Scade il 18 giugno il termine per il pagamento della prima rata dell’Imu. I Comuni hanno invece tempo fino al 30 giugno per l’approvazione delle delibere comunali che definiranno le nuove aliquote. Alle amministrazioni locali è infatti concesso un margine di manovra che può incidere sull’importo dell’imposta.
Anche se in generale non si prevede un ritocco in aumento per le abitazioni principali, nell’attesa che il Comune decida sul da farsi si può presumere che dovrebbero valere le percentuali indicate dalla Manovra Salva Italia, in base alla quale le prime abitazioni pagano il 4 per mille, mentre per gli altri immobili vale l’imposta base al 7,6 per mille.
Ma i contribuenti sono alle prese anche con altri interrogativi, emersi durante una diretta web del Sole 24 Ore, ad esempio su cosa si intenda per abitazione principale e su come si possa accedere alle agevolazioni.
Come cambia il concetto di “prima casa”
L’aliquota agevolata al 4 per mille si applica all’abitazione principale. Non basta essere proprietari di un solo immobile, ma è necessario che in esso si abbia la dimora abituale.
Se, ad esempio, un soggetto proprietario di un solo immobile si trasferisce e per un determinato periodo di tempo affitta un’altra abitazione, dovrà pagare l’imposta ordinaria sulla casa di proprietà. Questa, infatti, non svolge più la funzione di dimora abituale e sarà considerata alla stregua di una seconda casa.
Le agevolazioni vengono meno anche per le abitazioni concesse in comodato d’uso.
Potranno invece pagare l’aliquota al 4 per mille il marito e la moglie che risiedono e dimorano abitualmente in due immobili diversi. Le detrazioni per i figli a carico spettano invece al soggetto con cui questi convivono.
Per le abitazioni locate come prima casa dell’inquilino, entrano invece in gioco i Comuni, che possono decidere a loro spese se concedere l’aliquota agevolata oppure no. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati rurali strumentali, il 3,8 per mille della base imponibile Imu è destinato allo Stato. Ai sensi della normativa in vigore, quindi, l’immobile dato in locazione non costituisce quindi abitazione principale e deve corrispondere l’aliquota al 7,6 per mille.
Se un Comune decide di applicare l’aliquota del 4 per mille all’immobile locato come abitazione principale, dovrà considerare che il 90% dell’importo non entrerà nelle sue casse, ma in quelle statali.
Immobili rurali
Gli immobili rurali, che godevano dell’esenzione dall’Ici, dovranno ora pagare l’Imu. Se usati come abitazione principale dell’imprenditore agricolo o del coltivatore corrisponderanno l’aliquota al 4 per mille. Diversamente, pagheranno l’imposta base.
Gli immobili, che in alcuni casi sono censiti ancora al Catasto terreni, devono essere dichiarati al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre. Nel caso in cui non provvedano entro il 18 giugno, nella tassazione si prenderanno come riferimento le rendite dei fabbricati vicini.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/imu-cosa-fare-in-attesa-delle-delibere-sulle-aliquote_26148_15.html
Il margine di manovra dei Comuni nella determinazione dell’imposta e i dubbi dei contribuenti
di Paola Mammarella
29/02/2012 - Scade il 18 giugno il termine per il pagamento della prima rata dell’Imu. I Comuni hanno invece tempo fino al 30 giugno per l’approvazione delle delibere comunali che definiranno le nuove aliquote. Alle amministrazioni locali è infatti concesso un margine di manovra che può incidere sull’importo dell’imposta.
Anche se in generale non si prevede un ritocco in aumento per le abitazioni principali, nell’attesa che il Comune decida sul da farsi si può presumere che dovrebbero valere le percentuali indicate dalla Manovra Salva Italia, in base alla quale le prime abitazioni pagano il 4 per mille, mentre per gli altri immobili vale l’imposta base al 7,6 per mille.
Ma i contribuenti sono alle prese anche con altri interrogativi, emersi durante una diretta web del Sole 24 Ore, ad esempio su cosa si intenda per abitazione principale e su come si possa accedere alle agevolazioni.
Come cambia il concetto di “prima casa”
L’aliquota agevolata al 4 per mille si applica all’abitazione principale. Non basta essere proprietari di un solo immobile, ma è necessario che in esso si abbia la dimora abituale.
Se, ad esempio, un soggetto proprietario di un solo immobile si trasferisce e per un determinato periodo di tempo affitta un’altra abitazione, dovrà pagare l’imposta ordinaria sulla casa di proprietà. Questa, infatti, non svolge più la funzione di dimora abituale e sarà considerata alla stregua di una seconda casa.
Le agevolazioni vengono meno anche per le abitazioni concesse in comodato d’uso.
Potranno invece pagare l’aliquota al 4 per mille il marito e la moglie che risiedono e dimorano abitualmente in due immobili diversi. Le detrazioni per i figli a carico spettano invece al soggetto con cui questi convivono.
Per le abitazioni locate come prima casa dell’inquilino, entrano invece in gioco i Comuni, che possono decidere a loro spese se concedere l’aliquota agevolata oppure no. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati rurali strumentali, il 3,8 per mille della base imponibile Imu è destinato allo Stato. Ai sensi della normativa in vigore, quindi, l’immobile dato in locazione non costituisce quindi abitazione principale e deve corrispondere l’aliquota al 7,6 per mille.
Se un Comune decide di applicare l’aliquota del 4 per mille all’immobile locato come abitazione principale, dovrà considerare che il 90% dell’importo non entrerà nelle sue casse, ma in quelle statali.
Immobili rurali
Gli immobili rurali, che godevano dell’esenzione dall’Ici, dovranno ora pagare l’Imu. Se usati come abitazione principale dell’imprenditore agricolo o del coltivatore corrisponderanno l’aliquota al 4 per mille. Diversamente, pagheranno l’imposta base.
Gli immobili, che in alcuni casi sono censiti ancora al Catasto terreni, devono essere dichiarati al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre. Nel caso in cui non provvedano entro il 18 giugno, nella tassazione si prenderanno come riferimento le rendite dei fabbricati vicini.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/imu-cosa-fare-in-attesa-delle-delibere-sulle-aliquote_26148_15.html
Pontinia, incendio azienda, Tombolillo, riorganizzazione Uma, lavori via Da Vinci
SULL’incendio doloso che semi distrutto l’azienda agricola della famiglia Renzi è voluto intervenire anche il sindaco di Pontinia, Eligio Tombolillo. Le fiamme che hanno avvolto e distrutto auto, capannoni e serre lungo la Migliara 54 hanno colpito tutta la comunità di Pontinia.
La stessa famiglia Renzi ci ha tenuto a ringraziare tutti i vicini di casa, gli amici e i parenti che in queste ore gli stanno molto vicino.
Il sindaco di Pontinia ha voluto comunque la volontà di capirne le motivazioni dell’incendio. «Questi sono fatti di una gravità assoluta – commenta Tombolillo -. Nella nostra comunità mai è avvenuto prima un episodio di questo genere e questo ce ne dispiace. Ora spetta alle forze dell’ordine fare chiarezza sulle motivazioni e sui responsabili che hanno distrutto, in una sola notte, anni di sacrifici». Sappiamo tutti le difficoltà in cui vivono oggi le aziende agricole del territorio. La famiglia Renzi, nonostante tutto, ha continuato ad investire nel comparto agricolo e, con numerosi sforzi, era riuscita a comprare mezzi e materiale per migliorare la propria situazione. Ora dovrà ripartire da zero. R.A.C.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedc2/pag27sabaudia.pdf
vedere anche allo stesso indirizzo Terribile aggressione ieri sera alle porte di Pontinia, individuate tre persone. La pista del racket. Agguato dal clan indiano. Commerciante pestato e derubato da tre connazionali, c’è un testimone
Su la Provincia oggi in edicola a proposito di Pontinia si parla della riorganizzazione Uma, della gestione del museo Map, della Trasco http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120229latina/index.html#/25/
La stessa famiglia Renzi ci ha tenuto a ringraziare tutti i vicini di casa, gli amici e i parenti che in queste ore gli stanno molto vicino.
Il sindaco di Pontinia ha voluto comunque la volontà di capirne le motivazioni dell’incendio. «Questi sono fatti di una gravità assoluta – commenta Tombolillo -. Nella nostra comunità mai è avvenuto prima un episodio di questo genere e questo ce ne dispiace. Ora spetta alle forze dell’ordine fare chiarezza sulle motivazioni e sui responsabili che hanno distrutto, in una sola notte, anni di sacrifici». Sappiamo tutti le difficoltà in cui vivono oggi le aziende agricole del territorio. La famiglia Renzi, nonostante tutto, ha continuato ad investire nel comparto agricolo e, con numerosi sforzi, era riuscita a comprare mezzi e materiale per migliorare la propria situazione. Ora dovrà ripartire da zero. R.A.C.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedc2/pag27sabaudia.pdf
vedere anche allo stesso indirizzo Terribile aggressione ieri sera alle porte di Pontinia, individuate tre persone. La pista del racket. Agguato dal clan indiano. Commerciante pestato e derubato da tre connazionali, c’è un testimone
Su la Provincia oggi in edicola a proposito di Pontinia si parla della riorganizzazione Uma, della gestione del museo Map, della Trasco http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120229latina/index.html#/25/
nuovo terremoto a Latina, Sermoneta, Pontinia, Sezze, Bassiano
Magnitudo(Ml) 2.4 - LAZIO - LATINA
28/02/2012 20:13:32 (italiana)
28/02/2012 19:13:32 (UTC)
Comunicato
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.4 è avvenuto alle ore 20:13:32 italiane del giorno 28/Feb/2012 (19:13:32 28/Feb/2012 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Pianura_pontina.
I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo.
Dati evento
Event-ID 2221742730
Magnitudo(Ml) 2.4
Data-Ora 28/02/2012 alle 20:13:32 (italiane)
28/02/2012 alle 19:13:32 (UTC)
Coordinate 41.472°N, 12.955°E
Profondità 6.8 km (fissata)
Distretto sismico Pianura_pontina
Comuni entro i 10Km
LATINA (LT)
SERMONETA (LT)
Comuni tra 10 e 20km
CARPINETO ROMANO (RM)
MONTELANICO (RM)
BASSIANO (LT)
CISTERNA DI LATINA (LT)
CORI (LT)
NORMA (LT)
PONTINIA (LT)
SABAUDIA (LT)
SEZZE (LT)
Maggiori informazioni sismiche
Mappe
Il terremoto è stato localizzato con i dati di 10 stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV (quadrati). La localizzazione epicentrale riportata nella figura e' quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell'INGV e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l'evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete INGV vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nel Bollettino della sismicita' italiana.
Le tre carte mostrano l’attività sismica della regione in tre diversi intervalli temporali.
Sinistra: Dall'anno 0 all'anno 2002 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004): sono rappresentati con i quadrati gialli gli epicentri dei terremoti di Magnitudo Momento pari o superiore a 6; accanto al simbolo l'anno in cui e' avvenuto il terremoto.
Centro: La sismicita' localizzata dalla Rete Sismica Nazionale dal 1/1/2003 al 31/12/2008 (Mag>=2.5); la grandezza dei simboli è proporzionale alla magnitudo del terremoto: i colori indicano differenti profondita' degli ipocentri.
Destra: La sismicita' rilevata dalla Rete Sismica Nazionale negli ultimi 90 giorni; i dati riportati in questa mappa provengono dalle analisi effettuate nella Sala Sismica dell'INGV subito dopo ogni terremoto e possono quindi contenere piccoli errori. I dati rivisti sono pubblicati con cadenza quindicinale sulle pagine del Bollettino sismico.
Sinistra: Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005).
Destra: Zone sismiche del territorio italiano (2003) - Le zone riportate sono quelle allegate all'Ordinanza PCM 3275 del 20/03/2003. Le variazioni introdotte dalle Regioni sulla base della suddetta Ordinanza e di quanto previsto dall'OPCM 3519/2006, devono essere verificate presso i rispettivi Uffici Regionali.
Aggiornamenti sono riportati: qui.
La zona 1 (in rosso) prevede il massimo livello di protezione, la zona 4 il minimo.
Mappe elaborate utilizzando un questionario rivolto al singolo cittadino che verte alla conoscenza degli effetti che il terremoto ha avuto su di lui e sulla sua abitazione. L'osservazione di un singolo individuo viene probabilisticamente associata ad un valore delle scale M.C.S. ed E.M.S..
Queste mappe non hanno carattere definitivo e vengono aggiornate quando sono disponibili nuovi dati. Informazioni piu' dettagliate sulle mappe e sulle scale: http://terremoto.rm.ingv.it/index.php?page=explain
Per domande e chiarimenti sul Questionario Macrosismico: haisentitoilterremoto@ingv.it
Hai sentito il terremoto? Clicca qui.
Maggiori informazioni sismiche
Tempo Origine (UTC): 19:13:32
Lat: 41.472°N
Lon: 12.955°E
Magnitudo (Ml): 2.4
Profondità: 6.8 km (fissata)
Errore Orizzontale: +/- 1.43 Km
Errore Magnitudo: +/- 0.25
Gap: 216°
Sta P-time S-time P-res U P-wght S-res U S_wght Dist
GUAR 191341.93 49.27 -0.09 T 100 0.57 T 67 47
CERT 191342.72 49.92 -0.30 T 94 -0.52 F 0 53
RMP 191341.94 0.44 T 70 43
MTCE 191344.34 53.58 -0.31 T 69 0.30 T 70 64
POFI 191345.54 54.06 0.13 T 95 -0.51 T 66 69
VVLD 191345.63 55.36 -0.14 T 95 0.16 T 24 71
PTQR 191345.66 55.47 -0.19 T 94 0.14 T 71 71
FIAM 191348.18 -0.44 T 64 90
MODR 191348.19 0.23 T 68 85
CERA 191348.98 0.34 T 66 90
http://cnt.rm.ingv.it/data_id/2221742730/event.html
28/02/2012 20:13:32 (italiana)
28/02/2012 19:13:32 (UTC)
Comunicato
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.4 è avvenuto alle ore 20:13:32 italiane del giorno 28/Feb/2012 (19:13:32 28/Feb/2012 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Pianura_pontina.
I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo.
Dati evento
Event-ID 2221742730
Magnitudo(Ml) 2.4
Data-Ora 28/02/2012 alle 20:13:32 (italiane)
28/02/2012 alle 19:13:32 (UTC)
Coordinate 41.472°N, 12.955°E
Profondità 6.8 km (fissata)
Distretto sismico Pianura_pontina
Comuni entro i 10Km
LATINA (LT)
SERMONETA (LT)
Comuni tra 10 e 20km
CARPINETO ROMANO (RM)
MONTELANICO (RM)
BASSIANO (LT)
CISTERNA DI LATINA (LT)
CORI (LT)
NORMA (LT)
PONTINIA (LT)
SABAUDIA (LT)
SEZZE (LT)
Maggiori informazioni sismiche
Mappe
Il terremoto è stato localizzato con i dati di 10 stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV (quadrati). La localizzazione epicentrale riportata nella figura e' quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell'INGV e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l'evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete INGV vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nel Bollettino della sismicita' italiana.
Le tre carte mostrano l’attività sismica della regione in tre diversi intervalli temporali.
Sinistra: Dall'anno 0 all'anno 2002 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004): sono rappresentati con i quadrati gialli gli epicentri dei terremoti di Magnitudo Momento pari o superiore a 6; accanto al simbolo l'anno in cui e' avvenuto il terremoto.
Centro: La sismicita' localizzata dalla Rete Sismica Nazionale dal 1/1/2003 al 31/12/2008 (Mag>=2.5); la grandezza dei simboli è proporzionale alla magnitudo del terremoto: i colori indicano differenti profondita' degli ipocentri.
Destra: La sismicita' rilevata dalla Rete Sismica Nazionale negli ultimi 90 giorni; i dati riportati in questa mappa provengono dalle analisi effettuate nella Sala Sismica dell'INGV subito dopo ogni terremoto e possono quindi contenere piccoli errori. I dati rivisti sono pubblicati con cadenza quindicinale sulle pagine del Bollettino sismico.
Sinistra: Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005).
Destra: Zone sismiche del territorio italiano (2003) - Le zone riportate sono quelle allegate all'Ordinanza PCM 3275 del 20/03/2003. Le variazioni introdotte dalle Regioni sulla base della suddetta Ordinanza e di quanto previsto dall'OPCM 3519/2006, devono essere verificate presso i rispettivi Uffici Regionali.
Aggiornamenti sono riportati: qui.
La zona 1 (in rosso) prevede il massimo livello di protezione, la zona 4 il minimo.
Mappe elaborate utilizzando un questionario rivolto al singolo cittadino che verte alla conoscenza degli effetti che il terremoto ha avuto su di lui e sulla sua abitazione. L'osservazione di un singolo individuo viene probabilisticamente associata ad un valore delle scale M.C.S. ed E.M.S..
Queste mappe non hanno carattere definitivo e vengono aggiornate quando sono disponibili nuovi dati. Informazioni piu' dettagliate sulle mappe e sulle scale: http://terremoto.rm.ingv.it/index.php?page=explain
Per domande e chiarimenti sul Questionario Macrosismico: haisentitoilterremoto@ingv.it
Hai sentito il terremoto? Clicca qui.
Maggiori informazioni sismiche
Tempo Origine (UTC): 19:13:32
Lat: 41.472°N
Lon: 12.955°E
Magnitudo (Ml): 2.4
Profondità: 6.8 km (fissata)
Errore Orizzontale: +/- 1.43 Km
Errore Magnitudo: +/- 0.25
Gap: 216°
Sta P-time S-time P-res U P-wght S-res U S_wght Dist
GUAR 191341.93 49.27 -0.09 T 100 0.57 T 67 47
CERT 191342.72 49.92 -0.30 T 94 -0.52 F 0 53
RMP 191341.94 0.44 T 70 43
MTCE 191344.34 53.58 -0.31 T 69 0.30 T 70 64
POFI 191345.54 54.06 0.13 T 95 -0.51 T 66 69
VVLD 191345.63 55.36 -0.14 T 95 0.16 T 24 71
PTQR 191345.66 55.47 -0.19 T 94 0.14 T 71 71
FIAM 191348.18 -0.44 T 64 90
MODR 191348.19 0.23 T 68 85
CERA 191348.98 0.34 T 66 90
http://cnt.rm.ingv.it/data_id/2221742730/event.html
martedì 28 febbraio 2012
smantellamento centrale nucleare Borgo Sabotino: la visita dei capogruppo di Latina
La Conferenza dei capigruppo consiliari unitamente al presidente del Consiglio comunale, Nicola Calandrini, hanno effettuato l'annunciata visita presso la centrale nucleare di Borgo Sabotino.
La delegazione, guidata dal presidente Calandrini, era composta da: Alessandro Calvi, Giorgio De Marchis, Marco Fioravante e Maurizio Patarini.
Nel corso della visita il management Sogin ha illustrato le attività di bonifica ambientale e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi finora realizzate, quelle in corso e quelle programmate dal piano industriale per il prossimo futuro. In particolare, tra le attività realizzate nell'ultimo periodo, sono stati sottolineati la fine dei lavori di decontaminazione e smontaggio delle condotte superiori della centrale e le attività in corso per la realizzazione dell'impianto di estrazione e condizionamento dei fanghi radioattivi della centrale. La visita ha permesso anche di visionare l'avanzamento dei lavori di costruzione del deposito temporaneo all'interno del sito. Tale deposito, come ribadito dai tecnici Sogin, ospiterà, nella massima sicurezza, esclusivamente i rifiuti radioattivi della centrale di Latina già presenti nel sito, in attesa del loro successivo trasferimento nel deposito nazionale. Al termine delle operazioni di trasferimento anche il deposito temporaneo sarà demolito.
"Si è trattato di un incontro molto positivo – afferma il presidente del Consiglio comunale, Nicola Calandrini - in linea con un percorso di trasparenza nei confronti della città, che l'amministrazione comunale ha inteso intraprendere coinvolgendo tutte le forze politiche e la stessa Sogin. Il tema del futuro della centrale nucleare di Borgo Sabotino è di grande importanza non soltanto in ambito ambientale ma per disegnare un percorso che possa consentire alla città di poter vivere appieno questa parte di territorio. Nei prossimi mesi ci saranno appuntamenti cadenzati, con altre visite e confronti con la Sogin e i suoi tecnici che stanno dimostrando grande disponibilità e professionalità".
Per il capogruppo del PdL, Alessandro Calvi, "l'amministrazione comunale sta dimostrando di mettere in campo quelle iniziative in grado di garantire la massima trasparenza ai cittadini su temi importanti che hanno ricadute evidenti sulla vita della città".
Secondo Giorgio De Marchis, capogruppo del PD, "si tratta di un importante percorso nell'ambito del Tavolo della Trasparenza per restituire alla città questo pezzo di territorio. La Sogin ci ha dato garanzie sia sugli eventi sismici sia sul fatto che il deposito nazionale non sarà realizzato a Latina".
Marco Fioravante, capogruppo de "Il Patto" giudica "molto positivo l'incontro di oggi da cui scaturiscono garanzie anche se occorre tenere alta la guardia sul deposito nazionale".
Maurizio Patrarini, capogruppo di "Si per Latina", afferma che "con l'istituzione del tavolo tecnico in seno alla conferenza dei capi gruppo consiliari si è inaugurata una nuova stagione, rispetto al passato, con la Sogin, individuando appunto nella conferenza dei capigruppo luogo istituzionale e di confronto trasparente sul cronoprogramma di smantellamento del sito di B.go Sabotino. La presenza di Sogin sul nostro territorio dovrebbe indurci a sviluppare nuovi ragionamenti con il management della società, con una maggiore presenza della società nel tessuto economico e sociale attraverso l'istituzione di borse di studio, e altro in collaborazione con l'università" www.dimmidipiu.it
La delegazione, guidata dal presidente Calandrini, era composta da: Alessandro Calvi, Giorgio De Marchis, Marco Fioravante e Maurizio Patarini.
Nel corso della visita il management Sogin ha illustrato le attività di bonifica ambientale e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi finora realizzate, quelle in corso e quelle programmate dal piano industriale per il prossimo futuro. In particolare, tra le attività realizzate nell'ultimo periodo, sono stati sottolineati la fine dei lavori di decontaminazione e smontaggio delle condotte superiori della centrale e le attività in corso per la realizzazione dell'impianto di estrazione e condizionamento dei fanghi radioattivi della centrale. La visita ha permesso anche di visionare l'avanzamento dei lavori di costruzione del deposito temporaneo all'interno del sito. Tale deposito, come ribadito dai tecnici Sogin, ospiterà, nella massima sicurezza, esclusivamente i rifiuti radioattivi della centrale di Latina già presenti nel sito, in attesa del loro successivo trasferimento nel deposito nazionale. Al termine delle operazioni di trasferimento anche il deposito temporaneo sarà demolito.
"Si è trattato di un incontro molto positivo – afferma il presidente del Consiglio comunale, Nicola Calandrini - in linea con un percorso di trasparenza nei confronti della città, che l'amministrazione comunale ha inteso intraprendere coinvolgendo tutte le forze politiche e la stessa Sogin. Il tema del futuro della centrale nucleare di Borgo Sabotino è di grande importanza non soltanto in ambito ambientale ma per disegnare un percorso che possa consentire alla città di poter vivere appieno questa parte di territorio. Nei prossimi mesi ci saranno appuntamenti cadenzati, con altre visite e confronti con la Sogin e i suoi tecnici che stanno dimostrando grande disponibilità e professionalità".
Per il capogruppo del PdL, Alessandro Calvi, "l'amministrazione comunale sta dimostrando di mettere in campo quelle iniziative in grado di garantire la massima trasparenza ai cittadini su temi importanti che hanno ricadute evidenti sulla vita della città".
