Le mamme: «Assurdo continuare a negare» - http://www.corriere.it/inchieste/manifestazione-ad-acerra/5a29d486-1f9f-11e3-9636-b0708204026a.shtml
ACERRA (Napoli) - Gaetano Rivezzi muove l’indice su e giù seguendo la tendenza di istogrammi che rappresentano la sintesi di un olocausto. Il neonatologo in servizio all’ospedale di Caserta è il coordinatore dei medici per l’ambiente campani. La prima fila scientifica di un fronte di protesta molto vasto, che, urlando nel deserto dell’indifferenza di politica e istituzioni, da anni denuncia il massacro continuo provocato dal pesante inquinamento a nord di Napoli, da Nola a Villa Literno. «Nell’Asl Napoli tre, quella di San Giorgio a Cremano, Pomigliano, Nola – spiega Rivezzi - nel 2009 le esenzioni 048, quelle per i pazienti affetti da tumori, erano 111. Nel 2012 sono diventate 266. Nel solo distretto di Frattamaggiore, che conta oltre centomila abitanti, si va dai 136 di 4 anni fa ai 420 dell’anno scorso». È la terra dei fuochi, oltre 3500 roghi di scarti industriali e rifiuti tossici nel solo 2012. Ma è anche la terra dei rifiuti tossici smaltiti illegalmente dalla camorra e da società finite sotto processo e condannate per traffico di scorie pericolose: oltre 300 mila tonnellate di scarti tossici provenienti dalle aziende del Nord «interrati» nel solo 2002 secondo le indagini della Procura di Napoli. Ed è infine la terra dei tumori.
L'ALLARME DI ACERRA - Domenica scorsa ad Aversa 3.500 persone hanno sfilato in silenzio, e tutte vestite a lutto, per denunciare l'avvelenamento della propria terra. Le campane delle chiese hanno suonato a morto durante tutto il corteo, guidato dal vescovo. Ad Acerra, città di 55 mila abitanti a ridosso dei monti Lattani, nell'ultimo mese ha destato sconcerto e paura nella popolazione la circostanza che quattro bambini hanno contratto la medesima terribile malattia, il medulo blastoma, una forma di tumore al cervello che per quanto molto diffusa, ha comunque un incidenza di 2 casi ogni 100 mila bambini. Una prima manifestazione si è tenuta lo scorso 7 settembre. La prossima è fissata il 21, una fiaccolata. «I tumori cerebrali sono le più comuni neoplasie solide dell'infanzia - spiega ancora Rivezzi - e sono la prima causa di morte per cancro nei bambini. Di solito si attribuisce “al destino” l’insorgere di questa patologia. Eppure in un recente studio scientifico internazionale pubblicato su Current Neurology and Neuroscience le cause vengono riportate ad alterazioni epigenetiche. Che come è noto sono molto sensibili agli stress ambientali».
LA STRADA DEI VELENI - Il Pcb, policlorobifenile, è una sostanza oliosa a grande stabilità chimica utilizzato per le condutture elettriche dell'alta tensione. Nel 1983 è stata dichiarata sostanza illegale in Italia perché altamente tossica. È un cancerogeno certo, ovvero la semplice esposizione diretta è causa primaria di neoplasia. Anche per questo motivo smaltirla costa parecchio. Ed è per questo motivo che la criminalità organizzata si è subito buttata sull'affare. Il pentito di camorra Gaetano Vassallo ha raccontato di aver spalmato come ammendante nelle campagne migliaia di tonnellate di Pcb. I camion di Gomorra Spa percorrevano la statale 162 che attraversa tutta la regione da Acerra (appunto) al litorale domizio. Ad ogni svincolo «libero» da testimoni scomodi, uscivano e sversavano. «Guarda caso oggi - spiega Antonio Marfella, a sua volta uno dei medici per l'ambiente - lungo il tragitto di questa strada si concentra il maggior numero di discariche abusive e i più alti picchi di incidenza tumorale e mortalità».
I ROGHI - Chiuso il traffico di rifiuti, di cui da ultimo ha parlato il pentito Carmine Schiavone in un'intervista a SkyTg24, sono cominciati i roghi. Cumuli di rifiuti urbani, ma molto spesso anche di residui industriali, dati alle fiamme perché in larga parte provengono da aziende illegali. Il cui fumo si spande l'atmosfera avvelenandola con la diossina nelle periferie delle città, ai bordi delle strade meno trafficate o addirittura in aperta campagna. Di giorno e di notte, dai palazzi più alti, ma anche dalla strada, è possibile osservare le colonne di fumo che si alzano sulla terra avvelenata. Angelo Ferillo, blogger e ambientalista, da anni cura un sito per segnalare gli «avvistamenti». Un lavoro simile, ma messo in atto in particolare nel Nolano, lo portano avanti i ragazzi di Rifiutarsi. È da qualche anno attivo anche un coordinamento dei comitati civici, ispirato dall'instancabile opera di sensibilizzazione del parroco di Caivano don Maurizio Patriciello. E anche in questo caso è stato attivato un servizio online di segnalazione dei roghi. Alla fine si è mosso anche il ministero dell'Interno. Dallo scorso dicembre un prefetto è stato incaricato di coordinare le operazioni. Si chiama Donato Cafagna. Da quando si è insediato i roghi sono calati quasi del 50%: Nei primi sei mesi del 2012 erano 2110, nello stesso periodo del 2013 sono 1142. «Non ci siamo limitati a spegnere gli incendi - spiega Cafagna -. Gran parte dei roghi sono alimentati da rifiuti speciali e industriali, provenienti da industrie illegali. E allora facciamo prevenzione in questo senso: gli interventi ad oggi sono oltre 3100». I roghi possono essere catalogati per materiale bruciato. Nella zona vesuviana, nota per le sue camicerie e per i contoterzisti della moda, abbondano i falò di tessuti e pellami; nell'hinterland di Napoli danno alle fiamme prevalentemente pneumatici o residui edili; nell'aversano e sul litorale le plastiche e i polistiroli delle aziende agricole. (Ha collaborato Marco La Gala di Rifiutarsi)
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