Alla vigilia del G7, chiediamo ai leader mondiali di fermare i cambiamenti climatici
I nostri attivisti sono entrati in azione oggi a Taormina, sede del G7 che avrà luogo domani, per ricordare ai capi di governo dei sette Paesi più industrializzati al mondo di mettere in campo azioni più ambiziose per contrastare i cambiamenti climatici.
Gli attivisti hanno aperto un gigantesco banner di oltre 110 metri quadrati con il messaggio “Climate Justice now”.
Ogni anno 21,5 milioni di persone sono costrette a migrare a causa di siccità, tempeste o alluvioni: si tratta di un numero doppio rispetto al numero di persone costrette a fuggire da guerre e violenza, come documentato dal report “Climate Change, Migration and Displacement”, pubblicato in queste ore da Greenpeace Germania.
I cambiamenti climatici innescano eventi disastrosi che colpiscono più duramente quei Paesi che meno hanno contribuito alle emissioni di gas serra, dando il via a un circolo vizioso: i disastri ambientali rendono più vulnerabili i Paesi colpiti, che diventano così sempre meno capaci di proteggersi dalle catastrofi naturali.
Quest’ingiustizia non potrà che peggiorare se continueremo a bruciare petrolio, carbone e gas, i maggiori responsabili dell’aumento di temperatura sulla Terra!
I Paesi del G7 devono fare chiarezza con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump: è inaccettabile che gli Stati Uniti si sottraggano agli impegni assunti per proteggere il clima. Il futuro di noi tutti, a cominciare dai milioni di persone che abitano aree vulnerabili alle conseguenze dei cambiamenti climatici, è a rischio: dobbiamo accelerare le politiche in difesa del clima e la transizione verso le energie rinnovabili!
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