Secondo Giorgio De Marchis, capogruppo del PD, "si tratta di un importante percorso nell'ambito del Tavolo della Trasparenza per restituire alla città questo pezzo di territorio. La Sogin ci ha dato garanzie sia sugli eventi sismici sia sul fatto che il deposito nazionale non sarà realizzato a Latina".
Marco Fioravante, capogruppo de "Il Patto" giudica "molto positivo l'incontro di oggi da cui scaturiscono garanzie anche se occorre tenere alta la guardia sul deposito nazionale".
Maurizio Patrarini, capogruppo di "Si per Latina", afferma che "con l'istituzione del tavolo tecnico in seno alla conferenza dei capi gruppo consiliari si è inaugurata una nuova stagione, rispetto al passato, con la Sogin, individuando appunto nella conferenza dei capigruppo luogo istituzionale e di confronto trasparente sul cronoprogramma di smantellamento del sito di B.go Sabotino. La presenza di Sogin sul nostro territorio dovrebbe indurci a sviluppare nuovi ragionamenti con il management della società, con una maggiore presenza della società nel tessuto economico e sociale attraverso l'istituzione di borse di studio, e altro in collaborazione con l'università" www.dimmidipiu.it
Fukushima poteva essere catastrofe nucleare, Tokyo doveva essere evacuata
Fukushima poteva essere una catastrofe nucleare. Fu preparata l’evacuazione di Tokyo A un anno dal disastro, un'inchiesta indipendente svela inquietanti retroscena sulla gestione della crisi e sulle gravi falle nella catena di comando. Secondo gli esperti, si è rischiata una “reazione a catena demoniaca”Far sfollare l’intera città di Tokyo. Il governo giapponese non escluse neanche questa ipotesi nei concitati giorni dopo il triplice disastro che colpì la centrale nucleare di Fukushima-Daichi. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla Rebuild Japan Initiative Foundation che ha cercato di ricostruire la gestione della crisi provocata dal terremoto e dell’onda anomala che investirono l’impianto l’11 marzo scorso. Il rapporto di 400 pagine sarà presentato per interno in settimana, ma anticipazioni pubblicate dal New York Times mettono a nudo la condotta dei vertici nipponici e puntano il dito contro il governo le cui iniziative rischiarono di aggravare la situazione, con il premier e i suoi ministri all’oscuro delle linee guida contenute nel protocollo di emergenza e consigliati male dagli esperti.
Per sei mesi trenta tra professori universitari, avvocati e giornalisti hanno indagato sull’accaduto, intervistando oltre 300 addetti ai lavori, funzionari governativi ed esperti dell’agenzia per il nucleare. Un lavoro in cui hanno avuto garanzia di massima collaborazione, considerato anche il desiderio di trasparenza dei cittadini, ha spiegato il giornalista Yoichi Funabashi, direttore del quotidiano Asahi e tra i fondatori dell’associazione.
Gli attori in campo furono tre: il governo; la dirigenza centrale del gestore dell’impianto ossia la Tokyo Electric Power, più conosciuta con l’acronimo Tepco, e i funzionari della società all’interno della centrale. Così ecco comparire le telefonate con cui Masao Yoshida, uomo della Tepco a Fukushima, avvertiva lo staff del governo di poter mantenere la centrale sotto controllo se soltanto avesse potuto trattenere degli addetti all’interno, praticamente contraddicendo le telefonate del presidente Masataka Shimizu all’allora primo ministro Naoto Kan con cui esortava l’evacuazione dell’impianto. O ancora la decisione di Yoshida di ignorare l’ordine arrivato sia dal governo sia dal quartier generale Tepco della Capitale di non iniettare l’acqua salata, ma soltanto dolce, per raffreddare i reattori. “Se avesse obbedito i rischi sarebbero stati addirittura maggiori e le operazioni sarebbero partite troppo tardi”, si legge nel rapporto che tuttavia sottolinea come la decisione del manager di agire contro quanto stabilito a Tokyo abbia compromesso la gestione della crisi.
Il rapporto non imputa tutte le colpe al sessantacinquenne Kan, costretto alle dimissioni a settembre. Il suo atteggiamento fu positivo nel giudicare la gravità della situazione e mettere in atto contromisure, ma mise in discussione la piramide di controllo confondendo i ruoli e assegnando al governo un potere che i protocolli non gli accordavano. All’inizio del mese, con una intervista alla Reuters, l’ex premier ammise di essere perseguitato dallo spettro di un aggravarsi della situazione che avrebbe potuto portare all’evacuazione della Capitale e delle aree circostanti, costringendo oltre 35 milioni di persone ad abbandonare le proprie case.
Secondo Koichi Kitazawa, a capo della commissione che ha stilato il rapporto, “ora è possibile capire alcune delle scelte del premier che all’epoca furono giudicate inspiegabili”. Certo restano punti oscuri. Per giorni i media riferirono dell’insistenza di Kan nel voler mantenere personale nella centrale per gestire la situazione, contro il parere della Tepco che oggi invece smentisce la richiesta di un completo ritiro dei suoi uomini. “La verità non si saprà mai”, ha spiegato Kitazawa, “di certo rimasero 50 tecnici, segno che qualcuno temeva lo scenario peggiore”.
Si sarebbe rischiata una “reazione a catena demoniaca” ha spiegato l’allora portavoce del governo Yukio Edano, secondo il quale perdere Fukushima avrebbe significato perdere anche la centrale di Tokai, vicino alla Capitale. Abbandonare l’impianto infatti avrebbe probabilmente provocato l’esplosione dei reattori, con una scarica di radiazioni tale da raggiungere le altre centrali nucleari della zona e provocare altre esplosioni.
Intanto quando si avvicina il primo anniversario della catastrofe, per la terza volta la centrale è stata aperta alla stampa. “Rispetto a un anno fa la situazione è piuttosto stabile”, ha spiegato Takeshi Takahashi, manager della Tepco a capo della centrale, incontrando nel bunker antisismico dell’impianto i media stranieri. Nonostante i progressi descritti dall’Agenzia atomica internazionale non tutto è però risolto. Secondo quanto riferisce l’Ansa, i reattori n.1 e 3 hanno subito la fusione parziale del nocciolo e il n.4 è stato seriamente danneggiato dalla forza dell’onda anomala di almeno 15 metri. L’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica (Nisa) ha riscontrato una decina di errori fatti dall’operatore Tepco: dalle modalità per le attività da svolgere in sicurezza fino alla sorveglianza delle condizioni di esercizio nello stabilimento. Senza contare il sovraccarico di lavoro per gli oltre 3.000 tra tecnici e operai impegnati a garantire la sicurezza di Fukushima.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/28/fukushima-poteva-essere-catastrofe-nucleare-governo-preparo-levacuazione-tokio/194343/
Per sei mesi trenta tra professori universitari, avvocati e giornalisti hanno indagato sull’accaduto, intervistando oltre 300 addetti ai lavori, funzionari governativi ed esperti dell’agenzia per il nucleare. Un lavoro in cui hanno avuto garanzia di massima collaborazione, considerato anche il desiderio di trasparenza dei cittadini, ha spiegato il giornalista Yoichi Funabashi, direttore del quotidiano Asahi e tra i fondatori dell’associazione.
Gli attori in campo furono tre: il governo; la dirigenza centrale del gestore dell’impianto ossia la Tokyo Electric Power, più conosciuta con l’acronimo Tepco, e i funzionari della società all’interno della centrale. Così ecco comparire le telefonate con cui Masao Yoshida, uomo della Tepco a Fukushima, avvertiva lo staff del governo di poter mantenere la centrale sotto controllo se soltanto avesse potuto trattenere degli addetti all’interno, praticamente contraddicendo le telefonate del presidente Masataka Shimizu all’allora primo ministro Naoto Kan con cui esortava l’evacuazione dell’impianto. O ancora la decisione di Yoshida di ignorare l’ordine arrivato sia dal governo sia dal quartier generale Tepco della Capitale di non iniettare l’acqua salata, ma soltanto dolce, per raffreddare i reattori. “Se avesse obbedito i rischi sarebbero stati addirittura maggiori e le operazioni sarebbero partite troppo tardi”, si legge nel rapporto che tuttavia sottolinea come la decisione del manager di agire contro quanto stabilito a Tokyo abbia compromesso la gestione della crisi.
Il rapporto non imputa tutte le colpe al sessantacinquenne Kan, costretto alle dimissioni a settembre. Il suo atteggiamento fu positivo nel giudicare la gravità della situazione e mettere in atto contromisure, ma mise in discussione la piramide di controllo confondendo i ruoli e assegnando al governo un potere che i protocolli non gli accordavano. All’inizio del mese, con una intervista alla Reuters, l’ex premier ammise di essere perseguitato dallo spettro di un aggravarsi della situazione che avrebbe potuto portare all’evacuazione della Capitale e delle aree circostanti, costringendo oltre 35 milioni di persone ad abbandonare le proprie case.
Secondo Koichi Kitazawa, a capo della commissione che ha stilato il rapporto, “ora è possibile capire alcune delle scelte del premier che all’epoca furono giudicate inspiegabili”. Certo restano punti oscuri. Per giorni i media riferirono dell’insistenza di Kan nel voler mantenere personale nella centrale per gestire la situazione, contro il parere della Tepco che oggi invece smentisce la richiesta di un completo ritiro dei suoi uomini. “La verità non si saprà mai”, ha spiegato Kitazawa, “di certo rimasero 50 tecnici, segno che qualcuno temeva lo scenario peggiore”.
Si sarebbe rischiata una “reazione a catena demoniaca” ha spiegato l’allora portavoce del governo Yukio Edano, secondo il quale perdere Fukushima avrebbe significato perdere anche la centrale di Tokai, vicino alla Capitale. Abbandonare l’impianto infatti avrebbe probabilmente provocato l’esplosione dei reattori, con una scarica di radiazioni tale da raggiungere le altre centrali nucleari della zona e provocare altre esplosioni.
Intanto quando si avvicina il primo anniversario della catastrofe, per la terza volta la centrale è stata aperta alla stampa. “Rispetto a un anno fa la situazione è piuttosto stabile”, ha spiegato Takeshi Takahashi, manager della Tepco a capo della centrale, incontrando nel bunker antisismico dell’impianto i media stranieri. Nonostante i progressi descritti dall’Agenzia atomica internazionale non tutto è però risolto. Secondo quanto riferisce l’Ansa, i reattori n.1 e 3 hanno subito la fusione parziale del nocciolo e il n.4 è stato seriamente danneggiato dalla forza dell’onda anomala di almeno 15 metri. L’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica (Nisa) ha riscontrato una decina di errori fatti dall’operatore Tepco: dalle modalità per le attività da svolgere in sicurezza fino alla sorveglianza delle condizioni di esercizio nello stabilimento. Senza contare il sovraccarico di lavoro per gli oltre 3.000 tra tecnici e operai impegnati a garantire la sicurezza di Fukushima.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/28/fukushima-poteva-essere-catastrofe-nucleare-governo-preparo-levacuazione-tokio/194343/
Pontinia Museo Agro Pontino: oltre 500 visitatori
Secondo gli organi di informazione (http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120228latina/index.html#/26/) si sono registrati 500 visitatori al MAP il Museo dell'Agro Pontino in piazza Kennedy. Un altro segnale che investire nella cultura può diventare interessante anche dal punto di vista economico e che rende sicuramente attivo il bilancio tra costi di gestione e incassi.
Fukushima un anno dopo l'incidente alla centrale nucleare pericoloso e imprevedibile
Fukushima, un anno dopo - lo speciale http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/04/14/news/archivio_fukushima-14924704/index.html?ref=HREC1-3
"Nucleare pericoloso e imprevedibile"
Uno studio di Greenpeace a 12 mesi dallo Tsunami. Secondo i calcoli ufficiali un incidente con fusione del nocciolo dovrebbe capitare una volta ogni 250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986 e Fukushima
E1
Aiea: "Servono controlli indipendenti"
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/06/05/news/l_aiea_sottovalutati_i_rischi_necessari_controlli_indipendenti-17253764/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
Le prime valutazioni della Commissione dell'Agenzia per l'energia atomica da Fukushima. "Sottovalutato il rischio sismico". Creare organismi slegati da governi e aziende per verificare senza vincoli la sicurezza delle centrali. Il Giappone aderisce. Ma oggi si viene a sapere che i dati sulla radioattività forniti nei primi giorni erano sbagliati dall'inviato DANIELE MASTROGIACOMO
Incidenti, i 7 livelli della scala di Ines http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/06/02/news/i_livelli_di_pericolosit-17112178/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
La web cam sui reattori di Fukushima http://inchieste.repubblica.it/static/rep-locali/inchieste/includes/inchieste-nav.html?iframeUrl=http%3A%2F%2Fwww.tepco.co.jp%2Fen%2Fnu%2Ff1-np%2Fcamera%2Findex-e.html&inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
2 Greenpeace: "Radiazioni
oltre i 35 chilometri"
I militanti dell'organizzazione ambientalista internazionale hanno proceduto a misurazioni sulla radioattività in zone al di là dei 20 km evacuati e dell'ulteriore anello di 10 km dove la gente è confinata in casa. Ne sono usciti livelli di assorbimento molto più alti del consentito
3 Daiichi, morte della centrale
Ma smantellarla non sarà facile
I reattori colpiti dallo tsunami di marzo sono ormai spenti e stabilizzati. Ma le perdite di materiale radioattivo nell'atmosfera e in mare sono state molto consistenti. La centrale sarà certamente chiusa ma non è chiaro il come. Il "sarcofago" ipotesi più probabile ma di non semplice realizzazione. Possibile anche lo smantellamento di DANIELE MASTROGIACOMO
Gli interventi dopo il disastro: reattore per reattore la situazione
4
Economia, problemi energetici e fiducia
La profonda crisi del dopo tsunami
Il Paese sperava in una rapida ripresa sostenuta dalla ricostruzione. Ma, per ora, non è così. Le bugie della Tepco e le incertezze del governo di Naoto Kan (nella foto). La paura della contaminazione. I ritardi negli interventi. La buona volontà non manca ma i segnali positivi non ci sono ancora di GIAMPAOLO VISETTI
5
Reportage dal disastro
"Paura per i bambini"
Il nostro inviato nella zona. Gli abitanti di Fukushima chiedono chiarezza sui reali tassi d'inquinamento. La protesta delle madri. Le ammissioni della Tepco sui guasti al reattore 3 e 4. E Greenpeace indaga sulla radioattività nell'area rossa dall'inviato DANIELE MASTROGIACOMO
Lezioni da Fukushima
"Rischi non calcolabili"
Uno studio di Greenpeace a 12 mesi dallo Tsunami dell'11 marzo 2011. Secondo i calcoli ufficiali, con 400 reattori in funzione un incidente con fusione del nocciolo, il peggiore degli scenari, dovrebbe capitare una volta ogni 250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986, Fukushima nel 2011
di ANTONIO CIANCIULLO
LA FOTOGALLERIA6
Come era e com'è
Scatti dal passato
Prima e dopo. La provincia devastata dallo tsunami era un territorio florido. La Nisa ha aggiornato i dati sui danni prodotti: dalla prima settimana il livello di radiazioni è pari al 15 per cento di quella rilasciata da Chernobyl
LA STORIA7
Chernobyl 1986, il mondo
scoprì il terrore nucleare
Venticinque anni esatti prima di Fukushima, l'incidente più grave della storia del nucleare. Mai accertato il numero esatto delle vittime, dirette e indirette. Gravissime le conseguenze sull'ambiente e la salute
LA FOTOGALLERIA8
I volti, i luoghi, il dolore
della peste atomica
Chernobyl ha avutto ripercussioni soprattutto sulle persone. Dopo l'esplosione del 26 aprile 1986, la nube radioattiva ha fatto migliaia di vittime. Le immagini che fecero il giro del mondo
LA TESTIMONIANZA9
25 anni fa la tragedia
"L'incubo non è finito"
Daniel Cohn-Bendit, presidente del gruppo verde al Parlamento europeo, e Monica Frassoni, presidente del Partito Verde europeo, ricordano le migliaia di vittime di Chernobyl. E auspicano un'uscita dell'Ue dal nucleare
L'ALTRA INCHIESTA10
"L'atomo in casa"
Tutte le centrali europee
La mappa degli impianti europei. Oltre la metà sono a rischio: l'esperto spiega perché. La situazione italiana: il passato e il futuro. Il piano, le localizzazioni, il problema delle scorie e i costi sulla bolletta
dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO
L'Aiea: "Sottovalutati i rischi
Necessari controlli indipendenti"
I tecnici Aiea (guidati da Mike Weightman, con la barba) durante l'ispezione a Fukushima-Daiichi
L'Agenzia internazionale ha compiuto un'approfondita ispezione nella centrale di Fukushima colpita dallo tsunami dell'11 marzo. Le conclusioni arriveranno a fine giugno. Ma un primo giudizio parla di "sottovalutazione del rischio" e pone la necessità di un'agenzia svincolata da governo e dalle aziende che gestiscono gli impianti. Il Giappone aderisce per primo: sarà creato un ente autonomo che vigilerà sulla sicurezzaTOKYO - L'11 marzo 2011, alle ore 14,46, una scossa di 9 gradi della scala Mercalli, epicentro a 22 chilometri di profondità nell'Oceano Pacifico, investe l'intero Giappone. Cinquantanove minuti dopo, un'onda di tsunami alta quattordici metri si abbatte sulla parte nord orientale dell'arcipelago, distrugge 150 chilometri di costa penetrando fino a cinque chilometri nell'interno. Quattro giorni dopo si traccia un primo bilancio che resterà definitivo: 22mila morti, di cui 15mila dispersi, decine di migliaia di case distrutte, decine di città, villaggi, porti cancellati. I danni sono imponenti: tre mesi dopo si calcola che ci vorranno 130 miliardi di dollari per ricostruire ciò che la natura ha spazzato in poco più di un'ora. Ma lo tsunami colpisce anche l'impianto nucleare di Fukushima Daiichi. Privata del sistema di raffreddamento d'emergenza, la centrale atomica subirà una serie di esplosioni e di incendi che metterà fuori uso tre reattori in attività e uno spento per manutenzione. La fusione delle barre del combustibile che alimentano l'impianto produrrà l'emissione di nubi radioattive cariche di migliaia di isotopi (cesio 137 e iodio 131) nell'atmosfera e obbligherà il governo a far evacuare 120mila persone da una zona di sicurezza larga 30 chilometri.
Di chi è la colpa? Cosa è stato fatto per evitare la serie di incidenti a Fukushima Daiichi? Tutto è dipeso dalla forza imprevedibile della natura o ci sono state responsabilità anche dell'uomo? Il governo del primo ministro Naoto Kan ha disposto un'inchiesta che è stata affidata a una Commissione indipendente guidata dal professor Yotano Hatamura, veterano della ricerca sugli errori umani. Ma una seconda indagine è stata avviata da una Commissione internazionale formata da dodici esperti di altrettanti paesi e sei tecnici dell'Aiea, l'Agenzia per l'atomica di Vienna, guidati dal britannico Mike Weightman.
Il nodo da sciogliere non è semplice. Si tratta di stabilire se gli impianti atomici costruiti su un territorio altamente sismico siano in grado di resistere a terremoti eccezionali, ma possibili; se le misure di sicurezza siano sufficienti a contenere le conseguenze di una scossa tellurica, come uno tsunami; come e in che misura le scelte dell'uomo abbiano inciso su un disastro che si poteva evitare.
La Commissione indipendente giapponese produrrà un documento entro l'estate del 2012; quella internazionale trarrà le sue conclusioni nel vertice straordinario dell'Aiea fissato a Vienna dal 20 al 24 giugno. Ma l'Agenzia ha già espresso alcune considerazioni che saranno riprese e ampliate nel documento finale. Si loda la macchina dei soccorsi, la sua efficienza e la sua velocità negli interventi. Si apprezzano le misure preventive adottate per l'allarme radioattivo nato con l'incidente di Fukushima-Daiichi, l'accoglienza data agli sfollati, i controlli periodici effettuati negli ultimi tre mesi. Ma si parla esplicitamente di "sottovalutazione" del rischio sismico non solo per Fukushima ma per tutti i 54 impianti giapponesi, si chiede la creazione di "un centro di emergenza più efficace" contro gli incidenti e una maggiore "protezione dai rischi collegati a tutti i pericoli naturali". Soprattutto, l'Aiea pone con forza un problema che riguarda la sicurezza di tutti gli impianti nucleari nel mondo e chiede al Giappone di creare un organismo indipendente che vigili sulla sicurezza delle centrali con ispezioni a sorpresa e faccia applicare i rigidi sistemi di controllo. Un organismo slegato dal governo e dai condizionamenti delle holding industriali che costruiscono e gesticono gli impianti. Un'indicazione, quella dell'Agenzia viennese, che sottintende una critica neanche troppo velata a quello che è successo dopo lo tsunami.
Nel caso giapponese, infatti, le pressioni esercitate dalle Tepco, la società privata proprietaria dell'impianto di Fukushima, sono state evidenti. Il flusso di informazioni verso il governo e la Aiea di Vienna è stato discontinuo e spesso omertoso. Le iniziative adottate, perfino le scelte prese in quei momenti drammatici non sono state sempre condivise. Molte si sono rivelate sbagliate, più legate ad una logica conservativa che alla tutela della salute della popolazione. Una su tutte: la decisione di pompare acqua dal mare per raffreddare i reattori senza più liquido nelle piscine del combustibile è arrivata con enorme ritardo. Eppure era stata sollecitata sia dai francesi sia dagli americani, oltre che dai vertici della stessa Aiea. Salvare un impianto di decine di miliardi di dollari è stato l'obiettivo dei primi cinque giorni. A scapito della salute di 200mila persone. Solo una serie di circostanze casuali, dopo molte sfortunate, ha evitato una esplosione nucleare. Ma la pastoia burocratica in cui sono rimaste ingolfate le informazioni e le decisioni prese da un ristretto numero di tecnici, solo giapponesi, ha messo a rischio l'incolumità del mondo intero.
Solo martedì 7 giugno, quasi tre mesi dopo il terribile sisma, la Nisa ( Japan nuclear and safety agency, l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese) ha aggiornato i dati sulla radioattività emessi dall'impianto di Fukushima-Daiichi. Si è così scoperto che nella settimana dall'incidente sono stati rilasciati nell'atmosfera 770 mila terabecquerels: il doppio dei 370 mila indicati una settimana dopo il terremoto, lo tusnami e le esplosioni dei retatori della centrale. Questo significa che Fukushima ha rilasciato radioattività pari al 15 per cento di quella uscita da Chernobyl nel 1986. La Nisa ha suggerito di allargare il raggio di sicurezza fissato dal governo. In queste ore si sta valutando l'ipotesi di far evacuare altre decine di migliaia di persone oltre i 30 chilometri dalla centrale. Dopo lunghe contese e aspre discussioni, la Tepco si è arresa alle sue responsabilità. Il presidente Masataka Shimizu paga con le dimissioni. Non ci sono solo perdite per 15 miliardi di dollari, di cui 8 per i danni all'impianto di Daiichi. Ci sono gli indennizzi per le persone evacuate dalla zona di sicurezza: 60 miliardi che la Tepco dichiara che non riuscirà a pagare chiedendo l'intervento dello Stato. Alla fine, saranno i giapponesi, con le risorse pubbliche, a risarcire se stessi per i danni gravissimi causati da un'azienda privata.
