Mai, nell'ultimo millennio, la Terra si è riscaldata ai ritmi di oggi. E' il capo dei climatologi della Nasa Gavin Schmidt a dirlo - interpellato dal Guardian - osservando che è "molto improbabile" che il mondo riesca a rimanere entro un limite di aumento di temperatura di 1,5-2 gradi come concordato nel dicembre scorso alla Conferenza mondiale dell'Onu sul clima a Parigi da 195 paesi. "Negli ultimi 30 anni - ha spiegato Schmidt, che è direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa - ci siamo mossi in un territorio eccezionale, mai visto negli ultimi mille anni. Non c'è alcun periodo che ha il trend visto nel 20/o secolo, guardando al grafico" dell'anomalia della temperatura globale negli ultimi 1.500 anni. E questo, secondo la Nasa, è confermato anche da carotaggi di ghiaccio e analisi di sedimenti. Luglio scorso è stato in assoluto il mese più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni strumentali della temperatura ed ha segnato il decimo mese consecutivo di aumento record per cui, secondo Schmidt, c'è "il 99% di probabilità" che il 2016 stabilirà un nuovo record annuale sul termometro dopo quelli del 2014 e 2015 diventando l'anno più caldo dal 1880, cioè da quando si è iniziato a registrare le temperature. Quest'anno la temperatura media globale ha raggiunto il picco di 1,38 gradi centigradi rispetto ai livelli sperimentati nel 19/o secolo e quindi già molto vicino al limite di 1,5 gradi (preferibile ai 2 gradi) di aumento rispetto ai livelli pre-industriali indicato alla Cop 21 di Parigi, limite oltre il quale il riscaldamento del Pianeta può provocare effetti devastanti. "Mantenere l'aumento della temperatura entro 1,5 gradi richiede significativi e consistenti tagli di emissioni di CO2 o interventi coordinati di geo-ingegneria" ha spiegato Schmidt dicendo, però, che "è molto difficile". Peraltro "non stiamo riducendo le emissioni di gas a effetto serra neanche per contenere l'aumento entro i 2 gradi". Con questo ritmo crescente del riscaldamento globale, quindi, il Pianeta si riscalderà nei prossimi cento anni ad una velocità "almeno" 20 volte superiore rispetto alla media storica, secondo la Nasa. Ed è proprio del trend nel lungo periodo che bisogna preoccuparsi, ha osservato lo scienziato spiegando che non c'è interruzione in questa escalation concludendo che "è un problema cronico per la società per i prossimi cento anni".
mercoledì 31 agosto 2016
Nasa, Terra mai così calda negli ultimi mille anni Difficile mantenere temperatura entro limiti indicati a Cop 21
Sos elefanti della savana, decimati dal bracconaggio Primo censimento continentale,dal 2007 al 2014 ridotti a 144mila
E' emergenza declino per gli elefanti nella savana africana minacciati dal bracconaggio e dalla perdita di habitat. Sulla base del primo "Grande censimento dell'elefante" a livello continentale, una ricognizione aerea che ha coperto 463.000 chilometri, durata due anni e finanziata 8 milioni di dollari principalmente dal miliardario filantropo Paul G. Allen e sua sorella Jody Allen, si stima che l'attuale tasso di declino è dell'8% all'anno. L'indagine dei ricercatori di 'Elefanti senza frontiere', sulla base di dati storici disponibili su 15 Paesi, indica che la popolazione di elefanti dal 2007 al 2014 si è ridotta del 30% a 144.000.
Questi risultati - che saranno illustrati nell'ambito della Conferenza internazionale sulla fauna selvatica che si apre domani alle Hawaii e pubblicati sulla rivista PeerJ - mostrano la necessità di un intervento efficace da parte dei governi e delle organizzazioni per la conservazione degli elefanti per interrompere questo declino con azioni di prevenzione.
Nel complesso, i ricercatori - fra cui Curt Griffin dell'Università del Massachusetts Amherst e Scott Schlossberg - stimano che la popolazione degli elefanti della savana è di 352.271 esemplari nei 18 paesi esaminati fino ad oggi, che rappresentano almeno il 93% del totale in questi paesi. Nel sorvolo, i ricercatori hanno avvistato l'84% degli elefanti in aree protette e il rimanente 16% in zone non protette. Nelle prime sono stati visti numerosi resti di carcasse dimostrando che questi mammiferi sono in pericolo anche all'interno di parchi. Il censimento è stato lanciato a fine 2013 e i primi voli sono cominciati nel febbraio 2014 sul parco nazionale di Tsavi in Kenia. Sinora sono stati sorvolati 18 Paesi ma occorre completare il lavoro: il sorvolo di Sud Sudan e Repubblica Centrafricana dovrebbe avvenire entro la fine del 2016, condizioni di sicurezza permettendo.
Questi risultati - che saranno illustrati nell'ambito della Conferenza internazionale sulla fauna selvatica che si apre domani alle Hawaii e pubblicati sulla rivista PeerJ - mostrano la necessità di un intervento efficace da parte dei governi e delle organizzazioni per la conservazione degli elefanti per interrompere questo declino con azioni di prevenzione.
Nel complesso, i ricercatori - fra cui Curt Griffin dell'Università del Massachusetts Amherst e Scott Schlossberg - stimano che la popolazione degli elefanti della savana è di 352.271 esemplari nei 18 paesi esaminati fino ad oggi, che rappresentano almeno il 93% del totale in questi paesi. Nel sorvolo, i ricercatori hanno avvistato l'84% degli elefanti in aree protette e il rimanente 16% in zone non protette. Nelle prime sono stati visti numerosi resti di carcasse dimostrando che questi mammiferi sono in pericolo anche all'interno di parchi. Il censimento è stato lanciato a fine 2013 e i primi voli sono cominciati nel febbraio 2014 sul parco nazionale di Tsavi in Kenia. Sinora sono stati sorvolati 18 Paesi ma occorre completare il lavoro: il sorvolo di Sud Sudan e Repubblica Centrafricana dovrebbe avvenire entro la fine del 2016, condizioni di sicurezza permettendo.
Serve un secolo per ripopolamento elefanti foresta africana Vittime di bracconaggio, hanno un ruolo contro cambio climatico
Ci vorrà quasi un secolo per il ripopolamento degli elefanti africani delle foreste vittime di un intenso bracconaggio per il commercio illegale di avorio a partire dal 2002. Le femmine avranno bisogno di più di vent'anni per cominciare a riprodursi considerando che partoriscono ogni cinque o sei anni un solo esemplare alla volta, dai 23 anni di età. Lo rileva il primo studio sulla demografia dell'elefante delle foreste pubblicato nel Journal of Applied Ecology.
In Africa ci sono due specie di elefanti: quelli della savana sono la maggioranza, mentre molti di meno sono i più piccoli elefanti che si trovano nelle foreste tropicali: secondo una stima della Wildlife Conservation Society (Wcs) il calo della popolazione di questi ultimi sarebbe stato del 65% tra il 2002 e il 2013. Per un recupero, visto il basso tasso di natalità, ci vorranno almeno 90 anni, secondo i ricercatori del Wcs, del Cornell Lab of Ornithology's Elephant Listening Project, della Colorado State University, e di Save the Elephants. Per arrivare a queste conclusioni il team di ricercatori ha utilizzato decenni di dati emersi da un monitoraggio intensivo delle nascite e delle morti degli elefanti nel Dzanga Bai (villaggio degli elefanti) una riserva patrimonio dell'umanità dell'Unesco nella Repubblica Centrafricana.
Gli autori dello studio ritengono che il basso tasso di natalità sia dovuto alle difficoltà di vivere in una foresta tropicale, dove la crescita di nuove piante è per lo più limitata alla parte alta, quindi difficilmente accessibile a questo tipo di fauna terrestre. Gli elefanti della foresta hanno anche un ruolo ecologico importante visto che molte specie arboree si basano su questi animali per disperdere i loro semi.
Non proteggere questi animali potrebbe anche mettere a rischio le foreste del Centrafrica importanti per l'assorbimento di gas a effetto serra.
I risultati di questo studio sono molto importanti affinchè ci sia una pressione per la chiusura del mercato nazionale di avorio, tema di cui si parlerà al congresso dell'Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) da domani al 10 settembre alle Hawaii e nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, che si riunisce a Johannesburg a fine settembre.
