domenica 7 maggio 2017

ROGO DI POMEZIA: PER IL WWF NON VA PERSA L’OCCASIONE DI TRASPARENZA E VERIDICITA’ NELL’INFORMAZIONE DELLE CONSEGUENZE PER I CITTADINI

COMUNICATO STAMPA PER TUTTI QUANTI CHE HANNO INTERESSE LEGGERE L' ARTICOLO DOPO IL DRAMMA DEL ROGO A POMEZIA. IMPORTANTE È SAPERE PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA SALUTE
A Pomezia un rogo di rifiuti forse combinati con eternit sta facendo correre grossi rischi ad un’area non marginale del nostro territorio
6 MAGGIO 2017.https://www.facebook.com/andrea.j.longo/posts/10210714365748132?notif_t=mention&notif_id=1494168842021362
La Eco X è una delle numerose società, site nelle aree industriali di Pomezia, che si occupa di raccolta e avvio ai centri di riciclo di carta, plastica e ferro; è situata lungo l’asse stradale della Pontina vecchia, ad una distanza di 3 km circa in linea d’aria dal centro di Pomezia, a 600 metri dalla zona “5 Poderi” e soli 400 metri dal margine settentrionale dell’edificato del quartiere “Castagnetta”.
Come accade in molti comparti industriali di Pomezia, vi è una commistione di utilizzi, dovuti anche alla nascita di nuclei spontanei di edilizia residenziale all’interno delle aree industriali, successivamente sanati. Ad aggravare la situazione urbanistica, le aree industriali sono limitrofe e contigue a vasti appezzamenti di agro romano, in cui ancora viene mantenuto l’utilizzo agricolo e produttivo legato alla terra.
Tale situazione è figlia di una dissennata pianificazione territoriale avvenuta negli anni passati (incoraggiata almeno all’inizio, dai fondi della cassa del mezzogiorno) e alla piaga dell’abusivismo edilizio, sigillata dai numerosi condoni effettuati a partire dagli anni ’80.
In merito all’azienda, che opera da alcuni anni, non si può fare a meno di notare da alcune foto prese da Google maps che i piazzali di manovra contigui al capannone erano occupati, forse oltre quanto consentito dalle norme, in maniera preponderante da materiale ammassato e stoccato.
La presenza sul territorio dell’impianto aveva allertato i residenti che riuniti in un Comitato di cittadini avevano cominciato ad attivarsi lo scorso novembre presso le autorità (Sindaco e Polizia Locale), che a loro volta avevano scritto all’ASL RM6 e nucleo del NOE Carabinieri con la richiesta di un sopralluogo congiunto.
Se risulterà poi vero (e speriamo di no) quanto affermato da alcuni testimoni che il tetto di uno dei due capannoni era ricoperto da eternit, l’evento assume una gravità estrema e chiama in causa anche la Regione Lazio che ancora non ha un piano operativo di bonifica del cemento-amianto.
Gabriella Villani, vice Presidente del WWF Litorale laziale ha dichiarato:
“L’evento avrà conseguenze rilevanti sulla salute di chi abita nelle vicinanze. Per vicinanza e’ da intendersi un’area con un raggio di alcuni chilometri, dal momento che le nube tossica viaggia in atmosfera per decine e decine di km. Saranno particolarmente colpiti gli abitanti di Pomezia, Torvaianica e delle propaggini dei Castelli romani. Nel pomeriggio di ieri la colonna di fumo era rivolta verso il mare, oggi però l’odore di plastica bruciata si avverte anche ad Ostia.
I problemi maggiori colpiranno i bambini e coloro che sono affetti da patologie respiratorie. Non dimentichiamo inoltre il danno alle coltivazioni sulle quali si stanno riversando le ceneri della combustione. Vigileremo sugli sviluppi di questa preoccupante vicenda chiedendo la trasparenza e la chiarezza necessarie per conoscere responsabilità vicine e lontane del disastro e le misure messe in campo per la prevenzione di tali incidenti, a cominciare dalla prevenzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità”.

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