Importanti novità in merito alla sentenza Trasco e alla richiesta dell'incompatibilità avanzata dal pdl con richiesta di decadenza della giunta annunciate per domani direttamente dalla segreteria nazionale del pd http://www.partitodemocratico.it/doc/233341/speciale-amministrative-2012.pontinia.htm. Pare che sarà presente uno dei maggiori dirigenti nazionali del pd e che nel corso di un'assemblea pubblica, sembra nel pomeriggio e all'aperto in piazza indipendenza dove saranno ribadite norme e scenari. Assemblea che si annuncia interessante perché, oltre alla presenza di tutti gli interessati, ci sarebbe la presenza di un esperto nazionale del diritto amministrativo. (se qualcuno non lo ricordasse domani è 1. aprile)
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80becca/pag27sabaudia.pdf
Pontinia, il pressing del consigliere del Pd sul presidente Perfili
Sindaco alle strette
Torelli chiede la discussione sul caso dell’incompatibilità
IN chiusura del consiglio comunale del 27 marzo, il consigliere del Pdl Paolo Torelli è tornato a chiedere al presidente Argeo Perfili di mettere ai voti la mozione da lui sottoscritta, contestualmente a Giuseppe Mochi, relativa alla situazione di incompatibilità che si sarebbe determinata nei confronti del sindaco e di altri quattro consiglieri per effetto della sentenza della Corte dei Conti. Perfili ha argomentato che la mozione sarà discussa e votata entro i termini di legge mentre, una copia della mozione è stata inviata anche al prefetto D'Acunto. I due consiglieri rimarcano che il responsabile del procedimento, il dottor Licci, ha notificato agli interessati l'invito a procedere volontariamente al versamento delle somme dovute entro e non oltre 20 giorni, previa iscrizione del credito a ruolo, iscrizione che ad oggi non è stata ancora effettuata.
«Pertanto -conclude Torelli - allo scadere dei termini, il responsabile del procedimento avrebbe dovuto provvedere alla iscrizione a ruolo delle somme investendo l'ente preposte alla riscossione coatta.
Ma, nello stesso tempo, si sarebbe verificata la situazione di incompatibilità ». A.S.
sabato 31 marzo 2012
Borgo Montello dossier macigno sulla discarica di Latina
Falde acquifere pesantemente inquinate, fusti tossici seppelliti e mai recuperati, strane acquisizioni di terreni nelle aree limitrofe alla discarica dove si sta scavando incessantemente in queste settimane. Sono accadute e stanno continuando ad accadere cose a Borgo Montello, che ospita i rifiuti dell’intera provincia di Latina e di qualche altro Comune, che obbligano a tenere alta la guardia vista la documentata infiltrazione di gruppi criminali nell’affare rifiuti.
La denuncia, l’ennesima, arriva con un esposto alla procura della Repubblica e un dossier sottoscritti da Libera, Legambiente e dall’associazione Ecologia e Territorio, atti con i quali sono stati messi nero su bianco non soltanto i sospetti sulla gestione della discarica ma anche i dati relativi all’inquinamento che il sito pontino ha prodotto negli ultimi quarant’ani nella zona, incluso il fiume Astura.
La fotografia della situazione la immortalano i dati forniti dall’Arpa Lazio secondo cui le analisi chimiche effettuate dal 2005 al 2008 rivelano l’ampio superamento dei valori limite per la concentrazione di arsenico, benzene, cadmio, cromo, nichel e piombo. Un sorta di bomba ambientale che sarebbe il risultato, come hanno sottolineato il referente regionale di Libera Antonio Turri e i responsabili regionale e provinciale di Legambiente Lorenzo Parlati e Marco Omizzolo, della presenza di alcuni fusti tossici sotterrati anni fa e che fino ad oggi nessuno ha mai cercato veramente. Proprio ora, dopo che la gara di appalto per la ricerca dei materiali in questione è stata affidata alla società Poseidon (titolare di alcuni lavori in subappalto dalla Latina Ambiente a sua volta socia di Indeco), Libera e Legambiente hanno presentato un esposto in Procura chiedendo che tutte le operazioni siano accuratamente seguite da periti nominati dalla stessa Procura a garanzia della totale trasparenza degli interventi.
Sull’intera vicenda si addensa infatti l’ombra della criminalità organizzata e del clan dei casalesi di Francesco Schiavone. Come si legge nel dossier nel corso dei prelievi nella zona della discarica è emerso che i terreni e alcune aziende, risultano essere di Coppola e Schiavone e in particolare uno degli ultimi invasi Indeco è stato realizzato proprio sulla proprietà di Michele Coppola, originario di Casal di Principe ma residente a Latina, cognato del fratello di Francesco Schiavone, detto Sandokan. Ed è sempre in quella zona che nel maggio 2010 sono stati arrestati Maria Rosaria Schiavone, componente dell’omonimo clan, e il marito Pasquale Noviello, referente di un altro clan affiliato ai Casalesi. Nel dossier si avanzano anche pesanti sospetti sulla vendita di alcuni terreni limitrofi alla discarica, alcuni anche al Comune di Latina, e su strani passaggi di proprietà attraverso socieità scatola con sede in Lussemburgo.
E se questo non bastasse c’è ancora un caso irrisolto, denuncia ancora Libera, l’omicidio di don Cesare Boschin, parroco di Borgo Montello ucciso nel marzo 1995 con modalità barbare all’interno della canonica. Le circostanze della morte del sacerdote hanno sempre indotto a ricollegare la sua tragica fine con le denunce che aveva presentato sul traffico di rifiuti tossici e nocivi e hanno spinto il presidente nazionale di Libera don Ciotti a chiedere ripetutamente la riapertura delle indagini.
Insomma, una serie di pesanti interrogativi ai quali si chiede di dare risposta.
http://www.icittadini.it/index.php/primo-piano/439-latina-dossier-macigno-sulla-discarica-di-montello
La denuncia, l’ennesima, arriva con un esposto alla procura della Repubblica e un dossier sottoscritti da Libera, Legambiente e dall’associazione Ecologia e Territorio, atti con i quali sono stati messi nero su bianco non soltanto i sospetti sulla gestione della discarica ma anche i dati relativi all’inquinamento che il sito pontino ha prodotto negli ultimi quarant’ani nella zona, incluso il fiume Astura.
La fotografia della situazione la immortalano i dati forniti dall’Arpa Lazio secondo cui le analisi chimiche effettuate dal 2005 al 2008 rivelano l’ampio superamento dei valori limite per la concentrazione di arsenico, benzene, cadmio, cromo, nichel e piombo. Un sorta di bomba ambientale che sarebbe il risultato, come hanno sottolineato il referente regionale di Libera Antonio Turri e i responsabili regionale e provinciale di Legambiente Lorenzo Parlati e Marco Omizzolo, della presenza di alcuni fusti tossici sotterrati anni fa e che fino ad oggi nessuno ha mai cercato veramente. Proprio ora, dopo che la gara di appalto per la ricerca dei materiali in questione è stata affidata alla società Poseidon (titolare di alcuni lavori in subappalto dalla Latina Ambiente a sua volta socia di Indeco), Libera e Legambiente hanno presentato un esposto in Procura chiedendo che tutte le operazioni siano accuratamente seguite da periti nominati dalla stessa Procura a garanzia della totale trasparenza degli interventi.
Sull’intera vicenda si addensa infatti l’ombra della criminalità organizzata e del clan dei casalesi di Francesco Schiavone. Come si legge nel dossier nel corso dei prelievi nella zona della discarica è emerso che i terreni e alcune aziende, risultano essere di Coppola e Schiavone e in particolare uno degli ultimi invasi Indeco è stato realizzato proprio sulla proprietà di Michele Coppola, originario di Casal di Principe ma residente a Latina, cognato del fratello di Francesco Schiavone, detto Sandokan. Ed è sempre in quella zona che nel maggio 2010 sono stati arrestati Maria Rosaria Schiavone, componente dell’omonimo clan, e il marito Pasquale Noviello, referente di un altro clan affiliato ai Casalesi. Nel dossier si avanzano anche pesanti sospetti sulla vendita di alcuni terreni limitrofi alla discarica, alcuni anche al Comune di Latina, e su strani passaggi di proprietà attraverso socieità scatola con sede in Lussemburgo.
E se questo non bastasse c’è ancora un caso irrisolto, denuncia ancora Libera, l’omicidio di don Cesare Boschin, parroco di Borgo Montello ucciso nel marzo 1995 con modalità barbare all’interno della canonica. Le circostanze della morte del sacerdote hanno sempre indotto a ricollegare la sua tragica fine con le denunce che aveva presentato sul traffico di rifiuti tossici e nocivi e hanno spinto il presidente nazionale di Libera don Ciotti a chiedere ripetutamente la riapertura delle indagini.
Insomma, una serie di pesanti interrogativi ai quali si chiede di dare risposta.
http://www.icittadini.it/index.php/primo-piano/439-latina-dossier-macigno-sulla-discarica-di-montello
Pontinia, amianto sindaco preoccupato e Polverini assente?
Molte regioni, tra cui l'Umbria, hanno emanato finanziamenti pubblici per la rimozione delle coperture in amianto. Le aziende che operano nel settore fotovoltaico chiedono in affitto le coperture, in cambio, quando c'è presenza di amianto, sostituiscono interamente la copertura a proprie spese. I verdi con Angelo Bonelli hanno presentato una proposta di legge regionale nel Lazio. Alla Polverini basterebbe approvarla per risolvere il problema. Giorgio Libralato
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80becca/pag26sabaudia.pdf
Pontinia, Tiero chiede contributi ad hoc alla Regione
Amianto, sindaco preoccupato DOPO la segnalazione dell'assessore provinciale
Enrico Tiero sui pericoli dell'amianto e sulla rimozione di questo materiale ancora presente nel territorio urbano ed extraurbano, è avvenuta negli scorsi giorni la replica del sindaco Eligio Tombolillo che, anche in qualità di medico, si è detto preoccupato per le gravi conseguenze che la presenza di manufatti di amianto potrebbe provocare alla salute dell'uomo. Tiero, sulla questione, ha ora chiamato in causa la Regione Lazio affinchè, nella preparazione del bilancio 2012, destini finanziamenti da utilizzare per lo smaltimento del materiale in conformità con le norme stabilite nel piano di sviluppo rurale 2007-2013. Intanto le rappresentanze della Cisl locale hanno rivolto un appello al ministro della salute Renato Balduzzi perchè emetta una norma specifica che obblighi chiunque abbia un manufatto in amianto a rimuoverlo oppure a metterlo in sicurezza. Sempre la Cisl ha lanciato per il prossimo 28 aprile una campagna internazionale per il bando dell'amianto in tutti i paesi
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80becca/pag26sabaudia.pdf
Pontinia, Tiero chiede contributi ad hoc alla Regione
Amianto, sindaco preoccupato DOPO la segnalazione dell'assessore provinciale
Enrico Tiero sui pericoli dell'amianto e sulla rimozione di questo materiale ancora presente nel territorio urbano ed extraurbano, è avvenuta negli scorsi giorni la replica del sindaco Eligio Tombolillo che, anche in qualità di medico, si è detto preoccupato per le gravi conseguenze che la presenza di manufatti di amianto potrebbe provocare alla salute dell'uomo. Tiero, sulla questione, ha ora chiamato in causa la Regione Lazio affinchè, nella preparazione del bilancio 2012, destini finanziamenti da utilizzare per lo smaltimento del materiale in conformità con le norme stabilite nel piano di sviluppo rurale 2007-2013. Intanto le rappresentanze della Cisl locale hanno rivolto un appello al ministro della salute Renato Balduzzi perchè emetta una norma specifica che obblighi chiunque abbia un manufatto in amianto a rimuoverlo oppure a metterlo in sicurezza. Sempre la Cisl ha lanciato per il prossimo 28 aprile una campagna internazionale per il bando dell'amianto in tutti i paesi
Pontinia, il ricco calendario del museo Map con seminari per artigiani
Pontinia, presto l’elenco degli eventi sarà consultabile sul sito web
Museo, un calendario ricco
Cocchieri: in programma seminari con gli artigiani CONTINUA il progetto del Museo di Pontinia grazie al lavoro della Visual Track e alla sponsorizzazione della Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino. A presentare il progetto è stato il direttore del Museo, Alessandro Cocchieri: «Dopo mesi di studio abbiamo stilato un programma preciso che prevede seminari e workshop all’interno della struttura museale di Pontinia. Gli appuntamenti, con cadenza mensile, sono frutto della collaborazione tra artigiani locali e designer, per studiare la tradizione, re-interpretarla e produrre artigianato contemporaneo». Atteso intanto entro i primi giorni della prossima settimana il lancio del sito internet del Map (www.museoagropontino. it) in cui si potranno apprendere tutti i dettagli degli eventi presenti nella struttura museale. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80becca/pag26sabaudia.pdf
Museo, un calendario ricco
Cocchieri: in programma seminari con gli artigiani CONTINUA il progetto del Museo di Pontinia grazie al lavoro della Visual Track e alla sponsorizzazione della Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino. A presentare il progetto è stato il direttore del Museo, Alessandro Cocchieri: «Dopo mesi di studio abbiamo stilato un programma preciso che prevede seminari e workshop all’interno della struttura museale di Pontinia. Gli appuntamenti, con cadenza mensile, sono frutto della collaborazione tra artigiani locali e designer, per studiare la tradizione, re-interpretarla e produrre artigianato contemporaneo». Atteso intanto entro i primi giorni della prossima settimana il lancio del sito internet del Map (www.museoagropontino. it) in cui si potranno apprendere tutti i dettagli degli eventi presenti nella struttura museale. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80becca/pag26sabaudia.pdf
pronti per l'ora di terra? spegniamo la luce questa sera
Pronti per l'Ora della Terra ?
http://www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx
Oggi dalle 20.30 alle 21.30 spegni la luce per un 'ora e parrtecipa all’Ora della Terra (Earth Hour), il grande evento globale WWF per il clima che, prendendo spunto dal gesto simbolico di spegnere le luci di monumenti e luoghi simbolo, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Scarica la app "L'Ora del WWF" con il tuo Iphone o il tuo Android< /a>. Quest'anno tanti gli eventi gli eventi in tutta Italia. Partecipa e inviaci la fotografia della Tua Ora della Terra, la pubblicheremo sul nostro sito. Inizia a vivere sostenibile, diventa Socio Paperfree !https://wwf.it/paperfree/default.aspx
http://www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx
Oggi dalle 20.30 alle 21.30 spegni la luce per un 'ora e parrtecipa all’Ora della Terra (Earth Hour), il grande evento globale WWF per il clima che, prendendo spunto dal gesto simbolico di spegnere le luci di monumenti e luoghi simbolo, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Scarica la app "L'Ora del WWF" con il tuo Iphone o il tuo Android< /a>. Quest'anno tanti gli eventi gli eventi in tutta Italia. Partecipa e inviaci la fotografia della Tua Ora della Terra, la pubblicheremo sul nostro sito. Inizia a vivere sostenibile, diventa Socio Paperfree !https://wwf.it/paperfree/default.aspx
venerdì 30 marzo 2012
il dossier di Legambiente sulla discarica di Borgo Montello
http://www.laruslegambiente.it/comunicati-stampa/un-fiore-per-cesare-boschin cliccare su Scarica il dossier sulla Discarica di Borgo Montello
altri articoli e documenti sull'argomento http://www.latinadossier.it/cronaca/1391-borgo-montello-una-discarica-di-veleni-misteri-e-oscure-compravendite-di-terreni.html
La discarica di Borgo Montello è una bomba ecologica che forse non deflagrerà mai in maniera clamorosa ma che rilascia i suoi effetti nocivi gradualmente ma costantemente. E così, negli ultimi 30 anni, ha avvelenato le colline e i terreni dei borghi a nord di Latina, la falda acquifera, i canali e il fiume Astura, i prodotti agricoli e gli animali e, infine, le vite delle persone che abitano vicino al grande mostro.
Analisi magnetiche hanno ormai accertato la presenza di numerosi fusti interrati, di provenienza e contenuto sconosciuti. Un mistero che le istituzioni non sembra avere nessuna fretta di scoprire (al di là di inutili dichiarazioni d’intenti) tra ritardi, rimpalli di competenze e distrazione di fondi regionali. Gli effetti della discarica sull’ambiente sono stati presentati questa mattina in via Monfalcone a Borgo Montello, nella proprietà della signora Carla Piovesan che da anni si oppone ai gestori della discarica fino ad abitare per mesi in una tenda a nel giardino in segno di protesta.
Una ennesima denuncia lanciata mentre a pochi metri di distanza decine di camion continuavano a scaricare rifiuti nel grande ventre della discarica e grosse ruspe a scavare nei terreni circostanti, oggetto negli ultimi tempi di ambigue e oscure transazioni immobiliari. Un rapporto di Legambiente, in collaborazione con Libera, ha raccolto i dati forniti dall’Arpa Lazio sulla presenza nelle acque sotterranee di metalli pesanti e sostanze nocive e cancerogene. E così si scopre che nel periodo 2005/2008 la concentrazione di sostanze come l’arsenico, il benzene, il cadmio, il cromo, il nichel e il piombo ha superato anche di decine di volte i valori limite stabiliti dalla legge a tutela della salute dei cittadini. Eppure nonostante questi allarmanti dati ufficiali la discarica di Borgo Montello continua ad inquinare e ad espandersi senza ostacoli.
altri articoli e documenti sull'argomento http://www.latinadossier.it/cronaca/1391-borgo-montello-una-discarica-di-veleni-misteri-e-oscure-compravendite-di-terreni.html
La discarica di Borgo Montello è una bomba ecologica che forse non deflagrerà mai in maniera clamorosa ma che rilascia i suoi effetti nocivi gradualmente ma costantemente. E così, negli ultimi 30 anni, ha avvelenato le colline e i terreni dei borghi a nord di Latina, la falda acquifera, i canali e il fiume Astura, i prodotti agricoli e gli animali e, infine, le vite delle persone che abitano vicino al grande mostro.
Analisi magnetiche hanno ormai accertato la presenza di numerosi fusti interrati, di provenienza e contenuto sconosciuti. Un mistero che le istituzioni non sembra avere nessuna fretta di scoprire (al di là di inutili dichiarazioni d’intenti) tra ritardi, rimpalli di competenze e distrazione di fondi regionali. Gli effetti della discarica sull’ambiente sono stati presentati questa mattina in via Monfalcone a Borgo Montello, nella proprietà della signora Carla Piovesan che da anni si oppone ai gestori della discarica fino ad abitare per mesi in una tenda a nel giardino in segno di protesta.
Una ennesima denuncia lanciata mentre a pochi metri di distanza decine di camion continuavano a scaricare rifiuti nel grande ventre della discarica e grosse ruspe a scavare nei terreni circostanti, oggetto negli ultimi tempi di ambigue e oscure transazioni immobiliari. Un rapporto di Legambiente, in collaborazione con Libera, ha raccolto i dati forniti dall’Arpa Lazio sulla presenza nelle acque sotterranee di metalli pesanti e sostanze nocive e cancerogene. E così si scopre che nel periodo 2005/2008 la concentrazione di sostanze come l’arsenico, il benzene, il cadmio, il cromo, il nichel e il piombo ha superato anche di decine di volte i valori limite stabiliti dalla legge a tutela della salute dei cittadini. Eppure nonostante questi allarmanti dati ufficiali la discarica di Borgo Montello continua ad inquinare e ad espandersi senza ostacoli.
Pontinia: Volpe candidato allo Strega, in Consiglio l'urbanistica, l'ex Mira Lanza e il mega centro commerciale
Su "Il settimanale di Latina" da domani in edicola nella pagina di Pontinia:
- di Gianpaolo Danieli il resoconto dell'ultimo consiglio comunale con l'unico punto all'odg la variante urbanistica per ampliamento della ditta Gestal e le polemiche sulla gestione degli spazi pubblici della destra a proposito del regolamento approvato dalla stessa destra. La solita coerenza;
- di Donatella Di Maria: Claudio Volpe candidato al premio Strega con il "vuoto intorno", a proposito di talenti locali;
- di Giorgio Libralato la 3. puntata (conclusiva) sull'ex Mira Lanza e la valutazione di impatto ambientale del mega centro commerciale di Mesa.
Poi le migliori offerte e proposte di lavoro.
L'assessore all'attuazione urbanistica Giuseppe Di Rubbo, ci illustra il progetto preliminare
Mercato annonario, entro l'anno tutti all'ex Consorzio
Lo stabile di via Cellini sarà riqualificato per ospitare i banchi in attesa che venga ristrutturato l'edificio storico, per il quale saranno chiesti nel prossimo Bilancio 700mila euro
Entro pochi mesi dovrebbero partire i lavori per ristrutturare l'ex Consorzio Agrario e metterlo in condizioni di ospitare gli operatori del mercato annonario in attesa che l'edificio di Piazza del Mercato venga a sua volta ristrutturato. Con l'Assessore Di Rubbo ripercorriamo il progetto preliminare per la riqualificazione dello stabile di via Cellini.
Continua a leggere su Il Settimanale in edicola oppure acquista un abbonamento online www.ilsettimanaledilatina.it
Di seguito l'articolo della settimana scorsa sulla seconda puntata dell'inchiesta sulla VIA del mega centro commerciale:
Continuiamo l'argomento dell'ex stabilimento industriale Mira Lanza che si trova in località Mesa di Pontinia (vicino l'omonima Posta di Mesa dove aveva soggiornato Goethe e di cui lui stesso scriveva e vicino anche il mausoleo di Clesippo) sulla strada statale Appia nel comune di Pontinia. Ultimamente è tornato al centro dell'attenzione in quanto inserito nell'elenco stilato dalla Provincia di Latina tra i siti industriali dismessi e da riqualificare attivando finanziamenti e progetti pubblici. Secondo molti è l'ennesimo segnale evidente che al progetto del mega centro commerciale approvato nemmeno un anno fa in una conferenza di servizi presso la Regione Lazio dove hanno il parere favorevole, tra gli altri Provincia di Latina e comune di Pontinia. Si parlava di quasi 400 posti di lavoro e di investimenti di circa 70 milioni di euro per bonificare, risanare e riqualificare il sito industriale che aveva lavorato dal 1965 al 1989. Nella valutazione di impatto ambientale del progetto del mega centro commerciale approvata con parecchie prescrizioni si informa che sono stati effettuati scavi campione dove sono stati rinvenuti detriti derivanti da demolizione, tubazioni in ca, asfalto. Dai fabbricati si dichiara che devono essere allontanati residui di ossidi di ferro, carbonati calcio, sali di alluminio, calce in polvere, reflui con tensioattivi, amianto friabile. Le dimensioni del progetto sono: mq 32.800 di piano seminterrato per parcheggi, piano terra ipermercato e 79 negozi, una ludoteca, spazio espositivo per prodotti agricoli locali per mq 33.920, il primo piano per attivita' commerciali (30 negozi) e uffici per mq 7.950. Ci saranno 7 corpi scala, 2295 posti macchina. Nella descrizione dell'impatto si dichiara la rimozione di specie vegetali che potrebbe aumentare l'erosione, l'impatto dei venti, diminuzione umidita' maggiori temperature, aumento dell'escursione termica. Tra gli alberi da rimuovere, purtroppo, si dichiara anche di alberi di alto valore storico testimoniale. Per mitigare tale impatto dovranno essere messe a dimora almeno 623 alberi di alto fusto (acero campestre). Le indagini condotte con il magnetometro hanno evidenziato alcune anomalie con successivo approfondimento con tomografia elettrica con una decina di siti anomali a rischio dove procedere con pozzetti esplorativi che hanno fatto rinvenire detriti, tubazioni, asfalto sepolti sotto terra. Negli interventi di mitigazione viene evidenziato il forte impatto naturale, ambientale e architettonico sulla strada Appia che muterà completamente il suo aspetto ultra centenario. Tale impatto ovviamente non può essere risolto e vanno realizzate opere di genere diverso sulle rotatorie necessarie per garantire la sicurezza stradale. Anche per questo si prevede di riqualificare il Mausoleo di Clesippo con estirpazione delle essenze vegetazionali, pulitura con sabbiatura del Mausoleo stesso e la posa in opera di segnaletica informativa, la staccionata in legno, panchine di sosta e lampione alimentato da impianto fotovoltaico.