E' ancora presto per fare delle valutazioni di lungo termine. Fukushima-Daiichi segnerà comunque per decenni l'equilibrio dell'eco-sistema sia marino sia terrestre. L'Agenzia di Vienna è convinta che questo incidente dimostri l'urgenza di creare un organismo indipendente, con gli stessi poteri di quelli usati nei programmi di proliferazione nucleare. Gli ispettori dell'Aiea si limitano a controllare che la produzione di energia atomica sia per uso civile e non venga dirottata verso scopi militari. La sicurezza degli impianti è delegata ai singoli organismi nazionali i quali, inevitabilmente, vengono condizionati dalle politiche governative e da interessi industriali. Affidare anche la salvaguardia delle centrali a un'istituzione come l'Onu, con potere ispettivo e decisionale, potrebbe ridurre di molto i rischi di un incidente. Il Giappone è il primo ada vere aderito alla rpoposta dell'Aiea: mercoledì 8 giugno ha deciso di creare un ente autonomo, svincolato dal governo e dai gruppi industriali, che vigili sullka sicurezza degli impianti. Un primo passo verso una salvaguardia indipendente. A tutela della popolazione, non più degli interessi industriali o politici. La sicurezza nucleare è una priorità che riguarda il mondo intero, continuare a delegarla ai singoli stati pone grossi limiti alla salute e alla sopravvivenza di tutti. Il controllore non può essere anche il controllato.
05 giugno 2011© Riproduzione riservata
"Nucleare pericoloso e imprevedibile"
Uno studio di Greenpeace a 12 mesi dallo Tsunami. Secondo i calcoli ufficiali un incidente con fusione del nocciolo dovrebbe capitare una volta ogni 250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986 e Fukushima
E1
Aiea: "Servono controlli indipendenti"
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/06/05/news/l_aiea_sottovalutati_i_rischi_necessari_controlli_indipendenti-17253764/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
Le prime valutazioni della Commissione dell'Agenzia per l'energia atomica da Fukushima. "Sottovalutato il rischio sismico". Creare organismi slegati da governi e aziende per verificare senza vincoli la sicurezza delle centrali. Il Giappone aderisce. Ma oggi si viene a sapere che i dati sulla radioattività forniti nei primi giorni erano sbagliati dall'inviato DANIELE MASTROGIACOMO
Incidenti, i 7 livelli della scala di Ines http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/06/02/news/i_livelli_di_pericolosit-17112178/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
La web cam sui reattori di Fukushima http://inchieste.repubblica.it/static/rep-locali/inchieste/includes/inchieste-nav.html?iframeUrl=http%3A%2F%2Fwww.tepco.co.jp%2Fen%2Fnu%2Ff1-np%2Fcamera%2Findex-e.html&inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F04%2F14%2Fnews%2Farchivio_fukushima-14924704%2Findex.html
2 Greenpeace: "Radiazioni
oltre i 35 chilometri"
I militanti dell'organizzazione ambientalista internazionale hanno proceduto a misurazioni sulla radioattività in zone al di là dei 20 km evacuati e dell'ulteriore anello di 10 km dove la gente è confinata in casa. Ne sono usciti livelli di assorbimento molto più alti del consentito
3 Daiichi, morte della centrale
Ma smantellarla non sarà facile
I reattori colpiti dallo tsunami di marzo sono ormai spenti e stabilizzati. Ma le perdite di materiale radioattivo nell'atmosfera e in mare sono state molto consistenti. La centrale sarà certamente chiusa ma non è chiaro il come. Il "sarcofago" ipotesi più probabile ma di non semplice realizzazione. Possibile anche lo smantellamento di DANIELE MASTROGIACOMO
Gli interventi dopo il disastro: reattore per reattore la situazione
4
Economia, problemi energetici e fiducia
La profonda crisi del dopo tsunami
Il Paese sperava in una rapida ripresa sostenuta dalla ricostruzione. Ma, per ora, non è così. Le bugie della Tepco e le incertezze del governo di Naoto Kan (nella foto). La paura della contaminazione. I ritardi negli interventi. La buona volontà non manca ma i segnali positivi non ci sono ancora di GIAMPAOLO VISETTI
5
Reportage dal disastro
"Paura per i bambini"
Il nostro inviato nella zona. Gli abitanti di Fukushima chiedono chiarezza sui reali tassi d'inquinamento. La protesta delle madri. Le ammissioni della Tepco sui guasti al reattore 3 e 4. E Greenpeace indaga sulla radioattività nell'area rossa dall'inviato DANIELE MASTROGIACOMO
Lezioni da Fukushima
"Rischi non calcolabili"
Uno studio di Greenpeace a 12 mesi dallo Tsunami dell'11 marzo 2011. Secondo i calcoli ufficiali, con 400 reattori in funzione un incidente con fusione del nocciolo, il peggiore degli scenari, dovrebbe capitare una volta ogni 250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986, Fukushima nel 2011
di ANTONIO CIANCIULLO
LA FOTOGALLERIA6
Come era e com'è
Scatti dal passato
Prima e dopo. La provincia devastata dallo tsunami era un territorio florido. La Nisa ha aggiornato i dati sui danni prodotti: dalla prima settimana il livello di radiazioni è pari al 15 per cento di quella rilasciata da Chernobyl
LA STORIA7
Chernobyl 1986, il mondo
scoprì il terrore nucleare
Venticinque anni esatti prima di Fukushima, l'incidente più grave della storia del nucleare. Mai accertato il numero esatto delle vittime, dirette e indirette. Gravissime le conseguenze sull'ambiente e la salute
LA FOTOGALLERIA8
I volti, i luoghi, il dolore
della peste atomica
Chernobyl ha avutto ripercussioni soprattutto sulle persone. Dopo l'esplosione del 26 aprile 1986, la nube radioattiva ha fatto migliaia di vittime. Le immagini che fecero il giro del mondo
LA TESTIMONIANZA9
25 anni fa la tragedia
"L'incubo non è finito"
Daniel Cohn-Bendit, presidente del gruppo verde al Parlamento europeo, e Monica Frassoni, presidente del Partito Verde europeo, ricordano le migliaia di vittime di Chernobyl. E auspicano un'uscita dell'Ue dal nucleare
L'ALTRA INCHIESTA10
"L'atomo in casa"
Tutte le centrali europee
La mappa degli impianti europei. Oltre la metà sono a rischio: l'esperto spiega perché. La situazione italiana: il passato e il futuro. Il piano, le localizzazioni, il problema delle scorie e i costi sulla bolletta
dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO
L'Aiea: "Sottovalutati i rischi
Necessari controlli indipendenti"
I tecnici Aiea (guidati da Mike Weightman, con la barba) durante l'ispezione a Fukushima-Daiichi
L'Agenzia internazionale ha compiuto un'approfondita ispezione nella centrale di Fukushima colpita dallo tsunami dell'11 marzo. Le conclusioni arriveranno a fine giugno. Ma un primo giudizio parla di "sottovalutazione del rischio" e pone la necessità di un'agenzia svincolata da governo e dalle aziende che gestiscono gli impianti. Il Giappone aderisce per primo: sarà creato un ente autonomo che vigilerà sulla sicurezzaTOKYO - L'11 marzo 2011, alle ore 14,46, una scossa di 9 gradi della scala Mercalli, epicentro a 22 chilometri di profondità nell'Oceano Pacifico, investe l'intero Giappone. Cinquantanove minuti dopo, un'onda di tsunami alta quattordici metri si abbatte sulla parte nord orientale dell'arcipelago, distrugge 150 chilometri di costa penetrando fino a cinque chilometri nell'interno. Quattro giorni dopo si traccia un primo bilancio che resterà definitivo: 22mila morti, di cui 15mila dispersi, decine di migliaia di case distrutte, decine di città, villaggi, porti cancellati. I danni sono imponenti: tre mesi dopo si calcola che ci vorranno 130 miliardi di dollari per ricostruire ciò che la natura ha spazzato in poco più di un'ora. Ma lo tsunami colpisce anche l'impianto nucleare di Fukushima Daiichi. Privata del sistema di raffreddamento d'emergenza, la centrale atomica subirà una serie di esplosioni e di incendi che metterà fuori uso tre reattori in attività e uno spento per manutenzione. La fusione delle barre del combustibile che alimentano l'impianto produrrà l'emissione di nubi radioattive cariche di migliaia di isotopi (cesio 137 e iodio 131) nell'atmosfera e obbligherà il governo a far evacuare 120mila persone da una zona di sicurezza larga 30 chilometri.
Di chi è la colpa? Cosa è stato fatto per evitare la serie di incidenti a Fukushima Daiichi? Tutto è dipeso dalla forza imprevedibile della natura o ci sono state responsabilità anche dell'uomo? Il governo del primo ministro Naoto Kan ha disposto un'inchiesta che è stata affidata a una Commissione indipendente guidata dal professor Yotano Hatamura, veterano della ricerca sugli errori umani. Ma una seconda indagine è stata avviata da una Commissione internazionale formata da dodici esperti di altrettanti paesi e sei tecnici dell'Aiea, l'Agenzia per l'atomica di Vienna, guidati dal britannico Mike Weightman.
Il nodo da sciogliere non è semplice. Si tratta di stabilire se gli impianti atomici costruiti su un territorio altamente sismico siano in grado di resistere a terremoti eccezionali, ma possibili; se le misure di sicurezza siano sufficienti a contenere le conseguenze di una scossa tellurica, come uno tsunami; come e in che misura le scelte dell'uomo abbiano inciso su un disastro che si poteva evitare.
La Commissione indipendente giapponese produrrà un documento entro l'estate del 2012; quella internazionale trarrà le sue conclusioni nel vertice straordinario dell'Aiea fissato a Vienna dal 20 al 24 giugno. Ma l'Agenzia ha già espresso alcune considerazioni che saranno riprese e ampliate nel documento finale. Si loda la macchina dei soccorsi, la sua efficienza e la sua velocità negli interventi. Si apprezzano le misure preventive adottate per l'allarme radioattivo nato con l'incidente di Fukushima-Daiichi, l'accoglienza data agli sfollati, i controlli periodici effettuati negli ultimi tre mesi. Ma si parla esplicitamente di "sottovalutazione" del rischio sismico non solo per Fukushima ma per tutti i 54 impianti giapponesi, si chiede la creazione di "un centro di emergenza più efficace" contro gli incidenti e una maggiore "protezione dai rischi collegati a tutti i pericoli naturali". Soprattutto, l'Aiea pone con forza un problema che riguarda la sicurezza di tutti gli impianti nucleari nel mondo e chiede al Giappone di creare un organismo indipendente che vigili sulla sicurezza delle centrali con ispezioni a sorpresa e faccia applicare i rigidi sistemi di controllo. Un organismo slegato dal governo e dai condizionamenti delle holding industriali che costruiscono e gesticono gli impianti. Un'indicazione, quella dell'Agenzia viennese, che sottintende una critica neanche troppo velata a quello che è successo dopo lo tsunami.
Nel caso giapponese, infatti, le pressioni esercitate dalle Tepco, la società privata proprietaria dell'impianto di Fukushima, sono state evidenti. Il flusso di informazioni verso il governo e la Aiea di Vienna è stato discontinuo e spesso omertoso. Le iniziative adottate, perfino le scelte prese in quei momenti drammatici non sono state sempre condivise. Molte si sono rivelate sbagliate, più legate ad una logica conservativa che alla tutela della salute della popolazione. Una su tutte: la decisione di pompare acqua dal mare per raffreddare i reattori senza più liquido nelle piscine del combustibile è arrivata con enorme ritardo. Eppure era stata sollecitata sia dai francesi sia dagli americani, oltre che dai vertici della stessa Aiea. Salvare un impianto di decine di miliardi di dollari è stato l'obiettivo dei primi cinque giorni. A scapito della salute di 200mila persone. Solo una serie di circostanze casuali, dopo molte sfortunate, ha evitato una esplosione nucleare. Ma la pastoia burocratica in cui sono rimaste ingolfate le informazioni e le decisioni prese da un ristretto numero di tecnici, solo giapponesi, ha messo a rischio l'incolumità del mondo intero.
Solo martedì 7 giugno, quasi tre mesi dopo il terribile sisma, la Nisa ( Japan nuclear and safety agency, l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese) ha aggiornato i dati sulla radioattività emessi dall'impianto di Fukushima-Daiichi. Si è così scoperto che nella settimana dall'incidente sono stati rilasciati nell'atmosfera 770 mila terabecquerels: il doppio dei 370 mila indicati una settimana dopo il terremoto, lo tusnami e le esplosioni dei retatori della centrale. Questo significa che Fukushima ha rilasciato radioattività pari al 15 per cento di quella uscita da Chernobyl nel 1986. La Nisa ha suggerito di allargare il raggio di sicurezza fissato dal governo. In queste ore si sta valutando l'ipotesi di far evacuare altre decine di migliaia di persone oltre i 30 chilometri dalla centrale. Dopo lunghe contese e aspre discussioni, la Tepco si è arresa alle sue responsabilità. Il presidente Masataka Shimizu paga con le dimissioni. Non ci sono solo perdite per 15 miliardi di dollari, di cui 8 per i danni all'impianto di Daiichi. Ci sono gli indennizzi per le persone evacuate dalla zona di sicurezza: 60 miliardi che la Tepco dichiara che non riuscirà a pagare chiedendo l'intervento dello Stato. Alla fine, saranno i giapponesi, con le risorse pubbliche, a risarcire se stessi per i danni gravissimi causati da un'azienda privata.
E' ancora presto per fare delle valutazioni di lungo termine. Fukushima-Daiichi segnerà comunque per decenni l'equilibrio dell'eco-sistema sia marino sia terrestre. L'Agenzia di Vienna è convinta che questo incidente dimostri l'urgenza di creare un organismo indipendente, con gli stessi poteri di quelli usati nei programmi di proliferazione nucleare. Gli ispettori dell'Aiea si limitano a controllare che la produzione di energia atomica sia per uso civile e non venga dirottata verso scopi militari. La sicurezza degli impianti è delegata ai singoli organismi nazionali i quali, inevitabilmente, vengono condizionati dalle politiche governative e da interessi industriali. Affidare anche la salvaguardia delle centrali a un'istituzione come l'Onu, con potere ispettivo e decisionale, potrebbe ridurre di molto i rischi di un incidente. Il Giappone è il primo ada vere aderito alla rpoposta dell'Aiea: mercoledì 8 giugno ha deciso di creare un ente autonomo, svincolato dal governo e dai gruppi industriali, che vigili sullka sicurezza degli impianti. Un primo passo verso una salvaguardia indipendente. A tutela della popolazione, non più degli interessi industriali o politici. La sicurezza nucleare è una priorità che riguarda il mondo intero, continuare a delegarla ai singoli stati pone grossi limiti alla salute e alla sopravvivenza di tutti. Il controllore non può essere anche il controllato.
05 giugno 2011© Riproduzione riservata
contro il TAV in difesa della democrazia e dei diritti civili e sociali dei cittadini
Le opere quando sono inutili sono anche dannose. Vengono spesi soldi e risorse pubbliche e private che potrebbero essere spese invece per migliorare le scuole e gli ospedali, le strade e le infrastrutture esistenti e in pessimo stato di cui non c'è bisogno di fare l'elenco. Poi quando non si vogliono ascoltare le giuste osservazioni di centinaia di tecnici nè confrontare è evidente che qualcuno è in malafede e non applica certo i più elementari principi di democrazia. Per quello che serve il mio appoggio e la mia solidarietà ai No Tav c'è forte e chiaro sperando che non ci sia bisogno di tragedie o di proteste eclatanti affinchè prevalga il buon senso, la ragione, la tecnica. Giorgio Libralato
dal blog de Il Fatto quotidiano
Roma, Milano, Bologna, Firenze, Palermo. Sono in corso nelle principali città italiane i cortei No Tav. I manifestanti hanno bloccato la stazione Termini e hanno fatto irruzione sui binari del capoluogo emiliano (leggi l'articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/bloccano-binari-bologna-cariche-della-polizia-treni-fermi/194167/ ). Gli attivisti sono mobilitati contro gli espropri iniziati questa mattina. Secondo il Legal team del movimento è un'operazione del tutto "illegale" e quindi "impugnabile davanti al Tar". Davanti alla Baita Clarea, luogo simbolo dei militanti, Luca Abbà, 37 anni, è caduto da un traliccio sul quale era salito (articolo e video di Cosimo Caridi http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/cominciate-operazione-allargamento-cantiere-presidio-permamente-solo-dieci-attivisti/194028/). L'uomo ha subito traumi da caduta e ustioni gravi dovuti alla folgorazione
Vent’anni di proteste, la storia dell’Alta velocità Torino-Lione La questione del Tav Torino-Lione è una vicenda più che ventennale. Le prime notizie di un dibattito sulla necessità di un collegamento ferroviario transfrontaliero ad Alta Velocità risalgono infatti al 1988-89.
Ecco una cronologia degli eventi principali:
26 febbraio 1991 – Il presidente delle Fs Lorenzo Necci presenta alla Commissione lavori pubblici del Senato l’architettura della società finanziaria per l’Alta velocità ferroviaria (Tav). capitale iniziale 100 miliardi di lire, Fs azionista di riferimento con il 40% delle quote.
22 ottobre 1991 – I governi italiano e francese avviano la progettazione di uno studio di fattibilità sul collegamento ferroviario veloce tra Torino e Lione.
28 marzo 1994 – La Conferenza Paneuropea dei Trasporti individua nove “corridoi” tra il Torino-Lione (corridoio 5)
Novembre 1994 – Fs e Sncf costituiscono “Alpetunnel”, che diventerà Lyon Turin Ferroviaire (Ltf), società mista incaricata della progettazione della tratta internazionale.
10 dicembre 1994 – Il Consiglio europeo di Essen inserisce la Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari del Continente.
Primavera 1995 – Prime manifestazioni No Tav.
Agosto 1996-maggio 1997 – In Valle di Susa si registra una serie di attentati dinamitardi e incendiari contro cabine elettriche della linea storica Torino-Modane e contro le prime trivelle incaricate di sondare il terreno.
5 marzo 1998 – Gli anarchici Silvano Pellissero, Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas vengono arrestati con l’accusa di appartenere all’organizzazione paraterrorista “lupi grigi”, considerata responsabile degli attentati in Valle di Susa.
28 marzo 1998 – Edoardo Massari (“Baleno”), 35 anni, si toglie la vita al carcere delle Vallette di Torino
11 luglio 1998 – Maria Soledad Rosas (“Sole”), argentina di 24 anni, si toglie la vita all’interno della comunità dove sconta gli arresti domiciliari.
29 gennaio 2001 – I presidenti del consiglio italiano e francese Amato e Chirac firmano a Torino il primo accordo intergovernativo per la realizzazione del Tav Torino-Lione.
3 ottobre 2001 – Costituzione di Ltf.
25 febbraio 2002 – Il Parlamento francese ratifica il trattato intergovernativo.
19 settembre 2002 – Il Parlamento italiano ratifica il trattato intergovernativo
31 maggio 2003 – Quindicimila persone sfilano in corteo da Borgone a Bussoleno. Il movimento No-Tav è ormai una realtà consolidata in Valle di Susa.
12 dicembre 2003 – La Commissione europea inserisce il Tav Torino-Lione nella “quick list” delle infrastrutture strategiche.
31 ottobre 2005 – I No Tav bloccano i carotaggi alle pendici del Rocciamelone. Primi, duri scontri con le forze dell’ordine.
16 novembre 2005 – Ottantamila persone partecipano allo sciopero generale della Valle di Susa e marciano da Bussoleno a Susa.
5-6 dicembre 2005 – Le forze dell’ordine sgomberano con un blitz notturno il presidio No Tav che occupa l’area del comune di Venaus in cui dovrebbero iniziare i lavori. Scontri molto violenti.
1 marzo 2006 – Costituzione dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, organismoi istituito dopo gli scontri di Venaus con il compito di ridiscutere il progetto con i rappresentanti del territorio.
29 giugno 2006 – Il governo Prodi convoca a Roma un tavolo politico con i rappresentanti degli enti Locali della Valle.
1 novembre 2007 – L’Ue assegna a Italia e Francia un primo contributo di 671,8 milioni di euro.
28 giugno 2008 – Accordo tra Osservatorio ed Enti Locali per il nuovo progetto Tav Torino-Lione.
23 gennaio 2010 – Quarantamila persone sfilano in Valle per protestare contro l’avvio dei sondaggi preliminari tra Susa e Chiomonte. Incidenti in prossimità delle trivelle.
29 gennaio 2010 – L’Osservatorio approva il tracciato “low cost” della Torino-Lione. Il documento non è firmato dai sindaci “dissidenti” della Bassa Valle, tra cui il neo presidente della comunità Montana Sandro Plano (Pd).
20 ottobre 2010 – Il Parlamento italiano approva una serie di ordini del giorno a favore del Tav che impegnano il governo ad accelerare i tempi.
24 maggio 2011 – Primo tentativo di avviare i lavori del tunnel esplorativo a Chiomonte. Centinaia di manifestanti respingono all’alba con una sassaiola operai e forze dell’ordine. Nasce la “libera repubblica della Maddalena”.
27 giugno 2011 – Le forze dell’ordine sgombrano la “libera repubblica della maddalena”. S’insedia il cantiere.
3 luglio 2011 – Cinquantamila persone marciano a Chiomonte. Nel pomeriggio, violentissimi scontri intorno alle recinzioni del cantiere. 400 feriti tra manifestanti e forze dell’ordine.
27 settembre 2011 – Nuovo accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi. Il 57,9% sarà a carico dell’Italia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/ventanni-storia-dellalta-velocita-torino-lione/194168/
dal blog de Il Fatto quotidiano
Roma, Milano, Bologna, Firenze, Palermo. Sono in corso nelle principali città italiane i cortei No Tav. I manifestanti hanno bloccato la stazione Termini e hanno fatto irruzione sui binari del capoluogo emiliano (leggi l'articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/bloccano-binari-bologna-cariche-della-polizia-treni-fermi/194167/ ). Gli attivisti sono mobilitati contro gli espropri iniziati questa mattina. Secondo il Legal team del movimento è un'operazione del tutto "illegale" e quindi "impugnabile davanti al Tar". Davanti alla Baita Clarea, luogo simbolo dei militanti, Luca Abbà, 37 anni, è caduto da un traliccio sul quale era salito (articolo e video di Cosimo Caridi http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/cominciate-operazione-allargamento-cantiere-presidio-permamente-solo-dieci-attivisti/194028/). L'uomo ha subito traumi da caduta e ustioni gravi dovuti alla folgorazione
Vent’anni di proteste, la storia dell’Alta velocità Torino-Lione La questione del Tav Torino-Lione è una vicenda più che ventennale. Le prime notizie di un dibattito sulla necessità di un collegamento ferroviario transfrontaliero ad Alta Velocità risalgono infatti al 1988-89.
Ecco una cronologia degli eventi principali:
26 febbraio 1991 – Il presidente delle Fs Lorenzo Necci presenta alla Commissione lavori pubblici del Senato l’architettura della società finanziaria per l’Alta velocità ferroviaria (Tav). capitale iniziale 100 miliardi di lire, Fs azionista di riferimento con il 40% delle quote.
22 ottobre 1991 – I governi italiano e francese avviano la progettazione di uno studio di fattibilità sul collegamento ferroviario veloce tra Torino e Lione.
28 marzo 1994 – La Conferenza Paneuropea dei Trasporti individua nove “corridoi” tra il Torino-Lione (corridoio 5)
Novembre 1994 – Fs e Sncf costituiscono “Alpetunnel”, che diventerà Lyon Turin Ferroviaire (Ltf), società mista incaricata della progettazione della tratta internazionale.
10 dicembre 1994 – Il Consiglio europeo di Essen inserisce la Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari del Continente.
Primavera 1995 – Prime manifestazioni No Tav.
Agosto 1996-maggio 1997 – In Valle di Susa si registra una serie di attentati dinamitardi e incendiari contro cabine elettriche della linea storica Torino-Modane e contro le prime trivelle incaricate di sondare il terreno.