In Africa ci sono due specie di elefanti: quelli della savana sono la maggioranza, mentre molti di meno sono i più piccoli elefanti che si trovano nelle foreste tropicali: secondo una stima della Wildlife Conservation Society (Wcs) il calo della popolazione di questi ultimi sarebbe stato del 65% tra il 2002 e il 2013. Per un recupero, visto il basso tasso di natalità, ci vorranno almeno 90 anni, secondo i ricercatori del Wcs, del Cornell Lab of Ornithology's Elephant Listening Project, della Colorado State University, e di Save the Elephants. Per arrivare a queste conclusioni il team di ricercatori ha utilizzato decenni di dati emersi da un monitoraggio intensivo delle nascite e delle morti degli elefanti nel Dzanga Bai (villaggio degli elefanti) una riserva patrimonio dell'umanità dell'Unesco nella Repubblica Centrafricana.
Gli autori dello studio ritengono che il basso tasso di natalità sia dovuto alle difficoltà di vivere in una foresta tropicale, dove la crescita di nuove piante è per lo più limitata alla parte alta, quindi difficilmente accessibile a questo tipo di fauna terrestre. Gli elefanti della foresta hanno anche un ruolo ecologico importante visto che molte specie arboree si basano su questi animali per disperdere i loro semi.
Non proteggere questi animali potrebbe anche mettere a rischio le foreste del Centrafrica importanti per l'assorbimento di gas a effetto serra.
I risultati di questo studio sono molto importanti affinchè ci sia una pressione per la chiusura del mercato nazionale di avorio, tema di cui si parlerà al congresso dell'Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) da domani al 10 settembre alle Hawaii e nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, che si riunisce a Johannesburg a fine settembre.
Agenzie ambientali, la Riforma del sistema che dovrà essere attuata
Uno dei provvedimenti che il ministero dell'Ambiente dovrà attuare nei mesi che seguiranno è la riforma delle agenzie ambientali, approvata in via definitiva a giugno dopo circa 3 anni dall'inizio del suo iter parlamentare.
Il provvedimento, in sintesi, istituisce il Sistema nazionale delle agenzie ambientali 'al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'Ambiente - come si nelle nel testo - a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica'. Le Arpa regionali lavoreranno sulla base di standard omogenei su tutto il territorio. La riforma istituisce, tra le altre cose, anche i Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (i cosiddetti Lepta, sulla scorta dei Lea in campo sanitario) e la rete informativa nazionale ambientale denominata Sinanet. Il sistema potrà contare infine su una rete nazionale dei laboratori accreditati. L'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - tra le altre cose - avrà funzioni di indirizzo e coordinamento del nuovo sistema, il cui organo direttivo sarà il Consiglio del sistema nazionale. Il provvedimento, pur essendo già stato pubblicato in Gazzetta, entrerà in vigore il 14 gennaio 2017. Da quel momento il governo potrà cominciare ad emanare i primi provvedimenti attuativi. Per esempio il decreto attuativo che dovrà definire i Lepta potrà essere emanato entro un anno dall'entrata in vigore della legge.
Il provvedimento prevede il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente per concorrere 'al perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, della riduzione del consumo di suolo, della promozione della qualità ambientale in tutto il territorio nazionale, della piena realizzazione del principio 'chi inquina paga', anche in relazione agli obiettivi di promozione della salute umana'. Il Sistema nazionale è composto dall'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Arpa regionali. Il Sistema svolge principalmente i seguenti compiti: monitorare lo stato dell'ambiente, con particolare riguardo al consumo del suolo, all'evoluzione delle risorse ambientali, all'inquinamento; attività di ricerca e informazione pubblica su dati tecnico-scientifici sullo stato dell'ambiente e sulla sua evoluzione, nonché collaborazione con gli istituti scolastici e le università relativamente alle tematiche dell'educazione ambientale; supporto alle altre istituzioni nelle attività amministrative in materia ambientale; partecipazione alle iniziative degli enti preposti agli interventi di protezione civile, vigilanza e ispezione sul territorio. E ancora: attività istruttoria per il rilascio di autorizzazioni e di irrogazione di sanzioni, nel rispetto delle competenze di altri enti previste dalla normativa vigente; attività di monitoraggio degli effetti sull'ambiente derivanti dalla realizzazione di opere infrastrutturali di interesse nazionale e locale, anche attraverso la collaborazione con gli osservatori ambientali eventualmente costituiti; funzioni di supporto tecnico allo sviluppo e all'applicazione di procedure di certificazione della qualità ecologica dei prodotti e dei sistemi di produzione; funzioni di valutazione comparativa di modelli e strutture organizzative, di funzioni e servizi erogati, di sistemi di misurazione e valutazione delle prestazioni, quale attività di confronto finalizzato al raggiungimento di migliori livelli prestazionali mediante la definizione di idonei indicatori e il loro periodico aggiornamento, ivi inclusa la redazione di un rapporto annuale di valutazione comparativa dell'intero Sistema nazionale.
Vengono istituiti i Livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali (Lepta). I Lepta rappresentano gli standard qualitativi e quantitativi che devono essere garantiti in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale e che riguardano le attività che il Sistema nazionale è tenuto ad assicurare, anche ai fini del perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli essenziali di tutela sanitaria. I Lepta saranno, i criteri di finanziamento per il loro raggiungimento ed il Catalogo nazionale dei servizi sono stabiliti con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta del ministro dell'Ambiente, di concerto con il ministro della Salute, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. Viene prevista inoltre una programmazione triennale delle attività del Sistema nazionale, predisposta dall'Ispra, per l'individuazione delle principali linee di intervento finalizzate ad assicurare il raggiungimento dei Lepta. Saranno le Agenzie regionali per la protezione dell'Ambiente a svolgere 'le attività istituzionali tecniche e di controllo obbligatorie necessarie a garantire il raggiungimento dei Lepta nei territori di rispettiva competenza'. Il testo prevede anche l'istituzione di un sistema informativo nazionale ambientale (Sina), parte della rete informativa nazionale (Sinanet), in cui convergono gli altri sistemi informativi territoriali. Nella gestione del Sinanet l'Ispra, in collegamento con le agenzie, collabora con le amministrazioni statali, con le Regioni e con le Province autonome di Trento e di Bolzano per 'garantire l'efficace raccordo con le iniziative attuate da tali soggetti nella raccolta e nell'organizzazione dei dati e il mantenimento coerente dei flussi informativi tra i soggetti titolari delle medesime iniziative e la rete Sinanet'.
NASCE CONSIGLIO SISTEMA NAZIONALE Per 'promuovere' e 'indirizzare' lo sviluppo coordinato delle attività del Sistema nazionale, anche in una logica di sinergica collaborazione tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, viene istituito il Consiglio del Sistema nazionale, presieduto dal presidente dell'Ispra e composto dai legali rappresentanti delle agenzie e dal direttore generale dell'Ispra. Il Consiglio esprime il proprio parere vincolante sul programma triennale delle attività del Sistema nazionale e su tutti gli atti di indirizzo o di coordinamento relativi al governo del Sistema, oltre che sui provvedimenti del Governo aventi natura tecnica in materia ambientale. Il Consiglio inoltre segnala al ministero dell'Ambiente e alla Conferenza Stato-Regioni 'l'opportunità di interventi, anche legislativi, ai fini del perseguimento degli obiettivi' previsti dalla nuova legge.
