Il Tar del Lazio ha dichiarato illegittime le strisce blu senza parcheggi gratis con la sentenza n.5218/2008. Difatti queste famigerate strisce blu, che indicano gli spazi adibiti a parcheggi a pagamento, secondo il Tar del Lazio, possono essere realizzate solo se i cittadini hanno la possibilità di usufruire di parcheggi gratuiti. E’ stato quindi accolto il ricorso di Codacons e di alcuni cittadini contro il Comune di Roma che, per effetto della delibera relativa all’ulteriore ridelimitazione delle zone di particolare rilevanza urbanistica nelle quali sussistono esigenze e condizioni particolari di traffico, senza predisporre alcuna area a parcheggio libero. Inoltrale strisce blu erano state realizzate anche nelle vie secondarie, prive di abitazioni e di negozi. Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto in base al codice della strada i parcheggi a pagamento possono essere realizzati dalle amministrazioni comunali se contemporaneamente vengono garantiti ai cittadini nella stessa zona anche parcheggi gratuiti. La realizzazione di parcheggi non a pagamento non è necessaria in caso di zone di particolare rilevanza urbanistica , nella quali sussistono particolari condizioni di traffico. La stessa decisione può avere notevole importanza anche a Latina, dove sembra ci sia l’intenzione di ampliare le aree di sosta a pagamento, ma anche sui famigerati e contestati parcheggi a pagamento sul litorale pontino. In particolare a Sabaudia, ma lo stesso sta avvenendo a San Felice, Terracina, Latina. In alcuni casi poi, come Sabaudia, in contrasto, secondo il sottoscritto a ben 6 articoli della costituzione perché la delibera discrimina i cittadini e perché non garantisce il diritto alla fruizione del mare. Ricordiamo poi che il parcheggio a pagamento sul mare è una anomalia tutta italiana.
Finisce la pacchia dei comuni vessatori che applicano tasse non corrette?
http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=84195&idCat=119
sabato 31 maggio 2008
venerdì 30 maggio 2008
veramente sono tutti contenti del taglio dell'ICI?
Veramente sono tutti contenti del taglio dell'ICI?
Vedremo se arriveranno veramente (e come) i fondi sostitutivi da parte
del governo.
Strano che un governo che si dica federalista tagli l'unica tassa
veramente federalista ed autonoma a livello locale.
E' come definire moderati quelli che sono per l'intervento armato e
per l'uso della forza?
Il progresso significa abbandonare nuove tecnologie e tornare indietro?
Intanto le misure sono pesanti.
Perdita dei fondi già stanziati in favore della sicurezza stradale,
del trasporto marittimo e ferroviario.
Ma anche taglio dei fondi di solidarietà e dei mutui per la prima
casa, occupazione e informatizzazione pubblica, formazione culturale e
dei lavoratori...
Se questo è il buongiorno cosa ci aspetta per i prossimi 5 anni?
Pontinia 30 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Ici e straordinari tagliano i fondi alle infrastrutture
Il DL sottrae risorse già stanziate per trasporti pubblici, opere in
Calabria e Sicilia e demolizione ecomostri
di Rossella Calabrese
30/05/2008 - È entrato in vigore ieri il Decreto Legge n. 93 del 27
maggio 2008 recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere
di acquisto delle famiglie.
Si tratta del provvedimento approvato dal primo Consiglio dei Ministri
del nuovo Governo, tenutosi a Napoli il 21 maggio scorso, che dispone
l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, la riduzione dell’Irpef sugli
straordinari, la rinegoziazione mutui per la prima casa (leggi tutto)
e l’erogazione del prestito ponte all’Alitalia.
Esenzione ICI prima casa
L’esenzione decorre dall’anno 2008 e riguarda esclusivamente le unità
immobiliari adibite a prima casa, ad eccezione di quelle di categoria
catastale A1, A8 e A9 (ville, castelli e immobili di pregio). Per
effetto del provvedimento i Comuni perderanno 1.700 milioni di euro
che saranno rimborsati dallo Stato. Dalla data di entrata in vigore
del decreto e fino alla definizione del nuovo patto di stabilità
interno, i Comuni non potranno aumentare i tributi, le addizionali e
le aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato.
Detassazione lavoro straordinario
Sarà applicata una imposta sul reddito delle persone fisiche e delle
addizionali regionali e comunali pari al 10%, fino a un massimo di
3.000 euro lordi, alle retribuzioni relative a: lavoro straordinario,
lavoro supplementare o prestazioni rese in funzione di clausole
elastiche, premi di produttività. La riduzione si applica soltanto al
settore privato e per i titolari di reddito da lavoro dipendente non
superiore, nell'anno 2007, a 30.000 euro.
Prestito-ponte Alitalia
Il prestito di 300 milioni di euro concesso dal Governo al Alitalia
nell’aprile scorso viene trasformato in una ricapitalizzazione
temporanea e potrà essere utilizzato per fare fronte alle perdite che
comportino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di
sotto del livello minimo legale. In caso di liquidazione
dell'Alitalia, i 300 milioni di euro dovranno essere restituiti, solo
dopo aver soddisfatto tutti gli altri creditori, unitamente e
proporzionalmente al capitale sociale.Questa operazione è finanziata
con: 205 milioni di euro provenienti dal Fondo per la competitività e
lo sviluppo, previsto dalla Finanziaria 2007; 85 milioni di euro
provenienti dal Fondo per la finanza d’impresa, previsto dalla
Finanziaria 2007; 10 milioni di euro provenienti da risorse dei
Ministeri dell’economia e della solidarietà sociale.
Copertura finanziaria
I fondi per finanziare le misure previste dal DL sono stati sottratti
ad altre previsioni di spesa fissate dalla Finanziaria 2008, dalla
Finanziaria 2007 e dal decreto Milleproroghe (Legge 31/2008).
La maggior parte dei tagli riguardano gli stanziamenti previsti dalla
Finanziaria 2008 per il triennio 2008-2010, molti dei quali nel
settore delle infrastrutture e dei trasporti:
- Fondo per il trasporto pubblico locale (taglio di 353 milioni di
euro);
- Sistemi innovativi di trasporto urbano (taglio di 36 milioni di
euro);
- Trasporto verde nei centri storici (taglio di 12 milioni di euro);
- Recupero dei centri storici (taglio di 30 milioni di euro);
- Fondo per le isole minori (taglio di 60 milioni di euro);
- Fondo bonifiche aree militari (taglio di 30 milioni di euro);
- Incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto
marittimo (taglio di 231 milioni di euro);
- Infrastrutture in Calabria, Sicilia e nello Stretto di Messina
(taglio di 49 milioni di euro);
- Misure per trasporto ferroviario delle merci (taglio di 45 milioni
di euro);
- Infrastrutture ferroviarie (taglio di 30 milioni di euro);
- Ammodernamento collegamenti ferroviari tra Pescara e Roma (taglio di
168 milioni di euro);
- Sviluppo della banda larga (taglio di 49 milioni di euro);
- Monitoraggio del rischio sismico (taglio di 15 milioni di euro);
- Ammodernamento della rete idrica nazionale (taglio di 70 milioni di
euro);
- Fondo forestazione e riforestazione (taglio di 150 milioni di euro);
- Fondo demolizione ecomostri (taglio di 45 milioni di euro);
- Fondo solidarietà per i mutui prima casa (taglio di 20 milioni di
euro nel biennio 2008-2009);
- Incentivi all’occupazione (taglio di 165 milioni di euro);
- Potenziamento dell’informatizzazione pubblica (taglio di 31,5
milioni di euro).
Altre voci di riduzione riguardano lo sport, il commercio
internazionale, la formazione, il welfare, mentre i tagli al decreto
Milleproroghe (Legge 31/2008) e alla Legge 326/2003 interessano
l’Università e soprattutto la sanità.
In totale i tagli ammontano a 1.010,5 milioni di euro per il 2008,
842,3 milioni di euro per il 2009, 644,5 milioni di euro per il 2010 e
186,5 milioni di euro a decorrere dal 2011. Ulteriori modifiche
normative comporteranno tagli per 656,1 milioni di euro per il 2008,
749,1 milioni di euro per il 2009, 213,1 milioni di euro per il 2010,
124,5 milioni di euro per il 2011, 131,5 milioni di euro per il 2012,
79,5 milioni di euro per il 2013 e 75,5 milioni di euro a decorrere
dal 2014.
