Giornata mondiale dell’ambiente
Domani è la giornata mondiale dell’ambiente vissuta in Italia, prima in Europa per infrazioni in tema ambientale in modo contraddittorio, anacronistico e regressista, tra inceneritori e diossina, nucleare e scorie senza pace, con l’energia naturale e rinnovabile che dalle buone intenzioni di Prodi vengono ridotte massimo al 5% dall’attuale governo.
Il problema rifiuti non viene affrontato se non studiando su come peggiorare la situazione giornalmente, tra discariche regolari e funzionanti mai usate allo scopo di creare l’emergenza.
Oppure di raccolta differenziata che non riesce o non si vuole far partire perché produrrebbe posti di lavoro, ridurrebbe i costi per le amministrazioni, le aziende e i cittadini, migliorerebbe la qualità della vita, riducendo l’inquinamento, risparmiando energia, recuperando materia prima.
Ma se la situazione è critica in Italia alle prese con decisioni dell’attuale governo a scapito del trasporto via mare e ferrovia, del trasporto pubblico e a basso impatto, in provincia di Latina non siamo ancora all’anno zero.
Difatti non esiste ancora un piano dei rifiuti che ha portato da anni al commissariamento della amministrazione provinciale, la situazione dei trasporti tra incidenti gravi continui, dissesto delle strade, con il pessimo livello di segnaletica, illuminazione e messa in sicurezza che spiegano in parte questo triste primato.
Non esistono se non in misura di rappresentanza piste ciclabili, aree pedonali.
Non esiste un piano spiaggia provinciale alle prese con la tassa del parcheggio, con l’erosione aggravata dalla mancanza di manutenzione dei precedenti interventi, ma anche nuove opere che l’aggravano.
Anche le meravigliose aree naturali e protette sono continuamente in pericolo per la mancanza di un progetto di sviluppo e tutela, di valorizzazione anche turistica.
La gestione dell’acqua pubblica è ormai una costante dei tribunali e se ne interessa addirittura la tv coreana.
Oppure si potrebbe parlare dei corsi d’acqua, come delle falde, della gestione della bonifica, come delle centrali che incombono sul territorio, 2 turbogas (forse 3), almeno 1 inceneritore, 1 a biomasse, 2 nucleari esistenti da mettere in sicurezza, 2 nuove da attivare.
Magari fossimo all’anno zero….
Pontinia 4 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
AMBIENTE: DOMANI GIORNATA MONDIALE ONU,APPELLO A RIDURRE CO2
(ANSA) - ROMA - Bisogna aguzzare l'ingegno e inventarsi nuovi modi per diminuire le emissioni di CO2, come stanno facendo i paesi 'virtuosi' come la Nuova Zelanda o la Norvegia. E' questo il tema dominante dell'edizione 2008 del World Environment Day, la manifestazione promossa dall'Unep, l'agenzia dell'Onu per la protezione dell'ambiente, che si tiene come ogni anno, dal 1972, il 5 giugno. La parola d'ordine dell'edizione di quest'anno e' 'Cambia abitudini! Verso un'economia con poco carbonio', e la manifestazione principale si terra' in Nuova Zelanda, il paese che ha pianificato di diventare 'a zero emissioni' entro il 2020. ''L'Unep chiede a tutti i paesi, le aziende e le comunita' di concentrarsi sulle emissioni di gas serra - scrive Achim Steiner, segretario dell'agenzia - e soprattutto su come ridurle''. I buoni esempi da seguire, oltre a quello neozelandese, non mancano scrive Steiner in un rapporto che verra' presentato domani. Sessanta paesi ad esempio hanno obiettivi per le energie rinnovabili, mentre 80 hanno un mercato della CO2 per incoraggiare le fonti 'pulite'.
Il 20% degli investimenti globali nelle rinnovabili e' nei paesi in via di sviluppo, con India e Cina capofila, e dalle rinnovabili viene gia' il 5% dell'energia mondiale e il 18% dei nuovi investimenti energetici. Il protocollo di Kyoto, continua l'esperto, ha spinto i vari paesi a investire 6 miliardi di dollari solo nel 2006, e ha gia' fatto risparmiare 362 milioni di tonnellate di CO2. Questi ed altri traguardi raggiunti saranno sotto i riflettori di tutte le iniziative sparse per il globo, raccolte sul sito dell'Unep. In questo campo l'Italia ha pochissimi buoni esempi da offrire: il taglio di emissioni di CO2 richiesto all'Italia dal protocollo di Kyoto e' del 6,5%, ma secondo le stime, fino al 2006 abbiamo aumentato le emissioni raggiungendo i 573 milioni di tonnellate di CO2, con un'inversione di tendenza troppo piccola, dell'1,5%, negli anni successivi. Recentemente il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha sostenuto che gli impegni presi dall'Italia in sede Ue sulla riduzione delle emissioni sono troppo gravosi per il nostro paese, e andrebbero rivisti. (ANSA).
04/06/2008 17:03
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mercoledì 4 giugno 2008
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