venerdì 31 luglio 2009
conferenza stampa sul dissesto inesistente
Oggi venerdi 31 ore 13 conferenza stampa presso il comune di Pontinia sul dissesto inesistente.
giovedì 30 luglio 2009
La terza cosa buona della Prestigiacomo
Considerati i precedenti illustri è probabile che i ministri all’ambiente (mi riesce difficile scrivere per o in favore de) italiani non riceveranno premi nobel né vengano ricordati per la tutela dell’ambiente.
Però di cose buone l’attuale ministro ne ha fatte almeno 3.
Ha iniziato con l’intervento, nell’ambito della conferenza unificata presso il ministero delle attività produttive, in occasione dell’esame del progetto della turbogas di Pontinia, ad aprile, scrivendo che, considerate le osservazioni e le note inviate dai cittadini, dalle associazioni e dalle amministrazioni locali stavano riconsiderando la VIA (valutazione di impatto ambientale) favorevole alla turbogas, nonché la VAS (valutazione ambientale strategica).
E’ vero che tale documento criticato da ogni forza politica per la superficialità e gli errori di cui è fornito in modo cospicuo era stato firmato dal suo predecessore Matteoli e dall’allora ministro Buttiglione.
Ma è anche vero che il ministro all’ambiente che l’ha preceduta era il presidente nazionale dei verdi e che la questione la conosceva benissimo per diversi motivi, visto che il suo capogruppo alla Camera aveva cercato di ostacolare tale iter, ma era stato informato dal sottoscritto.
Nonostante la conoscenza, nulla.
E invece il ministero all’ambiente attuale ha deciso di riconsiderare tale valutazione inopportuna.
Poi notizia recente del tentativo continuo dell’attuale governo di togliere ogni competenza proprio al ministero all’ambiente in materia di grandi progetti e di valutazione di impatto ambientale, forse per impedirne le legittime e competenti osservazioni.
Ma l’attuale ministro, secondo le cronache, si è arrabbiata non poco e sta cercando di far receder tale governo dall’ennesima scelta anti storica, di notevole arretramento non solo culturale.
Poi la presa di posizione di questi giorni contro la navigazione a motore del lago di Paola e di Sabaudia, che, stando agli organi di informazione, avrebbe fatto infuriare non poco l’attuale presidenza della provincia di Latina.
Ancora una volta la Prestigiacomo ha fatto la sua buona, sicuramente almeno la terza, azione in difesa del bene comune, della qualità della vita, della tutela della salute, del territorio, dell’ambiente e soprattutto in difesa dei diritti di scelta autonoma a livello locale di cittadini e amministratori.
Speriamo arrivi presto la quarta buona azione.
Pontinia 30 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Però di cose buone l’attuale ministro ne ha fatte almeno 3.
Ha iniziato con l’intervento, nell’ambito della conferenza unificata presso il ministero delle attività produttive, in occasione dell’esame del progetto della turbogas di Pontinia, ad aprile, scrivendo che, considerate le osservazioni e le note inviate dai cittadini, dalle associazioni e dalle amministrazioni locali stavano riconsiderando la VIA (valutazione di impatto ambientale) favorevole alla turbogas, nonché la VAS (valutazione ambientale strategica).
E’ vero che tale documento criticato da ogni forza politica per la superficialità e gli errori di cui è fornito in modo cospicuo era stato firmato dal suo predecessore Matteoli e dall’allora ministro Buttiglione.
Ma è anche vero che il ministro all’ambiente che l’ha preceduta era il presidente nazionale dei verdi e che la questione la conosceva benissimo per diversi motivi, visto che il suo capogruppo alla Camera aveva cercato di ostacolare tale iter, ma era stato informato dal sottoscritto.
Nonostante la conoscenza, nulla.
E invece il ministero all’ambiente attuale ha deciso di riconsiderare tale valutazione inopportuna.
Poi notizia recente del tentativo continuo dell’attuale governo di togliere ogni competenza proprio al ministero all’ambiente in materia di grandi progetti e di valutazione di impatto ambientale, forse per impedirne le legittime e competenti osservazioni.
Ma l’attuale ministro, secondo le cronache, si è arrabbiata non poco e sta cercando di far receder tale governo dall’ennesima scelta anti storica, di notevole arretramento non solo culturale.
Poi la presa di posizione di questi giorni contro la navigazione a motore del lago di Paola e di Sabaudia, che, stando agli organi di informazione, avrebbe fatto infuriare non poco l’attuale presidenza della provincia di Latina.
Ancora una volta la Prestigiacomo ha fatto la sua buona, sicuramente almeno la terza, azione in difesa del bene comune, della qualità della vita, della tutela della salute, del territorio, dell’ambiente e soprattutto in difesa dei diritti di scelta autonoma a livello locale di cittadini e amministratori.
Speriamo arrivi presto la quarta buona azione.
Pontinia 30 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
mercoledì 29 luglio 2009
Biomasse la conferenza unificata
In questa settimana si doveva svolgere la conferenza unificata per decidere del progetto della centrale a biomasse di Pontinia, dopo il parere negativo del sindaco di Pontinia nella conferenza AIA-IPPC del 27 gennaio 2009, dopo che l’amministrazione provinciale di Latina aveva trasmesso i documenti alla conferenza unificata presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri.
Dopo la convocazione e la seduta del 7 maggio, alla quale hanno partecipato il comune di Pontinia, l’amministrazione provinciale di latina, oltre all’ANCI, come aveva informato la segreteria e la presidenza della conferenza unificata, l’argomento sarebbe stato posto all’ordine del giorno della stessa conferenza.
Questo pare che sia stato fatto per 3 volte (una per ogni mese da maggio a oggi), ma che le prime 2 sedute convocate non abbiano avuto esito.
Forse questa settimana ci dovrebbe essere la svolta che potrebbe avere 3 risvolti, approvazione, bocciatura oppure rinvio ad altro ente competente (in questo caso la Regione Lazio).
Secondo le informazioni ricevute dalla segreteria della conferenza nei precedenti (circa 30 casi) non è mai stata assunta alcuna decisione, quindi la questione dovrebbe passare alla Regione Lazio che dovrebbe procedere con nuova convocazione e successivo esame.
Tuttavia al segreteria della conferenza, citando autorevoli pareri del consiglio di Stato, ha ribadito sia la legittimità del parere espresso dal sindaco di Pontinia, sia della validità e correttezza della procedura dell’amministrazione provinciale.
Aspetti che sono molto importanti nell’attesa dell’imminente sentenza del TAR di Latina in merito al ricorso della ditta proponente la centrale a biomasse.
Se venissero confermate queste impressioni, tutte da verificare, c’è da attendersi una nuova convocazione della conferenza, da parte della Regione, che ha già dato prova, in materia, di superficialismo e assoluta mancanza di conoscenza del territorio con l’istituzione di 3 comuni inesistenti.
Se ci fosse un Brunetta……
Dopo la convocazione e la seduta del 7 maggio, alla quale hanno partecipato il comune di Pontinia, l’amministrazione provinciale di latina, oltre all’ANCI, come aveva informato la segreteria e la presidenza della conferenza unificata, l’argomento sarebbe stato posto all’ordine del giorno della stessa conferenza.
Questo pare che sia stato fatto per 3 volte (una per ogni mese da maggio a oggi), ma che le prime 2 sedute convocate non abbiano avuto esito.
Forse questa settimana ci dovrebbe essere la svolta che potrebbe avere 3 risvolti, approvazione, bocciatura oppure rinvio ad altro ente competente (in questo caso la Regione Lazio).
Secondo le informazioni ricevute dalla segreteria della conferenza nei precedenti (circa 30 casi) non è mai stata assunta alcuna decisione, quindi la questione dovrebbe passare alla Regione Lazio che dovrebbe procedere con nuova convocazione e successivo esame.
Tuttavia al segreteria della conferenza, citando autorevoli pareri del consiglio di Stato, ha ribadito sia la legittimità del parere espresso dal sindaco di Pontinia, sia della validità e correttezza della procedura dell’amministrazione provinciale.
Aspetti che sono molto importanti nell’attesa dell’imminente sentenza del TAR di Latina in merito al ricorso della ditta proponente la centrale a biomasse.
Se venissero confermate queste impressioni, tutte da verificare, c’è da attendersi una nuova convocazione della conferenza, da parte della Regione, che ha già dato prova, in materia, di superficialismo e assoluta mancanza di conoscenza del territorio con l’istituzione di 3 comuni inesistenti.
Se ci fosse un Brunetta……
martedì 28 luglio 2009
Il dissesto inesistente, incapacità o dolo?
Che la giunta di destra nel dichiarare il dissesto comunale a Pontinia nel 2004 avesse preso un abbaglio se ne sono accorti da subito in tanti e che il dissesto non esiste e non è mai esistito ormai l’hanno imparato anche i muri.
Già un mese dopo la dichiarazione di dissesto i cittadini e gli elettori di Pontinia hanno subito capito chi aveva ragione dando il 40% delle preferenze a Tombolillo nelle elezioni provinciali.
Poi sono arrivate 2 sentenze del TAR di Latina, entrambe, oltre a spiegare la totale inesistenza delle condizioni per il dissesto, davano un saggio di come si imposti correttamente un bilancio comunale e lanciavano una scialuppa di salvataggio ad una giunta che invece non era capace di correggere gli errori.
Difatti avrebbe concluso anzitempo un’esperienza piena di contestazioni (dai coltivatori diretti, alle scuole, la mensa, i trasporti, la Trasco, i sindacati, i rifiuti, l’impianto di compostaggio, la centrale a biomasse, solo per citarne alcune.
Il Consiglio di Stato, nel tentativo di spiegare una dichiarazione di dissesto priva dei presupposti e delle condizioni per arrivare a tale dichiarazione, in mancanza di una sentenza penale che condannasse per dolo per tale dichiarazione parlava di errore che sempre si ripete.
Quindi un dissesto che è stato dichiarato per incapacità o per dolo.
Ai cittadini elettori di Pontinia la spiegazione non serviva, per non ripetere l’errore clamoroso, hanno dato fiducia ad altri e tolta, con il voto, a chi aveva inseguito il dissesto.
Però gli unici a pagare, nonostante l’unica colpa sia stata quella di mal riporre la fiducia con il voto, continuano ad essere i cittadini, le aziende e tutti i contribuenti del comune, oltre a chi, per usufruire dei tanti servizi comunali, è costretto a pagare un prezzo più alto.
Oppure a ritardare iniziative che potevano e dovevano partire prima senza la dichiarazione di dissesto.
Adesso l’ennesima ulteriore conferma dell’OSL (organismo speciale di liquidazione) del Ministero dell’Interno che certifica (nel 2004 epoca di dichiarazione del dissesto) un avanzo di amministrazione di circa 4 milioni di euro, senza contare gli immobili.
Come qualcuno ha sempre detto e scritto, dimostrato e contato negli ultimi 5 anni.
E’ chiaro che da questa esperienza, che potrebbe riaprirsi nuovamente in modo clamoroso se venisse dimostrato il dolo, ha insegnato almeno 2 cose.
Ai cittadini di Pontinia di scegliersi meglio gli amministratori e di andare cauti con i cambiamenti.
Al legislatore che forse sarebbe opportuno pensare a dei correttivi per chi adotta l’equivalente della bancarotta nel campo privato, anche nel pubblico.
In ogni caso abbiamo perso 5 anni di amministrazione che potevano essere impiegati per il bene pubblico anziché per il danno pubblico di un dissesto che non c’è e non c’era.
Già un mese dopo la dichiarazione di dissesto i cittadini e gli elettori di Pontinia hanno subito capito chi aveva ragione dando il 40% delle preferenze a Tombolillo nelle elezioni provinciali.
Poi sono arrivate 2 sentenze del TAR di Latina, entrambe, oltre a spiegare la totale inesistenza delle condizioni per il dissesto, davano un saggio di come si imposti correttamente un bilancio comunale e lanciavano una scialuppa di salvataggio ad una giunta che invece non era capace di correggere gli errori.
Difatti avrebbe concluso anzitempo un’esperienza piena di contestazioni (dai coltivatori diretti, alle scuole, la mensa, i trasporti, la Trasco, i sindacati, i rifiuti, l’impianto di compostaggio, la centrale a biomasse, solo per citarne alcune.
Il Consiglio di Stato, nel tentativo di spiegare una dichiarazione di dissesto priva dei presupposti e delle condizioni per arrivare a tale dichiarazione, in mancanza di una sentenza penale che condannasse per dolo per tale dichiarazione parlava di errore che sempre si ripete.
Quindi un dissesto che è stato dichiarato per incapacità o per dolo.
Ai cittadini elettori di Pontinia la spiegazione non serviva, per non ripetere l’errore clamoroso, hanno dato fiducia ad altri e tolta, con il voto, a chi aveva inseguito il dissesto.
Però gli unici a pagare, nonostante l’unica colpa sia stata quella di mal riporre la fiducia con il voto, continuano ad essere i cittadini, le aziende e tutti i contribuenti del comune, oltre a chi, per usufruire dei tanti servizi comunali, è costretto a pagare un prezzo più alto.
Oppure a ritardare iniziative che potevano e dovevano partire prima senza la dichiarazione di dissesto.
Adesso l’ennesima ulteriore conferma dell’OSL (organismo speciale di liquidazione) del Ministero dell’Interno che certifica (nel 2004 epoca di dichiarazione del dissesto) un avanzo di amministrazione di circa 4 milioni di euro, senza contare gli immobili.
Come qualcuno ha sempre detto e scritto, dimostrato e contato negli ultimi 5 anni.
E’ chiaro che da questa esperienza, che potrebbe riaprirsi nuovamente in modo clamoroso se venisse dimostrato il dolo, ha insegnato almeno 2 cose.
Ai cittadini di Pontinia di scegliersi meglio gli amministratori e di andare cauti con i cambiamenti.
Al legislatore che forse sarebbe opportuno pensare a dei correttivi per chi adotta l’equivalente della bancarotta nel campo privato, anche nel pubblico.
In ogni caso abbiamo perso 5 anni di amministrazione che potevano essere impiegati per il bene pubblico anziché per il danno pubblico di un dissesto che non c’è e non c’era.
lunedì 27 luglio 2009
Energia ed impianti, programmazione o anarchia?
La nostra provincia in generale e il comune di Pontinia sono alle prese con una serie impressionante di progetti di produzione di energia elettrica, della tipologia più disparata e disperante.
Sappiamo di un piano energetico regionale che vaga da 2 anni tra la giunta, le commissioni e i gruppi consiliari.
Ognuno dice la sua e lo interpreta ancor prima della stesura ufficiale e definitiva, si conosce la versione licenziata dalla giunta 2 anni fa, ma non quella che arriverà in consiglio regionale, sempre che dopo una decina d’anni vi arrivi.
Dalle anticipazioni pare ci siano delle versione “simpatiche” su alcune tipologie, per esempio sulle turbogas alcune versioni forniscono un sì o un no a seconda se il progetto sia stato approvato….
Come se la Regione Lazio vivesse sulla luna oppure se ci fosse tanta voglia di autodelegittimarsi.
Da quasi un anno esiste anche un piano energetico provinciale che però a volte appare come un diploma o una laurea in bella mostra incorniciato, ma poi nella vita si fa tutt’altro.
D’altronde come si concilierebbero gli studi sulla “disponibilità” di biomasse per alimentare una centrale di 5 MW, ma poi esiste e funziona una da 10, ne viene proposta un’altra da 22 e la provincia non si esprime? Anzi ne propone, in campagna elettorale, un’altra da 10.
Non ci vuole un esperto per capire che i conti non tornano, né una calcolatrice o un pc.
Per non parlare del nucleare, nessuno sa se e come verrà mai risolto il problema del deposito di scorie, dopo oltre 20 anni che se ne parla.
Più di 20 anni fa uno dei tanti referendum (proposto da Craxi e dai socialisti) affondava definitivamente il nucleare, per una serie di motivi che sono quanti mai attuali.
Nel 2007 oltre 80 incidenti nucleari in Francia che sono continuati lo scorso anno e anche quest’anno, con la “tecnologia sicura”, con scorie ritrovate dappertutto, scuole e altri fabbricati.
Senza contare che la Francia, per far fronte alle esigenze, deve rifornirsi dalla Germania e dall’energia naturale e rinnovabile. Sappiamo che l’atomo non è conveniente, che non vi è abbastanza materia prima, che non esiste quello sicuro.
Che tutte le tanto decantate centrali sicure non lo sono affatto, che aumentano a dismisura i costi, che la “nuova generazione” non esiste.
Nell’Italia dell’improvvisazione si riparte dal nucleare, come se i referendum avessero una scadenza, domani riproponiamo la monarchia?
Nella nostra provincia e nel comune di Pontinia arrivano progetti senza alcuna programmazione, come abbiamo visto, spesso sbagliati, senza alcuna compatibilità territoriale, ambientale, produttiva, economica.
Non aumentano i posti di lavoro (10 non risolvono una crisi), non portano alcun beneficio ad aziende e amministrazioni locali, però portano il loro carico impressionante di emissioni, danni all’agricoltura, malattie.