I 1.363,5 milioni di euro che la Finanziaria 2007 (comma 1155) aveva
destinato alla realizzazione di opere infrastrutturali e per la difesa
dell’ambiente e del suolo in Calabria e Sicilia vengono ora dirottati
nel “Fondo per interventi strutturali di politica economica”, che
finanzierà parte dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa e della
riduzione delle tasse sugli straordinari e alimenterà un fondo (con
dotazione 100 mln per il 2008, 100 mln per il 2009 e 60 mln per il
2010) per il reintegro delle dotazioni finanziarie dei programmi di
spesa.
Ma poiché l’abolizione dell’Ici e la riduzione delle tasse sugli
straordinari costeranno 2.664,1 milioni per il 2008, 2.201,5 milioni
per il 2009, 1.760 milioni per il 2010 e 1.700 milioni a decorrere dal
2011, occorrerà aggiungere altre risorse derivanti da ulteriori
modifiche normative.
Le modifiche alla Finanziaria 2008 riducono le risorse destinate, ad
esempio:
- al Piano nazionale della sicurezza stradale;
- alla ricerca e alla formazione in materia di trasporti;
- alla sicurezza della navigazione;
- ai contributi statali erogati alle istituzioni culturali;
- alle politiche di responsabilità sociale delle imprese;
- allo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori.
Le modifiche alla Finanziaria 2007 interessano, invece la viabilità
secondaria in Calabria e in Sicilia; altre modifiche riducono le
risorse destinate agli eventi sismici del 2002 in Molise, del 1990 in
Sicilia.
(riproduzione riservata)
Vedremo se arriveranno veramente (e come) i fondi sostitutivi da parte
del governo.
Strano che un governo che si dica federalista tagli l'unica tassa
veramente federalista ed autonoma a livello locale.
E' come definire moderati quelli che sono per l'intervento armato e
per l'uso della forza?
Il progresso significa abbandonare nuove tecnologie e tornare indietro?
Intanto le misure sono pesanti.
Perdita dei fondi già stanziati in favore della sicurezza stradale,
del trasporto marittimo e ferroviario.
Ma anche taglio dei fondi di solidarietà e dei mutui per la prima
casa, occupazione e informatizzazione pubblica, formazione culturale e
dei lavoratori...
Se questo è il buongiorno cosa ci aspetta per i prossimi 5 anni?
Pontinia 30 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Ici e straordinari tagliano i fondi alle infrastrutture
Il DL sottrae risorse già stanziate per trasporti pubblici, opere in
Calabria e Sicilia e demolizione ecomostri
di Rossella Calabrese
30/05/2008 - È entrato in vigore ieri il Decreto Legge n. 93 del 27
maggio 2008 recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere
di acquisto delle famiglie.
Si tratta del provvedimento approvato dal primo Consiglio dei Ministri
del nuovo Governo, tenutosi a Napoli il 21 maggio scorso, che dispone
l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, la riduzione dell’Irpef sugli
straordinari, la rinegoziazione mutui per la prima casa (leggi tutto)
e l’erogazione del prestito ponte all’Alitalia.
Esenzione ICI prima casa
L’esenzione decorre dall’anno 2008 e riguarda esclusivamente le unità
immobiliari adibite a prima casa, ad eccezione di quelle di categoria
catastale A1, A8 e A9 (ville, castelli e immobili di pregio). Per
effetto del provvedimento i Comuni perderanno 1.700 milioni di euro
che saranno rimborsati dallo Stato. Dalla data di entrata in vigore
del decreto e fino alla definizione del nuovo patto di stabilità
interno, i Comuni non potranno aumentare i tributi, le addizionali e
le aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato.
Detassazione lavoro straordinario
Sarà applicata una imposta sul reddito delle persone fisiche e delle
addizionali regionali e comunali pari al 10%, fino a un massimo di
3.000 euro lordi, alle retribuzioni relative a: lavoro straordinario,
lavoro supplementare o prestazioni rese in funzione di clausole
elastiche, premi di produttività. La riduzione si applica soltanto al
settore privato e per i titolari di reddito da lavoro dipendente non
superiore, nell'anno 2007, a 30.000 euro.
Prestito-ponte Alitalia
Il prestito di 300 milioni di euro concesso dal Governo al Alitalia
nell’aprile scorso viene trasformato in una ricapitalizzazione
temporanea e potrà essere utilizzato per fare fronte alle perdite che
comportino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di
sotto del livello minimo legale. In caso di liquidazione
dell'Alitalia, i 300 milioni di euro dovranno essere restituiti, solo
dopo aver soddisfatto tutti gli altri creditori, unitamente e
proporzionalmente al capitale sociale.Questa operazione è finanziata
con: 205 milioni di euro provenienti dal Fondo per la competitività e
lo sviluppo, previsto dalla Finanziaria 2007; 85 milioni di euro
provenienti dal Fondo per la finanza d’impresa, previsto dalla
Finanziaria 2007; 10 milioni di euro provenienti da risorse dei
Ministeri dell’economia e della solidarietà sociale.
Copertura finanziaria
I fondi per finanziare le misure previste dal DL sono stati sottratti
ad altre previsioni di spesa fissate dalla Finanziaria 2008, dalla
Finanziaria 2007 e dal decreto Milleproroghe (Legge 31/2008).
La maggior parte dei tagli riguardano gli stanziamenti previsti dalla
Finanziaria 2008 per il triennio 2008-2010, molti dei quali nel
settore delle infrastrutture e dei trasporti:
- Fondo per il trasporto pubblico locale (taglio di 353 milioni di
euro);
- Sistemi innovativi di trasporto urbano (taglio di 36 milioni di
euro);
- Trasporto verde nei centri storici (taglio di 12 milioni di euro);
- Recupero dei centri storici (taglio di 30 milioni di euro);
- Fondo per le isole minori (taglio di 60 milioni di euro);
- Fondo bonifiche aree militari (taglio di 30 milioni di euro);
- Incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto
marittimo (taglio di 231 milioni di euro);
- Infrastrutture in Calabria, Sicilia e nello Stretto di Messina
(taglio di 49 milioni di euro);
- Misure per trasporto ferroviario delle merci (taglio di 45 milioni
di euro);
- Infrastrutture ferroviarie (taglio di 30 milioni di euro);
- Ammodernamento collegamenti ferroviari tra Pescara e Roma (taglio di
168 milioni di euro);
- Sviluppo della banda larga (taglio di 49 milioni di euro);
- Monitoraggio del rischio sismico (taglio di 15 milioni di euro);
- Ammodernamento della rete idrica nazionale (taglio di 70 milioni di
euro);
- Fondo forestazione e riforestazione (taglio di 150 milioni di euro);
- Fondo demolizione ecomostri (taglio di 45 milioni di euro);
- Fondo solidarietà per i mutui prima casa (taglio di 20 milioni di
euro nel biennio 2008-2009);
- Incentivi all’occupazione (taglio di 165 milioni di euro);
- Potenziamento dell’informatizzazione pubblica (taglio di 31,5
milioni di euro).
Altre voci di riduzione riguardano lo sport, il commercio
internazionale, la formazione, il welfare, mentre i tagli al decreto
Milleproroghe (Legge 31/2008) e alla Legge 326/2003 interessano
l’Università e soprattutto la sanità.
In totale i tagli ammontano a 1.010,5 milioni di euro per il 2008,
842,3 milioni di euro per il 2009, 644,5 milioni di euro per il 2010 e
186,5 milioni di euro a decorrere dal 2011. Ulteriori modifiche
normative comporteranno tagli per 656,1 milioni di euro per il 2008,
749,1 milioni di euro per il 2009, 213,1 milioni di euro per il 2010,
124,5 milioni di euro per il 2011, 131,5 milioni di euro per il 2012,
79,5 milioni di euro per il 2013 e 75,5 milioni di euro a decorrere
dal 2014.
I 1.363,5 milioni di euro che la Finanziaria 2007 (comma 1155) aveva
destinato alla realizzazione di opere infrastrutturali e per la difesa
dell’ambiente e del suolo in Calabria e Sicilia vengono ora dirottati
nel “Fondo per interventi strutturali di politica economica”, che
finanzierà parte dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa e della
riduzione delle tasse sugli straordinari e alimenterà un fondo (con
dotazione 100 mln per il 2008, 100 mln per il 2009 e 60 mln per il
2010) per il reintegro delle dotazioni finanziarie dei programmi di
spesa.
Ma poiché l’abolizione dell’Ici e la riduzione delle tasse sugli
straordinari costeranno 2.664,1 milioni per il 2008, 2.201,5 milioni
per il 2009, 1.760 milioni per il 2010 e 1.700 milioni a decorrere dal
2011, occorrerà aggiungere altre risorse derivanti da ulteriori
modifiche normative.
