www.ansa.it2008-10-19 12:36 Blitz Greenpeace, ridotta potenza della centrale sarda CAGLIARI - Continua l'azione degli attivisti di Greenpeace, entrati nella centrale a carbone di Fiume Santo, in provincia di Sassari, per bloccarne il nastro trasportatore e impedire così il rifornimento dell'impianto. L'associazione fa sapere che dalla Polizia è giunta la notizia della riduzione della potenza della centrale, per poterne aumentare l'autonomia, stimata questa mattina dalla direzione in circa 10 ore. Questo - dice Greenpeace - dovrebbe favorire i contatti tra gli attivisti e la proprietà E.On: l'obiettivo, spiega l'associazione, è capire se i dirigenti sono disponibili a promuovere in Sardegna lo sviluppo dell'eolico o continuare a puntare sul carbone, "senza tener conto degli impegni presi dall'Italia per ridurre le emissioni di anidride carbonica". Greenpeace è anche pronta a chiedere a E.On se voglia unirsi agli altri soggetti industriali interessati "che premono per eliminare il blocco dell'eolico imposto dal governatore Renato Soru, proprio per favorire il carbone".
www.greenpeace.itNO CARBONE. II TAPPA IN SARDEGNA19 Ottobre 2008Stampa Invia In azione: mattina del 19 ottobre a Fiumesanto (Sassari). Seconda tappa italiana del tour contro il carbone della Artic Sunrise.IngrandisciInternational — Continua il tour dell’Arctic Sunrise contro il carbone. Seconda tappa. Altra centrale. Questa mattina, infatti, gli attivisti di Greenpeace hanno bloccato il nastro trasportatore della centrale di Fiume Santo in Sardegna, oggi proprietà di E.ON. La protesta è contro i piani di espansione del carbone della Regione Sardegna. Perché la vera alternativa è rilanciare l’eolico nell’isola, creando così oltre 7.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020. Il “Quit Coal Tour” - cominciato giovedì scorso con un’azione alla centrale di Civitavecchia - punta a diffondere in Europa il messaggio di una rivoluzione energetica pulita in vista della Conferenza sui Cambiamenti Climatici dell’ONU del prossimo dicembre. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono fondamentali per ridurre le emissioni di CO2 e creare nuove opportunità di lavoro. La Regione Sardegna deve rivedere la proposta del suo piano energetico e togliere ogni limite all’eolico. Questa fonte può dare occupazione sicura e pulita in Sardegna. L’ostilità di Soru all’eolico blocca 7.000 posti di lavoro per far spazio al carbone.La Sardegna è una regione strategica per lo sviluppo dell’eolico in Italia. Nel 2007 la potenza eolica complessiva sull’Isola ha raggiunto i 367 MW, nulla a confronto dei 217 MW e dei 133 MW installati rispettivamente in Puglia e in Sicilia nel solo 2007. A causa del veto del presidente Soru, sono ancora molti i progetti bloccati e permane il limite a 550 MW, con vincolo alle sole aree industriali. Secondo il rapporto presentato recentemente da ANEV, la Sardegna potrebbe invece installare - nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente - circa 1750 MW al 2020, dando occupazione a oltre 7.000 persone, producendo circa 3 miliardi di kilowattora (il 25% del consumo interno della regione). Prodotta con il carbone, questa energia emetterebbe oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Oggi il 50% dell’eletticità in Sardegna arriva dal carbone. Greenpeace chiede di incontrare i dirigenti di E.ON Italia, per capire se il gruppo è disponibile a promuovere in Sardegna lo sviluppo dell’eolico, o continuare a puntare sulla fonte fossile con le più alte emissioni di CO2. — Maria Carla Giugliano
"Ciao Beppe,sono Lello Ciampolillo del Meetup Bari 2, volevo segnalarti che in un mare di notizie 'immondizia' oggi ne abbiamo una positiva. La magistratura funziona. I politici no.il 22/09/08 il dott. Francesco Bretone pm della Procura di Bari, ha sequestrato l'area di costruzione dell'inceneritore della Eco Energia Srl (gruppo Marcegaglia) a Modugno (BA) ed ha messo 4 persone sotto inchiesta; di queste una è un dirigente del settore ecologia della Regione Puglia. Il sequestro è stato recentemente convalidato dal Gip. Le indagini sono state svolte anche a seguito di due esposti presentati dal meetup Bari2 assistito dall'avv Gaetano Filograno.Gli esposti in questione evidenziavano la pericolosità degli insediamenti tra Bari e Modugno di una centrale a turbogas e appunto dell'inceneritore, inseriti in un contesto già fortemente inquinato dalla zona industriale a ridosso della città di Bari, nonchè dalla presenza di una centrale elettrica Enel all'interno della città, convertita recentemente da olio combustibile a gas sulla cui legittimità il ns. meetup sta svolgendo approfondimenti tecnici e giuridici da sottoporre agli organi competenti.Oltre a sottolineare l'ottimo lavoro della procura di Bari, che si preoccupa della salute dei cittadini contrariamente ai politici locali sia di destra che di sinistra, ci preme evidenziare alcuni tra i motivi che hanno portato al sequestro preventivo e all'iscrizione nel registro degli indagati del dirigente della Regione. Quest'ultimo ometteva di:- motivare sullo smaltimento delle ceneri prodotte dalla centrale considerate nello studio di impatto ambientale (S.I.A.) erroneamente come rifiuto non pericoloso- rilevare che lo stoccaggio e il trattamento delle ceneri avveniva all’interno dello stesso termovalorizzatore e che trattandosi di operazione di trattamento di rifiuto pericoloso occorreva per l’impianto una specifica autorizzazione- rilevare che il CDR (combustibile da rifiuto) sarebbe stato prodotto anche all’interno della stessa centrale da un impianto privo di autonoma autorizzazione.Ci chiediamo il perchè di queste "omissioni", e la risposta è forse perchè sarebbero stati costretti ad ammettere che la termovalorizzazione non risolve il problema dei rifiuti anzi lo acuisce perchè il rifiuto bruciato si trasforma in nanopolveri, diossine e cenere che a differenza dei primi sono tossici e di una tipologia estremamente pericolosa, e tutti questi rifiuti hanno bisogno di discariche speciali per rifiuti tossici.Ora veniamo ai politici. Il presidente della regione Puglia Vendola, che alcuni giorni fa aveva mandato a noi cittadini pugliesi, una lettera in cui ci esortava a "fare la differenza" intende costruire 5 inceneritori ( ) o meglio (sono sue parole) termovalorizzatori del CDR. Pochi giorni fa l'assessore regionale all'ambiente Losappio ad un nostro quesito sugli inceneritori rispondeva così:"La termovalorizzazione del CDR è per noi la chiusura del ciclo per la parte residuale dello stesso".Sperando che si possa fare lo stesso con questa classe politica, lasciamo a te il commento su quest'ultima affermazione e sull'intera vicenda. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure." Lello Ciampolillo, organizer meetup Bari 2www.beppegrillo.it
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2 commenti:
Certo che se quello che è successo alla mensa fosse successo quando Mochi era sindaco sarebbe successo un macello
pc
intanto bisognerebbe capire cosa è successo. Anche l'articolo (forse volutamente?) è contradditorio. Poi che sia successo o meno con altre gestioni e/o amministrazioni nessuno lo saprà mai. Per "fortuna" pare il prodotto non sia stato consumato per ovvi motivi. Speriamo serva a prendere le misure opportune perchè non si ripeta. In ogni caso è l'ultimo anno che può accadere. La Gelmini ci ha già pensato.
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