5 marzo 1998 – Gli anarchici Silvano Pellissero, Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas vengono arrestati con l’accusa di appartenere all’organizzazione paraterrorista “lupi grigi”, considerata responsabile degli attentati in Valle di Susa.
28 marzo 1998 – Edoardo Massari (“Baleno”), 35 anni, si toglie la vita al carcere delle Vallette di Torino
11 luglio 1998 – Maria Soledad Rosas (“Sole”), argentina di 24 anni, si toglie la vita all’interno della comunità dove sconta gli arresti domiciliari.
29 gennaio 2001 – I presidenti del consiglio italiano e francese Amato e Chirac firmano a Torino il primo accordo intergovernativo per la realizzazione del Tav Torino-Lione.
3 ottobre 2001 – Costituzione di Ltf.
25 febbraio 2002 – Il Parlamento francese ratifica il trattato intergovernativo.
19 settembre 2002 – Il Parlamento italiano ratifica il trattato intergovernativo
31 maggio 2003 – Quindicimila persone sfilano in corteo da Borgone a Bussoleno. Il movimento No-Tav è ormai una realtà consolidata in Valle di Susa.
12 dicembre 2003 – La Commissione europea inserisce il Tav Torino-Lione nella “quick list” delle infrastrutture strategiche.
31 ottobre 2005 – I No Tav bloccano i carotaggi alle pendici del Rocciamelone. Primi, duri scontri con le forze dell’ordine.
16 novembre 2005 – Ottantamila persone partecipano allo sciopero generale della Valle di Susa e marciano da Bussoleno a Susa.
5-6 dicembre 2005 – Le forze dell’ordine sgomberano con un blitz notturno il presidio No Tav che occupa l’area del comune di Venaus in cui dovrebbero iniziare i lavori. Scontri molto violenti.
1 marzo 2006 – Costituzione dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, organismoi istituito dopo gli scontri di Venaus con il compito di ridiscutere il progetto con i rappresentanti del territorio.
29 giugno 2006 – Il governo Prodi convoca a Roma un tavolo politico con i rappresentanti degli enti Locali della Valle.
1 novembre 2007 – L’Ue assegna a Italia e Francia un primo contributo di 671,8 milioni di euro.
28 giugno 2008 – Accordo tra Osservatorio ed Enti Locali per il nuovo progetto Tav Torino-Lione.
23 gennaio 2010 – Quarantamila persone sfilano in Valle per protestare contro l’avvio dei sondaggi preliminari tra Susa e Chiomonte. Incidenti in prossimità delle trivelle.
29 gennaio 2010 – L’Osservatorio approva il tracciato “low cost” della Torino-Lione. Il documento non è firmato dai sindaci “dissidenti” della Bassa Valle, tra cui il neo presidente della comunità Montana Sandro Plano (Pd).
20 ottobre 2010 – Il Parlamento italiano approva una serie di ordini del giorno a favore del Tav che impegnano il governo ad accelerare i tempi.
24 maggio 2011 – Primo tentativo di avviare i lavori del tunnel esplorativo a Chiomonte. Centinaia di manifestanti respingono all’alba con una sassaiola operai e forze dell’ordine. Nasce la “libera repubblica della Maddalena”.
27 giugno 2011 – Le forze dell’ordine sgombrano la “libera repubblica della maddalena”. S’insedia il cantiere.
3 luglio 2011 – Cinquantamila persone marciano a Chiomonte. Nel pomeriggio, violentissimi scontri intorno alle recinzioni del cantiere. 400 feriti tra manifestanti e forze dell’ordine.
27 settembre 2011 – Nuovo accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi. Il 57,9% sarà a carico dell’Italia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/ventanni-storia-dellalta-velocita-torino-lione/194168/
le procedure per la sanatoria catastale degli immobili fantasma
Sanatoria catastale, più veloci le procedure
I contribuenti a cui è stata applicata la rendita presunta possono versare i tributi con il modello F24
di Paola Mammarella
28/02/2012 - Si semplificano le procedure per la regolarizzazione catastale. Un provvedimento (Provvedimento 24/02/2012 n. 14335
Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate - Estensione delle modalità di versamento unitario previste dall’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, ai tributi speciali catastali, agli interessi, alle sanzioni e agli oneri accessori, dovuti per l’attribuzione d’ufficio della rendita presunta di cui all’articolo 19, comma 10, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 http://www.edilportale.com/normativa/provvedimento/2012/14335/agenzia-del-territorio-e-agenzia-delle-entrate-estensione-delle-modalit%E0-di-versamento-unitario-previste_12143.html)
congiunto, emanato da Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate, ha stabilito che il modello di unificato F24 può essere utilizzato anche per il versamento dei tributi speciali catastali, le relative sanzioni e gli oneri accessori.
I contribuenti ai quali è stata attribuita una rendita presunta, ai sensi del Decreto Legge 78/2010, recante disposizioni sulla sanatoria catastale, dovranno versare secondo queste modalità i tributi speciali catastali, i relativi interessi. Le sanzioni e gli oneri accessori per potersi mettere in regola.
I codici tributo saranno istituiti prossimamente con una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, che fornirà anche tutte le istruzioni necessarie alla compilazione dei modelli di pagamento.
Il versamento unificato, spiega il provvedimento, mira a raggiungere una maggiore efficienza nella gestione del sistema tributario, segnando un ulteriore passo nel senso della semplificazione degli adempimenti fiscali.
Ricordiamo che la sanatoria catastale è stata introdotta con la “manovra estiva” – Dl 78/2010 e prevede l’emersione degli “immobili fantasma”, cioè tutte quelle costruzioni sconosciute al Catasto o nelle quali sono stati realizzati interventi non dichiarati.
L’obbligo di aggiornamento vale anche per i fabbricati prima esenti dal pagamento dei tributi, che sono successivamente diventati soggetti ad imposte, come quelli che hanno perso il requisito di ruralità.
(riproduzione riservata)
http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/sanatoria-catastale-pi%C3%B9-veloci-le-procedure_26115_15.html
I contribuenti a cui è stata applicata la rendita presunta possono versare i tributi con il modello F24
di Paola Mammarella
28/02/2012 - Si semplificano le procedure per la regolarizzazione catastale. Un provvedimento (Provvedimento 24/02/2012 n. 14335
Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate - Estensione delle modalità di versamento unitario previste dall’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, ai tributi speciali catastali, agli interessi, alle sanzioni e agli oneri accessori, dovuti per l’attribuzione d’ufficio della rendita presunta di cui all’articolo 19, comma 10, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 http://www.edilportale.com/normativa/provvedimento/2012/14335/agenzia-del-territorio-e-agenzia-delle-entrate-estensione-delle-modalit%E0-di-versamento-unitario-previste_12143.html)
congiunto, emanato da Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate, ha stabilito che il modello di unificato F24 può essere utilizzato anche per il versamento dei tributi speciali catastali, le relative sanzioni e gli oneri accessori.
I contribuenti ai quali è stata attribuita una rendita presunta, ai sensi del Decreto Legge 78/2010, recante disposizioni sulla sanatoria catastale, dovranno versare secondo queste modalità i tributi speciali catastali, i relativi interessi. Le sanzioni e gli oneri accessori per potersi mettere in regola.
I codici tributo saranno istituiti prossimamente con una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, che fornirà anche tutte le istruzioni necessarie alla compilazione dei modelli di pagamento.
Il versamento unificato, spiega il provvedimento, mira a raggiungere una maggiore efficienza nella gestione del sistema tributario, segnando un ulteriore passo nel senso della semplificazione degli adempimenti fiscali.
Ricordiamo che la sanatoria catastale è stata introdotta con la “manovra estiva” – Dl 78/2010 e prevede l’emersione degli “immobili fantasma”, cioè tutte quelle costruzioni sconosciute al Catasto o nelle quali sono stati realizzati interventi non dichiarati.
L’obbligo di aggiornamento vale anche per i fabbricati prima esenti dal pagamento dei tributi, che sono successivamente diventati soggetti ad imposte, come quelli che hanno perso il requisito di ruralità.
(riproduzione riservata)
http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/sanatoria-catastale-pi%C3%B9-veloci-le-procedure_26115_15.html
lunedì 27 febbraio 2012
fotovoltaico e antincendio nuova guida dei Vigili del Fuoco
"Prevenzione incendi e Fotovoltaico: Nuova guida dei Vigili del Fuoco"
fonte lavoripubblici.it / Sicurezza
23/02/2012 - Con nota prot. 1324 del 7 febbraio scorso, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ha inviato alle Direzioni Regionali/Interregionali e ai Comandi Provinciali dei Vigili de Fuoco una nota con cui viene trasmessa la nuova Guida 2012 per l’installazione degli impianti fotovoltaici nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi.
La guida, che è stata redatta da un apposito gruppo di lavoro, costituito da esperti del settore elettrico ed approvata recentemente dal Comitato centrale tecnico scientifico per la prevenzione incendi (C.C.T.S.), recepisce icontenuti del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 recante "Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a normadell'articolo 49 comma 4-quater, decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito conmodificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122" e tiene conto delle varie problematiche emerse in sede periferica a seguito delle installazioni di impianti fotovoltaici. La nuova guida sostituisce quella emanata con nota prot. n. 5158 del 26 marzo 2010.
In verità gli impianti fotovoltaici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi del D.P.R. n. 151/2011 ma l'installazione di un impianto fotovoltaico, in funzione delle caratteristiche elettriche/costruttive e/o delle relative modalità di posa in opera, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio e, pertanto, l'installazione di un impianto fotovoltaico a servizio di un'attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede gli adempimenti previsti dal comma 6 dell'art. 4 del D.P.R. n. 151/2011.
L'aggravio potrebbe concretizzarsi, per ilfabbricato servito, in termini di:
interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori);
ostacolo alle operazioni di raffreddamento/estinzione di tetti combustibili;
rischio di propagazione delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento).
Rientrano, nel campo di applicazione della nuova guida, gli impianti con tensione in corrente continua (c.c.) non superiore a 1500V.
Nella guida sono, dettagliatamente trattati:
campo di applicazione;
requisiti tecnici;
documentazione;
verifiche;
segnaletica di sicurezza;
salvaguardia degli operatori VV.F.;
impianti esistenti.
Ricordiamo che per gli impianti fotovoltaici posti in funzione prima dell'entrata in vigore della nuova guida 2012 ed a servizio di un'attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi, sono richiesti, unicamente, gli adempimenti previsti dal comma 6 dell'art. 4 del D.P.R. n. 151 dell'1 agosto 2011.
ln generale per detti impianti dovrà essere previsto tra l'altro:
la presenza e la funzionalità del dispositivo del comando di emergenza;<7li>
l'applicazione della segnaletica di sicurezza e le verifiche riportate nella nuova guida 2012.
La guida è completata dall'allegato I in cui sono riportate le definizioni, ricavate dalle vigenti norme e guide di settore, cui si fa riferimento nella guida stessa. http://www.prevenzionesicurezza.com/news.asp?id=5314
fonte lavoripubblici.it / Sicurezza
23/02/2012 - Con nota prot. 1324 del 7 febbraio scorso, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ha inviato alle Direzioni Regionali/Interregionali e ai Comandi Provinciali dei Vigili de Fuoco una nota con cui viene trasmessa la nuova Guida 2012 per l’installazione degli impianti fotovoltaici nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi.
La guida, che è stata redatta da un apposito gruppo di lavoro, costituito da esperti del settore elettrico ed approvata recentemente dal Comitato centrale tecnico scientifico per la prevenzione incendi (C.C.T.S.), recepisce icontenuti del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 recante "Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a normadell'articolo 49 comma 4-quater, decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito conmodificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122" e tiene conto delle varie problematiche emerse in sede periferica a seguito delle installazioni di impianti fotovoltaici. La nuova guida sostituisce quella emanata con nota prot. n. 5158 del 26 marzo 2010.
In verità gli impianti fotovoltaici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi del D.P.R. n. 151/2011 ma l'installazione di un impianto fotovoltaico, in funzione delle caratteristiche elettriche/costruttive e/o delle relative modalità di posa in opera, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio e, pertanto, l'installazione di un impianto fotovoltaico a servizio di un'attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede gli adempimenti previsti dal comma 6 dell'art. 4 del D.P.R. n. 151/2011.
L'aggravio potrebbe concretizzarsi, per ilfabbricato servito, in termini di:
interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori);
ostacolo alle operazioni di raffreddamento/estinzione di tetti combustibili;
rischio di propagazione delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento).
Rientrano, nel campo di applicazione della nuova guida, gli impianti con tensione in corrente continua (c.c.) non superiore a 1500V.
Nella guida sono, dettagliatamente trattati:
campo di applicazione;
requisiti tecnici;
documentazione;
verifiche;
segnaletica di sicurezza;
salvaguardia degli operatori VV.F.;
impianti esistenti.
Ricordiamo che per gli impianti fotovoltaici posti in funzione prima dell'entrata in vigore della nuova guida 2012 ed a servizio di un'attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi, sono richiesti, unicamente, gli adempimenti previsti dal comma 6 dell'art. 4 del D.P.R. n. 151 dell'1 agosto 2011.
ln generale per detti impianti dovrà essere previsto tra l'altro:
la presenza e la funzionalità del dispositivo del comando di emergenza;<7li>
l'applicazione della segnaletica di sicurezza e le verifiche riportate nella nuova guida 2012.
La guida è completata dall'allegato I in cui sono riportate le definizioni, ricavate dalle vigenti norme e guide di settore, cui si fa riferimento nella guida stessa. http://www.prevenzionesicurezza.com/news.asp?id=5314
Antisismica Lazio, dal 29 febbraio nuovo regolamento, collaudo per tutti gli edifici
Antisismica Lazio, scatta dal 29 febbraio il nuovo regolamento
Prevista la gestione telematica delle richieste attraverso il sistema Sitas, collaudo per tutti gli edifici
di Paola Mammarella
27/02/2012 - Il Lazio regolamenta il sistema di costruzione e le procedure necessarie in zona sismica. Con il regolamento 2/2012 la Regione pone le basi anche per l’adeguamento degli edifici esistenti e la gestione telematica delle richieste attraverso il sistema Sitas.
Le nuove misure si applicano ai progetti presentati dopo il 29 febbraio 2012. Al contrario, quelli presentati prima restano disciplinati dalla normativa precedente sulle autorizzazioni sismiche.
Anche per i progetti che devono adeguarsi alla nuova normativa, fino alla messa in funzione del sistema Sitas, i documenti potranno essere presentati in formato cartaceo.
Secondo il regolamento, è richiesto il certificato di collaudo per tutte le costruzioni realizzate con qualsiasi tipologia strutturale. Il progettista è responsabile delle opere progettate e dei loro requisiti tecnici, così come della veridicità dei dati immessi nel sistema informatico.
Non sono soggetti ad autorizzazione sismica le opere temporanee, gli interventi limitati sui tramezzi o sulle tamponature, il rifacimento dei pavimenti, arredi interni, sostituzione degli abbaini, le serre e le piccole costruzioni con superfici massime di 10 metri quadri e altezze fino a 3 metri.
Nel regolamento sono indicati anche i progetti non sottoposti a controllo, come ad esempio gli edifici adibiti a civile abitazione con fondazioni di tipo superficiale, pensiline e coperture di scale esterne.
Il regolamento prevede sanzioni penali per quanti non rispettino le norme antisismiche. Dopo i dovuti accertamenti, la sanatoria è possibile solo successivamente al procedimento penale.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/02/sicurezza/antisismica-lazio-scatta-dal-29-febbraio-il-nuovo-regolamento_26081_22.html
Prevista la gestione telematica delle richieste attraverso il sistema Sitas, collaudo per tutti gli edifici
di Paola Mammarella
27/02/2012 - Il Lazio regolamenta il sistema di costruzione e le procedure necessarie in zona sismica. Con il regolamento 2/2012 la Regione pone le basi anche per l’adeguamento degli edifici esistenti e la gestione telematica delle richieste attraverso il sistema Sitas.
Le nuove misure si applicano ai progetti presentati dopo il 29 febbraio 2012. Al contrario, quelli presentati prima restano disciplinati dalla normativa precedente sulle autorizzazioni sismiche.
Anche per i progetti che devono adeguarsi alla nuova normativa, fino alla messa in funzione del sistema Sitas, i documenti potranno essere presentati in formato cartaceo.
Secondo il regolamento, è richiesto il certificato di collaudo per tutte le costruzioni realizzate con qualsiasi tipologia strutturale. Il progettista è responsabile delle opere progettate e dei loro requisiti tecnici, così come della veridicità dei dati immessi nel sistema informatico.
Non sono soggetti ad autorizzazione sismica le opere temporanee, gli interventi limitati sui tramezzi o sulle tamponature, il rifacimento dei pavimenti, arredi interni, sostituzione degli abbaini, le serre e le piccole costruzioni con superfici massime di 10 metri quadri e altezze fino a 3 metri.
Nel regolamento sono indicati anche i progetti non sottoposti a controllo, come ad esempio gli edifici adibiti a civile abitazione con fondazioni di tipo superficiale, pensiline e coperture di scale esterne.
Il regolamento prevede sanzioni penali per quanti non rispettino le norme antisismiche. Dopo i dovuti accertamenti, la sanatoria è possibile solo successivamente al procedimento penale.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/02/sicurezza/antisismica-lazio-scatta-dal-29-febbraio-il-nuovo-regolamento_26081_22.html
domenica 26 febbraio 2012
Governo: ecco il decreto fiscale, nuova IMU, riforma catastale, nuovi coefficienti
Il Consiglio dei Ministri vara il decreto fiscale
Passa l’Ici alla Chiesa, Imu e riforma catastale ancora al vaglio del Governo
di Paola Mammarella 24/02/2012 - Anche gli immobili della Chiesa pagheranno l’Imu. Durante il CdM, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha reso noto di aver presentato un emendamento al Decreto Liberalizzazioni che assoggetta ad Imu gli immobili appartenenti agli enti no profit e alla Chiesa. Saranno esenti solo gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale. Più complesso sembra essere il lavoro per la definizione dell’Imu e per la riforma catastale, che saranno nell’agenda del Governo delle prossime settimane.
Per soddisfare le richieste di far quadrare il bilancio, avanzate a Bruxelles, la nuova Imu probabilmente non ricalcherà perfettamente il funzionamento dell’Ici. Soprattutto in materia di esenzioni e agevolazioni. Dopo un periodo di esenzione, l’imposta municipale sugli immobili si applicherà infatti anche alla prima casa, anche se sono previsti sconti in base al numero di familiari a carico e riduzioni a discrezione dei Comuni. Il confronto è aperto anche sulle agevolazioni per gli edifici di interesse storico e artistico e per gli immobili inagibili, che pagavano un’aliquota Ici agevolata.
Il decreto fiscale getta inoltre le basi per la modernizzazione del Catasto, con l’allineamento delle rendite ai valori di mercato degli immobili. Lo strumento già individuato è il passaggio dal criterio dei vani a quello dei metri quadri.
Ma vediamo come è cambiato il regime fiscale sulla casa con le novità normative degli ultimi mesi.
NUOVA IMU, COME FUNZIONA E COME SI EVOLVERA'
L’Imu, imposta municipale unica, è stata introdotta dal D.lgs. 23/2011 sul federalismo fiscale. Secondo l’idea del precedente Governo, non doveva essere applicata alle prime case, ma la situazione è cambiata per esigenze di rientro economico.
La Manovra Salva Italia, varata a fine 2011 dal Governo Monti, ha anticipato in via sperimentale l’entrata in vigore dell’Imu al primo gennaio 2012, prevedendo invece per il 2015 la sua entrata a regime.
L’imposta si applica anche alla prima casa e alle sue pertinenze perché, secondo le valutazioni dell’Esecutivo, la loro esclusione costituiva un’anomalia rispetto al resto d’Europa, con una serie di effetti negativi. In Italia, infatti, secondo i dati Ocse riportati dal Governo nel rapporto sui primi cento giorni di attività, l’incidenza sul Pil delle imposte che gravano sugli immobili è dello 0,6% rispetto ad una media dell’1,1% e a valori che arrivano a 2,4% per la Francia e a 3,5% per il Regno Unito.
La prima casa paga un’aliquota del 4 per mille, che può essere rivista al rialzo o al ribasso dai Comuni entro un margine del 2 per mille. La norma per il rientro economico ha spiegato che per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Per pertinenze dell'abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7.
Dall’imposta sulla prima casa può essere detratta una cifra di 200 euro. Per il 2012 e il 2013 è prevista inoltre una detrazione aggiuntiva di 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore a 26 anni, che non può comunque superare i 400 euro. Fermo restando l’obbligo del rispetto dei vincoli di bilancio, i Comuni anche in questo caso possono decidere di elevare l’importo della detrazione.
L'aliquota di base dell'imposta è pari al 7,6 per mille, con possibilità di manovra da parte dei Comuni fino al 3 per mille.
Ai fabbricati rurali si applica un’aliquota del 2 per mille, che i Comuni possono ridurre all’1 per mille.
Con il Decreto Liberalizzazioni, i Comuni possono andare incontro alle imprese di costruzione che a causa della crisi economica non riescono a vendere gli immobili realizzati. Gli enti locali possono infatti ridurre fino al 3,8 per mille l'aliquota di base sui fabbricati dell’impresa destinati alla vendita. L’agevolazione dura finchè gli immobili non vengono locati e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall'ultimazione dei lavori.
La misura è stata giudicata di non facile attuazione visto che i suoi costi ricadrebbero solo sui Comuni. Restando infatti fissa la quota di gettito destinata allo Stato, sarebbero solo gli enti locali a veder diminuire le loro entrate.
RIFORMA DEL CATASTO: VERSO L’ALLINEAMENTO AI VALORI DI MERCATO
La discussione sul nuovo regime di imposizione sugli immobili si intreccia a maglia stretta alla riforma del Catasto.
A determinare l’entità dell’imposta è infatti il valore catastale, che si ottiene moltiplicando un coefficiente per la rendita catastale. A sua volta, rendita catastaleè il valore attribuito all’immobile, che funge da base imponibile per determinarne il reddito e il valore catastale ai fini fiscali.
La rendita si ottiene moltiplicando la consistenza dell’immobile per la tariffa di estimo. Finora il criterio per determinare la consistenza si è basato sui vani, ma il Governo ha manifestato l’intenzione di passare al criterio dei metri quadri.
Con la necessità di rientro economico, l’Esecutivo ha affermato di voler ridurre l’attuale incongruità tra rendite catastali, rivalutate nel 1990, e valori di mercato degli immobili.
Dato che la revisione degli estimi è una procedura lunga e complessa, la ManovraSalvaItalia ha agito sui coefficienti che, come spiegato, moltiplicati per la rendita determinano l’entità dell’imposta.
Allo stato attuale e prima dell’entrata in vigore della riforma fiscale, alle rendite risultanti in catasto, vigenti al primo gennaio dell'anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento ai sensi dell'articolo 3, comma 48, della legge 662/1996, si applicano i seguenti moltiplicatori:
- 160 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, con esclusione della categoria catastale A/10
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale A/10
- 140 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5
- 60 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale D, ad eccezione dei fabbricati classificati nella categoria catastale D/5
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale D/5
- 55 per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/il-consiglio-dei-ministri-vara-il-decreto-fiscale_26105_15.html
Passa l’Ici alla Chiesa, Imu e riforma catastale ancora al vaglio del Governo
di Paola Mammarella 24/02/2012 - Anche gli immobili della Chiesa pagheranno l’Imu. Durante il CdM, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha reso noto di aver presentato un emendamento al Decreto Liberalizzazioni che assoggetta ad Imu gli immobili appartenenti agli enti no profit e alla Chiesa. Saranno esenti solo gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale. Più complesso sembra essere il lavoro per la definizione dell’Imu e per la riforma catastale, che saranno nell’agenda del Governo delle prossime settimane.