IL RUOLO DELL'ISPRA Il testo unificato disciplina le funzioni dell'Ispra che, tra le altre cose, avrà la funzione di organizzare, con il concorso delle agenzie, le norme tecniche vincolanti per tutto il Sistema nazionale per lo svolgimento delle funzioni ad esso assegnate. L'Ispra svolgerà anche compiti di indirizzo e coordinamento per la determinazione dei Lepta, definirà strumenti per l'esecuzione delle attività di controllo, la promozione e il coordinamento della rete nazionale dei laboratori accreditati. E ancora si occuperà dello sviluppo, della gestione del sistema nazionale di qualità dei dati di monitoraggio ambientale, della realizzazione e della gestione del sistema informativo nazionale ambientale. Sarà un decreto del ministero dell'Ambiente a individuare le funzioni degli organismi collegiali già operanti presso il ministero da trasferire all'Ispra, che ne assicurerà l'adempimento. I componenti degli organi dell'Ispra durano in carica per quattro anni e possono essere rinnovati per un solo mandato. Il direttore generale dell'Ispra, così come quello delle Arpa, dovranno essere nominati 'tra soggetti di elevata professionalità e qualificata esperienza nel settore ambientale che non ricoprano incarichi politici elettivi a livello dell'Unione europea, nazionale' e locale. L'Ispra provvede allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
AD ARPA E APPA AUTONOMIA AMMINISTRATIVA E CONTABILE Il provvedimento attribuisce anche alle agenzie regionali e provinciali (Arpa e Appa) la personalità giuridica di diritto pubblico e l'autonomia tecnico-scientifica, amministrativa e contabile. Sono le leggi regionali a disciplinare la struttura, il funzionamento, il finanziamento e la pianificazione delle attività delle agenzie, nel rispetto dei Lepta e del programma triennale delle attività, adeguando le leggi regionali istitutive delle agenzie alle nuove previsioni legislative. Anche le agenzie, così come l'Ispra, provvedono allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
ARRIVANO TARIFFE NAZIONALI PER PARERI AMBIENTALI Le spese relative al rilascio dei pareri sulle domande di autorizzazione ambientale e allo svolgimento dei successivi controlli programmati relativi a impianti e opere sottoposti alle vigenti procedure di valutazione ambientale, compresi gli impianti soggetti a rischio di incidente rilevante, nonché alle convalide delle indagini analitiche prodotte daisoggetti tenuti alle procedure di bonifica e di messa in sicurezza di siti inquinati, 'sono poste a carico dei gestori stessi, sulla base di tariffe nazionali approvate con decreto del ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge'. Nelle more dell'approvazione delle tariffe nazionali si applicano le tariffe delle agenzie, approvate dalle rispettive Regioni o Province autonome. Lo stesso decreto del ministero provvederà a disciplinare l'assegnazione alle agenzie degli introiti derivanti dalla tariffazione e dalle sanzioni comminate nei casi di inottemperanza alla normativa ambientale Le spese strettamente connesse ad attività di indagine delegate dall'autorità giudiziaria 'sono poste a carico del ministero della Giustizia nell'ambito delle spese processuali e sono liquidate sulla base dei criteri e delle tariffe nazionali approvati con decreto del ministro dell'Ambiente, di concerto con il ministro della Giustizia'. RETE NAZIONALE DEI LABORATORI ACCREDITATI Il Sistema nazionale organizza i propri laboratori che si occupano di analisi ambientali in una rete nazionale di laboratori accreditati 'per armonizzare i sistemi di conoscenza, di monitoraggio e di controllo delle matrici ambientali, anche al fine di assicurare economie nelle attività di laboratorio che presentino natura di elevata complessità e specializzazione'. I laboratori che appartengono alla rete nazionale dei laboratori accreditati sono tenuti ad applicare i metodi elaborati e approvati dal Sistema nazionale come metodi ufficiali di riferimento.
PERSONALE ISPETTIVO Sarà l'Ispra, con il contributo delle agenzie, a predisporre uno schema di regolamento per stabilire le modalità di individuazione del personale incaricato degli interventi ispettivi nell'ambito delle funzioni di controllo svolte dal Sistema nazionale, il codice etico, le competenze del personale ispettivo e i criteri generali per lo svolgimento delle attività ispettive, 'prevedendo - si legge - il principio della rotazione del medesimo personale nell'esecuzione delle visite nei singoli siti o impianti, al fine di garantire la terzietà dell'intervento ispettivo'. Il regolamento dovrà individuare anche le modalità per la segnalazione di illeciti ambientali da parte di enti e di cittadini, singoli o associati. Il provvedimento ribadisce che il personale ispettivo 'può accedere agli impianti e alle sedi di attività oggetto di ispezione e ottenere i dati, le informazioni e i documenti necessari per l'espletamento' delle loro funzioni. 'Alle richieste - si legge - non può essere opposto il segreto industriale'. Potranno essere nominati, tra il personale ispettivo, i dipendenti operanti con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria. 'A tale personale - si legge - sono garantite adeguata assistenza legale e copertura assicurativa a carico dell'ente di appartenenza'. Lo schema di regolamento sarà emanato con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Ambiente di concerto con il ministro dell'Economia, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Lo schema dovrà ricevere il parere delle commissioni parlamentari competenti.
(Public Policy) http://www.alessandrobratti.it/blog-ambiente/2980-agenzie-ambientali,-la-riforma-del-sistema-che-dovr%C3%A0-essere-attuata.html
Audizione in Commissione: "Eventuale conflitto di interesse del vice Presidente M5S deputato Stefano Vignaroli
Resoconti stenografici delle audizioni
XVII LEGISLATURA
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
Resoconto stenografico
Seduta n. 113 di Giovedì 28 luglio 2016
Bozza non corretta
INDICE
Comunicazioni del presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 ,
Arrigoni Paolo ... 3 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 4 ,
Bianchi Stella (PD) ... 4 ,
Arrigoni Paolo ... 8 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 8 ,
Nugnes Paola ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Nugnes Paola ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Nugnes Paola ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 ,
Arrigoni Paolo ... 3 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 4 ,
Bianchi Stella (PD) ... 4 ,
Arrigoni Paolo ... 8 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 8 ,
Nugnes Paola ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Nugnes Paola ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Nugnes Paola ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Vignaroli Stefano (M5S) ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11
Testo del resoconto stenografico
Pag. 2
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Comunicazioni del presidente.
PRESIDENTE. Comunico che nella riunione appena svoltasi dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato deliberato che una delegazione della Commissione effettui una missione in Calabria e in Basilicata dal 6 all'8 settembre 2016. Nella medesima riunione è stato inoltre stabilito che la Commissione organizzi il 18 ottobre 2016 un convegno a Roma, presso una sala del Senato, sul tema delle bonifiche e dell'economia circolare collegata al ciclo dei rifiuti, nonché un convegno sul tema dei reati ambientali che si svolgerà ad Ancona il prossimo 21 ottobre. Al riguardo sarà effettuata una missione nelle Marche il 20 e il 21 ottobre 2016.
Comunico inoltre che sono pervenute alla presidenza della Commissione sollecitazioni a valutare una presunta situazione di conflitto di interesse del vicepresidente della Commissione, deputato Stefano Vignaroli, nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione Lazio. Al riguardo, si fa presente che si tratta di una questione di sola opportunità politica, in ordine alla quale la presidenza della Commissione non esercita alcuna competenza e pertanto non può assumere iniziative.Pag. 3
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.
Comunico inoltre che sono pervenute alla presidenza della Commissione sollecitazioni a valutare una presunta situazione di conflitto di interesse del vicepresidente della Commissione, deputato Stefano Vignaroli, nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione Lazio. Al riguardo, si fa presente che si tratta di una questione di sola opportunità politica, in ordine alla quale la presidenza della Commissione non esercita alcuna competenza e pertanto non può assumere iniziative.Pag. 3
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.
PAOLO ARRIGONI. Prendo atto di una sorta di verifica fatta dalla Commissione in ordine alla presenza di conflitti di interesse. Non sapevo di questa cosa e volevo cogliere l'occasione per sentire direttamente dal vicepresidente Vignaroli che cosa è successo. Al di là delle buone intenzioni di un membro di un partito politico, che vede un suo collega alla guida della città di Roma, c'è sempre il problema del rispetto delle regole, dei ruoli, una questione di opportunità politica soprattutto se si ricopre all'interno del Parlamento un ruolo importante come quello di vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Io ho appreso dalla stampa, come tutti quanti, qualche giorno fa di un incontro, non so se convocato dallo stesso Vignaroli o a cui Vignaroli ha preso parte, in un ufficio, si dice appartenente all'assistente del vicepresidente Vignaroli, quindi non in una sede istituzionale, con delle persone che a quella data (relata refero, riporto sempre articoli di giornali), almeno una parte dei componenti, non avevano a quel punto un ruolo istituzionale per affrontare il problema drammatico dei rifiuti nella città di Roma.
Personalmente ho anche scritto ai Presidenti delle due Camere per verificare la sussistenza di conflitti di interesse. Poi sentiamo Vignaroli, magari non c'entra niente ed era all'oscuro, però se il vicepresidente Vignaroli in qualche modo ha preso parte, ha avuto contatti con esponenti di società della galassia di Cerroni, che è al centro di un'inchiesta giudiziaria che è all'attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta che sta facendo un'indagine sulla regione Lazio, sicuramente c'è un problema enorme come una casa di inopportunità politica.