Le modifiche alla Finanziaria 2008 riducono le risorse destinate, ad
esempio:
- al Piano nazionale della sicurezza stradale;
- alla ricerca e alla formazione in materia di trasporti;
- alla sicurezza della navigazione;
- ai contributi statali erogati alle istituzioni culturali;
- alle politiche di responsabilità sociale delle imprese;
- allo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori.
Le modifiche alla Finanziaria 2007 interessano, invece la viabilità
secondaria in Calabria e in Sicilia; altre modifiche riducono le
risorse destinate agli eventi sismici del 2002 in Molise, del 1990 in
Sicilia.
(riproduzione riservata)
dalle eco balle al bene comune
C'è chi per anni in televesione e sui giornali ci ha raccontato
panzane di tutti i tipi, poco eco e tanto balle.
Altro sport comune quello di trovare un colpevole che sono di volta in
volta gli ambientalisti, i verdi, i delinquenti senza distinguere tra
amministratori che si impegnano per il bene comune, che fanno la
raccolta differenziata (tante realtà della Campania per fare degli
esempi) che è l'unico modo per risolvere il problema dei rifiuti.
Parlare dei danni degli inceneritori, della loro tecnologia obsoleta,
del fatto che nemmeno negli USA li costruiscono e li impiantano è un
fatto noto a tutti.
Così come della diossina (per esempio) emessa
dall'inceneritore "modello" di Brescia e dell'ennesima infrazione
europea sullo stesso inceneritore.
Ma c'è anche chi la strada la insegna e la attua da decenni senza
commissari straordinari, campagne elettorali e inutili salotti tv.
Impariamo da Treviso e al posto di raccontare balle sui rifiuti,
qualche volta, raccontiamo anche la verità.
Pontinia 30 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Un eco-edificio costruito interamente con i rifiuti
Dalle bottiglie in Pet i fogli di poliestere per l’isolamento termo-
acustico
30/05/2008 – Verrà inaugurato ufficialmente oggi a Conegliano
(Treviso) il primo edificio interamente ecologico ed eco-compatibile
d'Italia.
Si tratta della nuova sede di Savno - Servizi Ambientali Veneto Nord
Orientale – il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione di
tutti i servizi di igiene ambientale – in particolare la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti – di 35 Comuni della provincia di Treviso, e
che da alcuni mesi collabora a livello nazionale con Italgrob –
Federazione Italiana Grossisti e Distributori di Bevande – per la
realizzazione di un progetto per il rilancio del Vuoto a Rendere in
Italia.
Costruito su 2 piani, per una superficie di 600 metri quadrati,
l'edificio è stato progettato secondo i criteri della più moderna “bio-
architettura” e realizzato in ogni sua parte, dalle fondamenta fino al
tetto, utilizzando rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata,
come l’acciaio, metallo riciclato e riciclabile all’infinito e
soprattutto non dannoso per l’uomo, che ne compone la struttura
portante.
Dal recupero delle bottiglie in Pet provenienti dalla differenziata
dei 35 Comuni trevigiani, derivano invece gli speciali fogli in
poliestere utilizzati per l’isolamento termo-acustico della struttura.
Si tratta di fibre di plastica altamente fono e
termoisolanti, “termolegati” cioè privi di resine leganti e colle,
nonché autoestinguenti, vale a dire che non producono fumi tossici in
caso di incendio.
Anche l’isolamento dei pavimenti è ottenuto con materiale proveniente
dalla raccolta differenziata: è stata infatti impiegata una
particolare fibra di cellulosa realizzata utilizzando i quotidiani
riciclati, un materiale naturale e con ottime caratteristiche isolanti
che richiede poca energia per essere prodotto e può essere riciclato
all’infinito. Infine i pannelli in legno-cemento utilizzati per il
tamponamento, anch’essi riciclabili al 100% e prodotti con il consumo
di pochissima energia, provengono dagli scarti delle segherie.
Materiali riciclati e riciclabili quindi, dotati di certificato bio-
ecologico, ma non solo: la struttura vanta infatti soluzioni
impiantistiche all'avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità
ambientale, il risparmio energetico e l'utilizzo di fonti rinnovabili.
Per ridurre i consumi, la nuova sede della Savno è stata progettata in
modo che la sua struttura semplice e compatta limitasse ogni
dispersione di calore. Il risparmio energetico sarà garantito anche
dal sistema di climatizzazione geotermica, scelto per il riscaldamento
e il raffrescamento dell’edificio, garantito da fonti rinnovabili per
cui il 70% dell’energia sarà fornito dall’accumulo della massa
terrestre.
Per limitare l’impatto termico ed ambientale, inoltre è prevista la
realizzazione di un giardino pensile sul tetto dell’edificio, creato
utilizzando il compost proveniente dalla raccolta differenziata. Si
tratterà di un vero e proprio “tetto verde” accessibile, in grado di
proteggere dalle escursioni termiche, trattenere le polveri sottili
dell'aria e conservare l'umidità. È stato infine predisposto un
impianto per la raccolta dell’acqua piovana, che verrà utilizzata per
alimentare le piante ed i servizi igienici.
“Di fronte all’esigenza di una nuova sede più grande ed accogliente,
in tempi di cambiamenti climatici e scarsità delle riserve
energetiche - ha commentato il presidente di Savno, Riccardo Szumski -
era doveroso un atto di civiltà e di rispetto per l’ambiente, in linea
con l’attività della Società. Di qui la scelta di costruire un
edificio ecologico, solido ed energeticamente efficiente anche
attraverso il riciclo e recupero di materiali provenienti dalla
raccolta differenziata, a dimostrazione che gli sforzi dei cittadini
nel differenziare hanno degli sbocchi concreti. Il costo complessivo
della nuova sede è di circa un 20% in più rispetto ad un normale
edificio, ma grazie alle caratteristiche ecologiche del fabbricato,
nel giro di breve tempo tali costi verranno ammortizzati”.
“Apprezzo molto l'attività svolta da questa società nel campo
dell'igiene ambientale, settore che negli ultimi anni ha assunto, in
virtù della natura dell'interesse tutelato, una notevole valenza
economico-sociale – ha invece dichiarato il Ministro del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, nella sua lettera
alla direzione di Savno – e la ringrazio per la sensibilità dimostrata
nell'operare secondo i criteri sostenibili, affrontando tematiche che
hanno un forte impatto ambientale, nell'auspicio che possa diventare
modello di riferimento e di stimolo anche per altri operatori del
settore”.
Il taglio del nastro è previsto per questa mattina alle ore 11.00,
alla presenza di numerose Autorità regionali e provinciali. Ad
illustrare il progetto saranno, il presidente di Savno, Riccardo
Szumski e il direttore Generale Stefano Riedi, che accompagneranno i
presenti per una visita guidata dell'edificio.
Ufficio Stampa e Comunicazione Savno
Via Maggior Piovesana, 31015 Conegliano TV
Tel 0438/415524-410392 – Fax 0438/426682
www.savno.it
(riproduzione riservata)
panzane di tutti i tipi, poco eco e tanto balle.
Altro sport comune quello di trovare un colpevole che sono di volta in
volta gli ambientalisti, i verdi, i delinquenti senza distinguere tra
amministratori che si impegnano per il bene comune, che fanno la
raccolta differenziata (tante realtà della Campania per fare degli
esempi) che è l'unico modo per risolvere il problema dei rifiuti.
Parlare dei danni degli inceneritori, della loro tecnologia obsoleta,
del fatto che nemmeno negli USA li costruiscono e li impiantano è un
fatto noto a tutti.
Così come della diossina (per esempio) emessa
dall'inceneritore "modello" di Brescia e dell'ennesima infrazione
europea sullo stesso inceneritore.
Ma c'è anche chi la strada la insegna e la attua da decenni senza
commissari straordinari, campagne elettorali e inutili salotti tv.
Impariamo da Treviso e al posto di raccontare balle sui rifiuti,
qualche volta, raccontiamo anche la verità.
Pontinia 30 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Un eco-edificio costruito interamente con i rifiuti
Dalle bottiglie in Pet i fogli di poliestere per l’isolamento termo-
acustico
30/05/2008 – Verrà inaugurato ufficialmente oggi a Conegliano
(Treviso) il primo edificio interamente ecologico ed eco-compatibile
d'Italia.
Si tratta della nuova sede di Savno - Servizi Ambientali Veneto Nord
Orientale – il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione di
tutti i servizi di igiene ambientale – in particolare la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti – di 35 Comuni della provincia di Treviso, e
che da alcuni mesi collabora a livello nazionale con Italgrob –
Federazione Italiana Grossisti e Distributori di Bevande – per la
realizzazione di un progetto per il rilancio del Vuoto a Rendere in
Italia.
