Oggetto: l’energia tra rincari, delusioni nucleari e piccoli impianti
A luglio ci sarà l’ennesimo rincaro dell’energia elettrica che ha un aumento annuale tra il 25 e il 30% ben al di sopra di qualsiasi indice Istat o inflazione.
L’Italia, purtroppo è in forte ritardo sull’energia naturale e rinnovabile e tale ritardo, pare sarà ulteriormente accentuato viste le dichiarazioni del governo che non vuole investirvi più del 5%.
Sappiamo anche che l’85% dell’energia che consumiamo è prodotta nel nostro paese e che l’esportazione di energia è maggiore dell’importazione.
Questo gioco economico (un paio di anni fa la trasmissione Report ci aveva spiegato i meccanismi) consente guadagni elevati agli operatori del settore a fronte di rincari (ingiustificati secondo la trasmissione) per i cittadini e le aziende.
Intanto dopo i 4 incidenti nucleari tra maggio e giugno, arrivano ulteriori delusioni per i fautori del nucleare, visto che l’impianto ITER (International, thermonuclear experimental reactor) è in forte ritardo, ma anche con una serie di problemi e imprevisti, tra i quali quello dei costi che continuano ad aumentare.
Intanto è necessario puntare sui piccoli impianti, sulla produzione sul posto dell’energia (vedere anche http://www.ecoage.it/generazione-distribuita-di-energia.htm), sull’efficienza e sul risparmio energetico.
Forse in pochi ricordano che dal primo luglio, cioè da martedì, sarà obbligatorio allegare agli notarili il certificato energetico (attestato qualificazione energetica) dei vari fabbricati.
Pontinia 25 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
http://www.ecoage.it/ Fusione nucleare: ITER in forte ritardo
La fusione nucleare è la principale risposta della scienza al problema energetico nel lungo periodo. Il principale esperimento in corso di realizzazione è l'ITER, International, thermonuclear experimental reactor, la cui costruzione è prevista in Francia nei pressi della località di Cadarache. Il progetto si basa sulla realizzazione di un reattore nucleare basato sul medesimo principio delle stelle: la fusione dei nuclei di deuterio e trizio per generare energia.
Iter in ritardo e con costi crescenti
La centrale a fusione termonucleare controllata è un progetto caratterizzato da costi e tempi incerti. La costruzione non è ancora iniziata. Il progetto è stato sottoscritto da Ue, Usa, India, Sud Corea, Cina, e Giappone nel 2005. Allo stato atuale è in ritardo di tre anni sui tempi di progettazione e accusa un incremento esponenziale nei costi di realizzazione. Lo scorso anno il costo di costruzione e di esercizio del reattore ITER era stimato intorno ai 10 miliardi di euro di spesa. Negli ultimi dodici mesi il preventivo è aumentato di circa il 30%. L'incremento dei costi suscita le perplessità della comunità scientifica, ma anche critiche di chi non crede nel buon esito del progetto. Gli stessi Stati Uniti pur avendo firmato nel 2005 l'accordo (senza nascondere una preferenza di localizzazione in Giappone) hanno disertato l'impegno e soltanto di recente sono tornati a sedersi con interesse al tavolo del progetto. A questo si aggiunge l'incognita sui risultati. Soltanto nel 2040-2050 potremo sapere se l'ITER è l'innovazione radicale della prossima era umana o soltanto una sperimentazione destinata al fallimento.
Quali sono le alternative al progetto ITER?
Non esistono ancora vere e proprie alternative all'ITER. La scelta di concentrare gli studi e la ricerca sulle sole centrali nucleari a fissione di quarta o di quinta generazione non risolverebbe il problema della scarsità dell'uranio disponibile nel nostro pianeta. Così come sarebbe saggio non perdere nel nulla venti anni di discussioni sull'ITER e accompagnarlo con altre diverse sperimentazioni basate sulla fusione nucleare, basti citare l'Hiper e l'Ignitor. La vera causa del problema non è nella ricerca ma nei pochi fondi economici destinati a quest'ultima. Fin quando saranno pochi punti decimali del PIL a decidere il futuro dell'umanità, sarà difficile sperare nei miracoli scientifici a cui la storia dell'uomo in passato ci ha abituato.
20080624
Energia da piccoli impianti: più semplice produrlaDall’AEEG nuove regole e procedure per lo scambio sul posto
25/06/2008 - In arrivo regole più semplici a sostegno della produzione di energia elettrica nei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili o da cogenerazione.
È quanto prevede il Testo integrato dello scambio sul posto (TISP) pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas con l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza ed efficacia alla gestione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta (non immediatamente autoconsumata) e poi prelevarla per soddisfare i propri consumi in un tempo differito. In altre parole, al termine di ogni anno, i produttori da piccoli impianti da rinnovabili o da cogenerazione potranno pagare esclusivamente la differenza tra quanto dovuto per l’energia consumata e la compensazione ottenuta per l’energia prodotta. Se il valore di mercato dell’energia immessa in rete supera il valore di mercato dell’energia prelevata, viene maturato un “credito”.
Le novità più significative rispetto al meccanismo attualmente in vigore prevedono che il servizio di scambio sul posto venga erogato dal Gestore del sistema elettrico-GSE (e non più dai distributori) e gestito attraverso un portale informatico secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.Inoltre, l’eventuale credito, nel caso di fonti rinnovabili, può essere utilizzato negli anni successivi senza più incorrere nel suo annullamento trascorsi tre anni, come invece previsto in precedenza. Per la cogenerazione, il produttore può scegliere se utilizzare l’eventuale credito negli anni successivi, al pari delle fonti rinnovabili, oppure incassarlo al termine dell’anno, ottenendo un compenso monetario.Le nuove regole, operative dal prossimo 1° gennaio 2009, riguarderanno impianti di produzione da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW e impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW. Sarà possibile innalzare la soglia per le rinnovabili fino a 200 kW non appena sarà varato il necessario decreto attuativo delle misure previste dalla legge finanziaria 2008.
Fonte: Autorità per l’energia elettrica e il gas
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