lunedì 5 gennaio 2015

Sogin consegna Carta aree idonee per Deposito nazionale nucleare Sogin la consegna a Ispra che verificherà rispetto Criteri

Sogin ha consegnato oggi ad Ispra la proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico. Ispra ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei Criteri da parte di Sogin e validare la Carta. Al termine, è previsto che entro un mese il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Ambiente comunichino il nulla osta affinché Sogin pubblichi la Cnapi. Lo si legge sul sito della Sogin.
La consegna, si legge sul sito di Sogin (la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) è avvenuta rispettando i tempi (previsti dal D.Lgs. 31/2010), ossia entro 7 mesi dalla pubblicazione della Guida Tecnica n.29 di Ispra, avvenuta il 4 giugno 2014, con i 'Criteri di localizzazione'. La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare, spiega la Sogin, "apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati".
Il Deposito Nazionale - un'infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi - consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
La collaborazione con enti di ricerca, università e operatori industriali, sia nazionali che esteri, permetterà al Parco Tecnologico di integrarsi con il sistema economico e di ricerca e di contribuire ad uno sviluppo sostenibile del territorio che lo vorrà ospitare. Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, ricorda Sogin, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro. Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un'unica struttura garantirà - assicura Sogin - sia la totale sicurezza per i cittadini e l'ambiente sia il rispetto delle direttive europee, allineando l'Italia ai Paesi che da tempo hanno in esercizio sul loro territorio depositi analoghi.
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