Costruito su 2 piani, per una superficie di 600 metri quadrati,
l'edificio è stato progettato secondo i criteri della più moderna “bio-
architettura” e realizzato in ogni sua parte, dalle fondamenta fino al
tetto, utilizzando rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata,
come l’acciaio, metallo riciclato e riciclabile all’infinito e
soprattutto non dannoso per l’uomo, che ne compone la struttura
portante.
Dal recupero delle bottiglie in Pet provenienti dalla differenziata
dei 35 Comuni trevigiani, derivano invece gli speciali fogli in
poliestere utilizzati per l’isolamento termo-acustico della struttura.
Si tratta di fibre di plastica altamente fono e
termoisolanti, “termolegati” cioè privi di resine leganti e colle,
nonché autoestinguenti, vale a dire che non producono fumi tossici in
caso di incendio.
Anche l’isolamento dei pavimenti è ottenuto con materiale proveniente
dalla raccolta differenziata: è stata infatti impiegata una
particolare fibra di cellulosa realizzata utilizzando i quotidiani
riciclati, un materiale naturale e con ottime caratteristiche isolanti
che richiede poca energia per essere prodotto e può essere riciclato
all’infinito. Infine i pannelli in legno-cemento utilizzati per il
tamponamento, anch’essi riciclabili al 100% e prodotti con il consumo
di pochissima energia, provengono dagli scarti delle segherie.
Materiali riciclati e riciclabili quindi, dotati di certificato bio-
ecologico, ma non solo: la struttura vanta infatti soluzioni
impiantistiche all'avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità
ambientale, il risparmio energetico e l'utilizzo di fonti rinnovabili.
Per ridurre i consumi, la nuova sede della Savno è stata progettata in
modo che la sua struttura semplice e compatta limitasse ogni
dispersione di calore. Il risparmio energetico sarà garantito anche
dal sistema di climatizzazione geotermica, scelto per il riscaldamento
e il raffrescamento dell’edificio, garantito da fonti rinnovabili per
cui il 70% dell’energia sarà fornito dall’accumulo della massa
terrestre.
Per limitare l’impatto termico ed ambientale, inoltre è prevista la
realizzazione di un giardino pensile sul tetto dell’edificio, creato
utilizzando il compost proveniente dalla raccolta differenziata. Si
tratterà di un vero e proprio “tetto verde” accessibile, in grado di
proteggere dalle escursioni termiche, trattenere le polveri sottili
dell'aria e conservare l'umidità. È stato infine predisposto un
impianto per la raccolta dell’acqua piovana, che verrà utilizzata per
alimentare le piante ed i servizi igienici.
“Di fronte all’esigenza di una nuova sede più grande ed accogliente,
in tempi di cambiamenti climatici e scarsità delle riserve
energetiche - ha commentato il presidente di Savno, Riccardo Szumski -
era doveroso un atto di civiltà e di rispetto per l’ambiente, in linea
con l’attività della Società. Di qui la scelta di costruire un
edificio ecologico, solido ed energeticamente efficiente anche
attraverso il riciclo e recupero di materiali provenienti dalla
raccolta differenziata, a dimostrazione che gli sforzi dei cittadini
nel differenziare hanno degli sbocchi concreti. Il costo complessivo
della nuova sede è di circa un 20% in più rispetto ad un normale
edificio, ma grazie alle caratteristiche ecologiche del fabbricato,
nel giro di breve tempo tali costi verranno ammortizzati”.
“Apprezzo molto l'attività svolta da questa società nel campo
dell'igiene ambientale, settore che negli ultimi anni ha assunto, in
virtù della natura dell'interesse tutelato, una notevole valenza
economico-sociale – ha invece dichiarato il Ministro del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, nella sua lettera
alla direzione di Savno – e la ringrazio per la sensibilità dimostrata
nell'operare secondo i criteri sostenibili, affrontando tematiche che
hanno un forte impatto ambientale, nell'auspicio che possa diventare
modello di riferimento e di stimolo anche per altri operatori del
settore”.
Il taglio del nastro è previsto per questa mattina alle ore 11.00,
alla presenza di numerose Autorità regionali e provinciali. Ad
illustrare il progetto saranno, il presidente di Savno, Riccardo
Szumski e il direttore Generale Stefano Riedi, che accompagneranno i
presenti per una visita guidata dell'edificio.
Ufficio Stampa e Comunicazione Savno
Via Maggior Piovesana, 31015 Conegliano TV
Tel 0438/415524-410392 – Fax 0438/426682
www.savno.it
(riproduzione riservata)
giovedì 29 maggio 2008
deposito materiale (o discarica?) e allagamento terreni Laghi del Vescovo
All’Assessore Regionale all’Ambiente dottor Filiberto Zaratti
p.c. Al Signor Sindaco del comune di Pontinia
Oggetto: deposito materiale (o discarica?) e allagamento terreni Laghi del Vescovo (Gricilli)
La zona dei Laghi del Vescovo (Gricilli), dei corsi d’acqua limitrofi, in particolare Ufente, della vasca di espansione continua ad avere problemi che non pare siano in corso di soluzione.
Dopo la denuncia della rete dei cittadini no turbogas di Pontinia sul rinvenimento di materiale vario nella vasca di espansione, è arrivato l’allagamento dei campi limitrofi, pare, in base alle informazioni dei quotidiani, dovuti al mancato o difettoso funzionamento delle pompe.
Sempre stando alle cronache dei giornali pare che il malcontento di cittadini, agricoltori, aziende ed amministrazione comunale, rappresenti un mancato ed adeguato intervento da parte di chi ne ha la proprietà Regione Lazio, se non sbaglio, e da chi, in base ai compiti (Consorzio di bonifica) dovrebbe intervenire.
Oltre ai problemi di degrado ambientale vi sono i danni (entrambi piccoli o grandi che siano a seconda delle valutazioni), ma in prospettiva vi è una gestione inidonea di zone che la Regione Lazio pare vorrebbe proteggere, tutelare, salvaguardare e valorizzare.
Gli stessi Laghi vengono inseriti il 15/04/2008 dalla Regione Lazio nel programma
VIVERE I LAGHI DEL LAZIO, a pag. 18 e 19.
Pubblicata la guida Vivere i Laghi del Lazio, un viaggio attraverso luoghi apprezzati per la loro alta vocazione naturalistica e turistica, dove si fondono storia, arte ed enogastronomia.
La pubblicazione nasce nell’ambito del progetto interregionale “Vivere i Laghi”, cofinanziato ai sensi della Legge n. 135/2001 (art. 5, comma 5), dalla volontà dell’Assessorato regionale Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo di proseguire nel suo impegno a realizzare nuovi e sempre più aggiornati strumenti di promozione turistica della nostra regione.
Con questa guida la Regione Lazio intende quindi aprire una nuova stagione di sviluppo delle attività sportive e delle opportunità turistiche, collegato alle zone lacuali.
I laghi del Vescovo (Gricilli) che vengono citati a pag. 18 del Decreto, che facevano parte del programma-parchi della regione Lazio nel 1993. Gli stessi sono inseriti nell'adeguamento dello schema di piano regionale dei parchi e delle riserve naturali (art. 7 L.R. 6 ottobre 1997 n. 29), dove sono stati inseriti come geosito n. 50 "sorgenti dei laghi del vescovo" localizzazione lat. 13,1236° longitudine 41,4544°, tipologia: idrogeologia/grotte e carsismo, struttura idrogeologica: sistema dei Monti Lepini, area protetta di riferimento IT6040003. La legge regionale 29/1997 comprende nell'articolo 45 "tutela del patrimonio forestale" al punto k) area laghi del Vescovo - Gricilli.
Difatti gli stessi Laghi Gricilli vengono citati dalla Ditta proponente nel paragrafo 3.2.5 Aree naturali protette. Siti di interesse comunitario SIC insieme a:
- Bosco Polverino (IT 60400004);
- canali in disuso della bonifica pontina (IT 6040008);
- foresta demaniale del Circeo (IT 60400014).
Chiediamo quindi il Suo intervento almeno per capire se e quando si desidera affrontare l’argomento e se la Regione Lazio è disposta a coordinare (visto che ne paga gli interventi) la necessaria opera di bonifica e tutela, gestione e valorizzazione.
Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 28 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
IL TEMPO http://www.iltempo.it/latina/2008/05/28/884547-canali_scolo_ostruiti_sindaco_interroga_consorzio_bonifica.shtmlPontinia
Canali di scolo ostruiti Il sindaco «interroga» il Consorzio di Bonifica
Antonio Subiaco
PONTINIA Il 22 maggio scorso, con propria nota il sindaco Tombolillo ha chiesto un incontro urgente al presidente del Consorzio di Bonifica dell'Agro pontino, Riccardo Maria Spagnolo, per studiare possibili soluzioni atte a prevenire altri danni provocati dalla rottura dell'impianto di scolo dell'acqua solfurea verso il vicino fiume Ufente.
Come si ricorderà, da oltre un mese quelle acque seguitano ad invadere i terrei della zona (circa 100 ettari) le cui coltivazioni sono andate completamente perdute.
Inoltre ci risulta che a oggi il Consorzio non abbia dato riscontro alla richiesta del primo cittadino mentre cresce la protesta dei coloni danneggiati per il mancato raccolto e per i danni emergenti dal terreno bruciato dallo zolfo visto e considerato che a oggi il Consorzio non ha avviato nessun tipo d'intervento per riparare la condotta di scarico dell'acqua zolfa. In pratica come ha riferito Tombolillo in occasione dell'ultimo Consiglio comunale, finora il Consorzio si è limitato a bandire la gara d'appalto per l'esecuzione dei lavori necessari a ristabilire l'equilibrio idraulico della zona.
Quindi ci vorrà ancora del tempo tanto che non è azzardato prevedere che passerà l'intera estate prima della posa in opera della nuova conduttura con ulteriori conseguenti danni per gli agricoltori i quali, a scanso di equivoci, hanno dato mandato ad un legale di fiducia di attivare un'azione risarcitoria nei confronti del Consorzio.
Intanto il sindaco attende una risposta qualunque sia, da parte dell'Ente di via Matteotti.
28/05/2008
p.c. Al Signor Sindaco del comune di Pontinia
Oggetto: deposito materiale (o discarica?) e allagamento terreni Laghi del Vescovo (Gricilli)
La zona dei Laghi del Vescovo (Gricilli), dei corsi d’acqua limitrofi, in particolare Ufente, della vasca di espansione continua ad avere problemi che non pare siano in corso di soluzione.
Dopo la denuncia della rete dei cittadini no turbogas di Pontinia sul rinvenimento di materiale vario nella vasca di espansione, è arrivato l’allagamento dei campi limitrofi, pare, in base alle informazioni dei quotidiani, dovuti al mancato o difettoso funzionamento delle pompe.
Sempre stando alle cronache dei giornali pare che il malcontento di cittadini, agricoltori, aziende ed amministrazione comunale, rappresenti un mancato ed adeguato intervento da parte di chi ne ha la proprietà Regione Lazio, se non sbaglio, e da chi, in base ai compiti (Consorzio di bonifica) dovrebbe intervenire.
Oltre ai problemi di degrado ambientale vi sono i danni (entrambi piccoli o grandi che siano a seconda delle valutazioni), ma in prospettiva vi è una gestione inidonea di zone che la Regione Lazio pare vorrebbe proteggere, tutelare, salvaguardare e valorizzare.
Gli stessi Laghi vengono inseriti il 15/04/2008 dalla Regione Lazio nel programma
VIVERE I LAGHI DEL LAZIO, a pag. 18 e 19.
Pubblicata la guida Vivere i Laghi del Lazio, un viaggio attraverso luoghi apprezzati per la loro alta vocazione naturalistica e turistica, dove si fondono storia, arte ed enogastronomia.
La pubblicazione nasce nell’ambito del progetto interregionale “Vivere i Laghi”, cofinanziato ai sensi della Legge n. 135/2001 (art. 5, comma 5), dalla volontà dell’Assessorato regionale Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo di proseguire nel suo impegno a realizzare nuovi e sempre più aggiornati strumenti di promozione turistica della nostra regione.
Con questa guida la Regione Lazio intende quindi aprire una nuova stagione di sviluppo delle attività sportive e delle opportunità turistiche, collegato alle zone lacuali.
I laghi del Vescovo (Gricilli) che vengono citati a pag. 18 del Decreto, che facevano parte del programma-parchi della regione Lazio nel 1993. Gli stessi sono inseriti nell'adeguamento dello schema di piano regionale dei parchi e delle riserve naturali (art. 7 L.R. 6 ottobre 1997 n. 29), dove sono stati inseriti come geosito n. 50 "sorgenti dei laghi del vescovo" localizzazione lat. 13,1236° longitudine 41,4544°, tipologia: idrogeologia/grotte e carsismo, struttura idrogeologica: sistema dei Monti Lepini, area protetta di riferimento IT6040003. La legge regionale 29/1997 comprende nell'articolo 45 "tutela del patrimonio forestale" al punto k) area laghi del Vescovo - Gricilli.
Difatti gli stessi Laghi Gricilli vengono citati dalla Ditta proponente nel paragrafo 3.2.5 Aree naturali protette. Siti di interesse comunitario SIC insieme a:
- Bosco Polverino (IT 60400004);
- canali in disuso della bonifica pontina (IT 6040008);
- foresta demaniale del Circeo (IT 60400014).
Chiediamo quindi il Suo intervento almeno per capire se e quando si desidera affrontare l’argomento e se la Regione Lazio è disposta a coordinare (visto che ne paga gli interventi) la necessaria opera di bonifica e tutela, gestione e valorizzazione.
Ringraziando per l’attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 28 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
IL TEMPO http://www.iltempo.it/latina/2008/05/28/884547-canali_scolo_ostruiti_sindaco_interroga_consorzio_bonifica.shtmlPontinia
Canali di scolo ostruiti Il sindaco «interroga» il Consorzio di Bonifica
Antonio Subiaco
PONTINIA Il 22 maggio scorso, con propria nota il sindaco Tombolillo ha chiesto un incontro urgente al presidente del Consorzio di Bonifica dell'Agro pontino, Riccardo Maria Spagnolo, per studiare possibili soluzioni atte a prevenire altri danni provocati dalla rottura dell'impianto di scolo dell'acqua solfurea verso il vicino fiume Ufente.
Come si ricorderà, da oltre un mese quelle acque seguitano ad invadere i terrei della zona (circa 100 ettari) le cui coltivazioni sono andate completamente perdute.
Inoltre ci risulta che a oggi il Consorzio non abbia dato riscontro alla richiesta del primo cittadino mentre cresce la protesta dei coloni danneggiati per il mancato raccolto e per i danni emergenti dal terreno bruciato dallo zolfo visto e considerato che a oggi il Consorzio non ha avviato nessun tipo d'intervento per riparare la condotta di scarico dell'acqua zolfa. In pratica come ha riferito Tombolillo in occasione dell'ultimo Consiglio comunale, finora il Consorzio si è limitato a bandire la gara d'appalto per l'esecuzione dei lavori necessari a ristabilire l'equilibrio idraulico della zona.
Quindi ci vorrà ancora del tempo tanto che non è azzardato prevedere che passerà l'intera estate prima della posa in opera della nuova conduttura con ulteriori conseguenti danni per gli agricoltori i quali, a scanso di equivoci, hanno dato mandato ad un legale di fiducia di attivare un'azione risarcitoria nei confronti del Consorzio.
Intanto il sindaco attende una risposta qualunque sia, da parte dell'Ente di via Matteotti.
28/05/2008
martedì 27 maggio 2008
rifiuti? tutti dentro
La Campania e i rifiuti? tutti dentro. Sono 15 (più o meno) anni di emergenza e di commissariamento con responsabilità di governo trasversali, incarichi, stipendi e consulenze. Nessuno pare sappia come risolvere il problema. Ognuno le colpe le attribuisce agli altri. Credo si tratti di una colpa condivisa. Quindi faremmo prima con il tutti dentro. Dai presidenti del consiglio ai ministri del ramo, dai presidenti di regione e province, ai loro assessori, dai commissari, ai loro dipendenti e consulenti, ai sindaci ed assessori. Chi può dimostrare di non avere nessuna colpa lo dimostri. Gli altri tutti dentro. Perchè nessuno parla di differenziata, ma solo di ecoballe, non di riciclo ma inceneritori, non di riuso, riutilizzo, recupero di materia prima, risparmio di energia, rispetto dell'ambiente ma di discariche. Ecoballe, inceneritori, discarica uguale a volume di affari, appalti. Il resto sarebbero posti di lavoro dove si lavora.
lunedì 26 maggio 2008
il nucleare in risposta ad Alessia Tomasini, Il Territorio
Buongiorno Alessia, con piacere noto di essere ancora protagonista nella tua rubrica e ne approfitto per salutare la Gentile Redazione e gli attenti (e competenti) lettori de Il Territorio.
In questi anni, purtroppo, tanti sono stati gli incidenti nucleari e i conseguenti danni, alcuni noti altri meno.