- di Gianpaolo Danieli il resoconto dell'ultimo consiglio comunale con l'unico punto all'odg la variante urbanistica per ampliamento della ditta Gestal e le polemiche sulla gestione degli spazi pubblici della destra a proposito del regolamento approvato dalla stessa destra. La solita coerenza;
- di Donatella Di Maria: Claudio Volpe candidato al premio Strega con il "vuoto intorno", a proposito di talenti locali;
- di Giorgio Libralato la 3. puntata (conclusiva) sull'ex Mira Lanza e la valutazione di impatto ambientale del mega centro commerciale di Mesa.
Poi le migliori offerte e proposte di lavoro.
L'assessore all'attuazione urbanistica Giuseppe Di Rubbo, ci illustra il progetto preliminare
Mercato annonario, entro l'anno tutti all'ex Consorzio
Lo stabile di via Cellini sarà riqualificato per ospitare i banchi in attesa che venga ristrutturato l'edificio storico, per il quale saranno chiesti nel prossimo Bilancio 700mila euro
Entro pochi mesi dovrebbero partire i lavori per ristrutturare l'ex Consorzio Agrario e metterlo in condizioni di ospitare gli operatori del mercato annonario in attesa che l'edificio di Piazza del Mercato venga a sua volta ristrutturato. Con l'Assessore Di Rubbo ripercorriamo il progetto preliminare per la riqualificazione dello stabile di via Cellini.
Continua a leggere su Il Settimanale in edicola oppure acquista un abbonamento online www.ilsettimanaledilatina.it
Di seguito l'articolo della settimana scorsa sulla seconda puntata dell'inchiesta sulla VIA del mega centro commerciale:
Continuiamo l'argomento dell'ex stabilimento industriale Mira Lanza che si trova in località Mesa di Pontinia (vicino l'omonima Posta di Mesa dove aveva soggiornato Goethe e di cui lui stesso scriveva e vicino anche il mausoleo di Clesippo) sulla strada statale Appia nel comune di Pontinia. Ultimamente è tornato al centro dell'attenzione in quanto inserito nell'elenco stilato dalla Provincia di Latina tra i siti industriali dismessi e da riqualificare attivando finanziamenti e progetti pubblici. Secondo molti è l'ennesimo segnale evidente che al progetto del mega centro commerciale approvato nemmeno un anno fa in una conferenza di servizi presso la Regione Lazio dove hanno il parere favorevole, tra gli altri Provincia di Latina e comune di Pontinia. Si parlava di quasi 400 posti di lavoro e di investimenti di circa 70 milioni di euro per bonificare, risanare e riqualificare il sito industriale che aveva lavorato dal 1965 al 1989. Nella valutazione di impatto ambientale del progetto del mega centro commerciale approvata con parecchie prescrizioni si informa che sono stati effettuati scavi campione dove sono stati rinvenuti detriti derivanti da demolizione, tubazioni in ca, asfalto. Dai fabbricati si dichiara che devono essere allontanati residui di ossidi di ferro, carbonati calcio, sali di alluminio, calce in polvere, reflui con tensioattivi, amianto friabile. Le dimensioni del progetto sono: mq 32.800 di piano seminterrato per parcheggi, piano terra ipermercato e 79 negozi, una ludoteca, spazio espositivo per prodotti agricoli locali per mq 33.920, il primo piano per attivita' commerciali (30 negozi) e uffici per mq 7.950. Ci saranno 7 corpi scala, 2295 posti macchina. Nella descrizione dell'impatto si dichiara la rimozione di specie vegetali che potrebbe aumentare l'erosione, l'impatto dei venti, diminuzione umidita' maggiori temperature, aumento dell'escursione termica. Tra gli alberi da rimuovere, purtroppo, si dichiara anche di alberi di alto valore storico testimoniale. Per mitigare tale impatto dovranno essere messe a dimora almeno 623 alberi di alto fusto (acero campestre). Le indagini condotte con il magnetometro hanno evidenziato alcune anomalie con successivo approfondimento con tomografia elettrica con una decina di siti anomali a rischio dove procedere con pozzetti esplorativi che hanno fatto rinvenire detriti, tubazioni, asfalto sepolti sotto terra. Negli interventi di mitigazione viene evidenziato il forte impatto naturale, ambientale e architettonico sulla strada Appia che muterà completamente il suo aspetto ultra centenario. Tale impatto ovviamente non può essere risolto e vanno realizzate opere di genere diverso sulle rotatorie necessarie per garantire la sicurezza stradale. Anche per questo si prevede di riqualificare il Mausoleo di Clesippo con estirpazione delle essenze vegetazionali, pulitura con sabbiatura del Mausoleo stesso e la posa in opera di segnaletica informativa, la staccionata in legno, panchine di sosta e lampione alimentato da impianto fotovoltaico.
manifestazione 2 aprile salvare rinnovabili, ambiente e occupazione contro il decreto dell'Enel
Manifestazione il 2 aprile: Salvare le rinnovabili, per salvare l'ambiente e l'occupazione.
Ecologisti, Civici e Verdi insieme ad Azione Energia Solare chiamano i cittadini, le associazioni ambientaliste e quelle delle rinnovabili a manifestare il proprio dissenso a questa politica lunedì 2 aprile 2012 dalle ore 11 alle ore 14 a Piazza di Montecitorio a Roma.
Salvare le rinnovabili, per salvare l'ambiente e l'occupazione.
Energie rinnovabili, clima e ambiente
sono i nuovi temi per uscire dalla crisi.
Non torniamo indietro!
E' questo lo slogan della manifestazione che si terrà Lunedi 2 aprile in piazza Montecitorio a Roma.
Le fonti rinnovabili sono ancora una volta sotto attacco.
Il Governo si appresta a cambiare, con il V Conto Energia, di nuovo tutto il quadro legislativo legato alle nuovi fonti d'energia rinnovabili per l'ennesima volta di fatto azzerandolo, quando queste sono a un passo dalla maturità industriale e non a caso, mettendo a rischio le imprese, i lavoratori e gli investimenti. Lo sviluppo delle fonti d'energia rinnovabili lo scorso anno ha iniziato a calmierare il prezzo dell'energia elettrica, specialmente il fotovoltaico, e migliaia di famiglie hanno risparmiato circa 100 milioni di euro autoproducendo l'energia che consumano.
L'autonomia energetica dei cittadini è a portata di mano e per questo motivo i grandi attori dell'energia si stanno muovendo verso il Governo per mantenere uno staus quo fatto di dipendenza energetica da pochi soggetti legati alle fonti fossili e condannare i cittadini italiani a un destino fatto di bollette sempre più alte e di sprechi energetici - non è un caso che contemporaneamente si attacchi anche il 55% per l'efficienza energetica che l'Enea stessa ha definito un provvedimento a "costo zero" per il sistema Paese.
L'attacco alle rinnovabili non si ferma nemmeno di fronte alla possibilità di provocare una catastrofe occupazionale. Sono oltre 130mila, infatti, i posti di lavoro qualificati nelle rinnovabili messi a rischio dai decreti del Governo, scritti con la "consulenza" dei grandi gruppi energetici.
Difendere le rinnovabili ora significa difendere il futuro. Un futuro fatto di lavoro, sviluppo, ambiente sano e democrazia energetica.
Per questo motivo noi Ecologisti, Civici e Verdi insieme ad Azione Energia Solare chiamiamo i cittadini, le associazioni ambientaliste e quelle delle rinnovabili a manifestare il proprio dissenso a questa politica lunedì 2 aprile 2012 dalle ore 11 alle ore 14 a Piazza di Montecitorio a Roma.
Certo di una Tua Partecipazione, Ti invito a diffondere l'iniziativa.
Angelo Bonelli - Ecologisti, Reti Civiche e Verdi Europei
Giorgio Ruffini - Azione Energia Solare
Ecologisti, Civici e Verdi insieme ad Azione Energia Solare chiamano i cittadini, le associazioni ambientaliste e quelle delle rinnovabili a manifestare il proprio dissenso a questa politica lunedì 2 aprile 2012 dalle ore 11 alle ore 14 a Piazza di Montecitorio a Roma.
Salvare le rinnovabili, per salvare l'ambiente e l'occupazione.
Energie rinnovabili, clima e ambiente
sono i nuovi temi per uscire dalla crisi.
Non torniamo indietro!
E' questo lo slogan della manifestazione che si terrà Lunedi 2 aprile in piazza Montecitorio a Roma.
Le fonti rinnovabili sono ancora una volta sotto attacco.
Il Governo si appresta a cambiare, con il V Conto Energia, di nuovo tutto il quadro legislativo legato alle nuovi fonti d'energia rinnovabili per l'ennesima volta di fatto azzerandolo, quando queste sono a un passo dalla maturità industriale e non a caso, mettendo a rischio le imprese, i lavoratori e gli investimenti. Lo sviluppo delle fonti d'energia rinnovabili lo scorso anno ha iniziato a calmierare il prezzo dell'energia elettrica, specialmente il fotovoltaico, e migliaia di famiglie hanno risparmiato circa 100 milioni di euro autoproducendo l'energia che consumano.
L'autonomia energetica dei cittadini è a portata di mano e per questo motivo i grandi attori dell'energia si stanno muovendo verso il Governo per mantenere uno staus quo fatto di dipendenza energetica da pochi soggetti legati alle fonti fossili e condannare i cittadini italiani a un destino fatto di bollette sempre più alte e di sprechi energetici - non è un caso che contemporaneamente si attacchi anche il 55% per l'efficienza energetica che l'Enea stessa ha definito un provvedimento a "costo zero" per il sistema Paese.
L'attacco alle rinnovabili non si ferma nemmeno di fronte alla possibilità di provocare una catastrofe occupazionale. Sono oltre 130mila, infatti, i posti di lavoro qualificati nelle rinnovabili messi a rischio dai decreti del Governo, scritti con la "consulenza" dei grandi gruppi energetici.
Difendere le rinnovabili ora significa difendere il futuro. Un futuro fatto di lavoro, sviluppo, ambiente sano e democrazia energetica.
Per questo motivo noi Ecologisti, Civici e Verdi insieme ad Azione Energia Solare chiamiamo i cittadini, le associazioni ambientaliste e quelle delle rinnovabili a manifestare il proprio dissenso a questa politica lunedì 2 aprile 2012 dalle ore 11 alle ore 14 a Piazza di Montecitorio a Roma.
Certo di una Tua Partecipazione, Ti invito a diffondere l'iniziativa.
Angelo Bonelli - Ecologisti, Reti Civiche e Verdi Europei
Giorgio Ruffini - Azione Energia Solare
richiesta di rettifica della Kyklos contro comitato no miasmi
come richiesto dalla Società Kkyklos si pubblica la smentita. Si precisa che nei comunicati sopra riportati non mi pare si affermi che questa o altra società, questo o altro impianto non risponda a tutte le normative in materia di compostaggio e trattamento dei rifiuti, nè che questa o altra attività non rispetti le autorizzazioni rilasciate dalle autorità proposte. Sono perfettamente d'accordo con quanto affermato dalla Società dell'importanza della raccolta differenziata come dal sottoscritto chiesto da decenni. Accetto la disponibilità dell'Azienda al confronto sereno per un'oggettiva valutazione delle attività svolte, per minimizzare gli impatti derivanti. Come sempre saranno pubblicati comunicati, opinioni e documenti nel rispetto della libertà di informazione, di difesa dei singoli diritti.
Enel killer del clima utilizzando il carbone con costi eccessivi per la popolazione
Enel killer del clima. Siamo in azione sulla scena del crimine
News - 29 marzo, 2012
Enel uccide il clima e l’arma che utilizza è il carbone. Abbiamo una nuova squadra di investigatori, i R.I.C. (Reparto Investigazioni Climatiche), che è sulle sue tracce e che ora è in azione davanti alla sua sede a Roma. Tre attivisti si sono calati dal tetto dell’edificio e hanno aperto uno striscione di 70 metri quadri con la scritta “ENEL KILLER DEL CLIMA” mentre altri hanno transennato l’ingresso per marcare la “scena del crimine” e consegnare ai vertici di Enel un “avviso di garanzia” per reati contro il clima, l’ambiente e la nostra salute.
zoom
giovedì 29 marzo 2012
Enel è stata “iscritta al registro degli indagati” dai R.I.C. di Greenpeace sulla base dei dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA). Secondo l’Agenzia la centrale a carbone di Enel Federico II a Brindisi è l’impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera. La centrale di Brindisi causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. In altre parole, i guadagni di Enel sono equivalenti ai danni che produce su ambiente e salute. E che non paga.
Brindisi, purtroppo, è solo la punta dell’iceberg. Enel controlla 8 impianti a carbone in Italia e vuole costruirne altri due. La sua produzione da carbone, nell’ultimo anno, è cresciuta dal 34,1% al 41% del totale, mentre il suo amministratore delegato, Fulvio Conti, ha più volte ribadito di voler quasi raddoppiare la produzione da quella fonte.
È uno scenario catastrofico per l’ambiente, il clima, la salute pubblica e l’occupazione. Tanto più se pensiamo che l’azionista di maggioranza di Enel è il Ministero del Tesoro. Come si giustifica questa quota di controllo pubblico per un’azienda che privatizza i suoi profitti e scarica sulla collettività i costi dei danni che provoca?
L’indagine del Reparto Investigazioni Climatiche è appena cominciata e, da qui ai prossimi mesi, porterà alla luce tutta la sporca verità sul business del carbone. Su www.FacciamoLuceSuEnel.org puoi seguire le indagini e mandare un avviso di garanzia a Enel per avvertirla che anche tu sei sulle sue tracce.
Chiediamo a Enel di :
- ritirare immediatamente i progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro;
- non aumentare la produzione a carbone nel Sulcis;
- eliminare progressivamente la produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/Enel-killer-del-clima-Siamo-in-azione-sulla-scena-del-crimine/
ENTRA NELLA SQUADRA
Vuoi incastrare il serial killer del clima? Il Reparto Investigazioni Climatiche ha bisogno di te.
Enel - I veri costi del carbone
Pubblicazione - 29 marzo, 2012
Usare il carbone per produrre energia elettrica: come socializzare le perdite (ambientali e sanitarie) e privatizzare i profitti.
marzo 2012
Nel mercato italiano dell’elettricità, la produzione da carbone, specie nei vecchi impianti, è particolarmente vantaggiosa per l’azienda proprietaria che trae “profitti a pioggia” dal differenziale tra i costi industriali e il prezzo di vendita. Se il prezzo di vendita dell’elettricità è determinato degli impianti a gas più puliti, l’elettricità prodotta con il carbone è quella che presenta i costi ambientali e sanitari più elevati. Un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente stima tra i 536 e 707 milioni di euro i costi esterni (danni ambientali e sanitari scaricati sulla collettività, inclusa la mortalità in eccesso) prodotti nel 2009 dalla sola centrale Enel di Brindisi. É una cifra che è dello stesso ordine di grandezza di quella incamerata dall’azienda come ricavo lordo.
1. I costi dell’inquinamento industriale: i 20 peggiori impianti in Europa
Nel recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), “Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe”, si presenta una valutazione dei diversi costi associati elle emissioni di impianti industriali in Europa. Oltre alla CO2 si considerano gli inquinanti classici (ossidi di zolfo, di azoto, particolato etc.) e il loro impatto sia sull’agricoltura che sull’ambiente, sia gli effetti sanitari espressi in mortalità in eccesso, ricoveri ospedalieri, malattie croniche e così via, utilizzando la metodologia CAFE (Clean Air for Europe).
Queste valutazioni hanno un carattere statistico, con una stima dunque approssimata dei danni, contengono necessariamente delle semplificazioni e incorporano, relativamente ai risultati espressi in termini monetari, un certo grado di arbitrarietà. Tuttavia, l’approccio scelto dall’EEA consente di rappresentare in modo coerente l’impatto relativo di impianti tra loro diversi.
Nella classifica stilata nel rapporto, tra i peggiori 20 impianti industriali nell’Unione Europea, si colloca un solo impianto italiano, al diciottesimo posto: la centrale a carbone dell’Enel di Cerano (Brindisi sud). Nel 2009 la centrale di Brindisi (vedi tab. seguente) ha emesso:
13 milioni di tonnellate di CO2
7.300 tonnellate di ossidi di azoto (NOx)
6.540 tonnellate di ossidi di zolfo (SOx)
473 tonnellate di particolato
Queste emissioni, assieme ad altri microinquinanti, hanno prodotto un danno sanitario complessivo stimato dall’EEA tra i 99 e i 270 milioni di euro (valutati secondo due diverse procedure di calcolo) e un danno associato alla CO2 di 437 milioni di euro (calcolato secondo una procedura utilizzata dal governo inglese). Il complesso dei costi esterni stimati con questa metodologia, per la sola centrale a carbone di Cerano, oscilla dunque tra 536 e 707 milioni di euro per la produzione del 2009 che è stata di circa 15 miliardi di kilowattora (15 TWh). L’impatto complessivo della produzione da carbone Enel, in Italia, è di una grandezza di ordine quasi triplo rispetto a questa cifra.
2. Costi e ricavi della vendita di elettricità da carbone
L’impianto di Cerano ha una capacità di 2.640 MW ed è entrato in funzione nel 1990. Essendo stato abbondantemente ammortizzato, i suoi costi operativi hanno come voce prevalente quella del combustibile, cui si aggiungono i costi del personale, della manutenzione dell’impianto e del funzionamento dei sistemi di controllo degli inquinanti.
Nel 2009 i costi per la produzione di 1 MWh (megawattora) da carbone oscillavano tra 17,9 e 21,4 €/MWh , secondo le stime dell’Osservatorio dell’Energia pubblicate nel numero di maggio 2009 su “Energia ed Economia”, il Bollettino dell’Associazione italiana degli economisti dell’energia. Una stima approssimativa dei costi per produrre i 15 TWh è dunque di 300 milioni di euro.
Il prezzo di cessione medio dell’elettricità (in gran parte all’Acquirente unico) nel 2009 è stato dell’ordine dei 62 €/MWh, come si rileva dal Bilancio di esercizio del 2009 della società, e ha dunque generato un ricavo stimabile in oltre 900 milioni di euro che, al netto dei costi per il combustibile, scende a oltre 600 milioni di euro. Per quanto questa cifra costituisca un ricavo lordo cui vanno sottratte altre voci minori, si tratta di una cifra che si colloca nello stesso intervallo di valori dei costi ambientali e sanitari esternalizzati come calcolati dall’Agenzia Europea dell’ambiente.
Possiamo dunque affermare che la produzione di elettricità da carbone causa un beneficio economico per l’azienda che è dello stesso ordine dei costi scaricati sulla collettività: citando Ernesto Rossi, “si privatizzano i profitti e si socializzano i costi”.
3. Produzione da carbone in aumento
É comprensibile che, in un sistema dei prezzi dell’elettricità come quello attuale, un’azienda elettrica voglia aumentare la produzione da carbone. Lo stesso Ad dell’Enel, Conti, lo ha dichiarato più volte e questa è la realtà effettiva nella produzione di Enel come risulta dalla figura accanto (Presentazione Enel, Results 2011, 2012-2016 Plan, Rome March 2012).
Infatti, anche a fronte di una riduzione della produzione di elettricità del gruppo Enel in Italia tra il 2010 e il 2011, da 81,6 a 79 TWh, la quota da carbone aumenta dal 34,1% al 41%.
La produzione da carbone è dunque salita dai 27,8 TWh del 2010 ai 32,4 del 2011 (un aumento relativo del 16,5%). Peraltro, questa tendenza all’aumento dell’uso del carbone da parte di Enel si riscontra anche globalmente per il gruppo.
Va notato come la quota attuale di rinnovabili non idroelettriche (che rappresentano un’eredità del passato) costituisce una quota molto bassa sulla produzione totale - solo il 7,8% - nel 2011.
4. Enel: un piano industriale da rifare
La prospettiva di una decarbonizzazione della produzione di energia è tecnicamente fattibile, ambientalmente desiderabile, socialmente utile ed economicamente convincente. Su questa strada si è del resto incamminata anche l’Unione Europea e diversi studi mostrano che uno scenario a emissioni zero nel settore elettrico è possibile senza ricorrere al nucleare.
L’azienda Enel è un soggetto a tutti gli effetti privato, anche se l’azionista di maggioranza con circa il 30% delle quote è il governo italiano tramite il Ministero del tesoro. Anche il recente governo ha ribadito l’intenzione di mantenere la golden share nelle aziende strategiche come Enel.
Ma a che serve questo controllo pubblico se poi la logica prevalente è quella di privatizzare i benefici economici e scaricare i costi ambientali e sanitari sulla società?
Le richieste di Greenpeace a Enel sono:
ritiro immediato dei progetti di Porto Tolle e Rossano Calabro
progressiva eliminazione della produzione elettrica da carbone entro il 2030
contestuale sostituzione con le rinnovabili della produzione da carbone;
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/enel-veri-costi-carbone/
News - 29 marzo, 2012
Enel uccide il clima e l’arma che utilizza è il carbone. Abbiamo una nuova squadra di investigatori, i R.I.C. (Reparto Investigazioni Climatiche), che è sulle sue tracce e che ora è in azione davanti alla sua sede a Roma. Tre attivisti si sono calati dal tetto dell’edificio e hanno aperto uno striscione di 70 metri quadri con la scritta “ENEL KILLER DEL CLIMA” mentre altri hanno transennato l’ingresso per marcare la “scena del crimine” e consegnare ai vertici di Enel un “avviso di garanzia” per reati contro il clima, l’ambiente e la nostra salute.
zoom
giovedì 29 marzo 2012
Enel è stata “iscritta al registro degli indagati” dai R.I.C. di Greenpeace sulla base dei dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA). Secondo l’Agenzia la centrale a carbone di Enel Federico II a Brindisi è l’impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera. La centrale di Brindisi causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. In altre parole, i guadagni di Enel sono equivalenti ai danni che produce su ambiente e salute. E che non paga.