Non c’è un progetto che non contenga errori spesso superficiali, ma comunque tipici di chi il territorio non lo conosce e nemmeno lo studia.
Ma non basta perché arrivano progetti di tutti i tipi, finalmente anche quelli dell’energia naturale e rinnovabile (quella vera non quella della diossina delle biomasse), dall’eolico, al solare termo dinamico, al fotovoltaico.
Non ci può essere, però, posto per tutto e il suo contrario, soprattutto non si può affrontare l’argomento solo dal punto di vista della speculazione di poche aziende (spesso multinazionali che del territorio importa poco come abbiamo visto) ma non da quello del bene comune.
Si dimentica l’efficienza energetica, che da sola ridurrebbe la necessità di energia del 50%, ma anche del risparmio energetico come se l’obiettivo fosse solo quello di bruciare qualsiasi cosa ci passi davanti e il più in fretta possibile.
Non si può passare da un eccesso all’altro seguendo le mode o solo per il consenso elettorale bisogna cominciare a programmare il nostro territorio.
In una parola bisogna tornare alla politica e lasciar in seconda piano la speculazione feroce anche se è dell’amico politico di turno.
Giorgio Libralato Pontinia 27 luglio 2009 Ecologia e territorio
Sappiamo di un piano energetico regionale che vaga da 2 anni tra la giunta, le commissioni e i gruppi consiliari.
Ognuno dice la sua e lo interpreta ancor prima della stesura ufficiale e definitiva, si conosce la versione licenziata dalla giunta 2 anni fa, ma non quella che arriverà in consiglio regionale, sempre che dopo una decina d’anni vi arrivi.
Dalle anticipazioni pare ci siano delle versione “simpatiche” su alcune tipologie, per esempio sulle turbogas alcune versioni forniscono un sì o un no a seconda se il progetto sia stato approvato….
Come se la Regione Lazio vivesse sulla luna oppure se ci fosse tanta voglia di autodelegittimarsi.
Da quasi un anno esiste anche un piano energetico provinciale che però a volte appare come un diploma o una laurea in bella mostra incorniciato, ma poi nella vita si fa tutt’altro.
D’altronde come si concilierebbero gli studi sulla “disponibilità” di biomasse per alimentare una centrale di 5 MW, ma poi esiste e funziona una da 10, ne viene proposta un’altra da 22 e la provincia non si esprime? Anzi ne propone, in campagna elettorale, un’altra da 10.
Non ci vuole un esperto per capire che i conti non tornano, né una calcolatrice o un pc.
Per non parlare del nucleare, nessuno sa se e come verrà mai risolto il problema del deposito di scorie, dopo oltre 20 anni che se ne parla.
Più di 20 anni fa uno dei tanti referendum (proposto da Craxi e dai socialisti) affondava definitivamente il nucleare, per una serie di motivi che sono quanti mai attuali.
Nel 2007 oltre 80 incidenti nucleari in Francia che sono continuati lo scorso anno e anche quest’anno, con la “tecnologia sicura”, con scorie ritrovate dappertutto, scuole e altri fabbricati.
Senza contare che la Francia, per far fronte alle esigenze, deve rifornirsi dalla Germania e dall’energia naturale e rinnovabile. Sappiamo che l’atomo non è conveniente, che non vi è abbastanza materia prima, che non esiste quello sicuro.
Che tutte le tanto decantate centrali sicure non lo sono affatto, che aumentano a dismisura i costi, che la “nuova generazione” non esiste.
Nell’Italia dell’improvvisazione si riparte dal nucleare, come se i referendum avessero una scadenza, domani riproponiamo la monarchia?
Nella nostra provincia e nel comune di Pontinia arrivano progetti senza alcuna programmazione, come abbiamo visto, spesso sbagliati, senza alcuna compatibilità territoriale, ambientale, produttiva, economica.
Non aumentano i posti di lavoro (10 non risolvono una crisi), non portano alcun beneficio ad aziende e amministrazioni locali, però portano il loro carico impressionante di emissioni, danni all’agricoltura, malattie.
Non c’è un progetto che non contenga errori spesso superficiali, ma comunque tipici di chi il territorio non lo conosce e nemmeno lo studia.
Ma non basta perché arrivano progetti di tutti i tipi, finalmente anche quelli dell’energia naturale e rinnovabile (quella vera non quella della diossina delle biomasse), dall’eolico, al solare termo dinamico, al fotovoltaico.
Non ci può essere, però, posto per tutto e il suo contrario, soprattutto non si può affrontare l’argomento solo dal punto di vista della speculazione di poche aziende (spesso multinazionali che del territorio importa poco come abbiamo visto) ma non da quello del bene comune.
Si dimentica l’efficienza energetica, che da sola ridurrebbe la necessità di energia del 50%, ma anche del risparmio energetico come se l’obiettivo fosse solo quello di bruciare qualsiasi cosa ci passi davanti e il più in fretta possibile.
Non si può passare da un eccesso all’altro seguendo le mode o solo per il consenso elettorale bisogna cominciare a programmare il nostro territorio.
In una parola bisogna tornare alla politica e lasciar in seconda piano la speculazione feroce anche se è dell’amico politico di turno.
Giorgio Libralato Pontinia 27 luglio 2009 Ecologia e territorio
domenica 26 luglio 2009
ennesimo incidente centrale nucleare
Si ripetono con frequenza impressionante, le autorità ammettono (quando la fanno) con difficoltà e in ritardo.
E' un modo consolidato con Chernobyl, ma anche con la centrale del Garigliano di Latina il cui ennesimo scandalo del 14 giugno è stato ignorato in Italia, da: Servizio RaiNews24 del 14.06.09 video
http://www.youtube.com/watch?v=e93myPoAhVk&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Eprogettohumus%2Eit%2Fpublic%2Fforum%2Findex%2Ephp%3Ftopic%3D823&feature=player_embedded.
Eppure la provincia di Latina sarà la probabile sede di nuove centrali nucleari dopo quelle del Sabotino e del Garigliano.
Sicuramente sarà sede del deposito di scorie nucleari.
Strano che questi temi, una volta portati avanti da pochi verdi o ambientalisti siano ormai patrimonio di tanti politici locali (di destra o di centro) ma siano completamente sparite proprio quelle forze politiche e associative di cui oggi ci sarebbe bisogno (verdi e associazioni ambientaliste).
Eppure gli effetti sono dimostrati ed evidenti con la loro carica di malattie, inquinamento e morte.
Un pò come per gli inceneritori. Oggi tutti conoscono il loro carico mortale, la loro inutilità a risolvere il problema dei rifiuti. Ma si continua a costruirli. Gli organi di informazione accantonano le notizie delle tragedie dovute agli inceneritori. Come quella del bambino di 11 anni, Massimiliano, di cui è tristemente nota la sua troppo breve storia stroncata (http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1847&Itemid=1) da politici e imprenditori responsabili dell'ennesimo lutto evitabile.
Come non ricordare poi i progetti di centrali elettriche (turbogas e biomasse) di cui tutti conoscono inquinamento, carico di malattie, contributo alla cause di morte, ma questo non basta per fermarli. Anzi.
Pontinia 26 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
24.07.09 Fonte: http://www.politis.fr/ Traduzione di ProgettoHumus
FORTE SOSPETTO DI UN SERIO INCIDENTE ALLA CENTRALE DI DAMPIERRE (LOIRET). I CONTROLLORI LO AMMETTONO… A META'… DIECI GIORNI DOPO.
Di Claude-Marie Vadrot
TRADUZIONE DAL FRANCESE DI PROGETTOHUMUS
--------------------------------------------------------------------------------
Nella notte fra l’8 e il 9 luglio, uno degli edifici dei reattori della centrale nucleare di Dampierre en Burly, nella Loiret, sarebbe stato interessato da una fuga di vapore o gas radioattivo nel corso dei lavori di manutenzione che durano da più settimane; i lavori riguardano i reattori 4 e 1: quest’ultimo stava per essere rimesso in funzione. La manutenzione è stata essenzialmente assicurata da lavoratori interinali. Una scelta dell’EDF che è stata contestata e che, unitamente alle richieste per il salario, ha causato, a partire dal mese di aprile, un lungo sciopero di una parte del personale. Ciò ha costretto la direzione della centrale al ricorso ad altri tecnici, indebolendo da una parte il movimento, ma senza l’impedire il ritardo dei lavori di manutenzione, cosicchè i due reattori fermi non potranno essere avviati, come era previsto, per l’estate. Per di più, scorrendo gli annunci delle agenzie ad interim della regione, si scopre che la centrale cerca disperatamente operai e tecnici in possesso di «abilitazione nucleare».
Malgrado le smentite della direzione, l’incidente soppraggiunto nel cuore della notte e di cui il rumore è stato percepito per circa 40 minuti da diversi abitanti risvegliatisi di soprassalto, parrebbe accertato. Così come gli effluenti gassosi rilasciati sarebbero radioattivi, anche se il loro tenore, assicura un sindacalista, non ha raggiunto un livello elevato.
Un’ affermazione che, in mancanza di possibili verifiche, non può essere considerata sufficiente per scartare un grave incidente. Incidente che la direzione di Dampierre maschera parlando di una inverosimile operazione di prova delle valvole in piena notte. Pare che l’Autorità di Sicurezza Nucleare non sia stata informata, sebbene non si tratti del primo incidente in questa centrale.
« Ultima modifica: 24 Lug 09, 19:23:12 da massimo »
E' un modo consolidato con Chernobyl, ma anche con la centrale del Garigliano di Latina il cui ennesimo scandalo del 14 giugno è stato ignorato in Italia, da: Servizio RaiNews24 del 14.06.09 video
http://www.youtube.com/watch?v=e93myPoAhVk&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Eprogettohumus%2Eit%2Fpublic%2Fforum%2Findex%2Ephp%3Ftopic%3D823&feature=player_embedded.
Eppure la provincia di Latina sarà la probabile sede di nuove centrali nucleari dopo quelle del Sabotino e del Garigliano.
Sicuramente sarà sede del deposito di scorie nucleari.
Strano che questi temi, una volta portati avanti da pochi verdi o ambientalisti siano ormai patrimonio di tanti politici locali (di destra o di centro) ma siano completamente sparite proprio quelle forze politiche e associative di cui oggi ci sarebbe bisogno (verdi e associazioni ambientaliste).
Eppure gli effetti sono dimostrati ed evidenti con la loro carica di malattie, inquinamento e morte.
Un pò come per gli inceneritori. Oggi tutti conoscono il loro carico mortale, la loro inutilità a risolvere il problema dei rifiuti. Ma si continua a costruirli. Gli organi di informazione accantonano le notizie delle tragedie dovute agli inceneritori. Come quella del bambino di 11 anni, Massimiliano, di cui è tristemente nota la sua troppo breve storia stroncata (http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1847&Itemid=1) da politici e imprenditori responsabili dell'ennesimo lutto evitabile.
Come non ricordare poi i progetti di centrali elettriche (turbogas e biomasse) di cui tutti conoscono inquinamento, carico di malattie, contributo alla cause di morte, ma questo non basta per fermarli. Anzi.
Pontinia 26 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
24.07.09 Fonte: http://www.politis.fr/ Traduzione di ProgettoHumus
FORTE SOSPETTO DI UN SERIO INCIDENTE ALLA CENTRALE DI DAMPIERRE (LOIRET). I CONTROLLORI LO AMMETTONO… A META'… DIECI GIORNI DOPO.
Di Claude-Marie Vadrot
TRADUZIONE DAL FRANCESE DI PROGETTOHUMUS
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Nella notte fra l’8 e il 9 luglio, uno degli edifici dei reattori della centrale nucleare di Dampierre en Burly, nella Loiret, sarebbe stato interessato da una fuga di vapore o gas radioattivo nel corso dei lavori di manutenzione che durano da più settimane; i lavori riguardano i reattori 4 e 1: quest’ultimo stava per essere rimesso in funzione. La manutenzione è stata essenzialmente assicurata da lavoratori interinali. Una scelta dell’EDF che è stata contestata e che, unitamente alle richieste per il salario, ha causato, a partire dal mese di aprile, un lungo sciopero di una parte del personale. Ciò ha costretto la direzione della centrale al ricorso ad altri tecnici, indebolendo da una parte il movimento, ma senza l’impedire il ritardo dei lavori di manutenzione, cosicchè i due reattori fermi non potranno essere avviati, come era previsto, per l’estate. Per di più, scorrendo gli annunci delle agenzie ad interim della regione, si scopre che la centrale cerca disperatamente operai e tecnici in possesso di «abilitazione nucleare».
Malgrado le smentite della direzione, l’incidente soppraggiunto nel cuore della notte e di cui il rumore è stato percepito per circa 40 minuti da diversi abitanti risvegliatisi di soprassalto, parrebbe accertato. Così come gli effluenti gassosi rilasciati sarebbero radioattivi, anche se il loro tenore, assicura un sindacalista, non ha raggiunto un livello elevato.
Un’ affermazione che, in mancanza di possibili verifiche, non può essere considerata sufficiente per scartare un grave incidente. Incidente che la direzione di Dampierre maschera parlando di una inverosimile operazione di prova delle valvole in piena notte. Pare che l’Autorità di Sicurezza Nucleare non sia stata informata, sebbene non si tratti del primo incidente in questa centrale.
« Ultima modifica: 24 Lug 09, 19:23:12 da massimo »
venerdì 24 luglio 2009
Biomasse in attesa della sentenza del TAR
Dopo l’udienza di ieri in attesa della sentenza del TAR sul ricorso presentato dalla ditta che propone la centrale a biomasse nel comune di Pontinia il tavolo tecnico è tornato all’opera, in attesa della pubblicazione della sentenza.
Questa pubblicazione potrebbe già avvenire in queste ore oppure farsi attendere nella prima metà di settembre.
Da un lato appare singolare che una ditta che, dopo che il progetto era stato bocciato nella seduta AIA del 30 agosto 2007, i documenti sostitutivi e integrativi siano stati successivamente integrati dopo un tempo notevole e, alcuni, addirittura riproposti con gli stessi errori già riscontrati il 30/08/07.
Tali dati riguardano:
il documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale.
Con tutti i conseguenti :
- temperatura;
- direzione del vento;
- velocità del vento;
- radiazione solare totale.
- Stabilità atmosferica.
Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per quelli non ammessi dalla conferenza dei servizi del 30/08/07 e da rifare completamente.
Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto.
Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ripetere l’errore per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”.
Quindi come si concilia la richiesta di risarcimento, per il ritardato esame della pratica AIA, con gli errori che si sono ripetuti?
Poi la richiesta ripropone alcuni errori:
- in merito al primo motivo del ricorso è sbagliato quanto affermato nello stesso ricorso perché la delibera della giunta (favorevole della Giunta di destra) è stata revocata di fatto con la delibera consiliare n. 50 del 10/09/07.
- Nella valutazione sostitutiva della VIA regionale vengono richiamati alcuni dati sui comuni limitrofi (Cotarda, Fossanova e Sonnino Scalo) che sono frazioni e non certo comuni e che quindi non potevano fornire dati comunali.
Anche per la centrale a biomasse dopo la riunione di maggio della conferenza unificata del 7 maggio 2009, presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri, che, citando un parere autorevole del Consiglio di Stato confermava sia la correttezza della procedura dell’amministrazione provinciale, sia la legittimità del parere del sindaco, si è in attesa di notizie.
Sembra che sia stata inserita per 2 volte nell’odg della stessa conferenza che però non avrebbe esaminato l’argomento per decidere (come finora non è mai avvenuto nei casi precedenti) oppure rinviarla all’ente successivo (in questo caso la Regione Lazio).
Pontinia 24 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Num. Reg. Gen.: 260/2009 Data Dep.: 02/04/2009 Sezione: 1
Oggetto del ricorso: ANNULLAMENTO PARERE ESPRESSO DAL SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA NELLA CONFERENZA DI SERVIZI "DECISORIA" DEL 27 GENNAIO 2009 CON IL TITOLO "PARERE DEL SINDACO DI PONTINIA AI SENSI DEGLI ARTT. 216 E 217 DEL TULS N. 1265/1934;
Ricorrenti/Resistenti
Tipo Nome Cognome / Istituzione
RICORRENTE PONTINIA RINNOVABILI SRL
RESISTENTE COMUNE DI PONTINIA IN PERSONA DEL SINDACO P.T.
RESISTENTE PROVINCIA DI LATINA
RESISTENTE NARDONE ANTONIO
RESISTENTE TOMBOLILLO ELIGIO
RESISTENTE VALLE NICOLETTA
Questa pubblicazione potrebbe già avvenire in queste ore oppure farsi attendere nella prima metà di settembre.
Da un lato appare singolare che una ditta che, dopo che il progetto era stato bocciato nella seduta AIA del 30 agosto 2007, i documenti sostitutivi e integrativi siano stati successivamente integrati dopo un tempo notevole e, alcuni, addirittura riproposti con gli stessi errori già riscontrati il 30/08/07.
Tali dati riguardano:
il documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale.
Con tutti i conseguenti :
- temperatura;
- direzione del vento;
- velocità del vento;
- radiazione solare totale.
- Stabilità atmosferica.
Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per quelli non ammessi dalla conferenza dei servizi del 30/08/07 e da rifare completamente.
Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto.
Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ripetere l’errore per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”.
Quindi come si concilia la richiesta di risarcimento, per il ritardato esame della pratica AIA, con gli errori che si sono ripetuti?
Poi la richiesta ripropone alcuni errori:
- in merito al primo motivo del ricorso è sbagliato quanto affermato nello stesso ricorso perché la delibera della giunta (favorevole della Giunta di destra) è stata revocata di fatto con la delibera consiliare n. 50 del 10/09/07.
- Nella valutazione sostitutiva della VIA regionale vengono richiamati alcuni dati sui comuni limitrofi (Cotarda, Fossanova e Sonnino Scalo) che sono frazioni e non certo comuni e che quindi non potevano fornire dati comunali.
Anche per la centrale a biomasse dopo la riunione di maggio della conferenza unificata del 7 maggio 2009, presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri, che, citando un parere autorevole del Consiglio di Stato confermava sia la correttezza della procedura dell’amministrazione provinciale, sia la legittimità del parere del sindaco, si è in attesa di notizie.
Sembra che sia stata inserita per 2 volte nell’odg della stessa conferenza che però non avrebbe esaminato l’argomento per decidere (come finora non è mai avvenuto nei casi precedenti) oppure rinviarla all’ente successivo (in questo caso la Regione Lazio).
Pontinia 24 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Num. Reg. Gen.: 260/2009 Data Dep.: 02/04/2009 Sezione: 1
Oggetto del ricorso: ANNULLAMENTO PARERE ESPRESSO DAL SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA NELLA CONFERENZA DI SERVIZI "DECISORIA" DEL 27 GENNAIO 2009 CON IL TITOLO "PARERE DEL SINDACO DI PONTINIA AI SENSI DEGLI ARTT. 216 E 217 DEL TULS N. 1265/1934;
Ricorrenti/Resistenti
Tipo Nome Cognome / Istituzione
RICORRENTE PONTINIA RINNOVABILI SRL
RESISTENTE COMUNE DI PONTINIA IN PERSONA DEL SINDACO P.T.
RESISTENTE PROVINCIA DI LATINA
RESISTENTE NARDONE ANTONIO
RESISTENTE TOMBOLILLO ELIGIO
RESISTENTE VALLE NICOLETTA
Turbogas prossima udienza 19 novembre 2009
Come si aspettava il tavolo tecnico del comune di Pontinia, che tenta di opporsi ai progetti particolarmente sgraditi delle centrali elettriche inquinanti e che aumentano anzichè diminuire le emissioni, l’udienza per al TAR di Latina per la centrale a turbogas la decisione dovrà attendere.
A questo punto ci si chiede se, oltre all’aspetto legale ed amministrativo, ci potrebbe essere una ripresa della conferenza unificata e decisoria/interlocutoria presso il Ministero dello Sviluppo Economico dopo la seduta del 9 aprile.
In quella data erano stati concessi 60 giorni alla regione Lazio per esprimere un parere di cui non si conoscono i contenuti (sempre che tale parere esista) oltre alle dichiarazioni nel corso della conferenza con la presenza a sorpresa della rappresentante della Regione stessa.
Si conoscono le dichiarazioni ufficiali e contrarie al progetti della turbogas e a favore del comune di Pontinia della segreteria del presidente Piero Marrazzo, i consiglieri di maggioranza della provincia di Latina, Moscardelli e Di Resta, il capogruppo dei verdi Fontana, l’assessore all’ambiente Filiberto Zaratti, oltre alle promesse e all’impegno dello stesso presidente.
Ma non ci sono notizie aggiornate o ufficiali oltre ai comunicati stampa e alle agenzie di stampa.
Visto che i tempi della giustizia si stanno allungando ed è facile attendersi, prima del 19 novembre, data della prossima udienza, altri ricorsi, note, documenti che potrebbero ulteriormente ritardare la sentenza, è probabile che la conferenza non si riunisca e che l’eventuale parere (sempre che venga emesso) sarà redatto addirittura dalla nuova amministrazione regionale della primavera 2010.
Ma il tavolo tecnico continua comunque a difendere il territorio affianco dell’amministrazione comunale con o senza la Regione Lazio.
Pontinia 24 luglio 2009 ecologia e territorio Giorgio Libralato
Num. Reg. Gen.: 267/2009 Data Dep.: 06/04/2009 Sezione: 1
Oggetto del ricorso: ANNULLAMENTO PROVVEDIMENTO DEL SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA PROT. N. 3944 DEL 3 MARZO 2009 CON CUI SI EMETTE PARERE DI INCOMPATIBILITÀ TERRITORIALE SULL'ISTANZA DELLA ACEAELECTRABEL PRODUZIONE SPA PER IL PROGETTO DI UNA CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO DA CIRCA 400 MW IN LOCALITÀ "MAZZOCCHIO"-AREA INDUSTRIALE;
Ricorrenti/Resistenti
Tipo Nome Cognome / Istituzione
RICORRENTE ACEAELECTRABEL PRODUZIONE S.P.A.
RESISTENTE COMUNE DI PONTINIA IN PERSONA DEL SINDACO P.T.
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO DIREZIONE REGIONALE DEL LAZIO
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO DIPARTIMENTI DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE
RESISTENTE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
INTERVENIENTE(O) AGROB ITALIANA SRL
Data fiss. udienza: 19/11/2009 Tipologia udienza: UDIENZA PUBBLICA
Relatore: DA ASSEGNARE MAGISTRATO Tipologia del relatore: CONSIGLIERE
A questo punto ci si chiede se, oltre all’aspetto legale ed amministrativo, ci potrebbe essere una ripresa della conferenza unificata e decisoria/interlocutoria presso il Ministero dello Sviluppo Economico dopo la seduta del 9 aprile.
In quella data erano stati concessi 60 giorni alla regione Lazio per esprimere un parere di cui non si conoscono i contenuti (sempre che tale parere esista) oltre alle dichiarazioni nel corso della conferenza con la presenza a sorpresa della rappresentante della Regione stessa.
Si conoscono le dichiarazioni ufficiali e contrarie al progetti della turbogas e a favore del comune di Pontinia della segreteria del presidente Piero Marrazzo, i consiglieri di maggioranza della provincia di Latina, Moscardelli e Di Resta, il capogruppo dei verdi Fontana, l’assessore all’ambiente Filiberto Zaratti, oltre alle promesse e all’impegno dello stesso presidente.
Ma non ci sono notizie aggiornate o ufficiali oltre ai comunicati stampa e alle agenzie di stampa.
Visto che i tempi della giustizia si stanno allungando ed è facile attendersi, prima del 19 novembre, data della prossima udienza, altri ricorsi, note, documenti che potrebbero ulteriormente ritardare la sentenza, è probabile che la conferenza non si riunisca e che l’eventuale parere (sempre che venga emesso) sarà redatto addirittura dalla nuova amministrazione regionale della primavera 2010.
Ma il tavolo tecnico continua comunque a difendere il territorio affianco dell’amministrazione comunale con o senza la Regione Lazio.
Pontinia 24 luglio 2009 ecologia e territorio Giorgio Libralato
Num. Reg. Gen.: 267/2009 Data Dep.: 06/04/2009 Sezione: 1
Oggetto del ricorso: ANNULLAMENTO PROVVEDIMENTO DEL SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA PROT. N. 3944 DEL 3 MARZO 2009 CON CUI SI EMETTE PARERE DI INCOMPATIBILITÀ TERRITORIALE SULL'ISTANZA DELLA ACEAELECTRABEL PRODUZIONE SPA PER IL PROGETTO DI UNA CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO DA CIRCA 400 MW IN LOCALITÀ "MAZZOCCHIO"-AREA INDUSTRIALE;
Ricorrenti/Resistenti
Tipo Nome Cognome / Istituzione
RICORRENTE ACEAELECTRABEL PRODUZIONE S.P.A.
RESISTENTE COMUNE DI PONTINIA IN PERSONA DEL SINDACO P.T.
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO DIREZIONE REGIONALE DEL LAZIO
RESISTENTE MINISTERO DELL'INTERNO DIPARTIMENTI DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE
RESISTENTE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
INTERVENIENTE(O) AGROB ITALIANA SRL
Data fiss. udienza: 19/11/2009 Tipologia udienza: UDIENZA PUBBLICA
Relatore: DA ASSEGNARE MAGISTRATO Tipologia del relatore: CONSIGLIERE
mercoledì 22 luglio 2009
23 luglio la giornata delle centrali elettriche
Domani 23 luglio l’ennesima giornata delle centrali elettriche, appuntamento doppio al TAR di Latina.
Pontinia Rinnovabili srl (centrale a biomasse) contro il comune di Pontinia, la provincia di Latina, il Dott. Eligio Tombolillo, la Dott.ssa Nicoletta Valle, il Dott. Ing. Antonio Nardone per il parere contrario espresso dal dott. Eligio Tombolillo sindaco del comune di Pontinia nella conferenza di servizi decisoria del 27/01/2009 e allegato agli della conferenza con il titolo “parere del sindaco di Pontinia ai sensi degli art. 216 e 217 del TULS n. 1265/1934.
Oltre all’annullamento del parere la Pontinia Rinnovabili srl chiede il risarcimento danni di € 7.783.929,00 agli Enti e alle singole persone.
Sarà interessante conoscere la posizione sia dell’amministrazione provinciale di Latina, sia dei Funzionari interessati.
Singolare che l’avvocato che attacca (di parte della Pontinia Rinnovabili srl) l’amministrazione provinciale di Latina e i suoi funzionari sia un ex presidente della provincia che ha sostenuto una delle liste in appoggio al riconfermato presidente Cusani.
Altrettanto significativo che la conferenza dei servizi presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri abbia sostenuto la validità sia dell’operato del Sindaco di Pontinia, sia dell’amministrazione provinciale di Latina, citando autorevoli pareri del Consiglio di Stato.
Il TAR di Latina smentirà il Consiglio di Stato?
Oppure il TAR di Latina smentirà l’operato della segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri?
Quale sarà inoltre la posizione della ditta intervenuta ad aiutare la posizione del comune di Pontinia?
Sarà nuovamente citata la sentenza del Tribunale di Latina che metteva in dubbio (annullando alcuni atti di proprietà) che hanno originato l’attuale proprietà della ditta ricorrente?
In altre parole, vista tale sentenza, sono stati rispettati i patti contrattuali originari?
Ugualmente domani al TAR di Latina si discuterà del ricorso dell’AceaElectrabel produzione spa presentato il 3 aprile 2009 contro il comune di Pontinia, il Ministero dell’Interno, Dipartimenti dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza, in persona del presidente p.t., del Ministero dell’interno, corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Direzione Regionale del Lazio, Comitato Tecnico Regionale per il Lazio, in persona presidente p.t, del Ministero dell’Interno in persona del Ministro p.t., del Ministero dello sviluppo economico, in persona del ministro p.t., per l’annullamento del provvedimento del comune di Pontinia prot. 3944 del 3.3.2009, chiedendo un risarcimento danni (sbagliato sommando i vari parziali) di € 3.925.128,00.
A tale ricorso se ne sono aggiunti altri 2 (finora, poi vedremo…) .
Interverranno nel procedimento i Ministri interessati?
E le Direzioni citate?
Quale posizione prenderanno in favore o contro l’autonomia del comune di Pontinia?
Ci saranno altri interventi pro o contro la ditta e il comune di Pontinia?
Quali altri fatti emergeranno?
Pontinia domani sarà una città libera dall’incubo delle emissioni, dell’inquinamento, di progetti sgraditi oppure sarà messa un’ipoteca sulle nuove generazioni, una pietra tombale sulle ipotesi di sviluppo, miglioramento, tutela e salvaguardia?
Oppure la partita verrà nuovamente rinviata visti i nuovi sviluppo già noti e le sorprese di domani mattina?
Meno male che si parlava (una volta) di autonomia locale, di accordo, collaborazione e dialogo tra imprese ed enti locali, di programmazione politica, territoriale, sociale e urbanistica invece tutto viene delegato alle aule del Tribunale.
Esiste ancora la politica? In caso positivo quanto conta?
Pontinia 22 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Pontinia Rinnovabili srl (centrale a biomasse) contro il comune di Pontinia, la provincia di Latina, il Dott. Eligio Tombolillo, la Dott.ssa Nicoletta Valle, il Dott. Ing. Antonio Nardone per il parere contrario espresso dal dott. Eligio Tombolillo sindaco del comune di Pontinia nella conferenza di servizi decisoria del 27/01/2009 e allegato agli della conferenza con il titolo “parere del sindaco di Pontinia ai sensi degli art. 216 e 217 del TULS n. 1265/1934.
Oltre all’annullamento del parere la Pontinia Rinnovabili srl chiede il risarcimento danni di € 7.783.929,00 agli Enti e alle singole persone.
Sarà interessante conoscere la posizione sia dell’amministrazione provinciale di Latina, sia dei Funzionari interessati.
Singolare che l’avvocato che attacca (di parte della Pontinia Rinnovabili srl) l’amministrazione provinciale di Latina e i suoi funzionari sia un ex presidente della provincia che ha sostenuto una delle liste in appoggio al riconfermato presidente Cusani.
Altrettanto significativo che la conferenza dei servizi presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri abbia sostenuto la validità sia dell’operato del Sindaco di Pontinia, sia dell’amministrazione provinciale di Latina, citando autorevoli pareri del Consiglio di Stato.
Il TAR di Latina smentirà il Consiglio di Stato?
Oppure il TAR di Latina smentirà l’operato della segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri?
Quale sarà inoltre la posizione della ditta intervenuta ad aiutare la posizione del comune di Pontinia?
Sarà nuovamente citata la sentenza del Tribunale di Latina che metteva in dubbio (annullando alcuni atti di proprietà) che hanno originato l’attuale proprietà della ditta ricorrente?
In altre parole, vista tale sentenza, sono stati rispettati i patti contrattuali originari?
Ugualmente domani al TAR di Latina si discuterà del ricorso dell’AceaElectrabel produzione spa presentato il 3 aprile 2009 contro il comune di Pontinia, il Ministero dell’Interno, Dipartimenti dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza, in persona del presidente p.t., del Ministero dell’interno, corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Direzione Regionale del Lazio, Comitato Tecnico Regionale per il Lazio, in persona presidente p.t, del Ministero dell’Interno in persona del Ministro p.t., del Ministero dello sviluppo economico, in persona del ministro p.t., per l’annullamento del provvedimento del comune di Pontinia prot. 3944 del 3.3.2009, chiedendo un risarcimento danni (sbagliato sommando i vari parziali) di € 3.925.128,00.
A tale ricorso se ne sono aggiunti altri 2 (finora, poi vedremo…) .
Interverranno nel procedimento i Ministri interessati?
E le Direzioni citate?
Quale posizione prenderanno in favore o contro l’autonomia del comune di Pontinia?
Ci saranno altri interventi pro o contro la ditta e il comune di Pontinia?
Quali altri fatti emergeranno?
Pontinia domani sarà una città libera dall’incubo delle emissioni, dell’inquinamento, di progetti sgraditi oppure sarà messa un’ipoteca sulle nuove generazioni, una pietra tombale sulle ipotesi di sviluppo, miglioramento, tutela e salvaguardia?
Oppure la partita verrà nuovamente rinviata visti i nuovi sviluppo già noti e le sorprese di domani mattina?
Meno male che si parlava (una volta) di autonomia locale, di accordo, collaborazione e dialogo tra imprese ed enti locali, di programmazione politica, territoriale, sociale e urbanistica invece tutto viene delegato alle aule del Tribunale.
Esiste ancora la politica? In caso positivo quanto conta?
Pontinia 22 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
martedì 21 luglio 2009
Progetti sgraditi e incidenti gravi, quarta parte
Progetti sgraditi e incidenti gravi, quarta parte
Il consiglio comunale di Pontinia l’8 luglio ha approvato all’unanimità l’elaborato tecnico di pianificazione urbanistica in prossimita’ degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (r.i.r.) di cui al Decreto Legislativo n. 334/1999, Decreto Ministeriale 9 maggio 2001, vista la presenza di 2 attività nell’area industriale di Mazzocchio soggette a rischio di incidente rilevante.
Tra gli allegati: la tavola 1 corografia su CTR scala 1:10.000; la tavola 2 quadro di unione catastale comune di Pontinia scala 1:25.000, la tavola 3 planimetria catastale scala 1:5.000, oltre alle valutazioni di una, la Sud Gas spa, delle 2 ditte (l’altra è ancora in corso), nonché le riunioni e conclusioni cui è giunta la conferenza dei servizi presso il comitato tecnico regionale dei vigili del fuoco.
Con tale delibera non viene modificata la previsione urbanistica, gli insediamenti che potevano essere realizzati fino all’8 luglio lo saranno anche dopo.
La variante consiste nella documentazione che i progetti dei nuovi insediamenti nel raggio di 2 km dallo stabilimento della Sud Gas dovranno contenere l’ubicazione nelle planimetrie allegate alla delibera oltre alla dichiarazione se saranno previste o meno attività o sostanze rientranti nell’elenco di quelle a rischio di incidente rilevante.