Ne comincio ad elencare alcuni.
Riguardo all'incompetenza dell'industria nucleare, Greenpeace ha rivelato lo scorso 5 aprile che un incidente alla centrale Asco-I in Spagna (http://www.greenpeace.org/espana/news/greenpeace-y-ecologistas-en-ac-2) ha provocato la contaminazione radioattiva della popolazione che vive nell'area attorno alla centrale. Il gestore dell'impianto Iberdrola-Endesa – quest'ultima controllata da Enel al 67% - ha nascosto per quattro mesi l'accaduto.
Dopo che Greenpeace ha pubblicato i dettagli dell'incidente, l'agenzia di sicurezza nucleare spagnola ha ammesso che l'entità era superiore di cento volte a quanto dichiarato inizialmente, e che particelle radioattive si sono diffuse a chilometri dalla centrale. Greenpeace ha chiesto alla Commissione Europea di effettuare una verifica urgente sull'incidente.
In Francia, dopo solo tre mesi dall'inizio della costruzione a Flamaville dell'EPR - il reattore pressurizzato europeo simbolo del cosiddetto "rinascimento nucleare" - l'agenzia francese ASN ha scoperto una serie di problemi seri per quello che – secondo il costruttore Areva – dovrebbe essere il progetto nucleare più economico, sicuro e affidabile. La base di cemento è stata colata in modo non corretto, la lastra di cemento su cui dovrebbe poggiare il reattore presenta fratture, le barre in acciaio di rinforzo sono state posate in modo sbagliato, il contenitore di metallo è stato saldato da una società priva delle certificazioni richieste, e un quarto delle saldature sono inadeguate. Inoltre, i controlli di qualità sono inefficaci o inesistenti e il costruttore ha fallito nel riparare agli errori già segnalati e a migliorare le procedure.
Il rinascimento nucleare di oggi prepara le nuove Cernobyl del futuro
L'industria nucleare rimane impantanata in incidenti, bugie, insabbiamenti e incompetenza. Il nucleare rimane un esperimento fallito del Ventesimo secolo che non potrà in alcun modo soddisfare il fabbisogno futuro di energia o aiutare a contenere i cambiamenti climatici.
I governi che scelgono il nucleare non aumenteranno la propria indipendenza energetica, ma dipenderanno anzi dai pochi Paesi che hanno la tecnologia e il combustibile. Secondo Greenpeace solo con una "Rivoluzione Energetica" basata su efficienza e fonti rinnovabili riusciremo a tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 50 per cento entro il 2050. Taglio necessario per evitare le conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti climatici.
Dopo l'allarme lanciato sulla scarsa sicurezza delle centrali nucleari tedesche dal Ministro all'ambiente Sigmar Gabriel, gli incidenti ad una centrale Americana P-P-L Susquehanna in Pennsylvania, è avvenuto un incendio nella centrale giapponese di Fukui.
Periodicamente ritornano alla ribalta, invece, le centrali della provincia di Latina, per le quali si attendono notizie riguardo il loro futuro, la messa in sicurezza (anche nel senso della prevenzione di eventuali danneggiamenti) oltre allo smaltimento delle scorie radioattive, rimasto irrisolto dopo le proteste di Scanzano Jonico.
Intanto i verdi per la pace continuano la loro "campagna elettorale utile" diffondendo le possibilità offerte dall'energia rinnovabile e naturale dal solare, all'eolico, al fotovoltaico, al biodisel, alle biomasse.
Continua, purtroppo, l'aumento costante della bolletta energetica, adesso anche il nostro Governo nazionale si è accorto che l'aumento del costo dell'energia (dal +2,2% al 6% ogni 3 mesi) è superiore a quello Istat.
Latina 22 marzo 2006 Giorgio Libralato
da www.lanuovaecologia.it
NUCLEARE|
Fiamme in una centrale giapponese
centrale nucleare «Nessuna fuoriuscita radioattiva», per la direzione dell'impianto a 320 chilometri da Kyoto comunica. L'incendio è divampato nel dispositivo di smaltimento rifiuti. Due operai ricoverati in ospedale per aver inalato del fumo
Un incendio è scoppiato oggi in una centrale nucleare nella prefettura di Fukui, nel Giappone occidentale, a circa 320 chilometri da Kyoto. La direzione della centrale ha comunicato che non ci sono state fuoriuscite radioattive, riferisce l'agenzia di stampa Kyodo.
Un funzionario della prefettura di Fukui, citato da Kyodo, ha dichiarato che il fuoco sarebbe divampato nel dispositivo di smaltimento dei rifiuti collocato fra il reattore n.3 e quello n.4. Due persone sono state ricoverate in ospedale per aver inalato del fumo.
22 marzo 2006
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INCIDENTI|
Nucleare, evacuata centrale americana
centrale nucleare La centrale nucleare P-P-L Susquehanna in Pennsylvania è stata evacuata dopo un falso allarme antincendio. Si sospetta un malfunzionamento o un errore umano
La centrale nucleare P-P-L Susquehanna, nella Pennsylvania, è stata evacuata d'urgenza la scorsa notte, dopo che un allarme antincendio era scattato nel locale di controllo, situato a meno di cento metri dai due reattori nucleari dell'impianto. I controlli effettuati hanno però accertato che non c'era incendio e che non c'è mai stato alcun pericolo.
Un'inchiesta è stata avviata per stabilire perché l'allarme sia scattato: si sospetta un malfunzionamento tecnico o un errore umano, più che un atto di sabotaggio.
2 marzo 2006
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> Germania, insicure le centrali
archivio invia versione stampabile
NUCLEARE|
Germania, insicure le centrali
Il ministro dell'Ambiente, Sigmar Gabriel: «Sicurezza carente in alcuni impianti». Fra gli esempi negativi i reattori di Biblis, in Assia, che non hanno una struttura per gestire l'emergenza / E Matteoli dice no al nucleare italiano
Dubbi sulla sicurezza delle centrali atomiche tedesche sono stati espressi sabato dal ministro tedesco dell'Ambiente, Sigmar Gabriel (Spd) secondo il quale potrebbe essere imminente una riforma dell'ente di sorveglianza nucleare. «La gestione della sicurezza presenta carenze rilevanti anche in alcuni impianti tedeschi» ha detto Gabriel in un'intervista al settimanale Der Spiegel della prossima settimana. «Finora si è sempre detto che abbiamo le centrali atomiche più sicure. Dal punto di vista della tecnologia, questo può valere ancora per gli impianti di più recente generazione. Ma sicuramente non vale per i vecchi».
Come esempio negativo il ministro ha menzionato i reattori di Biblis, in Assia (Germania centro-occidentale). «I reattori A e B di Biblis non hanno nemmeno una struttura d'emergenza protetta per pilotare da fuori l'impianto in caso di necessità» ha detto Gabriel. Gabriel ha annunciato una verifica della struttura della sorveglianza nucleare tedesca a livello federale e regionale da parte di esperti indipendenti.
In Germania anche all'interno del governo di grande coalizione è in corso un dibattito sull'opportunità di prolungare i tempi di attività delle 19 centrali nucleari, che secondo la decisione presa nel 2000 dal governo precedente a quello attuale, dovrebbero concludere la loro attività entro il 2019.
16 gennaio 2006
Articoli collegati:
> Matteoli dice no al nucleare
Nella nostra provincia ricordo l'esperienza dell'avvocato Carlo Marcantonio Tibaldi di cui riporto:
"Nel 1953, la proposta di installare un reattore nucleare nella zona della Piana del Garigliano lo aveva coinvolto personalmente, in quanto sarebbe andata a collocarsi in prossimità dei suoi possedimenti terrieri. Da allora, dopo un accurato lavoro di documentazione sui terribili effetti retroattivi che un tale tipo di impianto avrebbe potuto generare, è nato il suo impegno per mobilitare la società civile contro la centrale, entrata in funzione nel 1964 e chiusa per un guasto nel 1978.
Nel 1985, dopo aver ricevuto uno scritto firmato da un tecnico dell’ENEA(Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), che documentava il grave livello di contaminazione da Cesio-137 e da Cobalto-60 della zona circostante la centrale, ha pubblicato l’opuscolo "L’inquinamento da radionuclidi nelle acque del Lazio meridionale", nel quale denunciava insistentemente la contaminazione della flora e della fauna marina locale e l’incidenza preoccupante di malformazioni genetiche e di tumori nei residenti della zona. La sua attività di denuncia non si è mai fermata e gli è costata anche numerose querele, dalle quali è sempre uscito indenne.
