E’ il quinto anniversario dallo scoppio del pozzo Macondo nelGolfo del Messico. Di questo scoppio si sono dette tante cose, 11 morti, inquinamento persistente, atteggiamento prepotente da parte della Bp, cause in tribunale, pesca morta, vite spezzate. Ne parleremo ancora per anni a venire, ne sono certa.
Ma ci sono altre tragedie più o meno grandi che feriscono il golfo del Messico ogni giorno e di cui non si parla quasi mai.
Il Golfo del Messico è costellato di ben 3000 pozzi petroliferi, fra attivi ed abbandonati. 3000.
Nel 2004 l’uragano Ivan scatenò la sua furia distruttrice lungo le coste della Louisiana. Le onde furono così forti che una piattaforma della Taylor Energy, appunto la 23015, si staccò dal supporto marino e collassò. Collegati alla piattaforma c’erano 26 pozzi, tutti danneggiati o distrutti. Sono passati quasi 11 anni da allora.
Si presume che tutti i 26 pozzi perdano ancora adesso, con macchie, scie colorate in tutte le direzioni attorno al relitto della piattaforma 23051. Nessuno vede, nessuno sente, nessuno agisce. Nessuno se non le solite piccole non-profit, individui innamorati del mare, che hanno cercato di tenere alta l’attenzione su questo tema nel tempo. In particolare la piccola-grande Sky Truth che fa foto da satellite per scovare danni ambientali in giro per il pianeta. E’ guidata da un geologo, John Amos. Hanno catalogato efotografato tutte le perdite da 23051 nel corso degli anni. Le loro stime sono di circa 1.1 milioni di galloni di petrolio persi nel mare, circa 4 milioni di litri. La lista delle perdite è strabiliante ed è qui.
Finalmente, nel settembre 2014 le autorità decidono di indagare e in questi giorni l’Associated Press ne fa un reportage denuncia – dopo avere analizzato 2300 segnalazioni arrivate negli scorsi anni attorno alla 23051. I giornalisti dell’Associated Press, Michael Kunzelman e Jeff Donn non usano mezze parole. Secondo loro la Taylor Energy ha cercato di minimizzare l’impatto e la grandezza delle perdite ed i danni sono molto peggiori di quanto la ditta voglia far credere. Per la sua durata temporale, potrebbe essere uno dei peggior disastri nel golfo.
La Taylor Energy non nega che il suo pozzo perda. Da undici anni a questa parte. Ma secondo le ultime stime dell’Associated Press, i quantitativi di petrolio dispersi in mare dalla piattaforma sono venti volte superiori a quanto ammesso dalla Taylor Energy.
La Taylor Energy ha fissato i quantitativi di petorlio persi in mare a 22 galloni al giorno nel 2008, circa 80 litri quotidiani. Poi hanno detto che successivamente si è passati a 12 galloni al giorno, circa 30 litri. Adesso sono solo 4 galloni. Ma le indagini dell’Associated Press, non hanno riconosciuto queste stime. Anzi, il loro lavoro certosino ha portato a riconoscere che i quantitativi di petrolio in mare invece aumentano, le macchie diventano sempre più grandi e i cosi pure i volumi coinvolti.
Si parla di circa 91 galloni di petrolio al giorno adesso, presumibilmente molto di più negli anni scorsi. L’Associated Press dice che di questo pozzo che perde, non se ne vedrà la fine per molto tempo ancora. La Taylor Energy ha venduto tutte le sue proprietà nel 2008. Le è rimasto un solo addetto full-time.
E un relitto in mare che perde da 11 anni a questa parte. Qui le immagini del sito 23051 della Taylor Energy http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/20/marea-nera-il-golfo-del-messico-cinque-anni-dopo-tra-tremila-pozzi-petroliferi/1606192/
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