Se i progetti non rientreranno, come attività o sostanze, tra quelle che provocheranno aggravio di rischio non vi sarà alcuna limitazione, se poste a una distanza superiore a 230 m dal raggio della società Sud Gas spa.
Altrimenti se saranno soggette o conterranno queste sostanze dovranno presentare apposita documentazione, studio e valutazione tali da dimostrare che non esiste effetto domino o che comunque le precauzioni assunte in sede di progetto saranno tali da non costituire aggravio di rischio.
In mancanza di questa documentazione le nuove attività avranno parere negativo sia per la richiesta di permesso a costruire sia per la richiesta di certificazione di compatibilità con l’azienda Sud Gas spa.
Quali sono gli impianti e le attività che daranno aggravio di rischio rispetto alla Sud Gas e che quindi non potranno essere installate nel raggio di 2 km se non dopo apposita dimostrazione, documentazione e specifica analisi?
Quelle contenute nell’ALLEGATO A (articolo 5, comma 2) del D. Lgs. 334/1991:
1- Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di sostanze chimiche organiche o inorganiche in cui vengono a tal fine utilizzati, tra l'altro, i seguenti procedimenti:
alchilazione
amminazione con ammoniaca
carbonilazione
condensazione
deidrogenazione
esterificazione
alogenazione e produzione di alogeni
idrogenazione
idrolisi
ossidazione
polimerizzazione
solfonazione
desolfonazione, fabbricazione e trasformazione di derivati solforati
nitrazione e fabbricazione di derivati azotati
fabbricazione di derivati fosforati
formulazione di antiparassitari e di prodotti farmaceutici
distillazione
estrazione
solubilizzazione
miscelazione
2- Stabilimenti per la distillazione o raffinazione, ovvero altre successive trasformazioni del petrolio o dei prodotti petroliferi.
3- Stabilimenti destinati all'eliminazione totale o parziale di sostanze solide o liquide mediante combustione o decomposizione chimica.
4- Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di gas energetici, per esempio gas di petrolio liquefatto, gas naturale liquefatto e gas naturale di sintesi.
5- Stabilimenti per la distillazione a secco di carbon fossile e lignite.
6- Stabilimenti per la produzione di metalli o metalloidi per via umida o mediante energia elettrica.
Pontinia 21 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Il consiglio comunale di Pontinia l’8 luglio ha approvato all’unanimità l’elaborato tecnico di pianificazione urbanistica in prossimita’ degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (r.i.r.) di cui al Decreto Legislativo n. 334/1999, Decreto Ministeriale 9 maggio 2001, vista la presenza di 2 attività nell’area industriale di Mazzocchio soggette a rischio di incidente rilevante.
Tra gli allegati: la tavola 1 corografia su CTR scala 1:10.000; la tavola 2 quadro di unione catastale comune di Pontinia scala 1:25.000, la tavola 3 planimetria catastale scala 1:5.000, oltre alle valutazioni di una, la Sud Gas spa, delle 2 ditte (l’altra è ancora in corso), nonché le riunioni e conclusioni cui è giunta la conferenza dei servizi presso il comitato tecnico regionale dei vigili del fuoco.
Con tale delibera non viene modificata la previsione urbanistica, gli insediamenti che potevano essere realizzati fino all’8 luglio lo saranno anche dopo.
La variante consiste nella documentazione che i progetti dei nuovi insediamenti nel raggio di 2 km dallo stabilimento della Sud Gas dovranno contenere l’ubicazione nelle planimetrie allegate alla delibera oltre alla dichiarazione se saranno previste o meno attività o sostanze rientranti nell’elenco di quelle a rischio di incidente rilevante.
Se i progetti non rientreranno, come attività o sostanze, tra quelle che provocheranno aggravio di rischio non vi sarà alcuna limitazione, se poste a una distanza superiore a 230 m dal raggio della società Sud Gas spa.
Altrimenti se saranno soggette o conterranno queste sostanze dovranno presentare apposita documentazione, studio e valutazione tali da dimostrare che non esiste effetto domino o che comunque le precauzioni assunte in sede di progetto saranno tali da non costituire aggravio di rischio.
In mancanza di questa documentazione le nuove attività avranno parere negativo sia per la richiesta di permesso a costruire sia per la richiesta di certificazione di compatibilità con l’azienda Sud Gas spa.
Quali sono gli impianti e le attività che daranno aggravio di rischio rispetto alla Sud Gas e che quindi non potranno essere installate nel raggio di 2 km se non dopo apposita dimostrazione, documentazione e specifica analisi?
Quelle contenute nell’ALLEGATO A (articolo 5, comma 2) del D. Lgs. 334/1991:
1- Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di sostanze chimiche organiche o inorganiche in cui vengono a tal fine utilizzati, tra l'altro, i seguenti procedimenti:
alchilazione
amminazione con ammoniaca
carbonilazione
condensazione
deidrogenazione
esterificazione
alogenazione e produzione di alogeni
idrogenazione
idrolisi
ossidazione
polimerizzazione
solfonazione
desolfonazione, fabbricazione e trasformazione di derivati solforati
nitrazione e fabbricazione di derivati azotati
fabbricazione di derivati fosforati
formulazione di antiparassitari e di prodotti farmaceutici
distillazione
estrazione
solubilizzazione
miscelazione
2- Stabilimenti per la distillazione o raffinazione, ovvero altre successive trasformazioni del petrolio o dei prodotti petroliferi.
3- Stabilimenti destinati all'eliminazione totale o parziale di sostanze solide o liquide mediante combustione o decomposizione chimica.
4- Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di gas energetici, per esempio gas di petrolio liquefatto, gas naturale liquefatto e gas naturale di sintesi.
5- Stabilimenti per la distillazione a secco di carbon fossile e lignite.
6- Stabilimenti per la produzione di metalli o metalloidi per via umida o mediante energia elettrica.
Pontinia 21 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
lunedì 20 luglio 2009
tra impianti sgraditi e incidenti gravi, 3. parte
Anche nel comune di Pontinia risultano attive e funzionanti,
regolarmente autorizzate, 2 industrie a rischio di incidente
rilevante, in base al D.Lgs. 334/1999.
Per questo motivo il comune di Pontinia ha emanato 2 delibere (una di
giunta, l’altra di consiglio comunale) avente per oggetto il RIR
(rischio di incidente rilevante).
In base alla normativa vigente, aggiornata in seguito ai successivi
gravi incidenti, denominata direttiva Seveso, proprio derivante dal
famoso incidente della società e relativo stabilimento Icmesa, ubicato
nel comune Lombardo. Nonostante le segnalazioni delle persone e
della popolazione nessuna precauzione era stata presa dalle autorità
competenti per limitare gli effetti di un eventuale (che si è
purtroppo verificato) incidente.
Il comune di Pontinia collaborando con il CTR (comitato tecnico
regionale dei vigili del fuoco), il comando provinciale dei VVF di
Latina, la Prefettura di Latina, ha partecipato alla valutazione di
una industria a rischio di incidente rilevante e interessato, con
apposita esercitazione e informazione le residenze e le industrie nel
raggio di 1 km, identificato dalla stessa azienda.
Difatti gli eventuali scenari della valutazione nella conferenza dei
servizi e dell’azienda interessata hanno circoscritto gli effetti, con
scenari vari in questo ambito di azione.
Il comune di Pontinia, come hanno fatto altri comuni italiani in
precedenza, anche in assenza della documentazione della seconda
azienda a rischio di incidente rilevante, di cui sembra, sia in corso
la valutazione presso il CTR e la Prefettura, ha adempiuto agli
obblighi di legge in materia di controllo dell’urbanizzazione con le 2
delibere sopra richiamate.
Difatti sia le persone che abitano nella zona, sia le aziende
esistenti o che si potrebbero installare devono conoscere gli effetti
probabili, ma anche le misure da prendere in caso di necessità,
precauzionali o di effettivo allarme ed intervento.
Allo scopo di non aggravare il rischio e di non costituire eventuale
effetto domino, ampliando i probabili incidenti rilevanti, il comune
di Pontinia, senza modificare le previsioni urbanistiche, quindi senza
limitare la costruzione o modificare la destinazione d’uso, ha:
- individuato in base al raggio di azione dei probabili incidenti come
sopra analizzati, quali attività sono permesse e a quale distanza nel
raggio di 1 km, in base alla tabelle delle normative richiamate e
vigenti;
- sono libere tutte le attività previste dal regolamento e dallo
strumento urbanistico, dopo apposita dimostrazione grafica e analitica
che non costituiscono aggravio di rischio (quindi che non contengono a
loro volta attività o sostanze comprese nelle apposite tabelle della
normativa);
- le altre attività che possono costituire aggravio di rischio, fino
alla distanza di 2 km dall’insediamento analizzato a rischio di
incidente rilevante, dovranno fornire al comune di Pontinia, per
l’esame di compatibilità e per il rilascio del permesso a costruire,
una serie di documenti previsti dal D.Lgs. 334/1999. Se questi
documenti non saranno forniti o saranno incompleti sarà dato
automaticamente parere contrario. Viceversa, dopo la fornitura di tali
documenti, il comune di Pontinia procederà all’esame di quanto
proposto riservandosi di decidere in merito.
Pontinia 19 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Direttiva Seveso
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'incidente di Seveso ha spinto gli stati dell'Unione Europea a
dotarsi di una politica comune in materia di prevenzione dei grandi
rischi industriali a partire dal 1982.
La direttiva europea detta "direttiva Seveso" impone agli stati membri
di identificare i propri siti a rischio. La direttiva è evoluta nel
corso del tempo, la versione più recente è la direttiva 96/82/CE
("Seveso 2"), in vigore dal 3 febbraio 1999, concernente il controllo
dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose.
Disposizioni della direttiva
il censimento degli stabilimenti a rischio, con identificazione delle
sostanze pericolose
• l'esistenza in ogni stabilimento a rischio di un piano di
prevenzione e di un piano di emergenza
• la cooperazione tra i gestori per limitare l'effetto domino
• il controllo dell'urbanizzazione attorno ai siti a rischio
• l'informazione degli abitanti delle zone limitrofe
• l'esistenza di un'autorità preposta all'ispezione dei siti a rischio
La direttiva non include le installazioni militari ed i rischi
connessi all'emissione di radiazioni ionizzanti.
In Italia il controllo dei siti a rischio è affidato alle agenzie
regionali per la protezione ambientale (ARPA, VVF, CTR).
SEVESO II
Si pensò successivamente di cambiare il sistema di approccio ai
sistemi di sicurezza nell'ambito industriale con la direttiva 96/82
CEE, successivamente recepita in Italia con D.Lgs. 334/99, in cui
venne diminuita il numero di sostanze nominali delle materie
pericolose da 180 a 50, ma si affiancò a questo elenco, una lista di
classi di pericolosità che ampliò di conseguenza il campo di
applicazione del decreto.
SEVESO III
Dopo l'incidente di una fabbrica di fertilizzanti a Tolosa che ha
causato uno sversamento di nitrato di ammonio nell'ambiente
circostante e lo scoppio di una azienda di materiale pirotecnico in
Olanda si è vista l'esigenza di attuare delle modifiche alla Seveso II
con la direttiva CEE 105/2003, meglio conosciuta come Seveso III (o
"Seveso ter").
In questa normativa si sono introdotti nuovi limiti per le aziende che
detengono nitrato di ammonio, materiale pirotecnico e per le aziende
minerarie, oltre all'abbassamento dei valori limite per le sostanze
tossiche e l'innalzamento dei limiti per le sostanze ritenute
cancerogene.
ADEMPIMENTI DELLE DIVERSE CATEGORIE • Art. 5.2
• Individuare i rischi di incidente rilevante;
• Integrare il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) di cui al D.Lgs.81/08;
• Provvedere all’informazione, formazione e addestramento come
previsto dal D.M.16/03/98.
• Art.6
• Trasmettere la notifica, con le modalità dell’autocertificazione, a:
Min. Amb., Regione, Provincia, Comune, Prefetto e CTR;
• Trasmettere la Scheda di Informazione di cui all’allegato V a: Min.
Amb., Regione, Sindaco e Prefetto;
• Redigere e riesaminare ogni 2 anni il documento di Politica di
prevenzione degli incidenti rilevanti di cui all’articolo 7;
• Attuare il SGS (Sistema di Gestione della Sicurezza) di cui allo
stesso documento.
• Art.8
• Trasmettere il RdS (Rapporto di sicurezza) all’autorità competente ;
• Riesaminare il rapporto di sicurezza: a) ogni 5 anni; b) ad ogni
modifica che costituisca aggravio del preesistente livello di rischio;
c) ogni volta che intervengano nuove conoscenze tecniche in materia di
sicurezza;
• Predisporre il Piano di Emergenza Interno;
• Trasmettere al Prefetto e alla Provincia le informazioni per la
stesura del Piano di Emergenza Esterno.
regolarmente autorizzate, 2 industrie a rischio di incidente
rilevante, in base al D.Lgs. 334/1999.
Per questo motivo il comune di Pontinia ha emanato 2 delibere (una di
giunta, l’altra di consiglio comunale) avente per oggetto il RIR
(rischio di incidente rilevante).
In base alla normativa vigente, aggiornata in seguito ai successivi
gravi incidenti, denominata direttiva Seveso, proprio derivante dal
famoso incidente della società e relativo stabilimento Icmesa, ubicato
nel comune Lombardo. Nonostante le segnalazioni delle persone e
della popolazione nessuna precauzione era stata presa dalle autorità
competenti per limitare gli effetti di un eventuale (che si è
purtroppo verificato) incidente.
Il comune di Pontinia collaborando con il CTR (comitato tecnico
regionale dei vigili del fuoco), il comando provinciale dei VVF di
Latina, la Prefettura di Latina, ha partecipato alla valutazione di
una industria a rischio di incidente rilevante e interessato, con
apposita esercitazione e informazione le residenze e le industrie nel
raggio di 1 km, identificato dalla stessa azienda.
Difatti gli eventuali scenari della valutazione nella conferenza dei
servizi e dell’azienda interessata hanno circoscritto gli effetti, con
scenari vari in questo ambito di azione.
Il comune di Pontinia, come hanno fatto altri comuni italiani in
precedenza, anche in assenza della documentazione della seconda
azienda a rischio di incidente rilevante, di cui sembra, sia in corso
la valutazione presso il CTR e la Prefettura, ha adempiuto agli
obblighi di legge in materia di controllo dell’urbanizzazione con le 2
delibere sopra richiamate.
Difatti sia le persone che abitano nella zona, sia le aziende
esistenti o che si potrebbero installare devono conoscere gli effetti
probabili, ma anche le misure da prendere in caso di necessità,
precauzionali o di effettivo allarme ed intervento.
Allo scopo di non aggravare il rischio e di non costituire eventuale
effetto domino, ampliando i probabili incidenti rilevanti, il comune
di Pontinia, senza modificare le previsioni urbanistiche, quindi senza
limitare la costruzione o modificare la destinazione d’uso, ha:
- individuato in base al raggio di azione dei probabili incidenti come
sopra analizzati, quali attività sono permesse e a quale distanza nel
raggio di 1 km, in base alla tabelle delle normative richiamate e
vigenti;
- sono libere tutte le attività previste dal regolamento e dallo
strumento urbanistico, dopo apposita dimostrazione grafica e analitica
che non costituiscono aggravio di rischio (quindi che non contengono a
loro volta attività o sostanze comprese nelle apposite tabelle della
normativa);
- le altre attività che possono costituire aggravio di rischio, fino
alla distanza di 2 km dall’insediamento analizzato a rischio di
incidente rilevante, dovranno fornire al comune di Pontinia, per
l’esame di compatibilità e per il rilascio del permesso a costruire,
una serie di documenti previsti dal D.Lgs. 334/1999. Se questi
documenti non saranno forniti o saranno incompleti sarà dato
automaticamente parere contrario. Viceversa, dopo la fornitura di tali
documenti, il comune di Pontinia procederà all’esame di quanto
proposto riservandosi di decidere in merito.
Pontinia 19 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Direttiva Seveso
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'incidente di Seveso ha spinto gli stati dell'Unione Europea a
dotarsi di una politica comune in materia di prevenzione dei grandi
rischi industriali a partire dal 1982.
La direttiva europea detta "direttiva Seveso" impone agli stati membri
di identificare i propri siti a rischio. La direttiva è evoluta nel
corso del tempo, la versione più recente è la direttiva 96/82/CE
("Seveso 2"), in vigore dal 3 febbraio 1999, concernente il controllo
dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose.
Disposizioni della direttiva
il censimento degli stabilimenti a rischio, con identificazione delle
sostanze pericolose
• l'esistenza in ogni stabilimento a rischio di un piano di
prevenzione e di un piano di emergenza
• la cooperazione tra i gestori per limitare l'effetto domino
• il controllo dell'urbanizzazione attorno ai siti a rischio
• l'informazione degli abitanti delle zone limitrofe
• l'esistenza di un'autorità preposta all'ispezione dei siti a rischio
La direttiva non include le installazioni militari ed i rischi
connessi all'emissione di radiazioni ionizzanti.
In Italia il controllo dei siti a rischio è affidato alle agenzie
regionali per la protezione ambientale (ARPA, VVF, CTR).