Sullo sfondo persiste tuttora il problema increscioso dello smantellamento della centrale nucleare del Garigliano e di tutte le altre centrali presenti sul territorio nazionale.
In più ci restano i suoi moti di commozione, frequenti negli ultimi anni, per un’umanità che, se continuerà ad evitare di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, sarà "trascinata verso una catastrofe che non ha paragone", come l’avvocato soleva ripetere citando Einstein.
Per ulteriori approfondimenti si faccia riferimento a:
http://www.girodivite.it/La-Cernobyl-italiana-la-centrale.html
Grazie ancora dell'attenzione.
Saluti
Giorgio Libralato
In questi anni, purtroppo, tanti sono stati gli incidenti nucleari e i conseguenti danni, alcuni noti altri meno.
Ne comincio ad elencare alcuni.
Riguardo all'incompetenza dell'industria nucleare, Greenpeace ha rivelato lo scorso 5 aprile che un incidente alla centrale Asco-I in Spagna (http://www.greenpeace.org/espana/news/greenpeace-y-ecologistas-en-ac-2) ha provocato la contaminazione radioattiva della popolazione che vive nell'area attorno alla centrale. Il gestore dell'impianto Iberdrola-Endesa – quest'ultima controllata da Enel al 67% - ha nascosto per quattro mesi l'accaduto.
Dopo che Greenpeace ha pubblicato i dettagli dell'incidente, l'agenzia di sicurezza nucleare spagnola ha ammesso che l'entità era superiore di cento volte a quanto dichiarato inizialmente, e che particelle radioattive si sono diffuse a chilometri dalla centrale. Greenpeace ha chiesto alla Commissione Europea di effettuare una verifica urgente sull'incidente.
In Francia, dopo solo tre mesi dall'inizio della costruzione a Flamaville dell'EPR - il reattore pressurizzato europeo simbolo del cosiddetto "rinascimento nucleare" - l'agenzia francese ASN ha scoperto una serie di problemi seri per quello che – secondo il costruttore Areva – dovrebbe essere il progetto nucleare più economico, sicuro e affidabile. La base di cemento è stata colata in modo non corretto, la lastra di cemento su cui dovrebbe poggiare il reattore presenta fratture, le barre in acciaio di rinforzo sono state posate in modo sbagliato, il contenitore di metallo è stato saldato da una società priva delle certificazioni richieste, e un quarto delle saldature sono inadeguate. Inoltre, i controlli di qualità sono inefficaci o inesistenti e il costruttore ha fallito nel riparare agli errori già segnalati e a migliorare le procedure.
Il rinascimento nucleare di oggi prepara le nuove Cernobyl del futuro
L'industria nucleare rimane impantanata in incidenti, bugie, insabbiamenti e incompetenza. Il nucleare rimane un esperimento fallito del Ventesimo secolo che non potrà in alcun modo soddisfare il fabbisogno futuro di energia o aiutare a contenere i cambiamenti climatici.
I governi che scelgono il nucleare non aumenteranno la propria indipendenza energetica, ma dipenderanno anzi dai pochi Paesi che hanno la tecnologia e il combustibile. Secondo Greenpeace solo con una "Rivoluzione Energetica" basata su efficienza e fonti rinnovabili riusciremo a tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 50 per cento entro il 2050. Taglio necessario per evitare le conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti climatici.
Dopo l'allarme lanciato sulla scarsa sicurezza delle centrali nucleari tedesche dal Ministro all'ambiente Sigmar Gabriel, gli incidenti ad una centrale Americana P-P-L Susquehanna in Pennsylvania, è avvenuto un incendio nella centrale giapponese di Fukui.
Periodicamente ritornano alla ribalta, invece, le centrali della provincia di Latina, per le quali si attendono notizie riguardo il loro futuro, la messa in sicurezza (anche nel senso della prevenzione di eventuali danneggiamenti) oltre allo smaltimento delle scorie radioattive, rimasto irrisolto dopo le proteste di Scanzano Jonico.
Intanto i verdi per la pace continuano la loro "campagna elettorale utile" diffondendo le possibilità offerte dall'energia rinnovabile e naturale dal solare, all'eolico, al fotovoltaico, al biodisel, alle biomasse.
Continua, purtroppo, l'aumento costante della bolletta energetica, adesso anche il nostro Governo nazionale si è accorto che l'aumento del costo dell'energia (dal +2,2% al 6% ogni 3 mesi) è superiore a quello Istat.
Latina 22 marzo 2006 Giorgio Libralato
da www.lanuovaecologia.it
NUCLEARE|
Fiamme in una centrale giapponese
centrale nucleare «Nessuna fuoriuscita radioattiva», per la direzione dell'impianto a 320 chilometri da Kyoto comunica. L'incendio è divampato nel dispositivo di smaltimento rifiuti. Due operai ricoverati in ospedale per aver inalato del fumo
Un incendio è scoppiato oggi in una centrale nucleare nella prefettura di Fukui, nel Giappone occidentale, a circa 320 chilometri da Kyoto. La direzione della centrale ha comunicato che non ci sono state fuoriuscite radioattive, riferisce l'agenzia di stampa Kyodo.
Un funzionario della prefettura di Fukui, citato da Kyodo, ha dichiarato che il fuoco sarebbe divampato nel dispositivo di smaltimento dei rifiuti collocato fra il reattore n.3 e quello n.4. Due persone sono state ricoverate in ospedale per aver inalato del fumo.
22 marzo 2006
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centrale nucleare La centrale nucleare P-P-L Susquehanna in Pennsylvania è stata evacuata dopo un falso allarme antincendio. Si sospetta un malfunzionamento o un errore umano
La centrale nucleare P-P-L Susquehanna, nella Pennsylvania, è stata evacuata d'urgenza la scorsa notte, dopo che un allarme antincendio era scattato nel locale di controllo, situato a meno di cento metri dai due reattori nucleari dell'impianto. I controlli effettuati hanno però accertato che non c'era incendio e che non c'è mai stato alcun pericolo.
Un'inchiesta è stata avviata per stabilire perché l'allarme sia scattato: si sospetta un malfunzionamento tecnico o un errore umano, più che un atto di sabotaggio.
2 marzo 2006
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Il ministro dell'Ambiente, Sigmar Gabriel: «Sicurezza carente in alcuni impianti». Fra gli esempi negativi i reattori di Biblis, in Assia, che non hanno una struttura per gestire l'emergenza / E Matteoli dice no al nucleare italiano
Dubbi sulla sicurezza delle centrali atomiche tedesche sono stati espressi sabato dal ministro tedesco dell'Ambiente, Sigmar Gabriel (Spd) secondo il quale potrebbe essere imminente una riforma dell'ente di sorveglianza nucleare. «La gestione della sicurezza presenta carenze rilevanti anche in alcuni impianti tedeschi» ha detto Gabriel in un'intervista al settimanale Der Spiegel della prossima settimana. «Finora si è sempre detto che abbiamo le centrali atomiche più sicure. Dal punto di vista della tecnologia, questo può valere ancora per gli impianti di più recente generazione. Ma sicuramente non vale per i vecchi».
Come esempio negativo il ministro ha menzionato i reattori di Biblis, in Assia (Germania centro-occidentale). «I reattori A e B di Biblis non hanno nemmeno una struttura d'emergenza protetta per pilotare da fuori l'impianto in caso di necessità» ha detto Gabriel. Gabriel ha annunciato una verifica della struttura della sorveglianza nucleare tedesca a livello federale e regionale da parte di esperti indipendenti.
In Germania anche all'interno del governo di grande coalizione è in corso un dibattito sull'opportunità di prolungare i tempi di attività delle 19 centrali nucleari, che secondo la decisione presa nel 2000 dal governo precedente a quello attuale, dovrebbero concludere la loro attività entro il 2019.
16 gennaio 2006
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Nella nostra provincia ricordo l'esperienza dell'avvocato Carlo Marcantonio Tibaldi di cui riporto:
"Nel 1953, la proposta di installare un reattore nucleare nella zona della Piana del Garigliano lo aveva coinvolto personalmente, in quanto sarebbe andata a collocarsi in prossimità dei suoi possedimenti terrieri. Da allora, dopo un accurato lavoro di documentazione sui terribili effetti retroattivi che un tale tipo di impianto avrebbe potuto generare, è nato il suo impegno per mobilitare la società civile contro la centrale, entrata in funzione nel 1964 e chiusa per un guasto nel 1978.