Se i fatti letti sul giornale fossero confermati – e qui sta al collega Vignaroli dircelo – sarebbe veramente una questione aPag. 4mio avviso grave, ancorché trattasi di opportunità o inopportunità politica.
Io comunico quanto ho fatto. Anzi, ho scritto anche a Cantone, perché si parlava, sempre in quell'articolo, di un accordo per il conferimento in impianti di TMB di un maggiore tonnellaggio di rifiuti, quindi ho chiesto se tutto questo fosse avvenuto in un perimetro di regolarità.
Io ho appreso dalla stampa, come tutti quanti, qualche giorno fa di un incontro, non so se convocato dallo stesso Vignaroli o a cui Vignaroli ha preso parte, in un ufficio, si dice appartenente all'assistente del vicepresidente Vignaroli, quindi non in una sede istituzionale, con delle persone che a quella data (relata refero, riporto sempre articoli di giornali), almeno una parte dei componenti, non avevano a quel punto un ruolo istituzionale per affrontare il problema drammatico dei rifiuti nella città di Roma.
Personalmente ho anche scritto ai Presidenti delle due Camere per verificare la sussistenza di conflitti di interesse. Poi sentiamo Vignaroli, magari non c'entra niente ed era all'oscuro, però se il vicepresidente Vignaroli in qualche modo ha preso parte, ha avuto contatti con esponenti di società della galassia di Cerroni, che è al centro di un'inchiesta giudiziaria che è all'attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta che sta facendo un'indagine sulla regione Lazio, sicuramente c'è un problema enorme come una casa di inopportunità politica.
Se i fatti letti sul giornale fossero confermati – e qui sta al collega Vignaroli dircelo – sarebbe veramente una questione aPag. 4mio avviso grave, ancorché trattasi di opportunità o inopportunità politica.
Io comunico quanto ho fatto. Anzi, ho scritto anche a Cantone, perché si parlava, sempre in quell'articolo, di un accordo per il conferimento in impianti di TMB di un maggiore tonnellaggio di rifiuti, quindi ho chiesto se tutto questo fosse avvenuto in un perimetro di regolarità.
STEFANO VIGNAROLI. Ovviamente non ho intenzione di stare qui a parlare delle sciocchezze scritte sul giornale, perché non ho fatto nessun patto né tantomeno nessun incontro riferito dal giornale. Se ci sono delle violazioni che ho fatto me le fate pervenire per iscritto e poi vi rispondo. Grazie.
STELLA BIANCHI. Grazie, presidente, anche di questa occasione che abbiamo sollecitato come Gruppo del Partito Democratico. Noi siamo rimasti molto sorpresi nel leggere quell'articolo, soprattutto la sua conclusione, laddove si riporta un post scritto dall'onorevole Vignaroli nel quale egli conferma che è riuscito ad ottenere – «e pensate quanto mi è potuto costare chiedere un favore a Cerroni» scrive – un aumento del conferimento dei rifiuti presumo negli impianti TMB di Malagrotta.
Vignaroli scrive in questo post su Facebook che viene riportato dalla giornalista di Repubblica che, siccome questo aumento di volume conferito nei due TMB non era superiore ai volumi autorizzati, non ci sarebbe stato motivo di dichiararlo. Tuttavia, siccome appunto Vignaroli tiene molto alla trasparenza ha voluto farlo sapere a tutti, con un post su Facebook nel gruppo Massimina.
Quindi, presidente, sono rimasta – come credo altri colleghi – a dir poco sorpresa dal leggere queste affermazioni, che purtroppo confermano la sostanza di quanto c'è in quell'articolo. È chiaro che se l'onorevole Vignaroli può dire a tuttiPag. 5quanti che gli è costato moltissimo dover chiedere qualcosa a Cerroni, ma che però ha ottenuto, nei limiti dell'autorizzazione, un aumento del conferimento dei rifiuti nei due TMB attivi di Malagrotta, evidentemente l'incontro c'è stato o comunque c'è stato un interessamento di Vignaroli nell'ottenere il risultato che così è stato descritto dallo stesso Vignaroli.
Quello che abbiamo appreso in quell'articolo, che io riporto perché è noto a tutti, quindi non rivelo nulla di segreto, è che ci sarebbe stato, c'è stato un incontro convocato il 30 giugno – potrei sbagliare sulla data, ma credo 30 giugno – nello studio dell'architetto Giujusa, collaboratore parlamentare dell'onorevole Vignaroli, divenuto nel frattempo – credo successivamente – assessore in un Municipio di Roma, con l'allora indicata ma non nominata assessora ai rifiuti Muraro, con il presidente del consorzio Colari, che sappiamo tutti essere il consorzio di Manlio Cerroni, con il presidente di AMA Fortini.
Ora, qui risulta evidente a tutti una totale inopportunità istituzionale, nel senso che al 30 giugno c'era una sola figura istituzionale che poteva e doveva fare riunioni per cercare di affrontare quella che rischia di diventare una vera emergenza conclamata, ma che certamente è già una situazione di fortissimo disagio per i rifiuti a Roma, ed era la sindaca eletta Virginia Raggi, che aveva il dovere di convocare in Campidoglio le persone che secondo lei, e secondo i compiti che le sono assegnati... Quindi, in primis il presidente dell'AMA, ancorché dimissionario al momento della elezione della sindaca Raggi, per cercare di affrontare quella che tutti sapevamo sarebbe diventata una sofferenza della città. Credo che nessuno possa immaginare di non sapere o che neanche la sindaca potesse immaginare che non ci sarebbe stata una sofferenza di questo tipo nella città. Questo, purtroppo, non è successo e questa è una prima enormità istituzionale, se posso definirla così.Pag. 6
La successiva enormità è che a questa riunione partecipa un deputato, Stefano Vignaroli appunto, che ha un incarico rilevante all'interno della Commissione, perché è vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti, ma che, se anche non fosse vicepresidente e fosse solo componente della Commissione, sarebbe comunque molto improprio. Ricordo a tutti noi, cosa che sappiamo benissimo per avere tutti noi piena consapevolezza della Commissione della quale facciamo parte, che questa Commissione ha gli stessi poteri della magistratura inquirente. Quindi, il deputato Vignaroli, componente di una Commissione che ha gli stessi poteri della magistratura inquirente, convoca o partecipa a una riunione sulla situazione di grave disagio dei rifiuti a Roma, alla quale viene convocato appunto l'emissario di Cerroni.
Questo già sarebbe un elemento significativo. In più, possiamo anche immaginare... La possiamo prendere da due lati: da un lato, gli possiamo fare moltissimi auguri e moltissimi complimenti, perché il deputato Vignaroli, dopo le dimissioni della sua collega Lombardi è entrato a far parte nel direttorio di Roma; dall'altro, ci rimane sempre la perplessità su che cosa è il direttorio di Roma, perché i cittadini di Roma hanno votato per una sindaca, mentre evidentemente si ritrovano tutta la compagnia, la Casaleggio, il direttorio di Roma, i gruppi parlamentari. Ma questa è una valutazione politica, presidente, che quindi ha il valore di una valutazione politica.
Rimane il fatto, però, che il deputato Vignaroli, essendo entrato a far parte del direttorio di Roma – di questo ci dà notizia lui stesso, aggiornando puntualmente i suoi profili, si definisce così in questo momento, e gli facciamo tutti gli auguri perché gli spettano – partecipa però a una serie di riunioni in quella qualifica, accompagna l'assessore Muraro a fare i sopralluoghi in impianti TMB. E su questo consenta di nuovo unaPag. 7piccola chiosa, perché anche questo è un tratto singolare, ma anche qui se vuole è una valutazione politica o un approfondimento che faremo in una fase successiva. Naturalmente è bene che l'assessore Muraro conosca il funzionamento di impianti, ma diciamo che, per qualche motivo, potevamo immaginare che un pochino li conoscesse, visto che per dodici anni, cioè nella gestione Panzironi-Fiscon, tutti e due in carcere per Mafia Capitale, la Muraro era consulente di AMA, e non una consulente, ma una consulente da 200 mila euro l'anno, con l'incarico di verificare esattamente la rispondenza alla direttiva IPCC di quegli impianti, che ora hanno bisogno di un suo sopralluogo. Consulenza, invece, che non gli è stata confermata ora, ma che per dodici anni ha ricoperto.
