sabato 2 novembre 2013

Maxi sequestro di rifiuti tossici e prodotti chimici ad Aprilia sulla Nettunense

Blitz della Guardia di Finanza sulla Nettunense Latina Oggi 1 novembre 2013 FUSTI AMMASSATI IN UN TERRENO LUNGO LA NETTUNENSE SENZA ALCUNA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE. SOTTO: IL PERCOLATO CHE DA ALCUNI CONTENITORI SI RIVERSA SUL TERRENO Un vero e proprio deposito (illecito) di fusti colmi di materiali pericolosi, rifiuti speciali, prodotti chimici. Quattro ettari di terreno a ridosso della Nettunense trasformati da mera destinazione agricola a discarica speciale dal proprietario, un 50enne originario di Roma che, alle spalle, vanterebbe una serie di violazioni alle norme in materia di tutela ambienta ambientale, smaltimento di rifiuti e reati fallimentari. Sparsi ovunque, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Latina hanno rinvenuto centinaia di taniche in plastica contenenti residui di prodotti chimici, pneumatici, teloni e tubi in plastica, materiali ferrosi di varia natura, recipienti in vetro contenenti prodotti chimici ad elevata tossicità, fusti metallici, manufatti in eternit. Come se non bastasse è stata rinvenuta anche una vasca in cemento armato di circa 200 mq e profonda circa 3 metri e mezzo contenente rifiuti di ogni genere. Alcuni dei fusti, rendono noto dal Comando della Finanza di Palazzo M, erano anche parzialmente ricoperti da vegetazione spontanea, segno che si trovavano sul posto da molto tempo e che, probabilmente, l’attività di stoccaggio andava avanti da molto. E infatti, semi coperta dalla vegetazione, è stata trovata anche una cisternarimorchio utilizzata come contenitore di acido nitrico. Questo tipo di acido è un prodotto altamente pericoloso e il fatto che quel serbatoio emettesse vapori da una delle bocchette di carico rende l’idea della sua pericolosità. Al momento del blitz, i militari hanno trovato sul posto due operai di Ardea che risulterebbero lavorare in nero per l’imprenditore romano O.R. che avrebbe avviato una presunta attività di commercio, volta alla compravendita di prodotti chimici (quali acido peracetico, acido solforico, acido cloridrico, glicole etilenico, soda, sodio idrato, ecc.) per uso verosimilmente industriale e a cui avrebbe quindi associato quel deposito di cui però, non sarebbero state trovate tracce presso l’Agenzia delle Entrate. L’immensa quantità di fusti e rifiuti era ammassata senza alcun sistema di protezione e prevenzione dei rischi legati alla salute dei lavoratori ed all’integrità dell’ambiente. La perquisizione infatti ha portato alla luce diversi punti in cui il percolato dei fusti si riversava in quantità nel suolo. Le indagini naturalmente non si fermano. Da accertare, oltre a tutta una serie di ipotesi legate all’inqui - namento e alla quantificazione dei danni ambientali, puntano a risalire ai fornitori ed agli acquirenti dei prodotti chimici commercializzati nel deposito dove giungevano e, attraverso sistemi artigianali consistenti nell’utilizzo di semplici tubi, venivano riversati all’interno di enormi «contenitori IBC», fusti in plastica destinati a contenere fluidi di ogni genere. Tutto il materiale, i fusti, i macchinari sono stati sequestrati e il proprietario del terreno denunciato. L’area, gli automezzi, la documentazione ed i liquidi rinvenuti nel terreno alle porte di Aprilia sono stati posti sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria mentre l’imprenditore romano è stato denunciato per: abbandono di rifiuti speciali pericolosi (articolo 192 comma 1 in relazione all’artico - lo 256, comma 2, lettera A del decreto legislativo 152 del 2006), per occultamento di beni al fallimento (articolo 216 della legge fallimentare) e per occultamento di documentazione contabile (articolo 10 del decreto legislativo 74 del 2000).

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