SEVESO II
Si pensò successivamente di cambiare il sistema di approccio ai
sistemi di sicurezza nell'ambito industriale con la direttiva 96/82
CEE, successivamente recepita in Italia con D.Lgs. 334/99, in cui
venne diminuita il numero di sostanze nominali delle materie
pericolose da 180 a 50, ma si affiancò a questo elenco, una lista di
classi di pericolosità che ampliò di conseguenza il campo di
applicazione del decreto.
SEVESO III
Dopo l'incidente di una fabbrica di fertilizzanti a Tolosa che ha
causato uno sversamento di nitrato di ammonio nell'ambiente
circostante e lo scoppio di una azienda di materiale pirotecnico in
Olanda si è vista l'esigenza di attuare delle modifiche alla Seveso II
con la direttiva CEE 105/2003, meglio conosciuta come Seveso III (o
"Seveso ter").
In questa normativa si sono introdotti nuovi limiti per le aziende che
detengono nitrato di ammonio, materiale pirotecnico e per le aziende
minerarie, oltre all'abbassamento dei valori limite per le sostanze
tossiche e l'innalzamento dei limiti per le sostanze ritenute
cancerogene.
ADEMPIMENTI DELLE DIVERSE CATEGORIE • Art. 5.2
• Individuare i rischi di incidente rilevante;
• Integrare il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) di cui al D.Lgs.81/08;
• Provvedere all’informazione, formazione e addestramento come
previsto dal D.M.16/03/98.
• Art.6
• Trasmettere la notifica, con le modalità dell’autocertificazione, a:
Min. Amb., Regione, Provincia, Comune, Prefetto e CTR;
• Trasmettere la Scheda di Informazione di cui all’allegato V a: Min.
Amb., Regione, Sindaco e Prefetto;
• Redigere e riesaminare ogni 2 anni il documento di Politica di
prevenzione degli incidenti rilevanti di cui all’articolo 7;
• Attuare il SGS (Sistema di Gestione della Sicurezza) di cui allo
stesso documento.
• Art.8
• Trasmettere il RdS (Rapporto di sicurezza) all’autorità competente ;
• Riesaminare il rapporto di sicurezza: a) ogni 5 anni; b) ad ogni
modifica che costituisca aggravio del preesistente livello di rischio;
c) ogni volta che intervengano nuove conoscenze tecniche in materia di
sicurezza;
• Predisporre il Piano di Emergenza Interno;
• Trasmettere al Prefetto e alla Provincia le informazioni per la
stesura del Piano di Emergenza Esterno.
domenica 19 luglio 2009
ricorso contro il parere AIA della turbogas
Il lavoro del tavolo tecnico comunale di Pontinia contro i progetti sgraditi e quindi centrali elettriche che aumentano emissioni anzichè ridurle, in contrasto con il protocollo di Kyoto e con la direttiva europea 20/20/20 si è incentrato sul ricorso al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale AIA da parte del Ministero dell'Ambiente (MATTM) al progetto, della centrale elettrica a turbogas, nella zona industriale di Mazzocchio.
Difatti il 30 maggio, data dalla quale decorrono i termini per il ricorso avverso tale rilascio, è stata pubblicata la Gazzetta Ufficiale n. 124 della serie generale che contiene tale comunicato, appresso riportato.
Come sempre sono talmente ampie e rilevanti le motivazioni del ricorso da lasciare buone speranze ai ricorrenti, quindi all'amministrazione del comune di Pontinia e, forse alle amministrazioni comunali confinanti o comunque interessate dalle emissioni della centrale elettrica a turbogas, come anche l'amministrazione provinciale di Latina e diverse aziende, associazioni e cittadini avevano avanzato osservazioni.
Probabilmente si avrà un altro momento pubblico nel quale saranno valutate eventuali proposte di stendere uno o più ricorsi anche con motivazioni diverse tra loro, a seconda dei tanti interessi da tutelare avverso un progetto che mette un'ipoteca irreversibile sulla salute, sull'ambiente, sull'economia, sull'agricoltura dell'intera pianura pontina e delle colline vicine.
Sarà importante, ancora una volta, il contributo di tutti, di idee e informazioni, ma anche l'unità di intenti di tutte le forze politiche confermate all'unanimità nel consiglio comunale di Pontinia che l'8 luglio ha votato senza esitazioni contro i progetti delle centrali elettriche, in difesa del territorio e dell'autonomia decisionale.
Ancora una volta questa decisione del ministero dell'ambiente mortifica la volontà locale, ma anche tutti i pareri tecnici, scientifici, legali, amministrativi che ne hanno dimostrato la palese incompatibilità del progetto.
Ancora una volta Davide, il piccolo comune di Pontinia, si difende contro Golia.
Il tutto nell'assordante silenzio della Regione Lazio.
Pontinia 19 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
COMUNICATO
Rilascio, alla societa' AceaElectrabel Produzione S.p.A., dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della centrale termoelettrica da ubicarsi nel comune di Pontinia. (09A06199) (GU n. 124 del 30-5-2009 )
Si rende noto che, con decreto del Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare prot. n. DSA/DEC/2009/0000301 del 20
aprile 2009, e' stata rilasciata alla societa' AceaElectrabel
Produzione S.p.A., con sede legale in Roma, piazzale Ostiense n. 2,
l'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della centrale
termoelettrica da ubicare nel comune di Pontinia (Latina), ai sensi
del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59.
Copia del provvedimento, ai sensi dell'art. 5, comma 15, del
decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, e' messa a disposizione
del pubblico per la consultazione presso la Direzione per la
salvaguardia ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, via C. Colombo n. 44, Roma, e attraverso
il sito web del Ministero, agli indirizzi www.minambiente.it e
www.dsa.minambiente.it/AIA.
Difatti il 30 maggio, data dalla quale decorrono i termini per il ricorso avverso tale rilascio, è stata pubblicata la Gazzetta Ufficiale n. 124 della serie generale che contiene tale comunicato, appresso riportato.
Come sempre sono talmente ampie e rilevanti le motivazioni del ricorso da lasciare buone speranze ai ricorrenti, quindi all'amministrazione del comune di Pontinia e, forse alle amministrazioni comunali confinanti o comunque interessate dalle emissioni della centrale elettrica a turbogas, come anche l'amministrazione provinciale di Latina e diverse aziende, associazioni e cittadini avevano avanzato osservazioni.
Probabilmente si avrà un altro momento pubblico nel quale saranno valutate eventuali proposte di stendere uno o più ricorsi anche con motivazioni diverse tra loro, a seconda dei tanti interessi da tutelare avverso un progetto che mette un'ipoteca irreversibile sulla salute, sull'ambiente, sull'economia, sull'agricoltura dell'intera pianura pontina e delle colline vicine.
Sarà importante, ancora una volta, il contributo di tutti, di idee e informazioni, ma anche l'unità di intenti di tutte le forze politiche confermate all'unanimità nel consiglio comunale di Pontinia che l'8 luglio ha votato senza esitazioni contro i progetti delle centrali elettriche, in difesa del territorio e dell'autonomia decisionale.
Ancora una volta questa decisione del ministero dell'ambiente mortifica la volontà locale, ma anche tutti i pareri tecnici, scientifici, legali, amministrativi che ne hanno dimostrato la palese incompatibilità del progetto.
Ancora una volta Davide, il piccolo comune di Pontinia, si difende contro Golia.
Il tutto nell'assordante silenzio della Regione Lazio.
Pontinia 19 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
COMUNICATO
Rilascio, alla societa' AceaElectrabel Produzione S.p.A., dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della centrale termoelettrica da ubicarsi nel comune di Pontinia. (09A06199) (GU n. 124 del 30-5-2009 )
Si rende noto che, con decreto del Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare prot. n. DSA/DEC/2009/0000301 del 20
aprile 2009, e' stata rilasciata alla societa' AceaElectrabel
Produzione S.p.A., con sede legale in Roma, piazzale Ostiense n. 2,
l'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della centrale
termoelettrica da ubicare nel comune di Pontinia (Latina), ai sensi
del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59.
Copia del provvedimento, ai sensi dell'art. 5, comma 15, del
decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, e' messa a disposizione
del pubblico per la consultazione presso la Direzione per la
salvaguardia ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, via C. Colombo n. 44, Roma, e attraverso
il sito web del Ministero, agli indirizzi www.minambiente.it e
www.dsa.minambiente.it/AIA.
sabato 18 luglio 2009
Tra impianti sgraditi e gravi incidenti, seconda parte
Tra impianti sgraditi e gravi incidenti, seconda parte
Molti cittadini e studenti che hanno subito il terremoto di L’Aquila ne avevano denunciato la pericolosità di situazioni risultati poi gravi e devastanti.
Ma non sono stati ascoltati.
Alcuni operatori ed esperti avevano messo in guardia sulla situazione difficile delle ferrovie o comunque di alcune attività, mezzi, infrastrutture ma anziché essere ascoltati in qualche caso sono stati licenziati.
Poi il dramma di Viareggio.
La nostra zona si sta distinguendo, oltre che per le infiltrazioni della malavita, della società che eroga servizi pubblici con il più alto numero di ricorsi, denunce e proteste, per diversi progetti particolarmente sgraditi per il loro carico di inquinamento, malattie ma anche pericolo pubblico.
Se i cittadini sono poco ascoltati lo stesso si può dire degli enti di controllo, delle amministrazioni e dei loro pareri supportati da dati tecnici e scientifici che vengono puntualmente impugnati nelle aule del tribunale.
Come se morti e malattie fossero un’opinione, come se gli incidenti una colpa di chi li subisce o non di chi li dovrebbe prevenire.
Una delle società che propone un impianto particolarmente sgradito, fa parte di un gruppo sociale che, tra i primi in Italia, ha aderito all’iniziativa volontaria di prevenzione degli infortuni, denominata “sbagliando si impara” (http://www.ispesl.it/im/documenti/risultati/approfModello.pdf).
Questo è senz’altro un fatto di merito.
Che contraddice poi l’operato di questo gruppo sociale quando un’azione dello stesso gruppo ignora, per esempio, le prescrizioni in materia di sicurezza delle costruzioni proponendo infrastrutture in un’area certificato come assolutamente in edificabile dal servizio geologico della Regione Lazio.
Le ignora a tal punto che non effettua nemmeno dei sondaggi sul posto e su ogni punto dove prevede tali infrastrutture.
Senza contare che una di queste infrastrutture poi contiene del gas che, in caso di incidente, ignorato, provocato dall’ubicazione inadatta si potrebbe propagare, per esempio, in area dove già esistono alcune aziende soggette a rischio di incidente rilevante.
Quindi ignorando, ancora una volta, non solo i fatti di Seveso (http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=584) , di 33 anni fa ma anche di Viareggio di quest’anno.
E cosa pensare poi se uno dei rappresentanti di questa azienda nel corso di una conferenza dei servizi dove le vengono contestate tali pericoli per la salute pubblica ignorati e non previsti e non calcolati in base alla normativa pubblica di fronte alla probabilità di incidente non solo per il pubblico, ma anche per il personale impiegato nella costruzione risponde:
“non possiamo prevedere tutte le probabilità di incidenti. Se mia nonna aveva la ruota…..”
Penso sia comprensibile e condivisibile l’amarezza espressa da chi in quel momento, rappresentava la pubblica amministrazione, commentando che “la vita umana merita rispetto. Non si può mettere in gioco per esigenze di cassa o di una singola azienda.”
Pontinia 18 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Molti cittadini e studenti che hanno subito il terremoto di L’Aquila ne avevano denunciato la pericolosità di situazioni risultati poi gravi e devastanti.
Ma non sono stati ascoltati.
Alcuni operatori ed esperti avevano messo in guardia sulla situazione difficile delle ferrovie o comunque di alcune attività, mezzi, infrastrutture ma anziché essere ascoltati in qualche caso sono stati licenziati.
Poi il dramma di Viareggio.
La nostra zona si sta distinguendo, oltre che per le infiltrazioni della malavita, della società che eroga servizi pubblici con il più alto numero di ricorsi, denunce e proteste, per diversi progetti particolarmente sgraditi per il loro carico di inquinamento, malattie ma anche pericolo pubblico.
Se i cittadini sono poco ascoltati lo stesso si può dire degli enti di controllo, delle amministrazioni e dei loro pareri supportati da dati tecnici e scientifici che vengono puntualmente impugnati nelle aule del tribunale.
Come se morti e malattie fossero un’opinione, come se gli incidenti una colpa di chi li subisce o non di chi li dovrebbe prevenire.
Una delle società che propone un impianto particolarmente sgradito, fa parte di un gruppo sociale che, tra i primi in Italia, ha aderito all’iniziativa volontaria di prevenzione degli infortuni, denominata “sbagliando si impara” (http://www.ispesl.it/im/documenti/risultati/approfModello.pdf).
Questo è senz’altro un fatto di merito.
Che contraddice poi l’operato di questo gruppo sociale quando un’azione dello stesso gruppo ignora, per esempio, le prescrizioni in materia di sicurezza delle costruzioni proponendo infrastrutture in un’area certificato come assolutamente in edificabile dal servizio geologico della Regione Lazio.
Le ignora a tal punto che non effettua nemmeno dei sondaggi sul posto e su ogni punto dove prevede tali infrastrutture.
Senza contare che una di queste infrastrutture poi contiene del gas che, in caso di incidente, ignorato, provocato dall’ubicazione inadatta si potrebbe propagare, per esempio, in area dove già esistono alcune aziende soggette a rischio di incidente rilevante.
Quindi ignorando, ancora una volta, non solo i fatti di Seveso (http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=584) , di 33 anni fa ma anche di Viareggio di quest’anno.
E cosa pensare poi se uno dei rappresentanti di questa azienda nel corso di una conferenza dei servizi dove le vengono contestate tali pericoli per la salute pubblica ignorati e non previsti e non calcolati in base alla normativa pubblica di fronte alla probabilità di incidente non solo per il pubblico, ma anche per il personale impiegato nella costruzione risponde:
“non possiamo prevedere tutte le probabilità di incidenti. Se mia nonna aveva la ruota…..”
Penso sia comprensibile e condivisibile l’amarezza espressa da chi in quel momento, rappresentava la pubblica amministrazione, commentando che “la vita umana merita rispetto. Non si può mettere in gioco per esigenze di cassa o di una singola azienda.”
Pontinia 18 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
domenica 12 luglio 2009
Tra impianti sgraditi e gravi incidenti, prima parte
Quest’anno in Italia ci sono stati 2 rilevanti incidenti per gravità su fabbricati, infrastrutture e sulle persone, quali il terremoto in Abruzzo e l’esplosione seguente alla fuoriuscita del gas trasportato dalle ferrovie.
Nel primo caso qualcuno pare avesse individuato una contestata probabilità di accadimento dell’evento tellurico. Di sicuro si sapeva che il materiale utilizzato nella costruzioni non era certo idoneo come ha raccontato e scritto Saviano.
Quindi se non si poteva prevedere sicuramente andavano eseguiti accertamenti che pare non ci siano mai stati.
Anche per i fatti di Viareggio ci sono state inchieste, anche mandate in onda dal servizio pubblico, sui pericoli nella scarsa sicurezza o manutenzione delle ferrovie e/o dei treni che sembra abbia prodotto solo il licenziamento di chi ha segnalato i pericoli.
Nella nostra zona sono stati presentati alcuni progetti particolarmente sgraditi anche perché andrebbero ad aggravare una già nota situazione di pericolo per le malattie dovute ad inquinamento con percentuali le più elevate per tumori nell’apparato respiratorio.
In modo analogo vi è la presenza di industrie soggette a rischio di incidente rilevante di cui alla direttiva Seveso (in seguito ad un altro grave e prevedibile incidente con la fuoriuscita di una nube tossica dalla fabbrica Icmesa, con avvisaglie importanti che avevano visto la morte di numerosi piccoli animali, cani, gatti, galline, ma i cittadini, tanto per cambiare, non erano stati ascoltati) del decreto legislativo 334/1991 e del decreto del 9 maggio 2001.
Tale presenza di industrie a rischio di incidente rilevante i cui effetti possono avere un raggio di azione di 1 km, possono produrre danni a vario livello alla popolazione, agli addetti alle industrie, alle coltivazioni, agli animali e sulle strutture e infrastrutture della zona.
Gli enti pubblici hanno l’obbligo a scopo di cautela della prevenzione di aggravio di rischio e anche di scongiurare incidenti.
Uno dei metodi con i quali tali incidenti (spesso annunciati e/o temuti) consiste nella programmazione e nella previsione urbanistica e territoriale, un altro è quello del rispetto di leggi, decreti, delibere, circolari, regolamenti e normative varie.
In materia della sicurezza del lavoro il testo unico vigente è il decreto legislativo 81 del 9 aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108.
Se una delle aziende che propone uno di questi progetti, nella stessa area di rischio di incidente rilevante, presenta la documentazione, a settembre 2008, quindi 5 mesi dopo il testo unico, presenta la documentazione in materia di sicurezza del lavoro.
Se questa azienda in tale documento ignora la pubblicazione del testo unico (facendo riferimento a leggi e decreti abrogati) e nella sua documentazione ignora sia il testo unico sia gli aspetti rilevanti della normativa abrogata (per esempio in materia di vibrazioni).