Brindisi, purtroppo, è solo la punta dell’iceberg. Enel controlla 8 impianti a carbone in Italia e vuole costruirne altri due. La sua produzione da carbone, nell’ultimo anno, è cresciuta dal 34,1% al 41% del totale, mentre il suo amministratore delegato, Fulvio Conti, ha più volte ribadito di voler quasi raddoppiare la produzione da quella fonte.
È uno scenario catastrofico per l’ambiente, il clima, la salute pubblica e l’occupazione. Tanto più se pensiamo che l’azionista di maggioranza di Enel è il Ministero del Tesoro. Come si giustifica questa quota di controllo pubblico per un’azienda che privatizza i suoi profitti e scarica sulla collettività i costi dei danni che provoca?
L’indagine del Reparto Investigazioni Climatiche è appena cominciata e, da qui ai prossimi mesi, porterà alla luce tutta la sporca verità sul business del carbone. Su www.FacciamoLuceSuEnel.org puoi seguire le indagini e mandare un avviso di garanzia a Enel per avvertirla che anche tu sei sulle sue tracce.
Chiediamo a Enel di :
- ritirare immediatamente i progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro;
- non aumentare la produzione a carbone nel Sulcis;
- eliminare progressivamente la produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/Enel-killer-del-clima-Siamo-in-azione-sulla-scena-del-crimine/
ENTRA NELLA SQUADRA
Vuoi incastrare il serial killer del clima? Il Reparto Investigazioni Climatiche ha bisogno di te.
Enel - I veri costi del carbone
Pubblicazione - 29 marzo, 2012
Usare il carbone per produrre energia elettrica: come socializzare le perdite (ambientali e sanitarie) e privatizzare i profitti.
marzo 2012
Nel mercato italiano dell’elettricità, la produzione da carbone, specie nei vecchi impianti, è particolarmente vantaggiosa per l’azienda proprietaria che trae “profitti a pioggia” dal differenziale tra i costi industriali e il prezzo di vendita. Se il prezzo di vendita dell’elettricità è determinato degli impianti a gas più puliti, l’elettricità prodotta con il carbone è quella che presenta i costi ambientali e sanitari più elevati. Un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente stima tra i 536 e 707 milioni di euro i costi esterni (danni ambientali e sanitari scaricati sulla collettività, inclusa la mortalità in eccesso) prodotti nel 2009 dalla sola centrale Enel di Brindisi. É una cifra che è dello stesso ordine di grandezza di quella incamerata dall’azienda come ricavo lordo.
1. I costi dell’inquinamento industriale: i 20 peggiori impianti in Europa
Nel recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), “Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe”, si presenta una valutazione dei diversi costi associati elle emissioni di impianti industriali in Europa. Oltre alla CO2 si considerano gli inquinanti classici (ossidi di zolfo, di azoto, particolato etc.) e il loro impatto sia sull’agricoltura che sull’ambiente, sia gli effetti sanitari espressi in mortalità in eccesso, ricoveri ospedalieri, malattie croniche e così via, utilizzando la metodologia CAFE (Clean Air for Europe).
Queste valutazioni hanno un carattere statistico, con una stima dunque approssimata dei danni, contengono necessariamente delle semplificazioni e incorporano, relativamente ai risultati espressi in termini monetari, un certo grado di arbitrarietà. Tuttavia, l’approccio scelto dall’EEA consente di rappresentare in modo coerente l’impatto relativo di impianti tra loro diversi.
Nella classifica stilata nel rapporto, tra i peggiori 20 impianti industriali nell’Unione Europea, si colloca un solo impianto italiano, al diciottesimo posto: la centrale a carbone dell’Enel di Cerano (Brindisi sud). Nel 2009 la centrale di Brindisi (vedi tab. seguente) ha emesso:
13 milioni di tonnellate di CO2
7.300 tonnellate di ossidi di azoto (NOx)
6.540 tonnellate di ossidi di zolfo (SOx)
473 tonnellate di particolato
Queste emissioni, assieme ad altri microinquinanti, hanno prodotto un danno sanitario complessivo stimato dall’EEA tra i 99 e i 270 milioni di euro (valutati secondo due diverse procedure di calcolo) e un danno associato alla CO2 di 437 milioni di euro (calcolato secondo una procedura utilizzata dal governo inglese). Il complesso dei costi esterni stimati con questa metodologia, per la sola centrale a carbone di Cerano, oscilla dunque tra 536 e 707 milioni di euro per la produzione del 2009 che è stata di circa 15 miliardi di kilowattora (15 TWh). L’impatto complessivo della produzione da carbone Enel, in Italia, è di una grandezza di ordine quasi triplo rispetto a questa cifra.
2. Costi e ricavi della vendita di elettricità da carbone
L’impianto di Cerano ha una capacità di 2.640 MW ed è entrato in funzione nel 1990. Essendo stato abbondantemente ammortizzato, i suoi costi operativi hanno come voce prevalente quella del combustibile, cui si aggiungono i costi del personale, della manutenzione dell’impianto e del funzionamento dei sistemi di controllo degli inquinanti.
Nel 2009 i costi per la produzione di 1 MWh (megawattora) da carbone oscillavano tra 17,9 e 21,4 €/MWh , secondo le stime dell’Osservatorio dell’Energia pubblicate nel numero di maggio 2009 su “Energia ed Economia”, il Bollettino dell’Associazione italiana degli economisti dell’energia. Una stima approssimativa dei costi per produrre i 15 TWh è dunque di 300 milioni di euro.
Il prezzo di cessione medio dell’elettricità (in gran parte all’Acquirente unico) nel 2009 è stato dell’ordine dei 62 €/MWh, come si rileva dal Bilancio di esercizio del 2009 della società, e ha dunque generato un ricavo stimabile in oltre 900 milioni di euro che, al netto dei costi per il combustibile, scende a oltre 600 milioni di euro. Per quanto questa cifra costituisca un ricavo lordo cui vanno sottratte altre voci minori, si tratta di una cifra che si colloca nello stesso intervallo di valori dei costi ambientali e sanitari esternalizzati come calcolati dall’Agenzia Europea dell’ambiente.
Possiamo dunque affermare che la produzione di elettricità da carbone causa un beneficio economico per l’azienda che è dello stesso ordine dei costi scaricati sulla collettività: citando Ernesto Rossi, “si privatizzano i profitti e si socializzano i costi”.
3. Produzione da carbone in aumento
É comprensibile che, in un sistema dei prezzi dell’elettricità come quello attuale, un’azienda elettrica voglia aumentare la produzione da carbone. Lo stesso Ad dell’Enel, Conti, lo ha dichiarato più volte e questa è la realtà effettiva nella produzione di Enel come risulta dalla figura accanto (Presentazione Enel, Results 2011, 2012-2016 Plan, Rome March 2012).
Infatti, anche a fronte di una riduzione della produzione di elettricità del gruppo Enel in Italia tra il 2010 e il 2011, da 81,6 a 79 TWh, la quota da carbone aumenta dal 34,1% al 41%.
La produzione da carbone è dunque salita dai 27,8 TWh del 2010 ai 32,4 del 2011 (un aumento relativo del 16,5%). Peraltro, questa tendenza all’aumento dell’uso del carbone da parte di Enel si riscontra anche globalmente per il gruppo.
Va notato come la quota attuale di rinnovabili non idroelettriche (che rappresentano un’eredità del passato) costituisce una quota molto bassa sulla produzione totale - solo il 7,8% - nel 2011.
4. Enel: un piano industriale da rifare
La prospettiva di una decarbonizzazione della produzione di energia è tecnicamente fattibile, ambientalmente desiderabile, socialmente utile ed economicamente convincente. Su questa strada si è del resto incamminata anche l’Unione Europea e diversi studi mostrano che uno scenario a emissioni zero nel settore elettrico è possibile senza ricorrere al nucleare.
L’azienda Enel è un soggetto a tutti gli effetti privato, anche se l’azionista di maggioranza con circa il 30% delle quote è il governo italiano tramite il Ministero del tesoro. Anche il recente governo ha ribadito l’intenzione di mantenere la golden share nelle aziende strategiche come Enel.
Ma a che serve questo controllo pubblico se poi la logica prevalente è quella di privatizzare i benefici economici e scaricare i costi ambientali e sanitari sulla società?
Le richieste di Greenpeace a Enel sono:
ritiro immediato dei progetti di Porto Tolle e Rossano Calabro
progressiva eliminazione della produzione elettrica da carbone entro il 2030
contestuale sostituzione con le rinnovabili della produzione da carbone;
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/enel-veri-costi-carbone/
premio sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale packaging e materiali a contatto con alimenti
Premio per Laureati e Dottorati su Packaging e materiali a contatto con gli alimenti
http://www.fritegotto.it/
"Packaging e materiali a contatto con gli alimenti: sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale".
Sicurezza alimentare: un premio intitolato a Giordana Masetti, per tesi di dottorato e di laurea specialistica e magistrale , istituito da Europass in partenariato con Efsa sul tema della sicurezza alimentare.
"Packaging e materiali a contatto con gli alimenti: sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale" l'argomento del premio, che Europass ed Efsa hanno voluto dedicare a Giordana Masetti, la funzionaria Europass scomparsa alcuni mesi fa.
Un premio per i giovani, per promuovere la cultura della ricerca e dell'innovazione in un ambito in cui Giordana ha tanto lavorato negli ultimi anni, è sembrato a tutti - spiega lo staff di Europass - un bel modo per ricordarla: per ricordare la sua vitalità, la sua passione, il suo entusiasmo, la sua ironia, il suo impegno per il lavoro, la sua attenzione agli altri e in particolare proprio ai giovani.
Per maggiori informazioni:...CLICCARE QUI
NEWS ed AGGIORNAMENTI
La fertirrigazione: Una concimazione in linea con la Pac - La fertirrigazione è una pratica che, per le sue caratteristiche, a pieno titolo si inserisce nelle tecniche sostenute dalla tanto discussa nuova Pac.......continua su Terra & Vita, Speciale Fertirrigazione n° 13/2012.
Fitofarmaci: in arrivo le norme sul loro uso sostenibile - Centrale il ruolo della difesa integrata. La Direttiva 2009/128/CEE , "che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi", ha colmato un vuoto nella normativa dell'Unione Europea.......continua
FORMAZIONE
FERTIRRIGO FACILE
AGRONOMICA
COLTURE
INFO AZIENDE
ATLANTE DELLE AZIENDE
http://www.fritegotto.it/
"Packaging e materiali a contatto con gli alimenti: sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale".
Sicurezza alimentare: un premio intitolato a Giordana Masetti, per tesi di dottorato e di laurea specialistica e magistrale , istituito da Europass in partenariato con Efsa sul tema della sicurezza alimentare.
"Packaging e materiali a contatto con gli alimenti: sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale" l'argomento del premio, che Europass ed Efsa hanno voluto dedicare a Giordana Masetti, la funzionaria Europass scomparsa alcuni mesi fa.
Un premio per i giovani, per promuovere la cultura della ricerca e dell'innovazione in un ambito in cui Giordana ha tanto lavorato negli ultimi anni, è sembrato a tutti - spiega lo staff di Europass - un bel modo per ricordarla: per ricordare la sua vitalità, la sua passione, il suo entusiasmo, la sua ironia, il suo impegno per il lavoro, la sua attenzione agli altri e in particolare proprio ai giovani.
Per maggiori informazioni:...CLICCARE QUI
NEWS ed AGGIORNAMENTI
La fertirrigazione: Una concimazione in linea con la Pac - La fertirrigazione è una pratica che, per le sue caratteristiche, a pieno titolo si inserisce nelle tecniche sostenute dalla tanto discussa nuova Pac.......continua su Terra & Vita, Speciale Fertirrigazione n° 13/2012.
Fitofarmaci: in arrivo le norme sul loro uso sostenibile - Centrale il ruolo della difesa integrata. La Direttiva 2009/128/CEE , "che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi", ha colmato un vuoto nella normativa dell'Unione Europea.......continua
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FERTIRRIGO FACILE
AGRONOMICA
COLTURE
INFO AZIENDE
ATLANTE DELLE AZIENDE
giovedì 29 marzo 2012
energie rinnovabili coperto 26,6% del fabbisogno con il 95% dei comuni, classifica Legambiente
Rinnovabili nel 95% dei Comuni, la classifica di Legambiente
Sono 23 le città che coprono tutta la domanda di energia con fonti alternative, chieste regole certe per la diffusione di comportamenti sostenibili
di Paola Mammarella 29/03/2012 - Aumenta la sostenibilità energetica dei Comuni italiani. Lo evidenza il rapporto 2012 di Legambiente http://www.casaportale.com/public/uploads/26701-pdf1.pdf, stilato in collaborazione con Gse e Sorgenia, che sottolinea come oltre il 95 per cento delle città italiane ospitino impianti da fonti rinnovabili.
Parallelamente allo sviluppo degli impianti, è cresciuta anche la produzione di energia pulita, grazie alla quale nel 2011 è stato coperto il 26,6% del fabbisogno elettrico.
La situazione dei Comuni
La crescita dei Comuni dotati di impianti puliti è stata costante nel tempo. Il bilancio energetico italiano è rappresentato infatti da un mix di produzione da fonti differenti.
Al momento si contano 23 Comuni “100 per cento rinnovabili”, col miglior livello di innovazione energetica e ambientale, dove un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti.
Se si prende in considerazione solo il fabbisogno elettrico, sono 2068 i comuni che coprono interamente il proprio fabbisogno ricorrendo alle rinnovabili.
I Comuni del solare sono 7.837, con un record di impianti sui tetti a Meleti, in provincia di Lodi, e a Marradi in provincia di Firenze.
Sono invece 450 i Comuni dell’eolico, con una potenza installata di 6.912 MW. Allo stesso tempo, i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico sono 346.
Il mini idroelettrico, con impianti fino a 3 MW, è presente in 1.021 Comuni, con una potenza installata di 1.121 MW.
I Comuni della geotermia sono 334, per una potenza installata pari a 962,9 MW elettrici, 147,4 termici e 884,7 kW frigoriferi.
Sono infine 1.248 i Comuni delle bioenergie, con una potenza installata complessiva di 2.117 MW elettrici e 731,7 MW termici ma anche di 50 kW frigoriferi termici.
Particolare merito è stato riconosciuto al Comune di Varna (BZ), che copre il 100 per cento dei fabbisogni energetici delle proprie famiglie attraverso cinque impianti diversi da fonti rinnovabili, al Comune di Vicchio (FI) per i progetti sulle biomasse, e alla Provincia di Roma per la diffusione del del solare fotovoltaico sui tetti delle scuole.
Le altre iniziative necessarie allo sviluppo delle rinnovabili
Il rapporto di Legambiente evidenzia che l’incertezza delle procedure è ancora oggi una fortissima barriera alla diffusione degli impianti, sia domestici sia di grande taglia.
Secondo il vicepresidente e responsabile energia di Legambiente Edoardo Zanchini, dopo aver ridotto le importazioni di fonti fossili, è necessario puntare su un modello sempre più efficiente. Non sono quindi più ammessi ritardi da parte del Governo su incentivi alle rinnovabili termiche ed elettriche e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Nonostante l’impegno dei Comuni, infatti, l’Italia continua a importare il 93% delle fonti fossili che brucia per produrre energia. A detta di Zanchini, la prospettiva cui fare riferimento dovrebbe invece essere quella dell’autonomia energetica di edifici e dell’ integrazione delle reti elettriche.
Per Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia, i dati del rapporto esprimono l’evoluzione culturale di gran parte dei comuni italiani.
(riproduzione riservata)
Sono 23 le città che coprono tutta la domanda di energia con fonti alternative, chieste regole certe per la diffusione di comportamenti sostenibili
di Paola Mammarella 29/03/2012 - Aumenta la sostenibilità energetica dei Comuni italiani. Lo evidenza il rapporto 2012 di Legambiente http://www.casaportale.com/public/uploads/26701-pdf1.pdf, stilato in collaborazione con Gse e Sorgenia, che sottolinea come oltre il 95 per cento delle città italiane ospitino impianti da fonti rinnovabili.
Parallelamente allo sviluppo degli impianti, è cresciuta anche la produzione di energia pulita, grazie alla quale nel 2011 è stato coperto il 26,6% del fabbisogno elettrico.
La situazione dei Comuni
La crescita dei Comuni dotati di impianti puliti è stata costante nel tempo. Il bilancio energetico italiano è rappresentato infatti da un mix di produzione da fonti differenti.
Al momento si contano 23 Comuni “100 per cento rinnovabili”, col miglior livello di innovazione energetica e ambientale, dove un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti.
Se si prende in considerazione solo il fabbisogno elettrico, sono 2068 i comuni che coprono interamente il proprio fabbisogno ricorrendo alle rinnovabili.
I Comuni del solare sono 7.837, con un record di impianti sui tetti a Meleti, in provincia di Lodi, e a Marradi in provincia di Firenze.
Sono invece 450 i Comuni dell’eolico, con una potenza installata di 6.912 MW. Allo stesso tempo, i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico sono 346.
Il mini idroelettrico, con impianti fino a 3 MW, è presente in 1.021 Comuni, con una potenza installata di 1.121 MW.
I Comuni della geotermia sono 334, per una potenza installata pari a 962,9 MW elettrici, 147,4 termici e 884,7 kW frigoriferi.
Sono infine 1.248 i Comuni delle bioenergie, con una potenza installata complessiva di 2.117 MW elettrici e 731,7 MW termici ma anche di 50 kW frigoriferi termici.
Particolare merito è stato riconosciuto al Comune di Varna (BZ), che copre il 100 per cento dei fabbisogni energetici delle proprie famiglie attraverso cinque impianti diversi da fonti rinnovabili, al Comune di Vicchio (FI) per i progetti sulle biomasse, e alla Provincia di Roma per la diffusione del del solare fotovoltaico sui tetti delle scuole.
Le altre iniziative necessarie allo sviluppo delle rinnovabili
Il rapporto di Legambiente evidenzia che l’incertezza delle procedure è ancora oggi una fortissima barriera alla diffusione degli impianti, sia domestici sia di grande taglia.
Secondo il vicepresidente e responsabile energia di Legambiente Edoardo Zanchini, dopo aver ridotto le importazioni di fonti fossili, è necessario puntare su un modello sempre più efficiente. Non sono quindi più ammessi ritardi da parte del Governo su incentivi alle rinnovabili termiche ed elettriche e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Nonostante l’impegno dei Comuni, infatti, l’Italia continua a importare il 93% delle fonti fossili che brucia per produrre energia. A detta di Zanchini, la prospettiva cui fare riferimento dovrebbe invece essere quella dell’autonomia energetica di edifici e dell’ integrazione delle reti elettriche.
Per Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia, i dati del rapporto esprimono l’evoluzione culturale di gran parte dei comuni italiani.
(riproduzione riservata)
Lazio approvato regolamento per la sostenibilità in edilizia
Lazio, via libera al regolamento per la sostenibilità in edilizia
Previsto il certificato di sostenibilità ambientale facoltativo per gli immobili privati
di Rossella Calabrese
29/03/2012 - Via libera definitivo della Giunta regionale del Lazio al Regolamento sulla sostenibilità energetico-ambientale degli edifici, previsto dalla legge regionale sulla bioedilizia. Il provvedimento è tornato in Giunta dopo aver recepito alcune osservazioni deliberate dalla Commissione consiliare Lavori pubblici e Politiche per la casa.“Si tratta di un documento molto atteso dagli ordini professionali e dai cittadini - ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la casa, Teodoro Buontempo - perché colma un vuoto regolamentare che aveva reso inapplicabile la legge regionale 6/2008 sulla bioedilizia, che diventa così operativa. Il nuovo regolamento, che conferma la rinnovata attenzione da parte della Regione Lazio per la qualità e la compatibilità ambientale delle abitazioni, consentirà di disciplinare l’accesso a contributi economici regionali e alle agevolazioni comunali”.
Il nuovo regolamento prevede la creazione di due elenchi distinti per l’accreditamento dei tecnici abilitati al rilascio delle certificazioni energetico-ambientali e di quelle energetiche. Gli elenchi saranno elaborati in funzione della professionalità e del titolo di studio posseduto.
Tra le altre novità, il certificato di sostenibilità ambientale dell’edificio, che va ad affiancarsi all’attestato di certificazione energetica, già vigente per legge nazionale, che sarà facoltativo per gli edifici privati e obbligatorio per interventi su immobili di proprietà della Regione. Il certificato avrà una validità di dieci anni rinnovabili e dovrà essere aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione, edilizio e impiantistico, che modifichi la prestazione energetica o ambientale dell’edificio.
Con l’adozione del regolamento, inoltre, i Comuni potranno prevedere la riduzione degli oneri concessori dovuti per il rilascio del permesso di costruire, nonchè ottenere incrementi della volumetria utile. Vengono anche disciplinate le modalità per ottenere gli incentivi economici della Regione, pari al 20% del costo complessivo dell’intervento.
“Il nuovo regolamento - conclude Buontempo - dimostra come la Regione Lazio guardi con forte interesse a uno sviluppo eco-compatibile degli agglomerati urbani, con case ad alto indice di vivibilità, costruite con metodi innovativi e utilizzando materiali naturali, come ad esempio il legno, e comunque riconducibili ai principi della bioedilizia”.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/03/risparmio-energetico/lazio-via-libera-al-regolamento-per-la-sostenibilit%C3%A0-in-edilizia_26482_27.html
Previsto il certificato di sostenibilità ambientale facoltativo per gli immobili privati
di Rossella Calabrese
29/03/2012 - Via libera definitivo della Giunta regionale del Lazio al Regolamento sulla sostenibilità energetico-ambientale degli edifici, previsto dalla legge regionale sulla bioedilizia. Il provvedimento è tornato in Giunta dopo aver recepito alcune osservazioni deliberate dalla Commissione consiliare Lavori pubblici e Politiche per la casa.“Si tratta di un documento molto atteso dagli ordini professionali e dai cittadini - ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la casa, Teodoro Buontempo - perché colma un vuoto regolamentare che aveva reso inapplicabile la legge regionale 6/2008 sulla bioedilizia, che diventa così operativa. Il nuovo regolamento, che conferma la rinnovata attenzione da parte della Regione Lazio per la qualità e la compatibilità ambientale delle abitazioni, consentirà di disciplinare l’accesso a contributi economici regionali e alle agevolazioni comunali”.
