venerdì 28 marzo 2008

Pontinia, le biomasse e Rai 3

Oggetto: Pontinia, le biomasse e Rai 3
Il contestato progetto della centrale a biomasse approvato dalla Giunta Mochi a Mazzocchio, è stato uno dei motivi della sfiducia allo stesso sindaco ed è stato respinto al mittente nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 presso l’Amministrazione Provinciale di Latina.
Un progetto carente e superficiale che doveva sicuramente essere esaminato meglio dalla stessa giunta.
Come sappiamo il progetto è stato finanziato con la legge n. 488 per un importo di circa 8 milioni di euro.
Il finanziamento essendo molto datato non sappiamo se ancora viene mantenuto in piedi, privando altre aziende virtuose di importanti risorse, oppure se è stato ritirato.
Né sappiamo se parte di quel contributo sia già stato anticipato ad una Ditta che, in base alla misura della CCIAA, ha un capitale sociale di 15.000 € e che risulta INATTIVA quindi senza dipendenti.
Non era meglio dare un contributo alle ditte che invece risultano attive e produttive?
I posti di lavoro, complessivi dichiarati sono 35 e non 50 o 100.
Comunque i posti di lavoro dell'indotto per questo tipo di attività, potrebbe essere al massimo della metà di quelli fissi, quindi 17 e non 100.
Richiesto, in sede di conferenza di servizi, a quanto ammonterebbe il guadagno ad ettaro per impiantare le essenze utili all'impianto a biomasse, non è stata data risposta.
Facendo quattro conti con quel finanziamento si possono realizzare 10 aziende (nel settore metalmeccanico e per le energie rinnovabili) aventi ognuna un capannone di 1000 mq coperti, lotto di 5 mila mq, con 30/50 posti di lavoro per azienda .
Avremo 300/500 posti di lavoro, tutte di manodopera locale, a servizio di altre realtà territoriale, le aziende sarebbero autosufficienti per produzione di energia, con la parte eccedente che potrebbe essere ceduta ad altre aziende del consorzio industriale.
Calcolando l'introito che queste aziende porterebbero alle casse comunali avremo circa 100 mila euro dall'ICI e circa 50 mila euro dalle imposte sul reddito dei dipendenti, per un totale di circa 150 mila euro l'anno che non è molto distante da quanto promesso come royalty.
Non è chiaro, mi pare dove sarebbe l'interesse pubblico di questo impianto.
Anzi potrebbe essere vero il contrario, lo stesso finanziamento potrebbe essere speso meglio.
Domenica 30 marzo alle ore 21.30 la trasmissione Report di Rai 3 si occuperà, ancora, dei finanziamenti della stessa legge 488/92. La puntatai intitola appunto “a fondo perduto” di Sigfrido Ranucci.

questo si legge all’apposito indirizzo www.report.rai.it

La legge 488 del 1992 ha sostituito la Cassa del Mezzogiorno, nell'intenzione c'era la volontà, destinando contributi a fondo perduto, in parte nazionali e in parte comunitari, di portare le zone più depresse del Paese a livello di quelle più progredite d'Europa.

In oltre 10 anni lo stato ha messo sul piatto circa 80 miliardi di euro a fondo perduto e ha finanziato oltre 41.000 progetti.

Ma i risultati non sono stati quelli sperati, la Calabria per esempio è la regione italiana ad avere il triste primato delle frodi comunitarie. Nel solo 2007, ben il 37% sono avvenute in Calabria.

La 488 era nata con l'idea di sostituire i cosiddetti interventi "a pioggia" attraverso bandi di gara più rigorosi. In effetti i fondi hanno finanziato progetti e imprenditori sani, ma sono finiti anche nelle mani di truffatori e della criminalità organizzata.

E questo perchè la legge per concedere i fondi non chiede altro che il certificato antimafia, che spesso viene aggirato grazie all'uso di prestanome. Nell'inchiesta si dimostra anche che dietro l'erogazione dei fondi pubblici si nasconde spesso una regia fatta da consulenti vicini ai poteri economici e politici.