Per soddisfare le richieste di far quadrare il bilancio, avanzate a Bruxelles, la nuova Imu probabilmente non ricalcherà perfettamente il funzionamento dell’Ici. Soprattutto in materia di esenzioni e agevolazioni. Dopo un periodo di esenzione, l’imposta municipale sugli immobili si applicherà infatti anche alla prima casa, anche se sono previsti sconti in base al numero di familiari a carico e riduzioni a discrezione dei Comuni. Il confronto è aperto anche sulle agevolazioni per gli edifici di interesse storico e artistico e per gli immobili inagibili, che pagavano un’aliquota Ici agevolata.
Il decreto fiscale getta inoltre le basi per la modernizzazione del Catasto, con l’allineamento delle rendite ai valori di mercato degli immobili. Lo strumento già individuato è il passaggio dal criterio dei vani a quello dei metri quadri.
Ma vediamo come è cambiato il regime fiscale sulla casa con le novità normative degli ultimi mesi.
NUOVA IMU, COME FUNZIONA E COME SI EVOLVERA'
L’Imu, imposta municipale unica, è stata introdotta dal D.lgs. 23/2011 sul federalismo fiscale. Secondo l’idea del precedente Governo, non doveva essere applicata alle prime case, ma la situazione è cambiata per esigenze di rientro economico.
La Manovra Salva Italia, varata a fine 2011 dal Governo Monti, ha anticipato in via sperimentale l’entrata in vigore dell’Imu al primo gennaio 2012, prevedendo invece per il 2015 la sua entrata a regime.
L’imposta si applica anche alla prima casa e alle sue pertinenze perché, secondo le valutazioni dell’Esecutivo, la loro esclusione costituiva un’anomalia rispetto al resto d’Europa, con una serie di effetti negativi. In Italia, infatti, secondo i dati Ocse riportati dal Governo nel rapporto sui primi cento giorni di attività, l’incidenza sul Pil delle imposte che gravano sugli immobili è dello 0,6% rispetto ad una media dell’1,1% e a valori che arrivano a 2,4% per la Francia e a 3,5% per il Regno Unito.
La prima casa paga un’aliquota del 4 per mille, che può essere rivista al rialzo o al ribasso dai Comuni entro un margine del 2 per mille. La norma per il rientro economico ha spiegato che per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Per pertinenze dell'abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7.
Dall’imposta sulla prima casa può essere detratta una cifra di 200 euro. Per il 2012 e il 2013 è prevista inoltre una detrazione aggiuntiva di 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore a 26 anni, che non può comunque superare i 400 euro. Fermo restando l’obbligo del rispetto dei vincoli di bilancio, i Comuni anche in questo caso possono decidere di elevare l’importo della detrazione.
L'aliquota di base dell'imposta è pari al 7,6 per mille, con possibilità di manovra da parte dei Comuni fino al 3 per mille.
Ai fabbricati rurali si applica un’aliquota del 2 per mille, che i Comuni possono ridurre all’1 per mille.
Con il Decreto Liberalizzazioni, i Comuni possono andare incontro alle imprese di costruzione che a causa della crisi economica non riescono a vendere gli immobili realizzati. Gli enti locali possono infatti ridurre fino al 3,8 per mille l'aliquota di base sui fabbricati dell’impresa destinati alla vendita. L’agevolazione dura finchè gli immobili non vengono locati e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall'ultimazione dei lavori.
La misura è stata giudicata di non facile attuazione visto che i suoi costi ricadrebbero solo sui Comuni. Restando infatti fissa la quota di gettito destinata allo Stato, sarebbero solo gli enti locali a veder diminuire le loro entrate.
RIFORMA DEL CATASTO: VERSO L’ALLINEAMENTO AI VALORI DI MERCATO
La discussione sul nuovo regime di imposizione sugli immobili si intreccia a maglia stretta alla riforma del Catasto.
A determinare l’entità dell’imposta è infatti il valore catastale, che si ottiene moltiplicando un coefficiente per la rendita catastale. A sua volta, rendita catastaleè il valore attribuito all’immobile, che funge da base imponibile per determinarne il reddito e il valore catastale ai fini fiscali.
La rendita si ottiene moltiplicando la consistenza dell’immobile per la tariffa di estimo. Finora il criterio per determinare la consistenza si è basato sui vani, ma il Governo ha manifestato l’intenzione di passare al criterio dei metri quadri.
Con la necessità di rientro economico, l’Esecutivo ha affermato di voler ridurre l’attuale incongruità tra rendite catastali, rivalutate nel 1990, e valori di mercato degli immobili.
Dato che la revisione degli estimi è una procedura lunga e complessa, la ManovraSalvaItalia ha agito sui coefficienti che, come spiegato, moltiplicati per la rendita determinano l’entità dell’imposta.
Allo stato attuale e prima dell’entrata in vigore della riforma fiscale, alle rendite risultanti in catasto, vigenti al primo gennaio dell'anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento ai sensi dell'articolo 3, comma 48, della legge 662/1996, si applicano i seguenti moltiplicatori:
- 160 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, con esclusione della categoria catastale A/10
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale A/10
- 140 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5
- 60 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale D, ad eccezione dei fabbricati classificati nella categoria catastale D/5
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale D/5
- 55 per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/02/normativa/il-consiglio-dei-ministri-vara-il-decreto-fiscale_26105_15.html
i terremoti della provincia di Latina
STORICO dei terremoti italiani dal 217 a.c. al 2002 d.c. (fonte INGV CPTI04)
( Le zone sono suddivise per province e regioni )
anno regione prov ZONA rows x page
n° zona sismica ora UTC MAG LAT - LON
1) Tirreno centrale (LT) 21/12/1996 08:45:53 4,95 39.858, 13.196
2) Medio Tirreno (LT) 23/04/1980 11:11:25 4,63 40.467, 13.467
3) Aprilia (LT) 22/10/1919 06:10:00 5,53 41.537, 12.684
4) Ponza (LT) 03/03/1907 10:48:22 4,83 40.900, 13.000
5) Ventotene (LT) 27/03/1899 01:19:55 4,83 40.783, 13.417
6) Palamarola (LT) 15/11/1892 22:25:00 4,83 40.933, 12.867
7) Rocca Massima (LT) 29/11/1889 03:49:00 4,83 41.683, 12.883
8) Ventotene (LT) 24/07/1880 05:35:00 5,17 40.800, 13.467
9) Ventotene (LT) 05/07/1848 23:00:00 5,17 40.750, 13.500
10) Ponza (LT) 11/04/1827 00:00:00 4,63 40.900, 12.967
11) Ventotene (LT) 25/07/1793 04:00:00 5,17 40.800, 13.433
12) Ponza (LT) 13/04/1781 08:30:00 4,83 40.900, 12.967
13) Ponza (LT) 11/01/1781 00:00:00 4,83 40.900, 12.967
14) Sezze (LT) 02/02/1756 00:00:00 4,63 41.498, 13.060
http://www.portaleabruzzo.com/nav/terremotistorici_elenco.asp?anno=0®ione=7&RecordXPagina=15&provincia=LT#
terremoti recenti vicini a Pontinia
raggio km
data UTC: 13/09/2010 2.09.01
magnitudo: 1,7
distretto: Pianura pontina
distanza da questo luogo: 9,05 km
Map data ©2012 Google, Tele Atlas - Terms of Use
Map
data ora UTC MAG distretto dist. in km
1) 15/02/2012 20.46.35 3,8 Pianura pontina 11,63
2) 29/09/2011 8.36.03 2,4 Pianura pontina 0,65
3) 24/09/2011 18.42.57 2,6 Pianura pontina 11,02
4) 13/09/2011 23.19.45 2,2 Pianura pontina 8,45
5) 02/08/2011 3.28.00 2,1 Pianura pontina 11,05
6) 25/07/2011 20.28.51 2,1 Pianura pontina 10,72
7) 24/07/2011 16.15.59 2,3 Pianura pontina 11,29
8) 23/07/2011 18.38.59 2,5 Pianura pontina 11,27
9) 23/07/2011 16.50.25 3,5 Pianura pontina 12,02
10) 18/07/2011 3.50.30 2,6 Monti Lepini 25,06
11) 13/09/2010 2.09.01 1,7 Pianura pontina 9,05
12) 02/03/2010 15.14.53 2,2 Pianura pontina 8,58
http://www.portaleabruzzo.com/nav/limitrofi_T5.asp?tipo=F&id=10216&incremento=30&localita=Borgo%20Pasubio
( Le zone sono suddivise per province e regioni )
anno regione prov ZONA rows x page
n° zona sismica ora UTC MAG LAT - LON
1) Tirreno centrale (LT) 21/12/1996 08:45:53 4,95 39.858, 13.196
2) Medio Tirreno (LT) 23/04/1980 11:11:25 4,63 40.467, 13.467
3) Aprilia (LT) 22/10/1919 06:10:00 5,53 41.537, 12.684
4) Ponza (LT) 03/03/1907 10:48:22 4,83 40.900, 13.000
5) Ventotene (LT) 27/03/1899 01:19:55 4,83 40.783, 13.417
6) Palamarola (LT) 15/11/1892 22:25:00 4,83 40.933, 12.867
7) Rocca Massima (LT) 29/11/1889 03:49:00 4,83 41.683, 12.883
8) Ventotene (LT) 24/07/1880 05:35:00 5,17 40.800, 13.467
9) Ventotene (LT) 05/07/1848 23:00:00 5,17 40.750, 13.500
10) Ponza (LT) 11/04/1827 00:00:00 4,63 40.900, 12.967
11) Ventotene (LT) 25/07/1793 04:00:00 5,17 40.800, 13.433
12) Ponza (LT) 13/04/1781 08:30:00 4,83 40.900, 12.967
13) Ponza (LT) 11/01/1781 00:00:00 4,83 40.900, 12.967
14) Sezze (LT) 02/02/1756 00:00:00 4,63 41.498, 13.060
http://www.portaleabruzzo.com/nav/terremotistorici_elenco.asp?anno=0®ione=7&RecordXPagina=15&provincia=LT#
terremoti recenti vicini a Pontinia
raggio km
data UTC: 13/09/2010 2.09.01
magnitudo: 1,7
distretto: Pianura pontina
distanza da questo luogo: 9,05 km
Map data ©2012 Google, Tele Atlas - Terms of Use
Map
data ora UTC MAG distretto dist. in km
1) 15/02/2012 20.46.35 3,8 Pianura pontina 11,63
2) 29/09/2011 8.36.03 2,4 Pianura pontina 0,65
3) 24/09/2011 18.42.57 2,6 Pianura pontina 11,02
4) 13/09/2011 23.19.45 2,2 Pianura pontina 8,45
5) 02/08/2011 3.28.00 2,1 Pianura pontina 11,05
6) 25/07/2011 20.28.51 2,1 Pianura pontina 10,72
7) 24/07/2011 16.15.59 2,3 Pianura pontina 11,29
8) 23/07/2011 18.38.59 2,5 Pianura pontina 11,27
9) 23/07/2011 16.50.25 3,5 Pianura pontina 12,02
10) 18/07/2011 3.50.30 2,6 Monti Lepini 25,06
11) 13/09/2010 2.09.01 1,7 Pianura pontina 9,05
12) 02/03/2010 15.14.53 2,2 Pianura pontina 8,58
http://www.portaleabruzzo.com/nav/limitrofi_T5.asp?tipo=F&id=10216&incremento=30&localita=Borgo%20Pasubio
Pontinia e i campetti parrocchiali: oggi l'inaugurazione
Oggi al termine della S.Messa delle 9,30 alla presenza del Sindaco di Pontinia e di altri rappresentanti locali l'inaugurazione dei campetti adiacenti alla Parrocchia.
disegno di legge "interventi per sviluppo e tutela della mobilità ciclistica"
DISEGNO DI LEGGE
“Interventi per lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica”
Articolo 1
(Finalità)
1. La presente legge ha la finalità di favorire la cultura del rispetto delle regole della circolazione stradale, dando maggiore tutela a chi utilizza la mobilità ciclistica, nonché ad incentivare e sviluppare l’uso della mobilità ciclistica.
Articolo 2
(Obbligo per gli autoarticolati di dotarsi di strumenti tecnici a tutela della mobilità ciclistica)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture emana entro 90 giorni, dall’approvazione della presente legge, un decreto che
introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, l’obbligo per gli autoarticolati che transitano nei centri urbani di essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza e altri strumenti tecnici che tutelino la mobilità ciclistica e le relative norme tecniche di applicazione
Articolo 3
(Impiantistica e strumenti tecnici incroci pericolosi)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture sentite le Regioni e gli enti locali, entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, realizza, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, il monitoraggio degli incroci più pericolosi affinché entro i successivi 90 giorni siano impiantati, nelle suddette aree, semafori preferenziali per i ciclisti, specchi e altri strumenti tecnici che permettano ai guidatori di autoarticolati, autovetture e di moto e ciclomotori di individuare la presenza dei fruitori della
mobilità ciclistica.
Articolo 4
(Monitoraggio mobilità ciclistica)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, realizza, senza oneri
aggiuntivi a carico del bilancio dello stato, un'indagine nazionale per determinare il numero di
persone che utilizzano la mobilità ciclistica, le aree interessate dalla mobilità ciclistica, il numero totale di chilometri di piste ciclabili e la loro dislocazione nelle diverse aree del Paese, nonché il numero dei ciclisti oggetto di incidenti. Tale indagine deve avere cadenza annuale e deve essere illustrata, entro il 31 dicembre di ogni anno alle competenti Commissioni Parlamentari.
Articolo 5
(Trasferimento del 2% del budget delle società gestori autostradali per la realizzazione di piste ciclabili)
1. E' fatto obbligo alle società che gestiscono strade e autostrade di destinare il 2% del proprio budget agi enti locali per la realizzazione di poste ciclabili. Il Ministero dell’economia e delle Finanze d’intesa con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture emana entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, un decreto che stabilisce le modalità e i criteri del trasferimento di risorse di cui al presente articolo.
Articolo 6
(Test di guida)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dall’approvazione della presente legge, emana un decreto che
introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, i criteri, le modalità e i
principi per la realizzazione di corsi di formazione, atti a migliorare la sicurezza per quanti
usufruiscono della mobilità ciclista. La partecipazione ai corsi di cui al presente articolo diventa requisito obbligatorio per il conseguimento della patente di guida.
Articolo 7
(Limiti di velocità in aree residenziali)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dall’entrata in vigore della presente legge, emana un decreto che introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, l’obbligo del limite di 30 km/h di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
Articolo 8
(Affidamento ad aziende private e pubbliche delle realizzazione e gestione delle piste ciclabili)
1. Le aziende private o pubbliche o a persone fisiche possono sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili anche attraverso l’attività di gestione di noleggi biciclette nelle suddette aree.
Articolo 9
(Istituzione di un commissario alla mobilità ciclistica)
1. Al comma 1 dell'articolo 3 del decreto ministeriale del 27 marzo 1998 dopo le parole
"…responsabile della mobilità aziendale…" sono aggiunte le seguenti parole "…e uno con
specifiche competenze in materia di mobilità ciclistica…";
2. al comma 3 dell'articolo 3 del decreto ministeriale del 27 marzo 1998 dopo le parole "…struttura di supporto e coordinamento,…" aggiungere le seguenti parole "…all'interno della quale devono essere individuate specifiche responsabilità con competenze sulla mobilità ciclistica,…".
Articolo 10
(Aumento delle sanzioni amministrative)
1. Le sanzioni amministrative pecuniari previste dall'articolo 141 del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, sono raddoppiate.
Articolo 11
(Entrata in vigore)
1. Le disposizioni della presente legge entrano in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale
http://download.repubblica.it/pdf/2012/ddl-ciclistica.pdf
“Interventi per lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica”
Articolo 1
(Finalità)
1. La presente legge ha la finalità di favorire la cultura del rispetto delle regole della circolazione stradale, dando maggiore tutela a chi utilizza la mobilità ciclistica, nonché ad incentivare e sviluppare l’uso della mobilità ciclistica.
Articolo 2
(Obbligo per gli autoarticolati di dotarsi di strumenti tecnici a tutela della mobilità ciclistica)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture emana entro 90 giorni, dall’approvazione della presente legge, un decreto che
introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, l’obbligo per gli autoarticolati che transitano nei centri urbani di essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza e altri strumenti tecnici che tutelino la mobilità ciclistica e le relative norme tecniche di applicazione
Articolo 3
(Impiantistica e strumenti tecnici incroci pericolosi)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture sentite le Regioni e gli enti locali, entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, realizza, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, il monitoraggio degli incroci più pericolosi affinché entro i successivi 90 giorni siano impiantati, nelle suddette aree, semafori preferenziali per i ciclisti, specchi e altri strumenti tecnici che permettano ai guidatori di autoarticolati, autovetture e di moto e ciclomotori di individuare la presenza dei fruitori della
mobilità ciclistica.
Articolo 4
(Monitoraggio mobilità ciclistica)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, realizza, senza oneri
aggiuntivi a carico del bilancio dello stato, un'indagine nazionale per determinare il numero di
persone che utilizzano la mobilità ciclistica, le aree interessate dalla mobilità ciclistica, il numero totale di chilometri di piste ciclabili e la loro dislocazione nelle diverse aree del Paese, nonché il numero dei ciclisti oggetto di incidenti. Tale indagine deve avere cadenza annuale e deve essere illustrata, entro il 31 dicembre di ogni anno alle competenti Commissioni Parlamentari.
Articolo 5
(Trasferimento del 2% del budget delle società gestori autostradali per la realizzazione di piste ciclabili)
1. E' fatto obbligo alle società che gestiscono strade e autostrade di destinare il 2% del proprio budget agi enti locali per la realizzazione di poste ciclabili. Il Ministero dell’economia e delle Finanze d’intesa con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture emana entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, un decreto che stabilisce le modalità e i criteri del trasferimento di risorse di cui al presente articolo.
Articolo 6
(Test di guida)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dall’approvazione della presente legge, emana un decreto che
introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, i criteri, le modalità e i
principi per la realizzazione di corsi di formazione, atti a migliorare la sicurezza per quanti
usufruiscono della mobilità ciclista. La partecipazione ai corsi di cui al presente articolo diventa requisito obbligatorio per il conseguimento della patente di guida.
Articolo 7
(Limiti di velocità in aree residenziali)
1. Al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’articolo 1, il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture entro 90 giorni, dall’entrata in vigore della presente legge, emana un decreto che introduca, nel Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, e nel
regolamento di attuazione di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, l’obbligo del limite di 30 km/h di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
Articolo 8
(Affidamento ad aziende private e pubbliche delle realizzazione e gestione delle piste ciclabili)
1. Le aziende private o pubbliche o a persone fisiche possono sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili anche attraverso l’attività di gestione di noleggi biciclette nelle suddette aree.
Articolo 9
(Istituzione di un commissario alla mobilità ciclistica)
1. Al comma 1 dell'articolo 3 del decreto ministeriale del 27 marzo 1998 dopo le parole
"…responsabile della mobilità aziendale…" sono aggiunte le seguenti parole "…e uno con
specifiche competenze in materia di mobilità ciclistica…";
2. al comma 3 dell'articolo 3 del decreto ministeriale del 27 marzo 1998 dopo le parole "…struttura di supporto e coordinamento,…" aggiungere le seguenti parole "…all'interno della quale devono essere individuate specifiche responsabilità con competenze sulla mobilità ciclistica,…".
Articolo 10
(Aumento delle sanzioni amministrative)
1. Le sanzioni amministrative pecuniari previste dall'articolo 141 del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, e successive modificazioni, sono raddoppiate.
Articolo 11
(Entrata in vigore)
1. Le disposizioni della presente legge entrano in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale
http://download.repubblica.it/pdf/2012/ddl-ciclistica.pdf
Pontinia: via Leonardo da Vinci i lavori di messa in sicurezza devono continuare
Al di là delle questioni tra un privato che ha costruito delle pertinenze su quella che il comune di Pontinia rivendica proprietà pubblica e sulla normale difesa di parte, penso tutti siamo per la messa in sicurezza della strada e delle relative pertinenze e del completamento delle opere in atto. Come si vede da un'immagine attuale le opere sono ferme in attesa della decisione del TAR:
.
Pontinia è stata spesso teatro di incidenti stradali e anche il suo centro abitato sta diventando problematico per il traffico stradale. Per prevenire ulteriori incidenti ma sopratutto uno sviluppo caotico, pericoloso, inquinante di una situazione già certificata in passato da alti livelli inquinanti nell'atmosfera è necessario dotarsi di un piano che disciplini il traffico. L'ordinato sviluppo geometrico e razionale, l'ampiezza della sede stradale, la felice posizione geografica e ambientale (da tutta Italia si meravigliavano, per esempio, della scarsa presenza di disagi che invece aveva colpito il centro e Roma in particolare), l'andamento pianeggiante, la vicinanza con importanti arterie e la felice posizione servita da mezzi pubblici e vicino alla stazione ferroviaria (circa 10 km) dovrebbero far evitare gli errori di altri centri aventi analoghe caratteristiche. Per questi motivi vanno incentivati l'uso dei mezzi pubblici (meno inquinamento, meno traffico, meno incidenti, meno pericoli), la pedonalità e la ciclabilità come prevede proprio il tratto di strada le cui opere sono interrotte dall'ennesima questione legale che ancora una volta blocca lo sviluppo locale. Ci auguriamo quindi che prevalga il bene comune sul giusto interesse privato che, qualora riconosciuto venga risarcito, e che le opere riprendano e terminano al più presto. Anche perchè la precarietà dello stato di fatto, rappresentato nelle immagini, potrebbe portare ad altri pericoli stradali sicuramente da evitare. Giorgio Libralato
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Pontinia è stata spesso teatro di incidenti stradali e anche il suo centro abitato sta diventando problematico per il traffico stradale. Per prevenire ulteriori incidenti ma sopratutto uno sviluppo caotico, pericoloso, inquinante di una situazione già certificata in passato da alti livelli inquinanti nell'atmosfera è necessario dotarsi di un piano che disciplini il traffico. L'ordinato sviluppo geometrico e razionale, l'ampiezza della sede stradale, la felice posizione geografica e ambientale (da tutta Italia si meravigliavano, per esempio, della scarsa presenza di disagi che invece aveva colpito il centro e Roma in particolare), l'andamento pianeggiante, la vicinanza con importanti arterie e la felice posizione servita da mezzi pubblici e vicino alla stazione ferroviaria (circa 10 km) dovrebbero far evitare gli errori di altri centri aventi analoghe caratteristiche. Per questi motivi vanno incentivati l'uso dei mezzi pubblici (meno inquinamento, meno traffico, meno incidenti, meno pericoli), la pedonalità e la ciclabilità come prevede proprio il tratto di strada le cui opere sono interrotte dall'ennesima questione legale che ancora una volta blocca lo sviluppo locale. Ci auguriamo quindi che prevalga il bene comune sul giusto interesse privato che, qualora riconosciuto venga risarcito, e che le opere riprendano e terminano al più presto. Anche perchè la precarietà dello stato di fatto, rappresentato nelle immagini, potrebbe portare ad altri pericoli stradali sicuramente da evitare. Giorgio Libralato
Pontinia e i roghi dolosi
www.dimmidipiu.it 25 febbraio 2012 Incendio dolosa ad un capannone agricolo di Pontinia. Erano circa le tre di questa notte quando a prendere fuoco sono stati due capannoni agricoli in via Migliara 54.