Il nuovo regolamento prevede la creazione di due elenchi distinti per l’accreditamento dei tecnici abilitati al rilascio delle certificazioni energetico-ambientali e di quelle energetiche. Gli elenchi saranno elaborati in funzione della professionalità e del titolo di studio posseduto.
Tra le altre novità, il certificato di sostenibilità ambientale dell’edificio, che va ad affiancarsi all’attestato di certificazione energetica, già vigente per legge nazionale, che sarà facoltativo per gli edifici privati e obbligatorio per interventi su immobili di proprietà della Regione. Il certificato avrà una validità di dieci anni rinnovabili e dovrà essere aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione, edilizio e impiantistico, che modifichi la prestazione energetica o ambientale dell’edificio.
Con l’adozione del regolamento, inoltre, i Comuni potranno prevedere la riduzione degli oneri concessori dovuti per il rilascio del permesso di costruire, nonchè ottenere incrementi della volumetria utile. Vengono anche disciplinate le modalità per ottenere gli incentivi economici della Regione, pari al 20% del costo complessivo dell’intervento.
“Il nuovo regolamento - conclude Buontempo - dimostra come la Regione Lazio guardi con forte interesse a uno sviluppo eco-compatibile degli agglomerati urbani, con case ad alto indice di vivibilità, costruite con metodi innovativi e utilizzando materiali naturali, come ad esempio il legno, e comunque riconducibili ai principi della bioedilizia”.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/03/risparmio-energetico/lazio-via-libera-al-regolamento-per-la-sostenibilit%C3%A0-in-edilizia_26482_27.html
servizio pubblico da Santoro lo stato sociale secondo Bindi e De Magistris questa sera
L’epico “Il Signore dei bordelli“, il malinconico “Io, speriamo che me la chiavo“, il tensivo “Il silenzio dei prescritti“. Silvio avrà annotato con precisione certosina gli innumerevoli spunti offertigli dagli utenti cinguettanti di Twitter, che a tal fine hanno forgiato l’hashtag #KolossalBerlusconi. L’ex Premier, infatti, sembra stia lavorando alacremente alla produzione di una pellicola che ne canti le gloriose gesta (augurandoci che l’attenzione dello sceneggiatore si soffermi all’operato politico, o la commissione censura sarà costretta ad intervenire, negandone la visione ai minori). Dopo il Barbarossa di Martinelli, con cameo di Bossi, flop di dimensioni stratosferiche, finanziato dalla Rai e dal ministero, gli spettatori dovranno conoscere il giogo di un altro esponente della destra prestato al cinema.
Se la carriera cinematografica di Silvio Berlusconi non dovesse avere un seguito, Michele Santoro suggerisce a Mario Monti di affidare al predecessore la carica di “ministro della Televisione“: “da parte del governo Monti non vedo una comprensione dell’industria culturale per lo sviluppo del Paese. Forse si dovrebbero far spiegare l’importanza del ruolo della televisione dal governo precedente“. Il giornalista, intervenendo al convegno Rai, cambiare la musica, cambiare l’orchestrà, auspicando l’uscita di scena dei partiti dall’azienda di stato, ha annunciato:
Vediamo se riusciamo a fare un ticket con Carlo Freccero per candidarci lui come presidente ed io come direttore generale della Rai e speriamo di trovare via via anche candidati a membri per il cda. Vogliamo sfidare la commissione parlamentare di Vigilanza presentando i nostri curricula. Lo dovrebbero fare tutti, le nomine dovrebbero essere volontarie. Il peso della partitocrazia è un cancro. Sono i meccanismi di trasparenza che rendono un sistema migliore.
In attesa di conoscere ulteriori sviluppi a riguardo, questa sera, alle 21:00, Servizio Pubblico - Lo Stato sociale. Se il Paese non è pronto per la riforma del lavoro, il governo – ha precisato il premier Monti – non tirerà a campare. Ma come ci arriveranno gli italiani al 2013? E i partiti riusciranno a ritagliarsi una nuova centralità? Il Partito democratico deciderà da che parte stare?
Ospiti di Michele Santoro: il presidente del Partito democratico Rosy Bindi, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dell’Italia dei Valori, il segretario generale Fiom-Cgil Maurizio Landini, i giornalisti Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, e Franco Bechis, vicedirettore di Libero. In collegamento da Genova, Sandro Ruotolo con i metalmeccanici in protesta.
http://www.unduetre.com/2012/03/29/servizio-pubblico-%E2%80%93-puntata-del-29032012-%E2%80%93-video-e-anticipazioni-lo-stato-sociale-secondo-bindi-e-de-magistris/
Se la carriera cinematografica di Silvio Berlusconi non dovesse avere un seguito, Michele Santoro suggerisce a Mario Monti di affidare al predecessore la carica di “ministro della Televisione“: “da parte del governo Monti non vedo una comprensione dell’industria culturale per lo sviluppo del Paese. Forse si dovrebbero far spiegare l’importanza del ruolo della televisione dal governo precedente“. Il giornalista, intervenendo al convegno Rai, cambiare la musica, cambiare l’orchestrà, auspicando l’uscita di scena dei partiti dall’azienda di stato, ha annunciato:
Vediamo se riusciamo a fare un ticket con Carlo Freccero per candidarci lui come presidente ed io come direttore generale della Rai e speriamo di trovare via via anche candidati a membri per il cda. Vogliamo sfidare la commissione parlamentare di Vigilanza presentando i nostri curricula. Lo dovrebbero fare tutti, le nomine dovrebbero essere volontarie. Il peso della partitocrazia è un cancro. Sono i meccanismi di trasparenza che rendono un sistema migliore.
In attesa di conoscere ulteriori sviluppi a riguardo, questa sera, alle 21:00, Servizio Pubblico - Lo Stato sociale. Se il Paese non è pronto per la riforma del lavoro, il governo – ha precisato il premier Monti – non tirerà a campare. Ma come ci arriveranno gli italiani al 2013? E i partiti riusciranno a ritagliarsi una nuova centralità? Il Partito democratico deciderà da che parte stare?
Ospiti di Michele Santoro: il presidente del Partito democratico Rosy Bindi, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dell’Italia dei Valori, il segretario generale Fiom-Cgil Maurizio Landini, i giornalisti Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, e Franco Bechis, vicedirettore di Libero. In collegamento da Genova, Sandro Ruotolo con i metalmeccanici in protesta.
http://www.unduetre.com/2012/03/29/servizio-pubblico-%E2%80%93-puntata-del-29032012-%E2%80%93-video-e-anticipazioni-lo-stato-sociale-secondo-bindi-e-de-magistris/
mercoledì 28 marzo 2012
discarica Borgo Montello 30 marzo conferenza stampa presentazione dossier Legambiente
Ricevo e pubblico il comunicato stampa
Venerdì mattina 30 marzo dalle 9.30 alle 11.00 si terrà una conferenza stampa promossa dalle associazioni Libera, Legambiente e I Cittadini, per la presentazione del dossier di Legambiente sulla situazione ambientale a Borgo Montello. L’incontro si terrà in via Monfalcone presso la tenda di protesta allestita dalla famiglia Piovesan, sede del presidio di Libera intitolato a don Cesare Boschin. Tra i temi che verranno affrontati ci saranno la questione del fusti tossici, dei lavori per il dissotterramento e la riapertura del caso della morte di don Cesare Boschin.
Venerdì mattina 30 marzo dalle 9.30 alle 11.00 si terrà una conferenza stampa promossa dalle associazioni Libera, Legambiente e I Cittadini, per la presentazione del dossier di Legambiente sulla situazione ambientale a Borgo Montello. L’incontro si terrà in via Monfalcone presso la tenda di protesta allestita dalla famiglia Piovesan, sede del presidio di Libera intitolato a don Cesare Boschin. Tra i temi che verranno affrontati ci saranno la questione del fusti tossici, dei lavori per il dissotterramento e la riapertura del caso della morte di don Cesare Boschin.
un fiore per Don Cesare Boschin 29 marzo ore 21 Borgo Montello - Latina
ricevo e pubblico il comunicato stampa
Latina. I coordinamenti provinciali di Libera e Legambiente,in collaborazione con l'associazione I Cittadini, organizzano per il prossimo 29 marzo,alle ore 21,00 a Borgo Montello, un ricordo pubblico della figura di don Cesare Boschin assassinato 17 anni fa per aver denunciato le mafie dei rifiuti e del traffico delle droghe sulla direttrice Roma Latina. All'iniziativa sono invitati i cittadini,le istituzioni e le associazioni. L’incontro si terrà nel piazzale della chiesa di Borgo Montello davanti la stele intitolata a Don Cesare
Latina. I coordinamenti provinciali di Libera e Legambiente,in collaborazione con l'associazione I Cittadini, organizzano per il prossimo 29 marzo,alle ore 21,00 a Borgo Montello, un ricordo pubblico della figura di don Cesare Boschin assassinato 17 anni fa per aver denunciato le mafie dei rifiuti e del traffico delle droghe sulla direttrice Roma Latina. All'iniziativa sono invitati i cittadini,le istituzioni e le associazioni. L’incontro si terrà nel piazzale della chiesa di Borgo Montello davanti la stele intitolata a Don Cesare
aderisci all'ora della Terra, spegni le luci per un'ora almeno
L'Ora della Terra
UN MOVIMENTO GLOBALE PER LA SOSTENIBILITA' DEL NOSTRO PIANETA
L’Ora della Terra (Earth Hour) è il grande evento globale WWF per il clima che si terrà il prossimo 31 marzo dalle 20.30 alle 21.30 e che prende spunto dal gesto simbolico di spegnere le luci di monumenti e luoghi simbolo per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Un'iniziativa che nasce da un'idea, diventa simbolo e si trasforma in movimento che coinvolge sempre più cittadini, istituzioni e imprese a intraprendere azioni concrete per ridurre la propria impronta sul pianeta. Dopo la prima edizione 2007, la ‘ola’ di buio si è diffusa in ogni angolo del pianeta e nel 2011 è letteralmente esplosa, complice il tam-tam su web e social media.
Ogni persona può produrre un cambiamento: Tu puoi fare il cambiamento perchè hai il potere di realizzarlo!
Partita da un singolo Paese, l'Ora della Terra si è diffusa in pochissimo tempo in ogni angolo del mondo coinvolgendo circa 2 miliardi di persone, 5251 città e centinaia di imprese e organizzazioni in 135 Nazioni che si sono mobilitate spontaneamente per aderire a una causa che riguarda ognuno di noi. Ma siamo solo all'inizio: se si può fare questo, immagina cosa possiamo ottenere!
Aderisci a l'Ora della Terra e... Passaparola!!!
Come?
Spegnere le luci per un'ora è già un ottimo inizio, ma Tu puoi fare di più:
- Inserisci il Banner Earth Hour nel tuo Blog (Formato 728x90 http://www.wwf.it/oradellaterra/media/Bannerstaticiesterni/728x90_statico2012.jpg; Formato 300x250 http://www.wwf.it/oradellaterra/media/Bannerstaticiesterni/300x250_statico2012.jpg).
- Segui L'Ora della Terra http://wwf.it/oradellaterra/
e diventane Promotore.
Il futuro del Nostro Pianeta dipende anche da Te. Cambia Tu e ispira al cambiamento chi ti è vicino!
UN MOVIMENTO GLOBALE PER LA SOSTENIBILITA' DEL NOSTRO PIANETA
L’Ora della Terra (Earth Hour) è il grande evento globale WWF per il clima che si terrà il prossimo 31 marzo dalle 20.30 alle 21.30 e che prende spunto dal gesto simbolico di spegnere le luci di monumenti e luoghi simbolo per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Un'iniziativa che nasce da un'idea, diventa simbolo e si trasforma in movimento che coinvolge sempre più cittadini, istituzioni e imprese a intraprendere azioni concrete per ridurre la propria impronta sul pianeta. Dopo la prima edizione 2007, la ‘ola’ di buio si è diffusa in ogni angolo del pianeta e nel 2011 è letteralmente esplosa, complice il tam-tam su web e social media.
Ogni persona può produrre un cambiamento: Tu puoi fare il cambiamento perchè hai il potere di realizzarlo!
Partita da un singolo Paese, l'Ora della Terra si è diffusa in pochissimo tempo in ogni angolo del mondo coinvolgendo circa 2 miliardi di persone, 5251 città e centinaia di imprese e organizzazioni in 135 Nazioni che si sono mobilitate spontaneamente per aderire a una causa che riguarda ognuno di noi. Ma siamo solo all'inizio: se si può fare questo, immagina cosa possiamo ottenere!
Aderisci a l'Ora della Terra e... Passaparola!!!
Come?
Spegnere le luci per un'ora è già un ottimo inizio, ma Tu puoi fare di più:
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il 31 marzo torna l'ora della terra con la sfida per le città a reinventarsi sostenibili
Quest'anno l'Ora della Terra sfida le città a reiventarsi sostenibili
Aperte le iscrizioni al “City challenge” lanciato dall’evento globale WWF per il clima, con le 10 mosse per Reinventare le città e le "Urban Solution" globali a cui iscpirarsi
Nell’anno del Summit di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile e a pochi giorni dall’anniversario del Protocollo di Kyoto, l’Ora della Terra WWF - il più grande evento globale di lotta al cambiamento climatico che il 31 marzo spegnerà simbolicamente le luci di monumenti e luoghi simbolo in tutto il pianeta - invita le città a “reinventarsi” sostenibili e lancia anche in Italia la Earth Hour City Challenge, la sfida internazionale che premia le buone pratiche avviate dalle città per dare una svolta sostenibile al proprio futuro: a partire dalla decarbonizzazione, in tema di aria, acqua, energia, cibo e consumi, rifiuti, biodiversità, consumo di suolo, abitazioni e trasporti, e con un occhio di riguardo al coinvolgimento dei cittadini e alle politiche integrate, in cui le singole azioni sono coordinate da una visione organica e complessiva.
E poiché la parola d’ordine dell’Earth Hour 2012 è “ispirare”, per creare un virtuoso effetto a catena a tutti i livelli della società, il WWF sta consegnando a centinaia di Comuni, grandi e piccoli, uno speciale kit per la sostenibilità urbana con le 10 azioni per “REINVENTARE LE CITTA’”, dal risparmio energetico alla mobilità sostenibile, dalla gestione dei rifiuti alla tutela della biodiversità urbana, dalla riduzione del consumo di suolo alla produzione di cibo a chilometri zero; e le “URBAN SOLUTIONS” che nel mondo già funzionano, come a Friburgo (Germania), dove il 50% degli spostamenti avviene a piedi o in bicicletta, Rizhao (Cina) che sta guidando il passaggio verso l’energia solare attraverso l’installazione di pannelli solari su tutti i nuovi edifici o l’Avana (Cuba) che fornisce più del 40% del consumo cittadino di verdure attraverso agricoltura urbana.
Per candidarsi a capitale sostenibile di Earth Hour 2012 c’è tempo fino al 29 febbraio (scrivere a ufficio eventi@wwf.it). E dopo una prima fase tutta italiana, i cui vincitori saranno presentati al pubblico nei giorni precedenti il 31 marzo, i nostri Comuni si confronteranno con le città straniere impegnate nella sfida a livello internazionale. Tutti i dettagli, i dossier per le città sostenibili, i nuovi video, le iniziative speciali di Earth Hour 2012, da condividere su web, social network e passa-parola, da oggi in costante aggiornamento su www.wwf.it/oradellaterra.
Per la prima volta nella storia, dal 2007 la maggioranza degli abitanti del pianeta vive nelle città, l’80% in Europa. Come ricorda il dossier WWF “Reinventiamo la città”, i sistemi urbani consumano la gran parte delle risorse naturali ed emettono la maggiore quantità delle emissioni (dirette e indirette) che provocano il cambiamento climatico. Allo stesso tempo, per il calore aggiuntivo prodotto da impianti di condizionamento, veicoli e superfici artificializzate, l’aumento della temperatura nei centri urbani può essere superiore di 3-5°C rispetto alle aree suburbane, mentre proiezioni al 2070-2100 delineano scenari climatici paragonabili a una “migrazione” verso sud di alcune centinaia di chilometri delle città europee: Oslo come fosse in Germania, Parigi in Provenza, Roma e Madrid sulle coste del nord-Africa.
“Le città sono i maggiori consumatori di risorse naturali e i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici, ma ne sono anche tra le prime vittime. Rendere sostenibile la città è una delle sfide più importanti per assicurare un futuro all’umanità, riducendo la nostra impronta ecologica e assicurando ai cittadini una migliore qualità di vita e una più equa distribuzione delle risorse - ha detto Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia – Con il progetto City Challenge dell’Ora della Terra ci auguriamo di stimolare le grandi potenzialità creative offerte dalle città e da cittadini sempre più consapevoli, ispirando soluzioni innovative per avviare fin da oggi la svolta sostenibile che darà al mondo un futuro più equo e più sicuro.”
“Quest’anno l’Ora della Terra è particolarmente importante. A giugno i grandi della Terra convergeranno a Rio de Janeiro per lanciare proprio lo Sviluppo Umano 2.0, fondato sulla nuova economia sostenibile - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia – I Governi hanno perso di vista il legame inscindibile tra la nostra vita e il buon funzionamento degli ecosistemi che ci assicurano acqua, aria, cibo, risorse. Ma le soluzioni per la crisi climatica, ambientale ed economica convergono: dobbiamo cambiare la nostra economia e andare verso una green economy fondata sulla de-carbonizzazione, sull’uso efficiente delle risorse, sull’equità sociale. E per farlo dobbiamo ripartire dalle città, come avvenne per il Rinascimento italiano.”
IL KIT WWF PER “ISPIRARE” IL CITY CHALLENGE, la sfida per le città sostenibili
Ma vincere questa sfida è davvero possibile? Il WWF offre spunti concreti attraverso uno speciale “kit” per la sostenibilità urbana (disponibile su www.wwf.it/oradellaterra) che in queste settimane sta distribuendo a centinaia di Comuni italiani, contattati in vista dell’Ora della Terra grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il Coordinamento Agende 21 Locali e l’Associazione Comuni Virtuosi, associazioni che da anni promuovono insieme ai Comuni buone esperienze portate avanti in concreto, che permettono di disegnare anche in Italia la sostenibilità sperimentata dalle città.
1) 10 MOSSE PER REINVENTARE LE CITTA’ .
Nel dossier “Reinventiamo le città” il WWF racconta le 10 azioni per migliorare la sostenibilità della città e la qualità di vita dei cittadini: 1) Partecipazione, democrazia, equità nelle diverse parti della città. 2) Promuovere la green economy e la Blue economy, secondo cui le soluzioni tecnologiche innovative vanno ricercate facendo riferimento alle soluzioni esistenti in natura. 3) Migliorare le prestazioni energetiche della città e degli edifici. 4) Progettare la città senza consumare nuovo suolo e preparandola ai cambiamenti climatici. 5) Un modo diverso di muoversi, aumentando le opportunità di utilizzare il trasporto pubblico e favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta. 6) Creare reti verdi e blu, e dunque favorire la continuità con le aree naturali, per una maggiore biodiversità urbana. 7) Diffondere gli orti urbani e l’agricoltura di prossimità. 8) Strade, piazze e parcheggi verdi. 9) Una diversa gestione dei rifiuti nella logica delle 4 R (ridurre, riutilizzare, recuperare, riciclare). 10) Riutilizzare le acque piovane e le acque depurate
2) URBAN SOLUTIONS: LORO CE L’HANNO FATTA. E per dimostrare che la sfida può davvero essere vinta, il dossier WWF “Soluzioni urbane per un pianeta vivente” racconta casi esemplari già realizzati in tutto il mondo. Per esempio: la città di Hyderabad (India), utilizza acque reflue per l’irrigazione, l’Avana (Cuba) fornisce più del 40% del consumo cittadino di verdure attraverso agricoltura urbana, a Friburgo (Germania) il 50% degli spostamenti avviene a piedi o in bicicletta, a Merton, un distretto di Londra, è stato potenziato il mercato delle energie rinnovabili con piccole turbine eoliche, pompe di calore, riscaldamento a biomasse, pannelli solari fotovoltaici e termici. Mentre Stoccolma ha avviato un sistema di trattamento delle acque di scarto in biogas e fertilizzanti; Berlino ha riadattato 1.300 edifici ottenendo un risparmio in termini energetici del 26%; Rizhao sta guidando il passaggio delle città cinesi verso l’energia solare attraverso l’installazione di pannelli solari su tutti i nuovi edifici.
E INTANTO L’EARTH HOUR SI PREPARA: RUGBY, PECCATI VERDI E TANTO ALTRO
Intanto proseguono i preparativi per la grande edizione dell’Ora della Terra 2012. Da oggi tutti gli aggiornamenti su www.wwf.it/oradellaterra, con sempre nuovi video, testimonial, iniziative speciali, appuntamenti e le adesioni in crescita di Comuni, cittadini e imprese. A inaugurare la carrellata di testimonial è stata la nazionale italiana di rugby, il cui video per la campagna è stato e verrà proiettato sui maxi-schermo dell’Olimpico nel pre-partita del Sei Nazioni. Mentre sul fronte delle iniziative speciali organizzate insieme ai partner, si inizia il 21 febbraio con l’ironico contest fotografico di Coin per raccontare i propri “peccati green” sul sito coin.it/peccatoverde e concorrere all’estrazione di un viaggio escursionistico in Andalusia e due soggiorni in una Fattoria del Panda WWF (le foto più votate saranno premiate con Giftcard Coin e t-shirt personalizzate Earth Hour). Mentre Cisco, azienda leader nel settore dell’Information Technology, prepara la sua prima “Business Travel Free Week”.
L’edizione di Earth Hour 2012 ha ricevuto i patrocini del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Lombardia, Regione Toscana, Roma Capitale, Comune di Firenze, FAI, Federazione Ciclistica Italiana, FIAB, Associazione Italiana Comuni Virtuosi, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
LA ROAD MAP VERSO RIO+20: PROSSIMO APPUNTAMENTO 23 FEBBRAIO: MARKET TRANSFORMATION
Quest’anno L’Ora della Terra è l’appuntamento clou per il grande pubblico della “road map” di iniziative WWF che scandiranno l’avvicinamento alla Conferenza di Rio+20, sotto il claim “Food, Water and Energy for all. For ever” (Cibo, acqua e energia per tutti. Per sempre). Il prossimo appuntamento è il 23 febbraio, a Roma, per la presentazione del nuovo rapporto WWF-SERI (Sustainable Europe Research Institute) che per la prima volta analizza l’utilizzo delle risorse naturali e l’impatto ambientale esercitato dai mercati globali con un focus specifico su alcune risorse prioritarie per il mercato italiano: cotone, carta, caffè e olio di palma. Tra i relatori: Fritz Hinterberger, Presidente del SERI, Helen Van Hoeven, Direttore Market Transformation Initiative WWF International, Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico WWF Italia.
Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno importanti imprese italiane – Roma, 23 febbraio dalle ore 9.00, presso la LUISS Guido Carli, viale Romania 32
http://www.wwf.it/oradellaterra/news_scheda.aspx?idnews=30132
Aperte le iscrizioni al “City challenge” lanciato dall’evento globale WWF per il clima, con le 10 mosse per Reinventare le città e le "Urban Solution" globali a cui iscpirarsi
Nell’anno del Summit di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile e a pochi giorni dall’anniversario del Protocollo di Kyoto, l’Ora della Terra WWF - il più grande evento globale di lotta al cambiamento climatico che il 31 marzo spegnerà simbolicamente le luci di monumenti e luoghi simbolo in tutto il pianeta - invita le città a “reinventarsi” sostenibili e lancia anche in Italia la Earth Hour City Challenge, la sfida internazionale che premia le buone pratiche avviate dalle città per dare una svolta sostenibile al proprio futuro: a partire dalla decarbonizzazione, in tema di aria, acqua, energia, cibo e consumi, rifiuti, biodiversità, consumo di suolo, abitazioni e trasporti, e con un occhio di riguardo al coinvolgimento dei cittadini e alle politiche integrate, in cui le singole azioni sono coordinate da una visione organica e complessiva.
E poiché la parola d’ordine dell’Earth Hour 2012 è “ispirare”, per creare un virtuoso effetto a catena a tutti i livelli della società, il WWF sta consegnando a centinaia di Comuni, grandi e piccoli, uno speciale kit per la sostenibilità urbana con le 10 azioni per “REINVENTARE LE CITTA’”, dal risparmio energetico alla mobilità sostenibile, dalla gestione dei rifiuti alla tutela della biodiversità urbana, dalla riduzione del consumo di suolo alla produzione di cibo a chilometri zero; e le “URBAN SOLUTIONS” che nel mondo già funzionano, come a Friburgo (Germania), dove il 50% degli spostamenti avviene a piedi o in bicicletta, Rizhao (Cina) che sta guidando il passaggio verso l’energia solare attraverso l’installazione di pannelli solari su tutti i nuovi edifici o l’Avana (Cuba) che fornisce più del 40% del consumo cittadino di verdure attraverso agricoltura urbana.
Per candidarsi a capitale sostenibile di Earth Hour 2012 c’è tempo fino al 29 febbraio (scrivere a ufficio eventi@wwf.it). E dopo una prima fase tutta italiana, i cui vincitori saranno presentati al pubblico nei giorni precedenti il 31 marzo, i nostri Comuni si confronteranno con le città straniere impegnate nella sfida a livello internazionale. Tutti i dettagli, i dossier per le città sostenibili, i nuovi video, le iniziative speciali di Earth Hour 2012, da condividere su web, social network e passa-parola, da oggi in costante aggiornamento su www.wwf.it/oradellaterra.
Per la prima volta nella storia, dal 2007 la maggioranza degli abitanti del pianeta vive nelle città, l’80% in Europa. Come ricorda il dossier WWF “Reinventiamo la città”, i sistemi urbani consumano la gran parte delle risorse naturali ed emettono la maggiore quantità delle emissioni (dirette e indirette) che provocano il cambiamento climatico. Allo stesso tempo, per il calore aggiuntivo prodotto da impianti di condizionamento, veicoli e superfici artificializzate, l’aumento della temperatura nei centri urbani può essere superiore di 3-5°C rispetto alle aree suburbane, mentre proiezioni al 2070-2100 delineano scenari climatici paragonabili a una “migrazione” verso sud di alcune centinaia di chilometri delle città europee: Oslo come fosse in Germania, Parigi in Provenza, Roma e Madrid sulle coste del nord-Africa.
“Le città sono i maggiori consumatori di risorse naturali e i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici, ma ne sono anche tra le prime vittime. Rendere sostenibile la città è una delle sfide più importanti per assicurare un futuro all’umanità, riducendo la nostra impronta ecologica e assicurando ai cittadini una migliore qualità di vita e una più equa distribuzione delle risorse - ha detto Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia – Con il progetto City Challenge dell’Ora della Terra ci auguriamo di stimolare le grandi potenzialità creative offerte dalle città e da cittadini sempre più consapevoli, ispirando soluzioni innovative per avviare fin da oggi la svolta sostenibile che darà al mondo un futuro più equo e più sicuro.”
“Quest’anno l’Ora della Terra è particolarmente importante. A giugno i grandi della Terra convergeranno a Rio de Janeiro per lanciare proprio lo Sviluppo Umano 2.0, fondato sulla nuova economia sostenibile - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia – I Governi hanno perso di vista il legame inscindibile tra la nostra vita e il buon funzionamento degli ecosistemi che ci assicurano acqua, aria, cibo, risorse. Ma le soluzioni per la crisi climatica, ambientale ed economica convergono: dobbiamo cambiare la nostra economia e andare verso una green economy fondata sulla de-carbonizzazione, sull’uso efficiente delle risorse, sull’equità sociale. E per farlo dobbiamo ripartire dalle città, come avvenne per il Rinascimento italiano.”
IL KIT WWF PER “ISPIRARE” IL CITY CHALLENGE, la sfida per le città sostenibili
Ma vincere questa sfida è davvero possibile? Il WWF offre spunti concreti attraverso uno speciale “kit” per la sostenibilità urbana (disponibile su www.wwf.it/oradellaterra) che in queste settimane sta distribuendo a centinaia di Comuni italiani, contattati in vista dell’Ora della Terra grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il Coordinamento Agende 21 Locali e l’Associazione Comuni Virtuosi, associazioni che da anni promuovono insieme ai Comuni buone esperienze portate avanti in concreto, che permettono di disegnare anche in Italia la sostenibilità sperimentata dalle città.
1) 10 MOSSE PER REINVENTARE LE CITTA’ .
Nel dossier “Reinventiamo le città” il WWF racconta le 10 azioni per migliorare la sostenibilità della città e la qualità di vita dei cittadini: 1) Partecipazione, democrazia, equità nelle diverse parti della città. 2) Promuovere la green economy e la Blue economy, secondo cui le soluzioni tecnologiche innovative vanno ricercate facendo riferimento alle soluzioni esistenti in natura. 3) Migliorare le prestazioni energetiche della città e degli edifici. 4) Progettare la città senza consumare nuovo suolo e preparandola ai cambiamenti climatici. 5) Un modo diverso di muoversi, aumentando le opportunità di utilizzare il trasporto pubblico e favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta. 6) Creare reti verdi e blu, e dunque favorire la continuità con le aree naturali, per una maggiore biodiversità urbana. 7) Diffondere gli orti urbani e l’agricoltura di prossimità. 8) Strade, piazze e parcheggi verdi. 9) Una diversa gestione dei rifiuti nella logica delle 4 R (ridurre, riutilizzare, recuperare, riciclare). 10) Riutilizzare le acque piovane e le acque depurate
2) URBAN SOLUTIONS: LORO CE L’HANNO FATTA. E per dimostrare che la sfida può davvero essere vinta, il dossier WWF “Soluzioni urbane per un pianeta vivente” racconta casi esemplari già realizzati in tutto il mondo. Per esempio: la città di Hyderabad (India), utilizza acque reflue per l’irrigazione, l’Avana (Cuba) fornisce più del 40% del consumo cittadino di verdure attraverso agricoltura urbana, a Friburgo (Germania) il 50% degli spostamenti avviene a piedi o in bicicletta, a Merton, un distretto di Londra, è stato potenziato il mercato delle energie rinnovabili con piccole turbine eoliche, pompe di calore, riscaldamento a biomasse, pannelli solari fotovoltaici e termici. Mentre Stoccolma ha avviato un sistema di trattamento delle acque di scarto in biogas e fertilizzanti; Berlino ha riadattato 1.300 edifici ottenendo un risparmio in termini energetici del 26%; Rizhao sta guidando il passaggio delle città cinesi verso l’energia solare attraverso l’installazione di pannelli solari su tutti i nuovi edifici.
E INTANTO L’EARTH HOUR SI PREPARA: RUGBY, PECCATI VERDI E TANTO ALTRO
Intanto proseguono i preparativi per la grande edizione dell’Ora della Terra 2012. Da oggi tutti gli aggiornamenti su www.wwf.it/oradellaterra, con sempre nuovi video, testimonial, iniziative speciali, appuntamenti e le adesioni in crescita di Comuni, cittadini e imprese. A inaugurare la carrellata di testimonial è stata la nazionale italiana di rugby, il cui video per la campagna è stato e verrà proiettato sui maxi-schermo dell’Olimpico nel pre-partita del Sei Nazioni. Mentre sul fronte delle iniziative speciali organizzate insieme ai partner, si inizia il 21 febbraio con l’ironico contest fotografico di Coin per raccontare i propri “peccati green” sul sito coin.it/peccatoverde e concorrere all’estrazione di un viaggio escursionistico in Andalusia e due soggiorni in una Fattoria del Panda WWF (le foto più votate saranno premiate con Giftcard Coin e t-shirt personalizzate Earth Hour). Mentre Cisco, azienda leader nel settore dell’Information Technology, prepara la sua prima “Business Travel Free Week”.
L’edizione di Earth Hour 2012 ha ricevuto i patrocini del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Lombardia, Regione Toscana, Roma Capitale, Comune di Firenze, FAI, Federazione Ciclistica Italiana, FIAB, Associazione Italiana Comuni Virtuosi, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
LA ROAD MAP VERSO RIO+20: PROSSIMO APPUNTAMENTO 23 FEBBRAIO: MARKET TRANSFORMATION
Quest’anno L’Ora della Terra è l’appuntamento clou per il grande pubblico della “road map” di iniziative WWF che scandiranno l’avvicinamento alla Conferenza di Rio+20, sotto il claim “Food, Water and Energy for all. For ever” (Cibo, acqua e energia per tutti. Per sempre). Il prossimo appuntamento è il 23 febbraio, a Roma, per la presentazione del nuovo rapporto WWF-SERI (Sustainable Europe Research Institute) che per la prima volta analizza l’utilizzo delle risorse naturali e l’impatto ambientale esercitato dai mercati globali con un focus specifico su alcune risorse prioritarie per il mercato italiano: cotone, carta, caffè e olio di palma. Tra i relatori: Fritz Hinterberger, Presidente del SERI, Helen Van Hoeven, Direttore Market Transformation Initiative WWF International, Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico WWF Italia.
Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno importanti imprese italiane – Roma, 23 febbraio dalle ore 9.00, presso la LUISS Guido Carli, viale Romania 32
http://www.wwf.it/oradellaterra/news_scheda.aspx?idnews=30132
Ici e Imu aree fabbricabili in base alla potenzialità edificatoria, sentenza Tar Lombardia
Aree fabbricabili, Ici - Imu basata sulla potenzialità edificatoria
Tar Lombardia: nella determinazione dell’imposta la superficie edificabile prevale su quella fondiaria
di Paola Mammarella
28/03/2012 - L’Ici sulle aree fabbricabili è commisurata alla potenzialità edificatoria. Lo ha chiarito il Tar Lombardia, che con la sentenza 306/2012 http://www.edilportale.com/normativa/sentenza/2012/306/tar-lombardia-pagamento-ici-in-base-alla-potenzialit%E0-edificatoria-dell-area_12171.html
ha respinto il ricorso di un cittadino contro la delibera di un Comune per la determinazione dell’imposta comunale.
Le conclusioni dei giudici amministrativi si applicano anche all'Imu che, ai sensi della Manovra Salva Italia, dal 2012 sostituisce l'Ici.
Il Tribunale amministrativo si è pronunciato sul ricorso di un cittadino contro la delibera con cui il proprio Comune aveva determinato l’imposta comunale per le aree edificabili.
A detta del ricorrente, il parametro utilizzato dal Comune per quantificare l’entità dell’imposta, basato sulla superficie lorda di pavimentazione edificabile, moltiplicato per un coefficiente, doveva essere rivisto perché non considerava la superficie fondiaria del lotto.
Basandosi su questo sistema, prosegue il cittadino nel suo ricorso, il valore dell’area edificabile risulterebbe maggiore rispetto a quello del futuro fondo edificato.
Le motivazioni opposte dal ricorrente sono state respinte dal Tar Lombardia, che ha appoggiato la posizione del Comune.
A detta del Tar, infatti, il D.lgs 504/1992 stabilisce che l’Ici è determinata anche dall’indice di edificabilità, oltre che da altri fattori come la zona e la destinazione d’uso dell’area. Allo stesso tempo, il D.lgs 446/1997 attribuisce ai Comuni la facoltà di determinare i valori delle aree edificabili.
Il Tribunale amministrativo ha quindi concluso che per determinare l’importo dell’Ici bisogna far riferimento alla potenzialità edificatoria. A conferma della sua decisione, il Tar ha richiamato analoghe affermazioni, rilasciate nel 2008 dalla Corte Costituzionale.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/normativa/aree-fabbricabili-ici-imu-basata-sulla-potenzialit%C3%A0-edificatoria_26674_15.html
Tar Lombardia: nella determinazione dell’imposta la superficie edificabile prevale su quella fondiaria
di Paola Mammarella
28/03/2012 - L’Ici sulle aree fabbricabili è commisurata alla potenzialità edificatoria. Lo ha chiarito il Tar Lombardia, che con la sentenza 306/2012 http://www.edilportale.com/normativa/sentenza/2012/306/tar-lombardia-pagamento-ici-in-base-alla-potenzialit%E0-edificatoria-dell-area_12171.html
ha respinto il ricorso di un cittadino contro la delibera di un Comune per la determinazione dell’imposta comunale.
Le conclusioni dei giudici amministrativi si applicano anche all'Imu che, ai sensi della Manovra Salva Italia, dal 2012 sostituisce l'Ici.
Il Tribunale amministrativo si è pronunciato sul ricorso di un cittadino contro la delibera con cui il proprio Comune aveva determinato l’imposta comunale per le aree edificabili.
A detta del ricorrente, il parametro utilizzato dal Comune per quantificare l’entità dell’imposta, basato sulla superficie lorda di pavimentazione edificabile, moltiplicato per un coefficiente, doveva essere rivisto perché non considerava la superficie fondiaria del lotto.
Basandosi su questo sistema, prosegue il cittadino nel suo ricorso, il valore dell’area edificabile risulterebbe maggiore rispetto a quello del futuro fondo edificato.
Le motivazioni opposte dal ricorrente sono state respinte dal Tar Lombardia, che ha appoggiato la posizione del Comune.
A detta del Tar, infatti, il D.lgs 504/1992 stabilisce che l’Ici è determinata anche dall’indice di edificabilità, oltre che da altri fattori come la zona e la destinazione d’uso dell’area. Allo stesso tempo, il D.lgs 446/1997 attribuisce ai Comuni la facoltà di determinare i valori delle aree edificabili.
Il Tribunale amministrativo ha quindi concluso che per determinare l’importo dell’Ici bisogna far riferimento alla potenzialità edificatoria. A conferma della sua decisione, il Tar ha richiamato analoghe affermazioni, rilasciate nel 2008 dalla Corte Costituzionale.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/normativa/aree-fabbricabili-ici-imu-basata-sulla-potenzialit%C3%A0-edificatoria_26674_15.html
martedì 27 marzo 2012
Bozza decreto ammazzarinnovabili scritto dall'Enel
Dalle notizie che filtrano in queste ore sembrerebbe che si stia per sferrare l’ennesimo colpo mortale alle rinnovabili: il Governo, infatti, si starebbe apprestando a mettere mano agli incentivi in maniera assolutamente insostenibile sia per il fotovoltaico, sia per altre fonti da rinnovabili. (Angelo Bonelli)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/27/bozza-decreto-scritta-dallenel-societa-apre-indagine-interna/200457/
“Bozza del decreto scritta dall’Enel”. La società apre indagine interna Una manager dell'azienda compare come autrice del testo sulle energie rinnovabili nelle proprietà del file. La compagnia smentisce e annuncia un procedimento interno per verificare che il documento non sia stato "manipolato". Intanto il profilo della donna scompare da Internet: "Lei non c'entra" E’ diventata un giallo la bozza del decreto legge sulle energie rinnovabili, in corso di elaborazione in questi giorni presso il Ministero dello Sviluppo economico. Il testo che è circolato nelle ultime ore – le cui bozze sono state pubblicate sul sito Quale energia - ha nelle proprietà del file la firma Enel Spa e il nome di una funzionaria della società energetica italiana, Marzia Germini. Un’ipotesi che ha spinto ieri l’ufficio stampa del ministero guidato da Corrado Passera a smentire categoricamente il coinvolgimento di Enel nella preparazione del decreto legge: “La notizia circolata su alcuni organi di stampa secondo cui Enel avrebbe inviato al Mise una bozza di decreto relativa agli incentivi per il fotovoltaico è, ovviamente, del tutto infondata”, si legge su una nota stampa.
Questa mattina la vicenda si è poi contorta, dopo la divulgazione di un comunicato della stessa Enel. La società energetica ha avviato nelle scorse ore un’indagine interna per “verificare eventuali manipolazioni che attribuirebbero a collaboratori dell’azienda l’origine del file pubblicato su alcuni quotidiani online”. Secondo Enel, dunque, i file pdf divulgati nelle scorse ore sarebbero stati modificati ad arte, inserendo il nome della società e del manager nel campo autore.
Marzia Germini – la funzionaria che appare nei file – è irraggiungibile. L’ufficio stampa Enel ha ordini tassativi: “Lei è del tutto all’oscuro e non desidera parlare con i media”. Il profilo Linkedin del manager è stato rimosso nelle ore scorse, anche se le informazioni sono ancora accessibili attraverso la cache di google. Sul suo spazio del social network usato dai professionisti e dai manager, si legge l’attuale funzione presso Enel, ovvero Environmental Regulation Analyst. Una carica che, evidentemente, è assolutamente attinente con il contenuto del decreto. L’inserimento del suo nome all’interno della bozza – che secondo Enel potrebbe essere avvenuto manipolando il file – farebbe ipotizzare un’attività di lobbying, che lo stesso ministero ha subito smentito.
A preoccupare il mondo ambientalista sono però le nuove norme inserite nelle bozze del decreto in fase di elaborazione. Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, punta il dito sull’ipotizzata riduzione degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: “Dalle notizie che filtrano in queste ore sembrerebbe che si stia per sferrare l’ennesimo colpo mortale alle rinnovabili: il Governo, infatti, si starebbe apprestando a mettere mano agli incentivi in maniera assolutamente insostenibile sia per il fotovoltaico, sia per altre fonti da rinnovabili”. Sul giallo dell’autore delle bozze è poi intervenuto il senatore Francesco Ferrante, del Pd: “Il Ministero dello Sviluppo economico deve fare al più presto chiarezza, perché risulta che l’autore del file del documento, che è su carta intestata del Ministero, sia un’analista dell’Enel e il solo sospetto che vi possa essere un’influenza esterna nella stesura del documento non può che accrescere lo stato di tensione nel settore”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/27/bozza-decreto-scritta-dallenel-societa-apre-indagine-interna/200457/
“Bozza del decreto scritta dall’Enel”. La società apre indagine interna Una manager dell'azienda compare come autrice del testo sulle energie rinnovabili nelle proprietà del file. La compagnia smentisce e annuncia un procedimento interno per verificare che il documento non sia stato "manipolato". Intanto il profilo della donna scompare da Internet: "Lei non c'entra" E’ diventata un giallo la bozza del decreto legge sulle energie rinnovabili, in corso di elaborazione in questi giorni presso il Ministero dello Sviluppo economico. Il testo che è circolato nelle ultime ore – le cui bozze sono state pubblicate sul sito Quale energia - ha nelle proprietà del file la firma Enel Spa e il nome di una funzionaria della società energetica italiana, Marzia Germini. Un’ipotesi che ha spinto ieri l’ufficio stampa del ministero guidato da Corrado Passera a smentire categoricamente il coinvolgimento di Enel nella preparazione del decreto legge: “La notizia circolata su alcuni organi di stampa secondo cui Enel avrebbe inviato al Mise una bozza di decreto relativa agli incentivi per il fotovoltaico è, ovviamente, del tutto infondata”, si legge su una nota stampa.
Questa mattina la vicenda si è poi contorta, dopo la divulgazione di un comunicato della stessa Enel. La società energetica ha avviato nelle scorse ore un’indagine interna per “verificare eventuali manipolazioni che attribuirebbero a collaboratori dell’azienda l’origine del file pubblicato su alcuni quotidiani online”. Secondo Enel, dunque, i file pdf divulgati nelle scorse ore sarebbero stati modificati ad arte, inserendo il nome della società e del manager nel campo autore.
Marzia Germini – la funzionaria che appare nei file – è irraggiungibile. L’ufficio stampa Enel ha ordini tassativi: “Lei è del tutto all’oscuro e non desidera parlare con i media”. Il profilo Linkedin del manager è stato rimosso nelle ore scorse, anche se le informazioni sono ancora accessibili attraverso la cache di google. Sul suo spazio del social network usato dai professionisti e dai manager, si legge l’attuale funzione presso Enel, ovvero Environmental Regulation Analyst. Una carica che, evidentemente, è assolutamente attinente con il contenuto del decreto. L’inserimento del suo nome all’interno della bozza – che secondo Enel potrebbe essere avvenuto manipolando il file – farebbe ipotizzare un’attività di lobbying, che lo stesso ministero ha subito smentito.
A preoccupare il mondo ambientalista sono però le nuove norme inserite nelle bozze del decreto in fase di elaborazione. Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, punta il dito sull’ipotizzata riduzione degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: “Dalle notizie che filtrano in queste ore sembrerebbe che si stia per sferrare l’ennesimo colpo mortale alle rinnovabili: il Governo, infatti, si starebbe apprestando a mettere mano agli incentivi in maniera assolutamente insostenibile sia per il fotovoltaico, sia per altre fonti da rinnovabili”. Sul giallo dell’autore delle bozze è poi intervenuto il senatore Francesco Ferrante, del Pd: “Il Ministero dello Sviluppo economico deve fare al più presto chiarezza, perché risulta che l’autore del file del documento, che è su carta intestata del Ministero, sia un’analista dell’Enel e il solo sospetto che vi possa essere un’influenza esterna nella stesura del documento non può che accrescere lo stato di tensione nel settore”.