Questo invece parte del resoconto della conferenza dei servizi che ha bocciato il progetto della centrale a biomasse.
Com'era facilmente prevedibile le mie osservazioni sono state fatte proprie, oltre che dal comune di Pontinia, anche dal settore ecologia dell'amministrazione provinciale di Latina che ha giudicato il progetto incompleto, superficiale e non riferito al contesto territoriale.
Anche se qualcuno che ha poca confidenza con gli aspetti tecnici e molto con la confusione, cercando di buttarla sulla polemica, invece la conferenza dei servizi ha confermato che doveva essere preliminare per verificare il rispetto della modulistica predisposta allo scopo dalla Regione Lazio e dalla qualità dei documenti prodotti più che sulla scelta in sé.
Difatti secondo la dottoressa Valle, responsabile del procedimento il progetto è risultato molto carente, denota notevole superficialità e deve inquadrare il contesto territoriale. Non si possono utilizzare dati tecnici ed analisi riferiti ad altri comuni, oppure dati e sistemi generali riferiti all'intera provincia. Quando i dati mancano gli stessi devono derivare da appositi studi, ricerche, analisi condotte sul territorio e non altrove. Addirittura il bacino idrico è sbagliato si è confuso l'Amaseno con l'Ufente, segnale evidente che chi ha redatto la documentazione non conosce affatto Pontinia e probabilmente non la rispetta nemmeno. La carta di uso del suolo vegetazionale è generica dell'agro pontino, nel progetto non c'è alcuna considerazione o analisi dei siti SIC e ZPS, né dell'interferenza con il progetto proposto. Non c'è l'analisi della qualità dell'aria. Come da me fatto notare non c'è alcun collegamento con il progetto della turbogas né con le altre industrie insalubri di prima classe (come è quello per le biomasse) o a rischio di incidente rilevante che comunque insistono sulla zona. Non c'è quindi alcuna analisi sulla somma degli impianti e degli effetti, sulle aree di rispetto. Secondo la dottoressa Valle è quindi necessario indagare meglio il territorio. Sempre come da me osservato, manca l'analisi geologica e mancano le documentazioni, oltre che le domande che sono escluse dall'AIA relativa alle opere idrauliche e alla risorsa idrica. Poi sono state ricordate in materia geologica il mancato riferimento alle informazioni scientifiche e alla bibliografia, manca la documentazione relativa ai beni archeologici. Mancano gli studi relativi agli effetti dell'emissioni degli scarichi nei 2 corsi d'acqua (il fosso di San Carlo e il fosso adiacente). Manca gli studi sulla portata, lo studio della qualità dell'acqua nei corsi d'acqua e nelle falde, manca lo studio del suolo. Non vi sono gli studi sullo sprofondamento e sulla sub sidenza nonostante siamo in una zona geologica particolare. Manca l'indagine vegetazionale, lo studio sulla messa a dimora del verde e sulla fauna circostante. Il bosco Polverino tutelato non viene assolutamente trattato. Come ho fatto notare la documentazione sulle foto aree è sbagliata. Sempre in base alle mie osservazioni la descrizione sull'approvvigionamento delle biomasse è stato ritenuto insufficiente e generico. Inoltre manca lo studio e la proposta della riduzione di CO2 con azioni virtuose che la Pontinia Rinnovabili ha completamente trascurato. Altre osservazioni sugli schemi delle materie prime, sui flussi di entrata ed uscita, sul programma di emergenza, sulle emissioni per durata e frequenza. Addirittura comica sulle altre autorizzazioni: come da me rilevato sono riferite sono riferite ad un altro progetto, sito, impianto e società..... La giustificazione della Pontinia Rinnovabili? Dalle altre parti gli va bene così....
Il carico finale di affossamento del progetto l'ha espresso il Sindaco Tombolillo che parlato anche per conto delle amministrazioni di Priverno e Sonnino: Questi tipi di impianti qui non li vogliamo. Preghiamo la Ditta proponente di prenderne atto, chiediamo il rispetto del desiderio e della volontà delle comunità locali. In relazione alle conoscenze aggiornate sulle dinamiche territoriali, agricole, economiche ed ambientali abbiamo riconsiderato i pareri espressi.
La dottoressa Valle in apertura di seduta ha letto la nota dell'assessorato della Regione Lazio appena giunto che comunica che la VIA per l'impianto non è stata proposta dalla ditta proponente e quindi va riformulata.
In base alla comunicazione della Regione era opportuno riconsiderare il progetto.
Tra l'altro l'amministrazione provinciale aveva chiesto alla ditta Pontinia Rinnovabili,dopo la presentazione delle osservazioni, in data 25/7/7 per la quale non ha ancora avuto risposta, che essendo modificata nel contempo la normativa, qualsiasi procedura non aveva senso senza la VIA.
La Pontinia Rinnovabili ha informato che provvederà a riformulare il progetto e la documentazione in quanto toglierà dal progetto il combustibile derivante dai rifiuti, in questo modo non c'è bisogno di VIA.
Secondo la dottoressa Valle probabilmente, a questo punto, la procedura ripartirà ex novo e l'attuale progetto sarà accantonato.
La dottoressa Valle ha infini ricordato che comunque il parere del comune se contrario è vincolante.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato

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