mercoledì 22 aprile 2015

L'Ilva ammette il disastro ambientale: "Pronti a patteggiare"

Al processo, la richiesta dei legali dell'azienda in amministrazione controllata affidata ai commissari del governo. Atteso il via libera del MiseL'Ilva in amministrazione controllata ed affidata ai commissari del governo vuole patteggiare al processo "Ambiente svenduto" sul disastro ambientale consumato ai piedi del siderurgico più grande d'Europa. Una decisione clamorosa che tuttavia è coerente con le decisioni dei governi degli ultimi anni, che per far fronte alla situazione ambientale emersa dall'inchiesta, hanno fatto ricorso per sette volte a decreti d'urgenza e aggiornato l'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale.

Questa mattina all'udienza preliminare a carico di 52 imputati, di cui 3 società, per il disastro ambientale di Taranto, il professor Filippo Sgubbi e l'avvocato Angelo Loreto hanno chiesto al gup Vilma Gilli un rinvio in attesa che il ministero per lo Sviluppo economico autorizzi il patteggiamento della pena. Ilva spa, ora Ilva as, è accusata in base alla legge 321 sulla responsabilità delle aziende di associazione per delinquere, reati ambientali come inquinamento, reati contro la pubblica amministrazione come corruzione in atti giudiziari e due omicidi colposi per la morte di due lavoratori nel 2012.

Nel caso in cui il Mise autorizzi i legali a patteggiare, nelle prossime udienze accusa e difesa definiranno l'entità della sanzione amministrativa e pecuniaria da sottoporre al giudice. La richiesta di patteggiamento conferma la tesi che la procura sostiene dall'inizio dell'inchiesta: l'Ilva ha inquinato per anni risparmiando sugli investimenti ambientali e sulla manutenzione degli impianti 

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