Latina e Pontinia il 4 aprile manca l'acqua
Disservizi a Latina e Pontinia 04/04/2012 - martedì 27 marzo 2012
Si informa che, al fine di permettere urgenti lavori di riparazione sulla condotta adduttrice in Via Migliara 46, nei Comuni di Latina e Pontinia verrà effettuata un’interruzione del flusso idrico dalle ore 14:00 alle ore 19:00 di mercoledì, 4 aprile 2012
Le zone interessate dall’interruzione sono:
Intero Comune di Latina (ad esclusione di Latina Scalo - Chiesuola - B.go Montello - B.go Carso - B.go Podgora - B.go Santa Maria - B.go Bainsizza - B.go Sabotino)
Intero Comune di Pontinia
Si rende noto che sarà disponibile un servizio sostitutivo a mezzo autobotti site in Piazza Kennedy (Pontinia) e in Piazza del Popolo (Latina)
Si prevede la normalizzazione del servizio alle ore 19:30 salvo imprevisti di cui si darà pronta informazione
http://www.acqualatina.it/Utenti/Lavoriincorso/tabid/91/language/it-IT/Default.aspx
Si informa che, al fine di permettere urgenti lavori di riparazione sulla condotta adduttrice in Via Migliara 46, nei Comuni di Latina e Pontinia verrà effettuata un’interruzione del flusso idrico dalle ore 14:00 alle ore 19:00 di mercoledì, 4 aprile 2012
Le zone interessate dall’interruzione sono:
Intero Comune di Latina (ad esclusione di Latina Scalo - Chiesuola - B.go Montello - B.go Carso - B.go Podgora - B.go Santa Maria - B.go Bainsizza - B.go Sabotino)
Intero Comune di Pontinia
Si rende noto che sarà disponibile un servizio sostitutivo a mezzo autobotti site in Piazza Kennedy (Pontinia) e in Piazza del Popolo (Latina)
Si prevede la normalizzazione del servizio alle ore 19:30 salvo imprevisti di cui si darà pronta informazione
http://www.acqualatina.it/Utenti/Lavoriincorso/tabid/91/language/it-IT/Default.aspx
Taranto duemila operai in piazza contro inquinamento Ilva
Taranto, duemila operai Ilva in piazza: “No veleni, ma tutelate i nostri posti di lavoro” Con la manifestazione di oggi, promossa dai sindacati, i lavoratori intendono esprimere la loro preoccupazione circa le conseguenze dell'indagine aperta dalla procura sull'inquinamento e che ha portato sinora all'accusa di disastro ambientale nei confronti dei vertici dell'aziendaSalvaguardare la salute ambientale di Taranto e dei tarantini, ma tutelare i posti di lavoro nella fabbrica siderurgica che inquina la città. Sono questi gli obiettivi dell’iniziativa di oltre duemila operai dell’Ilva, che da stamattina stanno manifestando sotto il palazzo della Prefettura jonica. Con la manifestazione di oggi, promossa dai sindacati, i lavoratori intendono esprimere la loro preoccupazione circa le conseguenze dell’indagine aperta dalla procura di Taranto sull’inquinamento e che ha portato sinora all’accusa di disastro ambientale nei confronti di Emilio e Nicola Riva, ex e attuale presidente dell’Ilva. In particolare, gli operai temono che la conclusione delle due perizie consegnate al gip di Taranto Patrizia Todisco – da cui emerge la gravità dell’inquinamento del siderurgico, nonché casi di malattie – possano portare a un sequestro degli impianti e, in prospettiva, anche al rischio di ridimensionamento o chiusura della fabbrica. La prima scadenza che preoccupa i dipendenti è quella del 30 marzo, quando davanti al gip ci sarà l’incidente probatorio per discutere la seconda perizia, medico-epidemiologica, ordinata a un team di esperti dallo stesso magistrato.
La manifestazione ha bloccato parte del centro cittadino, con inevitabili ripercussioni sul traffico. Un centinaio di operai, inoltre, ha pressato il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, vedendolo arrivare sotto la Prefettura. “Sindaco – ha detto un lavoratore – noi non vogliamo che Taranto sia una città inquinata, non vogliamo le malattie, siamo preoccupati per i nostri bambini, ma non vogliamo nemmeno perdere il posto di lavoro”. E un altro ha aggiunto: “Si sta parlando solo dell’articolo 18, ma del nostro problema non sta parlando nessuno. Migliaia di operai rischiano di perdere il lavoro a Taranto se dovesse chiudere l’Ilva e nessuno se ne preoccupa”. “Dovete fare qualcosa per noi, sindaco, siamo qui perché temiamo per il nostro futuro. A Genova l’Ilva ha chiuso l’area a caldo – ha ricordato un altro lavoratore – e la gente è rimasta a spasso. Questo non deve accadere pure a Taranto”. “Noi dobbiamo difendere il lavoro e tutelare l’ambiente – ha risposto il sindaco – abbiamo detto al Governo che Taranto sino al 1995, prima della privatizzazione dell’Ilva, è stata una città dove lo Stato è stato l’unico proprietario delle industrie. E ora lo Stato deve farsi carico dei costi del risanamento ambientale di Taranto. Non ci sono solo le industrie, anche la Marina e l’Arsenale militare hanno inquinato”.http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/26/taranto-duemila-operai-ilva-piazza-veleni-tutelate-nostri-posti-lavoro/200137/
La manifestazione ha bloccato parte del centro cittadino, con inevitabili ripercussioni sul traffico. Un centinaio di operai, inoltre, ha pressato il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, vedendolo arrivare sotto la Prefettura. “Sindaco – ha detto un lavoratore – noi non vogliamo che Taranto sia una città inquinata, non vogliamo le malattie, siamo preoccupati per i nostri bambini, ma non vogliamo nemmeno perdere il posto di lavoro”. E un altro ha aggiunto: “Si sta parlando solo dell’articolo 18, ma del nostro problema non sta parlando nessuno. Migliaia di operai rischiano di perdere il lavoro a Taranto se dovesse chiudere l’Ilva e nessuno se ne preoccupa”. “Dovete fare qualcosa per noi, sindaco, siamo qui perché temiamo per il nostro futuro. A Genova l’Ilva ha chiuso l’area a caldo – ha ricordato un altro lavoratore – e la gente è rimasta a spasso. Questo non deve accadere pure a Taranto”. “Noi dobbiamo difendere il lavoro e tutelare l’ambiente – ha risposto il sindaco – abbiamo detto al Governo che Taranto sino al 1995, prima della privatizzazione dell’Ilva, è stata una città dove lo Stato è stato l’unico proprietario delle industrie. E ora lo Stato deve farsi carico dei costi del risanamento ambientale di Taranto. Non ci sono solo le industrie, anche la Marina e l’Arsenale militare hanno inquinato”.http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/26/taranto-duemila-operai-ilva-piazza-veleni-tutelate-nostri-posti-lavoro/200137/
con il decreto semplificazione arriva la nuova sanatoria edilizia?
Semplificazioni, lamentato il rischio di sanatorie edilizie
Legambiente: pericolo di depotenziamento delle misure a carico di chi commette abusi in aree di particolare interesse pubblico
di Paola Mammarella
27/03/2012 - Sì alle semplificazioni, facendo però attenzione a non alleggerire le pene a carico di chi commette abusi edilizi. È il monito di Legambiente, che ha analizzato i contenuti del Decreto Semplificazioni.
L’associazione ambientalista ha posto l’accento sull’articolo 44 comma 2 del decreto, che integra l’articolo 181 del D.lgs 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, proponendo una sanatoria degli abusi commessi nelle aree tutelate perché riconosciute di particolare pregio.
La disposizione non è ancora in vigore dal momento che il disegno di legge per la conversione del DL liberalizzazioni deve ancora ottenere il via libero definitivo del Parlamento. Il testo, che l’8 marzo scorso ha ottenuto l’ok della Camera, deve infatti ancora essere confermato dal Senato.
Secondo il Codice Ambientale, la realizzazione di un’opera in assenza dell’autorizzazione o in difformità da essa ha valenza penale ed è punita con la reclusione fino a due anni e con il pagamento di un’ammenda che sfiora i 52 mila euro.
Nel caso in cui gli interventi vengano effettuati in aree che prima dell’inizio dei lavori sono state dichiarate di notevole interesse pubblico, il Codice ambientale prevede che la pena della reclusione possa aumentare fino a 4 anni.
Il decreto semplificazioni allenta e alleggerisce questa previsione. Se da una parte stabilisce che restano ferme le sanzioni amministrative e pecuniarie, dall’altra introduce nei casi in cui vengono meno le sanzioni penali.
Nel caso in cui l’autorità competente accerti la compatibilità paesaggistica, quindi, la reclusione da uno a quattro anni per gli interventi nelle aree di particolare interesse pubblico non si applica se il lavoro non ha comportato un incremento volumetrico maggiore del 30%, se la difformità riguarda i materiali usati e se gli interventi possono configurarsi come manutenzione ordinaria o straordinaria ai senti del Testo unico dell’edilizia, Dpr 380/2001.
A detta di Legambiente, la norma contenuta nel decreto sulle semplificazioni potrebbe spianare la strada a una serie di sanatorie, che potrebbe mettere a repentaglio il patrimonio paesaggistico e culturale.
Per ulteriori sviluppi si dovrà ora attendere l’esito dell’esame in Parlamento per la conversione in legge.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/normativa/semplificazioni-lamentato-il-rischio-di-sanatorie-edilizie_26652_15.html
Legambiente: pericolo di depotenziamento delle misure a carico di chi commette abusi in aree di particolare interesse pubblico
di Paola Mammarella
27/03/2012 - Sì alle semplificazioni, facendo però attenzione a non alleggerire le pene a carico di chi commette abusi edilizi. È il monito di Legambiente, che ha analizzato i contenuti del Decreto Semplificazioni.
L’associazione ambientalista ha posto l’accento sull’articolo 44 comma 2 del decreto, che integra l’articolo 181 del D.lgs 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, proponendo una sanatoria degli abusi commessi nelle aree tutelate perché riconosciute di particolare pregio.
La disposizione non è ancora in vigore dal momento che il disegno di legge per la conversione del DL liberalizzazioni deve ancora ottenere il via libero definitivo del Parlamento. Il testo, che l’8 marzo scorso ha ottenuto l’ok della Camera, deve infatti ancora essere confermato dal Senato.
Secondo il Codice Ambientale, la realizzazione di un’opera in assenza dell’autorizzazione o in difformità da essa ha valenza penale ed è punita con la reclusione fino a due anni e con il pagamento di un’ammenda che sfiora i 52 mila euro.
Nel caso in cui gli interventi vengano effettuati in aree che prima dell’inizio dei lavori sono state dichiarate di notevole interesse pubblico, il Codice ambientale prevede che la pena della reclusione possa aumentare fino a 4 anni.
Il decreto semplificazioni allenta e alleggerisce questa previsione. Se da una parte stabilisce che restano ferme le sanzioni amministrative e pecuniarie, dall’altra introduce nei casi in cui vengono meno le sanzioni penali.
Nel caso in cui l’autorità competente accerti la compatibilità paesaggistica, quindi, la reclusione da uno a quattro anni per gli interventi nelle aree di particolare interesse pubblico non si applica se il lavoro non ha comportato un incremento volumetrico maggiore del 30%, se la difformità riguarda i materiali usati e se gli interventi possono configurarsi come manutenzione ordinaria o straordinaria ai senti del Testo unico dell’edilizia, Dpr 380/2001.
A detta di Legambiente, la norma contenuta nel decreto sulle semplificazioni potrebbe spianare la strada a una serie di sanatorie, che potrebbe mettere a repentaglio il patrimonio paesaggistico e culturale.
Per ulteriori sviluppi si dovrà ora attendere l’esito dell’esame in Parlamento per la conversione in legge.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/normativa/semplificazioni-lamentato-il-rischio-di-sanatorie-edilizie_26652_15.html
2 miliardi dal Cipe, non c'è corridoio tirrenico. Soldi per infrastrutture, occupazione
Due miliardi per la ripresa economica, via libera dal Cipe
Tra le priorità infrastrutture, occupazione, ricostruzione post sisma e alluvione
di Paola Mammarella
27/03/2012 - Circa due miliardi per favorire la ripresa e mettere fine all’incertezza dei flussi finanziari di finanza pubblica. È la cifra deliberata durante la riunione del Cipe di venerdì scorso che ha assegnato risorse utili al sostegno di infrastrutture e occupazione, ma anche per gli interventi necessari dopo il sisma in Abruzzo.
I fondi assegnati che spaziano anche nei settori dei beni culturali e della salute, contribuiranno a sostenere la domanda, con un effetto positivo in termini di produttività del sistema.
Infrastrutture
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha assegnato circa 924 milioni di euro per nuove opere infrastrutturali e interventi di manutenzione straordinaria. Tra le principali opere finanziate, oltre ai 600 milioni di euro destinati agli interventi dei contratti di programma di ANAS e RFI per il 2012, spiccano 50,1 milioni per Strada Statale 38 in Valtellina, variante di Morbegno dal km 15 al km 17,5, che rende possibile un investimento di 280 milioni di euro, 71,6 milioni di euro per Metropolitana di Brescia, primo lotto funzionale Prealpino – S. Eufemia, 70 milioni di euro all’asse stradale Lioni – Grottaminarda, di collegamento tra l’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria e l’autostrada A16 Napoli – Bari, tratto tra lo svincolo di Frigento e lo svincolo di San Teodoro, 9 milioni di euro alla Strada Statale 172, “dei Trulli”, 33 milioni di euro alla Strada Statale 106 “Ionica”, e 60 milioni di euro per l’HUB portuale di Ravenna.
Per quanto riguarda la linea ferroviaria Torino – Lione, il Cipe ha assegnato 10 milioni per le opere compensative necessarie a minimizzare l’impatto territoriale e sociale della ferrovia e a favorirme l’inserimento nel contesto locale. Gli interventi specifici saranno inseriti nei prossimi mesi dal Ministero delle infrastrutture.
Il Cipe ha inoltre approvato l’ammodernamento della strada Palermo – Agrigento, la variante delle opere complementari della stazione ferroviaria di Bari, una modifica per la convenzione ANAS per l’Autostrada Brescia-Padova, la variazione del soggetto aggiudicatore della Metropolitana automatica di Torino e il progetto definitivo per lo sviluppo del giacimento petrolifero di “Tempa Rossa”, in Basilicata.
Sisma in Abruzzo
Il Comitato ha assegnato circa 540 milioni di euro al Commissario delegato per la riparazione e ricostruzione del patrimonio abitativo danneggiato in seguito al terremoto del 2009.
Sono stati assegnati inoltre 5 milioni per i paesi colpiti dall’alluvione della Liguria a ottobre 2011.
Lavoro
Il Cipe ha assegnato 65 milioni di euro per misure a sostegno dell’occupazione, come autoimprenditorialità e auto impiego. Altri 5 milioni sono dedicati al settore agricolo. Le risorse mirano ad avere un effetto anticiclico nella fase depressiva del sistema economico.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/lavori-pubblici/due-miliardi-per-la-ripresa-economica-via-libera-dal-cipe_26641_11.html
Tra le priorità infrastrutture, occupazione, ricostruzione post sisma e alluvione
di Paola Mammarella
27/03/2012 - Circa due miliardi per favorire la ripresa e mettere fine all’incertezza dei flussi finanziari di finanza pubblica. È la cifra deliberata durante la riunione del Cipe di venerdì scorso che ha assegnato risorse utili al sostegno di infrastrutture e occupazione, ma anche per gli interventi necessari dopo il sisma in Abruzzo.
I fondi assegnati che spaziano anche nei settori dei beni culturali e della salute, contribuiranno a sostenere la domanda, con un effetto positivo in termini di produttività del sistema.
Infrastrutture
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha assegnato circa 924 milioni di euro per nuove opere infrastrutturali e interventi di manutenzione straordinaria. Tra le principali opere finanziate, oltre ai 600 milioni di euro destinati agli interventi dei contratti di programma di ANAS e RFI per il 2012, spiccano 50,1 milioni per Strada Statale 38 in Valtellina, variante di Morbegno dal km 15 al km 17,5, che rende possibile un investimento di 280 milioni di euro, 71,6 milioni di euro per Metropolitana di Brescia, primo lotto funzionale Prealpino – S. Eufemia, 70 milioni di euro all’asse stradale Lioni – Grottaminarda, di collegamento tra l’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria e l’autostrada A16 Napoli – Bari, tratto tra lo svincolo di Frigento e lo svincolo di San Teodoro, 9 milioni di euro alla Strada Statale 172, “dei Trulli”, 33 milioni di euro alla Strada Statale 106 “Ionica”, e 60 milioni di euro per l’HUB portuale di Ravenna.
Per quanto riguarda la linea ferroviaria Torino – Lione, il Cipe ha assegnato 10 milioni per le opere compensative necessarie a minimizzare l’impatto territoriale e sociale della ferrovia e a favorirme l’inserimento nel contesto locale. Gli interventi specifici saranno inseriti nei prossimi mesi dal Ministero delle infrastrutture.
Il Cipe ha inoltre approvato l’ammodernamento della strada Palermo – Agrigento, la variante delle opere complementari della stazione ferroviaria di Bari, una modifica per la convenzione ANAS per l’Autostrada Brescia-Padova, la variazione del soggetto aggiudicatore della Metropolitana automatica di Torino e il progetto definitivo per lo sviluppo del giacimento petrolifero di “Tempa Rossa”, in Basilicata.
Sisma in Abruzzo
Il Comitato ha assegnato circa 540 milioni di euro al Commissario delegato per la riparazione e ricostruzione del patrimonio abitativo danneggiato in seguito al terremoto del 2009.
Sono stati assegnati inoltre 5 milioni per i paesi colpiti dall’alluvione della Liguria a ottobre 2011.
Lavoro
Il Cipe ha assegnato 65 milioni di euro per misure a sostegno dell’occupazione, come autoimprenditorialità e auto impiego. Altri 5 milioni sono dedicati al settore agricolo. Le risorse mirano ad avere un effetto anticiclico nella fase depressiva del sistema economico.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/03/lavori-pubblici/due-miliardi-per-la-ripresa-economica-via-libera-dal-cipe_26641_11.html
ancora fuoco a Pontinia, fiamme per un capannone agricolo vicino Mesa
A fuoco un capannone sulla Migliara 52 a Pontinia
26/03/2012, di Redazione (online).
I vigili del fuoco questa mattina, alle 12,45, sono intervenuti in via Migliara 52, nel comune di Pontinia, per l’incendio di un capannone nei pressi della fabbrica Miralanza.
Ad allertare il centralino del 115 uno dei responsabili, che ha richiesto massima tempestività nell’intervento a causa di alcune bombole di gpl contenute nel capannone. Circa dieci uomini sono intervenuti per lo spegnimento delle fiamme con l’ausilio di un’autobotte.
http://www.latina24ore.it/latina/39603/a-fuoco-un-capannone-sulla-migliara-52-a-pontinia
Ne parla La Provincia http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120327latina/index.html#/26/
26/03/2012, di Redazione (online).
I vigili del fuoco questa mattina, alle 12,45, sono intervenuti in via Migliara 52, nel comune di Pontinia, per l’incendio di un capannone nei pressi della fabbrica Miralanza.
Ad allertare il centralino del 115 uno dei responsabili, che ha richiesto massima tempestività nell’intervento a causa di alcune bombole di gpl contenute nel capannone. Circa dieci uomini sono intervenuti per lo spegnimento delle fiamme con l’ausilio di un’autobotte.
http://www.latina24ore.it/latina/39603/a-fuoco-un-capannone-sulla-migliara-52-a-pontinia
Ne parla La Provincia http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120327latina/index.html#/26/
lunedì 26 marzo 2012
Pontinia convocato consiglio comunale martedì 27 marzo
alle ore 19,30 unico punto all'ordine del giorno:
ampliamento dello stabilimento ditta Gestal 2000 in via Migliara 53 con variazione del PRG e modifica e integrazione della delibera n. 69 del 2011
ampliamento dello stabilimento ditta Gestal 2000 in via Migliara 53 con variazione del PRG e modifica e integrazione della delibera n. 69 del 2011
poligono di Quirra 20 indagati per rischio radioattivo, morti sospette leucemie e tumori
Poligono di Quirra, venti indagati. Il pm: “Tumori dovuti alle esercitazioni militari” Avvisi di chiusura indagine per il sindaco di Perdasdefogu, il paese in provincia di Nuoro che ospita la base, alti ufficiali dell'esercito e professori universitari che firmarono perizie rassicuranti. Confermato il rischio radioattivo: "Anomala quantità di torio nelle salme dei pastori che portavano le pecore nell'area"Omissioni dolose, favoreggiamento, falso ideologico in atto pubblico e addirittura ostacolo aggravato alla difesa del disastro ambientale nel Poligono interforze di Quirra, Sardegna sud orientale. Attorno alla base più grande d’Europa, dove si testano armi e munizioni, si consuma il nuovo atto della Procura di Lanusei: ieri sono stati recapitati venti avvisi di conclusione delle indagini, partite più di un anno fa. Tra i destinatari ci sono generali, professori universitari, tecnici, fisici e addirittura il primo cittadino di Perdasdefogu, Walter Mura. Accusato, in sostanza, di aver ostacolato la giustizia. Mura negli scorsi mesi è più volte sceso in piazza per sostenere la presenza dei militari in un paese in cui la fragile economia si sostiene sulla pastorizia.
Secondo il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi, le morti sospette per tumori e leucemie tra i civili sono da ricondurre all’inquinamento prodotto dagli esperimenti di armi e munizioni, nonché allo “smaltimento illecito di rifiuti”, ossia “brillamenti o interramenti di materiale bellico (bombe e munizioni) della Seconda guerra mondiale, senza nessuna cautela per l’ambiente”. Soprattutto tra i pastori che pascolavano nei terreni in co-uso con la Difesa. Nel provvedimento si citano infatti i risultati ottenuti dalla riesumazione delle salme nei paesi della zona: Villaputzu, San Vito e Perdas. Nei corpi, si legge, “veniva misurata un’anomala quantità di torio (radioattivo) superiore a chi non aveva lavorato in quelle aree”, un’analisi che è stata curata dal professor Evandro Lodi Rizzini del Cern di Ginevra a metà dicembre. Il torio sarebbe responsabile di alterazioni del dna tali da provocare malattie letali.
La Procura ogliastrina contesta informazioni omesse a scapito della salute pubblica e favoreggiamento aggravato. Il sindaco, in carica da dieci anni, secondo il provvedimento, avrebbe appunto favorito con dichiarazioni reticenti “i generali del Pisq” e in più occasioni, insieme, al professor Pierluigi Cocco dell’Università di Cagliari avrebbe diffuso alla cittadinanza “informazioni false a livello sanitario”, anche attraverso il sito Quirra.net. A cui si aggiunge l’aggravante di aver commesso il fatto con “violazione dei doveri inerenti alla funzione pubblica”. Per i due in particolare si profila la malafede perché, si legge ancora, sia Mura, sia Cocco hanno ricevuto “incarichi molto remunerativi”. Il primo dall’Aeronautica militare come privato libero professionista per importanti attività edilizie nell’area del poligono, il secondo nel 2011 dall’ammistrazione militare. Il sindaco Mura al telefono appare sorpreso: “Sono l’unico sindaco indagato, ma ho già ricevuto attestati di solidarietà, anche da colleghi. Non nascondo nulla, stasera alle 18 leggerò il provvedimento ai cittadini, pubblicamente e a tutti”. Un’assemblea che si annuncia infuocata.
