Gli scavi nella zona di “Campetto”
La settimana scorsa i conti tra la città e la collina dei veleni si sono riaperti, con una nuova indagine. Mesi di lavoro sotterraneo, sentendo fonti, “ascoltando il territorio”, spiegano gli investigatori della Forestale, che hanno ottenuto una delega dal sostituto procuratore di La Spezia Luca Monteverde per riaprire i fascicoli su Pitelli. Indagini che si sono consolidate attraverso i riscontri tecnici: l’analisi dei dati dei magnetometri e la ricerca dei metalli infilati nel terreno. Giovedì 12 giugno il Corpo forestale dello Stato di La Spezia ha affondato il primo colpo, scavando con le ruspe a meno di duecento metri dall’antico sito della discarica – oggi in fase di messa in sicurezza – tra l’area della zona chiamata “Campetto” e l’ingresso su via Pitelli.
I rifiuti militari
Su quattro buche, tre hanno restituito una melma nera, oleosa, dall’odore acre e intenso. Idrocarburi, apparentemente. Ma non solo. Pezzi di fusti ormai distrutti dal tempo, qualche sacca con la scritta“Esercito italiano”, pezzi di plastica. E, forse, altri veleni più pericolosi. Le analisi affidate all’Arpa Liguria tra circa un mese daranno una prima diagnosi sul contenuto di quella melma nera. Non è finita qui.
I possibili target della squadra del Corpo forestale dello Stato sono tanti, dispersi in un territorio dove la paura di una terra dei fuochi ligure cresce ora dopo ora. A febbraio in una zona appena fuori dalla città – distante chilometri da Pitelli – altri idrocarburi sono affiorati durante i lavori del comune per un canale di scolo. A distanza di mesi ancora l’odore è percepibile, acre e a volte insopportabile.
È tutto prescritto
“Che abbiamo nella nostra terra?”, è la domanda che leggi negli sguardi di chi chiede, di chi aspetta notizie. Molto difficile sarà individuare i responsabili. Gli eventuali reati sono ampiamenteprescritti e – a distanza di tempo – non sarà possibile capire chi ha sversato quei veleni. La zona sequestrata a Pitelli è sicuramente di proprietà di Orazio Duvia, il patron della discarica dei veleni. Ma lui sostiene che con quelle melme non ha nulla a che vedere, che quei rifiuti erano presenti prima del suo acquisto. Gli abitanti di via Pitelli sorridono: i camion – spiegano – arrivarono con lui: “Prima quest’area era un’oasi, uno dei posti più belli del Golfo dei poeti”. http://toxicleaks.org/blog/2014/06/17/la-spezia-si-risveglia-la-collina-dei-veleni-di-pitelli/
Andrea Palladino
Toxicleaks, 17 giugno 2014
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