Se in materia di sicurezza del lavoro è competente l’azienda Usl, se tale azienda nell’esame di tale documentazione ignora tale aspetto, dando il suo parere favorevole, forse le uniche spiegazioni possono essere che o il documento non è stato letto minimamente oppure non è stato letto da persona competente in materia di sicurezza del lavoro.
In ogni caso c’è da preoccuparsi. Eccome.
Ad aggiungere questa preoccupazione l’ignoranza delle delibere comunali in materia di emissioni sonore. Difatti nella loro relazione affermano che non esistono. Anche qui le cose possono essere 2: o non si sono informati presso i competenti uffici, oppure volutamente ignorano le misure a tutela e salvaguardia della salute pubblica.
Ma questa, purtroppo, è solo la prima parte di questi rischi che incombono sul nostro territorio.
Domani vedremo il prosieguo.
Pontinia 12 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Nel primo caso qualcuno pare avesse individuato una contestata probabilità di accadimento dell’evento tellurico. Di sicuro si sapeva che il materiale utilizzato nella costruzioni non era certo idoneo come ha raccontato e scritto Saviano.
Quindi se non si poteva prevedere sicuramente andavano eseguiti accertamenti che pare non ci siano mai stati.
Anche per i fatti di Viareggio ci sono state inchieste, anche mandate in onda dal servizio pubblico, sui pericoli nella scarsa sicurezza o manutenzione delle ferrovie e/o dei treni che sembra abbia prodotto solo il licenziamento di chi ha segnalato i pericoli.
Nella nostra zona sono stati presentati alcuni progetti particolarmente sgraditi anche perché andrebbero ad aggravare una già nota situazione di pericolo per le malattie dovute ad inquinamento con percentuali le più elevate per tumori nell’apparato respiratorio.
In modo analogo vi è la presenza di industrie soggette a rischio di incidente rilevante di cui alla direttiva Seveso (in seguito ad un altro grave e prevedibile incidente con la fuoriuscita di una nube tossica dalla fabbrica Icmesa, con avvisaglie importanti che avevano visto la morte di numerosi piccoli animali, cani, gatti, galline, ma i cittadini, tanto per cambiare, non erano stati ascoltati) del decreto legislativo 334/1991 e del decreto del 9 maggio 2001.
Tale presenza di industrie a rischio di incidente rilevante i cui effetti possono avere un raggio di azione di 1 km, possono produrre danni a vario livello alla popolazione, agli addetti alle industrie, alle coltivazioni, agli animali e sulle strutture e infrastrutture della zona.
Gli enti pubblici hanno l’obbligo a scopo di cautela della prevenzione di aggravio di rischio e anche di scongiurare incidenti.
Uno dei metodi con i quali tali incidenti (spesso annunciati e/o temuti) consiste nella programmazione e nella previsione urbanistica e territoriale, un altro è quello del rispetto di leggi, decreti, delibere, circolari, regolamenti e normative varie.
In materia della sicurezza del lavoro il testo unico vigente è il decreto legislativo 81 del 9 aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108.
Se una delle aziende che propone uno di questi progetti, nella stessa area di rischio di incidente rilevante, presenta la documentazione, a settembre 2008, quindi 5 mesi dopo il testo unico, presenta la documentazione in materia di sicurezza del lavoro.
Se questa azienda in tale documento ignora la pubblicazione del testo unico (facendo riferimento a leggi e decreti abrogati) e nella sua documentazione ignora sia il testo unico sia gli aspetti rilevanti della normativa abrogata (per esempio in materia di vibrazioni).
Se in materia di sicurezza del lavoro è competente l’azienda Usl, se tale azienda nell’esame di tale documentazione ignora tale aspetto, dando il suo parere favorevole, forse le uniche spiegazioni possono essere che o il documento non è stato letto minimamente oppure non è stato letto da persona competente in materia di sicurezza del lavoro.
In ogni caso c’è da preoccuparsi. Eccome.
Ad aggiungere questa preoccupazione l’ignoranza delle delibere comunali in materia di emissioni sonore. Difatti nella loro relazione affermano che non esistono. Anche qui le cose possono essere 2: o non si sono informati presso i competenti uffici, oppure volutamente ignorano le misure a tutela e salvaguardia della salute pubblica.
Ma questa, purtroppo, è solo la prima parte di questi rischi che incombono sul nostro territorio.
Domani vedremo il prosieguo.
Pontinia 12 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
sabato 11 luglio 2009
non abbiamo dimenticato le biomasse
non abbiamo dimenticato le biomasse
Il tavolo tecnico comunale contrario ai progetti incompatibili con il territorio e perciò particolarmente sgraditi all’amministrazione di Pontinia e ai suoi cittadini nell’ultimo mese si è occupato spesso e a lungo della centrale a turbogas.
Ma non ha dimenticato la mannaia che incombe del progetto delle biomasse che ha perso quasi tutti i suoi pochi sostenitori.
Difatti ai guai giudiziari abbastanza importanti della centrale di Bando d’Argenta quella che, secondo i fans delle biomasse, era un modello, sono tutt’altro che terminati e sono seri.
Altrettanto dicasi del legno radioattivo proveniente dalle zone contaminate da Chernobyl che alimenta biomasse e camini.
Si è scoperto nemmeno con troppa difficoltà che l’Italia non produce la legna necessaria a far funzionare gli impianti a biomasse esistenti, figuriamoci per quelli di progetto.
Idem per l’intero Lazio che produce circa il 30% del legno di cui avrebbe bisogno la centrale di Pontinia, senza dimenticare che a Cisterna già ne è in funzione una che brucia il doppio delle biomasse disponibili in provincia e non c’è spazio per altre centrali.
Ma solo in provincia di Frosinone ci sono oltre 20 progetti di centrali a biomasse.
E’ evidente, come la storia, soprattutto penale italiana, che se le biomasse da incenerire non ci sono o si alimentano gli inceneritori con rifiuti di ogni genere o con legna radioattiva, in barba anche al protocollo di Kyoto e alla direttiva europea.
Ma mentre non si hanno notizie della conferenza unificata presso la segreteria della Presidenza del consiglio dei ministri che pare per 2 volte abbia inserito l’argomento all’ordine del giorno e che sia sempre mancato il numero legale, il 23 luglio c’è l’ennesima udienza al TAR.
Il tavolo tecnico quindi ha fornito ulteriori elementi per contrastare il ricorso della ditta proponente che, stando a quanto affermato nella stessa conferenza dei servizi, è in contrasto anche con appositi pareri del consiglio di stato.
Ovviamente le motivazioni tecniche e legali in difesa del comune di Pontinia, rappresentato dagli avvocati Carlo Bassoli e Luciano Falcone saranno resi noti dopo l’udienza.
Intanto sarà interessante anche la posizione di un’azienda confinante che si è costituita in favore del comune di Pontinia ricordando precedenti sentenze che rimettono in discussione la proprietà dell’area.
Pontinia 11 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Il tavolo tecnico comunale contrario ai progetti incompatibili con il territorio e perciò particolarmente sgraditi all’amministrazione di Pontinia e ai suoi cittadini nell’ultimo mese si è occupato spesso e a lungo della centrale a turbogas.
Ma non ha dimenticato la mannaia che incombe del progetto delle biomasse che ha perso quasi tutti i suoi pochi sostenitori.
Difatti ai guai giudiziari abbastanza importanti della centrale di Bando d’Argenta quella che, secondo i fans delle biomasse, era un modello, sono tutt’altro che terminati e sono seri.
Altrettanto dicasi del legno radioattivo proveniente dalle zone contaminate da Chernobyl che alimenta biomasse e camini.
Si è scoperto nemmeno con troppa difficoltà che l’Italia non produce la legna necessaria a far funzionare gli impianti a biomasse esistenti, figuriamoci per quelli di progetto.
Idem per l’intero Lazio che produce circa il 30% del legno di cui avrebbe bisogno la centrale di Pontinia, senza dimenticare che a Cisterna già ne è in funzione una che brucia il doppio delle biomasse disponibili in provincia e non c’è spazio per altre centrali.
Ma solo in provincia di Frosinone ci sono oltre 20 progetti di centrali a biomasse.
E’ evidente, come la storia, soprattutto penale italiana, che se le biomasse da incenerire non ci sono o si alimentano gli inceneritori con rifiuti di ogni genere o con legna radioattiva, in barba anche al protocollo di Kyoto e alla direttiva europea.
Ma mentre non si hanno notizie della conferenza unificata presso la segreteria della Presidenza del consiglio dei ministri che pare per 2 volte abbia inserito l’argomento all’ordine del giorno e che sia sempre mancato il numero legale, il 23 luglio c’è l’ennesima udienza al TAR.
Il tavolo tecnico quindi ha fornito ulteriori elementi per contrastare il ricorso della ditta proponente che, stando a quanto affermato nella stessa conferenza dei servizi, è in contrasto anche con appositi pareri del consiglio di stato.
Ovviamente le motivazioni tecniche e legali in difesa del comune di Pontinia, rappresentato dagli avvocati Carlo Bassoli e Luciano Falcone saranno resi noti dopo l’udienza.
Intanto sarà interessante anche la posizione di un’azienda confinante che si è costituita in favore del comune di Pontinia ricordando precedenti sentenze che rimettono in discussione la proprietà dell’area.
Pontinia 11 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
martedì 7 luglio 2009
domani rir in consiglio comunale
Arriva domani in consiglio comunale alle ore 13 l'elaborato tecnico relativo agli impianti a rischio di incidente rilevante (RIR) come prescrive la normativa in materia (decreto legislativo 334/99 e DM 9 maggio 2001)
lunedì 6 luglio 2009
Garigliano la Chernobyl italiana
Strano come mai i giornali italiani o, se preferite, quelli locali non
ne parlino se non raramente e con reticenza.
La notizia è emersa il 14 giugno ma nei nostri organi informazione non
ne ho trovato traccia.
Sono stato poco attento?
Giorgio Libralato
http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=823
16/06/09 Garigliano: La Chernobyl italiana
« inserito:: 16 Giu 09, 07:06:19 »
--------------------------------------------------------------------------------
LO SCANDALO NUCLEARE ITALIANO
Da: Servizio RaiNews24 del 14.06.09
video
http://www.youtube.com/watch?v=e93myPoAhVk&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Eprogettohumus%2Eit%2Fpublic%2Fforum%2Findex%2Ephp%3Ftopic%3D823&feature=player_embedded
La SOGIN, “società per la gestione degli impianti nucleari”, divenne
proprietaria della centrale nucleare di Garigliano nel 1999.
L’impianto terminò la sua attività nel 1978 per un’avaria.
Nel 1982, l’ANSA, documentò che la centrale non venne più riaperta in
quanto costava troppo renderla conforme alle norme anti-sismiche.
Norme che vennero completamente ignorate, incredibilmente, quando la
centrale è stata costruita.
La SOGIN dice di lavorare con “cura e trasparenza” e di non saper
nulla circa l’incidente che causò la chiusura dell’impianto nel 1978.
Ma tuttavia, nel suo sito ufficiale, la SOGIN dice, genericamente, che
l’attività della centrale è stata fermata per motivi di “manutenzione”
Adesso l’impianto è chiuso ma molti sono i problemi che ha causato
negli ultimi anni anche nella sua inattività:
Malformazioni negli animali e bambini, spesso letali. Tumori, leucemie
ed anche l’inquinamento di oltre 1700 km. quadrati di mare con
Cesio137 e Cobalto 60… è questo il risultato di quattro indagini
radio-ecologi.
da www.progettohumus.it
L’eredità del disastro di Chernobyl
Traduzione di Progetto Humus da http://u.tv
L’esposizione alle radiazioni in un incidente come il disastro di
Chernobyl può avere conseguenze su diverse generazioni.
L’esposizione alle radiazioni in un incidente come quello di Chernobyl
nel 1986, può avere effetti sulla salute di diverse generazioni di
persone, non solo per coloro che vivevano nelle sue vicinanze al
momento dell’evento.
Lo ha spiegato il Dottor Tony Nicholson, Vice Presidente del The Royal
College of Radiologists, Regno Unito e Decano della facoltà di
radiologia clinica.
“Gli effetti di Chernobyl sulla salute umana continueranno per molti
anni a venire sotto forma di diverse patologie, dalle malformazioni
agli arti, a casi estremamente gravi di cancro”, ha spiegato.
Le radiazioni causano anche danni allo sperma degli uomini e
all’apparato riproduttore delle donne. Il risultato di tutto ciò è che
i figli possono nascere con difetti congeniti, come gravi stati
cardiaci o anomalie cerebrali.
“Alcuni di questi difetti saranno fatali, altri richiederanno un
intervento chirurgico o comprometteranno la qualità della vita dei
bambini. Le donne esposte alle radiazioni avranno, inoltre, una
maggiore probabilità di aborto spontaneo” ha detto Nicholson.
Le radiazioni sono causa di cancro alla tiroide e tumori alle
ghiandole linfatiche. “I bambini in Ucraina, 23 anni dopo, subiscono
ancora gli effetti di Chernobyl, ma se un bambino polacco che vive al
confine ucraino si ammala di cancro o nasce con malformazioni… siamo
sicuri che non sia collegato all’incidente?.
Coloro che sopravvivono all’esposizione alle radiazioni è perchè non
hanno ricevuto una dose sufficiente per ucciderli. Ma molti saranno
quelli che subiranno gli effetti della contaminazione radioattiva per
il resto della loro vita… e per molti che pensavano di essere sfuggiti
a tutto ciò o di aver subito il minimo degli effetti potranno vederli
adesso sui loro figli”, ha detto Nicholson.
L’UE estende i controlli sui prodotti alimentari dalla zona di Chernobyl
Traduzione di Progetto Humus da http://www.reuters.com
L’Unione Europea prevede di estendere di 10 anni i controlli rigorosi
sulla radioattività sulle importazioni di prodotti alimentari
provenienti dalle zone colpite dal disastro di Chernobyl del 1986 a
causa della continua contaminazione nucleare. Tutto ciò è stato
previsto da un documento presentato nella giornata di Lunedi.
La commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE, aveva in
precedenza limitato le importazioni dopo pochi giorni l’incidente nel
mese di aprile 1986, con leggi che sono state successivamente
aggiornate da allora. L’attuale legislazione avrà effetto fino al 31
marzo 2010.
In un progetto di legge da presentare ai paesi UE, la Commissione
afferma che la contaminazione da cesio radioattivo di alcuni prodotti
agricoli, originari dei paesi più colpiti dall’incidente, supera i
livelli massimi consentiti.
“Un certo numero di prodotti provenienti da specie che vivono e
crescono in area naturali e semi-naturali possono presentare livelli
di contaminazione da cesio-137 e la riduzione di tali livelli… si
riferisce al tempo di dimezzamento fisico dei radionuclidi, che è di
circa 30 anni”; dice il documento.
Prodotti interessati dai controlli dell’UE controlli comprendono molti
animali come cavalli, maiali, vacche, pollame, ovini e caprini, nonché
carni e frattaglie commestibili, uova d’uccelli, prodotti
lattiero-caseari, salumi, miele, funghi non coltivati ed alcuni frutti
di bosco come i mirtilli.
La catastrofe di Chernobyl è stato il peggior disastro mondiale del
nucleare civile che ha diffuso la radioattività nella maggior parte
dell’Europa. Il paese maggiormente colpito, ancora oggi, è la
Bielorussia.
Regolamento del Consiglio n. 733/2008 - 15 luglio 2008
Regolamento (CE) n. 733/2008 del 15 luglio 2008 relativo alle
condizioni d’importazione di prodotti agricoli originari dei paesi
terzi a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di
Cernobil (pdf, 95 Kb)
Contaminazioni post-Chernobyl: verso la proroga del bando per i
prodotti agricoli?
di Eleonora Santucci
Gli effetti dell’uso delle centrali nucleari - e soprattutto di quella
di Cernobyl- sull’ambiente e sulla salute umana continuano a farsi
sentire, anche a lungo termine. E’ di pochi giorni fa la notizia del
pellett utilizzato per alimentare le stufe casalinghe contaminato dal
cesio. E’ di ieri la proposta di un nuovo regolamento europeo relativo
ai prodotti agricoli alimentari.
C’è la possibilità, infatti, che i controlli istituiti a suo tempo sui
prodotti alimentari provenienti da paesi terzi contaminati siano
prorogati fino al 31 marzo 2020 ossia di altri dieci anni rispetto a
quello del 2010 (previsto dalla regolamentazione attuale)...
[SEGUE]http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=832
>>>GUARDA: LA RICERCA SUL RISCHIO ALIMENTARE DI PROGETTOHUMUS, NEI TERRITORI RADIOATTIVI http://www.progettohumus.it/azioni.php?name=rischio
16/06/09 Chernobyl brucia nelle stufe d'Europa
« Risposta #1 inserito:: 16 Giu 09, 13:14:33 »
--------------------------------------------------------------------------------
CHERNOBYL BRUCIA NELLE STUFE D'EUROPA
fonte: www.aipri.blogspot.com
Chernobyl brucia di nuovo con tutto il suo ventaglio di sostanze
radioattive nelle stufe a pellet italiane e, con ogni probabilità,
europee. Questa domestica combustione di legno intriso di
radioattività, di cui il cesio forma soltanto una parte, configura un
presumibile danno sanitario in avvenire.