Completamente distrutti dalle fiamme. Diversi danni anche alle attrezzature.
www.dimmidipiu.i 21 febbraio 2012 Notte di roghi d'auto in due centri della provincia di Latina. Sei vetture sono andate a fuoco, in due diversi punti del paese, a Prossedi nel corso della notte. Inoltre a Pontinia è stata trovata in fiamme una vettura che poi è risultata rubata.
Incendiata un'azienda agricola a Pontinia: volevano rubare„
Pontinia, dal tentato furto all’incendio: fiamme in un'azienda agricola
Ignoti s'introducono in una cooperativa di via Cotarda e fanno scattare l'allarme. Poi, tornata la calma, appiccano il fuoco in alcune serre usate come deposito. Indagano i carabinieri
di Christian Capuani 06/02/2012 “Potrebbe interessarti: http://www.latinatoday.it/cronaca/tentato-furto-azienda-agricola-diventa-incendio-cotarda-pontinia-6-febbraio-2012.html
Serre a fuoco nella notte http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90befcd/pag27sabaudia.pdf
22 dicembre 2011 Auto a fuoco a Pontinia Evacuata un'abitazione
LATINA Paura a Pontinia nella tarda serata di martedì. Erano circa le 23 quando si sono sentiti i primi scoppi del fuoco su un'auto in via Tortona. All'altezza del civico 90 una Mazda alimentata a gas Gpl era in fiamme. Il rischio di un'esplosione era dietro l'angolo, perciò i vigili del fuoco del comando provinciale di Latina, intervenuti anche con un'autobottepompa e un'autoscala, hanno ritenuto opportuno far evacuare la palazzina vicino alla quale era parcheggiata. L'auto era di proprietà di alcuni residenti, dei quali è risultata danneggiata anche una Fiat Cinquecento posteggiata vicina. Annerito tutto il primo piano della palazzina. L'intervento di spegnimento si è dilungato per circa un'ora e mezza. Sul posto anche i carabinieri di Pontinia, per i rilievi del caso e per le indagini. Ste. Bel. http://www.iltempo.it/latina/2011/12/22/1310998-auto_fuoco_pontinia_evacuata_abitazione.shtml?refresh_ce
Completamente distrutti dalle fiamme. Diversi danni anche alle attrezzature.
www.dimmidipiu.i 21 febbraio 2012 Notte di roghi d'auto in due centri della provincia di Latina. Sei vetture sono andate a fuoco, in due diversi punti del paese, a Prossedi nel corso della notte. Inoltre a Pontinia è stata trovata in fiamme una vettura che poi è risultata rubata.
Incendiata un'azienda agricola a Pontinia: volevano rubare„
Pontinia, dal tentato furto all’incendio: fiamme in un'azienda agricola
Ignoti s'introducono in una cooperativa di via Cotarda e fanno scattare l'allarme. Poi, tornata la calma, appiccano il fuoco in alcune serre usate come deposito. Indagano i carabinieri
di Christian Capuani 06/02/2012 “Potrebbe interessarti: http://www.latinatoday.it/cronaca/tentato-furto-azienda-agricola-diventa-incendio-cotarda-pontinia-6-febbraio-2012.html
Serre a fuoco nella notte http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90befcd/pag27sabaudia.pdf
22 dicembre 2011 Auto a fuoco a Pontinia Evacuata un'abitazione
LATINA Paura a Pontinia nella tarda serata di martedì. Erano circa le 23 quando si sono sentiti i primi scoppi del fuoco su un'auto in via Tortona. All'altezza del civico 90 una Mazda alimentata a gas Gpl era in fiamme. Il rischio di un'esplosione era dietro l'angolo, perciò i vigili del fuoco del comando provinciale di Latina, intervenuti anche con un'autobottepompa e un'autoscala, hanno ritenuto opportuno far evacuare la palazzina vicino alla quale era parcheggiata. L'auto era di proprietà di alcuni residenti, dei quali è risultata danneggiata anche una Fiat Cinquecento posteggiata vicina. Annerito tutto il primo piano della palazzina. L'intervento di spegnimento si è dilungato per circa un'ora e mezza. Sul posto anche i carabinieri di Pontinia, per i rilievi del caso e per le indagini. Ste. Bel. http://www.iltempo.it/latina/2011/12/22/1310998-auto_fuoco_pontinia_evacuata_abitazione.shtml?refresh_ce
Roma verso emergenza rifiuti, inchiesta su Malagrotta, Villa Adriana a rischio
Roma verso l’emergenza rifiuti, aperta un’inchiesta sui siti del dopo Malagrotta
Relazioni sbagliate, coincidenze sospette, le bellezze archeologiche di Villa Adriana a rischio. Dopo le denunce dei residenti, la Procura dà il via a un'indagine sulla procedura che ha portato alla scelta di Corcolle e Riano per aprire due nuove discariche, sempre più necessarie
A ottobre dello scorso anno il prefetto commissario Giuseppe Pecoraro ha scelto due siti per il dopo Malagrotta, la più grande discarica d’Europa. Per liberarsi del pattume dei romani, Pecoraro ha individuato le aree di Corcolle e Riano, sulla base di un documento della Regione Lazio che elencava sette siti idonei. I comitati hanno sempre contestato quello studio presentando ricorsi al Tar ed esposti alla Procura della Repubblica di Roma.
Ora la Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per falso materiale e ideologico, delegando il Noe dei carabinieri della capitale, guidato dal capitano Pietro Rajola Pescarini e dal colonnello Sergio Di Caprio (il famoso “Ultimo” che catturò Totò Riina) a verificare la correttezza delle procedure e la veridicità delle indicazioni in merito ai siti scelti. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, pm Maria Crisina Palaia e Alberto Galanti.
Gli investigatori hanno acquisto documentazione e ascoltato alcuni funzionari. E’ stato sentito, dopo il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, anche il principe Urbano Barberini, portavoce del comitato ‘Salviamo Villa Adriana’ – il sito archeologico che sorge vicino a Corcolle – perché spiegasse le ragioni del no alla discarica di Corcolle e il contenuto dell’esposto. “Sono rassicurato – racconta Barberini – che la magistratura stia indagando su questa torbida vicenda che sta danneggiando l’immagine del nostro Paese nel mondo, spero che Villa Adriana possa continuare a fregiarsi del simbolo patrimonio dell’umanità dell’Unesco”.
Proprio nel prossimo giugno, ricevute diverse segnalazioni dai comitati, l’Unesco discuterà di questo caso. Di questa vicenda e dell’assurda scelta del sito di Corcolle si sono occupati giornali di ogni parte del mondo, da ultimo la Cbs con un servizio di 4 minuti che raccontava questo scandalo. Sulla scelta delle aree, i cittadini contestano in particolare la cancellazione dall’elenco dei siti idonei di Allumiere, sostituito in tutta fretta da quello di Corcolle-San Vittorino che presenta diversi vincoli e la vicinanza con la villa di Adriano.
Una cancellazione che diventa un giallo se si considera che l’area di Corcolle è stata suggerita alla regione da Claudio Botticelli – lo ha ammesso lui stesso in una recente audizione alla commissione ecomafie - che ha impegnato i suoi figli nella costituzione di un’impresa, la Ecologia Corcolle in società con Giuseppe Piccioni. Ecologia Corcolle che ha affittato i terreni dove dovrà sorgere la discarica, nel luglio scorso, stipulando un contratto con la Brixia, società anonima svizzera, proprietaria dell’area, che vede legali rappresentanti la moglie di Piccioni e il fratello.
I comitati rilevano l’ulteriore anomalia che la Ecologia Corcolle stipula il contratto ben prima dell’individuazione del sito da parte del prefetto. Anche i cittadini che si oppongono alla scelta di Riano contestano la realizzazione dello studio preliminare della Regione evidenziando numerosi falsi, a partire dalle distanze della possibile discarica dalle case. Errori, omissioni, cancellazioni che gettano ombre sinistre e sospetti sulla scelta dei nuovi invasi che ospiteranno i rifiuti di Roma, ombre che neanche il prefetto commissario Giuseppe Pecoraro è riuscito a diradare.
Pecoraro ha scelto i due siti sulla base di un documento regionale e poi ha iniziato la verifica della fattibilità delle discariche. Il prefetto ha affidato, per quanto riguarda Riano, le analisi al Provveditorato per le opere pubbliche nel Lazio, mentre per Corcolle gli studi sono condotti dalla Cidiemme Engineering, che vede come presidente Pietro Moretti, uno dei due consulenti nominati proprio da Pecoraro.
Cittadini, sindaci e opposizioni chiedono al prefetto di fermarsi e di trovare alternative valide, il tempo stringe. Pecoraro non si cura di loro, ma prosegue: “Andiamo avanti, altrimenti Roma sarà come Napoli, con i rifiuti per strada”. Tra tre mesi, a meno di clamorose nuove proroghe, Malagrotta chiude e Roma rischia di affondare tra pattume, emergenza e inchieste. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/25/roma-verso-lemergenza-rifiuti-aperta-uninchiesta-siti-dopo-malagrotta/193822/
Relazioni sbagliate, coincidenze sospette, le bellezze archeologiche di Villa Adriana a rischio. Dopo le denunce dei residenti, la Procura dà il via a un'indagine sulla procedura che ha portato alla scelta di Corcolle e Riano per aprire due nuove discariche, sempre più necessarie
A ottobre dello scorso anno il prefetto commissario Giuseppe Pecoraro ha scelto due siti per il dopo Malagrotta, la più grande discarica d’Europa. Per liberarsi del pattume dei romani, Pecoraro ha individuato le aree di Corcolle e Riano, sulla base di un documento della Regione Lazio che elencava sette siti idonei. I comitati hanno sempre contestato quello studio presentando ricorsi al Tar ed esposti alla Procura della Repubblica di Roma.
Ora la Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per falso materiale e ideologico, delegando il Noe dei carabinieri della capitale, guidato dal capitano Pietro Rajola Pescarini e dal colonnello Sergio Di Caprio (il famoso “Ultimo” che catturò Totò Riina) a verificare la correttezza delle procedure e la veridicità delle indicazioni in merito ai siti scelti. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, pm Maria Crisina Palaia e Alberto Galanti.
Gli investigatori hanno acquisto documentazione e ascoltato alcuni funzionari. E’ stato sentito, dopo il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, anche il principe Urbano Barberini, portavoce del comitato ‘Salviamo Villa Adriana’ – il sito archeologico che sorge vicino a Corcolle – perché spiegasse le ragioni del no alla discarica di Corcolle e il contenuto dell’esposto. “Sono rassicurato – racconta Barberini – che la magistratura stia indagando su questa torbida vicenda che sta danneggiando l’immagine del nostro Paese nel mondo, spero che Villa Adriana possa continuare a fregiarsi del simbolo patrimonio dell’umanità dell’Unesco”.
Proprio nel prossimo giugno, ricevute diverse segnalazioni dai comitati, l’Unesco discuterà di questo caso. Di questa vicenda e dell’assurda scelta del sito di Corcolle si sono occupati giornali di ogni parte del mondo, da ultimo la Cbs con un servizio di 4 minuti che raccontava questo scandalo. Sulla scelta delle aree, i cittadini contestano in particolare la cancellazione dall’elenco dei siti idonei di Allumiere, sostituito in tutta fretta da quello di Corcolle-San Vittorino che presenta diversi vincoli e la vicinanza con la villa di Adriano.
Una cancellazione che diventa un giallo se si considera che l’area di Corcolle è stata suggerita alla regione da Claudio Botticelli – lo ha ammesso lui stesso in una recente audizione alla commissione ecomafie - che ha impegnato i suoi figli nella costituzione di un’impresa, la Ecologia Corcolle in società con Giuseppe Piccioni. Ecologia Corcolle che ha affittato i terreni dove dovrà sorgere la discarica, nel luglio scorso, stipulando un contratto con la Brixia, società anonima svizzera, proprietaria dell’area, che vede legali rappresentanti la moglie di Piccioni e il fratello.
I comitati rilevano l’ulteriore anomalia che la Ecologia Corcolle stipula il contratto ben prima dell’individuazione del sito da parte del prefetto. Anche i cittadini che si oppongono alla scelta di Riano contestano la realizzazione dello studio preliminare della Regione evidenziando numerosi falsi, a partire dalle distanze della possibile discarica dalle case. Errori, omissioni, cancellazioni che gettano ombre sinistre e sospetti sulla scelta dei nuovi invasi che ospiteranno i rifiuti di Roma, ombre che neanche il prefetto commissario Giuseppe Pecoraro è riuscito a diradare.
Pecoraro ha scelto i due siti sulla base di un documento regionale e poi ha iniziato la verifica della fattibilità delle discariche. Il prefetto ha affidato, per quanto riguarda Riano, le analisi al Provveditorato per le opere pubbliche nel Lazio, mentre per Corcolle gli studi sono condotti dalla Cidiemme Engineering, che vede come presidente Pietro Moretti, uno dei due consulenti nominati proprio da Pecoraro.
Cittadini, sindaci e opposizioni chiedono al prefetto di fermarsi e di trovare alternative valide, il tempo stringe. Pecoraro non si cura di loro, ma prosegue: “Andiamo avanti, altrimenti Roma sarà come Napoli, con i rifiuti per strada”. Tra tre mesi, a meno di clamorose nuove proroghe, Malagrotta chiude e Roma rischia di affondare tra pattume, emergenza e inchieste. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/25/roma-verso-lemergenza-rifiuti-aperta-uninchiesta-siti-dopo-malagrotta/193822/
sabato 25 febbraio 2012
fabbricati rurali proroga richiesta ruralità 30 giugno, adeguamento rendite nel 2013
Edifici rurali (art. 29, comma 8)
Traslata al 30 giugno 2012 la proroga del termine ultimo per la presentazione delle domande di variazione catastale per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati accatastati, ai fini della loro esenzione dall'Ici relativa al 2011. Confermata l'applicazione, per gli stessi dell'Imu a partire dall'1/1/2012.
Adeguamenti catastali dal 2013
Gli adeguamenti catastali partiranno dal gennaio 2013. Tra le novità del decreto fiscale in via di approvazione, arriva la proroga al 16 maggio per il pagamento della tassa sull'anonimato per chi ha aderito allo scudo fiscale e novità sulle norme sulla tracciabilità: quasi due mesi in più per pensionati e lavoratori del pubblico impiego per munirsi di un conto corrente bancario o postale su cui verranno accreditati pensioni e stipendi superiori ai 1.000 euro. Il termine è slittato al primo maggio.
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/CrXah
Traslata al 30 giugno 2012 la proroga del termine ultimo per la presentazione delle domande di variazione catastale per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati accatastati, ai fini della loro esenzione dall'Ici relativa al 2011. Confermata l'applicazione, per gli stessi dell'Imu a partire dall'1/1/2012.
Adeguamenti catastali dal 2013
Gli adeguamenti catastali partiranno dal gennaio 2013. Tra le novità del decreto fiscale in via di approvazione, arriva la proroga al 16 maggio per il pagamento della tassa sull'anonimato per chi ha aderito allo scudo fiscale e novità sulle norme sulla tracciabilità: quasi due mesi in più per pensionati e lavoratori del pubblico impiego per munirsi di un conto corrente bancario o postale su cui verranno accreditati pensioni e stipendi superiori ai 1.000 euro. Il termine è slittato al primo maggio.
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/CrXah
Milleproroghe: il testo del decreto approvato definitivamente alla Camera
24/02/2012 - Via libera definitivo della Camera al Decreto "Milleproroghe", su cui ieri è stata votata la fiducia.
Nei prossimi giorni, dopo la firma del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Nel corso dell'esame da parte dei due rami del Parlamento, il decreto-legge ha subito parecchie trasformazioni che sono rilevabili nel testo comparato allegato alla presente notizia con la precisazione che nelle pagine pari (dalla pagina 74 alla pagina 210) è riportato il testo del decreto-legge mentre nelle pagine dispari (dalla pagina 75 alla pagina 211) il testo del decreto-legge coordinato con le modifiche introdotte dalla legge di conversione.
Evidenziamo, qui di seguito in ordine alfabetico, le principali proroghe per il settore di nostro interesse.
Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali (art. 11, commi 5 e 6)
I due commi 5 e 6 dell'articolo 11 prorogano i termini riguardanti l'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali. Viene differito al 31 luglio 2012 il termine entro il quale l'Agenzia per le infrastrutture stradali ed autostradali deve subentrare ad Anas Spa nelle funzioni di concedente per le convenzioni in essere.
Centrale di committenza unica (art. 29, comma 11-ter)
Prorogato al 31 marzo 2013 il termine a decorrere dal quale i comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti dovranno obbligatoriamente affidare a un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, servizi e forniture.
Dighe di ritenuta (art. 3, comma 1)
E' confermata la proroga al 31 dicembre 2012 delle disposizioni relative alle dighe di ritenuta di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 29 marzo 2004, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2004, n. 139.
Diritto d'autore su disegni e modelli (art. 22-bis)
Con l'introduzione del nuovo articolo 22-bis viene modificato l'articolo 239 del Codice della proprietà industriale in tema di limiti alla protezione accordata dal diritto d'autore concernente disegni e modelli, ampliando il termine del regime transitorio da 5 a 13 anni, da calcolarsi a decorrere dal 19 aprile 2001.
Edifici rurali (art. 29, comma 8)
Traslata al 30 giugno 2012 la proroga del termine ultimo per la presentazione delle domande di variazione catastale per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati accatastati, ai fini della loro esenzione dall'Ici relativa al 2011. Confermata l'applicazione, per gli stessi dell'Imu a partire dall'1/1/2012.
Edilizia residenziale pubblica, prezzo massimo di cessione (art. 29, comma 16-undecies)
Dall'1 gennaio 2012 viene stabilita dai Comuni la percentuale per calcolare il corrispettivo dovuto per la rimozione dei vincoli alla determinazione del prezzo massimo di cessione delle singole unità abitative di edilizia residenziale pubblica (Erp), nonché del canone massimo di locazione.
Prevenzione incendi Strutture turistico-alberghiere (art. 15, commi 7 e 8) Viene prorogato di due anni il termine ultimo per adeguare le strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto, esistenti alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'interno del 9 aprile 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 116 del 20 maggio 1994, che non abbiano completato l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi.
Proroga termini per conferimento in discarica di rifiuti (speciali ed urbani) (art. 13, comma 6)
In relazione alla carenza di impianti di recupero energetico dei rifiuti in ambito nazionale, viene prorogata al 31 dicembre 2012 l'entrata in vigore del divieto di conferimento in discarica di tutti i rifiuti (speciali ed urbani) con Potere calorifico inferiore (p.c.i.) superiore a 13.000 kJ/kg.
Sfratti (art. 29, comma 16)
Viene differita al 31 dicembre 2012 l'esecuzione degli sfratti relativi a particolari categorie sociali disagiate.
SISTRI (art. 13, commi 3 e 4)
Al fine di garantirne un adeguato periodo transitorio per consentire la progressiva entrata in operatività del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), il termine di entrata in operatività del SISTRI è prorogato al 30 giugno 2012. Ricordiamo che la Manovra bis di Ferragosto (decreto legge n. 138/2011) aveva fissato al 9 febbraio 2012 la data per l'operatività del Sistri.
L'obbligo di iscrizione al SISTRI per gli imprenditori agricoli che producono e trasportano ad una piattaforma di conferimento, oppure conferiscono ad un circuito organizzato di raccolta, i propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario, è prorogato al 2 luglio 2012.
Verifiche sismiche (art. 3, comma 1)
È confermata la proroga al 31 dicembre 2012 per le verifiche tecniche degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
Nella stessa giornata in cui la Camera approvava definitivamente la legge di convesione del decreto "Milleproroghe", il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri in relazione agli emendamenti al decreto stesso nella quale si richiama l'attenzione sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012 che ha, per la prima volta, annullato disposizioni inserite dalle Camere in un decreto-legge nel corso dell'esame del relativo disegno di legge di conversione.
In allegato la lettera del Capo dello Stato e la sentenza della Corte costituzionale.
A cura di Gabriele Bivona
http://www.lavoripubblici.it/news/2012/02/finanza-e-fisco/Milleproroghe-il-testo-del-decreto-approvato-definitivamente-alla-Camera_9485.html
[Riproduzione riservata]
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/testo-decreto-legge-novita-232702.shtml?pdfsfogliabile
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-24/testo-decreto-legge-novita-213727.shtml?pdfsfogliabile
Liti con il fisco, si paga fino al 2 aprile http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/milleproroghe-legge-232507.shtml?uuid=Aan7OnwE
In 48 voci l'abc delle modifiche al Milleproroghe
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/voci-modifiche-milleproroghe-091923.shtml?uuid=AamY0HwE
Nei prossimi giorni, dopo la firma del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Nel corso dell'esame da parte dei due rami del Parlamento, il decreto-legge ha subito parecchie trasformazioni che sono rilevabili nel testo comparato allegato alla presente notizia con la precisazione che nelle pagine pari (dalla pagina 74 alla pagina 210) è riportato il testo del decreto-legge mentre nelle pagine dispari (dalla pagina 75 alla pagina 211) il testo del decreto-legge coordinato con le modifiche introdotte dalla legge di conversione.
Evidenziamo, qui di seguito in ordine alfabetico, le principali proroghe per il settore di nostro interesse.
Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali (art. 11, commi 5 e 6)
I due commi 5 e 6 dell'articolo 11 prorogano i termini riguardanti l'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali. Viene differito al 31 luglio 2012 il termine entro il quale l'Agenzia per le infrastrutture stradali ed autostradali deve subentrare ad Anas Spa nelle funzioni di concedente per le convenzioni in essere.
Centrale di committenza unica (art. 29, comma 11-ter)
Prorogato al 31 marzo 2013 il termine a decorrere dal quale i comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti dovranno obbligatoriamente affidare a un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, servizi e forniture.
Dighe di ritenuta (art. 3, comma 1)
E' confermata la proroga al 31 dicembre 2012 delle disposizioni relative alle dighe di ritenuta di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 29 marzo 2004, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2004, n. 139.
Diritto d'autore su disegni e modelli (art. 22-bis)
Con l'introduzione del nuovo articolo 22-bis viene modificato l'articolo 239 del Codice della proprietà industriale in tema di limiti alla protezione accordata dal diritto d'autore concernente disegni e modelli, ampliando il termine del regime transitorio da 5 a 13 anni, da calcolarsi a decorrere dal 19 aprile 2001.
Edifici rurali (art. 29, comma 8)
Traslata al 30 giugno 2012 la proroga del termine ultimo per la presentazione delle domande di variazione catastale per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati accatastati, ai fini della loro esenzione dall'Ici relativa al 2011. Confermata l'applicazione, per gli stessi dell'Imu a partire dall'1/1/2012.
Edilizia residenziale pubblica, prezzo massimo di cessione (art. 29, comma 16-undecies)
Dall'1 gennaio 2012 viene stabilita dai Comuni la percentuale per calcolare il corrispettivo dovuto per la rimozione dei vincoli alla determinazione del prezzo massimo di cessione delle singole unità abitative di edilizia residenziale pubblica (Erp), nonché del canone massimo di locazione.
Prevenzione incendi Strutture turistico-alberghiere (art. 15, commi 7 e 8) Viene prorogato di due anni il termine ultimo per adeguare le strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto, esistenti alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'interno del 9 aprile 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 116 del 20 maggio 1994, che non abbiano completato l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi.
Proroga termini per conferimento in discarica di rifiuti (speciali ed urbani) (art. 13, comma 6)
In relazione alla carenza di impianti di recupero energetico dei rifiuti in ambito nazionale, viene prorogata al 31 dicembre 2012 l'entrata in vigore del divieto di conferimento in discarica di tutti i rifiuti (speciali ed urbani) con Potere calorifico inferiore (p.c.i.) superiore a 13.000 kJ/kg.