Quindi, dicevo, il deputato Vignaroli, che fa parte di una Commissione che ha questo tipo di poteri che ricordavo, nel suo nuovo incarico di componente del direttorio partecipa ai sopralluoghi insieme ad assessori comunali, regionali eccetera. Presidente, sono a segnalare quella che a me sembra una incompatibilità di fatto tra le due cose. Niente esclude che uno sia membro della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti; niente esclude che uno diventi membro di questa nuova entità politica che è il direttorio che affianca la sindaca di Roma. Diciamo che le due cose insieme però creano un conflitto di interessi, perché non si capisce più qual è la distinzione tra controllato e controllore. Ed è un conflitto di interessi enorme quando viene coinvolto Cerroni, che, lo ricordo di nuovo a tutti noi, è rinviato a giudizio per disastro ambientale con dolo.
Ancora, presidente, un'ultima piccola chiosa: è proprio la presenza in Commissione che non funziona, e anche la presenza di alcuni consulenti della Commissione. Cito il nome di Valeria Allegra, consulente della Commissione, che ha fatto un lavoro per la Commissione che è stato reso pubblico a tuttiPag. 8nonostante fosse riservato – l'opportunità della trasparenza a volte assume dei caratteri di ampiezza che a tratti, invece, non ha – ma che soprattutto è diventata anche lei assessore e vicepresidente del Municipio XII. Quindi, forse la Commissione dovrà riflettere anche sulla opportunità di avere ancora come consulente Valeria Allegra.
Certamente la differenza tra controllato e controllore è qualcosa che per noi è fondamentale, quindi l'onorevole Vignaroli è incompatibile di fatto con questa Commissione.
Vignaroli scrive in questo post su Facebook che viene riportato dalla giornalista di Repubblica che, siccome questo aumento di volume conferito nei due TMB non era superiore ai volumi autorizzati, non ci sarebbe stato motivo di dichiararlo. Tuttavia, siccome appunto Vignaroli tiene molto alla trasparenza ha voluto farlo sapere a tutti, con un post su Facebook nel gruppo Massimina.
Quindi, presidente, sono rimasta – come credo altri colleghi – a dir poco sorpresa dal leggere queste affermazioni, che purtroppo confermano la sostanza di quanto c'è in quell'articolo. È chiaro che se l'onorevole Vignaroli può dire a tuttiPag. 5quanti che gli è costato moltissimo dover chiedere qualcosa a Cerroni, ma che però ha ottenuto, nei limiti dell'autorizzazione, un aumento del conferimento dei rifiuti nei due TMB attivi di Malagrotta, evidentemente l'incontro c'è stato o comunque c'è stato un interessamento di Vignaroli nell'ottenere il risultato che così è stato descritto dallo stesso Vignaroli.
Quello che abbiamo appreso in quell'articolo, che io riporto perché è noto a tutti, quindi non rivelo nulla di segreto, è che ci sarebbe stato, c'è stato un incontro convocato il 30 giugno – potrei sbagliare sulla data, ma credo 30 giugno – nello studio dell'architetto Giujusa, collaboratore parlamentare dell'onorevole Vignaroli, divenuto nel frattempo – credo successivamente – assessore in un Municipio di Roma, con l'allora indicata ma non nominata assessora ai rifiuti Muraro, con il presidente del consorzio Colari, che sappiamo tutti essere il consorzio di Manlio Cerroni, con il presidente di AMA Fortini.
Ora, qui risulta evidente a tutti una totale inopportunità istituzionale, nel senso che al 30 giugno c'era una sola figura istituzionale che poteva e doveva fare riunioni per cercare di affrontare quella che rischia di diventare una vera emergenza conclamata, ma che certamente è già una situazione di fortissimo disagio per i rifiuti a Roma, ed era la sindaca eletta Virginia Raggi, che aveva il dovere di convocare in Campidoglio le persone che secondo lei, e secondo i compiti che le sono assegnati... Quindi, in primis il presidente dell'AMA, ancorché dimissionario al momento della elezione della sindaca Raggi, per cercare di affrontare quella che tutti sapevamo sarebbe diventata una sofferenza della città. Credo che nessuno possa immaginare di non sapere o che neanche la sindaca potesse immaginare che non ci sarebbe stata una sofferenza di questo tipo nella città. Questo, purtroppo, non è successo e questa è una prima enormità istituzionale, se posso definirla così.Pag. 6
La successiva enormità è che a questa riunione partecipa un deputato, Stefano Vignaroli appunto, che ha un incarico rilevante all'interno della Commissione, perché è vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti, ma che, se anche non fosse vicepresidente e fosse solo componente della Commissione, sarebbe comunque molto improprio. Ricordo a tutti noi, cosa che sappiamo benissimo per avere tutti noi piena consapevolezza della Commissione della quale facciamo parte, che questa Commissione ha gli stessi poteri della magistratura inquirente. Quindi, il deputato Vignaroli, componente di una Commissione che ha gli stessi poteri della magistratura inquirente, convoca o partecipa a una riunione sulla situazione di grave disagio dei rifiuti a Roma, alla quale viene convocato appunto l'emissario di Cerroni.
Questo già sarebbe un elemento significativo. In più, possiamo anche immaginare... La possiamo prendere da due lati: da un lato, gli possiamo fare moltissimi auguri e moltissimi complimenti, perché il deputato Vignaroli, dopo le dimissioni della sua collega Lombardi è entrato a far parte nel direttorio di Roma; dall'altro, ci rimane sempre la perplessità su che cosa è il direttorio di Roma, perché i cittadini di Roma hanno votato per una sindaca, mentre evidentemente si ritrovano tutta la compagnia, la Casaleggio, il direttorio di Roma, i gruppi parlamentari. Ma questa è una valutazione politica, presidente, che quindi ha il valore di una valutazione politica.
Rimane il fatto, però, che il deputato Vignaroli, essendo entrato a far parte del direttorio di Roma – di questo ci dà notizia lui stesso, aggiornando puntualmente i suoi profili, si definisce così in questo momento, e gli facciamo tutti gli auguri perché gli spettano – partecipa però a una serie di riunioni in quella qualifica, accompagna l'assessore Muraro a fare i sopralluoghi in impianti TMB. E su questo consenta di nuovo unaPag. 7piccola chiosa, perché anche questo è un tratto singolare, ma anche qui se vuole è una valutazione politica o un approfondimento che faremo in una fase successiva. Naturalmente è bene che l'assessore Muraro conosca il funzionamento di impianti, ma diciamo che, per qualche motivo, potevamo immaginare che un pochino li conoscesse, visto che per dodici anni, cioè nella gestione Panzironi-Fiscon, tutti e due in carcere per Mafia Capitale, la Muraro era consulente di AMA, e non una consulente, ma una consulente da 200 mila euro l'anno, con l'incarico di verificare esattamente la rispondenza alla direttiva IPCC di quegli impianti, che ora hanno bisogno di un suo sopralluogo. Consulenza, invece, che non gli è stata confermata ora, ma che per dodici anni ha ricoperto.
Quindi, dicevo, il deputato Vignaroli, che fa parte di una Commissione che ha questo tipo di poteri che ricordavo, nel suo nuovo incarico di componente del direttorio partecipa ai sopralluoghi insieme ad assessori comunali, regionali eccetera. Presidente, sono a segnalare quella che a me sembra una incompatibilità di fatto tra le due cose. Niente esclude che uno sia membro della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti; niente esclude che uno diventi membro di questa nuova entità politica che è il direttorio che affianca la sindaca di Roma. Diciamo che le due cose insieme però creano un conflitto di interessi, perché non si capisce più qual è la distinzione tra controllato e controllore. Ed è un conflitto di interessi enorme quando viene coinvolto Cerroni, che, lo ricordo di nuovo a tutti noi, è rinviato a giudizio per disastro ambientale con dolo.
Ancora, presidente, un'ultima piccola chiosa: è proprio la presenza in Commissione che non funziona, e anche la presenza di alcuni consulenti della Commissione. Cito il nome di Valeria Allegra, consulente della Commissione, che ha fatto un lavoro per la Commissione che è stato reso pubblico a tuttiPag. 8nonostante fosse riservato – l'opportunità della trasparenza a volte assume dei caratteri di ampiezza che a tratti, invece, non ha – ma che soprattutto è diventata anche lei assessore e vicepresidente del Municipio XII. Quindi, forse la Commissione dovrà riflettere anche sulla opportunità di avere ancora come consulente Valeria Allegra.