L'inalazione di sostanze radioattive disperse nelle polveri sottili,
coi fumi della combustione, rappresenta un caso esemplare di
contaminazione interna, le cui conseguenze (in rapporto alla dose e al
periodo di esposizione) potrebbero verificarsi tra 10 anni. Si
sottolinea che, a 23 anni del disastro di Chernobyl, il cesio 137
rappresenta circa la metà dell'attività radioattiva riscontrabile.
L'altra metà è rappresentata dallo stronzio 90 (23% dell'attività),
dal plutonio 238 (0,19%), 239 (0,34%), 240 (0,53%) e 241 (17%), ed
anche dal micidiali americio 241 (0,04%) e curio 244 (0,01%).
L'immobilizzazione di una polvere sottile radioattiva nei tessuti è
dannosa per la sua ripetuta aggressione nei loro confronti. Una
emissione di 1 Bq al secondo significa 31.536.000 emissioni in un
anno. Buona fortuna (ai nostri o vostri) polmoni!
ne parlino se non raramente e con reticenza.
La notizia è emersa il 14 giugno ma nei nostri organi informazione non
ne ho trovato traccia.
Sono stato poco attento?
Giorgio Libralato
http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=823
16/06/09 Garigliano: La Chernobyl italiana
« inserito:: 16 Giu 09, 07:06:19 »
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LO SCANDALO NUCLEARE ITALIANO
Da: Servizio RaiNews24 del 14.06.09
video
http://www.youtube.com/watch?v=e93myPoAhVk&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Eprogettohumus%2Eit%2Fpublic%2Fforum%2Findex%2Ephp%3Ftopic%3D823&feature=player_embedded
La SOGIN, “società per la gestione degli impianti nucleari”, divenne
proprietaria della centrale nucleare di Garigliano nel 1999.
L’impianto terminò la sua attività nel 1978 per un’avaria.
Nel 1982, l’ANSA, documentò che la centrale non venne più riaperta in
quanto costava troppo renderla conforme alle norme anti-sismiche.
Norme che vennero completamente ignorate, incredibilmente, quando la
centrale è stata costruita.
La SOGIN dice di lavorare con “cura e trasparenza” e di non saper
nulla circa l’incidente che causò la chiusura dell’impianto nel 1978.
Ma tuttavia, nel suo sito ufficiale, la SOGIN dice, genericamente, che
l’attività della centrale è stata fermata per motivi di “manutenzione”
Adesso l’impianto è chiuso ma molti sono i problemi che ha causato
negli ultimi anni anche nella sua inattività:
Malformazioni negli animali e bambini, spesso letali. Tumori, leucemie
ed anche l’inquinamento di oltre 1700 km. quadrati di mare con
Cesio137 e Cobalto 60… è questo il risultato di quattro indagini
radio-ecologi.
da www.progettohumus.it
L’eredità del disastro di Chernobyl
Traduzione di Progetto Humus da http://u.tv
L’esposizione alle radiazioni in un incidente come il disastro di
Chernobyl può avere conseguenze su diverse generazioni.
L’esposizione alle radiazioni in un incidente come quello di Chernobyl
nel 1986, può avere effetti sulla salute di diverse generazioni di
persone, non solo per coloro che vivevano nelle sue vicinanze al
momento dell’evento.
Lo ha spiegato il Dottor Tony Nicholson, Vice Presidente del The Royal
College of Radiologists, Regno Unito e Decano della facoltà di
radiologia clinica.
“Gli effetti di Chernobyl sulla salute umana continueranno per molti
anni a venire sotto forma di diverse patologie, dalle malformazioni
agli arti, a casi estremamente gravi di cancro”, ha spiegato.
Le radiazioni causano anche danni allo sperma degli uomini e
all’apparato riproduttore delle donne. Il risultato di tutto ciò è che
i figli possono nascere con difetti congeniti, come gravi stati
cardiaci o anomalie cerebrali.
“Alcuni di questi difetti saranno fatali, altri richiederanno un
intervento chirurgico o comprometteranno la qualità della vita dei
bambini. Le donne esposte alle radiazioni avranno, inoltre, una
maggiore probabilità di aborto spontaneo” ha detto Nicholson.
Le radiazioni sono causa di cancro alla tiroide e tumori alle
ghiandole linfatiche. “I bambini in Ucraina, 23 anni dopo, subiscono
ancora gli effetti di Chernobyl, ma se un bambino polacco che vive al
confine ucraino si ammala di cancro o nasce con malformazioni… siamo
sicuri che non sia collegato all’incidente?.
Coloro che sopravvivono all’esposizione alle radiazioni è perchè non
hanno ricevuto una dose sufficiente per ucciderli. Ma molti saranno
quelli che subiranno gli effetti della contaminazione radioattiva per
il resto della loro vita… e per molti che pensavano di essere sfuggiti
a tutto ciò o di aver subito il minimo degli effetti potranno vederli
adesso sui loro figli”, ha detto Nicholson.
L’UE estende i controlli sui prodotti alimentari dalla zona di Chernobyl
Traduzione di Progetto Humus da http://www.reuters.com
L’Unione Europea prevede di estendere di 10 anni i controlli rigorosi
sulla radioattività sulle importazioni di prodotti alimentari
provenienti dalle zone colpite dal disastro di Chernobyl del 1986 a
causa della continua contaminazione nucleare. Tutto ciò è stato
previsto da un documento presentato nella giornata di Lunedi.
La commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE, aveva in
precedenza limitato le importazioni dopo pochi giorni l’incidente nel
mese di aprile 1986, con leggi che sono state successivamente
aggiornate da allora. L’attuale legislazione avrà effetto fino al 31
marzo 2010.
In un progetto di legge da presentare ai paesi UE, la Commissione
afferma che la contaminazione da cesio radioattivo di alcuni prodotti
agricoli, originari dei paesi più colpiti dall’incidente, supera i
livelli massimi consentiti.
“Un certo numero di prodotti provenienti da specie che vivono e
crescono in area naturali e semi-naturali possono presentare livelli
di contaminazione da cesio-137 e la riduzione di tali livelli… si
riferisce al tempo di dimezzamento fisico dei radionuclidi, che è di
circa 30 anni”; dice il documento.
Prodotti interessati dai controlli dell’UE controlli comprendono molti
animali come cavalli, maiali, vacche, pollame, ovini e caprini, nonché
carni e frattaglie commestibili, uova d’uccelli, prodotti
lattiero-caseari, salumi, miele, funghi non coltivati ed alcuni frutti
di bosco come i mirtilli.
La catastrofe di Chernobyl è stato il peggior disastro mondiale del
nucleare civile che ha diffuso la radioattività nella maggior parte
dell’Europa. Il paese maggiormente colpito, ancora oggi, è la
Bielorussia.
Regolamento del Consiglio n. 733/2008 - 15 luglio 2008
Regolamento (CE) n. 733/2008 del 15 luglio 2008 relativo alle
condizioni d’importazione di prodotti agricoli originari dei paesi
terzi a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di
Cernobil (pdf, 95 Kb)
Contaminazioni post-Chernobyl: verso la proroga del bando per i
prodotti agricoli?
di Eleonora Santucci
Gli effetti dell’uso delle centrali nucleari - e soprattutto di quella
di Cernobyl- sull’ambiente e sulla salute umana continuano a farsi
sentire, anche a lungo termine. E’ di pochi giorni fa la notizia del
pellett utilizzato per alimentare le stufe casalinghe contaminato dal
cesio. E’ di ieri la proposta di un nuovo regolamento europeo relativo
ai prodotti agricoli alimentari.
C’è la possibilità, infatti, che i controlli istituiti a suo tempo sui
prodotti alimentari provenienti da paesi terzi contaminati siano
prorogati fino al 31 marzo 2020 ossia di altri dieci anni rispetto a
quello del 2010 (previsto dalla regolamentazione attuale)...
[SEGUE]http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=832
>>>GUARDA: LA RICERCA SUL RISCHIO ALIMENTARE DI PROGETTOHUMUS, NEI TERRITORI RADIOATTIVI http://www.progettohumus.it/azioni.php?name=rischio
16/06/09 Chernobyl brucia nelle stufe d'Europa
« Risposta #1 inserito:: 16 Giu 09, 13:14:33 »
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CHERNOBYL BRUCIA NELLE STUFE D'EUROPA
fonte: www.aipri.blogspot.com
Chernobyl brucia di nuovo con tutto il suo ventaglio di sostanze
radioattive nelle stufe a pellet italiane e, con ogni probabilità,
europee. Questa domestica combustione di legno intriso di
radioattività, di cui il cesio forma soltanto una parte, configura un
presumibile danno sanitario in avvenire.
L'inalazione di sostanze radioattive disperse nelle polveri sottili,
coi fumi della combustione, rappresenta un caso esemplare di
contaminazione interna, le cui conseguenze (in rapporto alla dose e al
periodo di esposizione) potrebbero verificarsi tra 10 anni. Si
sottolinea che, a 23 anni del disastro di Chernobyl, il cesio 137
rappresenta circa la metà dell'attività radioattiva riscontrabile.
L'altra metà è rappresentata dallo stronzio 90 (23% dell'attività),
dal plutonio 238 (0,19%), 239 (0,34%), 240 (0,53%) e 241 (17%), ed
anche dal micidiali americio 241 (0,04%) e curio 244 (0,01%).
L'immobilizzazione di una polvere sottile radioattiva nei tessuti è
dannosa per la sua ripetuta aggressione nei loro confronti. Una
emissione di 1 Bq al secondo significa 31.536.000 emissioni in un
anno. Buona fortuna (ai nostri o vostri) polmoni!
domenica 5 luglio 2009
Pdl: tempi di crisi, barcollano
Barcollano
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/04_07_2009/pag01.pdfGiunta, gli
assessori di An si dimettono subito
Quando il presidente Armando Cusani ha letto frettolosamente e con il muso lungo la lista degli assessori, con le sedie vuote dei tre in quota ex An, si è capito che la frittata era fatta.
Debutto con colpo di scena per il primo consiglio provinciale del «Cusani bis». Alle 12,45: Fabio Bianchi, Salvatore De Monaco e Fabio Martellucci erano assessori di via Costa, alle 14 in punto avevano già firmato le dimissioni. E per annunciarle pubblicamente si è scomodato nientemeno che Vincenzo Piso, il coordinatore regionale del Pdl, giunto a Latina per mediare tra le varie anime del partito. Molto diplomaticamente, Piso ha detto che «la giunta nominata non rispecchia il partito nella sua interezza», ma alla base della diatriba ci sono due questioni nodali, una prova di forza tra ex An ed ex azzurri. I primi chiedono di avere quattro assessori a via Costa, e non tre, ma soprattutto uomini che abbiano il benestare del vertice della componente ex An. I tre assessori nominati, invece, avrebbero preso accordi direttamente con Claudio Fazzone e con lo stesso presidente Armando Cusani, oltre che con il gruppo dei consiglieri provinciali eletti in quota An. Una leggerezza non digerita dal vertice di An, che si è sentito scavalcato. Il secondo mandato di Cusani inizia, dunque, con una giunta monca, mentre la compagine ex An che fa riferimento al sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, chiede di poter dare l'ok ai suoi assessori, mettendo sul tavolo quattro nomi: oltre a De Monaco e Bianchi (che lascerebbe la carica di vice coordinatore del Pdl) anche Giuseppe Mochi e Matteo Rossi. Un braccio di ferro con gli ex Forza Italia destinato a proseguire nei prossimi giorni. Sorprese anche nel resto della giunta. Degli altri sette assessori nominati, quattro sono in quota ex Forza Italia: Enrico Tiero, Giuseppe Schiboni, Silvio D'Arco e Domenico Capitani (con i primi tre confermati e D'Arco voluto personalmente da Cusani). L'unica donna del gruppo è la formiana Eleonora Zangrillo, in quota alla «Lista Cusani». Due gli assessori dell'Udc, Gerardo Stefanelli e Marco Tomeo, collaboratore del consigliere regionale Fabrizio Cirilli. «Due assessori tecnici», fanno sapere dall'Udc, come dire due nomi provvisori in vista di accordi definitivi per la partita che si gioca al Comune di Latina. Congelata anche la questione dei doppi incarichi nel Pdl, che verrà affrontata successivamente dal partito, anche se Tiero e De Monaco hanno già firmato le dimissioni in bianco. La seduta nella rinnovata sala Cambellotti, si era aperta con l'appello e le assenze di Mauro Carturan e Umberto Macci (in viaggio all'estero) e l'omaggio floreale del presidente Cusani all'unico consigliere donna, Sesa Amici del Pd. Emozione nei volti dei tanti nomi nuovi in consiglio, poi il giuramento di Cusani. «Abbiamo bisogno di guardare con forza ai nostri doveri - ha detto il presidente - per dare risposte ai cittadini». Scontata anche la conferma di Michele Forte (Udc) alla presidenza del consiglio, con Renzo Scalco (Pdl) ed Enzo Polidoro (Italia dei Valori) come suoi vice, mentre Enrico Dellapietà e Domenico Guidi saranno i segretari di presidenza. «La gente si è stancata di sentirci litigare - è stato il primo commento di Forte - ecco perché il grande astensionismo. Non sono al libro paga di Cusani - ha aggiunto provocatoriamente - ma con lui non ho mai litigato, per il bene della Provincia». Nei loro brevi interventi, Sesa Amici e Domenico Guidi hanno chiesto attenzione per il lavoro delle opposizioni. «E' il frutto di un puro lavoro di equilibrismo tra segreterie politiche, non certo la squadra forte che ci si poteva attendere dopo il risultato elettorale ottenuto dalla coalizione guidata dal Presidente Armando Cusani», di cono Pd e Idv. Il Pdl ha nominato capogruppo Paolo Graziano, mentre il Pd si affida a Enzo Eramo. Nel tardo pomeriggio si era difusa la voce del ritiro delle dimissioni dei tre asessori, subito smentita, anche se questo ha creato ulteriore confusione.
Vai alla homepage
Fabio Benvenuti
04/07/2009 http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/04/1043684-giunta_assessori.shtml
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/04_07_2009/pag01.pdfGiunta, gli
assessori di An si dimettono subito
Quando il presidente Armando Cusani ha letto frettolosamente e con il muso lungo la lista degli assessori, con le sedie vuote dei tre in quota ex An, si è capito che la frittata era fatta.
Debutto con colpo di scena per il primo consiglio provinciale del «Cusani bis». Alle 12,45: Fabio Bianchi, Salvatore De Monaco e Fabio Martellucci erano assessori di via Costa, alle 14 in punto avevano già firmato le dimissioni. E per annunciarle pubblicamente si è scomodato nientemeno che Vincenzo Piso, il coordinatore regionale del Pdl, giunto a Latina per mediare tra le varie anime del partito. Molto diplomaticamente, Piso ha detto che «la giunta nominata non rispecchia il partito nella sua interezza», ma alla base della diatriba ci sono due questioni nodali, una prova di forza tra ex An ed ex azzurri. I primi chiedono di avere quattro assessori a via Costa, e non tre, ma soprattutto uomini che abbiano il benestare del vertice della componente ex An. I tre assessori nominati, invece, avrebbero preso accordi direttamente con Claudio Fazzone e con lo stesso presidente Armando Cusani, oltre che con il gruppo dei consiglieri provinciali eletti in quota An. Una leggerezza non digerita dal vertice di An, che si è sentito scavalcato. Il secondo mandato di Cusani inizia, dunque, con una giunta monca, mentre la compagine ex An che fa riferimento al sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, chiede di poter dare l'ok ai suoi assessori, mettendo sul tavolo quattro nomi: oltre a De Monaco e Bianchi (che lascerebbe la carica di vice coordinatore del Pdl) anche Giuseppe Mochi e Matteo Rossi. Un braccio di ferro con gli ex Forza Italia destinato a proseguire nei prossimi giorni. Sorprese anche nel resto della giunta. Degli altri sette assessori nominati, quattro sono in quota ex Forza Italia: Enrico Tiero, Giuseppe Schiboni, Silvio D'Arco e Domenico Capitani (con i primi tre confermati e D'Arco voluto personalmente da Cusani). L'unica donna del gruppo è la formiana Eleonora Zangrillo, in quota alla «Lista Cusani». Due gli assessori dell'Udc, Gerardo Stefanelli e Marco Tomeo, collaboratore del consigliere regionale Fabrizio Cirilli. «Due assessori tecnici», fanno sapere dall'Udc, come dire due nomi provvisori in vista di accordi definitivi per la partita che si gioca al Comune di Latina. Congelata anche la questione dei doppi incarichi nel Pdl, che verrà affrontata successivamente dal partito, anche se Tiero e De Monaco hanno già firmato le dimissioni in bianco. La seduta nella rinnovata sala Cambellotti, si era aperta con l'appello e le assenze di Mauro Carturan e Umberto Macci (in viaggio all'estero) e l'omaggio floreale del presidente Cusani all'unico consigliere donna, Sesa Amici del Pd. Emozione nei volti dei tanti nomi nuovi in consiglio, poi il giuramento di Cusani. «Abbiamo bisogno di guardare con forza ai nostri doveri - ha detto il presidente - per dare risposte ai cittadini». Scontata anche la conferma di Michele Forte (Udc) alla presidenza del consiglio, con Renzo Scalco (Pdl) ed Enzo Polidoro (Italia dei Valori) come suoi vice, mentre Enrico Dellapietà e Domenico Guidi saranno i segretari di presidenza. «La gente si è stancata di sentirci litigare - è stato il primo commento di Forte - ecco perché il grande astensionismo. Non sono al libro paga di Cusani - ha aggiunto provocatoriamente - ma con lui non ho mai litigato, per il bene della Provincia». Nei loro brevi interventi, Sesa Amici e Domenico Guidi hanno chiesto attenzione per il lavoro delle opposizioni. «E' il frutto di un puro lavoro di equilibrismo tra segreterie politiche, non certo la squadra forte che ci si poteva attendere dopo il risultato elettorale ottenuto dalla coalizione guidata dal Presidente Armando Cusani», di cono Pd e Idv. Il Pdl ha nominato capogruppo Paolo Graziano, mentre il Pd si affida a Enzo Eramo. Nel tardo pomeriggio si era difusa la voce del ritiro delle dimissioni dei tre asessori, subito smentita, anche se questo ha creato ulteriore confusione.
