domenica 5 gennaio 2014

Greenpeace Una testata contro gli inquinatori

di Giuseppe Onufrio 4 gennaio 2014 L’Italia è un Paese che non ha mai dav­vero fatto seria­mente i conti col pro­prio pas­sato e la pro­pria sto­ria. E que­sto vale anche per alcune delle que­stioni ambien­tali irri­solte e oscure, come quelle delle «navi a per­dere» o la gestione cri­mi­nale dei rifiuti tos­sici che da nord a sud si sono ripe­tute in modo inquietante. Anche sul ver­sante “legale” come l’inquinamento delle aree indu­striali – da Taranto a Porto Tolle, da Mar­ghera alle tante aree da boni­fi­care – la bat­ta­glia per la tutela dell’ambiente in cui viviamo e per affer­mare il prin­ci­pio che «chi inquina paga» è ancora in corso. E anche per le que­stioni che riguar­dano l’ambiente glo­bale, dai cam­bia­menti del clima alla defo­re­sta­zione, all’inquinamento della catena ali­men­tare e delle filiere pro­dut­tive, la bat­ta­glia per una mag­giore respon­sa­bi­lità sociale del nostro Paese è ancora da affer­mare: gli inte­ressi di chi vuole difen­dere scelte sba­gliate e pro­teg­gere gli inqui­na­tori, a par­tire dalle fonti fos­sili, sono ancora prevalenti. Per le asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste come più in gene­rale per le orga­niz­za­zioni della società civile, la pre­senza di una testata libera e bat­ta­gliera come il mani­fe­sto rap­pre­senta uno stru­mento impor­tante e uno spa­zio cri­tico da difendere.

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