di Giacomo Salvini | 29 GIUGNO 2020 il fatto quotidiano
Riempiono le reti dei pescatori, uccidono i pesci e inquinano i fondali cristallini dell’isola d’Elba. E i primi ad accorgersene sono i pescatori che ogni giorno tirano su scarti su scarti di microplastiche. Nei fondali del mar Tirreno, tra Piombino e l’Isola d’Elba, ci sono 56 ecoballe che si stanno sfaldando, divorando la flora e la fauna. Presto potrebbero invadere anche la costa, dopo aver già inquinato le acque dell’isola d’Elba orientale. “Una bomba ecologica” la definiscono da Greenpeace che ha presentato esposto alla Corte dei Conti per danno erariale contro la Regione Toscana perché “aveva in mano una fidejussione di quasi tre milioni di euro, poi restituiti, a garanzia dei possibili danni ambientali intercorsi durante le operazioni di trasporto”.
Riempiono le reti dei pescatori, uccidono i pesci e inquinano i fondali cristallini dell’isola d’Elba. E i primi ad accorgersene sono i pescatori che ogni giorno tirano su scarti su scarti di microplastiche. Nei fondali del mar Tirreno, tra Piombino e l’Isola d’Elba, ci sono 56 ecoballe che si stanno sfaldando, divorando la flora e la fauna. Presto potrebbero invadere anche la costa, dopo aver già inquinato le acque dell’isola d’Elba orientale. “Una bomba ecologica” la definiscono da Greenpeace che ha presentato esposto alla Corte dei Conti per danno erariale contro la Regione Toscana perché “aveva in mano una fidejussione di quasi tre milioni di euro, poi restituiti, a garanzia dei possibili danni ambientali intercorsi durante le operazioni di trasporto”.
Nel Tirreno - Nel 2015 un cargo perse 56 ecoballe tra Piombino e l’Elba. La nomina del commissario per ripulire è bloccata per conflitto di interessi