Certamente la differenza tra controllato e controllore è qualcosa che per noi è fondamentale, quindi l'onorevole Vignaroli è incompatibile di fatto con questa Commissione.
PAOLO ARRIGONI. Nel prendere atto di questo rinvio dell'esercizio della trasparenza da parte del collega Vignaroli, che si rifiuta di rispondere alle domande che ho posto io in questa sede, che ritengo la più opportuna, e mi invita a porre le questioni per iscritto, ecco ti dico subito, Vignaroli, che per iscritto domande non te ne ho fatte perché, come ho già detto prima e lo ricordo, ho già scritto ai Presidenti di Camera e Senato per verificare la sussistenza di conflitti di interesse.
Comunque, trovo anch'io incompatibile questo doppio ruolo che tu hai assunto. Grazie.
Comunque, trovo anch'io incompatibile questo doppio ruolo che tu hai assunto. Grazie.
STEFANO VIGNAROLI. Io non ho nessun doppio ruolo.
PAOLA NUGNES. Ho ascoltato, ma ho anche letto nei giorni scorsi sulle pagine dei giornali...
Perché? Se lui adesso, dopo le repliche e i successivi interventi, vuole parlare penso che sia nel suo diritto, quindi io rinuncio...
Dunque, ho sentito una serie di verbi, cioè «convoca», «decide», «affida incarichi». La collega ha detto «convoca o partecipa»: no, ci sono delle distinzioni chiarissime e io credo che tutto questo sia anche molto chiaro a voi. Adesso ci stiamo raccontando le cose, ma non credo che voi queste cose non lePag. 9comprendiate in maniera molto chiara. Lui ha sicuramente partecipato e non lo ha reso un fatto segreto, ma non ha né convocato né deciso, né affidato incarico a nessuno. Vi invito e invito il collega assente in questo momento a farci vedere le copie, anche una mail firmata dal nostro Vignaroli in cui si sia un invito a un incontro o un atto qualsiasi.
Tra l'altro, come lui stesso ha detto, lui non fa parte dello staff del direttorio. Il direttorio innanzitutto non esiste; quello che esiste è uno staff. Tutti sapete benissimo che in giurisprudenza quando manca una definizione esatta di un ente o di un elemento si fa per parallelismo. Lo staff non è altro che una segreteria di partito, che però noi abbiamo voluto stabilire in maniera più informale. Di questo staff c'è un elenco, che è stato pubblicato sul blog, dove mai è stato pubblicato il nome di Vignaroli. Quindi, Vignaroli non fa parte dellostaff.
Cos'è che mi risulta veramente difficile da comprendere? Mi risulta difficile da comprendere che colleghi più navigati di noi non comprendano come sia nella normale attività politica di ognuno di noi partecipare e contribuire sui propri territori, con le proprie competenze, con le proprie esperienze, all'andamento dei fatti. Quindi, tolte tutte le responsabilità, che non sono assolutamente quelle che ci vengono attribuite, c'è semplicemente la partecipazione. E tutti quanti noi lo facciamo, e lo facciamo nei limiti che ci sono consentiti, chiaramente.
Non stiamo parlando di assessori ai trasporti che fanno parte di Commissioni antimafia oppure di commissariati di circoli PD che fanno anche parte del Copasir, per esempio. No, stiamo parlando semplicemente di contribuire, di portare sul tavolo il proprio contributo di conoscenze.
Io anche sono stata in prefettura la settimana scorsa a parlare con Cafagna, ma non credo che questo abbia inficiatoPag. 10nulla. Eppure avevo sollecitato la Commissione a incontrarlo. Credo che questa sia una normalissima attività.
Comprendiamo – anche se veniamo sempre sorpresi dall'accanimento del gioco politico – che chiaramente ogni pagliuzza viene utilizzata ad uso e consumo della propria parte politica. Tuttavia, credo che anche le mie parole siano inutili perché tutto questo è chiaro nelle vostre menti, quindi stiamo facendo soltanto il gioco delle parti.
Perché? Se lui adesso, dopo le repliche e i successivi interventi, vuole parlare penso che sia nel suo diritto, quindi io rinuncio...
Dunque, ho sentito una serie di verbi, cioè «convoca», «decide», «affida incarichi». La collega ha detto «convoca o partecipa»: no, ci sono delle distinzioni chiarissime e io credo che tutto questo sia anche molto chiaro a voi. Adesso ci stiamo raccontando le cose, ma non credo che voi queste cose non lePag. 9comprendiate in maniera molto chiara. Lui ha sicuramente partecipato e non lo ha reso un fatto segreto, ma non ha né convocato né deciso, né affidato incarico a nessuno. Vi invito e invito il collega assente in questo momento a farci vedere le copie, anche una mail firmata dal nostro Vignaroli in cui si sia un invito a un incontro o un atto qualsiasi.
Tra l'altro, come lui stesso ha detto, lui non fa parte dello staff del direttorio. Il direttorio innanzitutto non esiste; quello che esiste è uno staff. Tutti sapete benissimo che in giurisprudenza quando manca una definizione esatta di un ente o di un elemento si fa per parallelismo. Lo staff non è altro che una segreteria di partito, che però noi abbiamo voluto stabilire in maniera più informale. Di questo staff c'è un elenco, che è stato pubblicato sul blog, dove mai è stato pubblicato il nome di Vignaroli. Quindi, Vignaroli non fa parte dellostaff.
Cos'è che mi risulta veramente difficile da comprendere? Mi risulta difficile da comprendere che colleghi più navigati di noi non comprendano come sia nella normale attività politica di ognuno di noi partecipare e contribuire sui propri territori, con le proprie competenze, con le proprie esperienze, all'andamento dei fatti. Quindi, tolte tutte le responsabilità, che non sono assolutamente quelle che ci vengono attribuite, c'è semplicemente la partecipazione. E tutti quanti noi lo facciamo, e lo facciamo nei limiti che ci sono consentiti, chiaramente.
Non stiamo parlando di assessori ai trasporti che fanno parte di Commissioni antimafia oppure di commissariati di circoli PD che fanno anche parte del Copasir, per esempio. No, stiamo parlando semplicemente di contribuire, di portare sul tavolo il proprio contributo di conoscenze.
Io anche sono stata in prefettura la settimana scorsa a parlare con Cafagna, ma non credo che questo abbia inficiatoPag. 10nulla. Eppure avevo sollecitato la Commissione a incontrarlo. Credo che questa sia una normalissima attività.
Comprendiamo – anche se veniamo sempre sorpresi dall'accanimento del gioco politico – che chiaramente ogni pagliuzza viene utilizzata ad uso e consumo della propria parte politica. Tuttavia, credo che anche le mie parole siano inutili perché tutto questo è chiaro nelle vostre menti, quindi stiamo facendo soltanto il gioco delle parti.
PRESIDENTE. Dico una cosa sola che rientra nelle mie competenze. Visto che qui avevamo fatto un accordo tra i partiti politici, ho già detto fuori e ridico qui... Non spetta a me sicuramente decidere sui conflitti, però è evidente che è un tema generale, che abbiamo applicato addirittura a chi si occupava prima – o era coinvolto prima, come amministratore o altro – del proprio territorio. È evidente che nel prosieguo dell'attività sul Lazio e su Roma il ruolo di Vignaroli è diverso rispetto a quello di prima.
Vorrei che condividessimo questa situazione. Nessuno gli vieterà di venire all'audizione, però, richieste di documenti...
Vorrei che condividessimo questa situazione. Nessuno gli vieterà di venire all'audizione, però, richieste di documenti...
PAOLA NUGNES. Tu sei relatore dell'approfondimento Campania, laddove il Presidente della regione è del PD. Allora...
PRESIDENTE. Io non sono né stato eletto in Campania... Forse non ci siamo capiti. Visto che c'eri anche tu, adesso non pigliamoci in giro... Visto che c'eri anche tu quando abbiamo deciso un atteggiamento tra persone corrette...
PAOLA NUGNES. Però questa mi sfugge, perché non riesco...
