Centrali nucleari convengono? Italiani favorevoli o contrari
L’Italia consuma, secondo i dati del gestore, l’85% dell’energia prodotta nel nostro paese, la maggioranza delle regioni non solo sono autosufficienti, ma addirittura la esportano.
Le centrali esistenti in Italia possono produrre l’energia necessaria per il nostro Paese? Secondo l’Eurispes (L'Eurispes, Ispes fino al gennaio 1993, è un ente senza fini di lucro ed opera dal 1982 nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione.
L'Istituto realizza studi e ricerche per conto di imprese, enti pubblici e privati, istituzioni nazionali ed internazionali.
Nello stesso tempo, promuove e finanzia autonomamente indagini su temi di grande interesse sociale, attività culturali, iniziative editoriali, proponendosi come centro autonomo di informazione ed orientamento dell'opinione pubblica e delle grandi aree decisionali che operano nel nostro Paese) l’Italia ha una sovrapotenza di 34.000 Mw.
Il ricorso al nucleare sarebbe in conformità alle direttive dell’unione europea? Secondo l’Eurispes se arrivasse al 25% dell’intera produzione no.
Quanto può essere, ammesso che ci sia anche quando vengono detratti i costi dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento delle centrali nucleari che nessuno mai considera, il risparmio sul consumo nazionale? Secondo l’Eurispes del 4,5%.
Il ricorso al nucleare può allontanare dalla dipendenza del petrolio? No sempre secondo l’Eurispes.
Gli italiani sarebbero favorevole al ritorno al nucleare? Secondo un sondaggio dell’Eurispes i favorevoli sarebbero del 38,3%, i contrari invece il 45,7%.
Pontinia 31 gennaio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
EURISPES: CENTRALI NUCLEARI COSTANO 30 MLD MA POCO RISPARMIO
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Per costruire le centrali nucleari e ritornare all'atomo servono, al netto di problemi e di ''accettazione sociale'', almeno 10 anni e circa 30 miliardi di euro (stima non definitiva). E non allontanera' dalla dipendenza dal petrolio, con un margine di risparmio sul consumo nazionale del 4,5% (per molti pari a quello che si puo' ottenere puntando sulle rinnovabili). Questo lo scenario tracciato dall'Eurispes nel Rapporto Italia che parte dalla volonta' ''dell'attuale governo'' di soddisfare con l'atomo il 25% del fabbisogno energetico del Paese entro il 2020-2030. Non raggiungere l'obiettivo del protocollo di Kyoto sul taglio alle emissioni, comporta all'Italia, per l'Eurispes, ''un debito giornaliero di 4 milioni di euro'' pari a ''un esborso di 1,5 miliardi di euro''. Eppure la richiesta maggiore di prodotti petroliferi si e' avuto nel settore dei trasporti (piu' 27,5%). Ma, se la produzione nazionale arriva all'85,1% (il 14,9% e' nucleare importato dalla Francia), in quanto a potenza installata non servirebbe rivolgersi a nessuno: ''La potenza installata e' di 89.800 Mw a fronte di una domanda di picco di 55.600 Mw, per una sovrapotenza di 34.000 Mw''. Il problema, evidenzia l'Eurispes, ''non e' la carenza di centrali'' ma che ''l'utilizzo degli impianti sia inferiore al 50%''. Un nucleare che produce il 25% del fabbisogno energetico, tra l'altro, osserva l'Eurispes, sarebbe ''in contrasto con le direttive Ue'' per gli obiettivi sulle fonti rinnovabili. (ANSA). Y99-GU
30/01/2009 11:43
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EURISPES: NUCLEARE;NO ALL'ATOMO DA 45,7% ITALIANI,SI' 38,3%
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Con uno scarto di 7,4 punti percentuali rispetto ai favorevoli ''gli italiani bocciano il ricorso al nucleare come fonte di energia''. In particolare contrario all'atomo si dice il 45,7% dei cittadini, pur con differenti motivazioni, contro il 38,3% dei favorevoli. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Italia 2008 dell' Eurispes, che ha verificato la propensione degli italiani verso il nucleare ''anche in considerazione del dibattito che si e' aperto negli ultimi mesi a seguito dell'orientamento governativo''. Secondo il rapporto negli italiani c'e' ancora ''ansia'' dettata da ''paura'' per scenari apocalittici e ricordo di Chernobyl. Le motivazioni principali dei 'no' sono due: il timore dei rischi (27,3%), il ''non ritenerlo una soluzione'' rapida per i problemi dell'energia (18,4%). I favorevoli si dividono tra chi ritiene il nucleare una buona soluzione (30,1%) e tra chi pone la sola condizione che le centrali stiano distanti dalla zona in cui abitano (8,2%). A dire no sono soprattutto i residenti del nord-ovest (49,5%), seguiti da quelli del sud (47,9%), del centro (47,2%), e del nord-est (45,7%). Tra coloro che si dicono favorevoli spiccano invece le isole (50%), seguite dal nord-est (42,5%) e dal centro (40,2%). Sul piano politico, il 71,5% di chi si dichiara di sinistra e' contrario al nucleare, una percentuale che scende al 55,6% nel centrosinistra, si spaccano a meta' al centro (circa il 41%). Mentre nel centrodestra il 65,9% e' favorevole (a destra il 55,4%). (ANSA). Y99-GU
30/01/2009 11:16
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2 commenti:
Parigi, 1 feb. (Apcom) - Le centrali nucleari di terza generazione Epr, in costruzione in Finlandia e in Francia, produrranno, secondo Greenpeace, "scorie sette volte più radioattive" dei reattori classici oggi in funzione. Il presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, la multinazionale francese dell'energia Areva e la compagnia elettrica Edf "sostengono che l'Epr produrrà meno scorie, ma nessuno dice che saranno sette volte più radioattive di quelle generate da un reattore classico", si legge in un comunicato pubblicato dopo l'annuncio delle costruzione di un secondo Epr in Francia. Secondo Greenpeace, "il nuovo Epr prevede che il combustibile nucleare resti molto più a lungo nel reattore, provocando una sua maggiore usura e dunque una radiotossicità molto più forte di quella prodotta oggi nei reattori".
Il primo cantiere per la costruzione di un Epr è stato aperto in Finlandia nel 2005 e dovrà essere concluso nel 2012, con circa tre anni di ritardo sul calendario iniziale. In Francia, i lavori per l'Epr di Flamanville (Manche) sono cominciati nel dicembre 2007 e dovrebbero concludere nel 2012. Giovedì scorso Sarkozy ha annunciato la costruzione di un secondo reattore di terza generazione sul suolo francese, a Penly (Normandia), i cui lavori dovrebbero cominciare nel 2012.
Luigi, Rete Cittadina Pontinia
Grazie del commento. Qualcuno dice che ci sono le centrali nucleari di 3. generazione. Ma quante generazioni umane sopravviveranno alle centrali nucleari, se sopravviveranno?
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