Sfratti (art. 29, comma 16)
Viene differita al 31 dicembre 2012 l'esecuzione degli sfratti relativi a particolari categorie sociali disagiate.
SISTRI (art. 13, commi 3 e 4)
Al fine di garantirne un adeguato periodo transitorio per consentire la progressiva entrata in operatività del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), il termine di entrata in operatività del SISTRI è prorogato al 30 giugno 2012. Ricordiamo che la Manovra bis di Ferragosto (decreto legge n. 138/2011) aveva fissato al 9 febbraio 2012 la data per l'operatività del Sistri.
L'obbligo di iscrizione al SISTRI per gli imprenditori agricoli che producono e trasportano ad una piattaforma di conferimento, oppure conferiscono ad un circuito organizzato di raccolta, i propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario, è prorogato al 2 luglio 2012.
Verifiche sismiche (art. 3, comma 1)
È confermata la proroga al 31 dicembre 2012 per le verifiche tecniche degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
Nella stessa giornata in cui la Camera approvava definitivamente la legge di convesione del decreto "Milleproroghe", il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri in relazione agli emendamenti al decreto stesso nella quale si richiama l'attenzione sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012 che ha, per la prima volta, annullato disposizioni inserite dalle Camere in un decreto-legge nel corso dell'esame del relativo disegno di legge di conversione.
In allegato la lettera del Capo dello Stato e la sentenza della Corte costituzionale.
A cura di Gabriele Bivona
http://www.lavoripubblici.it/news/2012/02/finanza-e-fisco/Milleproroghe-il-testo-del-decreto-approvato-definitivamente-alla-Camera_9485.html
[Riproduzione riservata]
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/testo-decreto-legge-novita-232702.shtml?pdfsfogliabile
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-24/testo-decreto-legge-novita-213727.shtml?pdfsfogliabile
Liti con il fisco, si paga fino al 2 aprile http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/milleproroghe-legge-232507.shtml?uuid=Aan7OnwE
In 48 voci l'abc delle modifiche al Milleproroghe
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-02-23/voci-modifiche-milleproroghe-091923.shtml?uuid=AamY0HwE
la Provincia blocca ancora impianto di compostaggio della Sep a Pontinia
PONTINIA, CHIESTO UN REPORT DEGLI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE DELL’IMPIANTO
Sospensiva per la Sep
La Provincia «blocca» la società: servono chiarimenti
Ancora impossibile scaricare i rifiuti nel sito di compostaggio
ANCORA una sospensiva per la Sep di Pontinia. Dopo la chiusura per ristrutturazione, avvenuta ad inizio ottobre, l’impianto di compostaggio di Mazzocchio è entrato ufficialmente sotto la lente d’ingrandimento della Provincia di Latina.
L’ente provinciale, infatti, dopo aver effettuato ripetuti sopralluoghi vuole capire bene cosa effettivamente sta facendo la Sep per ripristinare le condizioni di legalità d’esercizio dell’attività di compostaggio rifiuti in deposito. Per fare ciò il settore Ecologie e Ambiente della Provincia di Latina lo scorso 21 febbraio ha inviato una sospensiva alla Sep e, contemporaneamente, per presa visione, al sindaco Eligio Tombolillo, all’Arpa e all’Asl regionale.
In questo documento, firmato dal dirigente del settore, Carlo Perotto, l’ente provinciale invita l’impianto di compostaggio di Mazzocchio a presentare entro il 7 marzo un aggiornamento del programma di gestione della fase transitoria discussa a fine settembre, prima della chiusura per ristrutturazione.
Sempre entro 15 giorni la Provincia vuole un documento che descriva, in maniera dettagliata, quali sono gli interventi strutturali che la società di Pontinia sta portando avanti. Continua, quindi, il divieto più assoluto di ricevere rifiuti in entrata almeno fino a quando saranno ripristinati i parametri voluti dall’ente di via Costa. Oltre a tutto ciò, però, la Provincia di Latina chiede di provvedere «subito a ricoprire i cumuli di rifiuti ed il materiale avente caratteristiche di compost di qualità presenti sui piazzali esterni l’insediamento» e a «provvedere da subito alla manutenzione ed ripristino della funzionalità del biofiltro, il quale deve essere adeguato e restare sempre attivo». La Sep, quindi, rimane chiusa. Quella che doveva essere una chiusura di poche settimane si sta protraendo per diverso tempo. Ora sono cinque mesi che il comune di Pontinia continua a pagare salato la chiusura della Sep. Per quanti altri mesi le casse comunali dovranno sborsare 160 euro a tonnellata per conferire alla Fatone? Quando e come la Sep potrà riaprire?
Ad oggi nessuno sa rispondere con certezza a queste delicate domande. Riccardo A. Colabattista
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedce/pag26sabaudia.pdf
Sospensiva per la Sep
La Provincia «blocca» la società: servono chiarimenti
Ancora impossibile scaricare i rifiuti nel sito di compostaggio
ANCORA una sospensiva per la Sep di Pontinia. Dopo la chiusura per ristrutturazione, avvenuta ad inizio ottobre, l’impianto di compostaggio di Mazzocchio è entrato ufficialmente sotto la lente d’ingrandimento della Provincia di Latina.
L’ente provinciale, infatti, dopo aver effettuato ripetuti sopralluoghi vuole capire bene cosa effettivamente sta facendo la Sep per ripristinare le condizioni di legalità d’esercizio dell’attività di compostaggio rifiuti in deposito. Per fare ciò il settore Ecologie e Ambiente della Provincia di Latina lo scorso 21 febbraio ha inviato una sospensiva alla Sep e, contemporaneamente, per presa visione, al sindaco Eligio Tombolillo, all’Arpa e all’Asl regionale.
In questo documento, firmato dal dirigente del settore, Carlo Perotto, l’ente provinciale invita l’impianto di compostaggio di Mazzocchio a presentare entro il 7 marzo un aggiornamento del programma di gestione della fase transitoria discussa a fine settembre, prima della chiusura per ristrutturazione.
Sempre entro 15 giorni la Provincia vuole un documento che descriva, in maniera dettagliata, quali sono gli interventi strutturali che la società di Pontinia sta portando avanti. Continua, quindi, il divieto più assoluto di ricevere rifiuti in entrata almeno fino a quando saranno ripristinati i parametri voluti dall’ente di via Costa. Oltre a tutto ciò, però, la Provincia di Latina chiede di provvedere «subito a ricoprire i cumuli di rifiuti ed il materiale avente caratteristiche di compost di qualità presenti sui piazzali esterni l’insediamento» e a «provvedere da subito alla manutenzione ed ripristino della funzionalità del biofiltro, il quale deve essere adeguato e restare sempre attivo». La Sep, quindi, rimane chiusa. Quella che doveva essere una chiusura di poche settimane si sta protraendo per diverso tempo. Ora sono cinque mesi che il comune di Pontinia continua a pagare salato la chiusura della Sep. Per quanti altri mesi le casse comunali dovranno sborsare 160 euro a tonnellata per conferire alla Fatone? Quando e come la Sep potrà riaprire?
Ad oggi nessuno sa rispondere con certezza a queste delicate domande. Riccardo A. Colabattista
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedce/pag26sabaudia.pdf
Pontinia, arrivano i fondi per la riqualificazione dei Gricilli con il Gal
PONTINIA
Gricilli, arrivano i fondi
IN arrivo i finanziamenti regionali per la riqualificazione dei Laghi dei Gricilli.
Questa è una notizia che l’amministrazione comunale attendeva da tempo. Un iter burocratico durato anni. Un progetto, quello del Gal Terre Pontine, che ha visto nel comune di Pontinia uno dei principali attori.
La notizia ufficiale dello stanziamento di 265 mila euro da parte della Regione, senza alcun esborso da parte del Comune, è quindi stato accolto in maniera molto positiva da tutta la giunta, in particolar modo dall’assessore alla cultura Patrizia Sperlonga, impegnatasi in prima persona per il progetto. «Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale e della Regione – commenta l’assessore Sperlonga – dovremmo aver realizzato una simbiosi esemplare di turismo integrato con l’agricoltura. La denominazione del progetto è ‘La via dei Laghi e del Mare’». R.A.C.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedce/pag27sabaudia.pdf
Gricilli, arrivano i fondi
IN arrivo i finanziamenti regionali per la riqualificazione dei Laghi dei Gricilli.
Questa è una notizia che l’amministrazione comunale attendeva da tempo. Un iter burocratico durato anni. Un progetto, quello del Gal Terre Pontine, che ha visto nel comune di Pontinia uno dei principali attori.
La notizia ufficiale dello stanziamento di 265 mila euro da parte della Regione, senza alcun esborso da parte del Comune, è quindi stato accolto in maniera molto positiva da tutta la giunta, in particolar modo dall’assessore alla cultura Patrizia Sperlonga, impegnatasi in prima persona per il progetto. «Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale e della Regione – commenta l’assessore Sperlonga – dovremmo aver realizzato una simbiosi esemplare di turismo integrato con l’agricoltura. La denominazione del progetto è ‘La via dei Laghi e del Mare’». R.A.C.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d90bedce/pag27sabaudia.pdf
venerdì 24 febbraio 2012
Pontinia: demolizioni all'Ares io sto con Tombolillo
Dopo aver espresso la solidarietà al sindaco di Pontinia, dottor Eligio Tombolillo in merito alle minacce ricevute mentre veniva effettuata la demolizione delle aiuole, ritengo doveroso riportare l'attenzione sull'iniziativa del Comune. Le questioni di abuso edilizio sono ben diverse dall'occupazione di suolo pubblico con opere fisse e sopratutto della sede stradale o delle pertinenze di questa. I lavori intrapresi dal Comune di Pontinia riguardano la messa in sicurezza, il miglioramento delle condizioni della viabilità, della qualità urbana. Quindi si tratta del bene comune che deve prevalere. Credo, spero che tutte le forze politiche e sociali si schierino al fianco del sindaco e dell'amministrazione comunale in difesa del bene comune.
Altra questione sempre legata alla qualità della vita e al bene comune è la discarica sita nel centro cittadino di Pontinia, in via De Gasperi (alle spalle per intenderci dell'Hotel dove c'è la questione della demolizione delle aiuole) che continua ad aumentare nonostante le segnalazioni meritorie di un privato cittadino alle competenti autorità. Questo cittadini ha anche realizzato un filmato delle persone che scaricavano illegalmente tale materiale e lo facevano a piedi con le carriole. Quindi dovevano per forza provenire da un cantiere posto nella zona. E non dovrebbe essere difficile accertarne la provenienza. Alcune immagini della discarica di via De Gasperi. Di seguito le immagini dell'11 febbraio http://pontiniaecologia.blogspot.com/2012/02/pontinia-discarica-dopo-larticolo.html e le immagini scattate ieri http://pontiniaecologia.blogspot.com/2012/02/pontinia-discarica-in-centro-aumenta-in.html
Giorgio Libralato
Altra questione sempre legata alla qualità della vita e al bene comune è la discarica sita nel centro cittadino di Pontinia, in via De Gasperi (alle spalle per intenderci dell'Hotel dove c'è la questione della demolizione delle aiuole) che continua ad aumentare nonostante le segnalazioni meritorie di un privato cittadino alle competenti autorità. Questo cittadini ha anche realizzato un filmato delle persone che scaricavano illegalmente tale materiale e lo facevano a piedi con le carriole. Quindi dovevano per forza provenire da un cantiere posto nella zona. E non dovrebbe essere difficile accertarne la provenienza. Alcune immagini della discarica di via De Gasperi. Di seguito le immagini dell'11 febbraio http://pontiniaecologia.blogspot.com/2012/02/pontinia-discarica-dopo-larticolo.html e le immagini scattate ieri http://pontiniaecologia.blogspot.com/2012/02/pontinia-discarica-in-centro-aumenta-in.html
Giorgio Libralato
Lazio linee guida per i comuni per la differenziata, riuso, riciclo rifiuti
Anche nel 2012 Mo.Re and Mo.Re proseguirà nella gestione virtuosa dei rifiuti
15/02/2012 - Il progetto More Reusing and More Recycling prevede nel mese di Febbraio 2012 la pubblicazione delle linee guida per gli Enti Locali volte a facilitare e promuovere i processi di raccolta e riutilizzo dei rifiuti attraverso i seguenti percorsi:
•- azioni di raccordo con i consorzi di recupero che possono fungere da clienti o fornitori per eventuali aziende insediabili in loco;
•- delibere comunali e provinciali per agevolare il reimpiego di rifiuti;
•- procedure amministrative innovative nel settore della gestione dei rifiuti e negli altri settori interconnessi.
I percorsi saranno costituiti da strumenti pratici (format di delibere, format di procedure e format di accordi) che supporteranno operativamente gli enti locali. Le linee guida saranno diffuse tramite il sito del progetto in forma cartacea e in CD Rom durante gli eventi, attraverso i workshop e attraverso i due sportelli a disposizione del pubblico.
Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio 2012 verranno organizzati 3 workshop per gli enti locali. Ad aprile 2012 verranno pubblicati i pacchetti localizzativi per le imprese. Nel Maggio 2012 si terrà la seconda conferenza di progetto.
Nel mese di Giugno 2012 la conferenza a Bruxelles concluderà i lavori del progetto.
Il progetto Mo.Re & Mo.Re, coordinato dalla Regione Lazio e cofinanziato dalla Comunità Europea nell'ambito del programma Life +, ha raggiunto un obbiettivo fondamentale: il 24 Gennaio 2012 si è concluso, presso la Villa Bernabei di Velletri, il ciclo delle otto tavole rotonde dedicate all'analisi, al confronto e alle proposte per un nuovo modello di gestione dei rifiuti.
Da ogni incontro, a cui hanno partecipato tutti gli attori interessati, le aziende delle aree di riferimento, le associazioni di categoria, i tecnici della Regione Lazio e gli Enti Locali, sono emerse proposte concrete e soluzioni condivise per superare le problematiche di ciascuna filiera, identificata per tipologia di rifiuti prodotti dalle aziende industriali e agricole operanti nelle zone scelte per la sperimentazione: i Castelli Romani e la Provincia di Rieti. L'ultima tavola rotonda " La Filiera del legno" ha evidenziato come dagli scarti di questo materiale potrebbe essere rafforzata una nuova imprenditoria nel campo dei prodotti ecologici, nel settore delle risorse energetiche e nella produzione di compost. Dai resoconti dettagliati e dagli atti ufficiali di ciascuna riunione, visionabili sul sito del progetto: http://www.life-moreandmore.eu si possono desumere nuove proposte di intervento sul piano amministrativo e sul piano legislativo-regionale, per rendere effettivo e duraturo il programma di riciclo e di riutilizzo dei nostri "nobili scarti".
Iniziato il 2 Gennaio 2010, il progetto More Reusing and More Recycling (Mo.Re. & Mo.Re.) si è avvalso della collaborazione della Regione Lazio, della Provincia di Rieti, del Dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell' Università "La Sapienza" di Roma, della Nova Consulting S.r.l e della SDIe allo scopo di promuovere una politica ambientale fondata sul principio cardine dello sviluppo sostenibile, in linea con gli standard europei. Come ha dichiarato l'Assessore all'Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio Marco Mattei durante la prima conferenza del progetto, il 20 giugno 2011: " More & More ha una sua peculiarità rispetto alle metodiche tradizionali. Ciò che per un soggetto o un'azienda è rifiuto può diventare materia prima seconda per un'altra azienda. Questo non solo consente una riduzione volumetrica dello scarto, come peraltro avviene con una differenziata adeguata, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un ciclo produttivo continuo".
Al fine di facilitare lo scambio tra domanda e offerta di rifiuti è stata ideata una piattaforma telematica di contrattazione delle materie prime seconde, la Borsa on line, che consente agli operatori economici di agire all'interno di un mercato trasparente e dinamico.
L'elemento di assoluta novità emerso durante i lavori delle tavole rotonde sulle Filiere degli scarti della Plastica, del Vetro, della Carta, degli Pneumatici fuori uso, degli Inerti, della produzione Vitivinicola, Olivoleica e del Legno, è stato il coinvolgimento appassionato e propositivo di tutte le parti in gioco: le imprese, le associazioni di categoria, gli Enti Locali e i tecnici della Regione Lazio, uniti dalla determinazione e dalla fiducia nelle finalità ultime del progetto More&More. Per diffondere i risultati dell'analisi condotta sulle filiere dei rifiuti e sugli eco-distretti e per fornire assistenza alle parti attive coinvolte o interessate al progetto, vengono messi a disposizione del pubblico due sportelli informativi, uno nella Provincia di Rieti e uno nella zona dei Castelli Romani.
Al medesimo scopo il progetto Mo.Re & Mo.Re ha organizzato una serie di iniziative, da Febbraio a Giugno 2012, di carattere divulgativo orientate al coinvolgimento di tutti gli attori per conoscere lo stato di avanzamento del progetto, i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere, per avanzare proposte concrete, utili a rafforzare il riuso e il riciclo dei rifiuti.
http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=newsdettaglio&id=3330
15/02/2012 - Il progetto More Reusing and More Recycling prevede nel mese di Febbraio 2012 la pubblicazione delle linee guida per gli Enti Locali volte a facilitare e promuovere i processi di raccolta e riutilizzo dei rifiuti attraverso i seguenti percorsi:
•- azioni di raccordo con i consorzi di recupero che possono fungere da clienti o fornitori per eventuali aziende insediabili in loco;
•- delibere comunali e provinciali per agevolare il reimpiego di rifiuti;
•- procedure amministrative innovative nel settore della gestione dei rifiuti e negli altri settori interconnessi.
I percorsi saranno costituiti da strumenti pratici (format di delibere, format di procedure e format di accordi) che supporteranno operativamente gli enti locali. Le linee guida saranno diffuse tramite il sito del progetto in forma cartacea e in CD Rom durante gli eventi, attraverso i workshop e attraverso i due sportelli a disposizione del pubblico.
Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio 2012 verranno organizzati 3 workshop per gli enti locali. Ad aprile 2012 verranno pubblicati i pacchetti localizzativi per le imprese. Nel Maggio 2012 si terrà la seconda conferenza di progetto.
Nel mese di Giugno 2012 la conferenza a Bruxelles concluderà i lavori del progetto.
Il progetto Mo.Re & Mo.Re, coordinato dalla Regione Lazio e cofinanziato dalla Comunità Europea nell'ambito del programma Life +, ha raggiunto un obbiettivo fondamentale: il 24 Gennaio 2012 si è concluso, presso la Villa Bernabei di Velletri, il ciclo delle otto tavole rotonde dedicate all'analisi, al confronto e alle proposte per un nuovo modello di gestione dei rifiuti.
Da ogni incontro, a cui hanno partecipato tutti gli attori interessati, le aziende delle aree di riferimento, le associazioni di categoria, i tecnici della Regione Lazio e gli Enti Locali, sono emerse proposte concrete e soluzioni condivise per superare le problematiche di ciascuna filiera, identificata per tipologia di rifiuti prodotti dalle aziende industriali e agricole operanti nelle zone scelte per la sperimentazione: i Castelli Romani e la Provincia di Rieti. L'ultima tavola rotonda " La Filiera del legno" ha evidenziato come dagli scarti di questo materiale potrebbe essere rafforzata una nuova imprenditoria nel campo dei prodotti ecologici, nel settore delle risorse energetiche e nella produzione di compost. Dai resoconti dettagliati e dagli atti ufficiali di ciascuna riunione, visionabili sul sito del progetto: http://www.life-moreandmore.eu si possono desumere nuove proposte di intervento sul piano amministrativo e sul piano legislativo-regionale, per rendere effettivo e duraturo il programma di riciclo e di riutilizzo dei nostri "nobili scarti".
Iniziato il 2 Gennaio 2010, il progetto More Reusing and More Recycling (Mo.Re. & Mo.Re.) si è avvalso della collaborazione della Regione Lazio, della Provincia di Rieti, del Dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell' Università "La Sapienza" di Roma, della Nova Consulting S.r.l e della SDIe allo scopo di promuovere una politica ambientale fondata sul principio cardine dello sviluppo sostenibile, in linea con gli standard europei. Come ha dichiarato l'Assessore all'Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio Marco Mattei durante la prima conferenza del progetto, il 20 giugno 2011: " More & More ha una sua peculiarità rispetto alle metodiche tradizionali. Ciò che per un soggetto o un'azienda è rifiuto può diventare materia prima seconda per un'altra azienda. Questo non solo consente una riduzione volumetrica dello scarto, come peraltro avviene con una differenziata adeguata, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un ciclo produttivo continuo".
Al fine di facilitare lo scambio tra domanda e offerta di rifiuti è stata ideata una piattaforma telematica di contrattazione delle materie prime seconde, la Borsa on line, che consente agli operatori economici di agire all'interno di un mercato trasparente e dinamico.
L'elemento di assoluta novità emerso durante i lavori delle tavole rotonde sulle Filiere degli scarti della Plastica, del Vetro, della Carta, degli Pneumatici fuori uso, degli Inerti, della produzione Vitivinicola, Olivoleica e del Legno, è stato il coinvolgimento appassionato e propositivo di tutte le parti in gioco: le imprese, le associazioni di categoria, gli Enti Locali e i tecnici della Regione Lazio, uniti dalla determinazione e dalla fiducia nelle finalità ultime del progetto More&More. Per diffondere i risultati dell'analisi condotta sulle filiere dei rifiuti e sugli eco-distretti e per fornire assistenza alle parti attive coinvolte o interessate al progetto, vengono messi a disposizione del pubblico due sportelli informativi, uno nella Provincia di Rieti e uno nella zona dei Castelli Romani.
Al medesimo scopo il progetto Mo.Re & Mo.Re ha organizzato una serie di iniziative, da Febbraio a Giugno 2012, di carattere divulgativo orientate al coinvolgimento di tutti gli attori per conoscere lo stato di avanzamento del progetto, i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere, per avanzare proposte concrete, utili a rafforzare il riuso e il riciclo dei rifiuti.
http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=newsdettaglio&id=3330
Greenpeace: liberato il bandito del clima
Dopo quasi 80 giorni di allontanamento dalla capitale, stamattina a Pistoia mi è arrivata la notizia che la Questura di Roma ha revocato il mio bando per due anni. Finalmente posso tornare nella città in cui lavoro. Per 80 giorni sono stato trattato come un criminale, un mafioso, un latitante.
Ma in questi giorni non sono stato l’unico bandito, 10.610 banditi del clima si sono uniti alla protesta di Greenpeace. Grazie!
La mobilitazione contro questo provvedimento è partita da subito, dallo scorso 6 dicembre, il giorno in cui sono stato costretto a lasciare Roma per aver preso parte a un’azione nonviolenta in difesa del clima, davanti a Palazzo Chigi. La decisione della Questura conferma l’assoluta insostenibilità giuridica di bandire un attivista.
Eppure le azioni di protesta degli attivisti continuano a essere spesso perseguite con multe e limitazioni della libertà personale. L’attivismo non è un crimine ma un atto di responsabilità civile. Non ci stancheremo mai di ripeterlo e dimostrarlo con le nostre azioni. Ci auguriamo per il futuro un comportamento ispirato a maggiore attenzione verso chi manifesta in modo pacifico per difendere l'ambiente.
Ringraziamo ancora una volta tutti voi che avete messo la vostra firma e la vostra faccia per la campagna dei banditidelclima.org. Non è stato solo un gesto di solidarietà ma anche un’azione concreta per ribadire che la lotta ai cambiamenti climatici può essere affrontata solo attraverso un confronto democratico.
Salvatore Barbera, repsonsabile della camapgna Energia e Clima http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/torno-a-roma-grazie-ai-10610-banditi-del-clim/blog/39219/
Ma in questi giorni non sono stato l’unico bandito, 10.610 banditi del clima si sono uniti alla protesta di Greenpeace. Grazie!