PRESIDENTE. Non è che ti sfugge. Tu non fai la relatrice della Campania e io non farò mai il relatore dell'Emilia-Romagna, la Puppato non fa la relatrice del Veneto.Pag. 11
Nel momento in cui c'è un interesse, chiedo per correttezza fra di noi che ci sia questo atteggiamento.
Nel momento in cui c'è un interesse, chiedo per correttezza fra di noi che ci sia questo atteggiamento.
STEFANO VIGNAROLI. Sicuramente era condivisa la scelta che il relatore non potesse essere della stessa regione di appartenenza. Quindi, mi sembra giusto e di buonsenso questo, al di là della fuffa politica su altre cose.
Questa è una regola corretta di buonsenso che abbiamo scelto insieme dall'inizio, quindi mi sembra il minimo.
Questa è una regola corretta di buonsenso che abbiamo scelto insieme dall'inizio, quindi mi sembra il minimo.
PRESIDENTE. Prendiamo atto delle opinioni espresse e dichiaro conclusa la seduta.
La seduta termina alle 14.30.
regione Lazio, le ultime autorizzazioni in materia di rifiuti. Rocca Cencia, Idea4, Ecofer ambiente Falcognana, Mattucci Impianti Santa Marinella, Berg, ARIA (inceneritore San Vittore)
- Determinazione - n° G09440 del 12/08/2016
Porcarelli Gino & Co. S.r.l. – Impianto codice IPPC 5.3.b sito in via di Rocca Cencia 273, Roma – Aggiornamento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Determinazione n. G08413 del 7.7.2015... - Determinazione - n° G09442 del 12/08/2016
IDEA4 S.r.l. – Determinazione di Presa d'atto del Certificato di collaudo, accettazione delle garanzie finanziarie ed autorizzazione all'esercizio dell'impianto di trattamento chimico fisico del percolato a servizio della discarica per... - Determinazione - n° G09443 del 12/08/2016
Ecofer Ambiente S.r.l. – Discarica per rifiuti speciali, pericolosi e non, situata nel Comune di Roma, loc. "La Falcognana". Modifica non sostanziale alla Determinazione Dirigenziale n. B5324 del 29/10/2010 per... - Determinazione - n° G09446 del 12/08/2016
Mattucci Impianti S.r.l. – Installazione sita in Santa Marinella (RM), località Sciatalone - Approvazione perizia variante non sostanziale alla Determinazione Autorizzativa A.I.A., B2864 del 30/06/2009 e ss.mm.ii., nn. B4064 del... - Determinazione - n° G09371 del 11/08/2016
BERG S.p.A. - Modifica non sostanziale n. 4 ai sensi dell'art. 29 nonies comma 1 del D.lgs. 152/2006 all'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) resa Determinazione B0201 del 30/01/2009 e s.m.i. relativa... - Determinazione - n° G09374 del 11/08/2016
A.R.I.A. (Acea Risorse e impianti per l'ambiente) Srl – Impianto di termovalorizzazione località Valle Porchio nel comune di San Vittore del Lazio (FR) – Istanza di modifica non sostanziale ai...
Aprilia e i rifiuti, nuova autorizzazione alla società Self Garden
- Determinazione - n° G09387 del 11/08/2016
Self Garden S.r.l. - con sede legale ed operativa in Via Frassineto 1 – 04011 Aprilia (LT) – Aggiornamento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Determinazione n. G08404 del 7.7.2015. http://www.regione.lazio.it/rl_rifiuti/?vw=documentazione&isBando=0&cat=Atti%20Amministrativi&ambito=19&pg=1
Rifiuti, roghi tossici frutto dello smaltimento illegale. In che modo potrebbe aiutare il Qr Code
Le drammatiche notizie di una forte “riacutizzazione” dei roghi tossici in Campania discendono inesorabilmente dal fallimento nell’affrontare le cause reali del problema Terra dei Fuochi. Il problema “rifiuti” va affrontato innanzitutto dalla sua componente ormai ampiamente maggioritaria, e cioè i rifiuti speciali, industriali e tossici, di responsabilità e gestione privata (ma con controllo pubblico sempre deficitario) giunti ormai a superare circa i 140 milioni di tonnellate l’anno i legali ampiamente sottostimati, cui si aggiungono, con grave danno alla salute pubblica, gli oltre 30 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti speciali in regime di evasione fiscale (non meno di 2.5 milioni tonn/anno solo in Campania circa 6mila tonnellate al giorno) prodotti in regime di evasione fiscale e quindi da smaltire illegalmente.
Questa eccezionale quantità di rifiuti (che ufficialmente non esiste) in tutta Italia ogni giorno viene “mischiata” e smaltita illegalmente insieme ai rifiuti urbani (ormai ridotti a meno di 29 milioni di tonnellate in continua diminuzione per la crisi economica) in tutti i sistemi di smaltimento utilizzabili: discariche, inceneritori oppure (da cui Terra dei Fuochi) vanno a costituire discariche abusive all’interno delle quali poi “scoppiano” roghi tossici, per incassare ulteriormente dallo Stato i soldi di smaltimento delle ceneri tossiche.
Da decenni, in Campania, in tema di discariche a norma per questo tipo di rifiuti (speciali, pericolosi e non pericolosi), a mio parere volutamente, troviamo un allucinante zero assoluto nelle caselle dell’Ispra. Non è un caso, a mio parere, che la casella “discariche a norma per rifiuti speciali” specie tossici come l’amianto sia e resti uno zero assoluto in Campania.
Sia per i rifiuti speciali dell’edilizia, sia per i rifiuti tossici, sia per i rifiuti ospedalieri e radioattivi, questa casella deve restare a zero per consentire il massimo del profitto prima nello smaltimento illegale dei rifiuti speciali sovrapponendoli a quelli urbani, e poi, bruciando tutto, obbligare lo Stato, ormai sempre più in difficoltà per la ovvia mancanza di fondi, a sostenere costi eccezionali per censire e poi smaltire (ufficialmente fuori regione ma senza tracciabilità alcuna che così accada) le ceneri tossiche. In questo modo non si può più risalire ad alcuna attività produttiva in nero a monte.
In Campania le attività produttive di manufatti “in nero” hanno ormai raggiunto e superato per la crisi economica il 47% delle attività complessive (dati Dda 2015) ma giace abbandonata in Parlamento, bloccata al solito dalle lobby industriali che non vogliono adeguati controlli, la legge, a tutela del marchio, che obbligherebbe tutti i manufatti del settore tessile e pelletteria (scarpe, borse e vestiti, cioè la principale fonte di scarti per i roghi tossici di Terra dei Fuochi) ad inserire nei propri manufatti idoneiQr code in grado di assicurare la tracciabilità e quindi ridurre la quota di produzione “in nero”.
Il paradosso è che mentre il Qr code lo abbiamo imposto (con ottimi risultati) per le “vittime” di Terra dei Fuochi, cioè pummarole e bufale, nessuno vuole il Qr code per i “mandanti” di Terra dei Fuochi: i manufatti del settore tessile e pelletteria. Tuteliamo meglio le pummarole che i lavoratori e i cittadini in Campania.
Rivolgo un formale appello ai parlamentari tutti, al di sopra di qualunque colore politico, affinché si decidano (come per la legge sugli ecoreati) a fare il proprio dovere, uniti, sbloccando la legge sulla tutela del marchio nel settore tessile e pelletteria senza incitare ad ulteriori quanto inutili momenti di piazza. Ormai abbiamo capito tutto e lo abbiamo insegnato da anni anche a loro, a quanto pare inutilmente. Che non siano servi più o meno consapevoli delle lobby industriali ma rispettino il mandato ricevuto di rappresentanti politici dei cittadini a tutela della salute pubblica.
Si sblocchi rapidamente in Parlamento la legge che impone il Qr code a scarpe, borse e vestiti a tutela del marchio e si ritorni, se non con il Sistri, ad imporre con urgenza sistemi di tracciabilità certa almeno per i circa dieci milioni di tonnellate l’anno di rifiuti tossici legalmente dichiarati, come da decenni inutilmente chiedono i Noe. di Antonio Marfella | 31 agosto 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/31/rifiuti-roghi-tossici-frutto-dello-smaltimento-illegale-in-che-modo-potrebbe-aiutare-il-qr-code/3003081/
Greenpeace 3 buoni motivi per cui abbiamo bisogno di santuari marini
Il 26 Agosto il presidente americano Obama ha annunciato la creazione del più grande santuario marino del mondo al largo delle coste delle Hawaii, mentre in questi giorni i governi di tutto il mondo sono riuniti a New York presso la sede delle Nazioni Unite per sviluppare un nuovo accordo per salvare i nostri oceani. Ottime notizie per il nostro Pianeta Blu!
