venerdì 21 febbraio 2014

il biogas le preoccupazioni di 7 sindaci del comprensorio il 3 ottobre a Maenza

Partecipare a trasmissioni importanti e seguite come “Monitor” dell'emittente “Lazio Tv” sempre su temi di stretta attualità, richiede preparazione, equilibrio e disponibilità al confronto. Come pensavo e come ho tentato di dire in diretta comprendo che i sindaci di Maenza e Priverno avessero declinato l'invito a partecipare alla trasmissione. Quel messaggio passato nel finale attribuite a persone vicine al sindaco di Maenza che non è potuto venire perchè impegnato a spegnere (o comunque nell'attività a sostegno di chi era colpito) il nuovo incendio non era quindi attendibile. Ovviamente ammesso che fosse effettivamente inviato da persona vicina al sindaco di Maenza ed informato del diniego che ha preceduto l'incendio, a meno che qualcuno non abbia la palla di vetro.
Per i sindaci che amministrano il confine della frazione di Farneta non è stato facile gestire una situazione che nell'ultimo anno è sfuggita dal controllo amministrativo. Come dimostrano le dichiarazioni dei primi cittadini nella delibera n. 11 del 3 ottobre (che precederà di oltre un mese gli eventi incendiari) fortemente preoccupati da una situazione che non potevano più controllare. Non è un caso che il sindaco di Maenza preoccupato per l'evoluzione di questi progetti, abbia invitato a giugno i sindaci del comprensorio e poi ospitato il consiglio comunale allargato ad altre amministrazioni il 3 ottobre. Le affermazioni dei primi cittadini in quella delibera, dopo gli eventi incendiari, acquistano un significato ancora più importante e forte. Che la situazione del mondo agricolo pontino stava degenerando lo testimonia la nascita in provincia di Latina del movimento dei forconi (che nei casi di Maenza e Priverno non c'entrano nulla ovviamente) segnale di un disagio in difesa della stessa sopravvivenza. Ovviamente nella delibera, avente come oggetto “linee guida per un biogas corretto nell'area Lepini-Ausoni-Agro Pontino” non vengono riportate tutte le affermazioni ma sicuramente le più significative:

  1. sindaco di Maenza Mastracci: obiettivo di questa adunanza in forma allargata... proporre al Consiglio Regionale del Lazio le linee guida per una migliore gestione e tutela del territorio...Non è una proposta contraria al biogas ma contraria al biogas a determinate condizioni... queste centrali andrebbero normate meglio.
  2. Sindaco di Roccagorga Amici: ...iniziative ... vano contemperate con le esigenze della salute e della tutela legale delle risorse agricole e ambientali. Dovremmo tutelare questi beni per salvaguardare le bellezze di nostri territori... Non siamo i curatori fallimentari di questa comunità... vogliamo evitare che Maenza diventi l'Ilva dei monti Lepini. Siamo per il progresso governato.
  3. Sindaco di Pontinia Tombolillo: non siamo però d'accordo quando queste attività diventano veicolo per il business.
  4. Sindaco di Priverno Delogu: ...fa paura il biogas. .. il tema del biogas va governato...va tutelato il valore ambientale del nostro patrimonio artistico...vogliamo difendere i nostri territori... nel contempo si tenta di commettere un'ingiustizia. Esprimiamo disagio come sindaci davanti alla speculazione.
  5. Sindaco di Sonnino De Angelis: ... i nostri territori sono già stati abbastanza violentati. Occorre controllare fin dall'inizio l'avvio di certe attività.
  6. Consigliere comunale Roccasecca dei Volsci Casconi: ... occorre informarsi meglio... problema smaltimento dei rifiuti. Quello che non affrontiamo oggi diventa un problema domani. Sono favorevole a questi impianti. Occorre però informare i cittadini sui rischi e l'utilità... Non è possibile che da Roma parte un'autorizzazione e poi le conseguenze le subiscono i cittadini.
  7. Consigliere comunale Prossedi Mastrantoni: dobbiamo difendere i nostri territori... se coltivo il mais per fini energetici posso metterci tutti i veleni che voglio. In Emilia Romagna i sindaci si sono unti per difendere i prodotti locali approvando le linee guida per la localizzazione delle centrali a biogas in cui si è stabilito che il territorio di produzione del parmigiano reggiano non è idoneo all'installazione di impianti di produzione di energia da biogas. 

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