Tra i nomi importanti ci sono i generali (alcuni già iscritti nel registro degli indagati) e gli ex comandanti che si sono succeduti negli anni tra la base di Perdas e il distaccamento a mare di san Lorenzo (Villaputzu). Spiccano i generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Landi, Mauloni, i colonelli Gianfranco Fois e Francesco Ragazzon e il tenente Walter Carta (responsabile prevenzione della base). L’ipotesi di reato per loro è “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”. Viene contestata l’assenza di interdizione alla popolazione delle zone interessate da “alta intensità militare”, in particolare ai pastori, mentre i militari non avevano protezione nonostante “il persistente e grave disastro ambientale con enorme pericolo chimico e radiottivo”. A cui si aggiungono i test delle ditte italiane ed estere e “esplosioni di gas da parte del Centro sviluppo materiali Spa senza la valutazione dei rischi”. Citata anche la discarica militare Is Pibiris, vasta un ettaro, vicina a un’asta fluviale del Flumendosa, corso d’acqua che sfocia sulla costa orientale tra Muravera e Villaputzu.
Ci sono poi i professori, ricercatori e tecnici universitari: Francesco Riccobono (ateneo di Siena), Giuseppe Prolano, Fabio Baroni, Luigi Antonello di Lella. E ancora il generale Giuseppe di Donato, il maggiore Vincenzo Mauro e il dottor Vittorio Sabbattini della Commissione del ministero della Difesa; oltre a due due tecnici della Sgs incaricati dalla Nato-Namsa, Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani accusati di “falso ideologico in atto pubblico” per aver certificato dolosamente “l’assenza di inquinamento di tipo antropico militare”. Con lo scopo, si legge nel provvedimento, di “occultare il disastro ambientale commesso in precedenza nel Pisq anche con l’utilizzo dei missili Milan (oltre mille, ndr) prodotti dalla società Mbda controllata da Finmeccanica e quindi collegata alla stessa Sgs Italia S.p.a.”. Un intrico di controllori e controllati su una presenza militare e un’inchiesta che di fatto spacca le comunità tra incredulità, rabbia, sospetti e dolore. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/24/poligono-quirra-venti-indagati-tumori-dovuti-alle-attivita-militari/199921/
Secondo il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi, le morti sospette per tumori e leucemie tra i civili sono da ricondurre all’inquinamento prodotto dagli esperimenti di armi e munizioni, nonché allo “smaltimento illecito di rifiuti”, ossia “brillamenti o interramenti di materiale bellico (bombe e munizioni) della Seconda guerra mondiale, senza nessuna cautela per l’ambiente”. Soprattutto tra i pastori che pascolavano nei terreni in co-uso con la Difesa. Nel provvedimento si citano infatti i risultati ottenuti dalla riesumazione delle salme nei paesi della zona: Villaputzu, San Vito e Perdas. Nei corpi, si legge, “veniva misurata un’anomala quantità di torio (radioattivo) superiore a chi non aveva lavorato in quelle aree”, un’analisi che è stata curata dal professor Evandro Lodi Rizzini del Cern di Ginevra a metà dicembre. Il torio sarebbe responsabile di alterazioni del dna tali da provocare malattie letali.
La Procura ogliastrina contesta informazioni omesse a scapito della salute pubblica e favoreggiamento aggravato. Il sindaco, in carica da dieci anni, secondo il provvedimento, avrebbe appunto favorito con dichiarazioni reticenti “i generali del Pisq” e in più occasioni, insieme, al professor Pierluigi Cocco dell’Università di Cagliari avrebbe diffuso alla cittadinanza “informazioni false a livello sanitario”, anche attraverso il sito Quirra.net. A cui si aggiunge l’aggravante di aver commesso il fatto con “violazione dei doveri inerenti alla funzione pubblica”. Per i due in particolare si profila la malafede perché, si legge ancora, sia Mura, sia Cocco hanno ricevuto “incarichi molto remunerativi”. Il primo dall’Aeronautica militare come privato libero professionista per importanti attività edilizie nell’area del poligono, il secondo nel 2011 dall’ammistrazione militare. Il sindaco Mura al telefono appare sorpreso: “Sono l’unico sindaco indagato, ma ho già ricevuto attestati di solidarietà, anche da colleghi. Non nascondo nulla, stasera alle 18 leggerò il provvedimento ai cittadini, pubblicamente e a tutti”. Un’assemblea che si annuncia infuocata.
Tra i nomi importanti ci sono i generali (alcuni già iscritti nel registro degli indagati) e gli ex comandanti che si sono succeduti negli anni tra la base di Perdas e il distaccamento a mare di san Lorenzo (Villaputzu). Spiccano i generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Landi, Mauloni, i colonelli Gianfranco Fois e Francesco Ragazzon e il tenente Walter Carta (responsabile prevenzione della base). L’ipotesi di reato per loro è “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”. Viene contestata l’assenza di interdizione alla popolazione delle zone interessate da “alta intensità militare”, in particolare ai pastori, mentre i militari non avevano protezione nonostante “il persistente e grave disastro ambientale con enorme pericolo chimico e radiottivo”. A cui si aggiungono i test delle ditte italiane ed estere e “esplosioni di gas da parte del Centro sviluppo materiali Spa senza la valutazione dei rischi”. Citata anche la discarica militare Is Pibiris, vasta un ettaro, vicina a un’asta fluviale del Flumendosa, corso d’acqua che sfocia sulla costa orientale tra Muravera e Villaputzu.
Ci sono poi i professori, ricercatori e tecnici universitari: Francesco Riccobono (ateneo di Siena), Giuseppe Prolano, Fabio Baroni, Luigi Antonello di Lella. E ancora il generale Giuseppe di Donato, il maggiore Vincenzo Mauro e il dottor Vittorio Sabbattini della Commissione del ministero della Difesa; oltre a due due tecnici della Sgs incaricati dalla Nato-Namsa, Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani accusati di “falso ideologico in atto pubblico” per aver certificato dolosamente “l’assenza di inquinamento di tipo antropico militare”. Con lo scopo, si legge nel provvedimento, di “occultare il disastro ambientale commesso in precedenza nel Pisq anche con l’utilizzo dei missili Milan (oltre mille, ndr) prodotti dalla società Mbda controllata da Finmeccanica e quindi collegata alla stessa Sgs Italia S.p.a.”. Un intrico di controllori e controllati su una presenza militare e un’inchiesta che di fatto spacca le comunità tra incredulità, rabbia, sospetti e dolore. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/24/poligono-quirra-venti-indagati-tumori-dovuti-alle-attivita-militari/199921/
domenica 25 marzo 2012
Claudio Volpe, talento di Pontinia, candidato al premio Strega con il "vuoto intorno"
Tallenti...... da premiiare http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80bedcf/pag41zapping.pdf
«Il Vuoto intorno» di Claudio Volpe è tra i candidati allo Strega
IL giovanissimo Claudio Volpe, ormai è acclarato, è una della speranze delle letteratura italiana, nato a Catania nel 1990, ha frequentato il liceo classico a Latina e vive oggi a Pontinia . E’ da quando aveva dieci anni che Claudio scrive poesie ma adesso, con il suo «Il vuoto intorno», edito nel 2011 dalle «Edizioni il Foglio», è al suo primo romanzo.
«Il vuoto intorno» non è un romanzo facile da leggere, sin dalle prime righe arriva al lettore come un pugno nello stomaco, deciso, violento, ben assestato.
Achille, un ragazzo padre, srotola l’intera sua vita, raccontandola al figlio Ettore in forma epistolare. E’ u n’esistenza difficile quella narrata, ed è già dall’incipit del romanzo che si intuisce che tutta la storia è scritta con il pennino intinto in un dolore intimo. Il padre parla al figlio della sua famiglia e della sua tristissima infanzia, un nucleo familiare dove il padre «non c'è mai stato». Fisicamente c’era, si trattava di un avvocato, ma era totalmente inutile come genitore. Gli fa da contraltare una moglie, ex danzatrice, dedita dall’alcol e che Achille, da bambino, vorrebbe salvare. E’ la madre, e lui intuisce che vedendola perire morirebbe anche una parte della sua anima. All'infanzia raccapricciante seguirà una vita altrettanto piagata che vede Achille preso da un amore che gli procura profonde sofferenze. Nasce così la passione per una zingara la quale, avendo sopportato le attenzioni pedofile del padre, porta, a sua volta, lacerazioni dell'anima difficili da gestire. La storia di Achille, questo padre dall'anima esulcerata, si chiude con una vicenda di prostituzione troppo amara da raccontare. L'intero romanzo è, in sostanza, una confessione fiume che racconta di una vita da «appestato», con vicende che sembrano stritolare i personaggi, ma soprattutto il lettore. Quello di Volpe non è un libro agevole perché quel vuoto a cui si fa riferimento nel titolo ha volume e sostanza ed è un macigno che ti entra dentro e ti pesa sull'anima. Eppure, in questo gomitolo di dolorose vicende umane, alla fine parrebbe intravedersi una luce.
Dal fondo del pozzo, nel quale è cascato il protagonista, si vede chiaro, nitido, netto, un pezzo di cielo che da speranza. Nella vita di Achille c’è stato qualcosa di buono, una specie di lanterna costiera destinata a fargli luce nei marosi della sua burrascosa esistenza. La madre, una donna che è stata bella ma che la sofferenza ha fatto diventare rinsecchita ha un amante, uno scultore. E’ il padre che Achille avrebbe voluto.
L’uomo, contrappone ad un aspetto rude un’anima matura e delicata.
Prenderà il ragazzo per mano avviandolo sulla strada dell’amore per il prossimo e della solidarietà.
Sarà grazie allo scultore se Achille scoprirà che il vuoto, questa bestia nella cui paura viviamo «Noi viviamo con la paura del vuoto, lavoriamo, amiamo, creiamo, facciamo arte, facciamo guerre, ci uccidiamo, per paura divenire divorati da quel maledetto vuoto affamato. La nostra storia è scandita dal vuoto» può essere sconfitta. Grazie alla scoperta della sensibilità dell'amore, il protagonista intuisce che è possibile nuotare senza affogare in quel mare, in quel vuoto che lo lo risucchia. La redenzione partirà proprio da quella lettera al figlio, che più che una missiva, più che un atto d’amore verso quel figlio è un gesto di solidarietà per l’intero genere umano.
Al personaggio narrante sembra che succedano troppe disavventure negative; ma il perché è presto spiegato dall'autore che ha affermato: «L'idea era di realizzare un romanzo metaforico. Non pretendo che sia una storia veritiera in tutto, che possa capitare ad una sola persona, ma che ogni persona possa vedere nella vicenda da me raccontata un pezzo della sua vita. Quindi una serie di vite differenti che si incontrano nel mio romanzo che ha la speranza di esorcizzare un po' del male di vivere dell'umanità attuale».
Il libro di Volpe è stato presentato a Latina in occasione della rassegna «Libri da scoprire», ma è facile affermare che a Latina e, presumibilmente, in tutta Italia, il volume conoscerà altre presentazioni. Il prossimo cinque luglio si avvicina e con esso la finalissima del premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma. Ebbene, «Il Vuoto intorno» è tra i candidati allo Strega ed è questa la favolosa notizia da dare perchè onora l'intera provincia pontina. A presentarlo sono stati Dacia Maraini e Paolo Ruffilli.
La prima asserendo che «si rimane piacevolmente sorpresi da come un giovane autore poco più che ventenne possa raccontare, con una così incisiva carica narrativa, una storia di profondo dolore umano e di approfondita tiva. Il romanzo mi è sembrato doloroso e commovente. Il tessuto verbale, fitto e intenso, convince, anzi cattura. Sono sicura che terà l’interesse dei lettori, perché narra, con tormento e vigore, una storia che tira in ballo i grandi sentimenti umani: la paternità, l’amore coniugale, la voglia di distruggersi, la voglia di redimersi, l’abbandono di sé, la riconquista di una coscienza, il desiderio di ampliare i confini del pensiero e dell’esistenza». Paolo Ruffilli, invece, ha voluto candidare il volume allo Strega poiché «si tratta di un'opera prima di qualità, sia sul piano narrativo sia dal punto di vista strettamente letterario dentro il genere epistolare, da parte di un autore giovanissimo di grande talento, dal quale è lecito aspettarsi anche per il futuro prove significative». A Claudio Volpe non possiamo augurare che di vincerlo lo Strega. Il ragazzo sembra avere tutti i numeri per ben figurare tra le «fattucchiere» del famoso premio e, non per ultimo, oltre a saper scrivere ha anche altre qualità: Claudio è simpatico, modesto, pieno di buoni sentimenti. Insomma un personaggio gradevole, la qual cosa non è roba da poco. La sua vittoria sarebbe una vittoria dell'intera provincia Pontina. Daniele Lembo
«Il Vuoto intorno» di Claudio Volpe è tra i candidati allo Strega
IL giovanissimo Claudio Volpe, ormai è acclarato, è una della speranze delle letteratura italiana, nato a Catania nel 1990, ha frequentato il liceo classico a Latina e vive oggi a Pontinia . E’ da quando aveva dieci anni che Claudio scrive poesie ma adesso, con il suo «Il vuoto intorno», edito nel 2011 dalle «Edizioni il Foglio», è al suo primo romanzo.
«Il vuoto intorno» non è un romanzo facile da leggere, sin dalle prime righe arriva al lettore come un pugno nello stomaco, deciso, violento, ben assestato.
Achille, un ragazzo padre, srotola l’intera sua vita, raccontandola al figlio Ettore in forma epistolare. E’ u n’esistenza difficile quella narrata, ed è già dall’incipit del romanzo che si intuisce che tutta la storia è scritta con il pennino intinto in un dolore intimo. Il padre parla al figlio della sua famiglia e della sua tristissima infanzia, un nucleo familiare dove il padre «non c'è mai stato». Fisicamente c’era, si trattava di un avvocato, ma era totalmente inutile come genitore. Gli fa da contraltare una moglie, ex danzatrice, dedita dall’alcol e che Achille, da bambino, vorrebbe salvare. E’ la madre, e lui intuisce che vedendola perire morirebbe anche una parte della sua anima. All'infanzia raccapricciante seguirà una vita altrettanto piagata che vede Achille preso da un amore che gli procura profonde sofferenze. Nasce così la passione per una zingara la quale, avendo sopportato le attenzioni pedofile del padre, porta, a sua volta, lacerazioni dell'anima difficili da gestire. La storia di Achille, questo padre dall'anima esulcerata, si chiude con una vicenda di prostituzione troppo amara da raccontare. L'intero romanzo è, in sostanza, una confessione fiume che racconta di una vita da «appestato», con vicende che sembrano stritolare i personaggi, ma soprattutto il lettore. Quello di Volpe non è un libro agevole perché quel vuoto a cui si fa riferimento nel titolo ha volume e sostanza ed è un macigno che ti entra dentro e ti pesa sull'anima. Eppure, in questo gomitolo di dolorose vicende umane, alla fine parrebbe intravedersi una luce.
Dal fondo del pozzo, nel quale è cascato il protagonista, si vede chiaro, nitido, netto, un pezzo di cielo che da speranza. Nella vita di Achille c’è stato qualcosa di buono, una specie di lanterna costiera destinata a fargli luce nei marosi della sua burrascosa esistenza. La madre, una donna che è stata bella ma che la sofferenza ha fatto diventare rinsecchita ha un amante, uno scultore. E’ il padre che Achille avrebbe voluto.
L’uomo, contrappone ad un aspetto rude un’anima matura e delicata.
Prenderà il ragazzo per mano avviandolo sulla strada dell’amore per il prossimo e della solidarietà.
Sarà grazie allo scultore se Achille scoprirà che il vuoto, questa bestia nella cui paura viviamo «Noi viviamo con la paura del vuoto, lavoriamo, amiamo, creiamo, facciamo arte, facciamo guerre, ci uccidiamo, per paura divenire divorati da quel maledetto vuoto affamato. La nostra storia è scandita dal vuoto» può essere sconfitta. Grazie alla scoperta della sensibilità dell'amore, il protagonista intuisce che è possibile nuotare senza affogare in quel mare, in quel vuoto che lo lo risucchia. La redenzione partirà proprio da quella lettera al figlio, che più che una missiva, più che un atto d’amore verso quel figlio è un gesto di solidarietà per l’intero genere umano.
Al personaggio narrante sembra che succedano troppe disavventure negative; ma il perché è presto spiegato dall'autore che ha affermato: «L'idea era di realizzare un romanzo metaforico. Non pretendo che sia una storia veritiera in tutto, che possa capitare ad una sola persona, ma che ogni persona possa vedere nella vicenda da me raccontata un pezzo della sua vita. Quindi una serie di vite differenti che si incontrano nel mio romanzo che ha la speranza di esorcizzare un po' del male di vivere dell'umanità attuale».
Il libro di Volpe è stato presentato a Latina in occasione della rassegna «Libri da scoprire», ma è facile affermare che a Latina e, presumibilmente, in tutta Italia, il volume conoscerà altre presentazioni. Il prossimo cinque luglio si avvicina e con esso la finalissima del premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma. Ebbene, «Il Vuoto intorno» è tra i candidati allo Strega ed è questa la favolosa notizia da dare perchè onora l'intera provincia pontina. A presentarlo sono stati Dacia Maraini e Paolo Ruffilli.
La prima asserendo che «si rimane piacevolmente sorpresi da come un giovane autore poco più che ventenne possa raccontare, con una così incisiva carica narrativa, una storia di profondo dolore umano e di approfondita tiva. Il romanzo mi è sembrato doloroso e commovente. Il tessuto verbale, fitto e intenso, convince, anzi cattura. Sono sicura che terà l’interesse dei lettori, perché narra, con tormento e vigore, una storia che tira in ballo i grandi sentimenti umani: la paternità, l’amore coniugale, la voglia di distruggersi, la voglia di redimersi, l’abbandono di sé, la riconquista di una coscienza, il desiderio di ampliare i confini del pensiero e dell’esistenza». Paolo Ruffilli, invece, ha voluto candidare il volume allo Strega poiché «si tratta di un'opera prima di qualità, sia sul piano narrativo sia dal punto di vista strettamente letterario dentro il genere epistolare, da parte di un autore giovanissimo di grande talento, dal quale è lecito aspettarsi anche per il futuro prove significative». A Claudio Volpe non possiamo augurare che di vincerlo lo Strega. Il ragazzo sembra avere tutti i numeri per ben figurare tra le «fattucchiere» del famoso premio e, non per ultimo, oltre a saper scrivere ha anche altre qualità: Claudio è simpatico, modesto, pieno di buoni sentimenti. Insomma un personaggio gradevole, la qual cosa non è roba da poco. La sua vittoria sarebbe una vittoria dell'intera provincia Pontina. Daniele Lembo
Pontinia, cantieri come funghi la speculazione edilizia cambia volto alla città
Cantieri come funghi
Palazzine al posto delle case: il nuovo «sviluppo» per Pontinia. Stando a quanto dichiarato
dal consigliere Carlo Medici, i nuovi cantieri altro non sarebbero che una sorta di ammodernamento previsto nel piano triennale della opere pubbliche. Dichiarazioni che potrebbero fare discutere. ANCHE a Pontinia si inizia a fare i conti con le nuove gru. Già durante la campagna elettorale il tema «gru» (nuove costruzioni) ha rappresentato un cavallo di battaglia dell’attuale maggioranza, spinta soprattutto dagli esponenti dell’Udc.
Dopo un anno dalla tornata elettorale la città inizia a fare i conti con gli abbattimenti e nuove costruzioni che, il più delle volte, sono delle palazzine con più appartamenti.
Si tratta in pratica di demolizioni e ricostruzioni, una tecnica già ben sperimentata in centri vicini e soprattutto a Sabaudia.
Ad aiutare lo sviluppo urbanistico di Pontinia non è l’attuale Piano Casa della Regione Lazio ma l’approvazione del piano particolareggiato da parte del comune di Pontinia.
«Con questo documento – afferma Carlo Medici, consigliere comunale esperto nella materia urbanistica – l’amministrazione comunale ha dato il via all’ammodernamento della Zona B, la così detta Zona di completamento, quella immediatamente adiacente il centro storico. In questo modo i possessore di piccoli appartamenti o case nate decine di anni fa hanno la possibilità di ‘trasformare’ la propria abitazione in una palazzina». E trasformazione per trasformazione, anche i connotati della città, almeno in alcuni punti, cominciano a cambiare. In questi primi mesi del 2012 sono diversi i cantieri che si apriranno vicino al centro città. Stiamo parlando di via Napoli, viale Leonardo da Vinci e altre zone limitrofe a piazza Kennedy. «In questo momento è evidente il passo in avanti che si sta facendo – afferma Medici -. Questo cambio di marcia, che ha già interessato negli anni passati realtà come Latina e Sabaudia, a Pontinia si nota ancora di più perché per troppo tempo lo sviluppo edilizio è stato pressoché fermo». È indubbio che ci siano delle difficoltà economiche per comprare nuovi appartamenti ma è altrettanto evidente che esistano ancora degli imprenditori pronti a scommettere sul nuovo e su Pontinia. Oltre alla zona B, subito fuori città, sono pronti ad un nuovo sviluppo anche la zona adiacente borgo Pasubio e la zona compresa tra la migliara 47 destra e la Strada della striscia dove ci sono a disposizione circa 10 ettari di terreno per nuove villette. Pontinia, quindi, inizia a crescere seguendo l’esempio delle sorelle maggiori: Latina e Sabaudia. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80bedcf/pag30sabaudia.pdf
Palazzine al posto delle case: il nuovo «sviluppo» per Pontinia. Stando a quanto dichiarato
dal consigliere Carlo Medici, i nuovi cantieri altro non sarebbero che una sorta di ammodernamento previsto nel piano triennale della opere pubbliche. Dichiarazioni che potrebbero fare discutere. ANCHE a Pontinia si inizia a fare i conti con le nuove gru. Già durante la campagna elettorale il tema «gru» (nuove costruzioni) ha rappresentato un cavallo di battaglia dell’attuale maggioranza, spinta soprattutto dagli esponenti dell’Udc.
Dopo un anno dalla tornata elettorale la città inizia a fare i conti con gli abbattimenti e nuove costruzioni che, il più delle volte, sono delle palazzine con più appartamenti.
Si tratta in pratica di demolizioni e ricostruzioni, una tecnica già ben sperimentata in centri vicini e soprattutto a Sabaudia.
Ad aiutare lo sviluppo urbanistico di Pontinia non è l’attuale Piano Casa della Regione Lazio ma l’approvazione del piano particolareggiato da parte del comune di Pontinia.
