giovedì 30 aprile 2015

BONELLI: DA TARANTO E' PARTITA UNA NAVE CON 9.500 T CARICA DI POLVERINO DELL’ILVA DIRETTA AD AUGUSTA.

IMMORALE PORTARE I VELENI DI TARANTO NEL TRIANGOLO DELLA MORTE DI AUGUSTA–PRIOLO-MELILLI:UN TERRITORIO FORTEMENTE CONTAMINATO CON ALTO LIVELLO DI MORTALITA’. I VERDI SCRIVONO AL MINISTERO DELL’AMBIENTE
La Nave Rita BR è partita da Taranto diretta ad Augusta con 9.500 tonnellate di polverino derivante dalla lavorazione dell’acciaio all’Ilva di Taranto. Cos’è questo polverino? Polveri che vengono dall’altoforno, dall’agglomerato o dai camini ? Sono le polveri dei sacchi Big Bag ? Sono state effettuate delle analisi ? Contengono diossine ?
Proviamo a dare noi qualche risposta e la troviamo nelle carte processuali Ambiente Svenduto. Nel provvedimento di sequestro dell’area a caldo, il gip Todisco scrive infatti che «nella campagna di rilevazioni effettuate a giugno 2007 l'Arpa Puglia evidenziava una gestione illecita delle polveri degli elettrofiltri. Ovvero, evidenziava l'attribuzione di codici Cer per rifiuti non pericolosi a tali polveri che erano perciò smaltiti in una discarica sita all'interno dell'Ilva»… «le polveri derivanti dall'abbattimento dell'impianto di agglomerazione Ilva vengono classificate come rifiuto con codice Cer 100208 "rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi diversi da quelli di cui alla voce 100207" e pertanto come rifiuti "non pericolosi" e smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi di proprietà Ilva, all'interno dello stabilimento di Taranto». Per l’Arpa, però, «le polveri in realtà non potevano essere smaltite nei modi effettuati dall'Ilva trattandosi di rifiuti pericolosi (un campione) ovvero non pericolosi (tre campioni) da smaltire comunque in discariche per rifiuti pericolosi». Il giudice Todisco non usa parole tenere sulla vicenda. «La dissennata e criminale gestione delle polveri degli elettrofiltri appare in tutta la sua gravità - si legge nel provvedimento di sequestro dell’area a caldo - da un video allegato ad un esposto firmato da Angelo Bonelli e dai professori Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti nel quale è riportato un servizio filmato della Rai (TV7 – I figli dell’Ilva) mandato in onda il 9 marzo 2012 in cui è evidentissima la dispersione incontrollata di polveri che fuoriescono dai Big-Bag durante la loro movimentazione. Il video appare più eloquente di qualsiasi commento e lascia sconcertati ove si ponga mente alla circostanza che è proprio il contenuto di diossina di quelle polveri che è stato ritrovato nei terreni e negli animali». Polveri poi smaltite con modalità ancora da chiarire in luoghi probabilmente tutt’altro che idonei.
Ora 9.500 tonnellate di polverino, vengono inviate ad Augusta in un‘area che viene chiamata il triangolo della morte per la presenza del petrolchimico più grande d’Europa e dove, come a Taranto, c’è un altissimo livello di mortalità. Perché portare altri veleni ad Augusta-Priolo-Melilli in un territorio già gravemente contaminato e provato dall’inquinamento? In una lettera inviata al ministero dell’Ambiente chiedo che sia immediatamente ispezionata la nave e trovata una diversa soluzione. https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=827936803921494&id=141260049255843&substory_index=0

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