Due terzi della superficie dei nostri oceani si trovano al di fuori della giurisdizione degli Stati Nazionali, in quello che viene definito “alto mare", e quindi fuori da ogni regola per stabilire misure di tutela. Senza reale protezione la maggior parte dei nostri oceani sono a rischio! http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/3-buoni-motivi-per-cui-abbiamo-bisogno-di-san/blog/57397/
Per fortuna, i governi sono intenzionati a cambiare questa situazione, il che significa che potremmo essere alla vigilia di una svolta importantissima per salvare i nostri mari.
Greenpeace da anni lotta per la creazione di santuari marini che possano proteggere aree particolarmente sensibili dei nostri oceani da ogni forma di sfruttamento: grandi aree in cui pesci, squali, tartarughe e altre forme di vita potranno essere libere di vivere in pace!
Dopo avere promosso per anni questo processo, Greenpeace è adesso presente a New York per assicurare che finalmente i governi di tutto il mondo facciano passi concreti per salvare i nostri oceani.
Ecco tre buone ragioni per le quali istituire santuari marini:
1. Più santuari nel mare = più vita!
Diversi studi hanno dimostrato che animali e piante che vivono all’interno di santuari (anche conosciuti come “riserve marine” dove è vietata ogni attività estrattiva) possono quadruplicare la loro biomassa e aumentare notevolmente la loro taglia. I santuari inoltre, possono servire come area di riproduzione per specie minacciate - come balene e tartarughe marine, e proteggono gli ecosistemi marini e la biodiversità che essi ospitano.
2. Più pesce (e soldi) nel mare!
Gli scienziati hanno dimostrato che i santuari marini migliorano le economie locali. Un recente studio finanziato dal National Geographic ha rivelato che la presenza di santuari marini fornisce una spinta al turismo e porta benefici alle attività di pesca nelle aree circostanti.
I costi iniziali, necessari per lo sviluppo della riserva, possono essere compensati nei primi cinque anni.
Gli esempi recenti di Palau, Regno Unito, Cile, Nuova Zelanda e Stati Uniti sono unprecedente politico e dimostrano che è possibile vietare le attività estrattive (quali pesca, estrazioni minerarie e esplorazioni petrolifere) anche all’interno di vaste aree.
Gli esempi recenti di Palau, Regno Unito, Cile, Nuova Zelanda e Stati Uniti sono unprecedente politico e dimostrano che è possibile vietare le attività estrattive (quali pesca, estrazioni minerarie e esplorazioni petrolifere) anche all’interno di vaste aree.
Istituire grandi santuari marini permetterebbe di raggiungere una più equa distribuzione delle risorse marine, da cui molti paesi costieri -tra cui i meno sviluppati del mondo- potrebbero trarre vantaggio.
3. Le riserve marine ci proteggono dagli effetti del cambiamento climatico
I santuari aumentano la capacità dei nostri mari di adattarsi agli impatti del cambiamento climatico e dell' acidificazione degli oceani. Oltre la metà del carbonio biologico presente a livello mondiale viene immagazinato dagli organismi marini viventi! Aree che proteggono mangrovie o praterie di posidonia, specie che assorbono carbonio, contribuiscono quindi a mitigare l’effetto del cambiamento climatico.
Il prossimo passo?
C’è ancora molto da fare nei prossimi anni per far si che un accordo per la definizione di aree protette in alto mare venga approvato a livello delle Nazioni Unite e assicurare che sia forte e vincolante come i nostri oceani hanno bisogno che sia.
Meno dell’uno per cento delle aree in “alto mare” è attualmente protetto. Ma gli scienziati dicono che abbiamo bisogno di tutelare il 30% o più dei nostri oceani attraverso una rete globale di santuari marini per fermare la perdita di biodiversità marina, ricostituire le nostre riserve di pesce e sviluppare resilienza ai cambiamenti climatici.
Come le stesse Nazioni Unite riconoscono è necessaria un’ azione globale urgente per proteggere gli oceani dalle numerose minacce che in questo momento si trovano a fronteggiare.
I Governi si sono già impegnati a proteggere il 10% di acque costiere e altre aree marine entro il 2020. L’attuazione di tali promesse sarebbe un importante primo passo nella giusta direzione.Purtroppo la maggior parte dei Paesi sono lontani dal raggiungere questo obiettivo.
Greenpeace lavorerà affinchè presso le Nazioni Unite si sviluppi un accordo che preveda regole chiare e stringenti per la creazione di santuari marini, che daranno ai nostri mari la protezione di cui hanno disperatamente bisogno.
Giorgia Monti
Responsabile campagna mare Greenpeace Italia
come ottenere la riduzione della bolletta da acqualatina per il servizio idrico, nei casi previsti
http://www.acqualatina.it/tariffa-agevolata
Agevolazione tariffaria di carattere sociale - "Bonus Acqua"
Nuovi termini per la presentazione delle richieste
Si avvisa l'Utenza che a seguito della riforma dell' ISEE apportata dal DPCM n. 159 del 5 dicembre 2013 e delle modifiche intervenute sulle procedure di rilascio delle certificazioni ISEE da parte degli Enti preposti, le domande per usufruire dell'agevolazione tariffaria di carattere sociale per l'anno 2016 dovranno essere presentate al Gestore a partire dal 1 gennaio 2016.
Le domande dovranno pervenire al Gestore sull'apposito modulo di "Autocertificazione per l'accesso alle agevolazioni tariffarie di carattere sociale" e dovranno essere accompagnate dalla certificazione ISEE rilasciata nel 2016.
Restano invece invariate le modalità di richiesta, l'Utente dovrà:
- Compilare apposito modulo disponibile presso gli Sportelli e i "Punto Acqua" territoriali, o scaricabile qui.
- Allegare copia della certificazione ISEE rilasciata nell'anno 2016
- Allegare copia di un documento di identità in corso di validità
- Consegnare la documentazione attraverso i seguenti canali:
Posta: Casella Postale – Latina CPO 04100 – Latina
Email: clienti@acqualatina.it
A mano: presso gli sportelli del Gestore o i "Punto Acqua" territoriali
La scadenza per la presentazione delle domande di "agevolazione tariffaria 2016" è fissata al 31 dicembre 2016.
In caso di mancata presentazione della richiesta entro il termine previsto, non sarà possibile usufruire dell'agevolazione anche per coloro che ne hanno usufruito nel passato.
L'agevolazione è annuale e, quindi, per usufruirne per gli anni futuri, sarà necessario rinnovare la richiesta ogni anno.
CRITERI PER ACCEDERE ALL'AGEVOLAZIONE
Al fine di garantire la massima tutela dei nuclei familiari caratterizzati da maggior numero di componenti, la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dell'ATO n.4 ha confermato i seguenti criteri di accesso all'agevolazione.
Nel 2016 per usufruire dell'agevolazione sul pagamento dei servizi idrici Lei dovrà:
- Non possedere un'abitazione classificata nella categoria catastale A/1 (casa signorile), A/7 (villino), A/8 (villa), A/9 (castelli e palazzi di pregio artistico)
- Aver percepito nell'anno 2014 un reddito risultante dalla certificazione ISEE (data di rilascio anno 2015) pari o inferiore a:
6.000 euro, se il nucleo familiare è formato da 1 a 3 componenti
7.000 euro, se il nucleo familiare è formato da 4 o più componenti
10.000 euro, se il nucleo familiare è formato da 1 o 2 componenti, in cui almeno uno d'età pari o superiore a 65 anni
CONTRIBUTO SUPPLEMENTARE PER LE FAMIGLIE NUMEROSE
Per le utenze aventi diritto alla agevolazione tariffaria costituite da famiglie numerose è previsto un contributo supplementare, erogato con le stesse modalità, costituito da un importo su base annua così determinato:
- € 110,00 per nuclei familiari formati da 5 componenti
- € 170,00 per nuclei familiari formati da 6 componenti
- € 200,00 per nuclei familiari formati da più di 6 componenti
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