«Con questo documento – afferma Carlo Medici, consigliere comunale esperto nella materia urbanistica – l’amministrazione comunale ha dato il via all’ammodernamento della Zona B, la così detta Zona di completamento, quella immediatamente adiacente il centro storico. In questo modo i possessore di piccoli appartamenti o case nate decine di anni fa hanno la possibilità di ‘trasformare’ la propria abitazione in una palazzina». E trasformazione per trasformazione, anche i connotati della città, almeno in alcuni punti, cominciano a cambiare. In questi primi mesi del 2012 sono diversi i cantieri che si apriranno vicino al centro città. Stiamo parlando di via Napoli, viale Leonardo da Vinci e altre zone limitrofe a piazza Kennedy. «In questo momento è evidente il passo in avanti che si sta facendo – afferma Medici -. Questo cambio di marcia, che ha già interessato negli anni passati realtà come Latina e Sabaudia, a Pontinia si nota ancora di più perché per troppo tempo lo sviluppo edilizio è stato pressoché fermo». È indubbio che ci siano delle difficoltà economiche per comprare nuovi appartamenti ma è altrettanto evidente che esistano ancora degli imprenditori pronti a scommettere sul nuovo e su Pontinia. Oltre alla zona B, subito fuori città, sono pronti ad un nuovo sviluppo anche la zona adiacente borgo Pasubio e la zona compresa tra la migliara 47 destra e la Strada della striscia dove ci sono a disposizione circa 10 ettari di terreno per nuove villette. Pontinia, quindi, inizia a crescere seguendo l’esempio delle sorelle maggiori: Latina e Sabaudia. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80bedcf/pag30sabaudia.pdf
semplificazione per abusi e condono edilizi su immobili tutelati
“Semplificati” anche gli abusi edilizi sui beni tutelati. Allarme sul decreto di Monti L'articolo 44, in discussione al Senato il 28 marzo, indebolisce la legge Urbani del 2004 che definiva "insanabile" qualunque intervento non autorizzato su edifici di valore storico e ambientale. Il nuovo testo prevede invece una parziale depenalizzazione. Le associazioni ambientaliste esortano il Parlamento a disinnescare gli effetti del provvedimentoIl ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi Il titolo è rassicurante: “Semplificazioni in materia di interventi di lieve entità”. Ma l’articolo 44 del nuovo decreto legge (semplificazioni e sviluppo), che sarà discusso nuovamente da mercoledì prossimo al Senato, nasconde scappatoie per delitti ambientali: una sorta di condono mascherato che non sembra affatto di lieve entità. Già passato alla Camera indenne, l’articolo 44 – sufficientemente fumoso da sembrare, a prima vista, del tutto innocuo – dovrebbe rendere più semplici gli adempimenti riparatori qualora sia stato commesso un abuso edilizio in aree di particolare valore paesaggistico e su beni di importante valore storico culturale. Ma più che semplificare, l’articolo apre la strada a nuovi abusi che saranno puniti meno severamente
Le modifiche introdotte si riferiscono a una legge dello Stato – innovativa in materia ambientale – che nel 2004 fu firmata dall’allora ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani e nella quale il legislatore aveva definito assolutamente inestinguibili e insanabili tutta una serie di abusi che violavano le leggi di tutela del paesaggio, anche urbano, e dei beni culturali di primaria importanza pubblica. In sostanza, se spostare una finestra può adesso costare solo un’ammenda e il piccolo abusivo se la può cavare con una sanzione amministrativa, se mette mano a modifiche non autorizzate di un edificio tutelato per il suo valore culturale – modifica ad esempio la merlatura di un castello – rischia sino a quattro anni di carcere. Che ora potrebbero sparire, se non in casi di estrema gravità.
Di fatto, se un bravo avvocato vi aiuta decifrare la gimcana tra commi, regolamenti e riferimenti giuridici, l’articolo depenalizza tutta una serie di reati che fino ad ora la legge sanzionava anche con il carcere senza la condizionale. “Delitti ambientali” che potrebbero diventare semplici abusi da sanzionare. Il problema non è tanto se si sposta una finestra o si cambia il caminetto di casa propria, ma se si mette mano con operazioni speculative su un castello, un edificio storico, un paesaggio (in molti casi sono vincolate anche le piante di alto fusto). Quel che molti temono è che adesso, con la modifica del Codice urbani, sarà meno rischioso compiere abusi edilizi gravi su beni tutelati e quindi in qualche maniera collettivi anche se, ovviamente, l’ultima parola spetta alle interpretazioni dei tecnici comunali, delle Soprintendenze e, infine, dei magistrati. Non è che la nuova normativa faccia carta straccia della vecchia legge. Ma l’articolino inserito nel decreto “lenzuolo” delle semplificazioni (che dopo il Senato tornerà alla Camera) apre la porta a una nuova stagione di abusi: possibili ecomostri sanzionabili primi col carcere, adesso riparabili col portamonete.
Il mondo degli ambientalisti italiani, ma anche i magistrati che si occupano di tutela ambientale, temono non tanto un colpo di spugna sul passato, ma una nuova era di sfregi all’ambiente, al paesaggio, agli immobili di pregio del Belpaese.
Guido De Maio, presidente titolare della III sezione penale di Cassazione (qui l’intervista a De Maio) esprime la «preoccupazione di coloro che hanno a cuore le sorti del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese». Rosalba Giugni, presidente di MareVivo e una delle prime ambientaliste italiane a essere venuta a conoscenza dell’articolo nascosto nelle pieghe del decreto, aggiunge carne al fuoco: «In un momento in cui i nostri Beni culturali e ambientali sono sotto attacco, un peggioramento della legge o un allentamento della maglia che tiene a bada gli abusi viene visto dal mondo ambientalista con grande timore. Ci auguriamo che ci sia un grande dibattito parlamentare e ci auguriamo un’attenzione particolare da chi ama il nostro maggior gioiello e il nostro maggior bene primario. I paesaggi, i centri storici, le coste e la natura».
Fortunatamente anche qualche parlamentare ci ha fatto caso. Anzi, per la verità uno soltanto in maniera orizzontale. Il senatore dell’Idv Francesco Pardi, che ha presentato, in Commissione Affari costituzionali, un emendamento che chiede la soppressione dell’intero articolo. In cui, secondo il parlamentare, ci sarebbe anche un’eccezione di congruità giuridica della norma che di fatto viola lo spirito del cosiddetto “Codice Urbani” (Codice dei beni culturali e del paesaggio), la legge che ormai quasi dieci anni fa modificò la legislazione sugli abusi rendendola più specifica e nettamente punitiva. Un passo indietro dunque rispetto a quella che allora apparve come invece come un primo deciso passo avanti a tutela del paesaggio in senso lato.
In buona sostanza si tratta di una modifica di alcune parti dell’articolo 181 che prevede ora due distinte ipotesi di reato: la prima (comma 1) è semplicemente una contravvenzione, punita con l’arresto fino a due anni (quindi coperto dalla condizionale) e un’ammenda; l’altra (comma 1-bis), nella quale si sottolinea la gravità dell’abuso su beni vincolati di particolare interesse pubblico (evidentemente non quello di spostare una porta), configura l’azione come un delitto e lo punisce con la reclusione da uno a quattro anni. La gravità riguarda infatti lavori abusivi in aree vincolate o su beni dichiarati di notevole interesse pubblico e che quindi necessitano di maggiori tutele. A tal punto che, secondo la legge attuale, il reato non si estingue nemmeno quando il trasgressore ripristina spontaneamente la situazione precedente all’abuso (abbattendo o risistemando le cose come erano prima).
In attesa che in parlamento si discuta del caso, viene da chiedersi per quale motivo il ministero di Beni culturali, che ha introdotto la modifica nel “lenzuolo” delle semplificazioni, abbia deciso la controversa innovazione. Necessità di cassa? O semplicemente il primo scivolone del professor Lorenzo Ornaghi?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/25/semplificati-anche-abusi-edilizi-beni-tutelati-allarme-decreto-monti/199892/
Le modifiche introdotte si riferiscono a una legge dello Stato – innovativa in materia ambientale – che nel 2004 fu firmata dall’allora ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani e nella quale il legislatore aveva definito assolutamente inestinguibili e insanabili tutta una serie di abusi che violavano le leggi di tutela del paesaggio, anche urbano, e dei beni culturali di primaria importanza pubblica. In sostanza, se spostare una finestra può adesso costare solo un’ammenda e il piccolo abusivo se la può cavare con una sanzione amministrativa, se mette mano a modifiche non autorizzate di un edificio tutelato per il suo valore culturale – modifica ad esempio la merlatura di un castello – rischia sino a quattro anni di carcere. Che ora potrebbero sparire, se non in casi di estrema gravità.
Di fatto, se un bravo avvocato vi aiuta decifrare la gimcana tra commi, regolamenti e riferimenti giuridici, l’articolo depenalizza tutta una serie di reati che fino ad ora la legge sanzionava anche con il carcere senza la condizionale. “Delitti ambientali” che potrebbero diventare semplici abusi da sanzionare. Il problema non è tanto se si sposta una finestra o si cambia il caminetto di casa propria, ma se si mette mano con operazioni speculative su un castello, un edificio storico, un paesaggio (in molti casi sono vincolate anche le piante di alto fusto). Quel che molti temono è che adesso, con la modifica del Codice urbani, sarà meno rischioso compiere abusi edilizi gravi su beni tutelati e quindi in qualche maniera collettivi anche se, ovviamente, l’ultima parola spetta alle interpretazioni dei tecnici comunali, delle Soprintendenze e, infine, dei magistrati. Non è che la nuova normativa faccia carta straccia della vecchia legge. Ma l’articolino inserito nel decreto “lenzuolo” delle semplificazioni (che dopo il Senato tornerà alla Camera) apre la porta a una nuova stagione di abusi: possibili ecomostri sanzionabili primi col carcere, adesso riparabili col portamonete.
Il mondo degli ambientalisti italiani, ma anche i magistrati che si occupano di tutela ambientale, temono non tanto un colpo di spugna sul passato, ma una nuova era di sfregi all’ambiente, al paesaggio, agli immobili di pregio del Belpaese.
Guido De Maio, presidente titolare della III sezione penale di Cassazione (qui l’intervista a De Maio) esprime la «preoccupazione di coloro che hanno a cuore le sorti del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese». Rosalba Giugni, presidente di MareVivo e una delle prime ambientaliste italiane a essere venuta a conoscenza dell’articolo nascosto nelle pieghe del decreto, aggiunge carne al fuoco: «In un momento in cui i nostri Beni culturali e ambientali sono sotto attacco, un peggioramento della legge o un allentamento della maglia che tiene a bada gli abusi viene visto dal mondo ambientalista con grande timore. Ci auguriamo che ci sia un grande dibattito parlamentare e ci auguriamo un’attenzione particolare da chi ama il nostro maggior gioiello e il nostro maggior bene primario. I paesaggi, i centri storici, le coste e la natura».
Fortunatamente anche qualche parlamentare ci ha fatto caso. Anzi, per la verità uno soltanto in maniera orizzontale. Il senatore dell’Idv Francesco Pardi, che ha presentato, in Commissione Affari costituzionali, un emendamento che chiede la soppressione dell’intero articolo. In cui, secondo il parlamentare, ci sarebbe anche un’eccezione di congruità giuridica della norma che di fatto viola lo spirito del cosiddetto “Codice Urbani” (Codice dei beni culturali e del paesaggio), la legge che ormai quasi dieci anni fa modificò la legislazione sugli abusi rendendola più specifica e nettamente punitiva. Un passo indietro dunque rispetto a quella che allora apparve come invece come un primo deciso passo avanti a tutela del paesaggio in senso lato.
In buona sostanza si tratta di una modifica di alcune parti dell’articolo 181 che prevede ora due distinte ipotesi di reato: la prima (comma 1) è semplicemente una contravvenzione, punita con l’arresto fino a due anni (quindi coperto dalla condizionale) e un’ammenda; l’altra (comma 1-bis), nella quale si sottolinea la gravità dell’abuso su beni vincolati di particolare interesse pubblico (evidentemente non quello di spostare una porta), configura l’azione come un delitto e lo punisce con la reclusione da uno a quattro anni. La gravità riguarda infatti lavori abusivi in aree vincolate o su beni dichiarati di notevole interesse pubblico e che quindi necessitano di maggiori tutele. A tal punto che, secondo la legge attuale, il reato non si estingue nemmeno quando il trasgressore ripristina spontaneamente la situazione precedente all’abuso (abbattendo o risistemando le cose come erano prima).
In attesa che in parlamento si discuta del caso, viene da chiedersi per quale motivo il ministero di Beni culturali, che ha introdotto la modifica nel “lenzuolo” delle semplificazioni, abbia deciso la controversa innovazione. Necessità di cassa? O semplicemente il primo scivolone del professor Lorenzo Ornaghi?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/25/semplificati-anche-abusi-edilizi-beni-tutelati-allarme-decreto-monti/199892/
Pontinia riduzione flusso idrico senza preavviso
Attualmente in corso la riduzione del flusso dell'acquedotto comunale senza preavviso e senza informazioni da Acqualatina http://www.acqualatina.it/. Quanto durerà? perchè? Intanto provando a chiamare il numero verde di segnalazione guasti interviene la segreteria che lascia in attesa per un pò e poi la comunicazione viene interrotta. ottimo servizio come sempre complimenti ad Acqualatina
a proposito della comunicazione ritenuta ingannevole sulle tariffe dell'acqua
www.acquabenecomune.org/aprilia
www.acquabenecomune.org
Comunicato stampa del 23 marzo 2012
Come al solito Acqualatina cerca di dimostrare la sua “efficienza” ribattendo velocemente alla nostre affermazioni[1], fondate e documentate, relative alla comunicazione ingannevole della nuova tariffa 2012.
La società dice di aver comunicato “con trasparenza” gli aumenti tariffari attraverso l’invio di “apposita lettera”. Ribadiamo che in tale lettera giunta con l’ultima bolletta, manca ogni elemento di riferimento agli aumenti. Elementi che solo adesso la società ha fornito.
In ogni caso i dati forniti dimostrano ancora una volta come illegittimamente sulla tariffa viene caricato il recupero tra inflazione programmata e quella reale. Recupero non contemplato dal Metodo Normalizzato[2], che ad oggi è l’unico modello di riferimento legale per approntare la tariffa.
L’assurdo di questa storia è che la società ed i sindaci (protettori) invocano il Metodo di calcolo per non applicare la cancellazione del 7% della remunerazione del capitale, decretata con il referendum, solo perché a loro dire (.. e pretestuosamente) il metodo non avrebbe ancora recepito tale l’abrogazione, salvo poi eludere il metodo in vigore e ri-scrive le norme a proprio uso e consumo!
Questo è possibile solo perché la Società, anziché essere controllata dai sindaci, spesso è vergognosamente tutelata da una classe politica capace di favorirla a scapito dei cittadini: vedi penali Mall non applicate, mancata restituzione costo depurazione assente, consorzi di bonifica non pagati, trasporto acqua alle isole a carico della regione, canoni concessori non pagati, mancata restituzione pagamento mutui ai comuni, mancati rimborsi acqua all’arsenico, etc, etc,.
Troppi i sindaci che fanno finta di fare la voce grossa contro il gestore per accattivarsi cittadini disattenti, salvo poi fare subito retromarcia e sopire le ire appena il gestore “concede” una fognatura, un depuratore, una condotta idrica, un dearsenizzatore …. quasi fossero regali a costo zero.
Certo la responsabilità più grande per il mancato controllo sulla gestione è da imputare all’ing. Giovannetti, che dal 2004 guida la segreteria tecnica di controllo sul gestore.,. E’ lui il primo che essendo al servizio di comuni e cittadini, nella sua autonomia di controllo, avrebbe potuto e dovuto garantire l’utenza rispetto alle concessioni fuori legge fatte al gestore, con la complicità degli amministratori pubblici dell’acqua-partitica-latina.
Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia
[1] [1] comunicato stampa del 17/3/2012 http://www.acquabenecomune.org/aprilia/TARIFFA-COMUNICAZIONE-INGANNEVOLE.html
[2 [2]Art. 4 del Metodo: “Per gli esercizi annuali successivi al primo, l'Ambito determina la tariffa coerentemente col piano finanziario e di gestione, entro gli aumenti co consentiti dal tasso di inflazione programmata e dal limite di prezzo”
www.acquabenecomune.org
Comunicato stampa del 23 marzo 2012
Come al solito Acqualatina cerca di dimostrare la sua “efficienza” ribattendo velocemente alla nostre affermazioni[1], fondate e documentate, relative alla comunicazione ingannevole della nuova tariffa 2012.
La società dice di aver comunicato “con trasparenza” gli aumenti tariffari attraverso l’invio di “apposita lettera”. Ribadiamo che in tale lettera giunta con l’ultima bolletta, manca ogni elemento di riferimento agli aumenti. Elementi che solo adesso la società ha fornito.
In ogni caso i dati forniti dimostrano ancora una volta come illegittimamente sulla tariffa viene caricato il recupero tra inflazione programmata e quella reale. Recupero non contemplato dal Metodo Normalizzato[2], che ad oggi è l’unico modello di riferimento legale per approntare la tariffa.
L’assurdo di questa storia è che la società ed i sindaci (protettori) invocano il Metodo di calcolo per non applicare la cancellazione del 7% della remunerazione del capitale, decretata con il referendum, solo perché a loro dire (.. e pretestuosamente) il metodo non avrebbe ancora recepito tale l’abrogazione, salvo poi eludere il metodo in vigore e ri-scrive le norme a proprio uso e consumo!
Questo è possibile solo perché la Società, anziché essere controllata dai sindaci, spesso è vergognosamente tutelata da una classe politica capace di favorirla a scapito dei cittadini: vedi penali Mall non applicate, mancata restituzione costo depurazione assente, consorzi di bonifica non pagati, trasporto acqua alle isole a carico della regione, canoni concessori non pagati, mancata restituzione pagamento mutui ai comuni, mancati rimborsi acqua all’arsenico, etc, etc,.
Troppi i sindaci che fanno finta di fare la voce grossa contro il gestore per accattivarsi cittadini disattenti, salvo poi fare subito retromarcia e sopire le ire appena il gestore “concede” una fognatura, un depuratore, una condotta idrica, un dearsenizzatore …. quasi fossero regali a costo zero.
Certo la responsabilità più grande per il mancato controllo sulla gestione è da imputare all’ing. Giovannetti, che dal 2004 guida la segreteria tecnica di controllo sul gestore.,. E’ lui il primo che essendo al servizio di comuni e cittadini, nella sua autonomia di controllo, avrebbe potuto e dovuto garantire l’utenza rispetto alle concessioni fuori legge fatte al gestore, con la complicità degli amministratori pubblici dell’acqua-partitica-latina.
Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia
[1] [1] comunicato stampa del 17/3/2012 http://www.acquabenecomune.org/aprilia/TARIFFA-COMUNICAZIONE-INGANNEVOLE.html
[2 [2]Art. 4 del Metodo: “Per gli esercizi annuali successivi al primo, l'Ambito determina la tariffa coerentemente col piano finanziario e di gestione, entro gli aumenti co consentiti dal tasso di inflazione programmata e dal limite di prezzo”
Circeo il promontorio, nel parco nazionale, sarà svenduto?
SAN FELICE, PRIVATI METTONO IN VENDITA UN PEZZO DI MONTAGNA
Promontorio «svenduto», l’annuncio per il Piccohttp://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80bedce/pag27sabaudia.pdf
PARCO del Circeo in vendita, il prezzo d’acquisto crolla di cinquecento mila euro. Evidentemente due milioni di euro per due milioni di metri quadri di Parco Nazionale del Circeo erano troppi, per cui il venditore, nonché fantomatico proprietario di quasi tutto il Promontorio del Circeo, ha deciso di abbassare il prezzo base: un milione e cinquecentomila euro. Ad invogliare un ipotetico e facoltoso acquirente, anche un video comparso sul sito «Youtube», che illustra le bellezze naturalistiche della «porzione del Parco del Circeo » - come definita nell’annuncio – che è in vendita. «La prestigiosa proposta – si legge – include anche il ‘Picco di Circe’, che con i suoi 541 metri sul livello del mare è il punto più alto di tutto il promontorio ». Andando ancor più nel dettaglio, si apprende che «la proprietà è costituita da un unico corpo, ubicato alle pendici settentrionali del monte, in località ‘Quarto Caldo’ e ‘Quarto Freddo’».
La destinazione d ’uso dell’area è quella d i «comprensorio naturalistico del Monte Circeo». «La richiesta per questo bene – specifica nel dettaglio l’agenzia immobiliare che sta curando il tutto – è di 1 milione e 500 mila euro nel caso di acquisto del 100% delle quote societarie», mentre si parla di «2 milioni e cinquecento mila euro nel caso di acquisto diretto, senza
subentro nelle quote societarie». Gran parte del promontorio, con un’estensione che va da Quarto Caldo a Quarto Freddo, comprendendo anche il Picco di Circe, continua quindi ad essere in vendita. Il caso, già tempo fa, aveva suscitato scalpore e sdegno tra i cittadini di San Felice Circeo, che, increduli, seguitano a domandarsi come sia possibile che il «loro» promontorio sia diventato un «oggetto» acquistabile da qualunque facoltoso compratore interessato. Federico Domenichelli
Promontorio «svenduto», l’annuncio per il Piccohttp://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d80bedce/pag27sabaudia.pdf
PARCO del Circeo in vendita, il prezzo d’acquisto crolla di cinquecento mila euro. Evidentemente due milioni di euro per due milioni di metri quadri di Parco Nazionale del Circeo erano troppi, per cui il venditore, nonché fantomatico proprietario di quasi tutto il Promontorio del Circeo, ha deciso di abbassare il prezzo base: un milione e cinquecentomila euro. Ad invogliare un ipotetico e facoltoso acquirente, anche un video comparso sul sito «Youtube», che illustra le bellezze naturalistiche della «porzione del Parco del Circeo » - come definita nell’annuncio – che è in vendita. «La prestigiosa proposta – si legge – include anche il ‘Picco di Circe’, che con i suoi 541 metri sul livello del mare è il punto più alto di tutto il promontorio ». Andando ancor più nel dettaglio, si apprende che «la proprietà è costituita da un unico corpo, ubicato alle pendici settentrionali del monte, in località ‘Quarto Caldo’ e ‘Quarto Freddo’».
La destinazione d ’uso dell’area è quella d i «comprensorio naturalistico del Monte Circeo». «La richiesta per questo bene – specifica nel dettaglio l’agenzia immobiliare che sta curando il tutto – è di 1 milione e 500 mila euro nel caso di acquisto del 100% delle quote societarie», mentre si parla di «2 milioni e cinquecento mila euro nel caso di acquisto diretto, senza
subentro nelle quote societarie». Gran parte del promontorio, con un’estensione che va da Quarto Caldo a Quarto Freddo, comprendendo anche il Picco di Circe, continua quindi ad essere in vendita. Il caso, già tempo fa, aveva suscitato scalpore e sdegno tra i cittadini di San Felice Circeo, che, increduli, seguitano a domandarsi come sia possibile che il «loro» promontorio sia diventato un «oggetto» acquistabile da qualunque facoltoso compratore interessato. Federico Domenichelli
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