http://differenziati.com/2013/05/07/patto-segreto-sulle-discariche-indagato-cerroni-re-dei-rifiuti/
_(Fonte articolo, Il Corriere della Sera, clicca qui) La scelta dei sette siti individuati nel 2011 per risolvere l’emergenza rifiuti finisce nel mirino della Procura nel giorno in cui spunta l’ipotesi, smentita dalla Regione, di portare i rifiuti dei romani a bruciare negli impianti in Norvegia e Svezia, carenti di materie prime. Il sospetto del pm Maria Cordova è che le decisioni dell’amministrazione sulla futura discarica siano state guidate dall’intenzione di favorire Manlio Cerroni, avvocato a capo di un impero imprenditoriale che spazia da Malagrotta all’Australia. Il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio Pietro Moretti e Luigi Sorrentino, i due consulenti del Commissario per l’emergenza rifiuti che due anni fa hanno fornito il parere positivo sui luoghi per sostituire Malagrotta. Scelte che, secondo l’accusa, hanno avuto lo scopo di avvantaggiare Cerroni, anche lui indagato per lo stesso reato: è il proprietario di Quadro Alto, Pian dell’Olmo e Monti dell’Ortaccio. Le indagini sono concentrate su questi tre siti ma sembrano destinate ad allargarsi anche agli altri scelti dai due consulenti (Corcolle, Pizzo del Prete, Osteriaccia e Castel Romano). I primi passi dell’inchiesta sono stati mossi nel giugno del 2012 dalla Procura di Tivoli, insospettita dalla tempistica delle scelte della Colari, proprietaria a Riano di Pian dell’Olmo e Quadro Alto. Ma tutto comincia il giugno del 2011 quando l’Ue apre una procedura d’infrazione contro Malagrotta ritenendola non più adeguata allo stoccaggio dei rifiuti. Subito dopo parte la corsa per stabilire dove dovrà sorgere la nuova struttura: Cerroni propone i tre siti della Colari. La stranezza è che solo due anni prima, cioè nel 2009, la stessa Pisana aveva bocciato le tre aree dopo aver analizzato uno studio d’impatto ambientale presentato della Colari. In 24 mesi i funzionari regionali non solo cambiano parere ma, per dare il via libera ai siti, avrebbero utilizzato una terminologia simile a quella impiegata dagli esperti di Cerroni. Il trasferimento del fascicolo dalla Procura di Tivoli a quella di Roma è stato deciso quando è emerso era coinvolta anche Monti dell’Ortaccio. L’inchiesta è partita dalla denuncia di «Futuro Sostenibile», rappresentata da Francesca Romano Fragale.
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