Nel 1985, dopo aver ricevuto uno scritto firmato da un tecnico dell’ENEA(Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), che documentava il grave livello di contaminazione da Cesio-137 e da Cobalto-60 della zona circostante la centrale, ha pubblicato l’opuscolo "L’inquinamento da radionuclidi nelle acque del Lazio meridionale", nel quale denunciava insistentemente la contaminazione della flora e della fauna marina locale e l’incidenza preoccupante di malformazioni genetiche e di tumori nei residenti della zona. La sua attività di denuncia non si è mai fermata e gli è costata anche numerose querele, dalle quali è sempre uscito indenne.
Sullo sfondo persiste tuttora il problema increscioso dello smantellamento della centrale nucleare del Garigliano e di tutte le altre centrali presenti sul territorio nazionale.
In più ci restano i suoi moti di commozione, frequenti negli ultimi anni, per un’umanità che, se continuerà ad evitare di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, sarà "trascinata verso una catastrofe che non ha paragone", come l’avvocato soleva ripetere citando Einstein.
Per ulteriori approfondimenti si faccia riferimento a:
http://www.girodivite.it/La-Cernobyl-italiana-la-centrale.html
Grazie ancora dell'attenzione.
Saluti
Giorgio Libralato
raccolti distrutti ai Gricilli dall'acqua sulfurea
Lunedì 26 Maggio 2008 di CHRISTIAN CAPUANI IL MESSAGGERO
Prima il disastro, ora l’attesa per capire se il raccolto si potrà salvare e quando sarà possibile tornare a lavorare i campi. Gli agricoltori della campagna che circonda i Laghi del Vescovo, i cosiddetti Gricilli a Pontinia, sono avviliti e chiedono i danni. I problemi sono iniziati lo scorso 25 aprile con la rottura di una delle tubazioni che collega l’idrovora dei Gricilli all’Ufente e indirizza l’acqua sulfurea dei Laghi del Vescovo verso Mazzocchio. E sono continuati quando il Consorzio di bonifica ha tagliato gli argini nel fiume tentando di garantire l’afflusso della corrente di zolfo verso l’impianto idrovoro che sorge nei pressi della Migliara 52. Una valanga di acqua sulfurea si è infatti riversata nei canali della campagna adiacente, straripando nei terreni lavorati o già seminati. Sott’acqua sono finite decine di ettari coltivati soprattutto a granturco. A un mese di distanza molti terreni restano sotto un enorme stagno di acqua che farà seccare le piante. Per i molti agricoltori che hanno acquistato la seme e che non hanno potuto coltivarla la stagione è già segnata. E i danni sono di decine di migliaia di euro.
«Il granturco si sta seccando, il raccolto di quest’anno è andato» dice Angelo Ottaviani guardando le sue terre allagate. Con lui ci sono un’altra decina di agricoltori che chiedono il rimborso dei danni. Il Consorzio ha fatto sapere che sarà l’assicurazione a valutare le richieste di risarcimento. Intanto i campi restano sott’acqua in attesa di una soluzione per il convogliamento della corrente destinata a Mazzocchio. «I lavori andavano fatti subito» lamenta Ottaviani. Invece la scelta del Consorzio di affidarli in appalto sembra allungare i tempi. Sotto accusa anche la gestione delle condotte: la tubatura che rompendosi ha innescato l’inondazione sarebbe stata consumata dallo zolfo perché realizzata in ferro.
http://carta.ilmessaggero.it/sfoglia_giornale.php?data=20080526&pag=46&dorso=LATINA&ediz=05_LATINA&sez=CRONACA_LOCALE&vis=&tt=
http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20080526&ediz=05_LATINA&npag=48&file=B_1880.xml&type=STANDARD
Prima il disastro, ora l’attesa per capire se il raccolto si potrà salvare e quando sarà possibile tornare a lavorare i campi. Gli agricoltori della campagna che circonda i Laghi del Vescovo, i cosiddetti Gricilli a Pontinia, sono avviliti e chiedono i danni. I problemi sono iniziati lo scorso 25 aprile con la rottura di una delle tubazioni che collega l’idrovora dei Gricilli all’Ufente e indirizza l’acqua sulfurea dei Laghi del Vescovo verso Mazzocchio. E sono continuati quando il Consorzio di bonifica ha tagliato gli argini nel fiume tentando di garantire l’afflusso della corrente di zolfo verso l’impianto idrovoro che sorge nei pressi della Migliara 52. Una valanga di acqua sulfurea si è infatti riversata nei canali della campagna adiacente, straripando nei terreni lavorati o già seminati. Sott’acqua sono finite decine di ettari coltivati soprattutto a granturco. A un mese di distanza molti terreni restano sotto un enorme stagno di acqua che farà seccare le piante. Per i molti agricoltori che hanno acquistato la seme e che non hanno potuto coltivarla la stagione è già segnata. E i danni sono di decine di migliaia di euro.
«Il granturco si sta seccando, il raccolto di quest’anno è andato» dice Angelo Ottaviani guardando le sue terre allagate. Con lui ci sono un’altra decina di agricoltori che chiedono il rimborso dei danni. Il Consorzio ha fatto sapere che sarà l’assicurazione a valutare le richieste di risarcimento. Intanto i campi restano sott’acqua in attesa di una soluzione per il convogliamento della corrente destinata a Mazzocchio. «I lavori andavano fatti subito» lamenta Ottaviani. Invece la scelta del Consorzio di affidarli in appalto sembra allungare i tempi. Sotto accusa anche la gestione delle condotte: la tubatura che rompendosi ha innescato l’inondazione sarebbe stata consumata dallo zolfo perché realizzata in ferro.
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Dichiarazione di guerra di Scajola sul nucleare
Dichiarazione di guerra di Scajola sul nucleare. L’efficienza è la strada giusta, meno costosa e senza rischi
22 Maggio 2008
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.
Ingrandisci
Roma, Italia — “L’annuncio del governo di voler riaprire il nucleare è inaccettabile e somiglia molto al tentativo velleitario e arrogante fatto a Scanzano dove è stata presentata come soluzione un’ipotesi non ancora verificata in nessuna parte del mondo. Questo annuncio suona come una dichiarazione di guerra: un referendum ha segnato l’uscita dell’Italia dal nucleare. Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avrà le risposte che merita” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.
Tutta questa discussione sul nucleare nasce da due motivi. Uno sono i finanziamenti pubblici concessi dal governo USA dal 2005 per spingere gli investitori a tornare a investire su nuovi impianti nucleari. Secondo le stime ufficiali USA, l'elettricità da nucleare è la fonte più costosa (*tabella): senza gli aiuti pubblici il settore nucleare andrebbe in crisi. L’altra ragione è la pressione dell’industria francese di trovare nuove commesse. AREVA, azienda pubblica all’87 per cento è alla ricerca di nuovi mercati e il colosso francese EDF è uno dei gruppi che controllano Edison.
“Invece di continuare a perdere tempo sul nucleare, è necessario rendere più facile il percorso autorizzativo delle fonti rinnovabili e lanciare un piano nazionale per l’efficienza energetica. Come dimostra il rapporto elaborato dal Politecnico di Milano per Greenpeace l’efficienza può dare a costi inferiori a quelli di produzione l’equivalente di 15 centrali entro il 2020: è questa e non il nucleare la strada giusta” conclude Onufrio.
Nucleare
6,33
5,88
22 Maggio 2008
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.
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Roma, Italia — “L’annuncio del governo di voler riaprire il nucleare è inaccettabile e somiglia molto al tentativo velleitario e arrogante fatto a Scanzano dove è stata presentata come soluzione un’ipotesi non ancora verificata in nessuna parte del mondo. Questo annuncio suona come una dichiarazione di guerra: un referendum ha segnato l’uscita dell’Italia dal nucleare. Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avrà le risposte che merita” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.
Tutta questa discussione sul nucleare nasce da due motivi. Uno sono i finanziamenti pubblici concessi dal governo USA dal 2005 per spingere gli investitori a tornare a investire su nuovi impianti nucleari. Secondo le stime ufficiali USA, l'elettricità da nucleare è la fonte più costosa (*tabella): senza gli aiuti pubblici il settore nucleare andrebbe in crisi. L’altra ragione è la pressione dell’industria francese di trovare nuove commesse. AREVA, azienda pubblica all’87 per cento è alla ricerca di nuovi mercati e il colosso francese EDF è uno dei gruppi che controllano Edison.
“Invece di continuare a perdere tempo sul nucleare, è necessario rendere più facile il percorso autorizzativo delle fonti rinnovabili e lanciare un piano nazionale per l’efficienza energetica. Come dimostra il rapporto elaborato dal Politecnico di Milano per Greenpeace l’efficienza può dare a costi inferiori a quelli di produzione l’equivalente di 15 centrali entro il 2020: è questa e non il nucleare la strada giusta” conclude Onufrio.
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