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Fabio Benvenuti
04/07/2009 http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/04/1043684-giunta_assessori.shtml
sabato 4 luglio 2009
abbiamo solo da vergognarci
Napoli, 2 luglio 2009
PACCHETTO SICUREZZA:
ABBIAMO SOLO DA VERGOGNARCI
Il Senato ha approvato oggi il cosiddetto Pacchetto Sicurezza del ministro degli interni Maroni.
Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega è la migliore espressione.
Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni 23° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione.
"Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali". Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.
Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva negli USA una legge analoga dove si affermava che il clandestino è un criminale. Nell'omelia del Mercoledì delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: "Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22,20).
Alex Zanotelli
PACCHETTO SICUREZZA:
ABBIAMO SOLO DA VERGOGNARCI
Il Senato ha approvato oggi il cosiddetto Pacchetto Sicurezza del ministro degli interni Maroni.
Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega è la migliore espressione.
Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni 23° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione.
"Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali". Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.
Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva negli USA una legge analoga dove si affermava che il clandestino è un criminale. Nell'omelia del Mercoledì delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: "Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22,20).
Alex Zanotelli
giovedì 2 luglio 2009
scontro sull'inceneritore interviene anche Berlusconi
Scontro sull’inceneritore, rifiuti interviene anche Berlusconi
Secondo gli organi di informazione (di seguito si riporta uno degli articoli) ritorna la probabilità della costruzione, in provincia di Latina, dell’inceneritore, anche per l’intervento del presidente del consiglio. Sappiamo che uno dei siti probabili per la costruzione dell’inceneritore, ancora una volta, è Mazzocchio nel comune di Pontinia, già interessato dai 2 progetti più contestati della storia amministrativa di questo comune, quello delle centrali elettriche a turbogas e a biomasse. Quindi si profila l’ennesimo attacco all’attuale economia, alla salute e all’ambiente che, pur in una situazione già allarmante, come noto, rischia di diventare ancor più grave. Intanto mentre si attendono le udienze del 23 luglio al Tar di Latina per i ricorsi proposti da entrambe le società che intendono costruire le società elettrica, si aspettano anche notizie sulle conferenze unificate. Sono trascorsi, infatti, i 60 giorni concessi alla Regione Lazio perché esprimesse il suo parere in merito alla turbogas, di cui non si ha notizia. Per la conferenza sulla centrale a biomasse la decisione sostitutiva delle determinazione della conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Latina, riguardante il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale pare sia stata iscritta all'Ordine del Giorno delle ultime due conferenze unificate, che però sembra non abbiano avuto luogo, e rimandate. Pontinia 2 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/01/1042511-scontro_sull_inceneritore.shtml Scontro sull'inceneritore
Rifiuti, interviene anche Berlusconi. Per Marrazzo a Latina basta la discarica
Fabio Benvenuti Questa volta a rilanciare prepotentemente il dibattito sul tema dei rifiuti nel Lazio è stato Silvio Berlusconi. Parole forti che, di rimando, investono direttamente la diatriba in atto sul futuro della discarica di Borgo Montello e sulla necessità o meno di realizzare un inceneritore nel capoluogo pontino. Il Presidente del Consiglio, parlando dei rifiuti, aveva detto che la situazione della Campania «è molto migliore di quanto sta accadendo in altre regioni, come la Sicilia, ma anche il Lazio, dove le discariche sono in fase di esaurimento e mancano impianti di incenerimento». Una linea che va nella stessa direzione intrapresa, se pur con modalità molto differenti, da Provincia e Comune di Latina. Ma per il presidente della Regione, Piero Marrazzo, il problema non esiste, tanto meno l'emergenza. «Da parte di Berlusconi non vedo tanto una polemica, quanto una preoccupazione. Sono disponibile a sedermi attorno ad un tavolo per spiegare tutto ciò che ho fatto nel Lazio, che è molto di più di chi mi ha preceduto», ha detto Marrazzo. Per il consigliere regionale del Pdl, Donato Robilotta, invece l'emergenza rifiuti nel Lazio c'è ed è «urgente autorizzare la costruzione di un impianto a Latina, uno a Viterbo e prevederne un altro a Roma». Ad inizio anno la stessa Regione ha autorizzato l'ampliamento della discarica di Borgo Montello per circa 1milione e 200mila tonnellate di capienza, per un'autosufficienza prevista fino al 2012. Insomma, per la Pisana, Latina si deve tenere la sua maxi discarica, mentre l'unico inceneritore nuovo autorizzato è quello di Albano.
Secondo gli organi di informazione (di seguito si riporta uno degli articoli) ritorna la probabilità della costruzione, in provincia di Latina, dell’inceneritore, anche per l’intervento del presidente del consiglio. Sappiamo che uno dei siti probabili per la costruzione dell’inceneritore, ancora una volta, è Mazzocchio nel comune di Pontinia, già interessato dai 2 progetti più contestati della storia amministrativa di questo comune, quello delle centrali elettriche a turbogas e a biomasse. Quindi si profila l’ennesimo attacco all’attuale economia, alla salute e all’ambiente che, pur in una situazione già allarmante, come noto, rischia di diventare ancor più grave. Intanto mentre si attendono le udienze del 23 luglio al Tar di Latina per i ricorsi proposti da entrambe le società che intendono costruire le società elettrica, si aspettano anche notizie sulle conferenze unificate. Sono trascorsi, infatti, i 60 giorni concessi alla Regione Lazio perché esprimesse il suo parere in merito alla turbogas, di cui non si ha notizia. Per la conferenza sulla centrale a biomasse la decisione sostitutiva delle determinazione della conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Latina, riguardante il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale pare sia stata iscritta all'Ordine del Giorno delle ultime due conferenze unificate, che però sembra non abbiano avuto luogo, e rimandate. Pontinia 2 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/01/1042511-scontro_sull_inceneritore.shtml Scontro sull'inceneritore
Rifiuti, interviene anche Berlusconi. Per Marrazzo a Latina basta la discarica
Fabio Benvenuti Questa volta a rilanciare prepotentemente il dibattito sul tema dei rifiuti nel Lazio è stato Silvio Berlusconi. Parole forti che, di rimando, investono direttamente la diatriba in atto sul futuro della discarica di Borgo Montello e sulla necessità o meno di realizzare un inceneritore nel capoluogo pontino. Il Presidente del Consiglio, parlando dei rifiuti, aveva detto che la situazione della Campania «è molto migliore di quanto sta accadendo in altre regioni, come la Sicilia, ma anche il Lazio, dove le discariche sono in fase di esaurimento e mancano impianti di incenerimento». Una linea che va nella stessa direzione intrapresa, se pur con modalità molto differenti, da Provincia e Comune di Latina. Ma per il presidente della Regione, Piero Marrazzo, il problema non esiste, tanto meno l'emergenza. «Da parte di Berlusconi non vedo tanto una polemica, quanto una preoccupazione. Sono disponibile a sedermi attorno ad un tavolo per spiegare tutto ciò che ho fatto nel Lazio, che è molto di più di chi mi ha preceduto», ha detto Marrazzo. Per il consigliere regionale del Pdl, Donato Robilotta, invece l'emergenza rifiuti nel Lazio c'è ed è «urgente autorizzare la costruzione di un impianto a Latina, uno a Viterbo e prevederne un altro a Roma». Ad inizio anno la stessa Regione ha autorizzato l'ampliamento della discarica di Borgo Montello per circa 1milione e 200mila tonnellate di capienza, per un'autosufficienza prevista fino al 2012. Insomma, per la Pisana, Latina si deve tenere la sua maxi discarica, mentre l'unico inceneritore nuovo autorizzato è quello di Albano.
contro l'autostrada Roma-Latina mobilitazione il 17
http://www.latinanotizie.it/articolo.php?id=68380
1-07-2009
Autostrada Roma-Latina, pronta una mobilitazione per il 17
LE CRITICHE DI GUALTIERO ALUNNI: 'SCELTE VERTICISTICHE ED UNILATERALI DI MARRAZZO'
Si profila una mobilitazione contro l’autostrada Roma-Latina. «La giunta Marrazzo persiste con le sue scelte verticiste e unilaterali. Difatti il 26 Giugno, ha dato il suo consenso ai fini dell'intesa sulla localizzazionè al progetto che con le ultime varianti è ancor più invasivo e caotico». Lo dichiara Gualtiero Alunni, portavoce del comitato «No corridoio Roma-Latina». Secondo Alunni, «l'autostrada passerà fuori dall'area di sedime della Pontina per il 60 per cento e i poveri pendolari, se non vorranno pagare gran parte del pedaggio, dovranno fare una "via crucis" per rimanere comunque imbottigliati in file interminabili per entrare e uscire a/da Roma». Fissata una manifestazione per il 17 luglio in Regione. Critiche arrivano anche da Giovanni Di Giorgi, presidente della commissione Viabilità del Comune di Latina.
1-07-2009
Autostrada Roma-Latina, pronta una mobilitazione per il 17
LE CRITICHE DI GUALTIERO ALUNNI: 'SCELTE VERTICISTICHE ED UNILATERALI DI MARRAZZO'
Si profila una mobilitazione contro l’autostrada Roma-Latina. «La giunta Marrazzo persiste con le sue scelte verticiste e unilaterali. Difatti il 26 Giugno, ha dato il suo consenso ai fini dell'intesa sulla localizzazionè al progetto che con le ultime varianti è ancor più invasivo e caotico». Lo dichiara Gualtiero Alunni, portavoce del comitato «No corridoio Roma-Latina». Secondo Alunni, «l'autostrada passerà fuori dall'area di sedime della Pontina per il 60 per cento e i poveri pendolari, se non vorranno pagare gran parte del pedaggio, dovranno fare una "via crucis" per rimanere comunque imbottigliati in file interminabili per entrare e uscire a/da Roma». Fissata una manifestazione per il 17 luglio in Regione. Critiche arrivano anche da Giovanni Di Giorgi, presidente della commissione Viabilità del Comune di Latina.
mercoledì 1 luglio 2009
La corazzata della turbogas incombe su Pontinia
La corazzata della turbogas incombe su Pontinia
La ditta che propone la centrale a turbogas nella zona industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia, fa parte di un gruppo sociale multinazionale che si occupa, tra l’altro, della gestione dell’acqua sia in Italia che nel mondo, così come di energia.
Le notizie finanziare indicano grossi e impressionanti guadagni per l’anno scorso con un incremento notevole nel fatturato che non conosce crisi, nonostante alcune notizie di contestazioni che arrivano da alcune province del Lazio così come, per esempio, dalla Bolivia.
Ma anche dall’antitrust, come da accertamenti finanziari, almeno stando alle notizie di giornali.
Sempre le notizie dei giornali finanziari indicano notevoli progetti finanziari di espansione con acquisizione o partecipazione in società sia italiane che internazionali.
In sostanza sembrerebbe una corazzata economica e finanziaria.
Sempre in base alle notizie che arrivano dagli organi di informazione pare che il nuovo AD sia anche tesoriere di ItalianiEuropei, la fondazione politica e non solo riconducibile a Massimo D’Alema, come noto, ex presidente del consiglio, ex ministro, Ds oggi PD.
Pare che uno degli azionisti del gruppo sia il suocero (attuale, stando sempre alle notizie degli organi di informazione) dell’ex presidente della camera dei deputati nonché segretario dell’Udc, Pierferdinando Casini.
Quello che è certo è che all’interno di questa azienda è sicuramente influente, politicamente e amministrativamente, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, già ministro, ex An oggi Pdl.
Quindi, se fossero vere tali informazioni, la corazzata turbogas potrebbe contare se non sull’appoggio politico di 3 dei 5 maggiori partiti (PD, Udc, Pdl), sicuramente sul favore di alcuni dei politici italiani più noti e, forse, importanti.
Detto questo una ditta che ha tale forza economica e imprenditoriale farebbe impensierire chiunque si opponga ai suoi progetti di ulteriore espansione, guadagno, nuovi impianti e ulteriori introiti che non sembrano, dai dati diffusi, certo la crisi che invece, ci dicono, coinvolge tutto il mondo occidentale.
Ma l’amministrazione comunale di Pontinia, le associazioni, i cittadini, i consulenti che si oppongono al progetto più contrastato e contestato, insieme a quello della centrale a biomasse e dell’inceneritore, della breve storia dalla fondazione ad oggi.
Anzi lunedì e soprattutto ieri sono continuate le riunioni del tavolo tecnico che è giunto ad alcune decisioni e considerazioni importanti che saranno rese note al più presto ed oggetto di apposita riunione pubblica.
Anche l’ennesimo errore contabile, così come la duplicazione delle voci dolenti, senza le dovute pezze d’appoggio, nella richiesta di danni, hanno avuto una certa rilevanza pubblica.
Ma questo sembra un film già visto poi smentito da tanti e conseguenti fatti.
Quindi si continua nell’attività di opposizione a questo sgradito progetto senza alcun timore.
Pontinia 1 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
La ditta che propone la centrale a turbogas nella zona industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia, fa parte di un gruppo sociale multinazionale che si occupa, tra l’altro, della gestione dell’acqua sia in Italia che nel mondo, così come di energia.
Le notizie finanziare indicano grossi e impressionanti guadagni per l’anno scorso con un incremento notevole nel fatturato che non conosce crisi, nonostante alcune notizie di contestazioni che arrivano da alcune province del Lazio così come, per esempio, dalla Bolivia.
Ma anche dall’antitrust, come da accertamenti finanziari, almeno stando alle notizie di giornali.
Sempre le notizie dei giornali finanziari indicano notevoli progetti finanziari di espansione con acquisizione o partecipazione in società sia italiane che internazionali.
In sostanza sembrerebbe una corazzata economica e finanziaria.
Sempre in base alle notizie che arrivano dagli organi di informazione pare che il nuovo AD sia anche tesoriere di ItalianiEuropei, la fondazione politica e non solo riconducibile a Massimo D’Alema, come noto, ex presidente del consiglio, ex ministro, Ds oggi PD.
Pare che uno degli azionisti del gruppo sia il suocero (attuale, stando sempre alle notizie degli organi di informazione) dell’ex presidente della camera dei deputati nonché segretario dell’Udc, Pierferdinando Casini.
Quello che è certo è che all’interno di questa azienda è sicuramente influente, politicamente e amministrativamente, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, già ministro, ex An oggi Pdl.
Quindi, se fossero vere tali informazioni, la corazzata turbogas potrebbe contare se non sull’appoggio politico di 3 dei 5 maggiori partiti (PD, Udc, Pdl), sicuramente sul favore di alcuni dei politici italiani più noti e, forse, importanti.
Detto questo una ditta che ha tale forza economica e imprenditoriale farebbe impensierire chiunque si opponga ai suoi progetti di ulteriore espansione, guadagno, nuovi impianti e ulteriori introiti che non sembrano, dai dati diffusi, certo la crisi che invece, ci dicono, coinvolge tutto il mondo occidentale.
Ma l’amministrazione comunale di Pontinia, le associazioni, i cittadini, i consulenti che si oppongono al progetto più contrastato e contestato, insieme a quello della centrale a biomasse e dell’inceneritore, della breve storia dalla fondazione ad oggi.
Anzi lunedì e soprattutto ieri sono continuate le riunioni del tavolo tecnico che è giunto ad alcune decisioni e considerazioni importanti che saranno rese note al più presto ed oggetto di apposita riunione pubblica.
Anche l’ennesimo errore contabile, così come la duplicazione delle voci dolenti, senza le dovute pezze d’appoggio, nella richiesta di danni, hanno avuto una certa rilevanza pubblica.
Ma questo sembra un film già visto poi smentito da tanti e conseguenti fatti.
Quindi si continua nell’attività di opposizione a questo sgradito progetto senza alcun timore.
Pontinia 1 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
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