Pontinia come ridurre la tarsu
Come ho scritto più volte in passato e ultimamente vi sono due possibilità per abbassare il costo della Tarsu, considerata la situazione di Pontinia:
- l’attuazione della raccolta differenziata;
- il recupero di evasione/elusione.
L’attuazione della raccolta differenziata, tra l’altro, consentirebbe di pagare l’effettiva produzione. Cioè anziché pagare con un metodo impreciso in base al mq di superficie si può pagare secondo la quantità di rifiuti prodotta. Questa non è fantascienza, viene attuata in Germania, in Svizzera, nel nord Italia, per fare alcuni esempi.
E se lo fanno altrove vuole dire che si può fare anche a Pontinia.
Questo ridurrebbe notevolmente, come è stato dimostrato, la produzione di rifiuti in modo sensibile.
Tutti gli studi tecnici ed economici resi pubblici evidenziano che in provincia di Latina la quantità di rifiuti attuale non è sufficiente ad alimentare un inceneritore. Altrettanto sappiamo che il costo pro-capite sarebbe di 400 euro, che per la costruzione occorrono 4-5 anni, che si ha bisogno di una discarica per rifiuti tossici e nocivi alla quale inviare il 30% dei rifiuti bruciati che quindi verrebbero ridotti solo del 70%. Altrettanto sappiamo che non tutti i rifiuti possono essere bruciati, ma solo il 30% circa di questi. Quindi l’inceneritore non risolve il problema dei rifiuti ma lo abbatte solo del 21%.
Qualsiasi raccolta differenziata seria arriva al 50%.
Quella porta a porta può arrivare all’85% come dimostrano diversi comuni italiani.
Ma si può arrivare all’opzione rifiuti zero, sempre come dimostrano altri comuni italiani.
Il recupero dell’evasione/elusione non è un compito, come erroneamente scrive su comunicati strampalati o sul blog un consigliere comunale, solo dello Stato.
Anzi è compito delle amministrazioni locali vigilare e verificare che le imposte locale, così come i servizi vengano pagati in modo corretto.
Si è visto, per esempio, come durante la precedente amministrazione, dopo aver portato l’Ici alla massima aliquota le entrate comunali siano calate di circa il 10%. Considerato che i fabbricati si costruiscono sempre vi sarebbe dovuto essere almeno un saldo attivo del 20% per effetto dell’aumento dell’aliquota. Ma senza aumento dell’aliquota il saldo sarebbe comunque dovuto essere in attivo per effetto delle nuove costruzioni.
Inoltre qualcuno ricorderà che in seguito alla richiesta del sottoscritto hanno iniziato a pagare e fare accertamenti sulle aree edificabili. Anche questo è un compito dell’amministrazione comunale.
Vi sono o vi dovrebbero essere poi allargamenti della base impositiva per alcuni effetti:
- l’accertamento effettuato dall’amministrazione comunale di verifica delle precedenti denunce con parti di superficie di fabbricati non dichiarati oppure dichiarati in modo errato;
- la perdita di agevolazione di fabbricati ex rurali con la conseguente differenziazione della tariffa;
- l’effetto dei condoni edilizi che dovrebbero comprendere il relativo pagamento, oltre che dell’Ici e degli oneri di concessione (Bucalossi) proprio la Tarsu. Per il nuovo condono edilizio (legge 326/2003) va richiesto il pagamento dal 2003 ad oggi per circa 400 (se non ricordo male) domande. Volendo fare un conto approssimativo per difetto considerando 10 mq a domanda, per 2 €/mq avremo un introito di 8.000 € x 5 anni = 40 mila euro. Volendo aggiungere poi le domande dei precedenti condoni, i fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità avremmo una superficie forfetaria di 40 mila mq, per un introito forfetario, per 5 anni di recupero consentito dalla normativa di 400 mila euro. Pari a oltre la metà del costo dello smaltimento dei rifiuti annuale.
Rapportato il tutto all’annualità avremmo per il 2008 la riduzione del 50% a regime la riduzione del 10% annuo, solo con il recupero di evasione/elusione.
Passando alla raccolta differenziata il costo diminuirebbe almeno del 50%.
domenica 9 marzo 2008
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