La mobilitazione contro questo provvedimento è partita da subito, dallo scorso 6 dicembre, il giorno in cui sono stato costretto a lasciare Roma per aver preso parte a un’azione nonviolenta in difesa del clima, davanti a Palazzo Chigi. La decisione della Questura conferma l’assoluta insostenibilità giuridica di bandire un attivista.
Eppure le azioni di protesta degli attivisti continuano a essere spesso perseguite con multe e limitazioni della libertà personale. L’attivismo non è un crimine ma un atto di responsabilità civile. Non ci stancheremo mai di ripeterlo e dimostrarlo con le nostre azioni. Ci auguriamo per il futuro un comportamento ispirato a maggiore attenzione verso chi manifesta in modo pacifico per difendere l'ambiente.
Ringraziamo ancora una volta tutti voi che avete messo la vostra firma e la vostra faccia per la campagna dei banditidelclima.org. Non è stato solo un gesto di solidarietà ma anche un’azione concreta per ribadire che la lotta ai cambiamenti climatici può essere affrontata solo attraverso un confronto democratico.
Salvatore Barbera, repsonsabile della camapgna Energia e Clima http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/torno-a-roma-grazie-ai-10610-banditi-del-clim/blog/39219/
manifestazione rifiuti zero contro discarica a Pizzo del Prete
sabato 25 ore 10 il coordinamento rifiuti zero organizza manifestazione no-discarica a Pizzo del Prete (Fiumicino) in via di Castel Campanile 581 Agriturismo Castellaccio a 5 km da via Aurelia bivo Palidoro verso l'interno
Pontinia, Libere con la Comencini, colazione al museo, cinedocuforum, offerte di lavoro
Pontinia, di Donatella Di Maria, il 25 Febbraio alle ore 17:00 è stata programmata, al Teatro Fellini, la proiezione del video “Libere”, scritto da Cristina Comencini. Alla fine della proiezione del 25 sarà presente la regista Cristina Comencini per un momento di confronto e di dibattito e sarà possibile aderire al Comitato di Pontinia.
Di Gianpaolo Danieli
Domenica c'è la colazione al MAP, questa volta sponsorizzata dal Ristorante-Pizzeria- Enoteca Da Marcello. Per i più piccoli la colazione si fa più divertente con i laboratori didattico-creativi. Le attività si rivolgono ai bambini dai 3 ai 10 anni e mirano a far acquisire nuove conoscenze e abilità in modo divertente, oltre a stimolare la collaborazione tra i partecipanti.
Di Gianpaolo Danieli "finito il carnevale gli scherzi continuano.
Di Giorgio Libralato campagna di obbedienza civile per l'acqua pubblica e la riduzione della bolletta
Torna domenica 26 febbraio presso il teatro Fellini di Pontinia il CineDocuForum organizzato dall’Associazione Cantiere Creativo, dalle ore 17 insieme al Fantasiologo Massimo Gerardo Carrese. Proiezione del film di Carmelo Bene: Nostra Signora dei Turchi.
http://www.ilsettimanaledilatina.it/
Lavoro, le migliori offerte della settimana
- Stampatrice/grafica cercasi per impiego in Punto Foto per eventi sportivi e parchi acquatici a Latina e provincia;
- grafico/a con diploma ed esperienza nella realizzazione di cataloghi vendita, packaging, brochure ad Aprilia;
- un neodiplomato perito meccanico per azienda operante nel settore elettromeccanico ad Ariccia;
- neolaureati in ingegneria Informatica per intraprendere esperienza formativa di tre settimane finalizzata all'inserimento in azienda a Roma.
Continua a leggere su Il Settimanale in edicola oppure acquista un abbonamento online.
Di Gianpaolo Danieli
Domenica c'è la colazione al MAP, questa volta sponsorizzata dal Ristorante-Pizzeria- Enoteca Da Marcello. Per i più piccoli la colazione si fa più divertente con i laboratori didattico-creativi. Le attività si rivolgono ai bambini dai 3 ai 10 anni e mirano a far acquisire nuove conoscenze e abilità in modo divertente, oltre a stimolare la collaborazione tra i partecipanti.
Di Gianpaolo Danieli "finito il carnevale gli scherzi continuano.
Di Giorgio Libralato campagna di obbedienza civile per l'acqua pubblica e la riduzione della bolletta
Torna domenica 26 febbraio presso il teatro Fellini di Pontinia il CineDocuForum organizzato dall’Associazione Cantiere Creativo, dalle ore 17 insieme al Fantasiologo Massimo Gerardo Carrese. Proiezione del film di Carmelo Bene: Nostra Signora dei Turchi.
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bando di direttore tecnico al Comune di Pontinia per il GAL
http://www.comune.pontinia.lt.it/mc/mc_attachment.php?x=1d40650b2727a85898abce03c129a99b&mc=2991
domani manifestazione No Tav. Esperti a Monti ripensi la TAV
Manifestazione No Tav sabato 25 febbraio a Bussoleno: "La Valle c'è"
„Il movimento contrario alla realizzazione dell'alta velocità tra Torino e Lione comunica le nuove mobilitazioni. E' stata fissata per sabato 25 febbraio, con raduno alle 13 davanti alla stazione ferroviaria di Bussoleno, una manifestazione, con corteo, del movimento No Tav che si oppone alla realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione.
Parteciperanno diversi sindaci della val Susa che contestano "la militarizzazione della valle, le grandi opere inutili, la cancellazione dei Comuni e l'aumento del numero di Tir". L'iniziativa, intitolata 'La valle c'e", è sostenuta ufficialmente dalla Comunità montana valli di Susa e Sangone, che ha apposto il proprio logo sui manifesti che sono stati pubblicati quest'oggi sul sito internet del movimento No Tav.“
Potrebbe interessarti: http://www.torinotoday.it/cronaca/manifestazione-no-tav-25-febbraio-2012-bussoleno-ritrovo.html
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L’appello degli esperti: “Monti ripensi alla Tav, la peggiore infrastruttura possibile” Sono 360 i docenti, ricercatori e professionisti che chiedono al presidente del Consiglio di tener conto dei risultati scientifici sull'Alta velocità ferroviaria in Val Susa. I cui benefici economici sono incerti, a fronte di costi elevatissimi e di un pesante impatto ambientaleSaggia decisione quella del governo Monti di non avallare la candidatura di Roma alle Olimpiadi. Proseguendo con lo stesso rigore si dovrebbe ora affrontare la questione della linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione. Il 9 febbraio scorso 360 docenti universitari, ricercatori e professionisti hanno inviato al professor Monti un appello che sollecita ancora una volta, dopo quello inascoltato inviato al presidente Napolitano nel luglio 2011, l’applicazione del metodo scientifico all’oggettiva valutazione degli scenari che – secondo i proponenti – motiverebbero l’opera. Attualmente si viaggia già in Tgv da Milano a Parigi sulla linea esistente via tunnel del Frejus, incluse le fermate Torino e Lyon, separate da poco più di tre ore e mezza di viaggio.
La nuova linea con tunnel di 57 chilometri appare sempre più anacronistica e priva di priorità: un’opera con tempi di realizzazione ultradecennali, del tutto rigida sul piano degli adattamenti alla rapidissima evoluzione sociale – generata dalla onnipresente penetrazione delle tecnologie informatiche – ed economica in tempo di crisi e contrazione strutturale dei consumi.
Detto in altro modo, mentre cablare l’Italia con la banda larga è un progetto che presenta innumerevoli vantaggi in tutti i settori della vita quotidiana e professionale, quel tunnel serve a una e una sola cosa: farci passare delle merci e forse dei passeggeri che un domani potrebbero non esserci e che già oggi dispongono di valide alternative. Se si sbaglia, è un lavoro buttato, oltre ai danni ambientali locali.
Recenti studi suggeriscono al professor Monti di considerare attentamente la scelta di lanciarsi in un cantiere così ambiguo: una ricerca di Paolo Beria e Raffaele Grimaldi, del Politecnico di Milano, di cui è comparsa notizia su il Sole 24 Ore del 31 gennaio scorso, svela la grave sofferenza economica delle linee Av italiane; un’analisi di Bent Flyvbjerg della Said Business School dell’Università di Oxford, pubblicata nel 2009 sulla Oxford Review of Economic Policy, ha esaminato il caso di 258 grandi infrastrutture trasportistiche in 20 nazioni, dimostrando che le previsioni dei costi sono regolarmente sottovalutate e le stime dei benefici regolarmente sopravvalutate, al punto che il titolo del paper è “la sopravvivenza del meno adatto, perché la peggior infrastruttura è quella che viene costruita”.
Dal punto di vista energetico e delle emissioni, lo sbandierato minor consumo e inquinamento del treno rispetto alla gomma viene messo in dubbio nel caso del gigantismo ferroviario in tunnel dal lavoro di Westin e Kageson del Royal Institute of Technology di Stoccolma, comparso a inizio 2012 sulla rivista Transportation Research. Insomma, quando un’opera serve, come un acquedotto o una fognatura, non ci sono dubbi sulla sua utilità e si cerca di realizzarla nel modo migliore e senza sprechi. Nel caso del Tav Torino-Lione, per non tacere poi la Napoli-Bari e il terzo valico di Genova, il carico di incertezze, dubbi, contraddizioni e scarsa trasparenza è così elevato, a fronte di costi spaventosi, che non vi dovrebbero essere indugi da parte della pubblica amministrazione a mettere tutto in un cassetto e chiudere la pratica.
Se poi in futuro le condizioni economiche e sociali richiederanno queste opere, si potrà sempre realizzarle, invece quelli che nel presente risulterebbero solo inutili buchi nella roccia e nella pubblica finanza, una volta fatti, sarebbero irreversibili e nessun tribunale potrà dopo risanare i danni. Facciamo tesoro della vicenda Eternit, ora che è ancora possibile!
di Luca Mercalli
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/22/la-peggiore-infrastruttura-possibile/192903/
I veleni dell’Alta Velocità Leggere il bel pezzo di Paolo Ferrero sul blog del Fatto.it mi ha fatto capire come fosse il momento di gettare la maschera. Ebbene sì, lo scrivente è un pericoloso attivista NoTav. Da tempo sono consulente gratuito della Comunità Montana Valle di Susa e Valsangone per i problemi ambientali legati al progetto di Ferrovia Alta Velocità / Alta Capacità fra Torino e Lione. In tempi poco sospetti, anni fa, ultimai il mio Rapporto che riguardava in particolare il problema della presenza di Uranio nelle mineralizzazioni attraversate dal tunnel proposto dal Progetto. Ritorneremo sulle questioni dell’Alta Velocità molte volte, temo, e ne esploreremo i dettagli e i risvolti sin nelle sue pieghe più profonde e ripugnanti. Dovremo smontare una ad una tutte le varie approssimazioni sulle quali si regge l’opinione, magari legittimamente disinformata, di molti italiani in buona fede, positivamente prevenuti nei confronti delle facce assolutamente rispettabili e bipartisan che dichiarano la Tav obiettivo strategico nazionale. Va da sé che molti di loro erano anche degli irriducibili innamorati del Ponte sullo Stretto di Messina, ora velocemente passato da Opera Strategica Irrinunciabile ad anticaglia e curiosità dello stupidario storico italiano.
Sono però un supposto esperto in energetica, e allora inizierei ad occuparmi proprio di questo. Una delle principali giustificazioni “ecologiste” dell’Alta Velocità , sarebbe la scelta di trasferire merci e passeggeri dalla strada alla rotaia, con una riduzione di emissioni climalteranti e inquinanti associata al risparmio energetico ottenibile dal mezzo ferroviario rispetto a quello su gomma azionato da motore termico.
Ce ne siamo occupati in un Congresso al Politecnico di Torino, il 6 ottobre 2011, i cui atti – disponibili in rete – verranno fra breve pubblicati in un numero speciale di MD, la Rivista scientifica dell’Associazione Medicina Democratica. I dati che citerò sono tutti inclusi nelle relazioni di quel giorno, in particolare in quelle di Luca Mercalli ed Angelo Tartaglia.
La supposta virtuosità del treno non è sempre vera, e dipende fortemente dall’investimento di energia utilizzata per la costruzione dell’infrastruttura, comprensiva di quella inglobata nei materiali e di quella necessaria alla gestione e manutenzione. Nel caso di un progetto pervaso da ingiustificato gigantismo infrastrutturale come la linea Torino-Lione, si rischia che la cura sia peggiore del male, e si richiede comunque un’accurata analisi del ciclo di vita dell’opera.
Il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Ma ciò è vero solo se si utilizza e/o si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California.
Per quanto riguarda il trasporto passeggeri, possiamo valutare l’energia globale spesa per trasportare un passeggero per un chilometro, espressa in unità MegaJoule (MJ/p-km). L’Autobus ha il minor impatto ambientale in assoluto, con 0.33 MJ/p-km. L’auto con una persona a bordo è invece la peggiore soluzione, con 1.87 MJ/p-km. Mentre il treno classico mostra rispetto all’auto un consumo di energia globale pari alla metà (fra 0.62 e 0.77 MJ/p-km, a seconda dell’utilizzo), la Tav mostra consumi doppi rispetto al treno e paragonabili alle auto (fra 1.02 e 1.44 MJ/p-km). Questo significa che se un Tav dovesse trasportare meno di 300 persone, diventerebbe più energivoro di un’auto con 2 persone a bordo.
Per il trasporto merci, la miglior soluzione dal punto di vista energetico e quindi anche di emissioni inquinanti globali è rappresentata dai Camion (1.25 MJ/p-km). Il treno mostra consumi che possono variare a seconda se viaggi a pieno carico o semi vuoto (1.79-2.5 MJ/p-km); Il Tav mostra consumi che vanno invece dal doppio al triplo dei Camion (2.17 – 3.09 MJ/p-km).
So che questi discorsi di energetica possono risultare ostici, aggiungo allora un dato più concreto: sull’autostrada del Frejus transitano circa 3000 Tir al giorno. Il cantiere Tav aggiungerebbe oltre 2300 passaggi al giorno di camion, a fronte di un beneficio futuro che abbiamo visto difficile da valutare e non conveniente.
Molti dicono – e lo dicono da 20 anni – che senza il Tav saremo tagliati fuori dall’Europa. A parte che ultimamente non mi pare che dall’Europa ci giunga molto di buono, un risultato concreto il Tav lo otterrebbe subito: allontanarci ulteriormente dal Protocollo di Kyoto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/veleni-dellalta-velocita/187648/
„Il movimento contrario alla realizzazione dell'alta velocità tra Torino e Lione comunica le nuove mobilitazioni. E' stata fissata per sabato 25 febbraio, con raduno alle 13 davanti alla stazione ferroviaria di Bussoleno, una manifestazione, con corteo, del movimento No Tav che si oppone alla realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione.
Parteciperanno diversi sindaci della val Susa che contestano "la militarizzazione della valle, le grandi opere inutili, la cancellazione dei Comuni e l'aumento del numero di Tir". L'iniziativa, intitolata 'La valle c'e", è sostenuta ufficialmente dalla Comunità montana valli di Susa e Sangone, che ha apposto il proprio logo sui manifesti che sono stati pubblicati quest'oggi sul sito internet del movimento No Tav.“
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L’appello degli esperti: “Monti ripensi alla Tav, la peggiore infrastruttura possibile” Sono 360 i docenti, ricercatori e professionisti che chiedono al presidente del Consiglio di tener conto dei risultati scientifici sull'Alta velocità ferroviaria in Val Susa. I cui benefici economici sono incerti, a fronte di costi elevatissimi e di un pesante impatto ambientaleSaggia decisione quella del governo Monti di non avallare la candidatura di Roma alle Olimpiadi. Proseguendo con lo stesso rigore si dovrebbe ora affrontare la questione della linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione. Il 9 febbraio scorso 360 docenti universitari, ricercatori e professionisti hanno inviato al professor Monti un appello che sollecita ancora una volta, dopo quello inascoltato inviato al presidente Napolitano nel luglio 2011, l’applicazione del metodo scientifico all’oggettiva valutazione degli scenari che – secondo i proponenti – motiverebbero l’opera. Attualmente si viaggia già in Tgv da Milano a Parigi sulla linea esistente via tunnel del Frejus, incluse le fermate Torino e Lyon, separate da poco più di tre ore e mezza di viaggio.
La nuova linea con tunnel di 57 chilometri appare sempre più anacronistica e priva di priorità: un’opera con tempi di realizzazione ultradecennali, del tutto rigida sul piano degli adattamenti alla rapidissima evoluzione sociale – generata dalla onnipresente penetrazione delle tecnologie informatiche – ed economica in tempo di crisi e contrazione strutturale dei consumi.
Detto in altro modo, mentre cablare l’Italia con la banda larga è un progetto che presenta innumerevoli vantaggi in tutti i settori della vita quotidiana e professionale, quel tunnel serve a una e una sola cosa: farci passare delle merci e forse dei passeggeri che un domani potrebbero non esserci e che già oggi dispongono di valide alternative. Se si sbaglia, è un lavoro buttato, oltre ai danni ambientali locali.
Recenti studi suggeriscono al professor Monti di considerare attentamente la scelta di lanciarsi in un cantiere così ambiguo: una ricerca di Paolo Beria e Raffaele Grimaldi, del Politecnico di Milano, di cui è comparsa notizia su il Sole 24 Ore del 31 gennaio scorso, svela la grave sofferenza economica delle linee Av italiane; un’analisi di Bent Flyvbjerg della Said Business School dell’Università di Oxford, pubblicata nel 2009 sulla Oxford Review of Economic Policy, ha esaminato il caso di 258 grandi infrastrutture trasportistiche in 20 nazioni, dimostrando che le previsioni dei costi sono regolarmente sottovalutate e le stime dei benefici regolarmente sopravvalutate, al punto che il titolo del paper è “la sopravvivenza del meno adatto, perché la peggior infrastruttura è quella che viene costruita”.
Dal punto di vista energetico e delle emissioni, lo sbandierato minor consumo e inquinamento del treno rispetto alla gomma viene messo in dubbio nel caso del gigantismo ferroviario in tunnel dal lavoro di Westin e Kageson del Royal Institute of Technology di Stoccolma, comparso a inizio 2012 sulla rivista Transportation Research. Insomma, quando un’opera serve, come un acquedotto o una fognatura, non ci sono dubbi sulla sua utilità e si cerca di realizzarla nel modo migliore e senza sprechi. Nel caso del Tav Torino-Lione, per non tacere poi la Napoli-Bari e il terzo valico di Genova, il carico di incertezze, dubbi, contraddizioni e scarsa trasparenza è così elevato, a fronte di costi spaventosi, che non vi dovrebbero essere indugi da parte della pubblica amministrazione a mettere tutto in un cassetto e chiudere la pratica.
Se poi in futuro le condizioni economiche e sociali richiederanno queste opere, si potrà sempre realizzarle, invece quelli che nel presente risulterebbero solo inutili buchi nella roccia e nella pubblica finanza, una volta fatti, sarebbero irreversibili e nessun tribunale potrà dopo risanare i danni. Facciamo tesoro della vicenda Eternit, ora che è ancora possibile!
di Luca Mercalli
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/22/la-peggiore-infrastruttura-possibile/192903/
I veleni dell’Alta Velocità Leggere il bel pezzo di Paolo Ferrero sul blog del Fatto.it mi ha fatto capire come fosse il momento di gettare la maschera. Ebbene sì, lo scrivente è un pericoloso attivista NoTav. Da tempo sono consulente gratuito della Comunità Montana Valle di Susa e Valsangone per i problemi ambientali legati al progetto di Ferrovia Alta Velocità / Alta Capacità fra Torino e Lione. In tempi poco sospetti, anni fa, ultimai il mio Rapporto che riguardava in particolare il problema della presenza di Uranio nelle mineralizzazioni attraversate dal tunnel proposto dal Progetto. Ritorneremo sulle questioni dell’Alta Velocità molte volte, temo, e ne esploreremo i dettagli e i risvolti sin nelle sue pieghe più profonde e ripugnanti. Dovremo smontare una ad una tutte le varie approssimazioni sulle quali si regge l’opinione, magari legittimamente disinformata, di molti italiani in buona fede, positivamente prevenuti nei confronti delle facce assolutamente rispettabili e bipartisan che dichiarano la Tav obiettivo strategico nazionale. Va da sé che molti di loro erano anche degli irriducibili innamorati del Ponte sullo Stretto di Messina, ora velocemente passato da Opera Strategica Irrinunciabile ad anticaglia e curiosità dello stupidario storico italiano.
Sono però un supposto esperto in energetica, e allora inizierei ad occuparmi proprio di questo. Una delle principali giustificazioni “ecologiste” dell’Alta Velocità , sarebbe la scelta di trasferire merci e passeggeri dalla strada alla rotaia, con una riduzione di emissioni climalteranti e inquinanti associata al risparmio energetico ottenibile dal mezzo ferroviario rispetto a quello su gomma azionato da motore termico.
Ce ne siamo occupati in un Congresso al Politecnico di Torino, il 6 ottobre 2011, i cui atti – disponibili in rete – verranno fra breve pubblicati in un numero speciale di MD, la Rivista scientifica dell’Associazione Medicina Democratica. I dati che citerò sono tutti inclusi nelle relazioni di quel giorno, in particolare in quelle di Luca Mercalli ed Angelo Tartaglia.
La supposta virtuosità del treno non è sempre vera, e dipende fortemente dall’investimento di energia utilizzata per la costruzione dell’infrastruttura, comprensiva di quella inglobata nei materiali e di quella necessaria alla gestione e manutenzione. Nel caso di un progetto pervaso da ingiustificato gigantismo infrastrutturale come la linea Torino-Lione, si rischia che la cura sia peggiore del male, e si richiede comunque un’accurata analisi del ciclo di vita dell’opera.
Il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Ma ciò è vero solo se si utilizza e/o si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California.
Per quanto riguarda il trasporto passeggeri, possiamo valutare l’energia globale spesa per trasportare un passeggero per un chilometro, espressa in unità MegaJoule (MJ/p-km). L’Autobus ha il minor impatto ambientale in assoluto, con 0.33 MJ/p-km. L’auto con una persona a bordo è invece la peggiore soluzione, con 1.87 MJ/p-km. Mentre il treno classico mostra rispetto all’auto un consumo di energia globale pari alla metà (fra 0.62 e 0.77 MJ/p-km, a seconda dell’utilizzo), la Tav mostra consumi doppi rispetto al treno e paragonabili alle auto (fra 1.02 e 1.44 MJ/p-km). Questo significa che se un Tav dovesse trasportare meno di 300 persone, diventerebbe più energivoro di un’auto con 2 persone a bordo.
Per il trasporto merci, la miglior soluzione dal punto di vista energetico e quindi anche di emissioni inquinanti globali è rappresentata dai Camion (1.25 MJ/p-km). Il treno mostra consumi che possono variare a seconda se viaggi a pieno carico o semi vuoto (1.79-2.5 MJ/p-km); Il Tav mostra consumi che vanno invece dal doppio al triplo dei Camion (2.17 – 3.09 MJ/p-km).
So che questi discorsi di energetica possono risultare ostici, aggiungo allora un dato più concreto: sull’autostrada del Frejus transitano circa 3000 Tir al giorno. Il cantiere Tav aggiungerebbe oltre 2300 passaggi al giorno di camion, a fronte di un beneficio futuro che abbiamo visto difficile da valutare e non conveniente.
Molti dicono – e lo dicono da 20 anni – che senza il Tav saremo tagliati fuori dall’Europa. A parte che ultimamente non mi pare che dall’Europa ci giunga molto di buono, un risultato concreto il Tav lo otterrebbe subito: allontanarci ulteriormente dal Protocollo di Kyoto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/veleni-dellalta-velocita/187648/
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